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OT cinematografico (luttuoso) [messaggio #11550] |
gio, 03 febbraio 2011 22:53 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
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Come avrete appreso, è mancata, direi precocemente, Maria Schneider.
Figlia naturale del grande attore Daniel Gélin, mai riconosciuta da padre, è
ricordata soprattutto per lo scandalo di Ultimo Tango a Parigi (1972), il
film che oscurò il resto della sua carriera.
Carriera che avrebbe meritato più intensa e varia, soprattutto con maggiore
riconoscimento della presenza scenica e delle qualità attoriali che
possedeva in notevole misura; era figlia d'arte nel pieno senso della
parola.
Oltre ad Ultimo Tango di Bertolucci, che non fu, come comunemente si crede,
il suo film d'esordio (nonostante i diciannove anni all'epoca delle riprese,
aveva almeno quattro fra mediometraggi e lungometraggi all'attivo; iniziò a
recitare a quindici anni) ebbe un ruolo importante in Professione: reporter
di Michelangelo Antonioni (1975). In tempi più recenti recitò per il grande
e misconosciuto Jacques Rivette (Merry-Go-Round, 1983) e per Marco
Bellocchio (La condanna, 1991). E' il caso di ricordare anche la
partecipazione a Notti Selvagge (Les nuits fauves 1992) di Cyril Collard.
Ultima apparizione in Cliente, 2008, di J.Balasko.
Tutti questi passati remoti mi procurano una pena non indifferente.
Ciao Maria, ci mancherai.
(dR)
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Re: OT cinematografico (luttuoso) [messaggio #11582 è una risposta a message #11579] |
ven, 04 febbraio 2011 12:35 |
L'Esattore Messaggi: 608 Registrato: novembre 2010 |
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Il 04/02/2011, Shapiro used clothes ha detto :
> Non rientra nel mio stile (che consiste nel non avere stile).
>
> Scherzi a parte, è legittimo che UT non piaccia, com'è legittimo che non
> piaccia il cinema di Bertolucci.
> Il rogo mi pare un tantino eccessivo, anche perché lede le libertà di chi ci
> si diverte (con poco o molto che sia).
ovviamente! Il mio è un giudizio totalmente soggettivo, mi sono
appigliato al rogo e ho scritto la mia, di certo non vorrei mai che
qualsiasi film/libro/"idea" fosse data al rogo.
> In conclusione niente pippone sui pregi (peraltro consistenti, e su questi
> schermi abbastanza imprevedibili, suppongo) di Bertolucci e di Ultimo Tango.
> Se non passa, amen.
Su Bertolucci non so, conosco pochissimo.
Ultimo tango, secondo me, è uno di quei film che hanno davvero senso,
davvero forza, solo se storicizzati. E' un discorso lungo, trito e
ritrito, lo so. Visto oggi, ha poca forza, pochissima secondo me.
Poi sulla realizzazione "estetica", non so neppure pronunciarmi, l'ho
visto almeno 6-7 anni fa.
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Re: OT cinematografico (luttuoso) [messaggio #11584 è una risposta a message #11582] |
ven, 04 febbraio 2011 14:45 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
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"L'Esattore" <vdeiuliis@NOSPAMsupereva.it> ha scritto nel messaggio
news:4d4be4a0$0$1361$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
> Ultimo tango, secondo me, è uno di quei film che hanno davvero senso,
> davvero forza, solo se storicizzati. E' un discorso lungo, trito e
> ritrito, lo so. Visto oggi, ha poca forza, pochissima secondo me.
Scusa la franchezza, la penso giusto all'opposto.
Quella è l'immagine di UT (che in ogni caso non è il film migliore di
Bertolucci, e soprattutto non è un film compiuto o perfetto), immagine che
in larga misura si deve al successo (si fa per dire) "di scandalo" e
all'ostinazione dei giornalisti di costume.
Forse prima o poi si potrà riflettere sul fatto che sotto all'immagine c'è
un testo cinematografico che aveva ed ha qualcosa da dire. In questo
"qualcosa" la liberazione sessuale, il cambiamento del costume e via dicendo
c'entrano pochetto. C'entra molto un discorso "alto" sulla vita, sulla
solitudine, soprattutto sul cinema; sui suoi rapporti con pittura e
letteratura, sulla professionalità del suo farsi, sulle possibilità concrete
di un linguaggio cinematografico che non rinunci a queste ambizioni pur
uscendo dalla nicchia della cinefilia impegnata, anche politicamente.
Per iniziare a capirlo veramente bisogna considerarlo insieme al
Conformista, di non molto precedente (è significativo che gli interpreti
dovessero essere inizialmente gli stessi, Trintignant e, quando si
abbandonò -assai presto- l'idea della coppia omosessuale, la Sanda); i due
film coincisero con la rottura, tutt'altro che indolore, di Bertolucci con
il pubblico cinefilo più radicale e con le forme di produzione alternative
al grande capitale. Se pensavi a storicizzazione in questo senso, allora
posso essere d'accordo, almeno in parte. Il Conformista esprime un distacco
ancor più radicale, proprio perché ha un contenuto storico-politico palese;
e non a caso è un film dimenticato, mal distribuito, difficile da vedere.
L'altro capitolo nella filmografia di B. a cui UT andrebbe accostato è
ovviamente The Dreamers.
Anche in questo caso i cinefili, quelli politicamente schierati in
particolare, non sono cambiati.
Sono cambiati anche meno dei censori più reazionari, di cui evidentemente
costituiscono l'altra faccia della medaglia; tanti pianti e piantini perché
quel maialetto senescente di Bertolucci non ha composto l'elegia del '68, la
canzonetta sulla gioventù perduta con la retorica da balletto maoista che a
loro piace tanto, a cui avrebbero potuto attaccarsi come Linus alla sua
coperta; me li ricordo che pensando di offenderlo lo paragonavano a Tinto
Brass (il quale in gioventù è stato un signor regista, altroché). Tanto The
Dreamers che UT (e, a maggior ragione, il Conformista) testimoniano il
radicamento di Bertolucci nella grande cultura francese: Cocteau, su tutto
il resto, per la Letteratura e per il cinema d'essai, Renoir figlio per il
cinema senza aggettivi. Altro che evoluzione dei costumi o presunte
liberazioni (argomenti assai noiosi, imho). Da un esame di questo tipo esce
ovviamente esaltata, com'è giusto che sia, la figura di Renoir figlio; la
vera pietra di paragone con cui i registi della fine del secolo scorso non
hanno potuto fare a meno di confrontarsi, almeno quelli che hanno
intrattenuto un qualche rapporto con la cultura francese (indirettamente
c'entra anche Woody Allen).
E si sa, il cinema francese è il più bello del mondo.
dR
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Re: OT cinematografico (luttuoso) [messaggio #11593 è una risposta a message #11576] |
ven, 04 febbraio 2011 21:09 |
Zaz! Messaggi: 1549 Registrato: novembre 2010 |
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"luziferszorn" <pan25712@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:2d8b50d7-3a91-41e8-89c7-2e855fbb8749@o14g2000prb.googlegroups.com...
On 4 Feb, 12:03, "Shapiro used clothes" <vittorio...@tin.it> wrote:
>Circoncisamente Lui
LOL adesso parli come Cetto Laqualunque in versione sfottiebraica?
:-)))
>è uno di quelli che avrebbe bruciato il film in
>piazza, unitamente a tanta altra gente che oggi spacca ancora i
>coglioni. Iniziando dai cattocomunisti, passando attraverso i
>cattolici-reazionari e finendo con il neo-femminismo puritano, massima
>espresione della progressiva implosione psichica del paese.
Mah, non è detto.
Non so se hai notato, ma La chiesa se ne sbatte della morale pubblica. E'
ossessionata da quella privata. Non protesta magari per un film, le
interessa di più accertarsi che tua sorella non abortisca e che tua nonna
viva come un vegetale attaccata auna macchina per almeno 32 anni.
Di quello che fa il primo ministro, naturalmente...beh, son fatti suoi, sopo
tutto, no? Mica interessa, quello.
La chiesa è il contrario del famoso detto "vizi privati, pubbliche virtù".
Ha sempre sostenuto il pubblico vizio (parliamo di Pinochet e Videla, tanto
per andar sul pesante?), purché le si desse via libera nel frugare nei letti
privati.
Preferibilmente di gente normale, non ricca né potente. Quella che si umilia
più facilmente.
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Re: OT cinematografico (luttuoso) [messaggio #11741 è una risposta a message #11738] |
lun, 07 febbraio 2011 01:57 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
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"L'Esattore" <vdeiuliis@NOSPAMsupereva.it> ha scritto nel messaggio
news:4d4f33b5$0$1370$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
> Grazie per il post molto interessante, che mi ero perso. Evidentemente ho
> bisogno di riguardare e ripensare Ultimo tango. Lo farò :)
Ma ti pare.
Guarda che non sostengo si tratti di un film perfetto. Di sbavature ce ne
sono (alcune scene di carattere sessuale si potrebbero proprio piallare un
po' senza grande danno per il senso del film). Però è un bel filmone, ricco
e "vivo" (nonostante la tematica).
Non sosterrei che sia il migliore di di Bertolucci, non è quello che amo di
più (il mio plauso in questo senso va a Strategia del Ragno, al Conformista,
alla trilogia orientale cosiddetta. Anche Prima della Rivoluzione,
riscrittura della Certosa di Stendhal nell'Italia anni cinquanta-sessanta,
con Adriana Asti nella parte corrispondente Gina Sanseverina, è notevole).
Solo non merita la sottovalutazione che gli è stata riservata, ad opera dei
sostenitori ancora più che dei detrattori. Ad esempio i primi dieci,
quindici minuti sono magistrali sotto vari punti di vista (movimenti di mdp
da sballo, per dire la cosa più evidente). Idem la scena al capezzale della
moglie, cinematograficamente paradossale. Notevole anche il finale.
dR
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