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Musiche da vietare: dissonanze et similia [messaggio #120575] |
gio, 22 settembre 2011 15:02 |
Karl Rossmann Messaggi: 229 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Il quartetto K 465, detto “delle dissonanze” lasciò, a quanto pare,
sconcertati i viennesi dell’epoca; comunque la prima esecuzione, il 12
febbraio 1785, avvenne per un concerto privato, in casa del
compositore: ne parla in un suo libro Sandro Cappelletto, di cui mi
piacerebbe conoscere il parere su quanto scrivo qualche riga sotto.
Lo sconcerto degli ascoltatori non turbò però fino ad arrivare al
punto di vietarne l’esecuzione, come invece capita oggi a Venezia per
musiche – secondo lo sconclusionato argomentare dell’anonimo estensore
(un assessore, oppure un semplice funzionario?) – come “il jazz
sperimentale quale il free jazz che essendo dissonante potrebbe essere
sgradevole o di disturbo”.
Così è stabilito in un’ordinanza della giunta comunale Venezia emessa
nel 1999; ordinanza riapparsa di recente affissa nel centro - come si
legge in un articolo di Marlo Gamba pubblicato ieri sul
“Manifesto” (giornale di noti polemisti, va detto) -, che è stata
votata a suo tempo all’unanimità allo scopo di regolare
l'organizzazione dei concerti dal vivo nei locali veneziani.
E allora, quanto di musica del Novecento si può eseguire in pubblico a
Venezia?
Chissà che ne direbbe il pensoso Cacciari - sindaco all’epoca, mi pare
– che si è fatto ritrarre con alle spalle una libreria in cui spiccava
un grosso tomo su Mahler; senz’altro lo ascolterà in cuffia, ma
opportunamente ha fatto in modo di evitare che se ne diffondano nelle
calli note sgradevoli per le orecchie e le menti delicate dei suoi
concittadini.
E il veneziano Nono? Anche lui vietatissimo nella sua città, secondo
la logica dell’ordinanza.
Si può fare un bell’elenco dei musicisti degeneri. In premio la
discografia completa di Rondò Veneziano.
Saluti a tutti
K. R.
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Re: Musiche da vietare: dissonanze et similia [messaggio #120579 è una risposta a message #120577] |
gio, 22 settembre 2011 16:45 |
Karl Rossmann Messaggi: 229 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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On 22 Set, 15:32, abc <x...@xxx.it> wrote:
> Karl Rossmann ha scritto:
>
> > Chissà che ne direbbe il pensoso Cacciari - sindaco all’epoca, mi pare
> > – che si è fatto ritrarre con alle spalle una libreria in cui spiccava
> > un grosso tomo su Mahler; senz’altro lo ascolterà in cuffia, ma
> > opportunamente ha fatto in modo di evitare che se ne diffondano nelle
> > calli note sgradevoli per le orecchie e le menti delicate dei suoi
> > concittadini.
>
> Se vuoi sbirciare nella libreria di Cacciari:http://tinyurl.com/3ocbecf
I libri di musica una volta li teneva nell'angolo dietro il divano
marrone scuro. Forse ha cambiato loro posizione.
Il programma, anche se ha una sigla terribile, è divertente e Cacciari
come padrone di casa e orgoglioso illustratore dell'ampia biblioteca è
simpatico. L'ho tirato in ballo come responsabile istituzionale della
questione, e non penso che conosca in dettaglio l'ordinanza, di cui
forse non ha mai letto il testo: altrimenti per lo meno, senza magari
arrivare a cambiarne il contenuto, l'avrebbe fatto riscrivere in
italiano.
Attendo liste di musicisti proscritti.
K.
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Re: Musiche da vietare: dissonanze et similia [messaggio #120641 è una risposta a message #120575] |
gio, 22 settembre 2011 19:05 |
Federico Gnech Messaggi: 208 Registrato: maggio 2011 |
Senior Member |
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Il 22/09/2011 15:02, Karl Rossmann ha scritto:
> Lo sconcerto degli ascoltatori non turbò però fino ad arrivare al
> punto di vietarne l’esecuzione, come invece capita oggi a Venezia per
> musiche – secondo lo sconclusionato argomentare dell’anonimo estensore
> (un assessore, oppure un semplice funzionario?) – come “il jazz
> sperimentale quale il free jazz che essendo dissonante potrebbe essere
> sgradevole o di disturbo”.
> Così è stabilito in un’ordinanza della giunta comunale Venezia emessa
> nel 1999; ordinanza riapparsa di recente affissa nel centro - come si
> legge in un articolo di Marlo Gamba pubblicato ieri sul
> “Manifesto” (giornale di noti polemisti, va detto) -, che è stata
> votata a suo tempo all’unanimità allo scopo di regolare
> l'organizzazione dei concerti dal vivo nei locali veneziani.
Ne stavo parlando con alcuni amici musicisti proprio in questi giorni.
Di fatto l'ordinanza è il parto di un qualche addetto stampa, di quelli
che scrivono quelle brochure patinate sugli "eventi" in città le cui
pagine servono se non altro a raccogliere gli stronzi di cane.
Sono dieci anni che a Venezia si battaglia per una minima socialità
serale - questo è il vero motivo del contendere - e questa giunta, forse
la peggiore degli ultimi vent'anni, ha deciso di "dare una stretta".
Purtroppo in una città ridotta a parco a tema può sopravvivere qualche
albinoni per i turisti e poco altro.
> Chissà che ne direbbe il pensoso Cacciari - sindaco all’epoca, mi pare
> – che si è fatto ritrarre con alle spalle una libreria in cui spiccava
> un grosso tomo su Mahler; senz’altro lo ascolterà in cuffia, ma
> opportunamente ha fatto in modo di evitare che se ne diffondano nelle
> calli note sgradevoli per le orecchie e le menti delicate dei suoi
> concittadini.
> E il veneziano Nono? Anche lui vietatissimo nella sua città, secondo
> la logica dell’ordinanza.
Peraltro Cacciari ha scritto i testi di varie opere di "Gigi".
Purtroppo l'uomo rimane una merda fatta e finita. E non è affatto
simpatico quando parla della sua libreria - mi riferisco all'altro tuo
post. E' solo un trombone vanesio e del tutto privo di ironia. Una cosa
gliela riconosco, però: è un reazionario che non si vergogna di esserlo,
mentre i suoi ex compagni, quelli che hanno distrutto la città assieme a
lui, sono dei piccoli filistei che si dicono 'de sinistra'.
F.
--
http://flaneurotic.wordpress.com/
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Re: Musiche da vietare: dissonanze et similia [messaggio #120715 è una risposta a message #120714] |
gio, 22 settembre 2011 22:37 |
Karl Rossmann Messaggi: 229 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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On 22 Set, 22:21, "Erg Frast" <mNO.dor...@inwind.it> wrote:
> Senza voler far polemica, ma una cosa la musica eseguita in un concerto
> dove tu decidi di andare, un'altra quella che, volente o meno, devi subire
> per strada, e qui si parlava di questo, mi pare di capire.
> Diciamo che ci sono delle attenuanti.
>
> EF
Perché musica eseguita per strada? Dalla breve citazione si legge di
un'esigenza di regolare l'organizzazione dei concerti dal vivo nei
locali veneziani. Non so se nel testo dell'ordinanza è scritto proprio
così. Se si tratta di locali che i concerti li fanno all'aperto è
diverso. Comunque colpisce la valutazione di musiche consentite e
musiche giudicate "sgradevoli e di disturbo". Penso che sia capitato a
tutti di dover ascoltare senza volerlo, passando in piazze centrali
delle nostre città, concerti autorizzati con musiche ad alto volume
considerate invece "gradite","popolari" ecc.
Lo stesso avviene in spiaggia, nei supermercati, sugli autobus...
K. R.
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