Loading
Home » Musica » Classica » Libri, divieto di sconto
|
Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #105291 è una risposta a message #105152] |
ven, 02 settembre 2011 22:22 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
|
|
"Herr von Faninal" <big@bang.com> ha scritto nel messaggio
news:j3qmko$k9a$1@nnrp-beta.newsland.it...
> non conosco!
Una serie per ragazzini piuttosto kitsch, di quelle che ogni tanto mi
divertono (ne parlai con Avanzi, di questa mia propensione occasionale, lui
mi prenderebbe in giro a volontà ). Buffy è una cacciatrice di vampiri
predestinata, Spike il vampiretto che si innamora di lei (che è molto, molto
carina; insomma, che Spike cambi fronte è comprensibile, anche se prende un
sacco di botte comunque). Il tutto in mezzo a esoterismi posticci di ogni
genere. La serie ha preceduto di dieci anni buona la più recente, mielosa,
insopportabile moda dei vampiri romantici. In Buffy l'ammazzavampiri c'era
almeno un poco di ironia, di cattiveria e si picchiavano tutti come matti,
con mostri che uscivano da ogni dove...ovviamente la bocca dell'inferno era
sotto il Liceo -provincia americana- erano infestati anche i McDonald's e
così via.
Credo che le serie complete siano sul Tubo, ma sono dure da sopportare, ti
avverto. Io ho iniziato a guardarle perché mi intrigava Buffy; bella,
bionda, e mena come una disgraziata (mi piacevano le tipe toste allora).
Nell'uso ludico, quasi coreografico della violenza c'era una modesta (assai
modesta) influenza di certo cinema estremo orientale. Particolari pregi
cinematografici o di sceneggiatura (un casino pazzesco) non ce n'erano. Un
po' tipo Roswell ma più melodrammatico, grand guignolesco insomma. In genere
quando pensi "basta, è insopportabile" arriva il guizzo; una bella scena
d'azione, una citazione shakespeariana (incredibile ma vero!) una svolta
inaspettata. Mai Buffy svestita, purtroppo.
> bevi sangue in porcellana di Dresda ?
> :-)
LOL
Nosfigatu il vampirla
dR
|
|
|
Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #105395 è una risposta a message #105150] |
sab, 03 settembre 2011 10:42 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
|
|
"jan pieterszoon" <janpieterszoon.sweelinck@gmail.com> ha scritto nel
messaggio
news:42e573f8-16d3-40b6-9feb-b7ac9b9b522f@en1g2000vbb.googlegroups.com...
>E' vero che per
>questi prodotti, in genere, non vi è un prezzo al pubblico
>automomamente stabilito dal produttore e dunque apparentemente il
>commerciante gode di maggiore libertà nel muoversi verso l'alto o
>verso il basso. Ma mi sembra evidente che si tratti di un dato formale
>poco significativo,
E invece lo è. Il vero tetto è stabilito dal prezzo di copertina. C'è poco
da indignarsi perché quella legge (che ripeto; non conosco nel dettaglio
perché ora, oltre a sfogarmi su questo ng tanto per distrarmi un po', ho
altro da fare) introdurrebbe un "calmiere". Il calmiere, il controllo giÃ
c'è. E c'è un mercato che non è un mercato "libero", con pesanti situazioni
di duopolio (suppergiù; i soggetti veramente forti sono circa tre, con uno
che spicca).
Insomma, se la legge serve a qualcosa è comunque poco. E non serve ai
librai.
Non entro più di tanto nella questione "libero mercato" perché, come avrai
compreso, i presupposti di quello già non c'erano. Non possono sparire per
effetto di una leggina ad personam, per il semplice motivo che già non
c'erano prima.
>perché comunque manovre al ribasso di commercianti
>spregiudicati
A nessuno viene mai in mente che "spregiudicato" possa essere anche
qualcun'altro, nella catena.
Il ladro, l'imbroglione è il mercante; non ce l'ho con te, eh. Se non è un
retaggio cattolico-tradizionalista questo...
Definisci "ignobile" questa legge. Per carità , lo sarà . Ma non ti pare, non
vi pare strano che i soldi spesi per i libri sembrino sempre troppi? Così,
lo propongo come spunto di riflessione. Non succede così con altri beni.
Preferite uno sconto del quaranta su un prezzo già maggiorato del venti o
del trenta, come quelli che in larga misura abbiamo ora, o uno sconto del
dieci su un prezzo realistico, che poi resta tale tutto l'anno?
Tanto per portare il discorso nella sua dimensione concreta.
E meno male che secondo qualcuno pontificherei senza fornirvi dei fatti.
dR
|
|
|
Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #105441 è una risposta a message #104728] |
sab, 03 settembre 2011 14:06 |
luziferszorn Messaggi: 3830 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
|
|
On 1 Set, 15:36, pt...@despammed.com (Paolo Tramannoni) wrote:
> Ciao,
>
> Con la nuova "legge Levi", chi vende libri non può praticare sconti
> superiori al 15%, a meno che il libro non sia fuori commercio, sia stato
> pubblicato da almeno venti mesi, e non sia stato riordinato da nessuno
> nel giro di sei mesi.
>
non ho letto tutto il vostro discorrere ma se ho capito bene l'incipit
i libri (datati 2009 e precedenti) che ho pigliato stamattina al 50%
potrò ancora pigliarli nel tempo a venire con mio delizio di tasca
etcetera. Per contro il 15% su un librazzo nuovo di pacca è
sufficiente per mettere in crisi la piccola libreria che deve vendere
tassativamente al prezzo di copertina, altrimenti ti saluto e chiudo
per fallimento. Corriggetemi se sbaglio. Amen
lz
|
|
| |
Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #105585 è una risposta a message #105395] |
sab, 03 settembre 2011 17:57 |
jan pieterszoon Messaggi: 69 Registrato: novembre 2010 |
Member |
|
|
Shapiro used clothes wrote:
> E invece lo è. Il vero tetto è stabilito dal prezzo di copertina.
Ok, ma non ho mai capito perché il prezzo di copertina esista soltanto
- e sia ritenuto intoccabile - per libri e giornali. Su dischi e DVD
in genere non c'è e quando ne è indicato uno, generalmente tutti gli
esercenti (anche le bottegucce di paese) se ne discostano verso il
basso senza problemi e senza stracciamenti di vesti da parte di
nessuno.
> C'è poco
> da indignarsi perché quella legge (che ripeto; non conosco nel dettaglio
> perché ora, oltre a sfogarmi su questo ng tanto per distrarmi un po', ho
> altro da fare) introdurrebbe un "calmiere". Il calmiere, il controllo giÃ
> c'è.
Ma non è un calmiere in senso proprio, perché storicamente il calmiere
ha sempre avuto la funzione di frenare l'aumento dei prezzi senza
controllo, non di arginare gli sconti.
> A nessuno viene mai in mente che "spregiudicato" possa essere anche
> qualcun'altro, nella catena.
Questo lo dici tu. Nella catena sono senz'altro molti gli
spregiudicati, dallo scrittore che sfrutta i suoi ghost-writers alla
cassiera che con una strizzatina d'occhio ti fa accettare uno
scontrino che "per errore" segna la metà di ciò che hai comprato.
> Il ladro, l'imbroglione è il mercante; non ce l'ho con te, eh. Se non è un
> retaggio cattolico-tradizionalista questo...
Questa non l'ho capita. Che c'entra il retaggio eccetera? Mi sembra
che il concetto di imbroglione sia abbastanza trasversale rispetto ai
vari credi.
> Definisci "ignobile" questa legge. Per carità , lo sarà . Ma non ti pare, non
> vi pare strano che i soldi spesi per i libri sembrino sempre troppi? Così,
> lo propongo come spunto di riflessione. Non succede così con altri beni..
> Preferite uno sconto del quaranta su un prezzo già maggiorato del venti o
> del trenta, come quelli che in larga misura abbiamo ora, o uno sconto del
> dieci su un prezzo realistico, che poi resta tale tutto l'anno?
Con me caschi male. Per me i soldi spesi in libri e dischi non sono
mai troppi e a ogni fine mese me ne rendo amaramente conto. Tuttavia
per principio non acquisto mai libri, dischi, DVD appena usciti o in
prima edizione. Per principio ritengo che il prezzo di lancio sia
enormemente gonfiato e, come il cinese sulla riva del fiume, aspetto
paziente che quel libro, disco, DVD ricompaia a un prezzo diminuito
del 70% o giù di lì. Se non ricompare, vuol dire che non era degno di
entrare in casa mia :-)
|
|
| | |
Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #105731 è una risposta a message #105585] |
dom, 04 settembre 2011 10:59 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
|
|
"jan pieterszoon" <janpieterszoon.sweelinck@gmail.com> ha scritto nel
messaggio
news:466873aa-0173-418b-a385-70d0b4c2a4a4@a27g2000yqc.googlegroups.com...
>Ok, ma non ho mai capito perché il prezzo di copertina esista soltanto
>- e sia ritenuto intoccabile - per libri e giornali.
Ah, non lo so. O meglio, qualche ipotesi si può fare ma la cosa andrebbe
indagata.
>Su dischi e DVD
>in genere non c'è e quando ne è indicato uno,
Non mi pare.
>generalmente tutti gli
>esercenti (anche le bottegucce di paese) se ne discostano verso il
>basso senza problemi e senza stracciamenti di vesti da parte di
>nessuno.
Non mi pare; verso il basso o verso l'alto.
Tanto per fare il castigamatti antiFeltrinelli, ruolo che mi hanno
attribuito nel thread e che, a dire il vero, mi diverte assai: è uscito da
un po' un cofanetto con esecuzioni di Boulez, Sony. Cinque cd: 25 euro nel
negozietto, 29 da Feltrinelli. Non sto a dirti cosa costa in rete (lo so, ma
vai a guardare; Jpc è più vicino al negozio che a Feltrinelli). Feltrinelli
l'ha di sicuro avuto, alla fonte, a meno del gestore del mio negozio di
riferimento (di riferimento per le realtà piccole, diciamo).
Se Feltrinelli iniziasse a fare la politica di Amazon, il simpatico gestore
e proprietario del mio negozietto di riferimento sarebbe fregato.
Feltrinelli e compagni (Mondadori, Rcs) hanno preferito, per il momento,
bloccare Amazon, sbagazzando la cosa come protezione per le piccole imprese.
Le piccole imprese non ne escono protette; diciamo che si rimanda il
macello. Questo perché al momento si vende poco. Anche se si ricominciasse a
vendere (non a breve termine, ma non si sa mai) un po' di più, probabilmente
non ritoccherebbero i prezzi comunque (sono tutti anche editori), perché non
è nella loro mentalità . Almeno c'è da sperarlo, per le piccole imprese,
intendo.
In tutto questo è assai confortante (ed è questo il motivo per cui mi
scaldo) notare che qualche bella mente (non te, con te si può ragionare; e
neppure alludo a Paolo, che ha iniziato il thread con un post sereno ed
equilibrato, come suo solito) si indigna perché non può più comprare con lo
sconto, e questo passi, lo capisco. Ma ne trae anche conseguenze teoriche;
qui si mina il mio diritto ad avere i libri al minor prezzo possibile,
chissà se farebbero lo stesso ragionamento (sconti al 99%, diceva Arne)
dovendo comprare una casa o un automobile. Posso farmi una risata, e pensare
ad Alberto Sordi?
E dire che questo modo di ragionare è talmente autoreferenziale da non poter
essere preso sul serio? E' sana un'economia in cui un qualsiasi bene si
acquista quasi abitualmente con la metà o più di sconto?
C'è dietro l'idea che i libri sono un diritto, non dovrebbero costare nulla,
imho.
>Ma non è un calmiere in senso proprio, perché storicamente il calmiere
>ha sempre avuto la funzione di frenare l'aumento dei prezzi senza
>controllo, non di arginare gli sconti.
Appunto: non l'ho definito io, calmiere. Mi servivo della definizione che mi
è stata proposta.
>Questo lo dici tu. Nella catena sono senz'altro molti gli
>spregiudicati
Anche tu non pensi ai distributori e agli editori, però.
Io comunque parlavo in generale.
>Questa non l'ho capita. Che c'entra il retaggio eccetera? Mi sembra
>che il concetto di imbroglione sia abbastanza trasversale rispetto ai
>vari credi.
C'entra perché l'idea, lo stereotipo del mercante truffatore (del povero
contadino che invece "lavora sul serio"), figura prossima all'usura e alla
pravità giudaica, è assai più cattolica che protestante. Storicamente.
>Con me caschi male.
Con te. Mica parlavo (solo) di te.
>Per principio ritengo che il prezzo di lancio sia
>enormemente gonfiato e, come il cinese sulla riva del fiume, aspetto
>paziente che quel libro, disco, DVD ricompaia a un prezzo diminuito
>del 70% o giù di lì.
I prezzi in generale, di libri e dischi, sono più o meno gonfiati. Anche
delle collane mid-price. Proprio la diminuzione superiore al 50% dovrebbe
farti ragionare. Si vede benissimo un quadro generale del settore che va,
per gravità , molto al di là del provvedimento varato e, a maggior ragione,
del puerile lamento pseudo-liberista (quando comoda) sullo sconto ridotto.
>Se non ricompare, vuol dire che non era degno di
>entrare in casa mia :-)
Belle le valutazioni condotte esclusivamente sul prezzo.
Nel Medioevo i libri potevano costare quanto un'automobile oggi, e c'era chi
li comprava lo stesso a scatola chiusa, solo per pareri altrui o per chiara
fama. E la chiamano epoca oscura. :-)))
ciao, con sincera simpatia
dR
|
|
|
Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #105732 è una risposta a message #104865] |
dom, 04 settembre 2011 11:14 |
Dimitri Messaggi: 212 Registrato: gennaio 2007 |
Senior Member |
|
|
"Paolo Tramannoni" <ptram@despammed.com> ha scritto nel messaggio
news:1k6xu4e.atg9qn1hgdm72N%ptram@despammed.com...
> Shapiro used clothes <vittoriocol@tin.it> wrote:
>
>> Per l'attività in cui lavoro io cambia poco. Ho clienti che comprano
>> alcune
>> cose da me, altre da Feltrinelli, altre ancora in rete. Dipende.
>
> Faccio parte di quel tipo di clientela. Il fatto è che la visita alla
> libreria è un affare religioso. I libri si espongono e a volte diventano
> epifanie. Chi di noi non ha acquistato il primo tascabile Adelphi non
> tanto per il titolo, quanto per il logo e per la sensazione che offriva
> al tatto?
>
> Acquistare un libro è un rituale che non può essere sostituito da un
> colpo di mouse. Il libraio è un sacerdote che fa spesso da confessore.
> Credo di aver sentito, in qualche libreria, un sottile odore di incenso.
> Il libraio vero non è disposto a celiare come un commesso di Feltrinelli
> - è serio e non si scompone mai, conscio del suo ruolo di custode e di
> guida.
concordo che la visita alla libreria è un rito che ha il suo fascino, anni
fa avevo iniziato a rifornirmi presso una relativamente grossa libreria di
Udine,
tantissima roba, era bello starci dentro ore a leggere i titoli e a cercare
l'introvabile; un giorno ci torno per l'ennesima volta e la trovo tutta
cambiata, davanti all'entrata c'è un enorme bancone che sbarrava l'accesso
all'esposizione e una commessa che non appena messo il naso dentro la porta
ti incalzava con "Prego?". Inutile dire che da quella volta non ci ho messo
più piede... mi avevano tolto il piacere più grande dell'andare in libreria,
anche perché nel 99% delle volte io non ci vado con un titolo mirato da
acquistare, ma o con un'idea generica o con il classico "vediamo cosa c'è".
Online ho spesso questa difficoltà che non si può "vedere cosa c'è"
genericamente, ma bisogna avere un minimo di idea... ieri ad es. avevo
voglia di acquistare qualche cd e sono andato su ibs mi pareva che una volta
si poteva vedere semplicemente l'elenco in ordine alfabetico per autore, ora
non ci riuscivo più e ogni volta mi rimandavano all'alfabeto su cui cliccare
per vedere i vari compositori che iniziavano per la tal lettera... mi son
rotto subito... no, non è la stessa cosa, ma se i prezzi sono concorrenziali
devo dire che rinuncio anche al rito, per quanto affascinante possa
essere... però solo con idee mirate, la bellezza di passare un intero
pomeriggio in
negozio per poi non comprare nulla non c'è... un punto a svantaggio della
libreria, soprattutto di quelle piccoline, perchè quelle grandi sono più
dispersive, è che in vita mia non ho mai incontrato un libraio simpatico,
disponibile o almeno neutro, sono sempre acidi, odiosi e mentre circoli fra
gli scaffali ti scrutano come se fossi il peggior ladro di libri del
mondo... il vecchio libraio da cartolina che si spacca in quattro per
trovarti il libricino stampato in capo al mondo io non l'ho mai incontrato e
di librerie ne ho visitate nella mia vita... sarà un mito... chissà ...
D.
|
|
| | |
Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #105843 è una risposta a message #105732] |
dom, 04 settembre 2011 15:03 |
texwiller Messaggi: 22 Registrato: febbraio 2011 |
Junior Member |
|
|
dimitri <yihttfd@jhhtt.it> wrote:
> concordo che la visita alla libreria è un rito che ha il suo fascino, anni
> fa avevo iniziato a rifornirmi presso una relativamente grossa libreria di
> Udine,
Nessuno nega che gironzolare per una bella libreria sia un vero piacere.
Così pure trovare un libraio competente che ti consiglia questa o quella
lettura invece della commessa che sa solo passare il lettore sul codice
a barre. Acquistare su Internet o entrare in uno di quegli store di
libri che ci sono in ogni centro commerciale dà tanto piacere quanto
comprare l'acqua minerale.
Il problema è che l'economia si è sviluppata in un certo modo, dal quale
tutti noi cerchiamo di trarre beneficio. Ad esempio comprando il
materiale elettronico sul sito che lo vende a meno, fosse anche
all'estero, stipulando le assicurazioni on line etc. etc. Ogni
consumatore, anche il più evoluto, cerca di comprare al minor costo
possibile. E quindi megastore, outlet, ebay, ecommerce e via dicendo. E
conseguente sparizione dei piccoli negozianti. Cercare di opporsi a
questa tendenza impedendo o vietando gli sconti mi sembra come opporsi
ad una marea con i sacchetti di sabbia. Che poi possa non piacere, e non
piace neanche a me, è un altro discorso.
--
La grande musica è quella austro-tedesca
|
|
|
Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #105849 è una risposta a message #105786] |
dom, 04 settembre 2011 15:23 |
daniel pennac \(porta Messaggi: 569 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
|
|
"dimitri" <yihttfd@jhhtt.it> ha scritto nel messaggio
news:j3vsng$o6j$1@speranza.aioe.org...
> "daniel pennac (portatile)" <mariorenda2NOSPAM@NOtin.it> ha scritto nel
> messaggio news:4e634332$0$44208$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
>>
>> "dimitri" <yihttfd@jhhtt.it> ha scritto nel messaggio
>> news:j3vfi4$ebr$1@speranza.aioe.org...
>>> concordo che la visita alla libreria è un rito che ha il suo fascino,
>>> anni
>>> fa avevo iniziato a rifornirmi presso una relativamente grossa libreria
>>> di Udine,
>>
>> Si tratta forse della Tarantola?
>
> si dice il peccato, non il peccatore... eh eh
Quando abitavo a Udine (sono passati più di dieci anni) ero un'assidua
frequentatrice di tale libreria, ne ho un bel ricordo, per cui, se è
peggiorata, è meglio non saperlo! ^_____^
>> Io ne avevo uno così a Tivoli, mi trovava di tutto! :-((
> beata te!!! Hai davvero trovato un tesoro.... certo che se bisogna
> arrivare fino a Tivoli... ;-)
> D.
Solo che ora abito in Lombardia :-((((
|
|
|
Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #105850 è una risposta a message #105786] |
dom, 04 settembre 2011 15:36 |
daniel pennac \(porta Messaggi: 569 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
|
|
"dimitri" <yihttfd@jhhtt.it> ha scritto nel messaggio
news:j3vsng$o6j$1@speranza.aioe.org...
> "daniel pennac (portatile)" <mariorenda2NOSPAM@NOtin.it> ha scritto nel
> messaggio news:4e634332$0$44208$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
>>
>> "dimitri" <yihttfd@jhhtt.it> ha scritto nel messaggio
>> news:j3vfi4$ebr$1@speranza.aioe.org...
>>> concordo che la visita alla libreria è un rito che ha il suo fascino,
>>> anni
>>> fa avevo iniziato a rifornirmi presso una relativamente grossa libreria
>>> di Udine,
>>
>> Si tratta forse della Tarantola?
>
> si dice il peccato, non il peccatore... eh eh
Quando abitavo a Udine (sono passati più di dieci anni) ero un'assidua
frequentatrice di tale libreria, ne ho un bel ricordo, per cui, se è
peggiorata, è meglio non saperlo! ^_____^
>> Io ne avevo uno così a Tivoli, mi trovava di tutto! :-((
> beata te!!! Hai davvero trovato un tesoro.... certo che se bisogna
> arrivare fino a Tivoli... ;-)
> D.
Solo che ora abito in Lombardia :-((((
|
|
| |
Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #105944 è una risposta a message #105291] |
dom, 04 settembre 2011 19:12 |
Herr von Faninal Messaggi: 944 Registrato: luglio 2011 |
Senior Member |
|
|
"Shapiro used clothes" <vittoriocol@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:4e613af4$0$44207$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
>
> "Herr von Faninal" <big@bang.com> ha scritto nel messaggio
> news:j3qmko$k9a$1@nnrp-beta.newsland.it...
>
>> non conosco!
>
> Una serie per ragazzini piuttosto kitsch, di quelle che ogni tanto mi
> divertono (ne parlai con Avanzi, di questa mia propensione occasionale,
> lui mi prenderebbe in giro a volontà). Buffy è una cacciatrice di vampiri
> predestinata, Spike il vampiretto che si innamora di lei (che è molto,
> molto carina; insomma, che Spike cambi fronte è comprensibile, anche se
> prende un sacco di botte comunque). Il tutto in mezzo a esoterismi
> posticci di ogni genere. La serie ha preceduto di dieci anni buona la più
> recente, mielosa, insopportabile moda dei vampiri romantici.
Fantastico, mi ispira! Me lo comprerò! Grazie!
> Nosfigatu il vampirla
LOL!
>
|
|
|
Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #106024 è una risposta a message #105731] |
dom, 04 settembre 2011 23:41 |
jan pieterszoon Messaggi: 69 Registrato: novembre 2010 |
Member |
|
|
Shapiro used clothes wrote:
> >Su dischi e DVD
> >in genere non c'è e quando ne è indicato uno,
>
> Non mi pare.
>
> >generalmente tutti gli
> >esercenti (anche le bottegucce di paese) se ne discostano verso il
> >basso senza problemi e senza stracciamenti di vesti da parte di
> >nessuno.
>
> Non mi pare; verso il basso o verso l'alto.
A me invece pare che siano piuttosto rari i casi di prezzi di
copertina in CD e DVD. Spesso ci sono in raccolte economiche o
iniziative di lancio ma sui prodotti normali no. E confermo che i
commercianti di norma si discostano dal prezzo di copertina solo
andando giù: chi mai comprerebbe a 32 euro un box col bollino DG o EMI
che dice "in offerta a 28 euro"?
> E' sana un'economia in cui un qualsiasi bene si
> acquista quasi abitualmente con la metà o più di sconto?
In teoria no, però mi pare che ormai anche la nostra civiltÃ
occidentale sia permeata da modalità commerciali simili a quelle del
suk, in cui tirare sul prezzo fa parte delle regole del gioco. E
quanto all'entità apparentemente abnorme dello sconto preteso, forse
ci si rende conto benissimo di ciò che tu stesso affermi, e cioè che i
prezzi sono molto gonfiati e si pensa che le superofferte un po'
facciano giustizia.
> Anche tu non pensi ai distributori e agli editori,
Certo che ci penso! Gli esempi dello scrittore della cassiera erano i
termini estremi di una lunga catena in cui ci sono anche distributori
ed editori.
> Belle le valutazioni condotte esclusivamente sul prezzo.
> Nel Medioevo i libri potevano costare quanto un'automobile oggi, e c'era chi
> li comprava lo stesso a scatola chiusa, solo per pareri altrui o per chiara
> fama. E la chiamano epoca oscura. :-)))
Ti darei ragione se l'offerta al pubblico fosse rara e di difficile
approccio, come poteva essere in epoca pre-Gutemberg o se quel
prodotto fosse comunque assolutamente peculiare e non potessi sperare
di averlo a meno in modo legale (ad esempio un'enciclopedia, tipo di
prodotto per cui mi è capitato di spendere senza riserve somme
importanti). Ma se l'offerta è così ampia come oggi e se ciò che
scarto per il prezzo elevato può essere validamente sostituito da uno
o più prodotti diversi pur sempre di elevata qualità non lo trovo
disdicevole. Siamo in un'epoca in cui persino uno specialista - a
parte casi rarissimi - non può conoscere *tutto* della sua materia ed
è costretto a fare delle selezioni secondo vari criteri, uno dei quali
può essere il prezzo. Rinuncerò così all'ultimo libro di Tizio o
all'ultimo disco di Caio, ben sapendo che troverò soddisfazione, senza
rimpianti, nella lettura di Sempronio e nell'ascolto di Mevio, nella
speranza che tra qualche anno la Brilliant di turno ripubblichi Tizio
e Caio a un prezzo che posso permettermi di spendere..
|
|
| | | | | |
Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #106126 è una risposta a message #105850] |
lun, 05 settembre 2011 10:31 |
Dimitri Messaggi: 212 Registrato: gennaio 2007 |
Senior Member |
|
|
"daniel pennac (portatile)" <mariorenda2NOSPAM@NOtin.it> ha scritto nel
messaggio news:4e637efa$0$15669$4fafbaef@reader2.news.tin.it...
>
> "dimitri" <yihttfd@jhhtt.it> ha scritto nel messaggio
> news:j3vsng$o6j$1@speranza.aioe.org...
>> "daniel pennac (portatile)" <mariorenda2NOSPAM@NOtin.it> ha scritto nel
>> messaggio news:4e634332$0$44208$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
>>>
>>> "dimitri" <yihttfd@jhhtt.it> ha scritto nel messaggio
>>> news:j3vfi4$ebr$1@speranza.aioe.org...
>>>> concordo che la visita alla libreria è un rito che ha il suo fascino,
>>>> anni
>>>> fa avevo iniziato a rifornirmi presso una relativamente grossa libreria
>>>> di Udine,
>>>
>>> Si tratta forse della Tarantola?
>>
>> si dice il peccato, non il peccatore... eh eh
>
> Quando abitavo a Udine (sono passati più di dieci anni) ero un'assidua
> frequentatrice di tale libreria, ne ho un bel ricordo, per cui, se è
> peggiorata, è meglio non saperlo! ^_____^
>
>
>>> Io ne avevo uno così a Tivoli, mi trovava di tutto! :-((
>
>> beata te!!! Hai davvero trovato un tesoro.... certo che se bisogna
>> arrivare fino a Tivoli... ;-)
>> D.
>
> Solo che ora abito in Lombardia :-((((
>
beh... dai... dietro l'angolo... ;-)
D.
|
|
| | |
Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #106155 è una risposta a message #105731] |
lun, 05 settembre 2011 12:35 |
Karl Rossmann Messaggi: 229 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
|
|
On 4 Set, 10:59, "Shapiro used clothes" <vittorio...@tin.it> wrote:
> >Ok, ma non ho mai capito perché il prezzo di copertina esista soltanto
> >- e sia ritenuto intoccabile - per libri e giornali.
>
> Ah, non lo so. O meglio, qualche ipotesi si può fare ma la cosa andrebbe
> indagata.
> Tanto per fare il castigamatti antiFeltrinelli, ruolo che mi hanno
> attribuito nel thread e che, a dire il vero, mi diverte assai:
> >Questo lo dici tu. Nella catena sono senz'altro molti gli
> >spregiudicati
>
> Anche tu non pensi ai distributori e agli editori, però.
> Io comunque parlavo in generale.
>
> >Questa non l'ho capita. Che c'entra il retaggio eccetera? Mi sembra
> >che il concetto di imbroglione sia abbastanza trasversale rispetto ai
> >vari credi.
>
> C'entra perché l'idea, lo stereotipo del mercante truffatore (del povero
> contadino che invece "lavora sul serio"), figura prossima all'usura e alla
> pravità giudaica, è assai più cattolica che protestante. Storicamente.
> I prezzi in generale, di libri e dischi, sono più o meno gonfiati. Anche
> delle collane mid-price. Proprio la diminuzione superiore al 50% dovrebbe
> farti ragionare. Si vede benissimo un quadro generale del settore che va,
> per gravità , molto al di là del provvedimento varato e, a maggior ragione,
> del puerile lamento pseudo-liberista (quando comoda) sullo sconto ridotto..
> Nel Medioevo i libri potevano costare quanto un'automobile oggi, e c'era chi
> li comprava lo stesso a scatola chiusa, solo per pareri altrui o per chiara
> fama. E la chiamano epoca oscura. :-)))
Buon giorno.
Il tema mi interessa. Vorrei chiosare alcune affermazioni - le ho
riportate sopra, perdonatemi il modo con cui lo faccio.
Il prezzo di copertina: c'è ovviamente differenza tra quotidiani (per
i quali la forbice è molto stretta) e libri. Per mille ragioni, dalla
relativa possibilità di mantenere sotto controllo i costi industriali
- che possono essere paragonati a realtà dello stesso settore e su cui
le aziende intervengono con paramentri certi (non di quelli del lavoro
e di tutto quanto una società editrice di quotidiani spende per
procurarsi le notizie, per la promozione ecc..), all'inquinamento del
finanziamento pubblico - Lavitola in questi giorni insegna - e così
via. Si dirà che cose analoghe capitano anche per i libri: spesso è
vero, ma per lo più per testi che non concorrono sul banco delle
librerie con titoli simili - e mi riferisco qui all'ampia editoria
finanziata pubblicamente dei cataloghi di mostre e similia - e per il
settore importantissimo dell'editoria scolastica e di adozione
all'università (anche qui ci sarebbero da fare idscorsi molto ampi).
Comunque che per i libri esista un rpezzo di copertina (che chiamerei
più semplicemente di listino) più o meno fisso non mi sembra così
misterioso. Basta provare ad immaginarsi il contrario: se l'editore
mandasse i libri in distribuzione senza che figurasse sugli stessi un
prezzo come si farebbe, visto l'eterogeneità dei prodotti?
Per quanto riguarda la catena di librerie e la casa editrice più volte
citata: il processo di cambiamento è iniziato una ventina di anni fa,
ma molti se ne sono resi conto da pochi anni, continuando ad
accreditare la casa editrice di una presunta posizione culturale di
sinistra, progressista ecc. (non dico con questo che fosse bene di per
sè: è comunque stato un equivoco su cui la catena ha cercato di
sfruttare una rendita di posizione riguardo ai clienti affezionati a
un'immagine che se ne erano costruita e a cui hanno rinunciato forse
malvolentieri). Il comportamento al suo interno con il personale è
noto, lo scadimento medio della preparazione dei loro addetti (ormai
forse meno competenti nel prodotto che vendono dei loro omologhi delle
catene di scarpe sportive, per dirne una) è evidente a tutti. E se
avete occasione di leggere qualche messaggio dei loro dirigenti
commerciali vi assicuro che c'è da mettersi le amni nei capelli.
Ma non esalterei acriticamente la figura dei librai indipendenti in
quanto tale: quante signore di cospicue rendite si sono ritrovate a
gestire librerie importanti senza gdoti specifiche, quanti più o meno
laureati, di antiche militanze politico-culturali hanno scommesso in
un mestiere che pareva alla portata di mano soltanto perché "cosa ci
vuole, via, a vendere quelli che hanno riempito gli scaffali di casa";
e spesso quante buone ragioni per giustificare tutto (bidoni agli
autori per presntazioni, a distributori o editori non troppo potenti
per riuscire a farsi poi pagare conti vendita concessi perché
bisognava "aiutare la diffusione della cultura..."). Naturamente come
ci sono librai ineccepibili (detto senza piaggeria, sono convinto che
tu sia uno di questi), che amano il proprio mestiere e soprattutto lo
sanno fare, e ci sono editori pessimi.
Per le catene comunque non limiterei la critica a quella citata: ho
esperienza di pirateria di almeno un'altra, piuttosto estesa in tutta
Italia, che si comporta in modo altrettanto - forse più per la
politica dei pagamenti dalel notizie che me ne da la nostra
amministrazione - grave. Credo che questa seconda abbia invece una
forma diversa di rapporto con i librai, che probabilmente non sono
tutti dipendenti ma in qualche modo "partner" come per le catene di
franchising.
Vengo infine all'affermazione relativa ai prezzi di copertina
"gonfiati" (non ho capto rispetto a cosa: costi industriali?
Diritti?). Confrontando quelli dei libri italiani con i prezzi dei
libri nuovi all'estero - qualcuno afferma nel thread più alti in altri
paesi europei, mi pare (ma è vero?). Se sono più alti in media
all'estero (anche se il confronto non è facile perché non stiamo
parlando di mercati omogenei, e i prodotti stessi non lo sono, almeno
per il bacino di lettori possibili) o i costi di produzione italiani
sono più bassi, oppure il ragionamento non torna. Suggerirei
un'ipotesi più articolata: in Italia in media l'industria editoriale
lavora male, si fanno molti errori e probabilmente pochi editori
riescono a gestire al meglio il processo di produzione. Siamo in un
periodo di grosse trasformazioni tecniche (ormai moltissimi fanno
basse tirature in stampa digitale, per lo meno dei libri soltanto di
testo,senza illustrazioni a colori, cercando di stampare soltanto
quanto è ordinato), ma molte strutture faticano ad adeguarsi. Perciò
da un lato ci sono gli errori editoriali - romanzi che non vendono,
saggistica d'occasione di cui i lettori ormai diffidano (e allora dopo
un po' di mesi gli stessi libri vengono svenduti con sovrasconti),
dall'altro la scarsa capacità di tenere i costi sotto controllo. E poi
il sistema distributivo funziona come sappiamo...
Le considerazioni sul pregiudizio antimercantile, fondamentalmente
cattolico ecc. ecc. sono al tempo stesso ovvie e da relativizzare. I
casi concreti cui ho accennato sopra non guardano in faccia nessuno:
nella mia esperienza di una trentina di anni nell'editoria ho visto
diversi casi con tutte le possibili qualifiche, se proprio le si vuole
attribuire. Il commercio di libri non è diverso da ogni altro e chi
non rispetta le regole c'è sempre, anche se in percentuale per fortuna
non enorme.
La storia della vendita di libri è ovviamente un tema affascinante e
in particolare il medioevo in Europa (su cui so qualcosa, mi manca
invece conoscenza del mondo arabo e di quello orientale sullo stesso
argomento). Proprio a scatola chiusa non so, c'era senz'altro un
sistema di controlli e di verifica della qualità molto efficace di cui
tutti si fidavano.
Si ristabilisse il sistema della pecia - oltre a quello della
concorrenza di due cattedre della stessa materia nella stessa
università perché vinca il migliore, con una mobilità degli insegnanti
di maggior qualità che nell'Italia attuale possiamo soltanto sognarci?
Spero di non aver troppo approfittato della tua (e vostra) pazienza.
A rilegger(vi)
K. R.
|
|
|
Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #106458 è una risposta a message #106155] |
mar, 06 settembre 2011 10:01 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
|
|
"Karl Rossmann" <mcl4591trs@libero.it> ha scritto nel messaggio
news:cb5e60c8-4878-409b-919e-d14450ded5d2@a12g2000yqi.googlegroups.com...
>Buon giorno.
Ciao e ben tornato. :-)
>Basta provare ad immaginarsi il contrario: se l'editore
>mandasse i libri in distribuzione senza che figurasse sugli stessi un
>prezzo come si farebbe, visto l'eterogeneità dei prodotti?
Non fa una grinza.
Il mio era un ragionamento per assurdo, visto il tenore degli interventi dei
miei interlocutori.
se si vuol essere (a volte, non sempre) ultraliberisti assumendo un'idea di
liberismo un po' particolare, diciamo fantasiosa, perché non abolire pure
quello?
>sè: è comunque stato un equivoco su cui la catena ha cercato di
>sfruttare una rendita di posizione riguardo ai clienti affezionati a
>un'immagine che se ne erano costruita e a cui hanno rinunciato forse
>malvolentieri).
E questo è persino legittimo.
Per quanto riguarda i clienti, non so quanto vi abbiano rinunciato.
>avete occasione di leggere qualche messaggio dei loro dirigenti
>commerciali vi assicuro che c'è da mettersi le amni nei capelli.
Quoto.
>Ma non esalterei acriticamente la figura dei librai indipendenti in
>quanto tale:
Quoto.
>Per le catene comunque non limiterei la critica a quella citata:
No, hai ragione.
>Vengo infine all'affermazione relativa ai prezzi di copertina
>"gonfiati" (non ho capto rispetto a cosa: costi industriali?
>Diritti?).
Il costo complessivo, quello di listino.
Prova a guardare le catene saggistiche dell'Einaudi, per dirne una; la
famosa Piccola Biblioteca. Oppure i libri della Boringhieri fino a poco
tempo fa (ora si sono un po' moderati, diciamo da un anno, un anno e mezzo a
questa parte; non che costino poco, eh), che fa prevalentemente saggistica.
La saggistica è ormai un genere di nicchia? Guardiamo la narrativa. Di
Garzanti, di Guanda, di Adelphi, della stessa Einaudi. Gli stessi Oscar
Mondadori (prima parlavo di collane a prezzo alto) oramai sono raramente
sotto i dieci euro, e l'avverbio è eufemistico. Se prendi in considerazione
la qualità della carta e della rilegatura, e teniamo pure conto di tutti gli
altri costi, il risultato è finale è sproporzionato. Fonti degne di fede mi
assicurano che il singolo Oscar ha un costo materiale (che non assorbe altri
costi, va da sé) intorno all'euro.
>Suggerirei
>un'ipotesi più articolata: in Italia in media l'industria editoriale
>lavora male, si fanno molti errori e probabilmente pochi editori
>riescono a gestire al meglio il processo di produzione.
Penso che tu abbia ragione. Sulla gestione dei processi produttivi non so,
parlerei per sentito dire. Che lavorino male, è abbastanza evidente; basta
aver tenuto libri in mano, averli osservati per...parte della propria vita.
>Siamo in un
>periodo di grosse trasformazioni tecniche (ormai moltissimi fanno
>basse tirature in stampa digitale, per lo meno dei libri soltanto di
>testo,senza illustrazioni a colori, cercando di stampare soltanto
>quanto è ordinato), ma molte strutture faticano ad adeguarsi.
Si fanno basse tirature un po' di tutto, mi pare.
L'idea che un libro venda in qualche anno, anziché in qualche settimana,
pare tramontata del tutto.
>Perciò
>da un lato ci sono gli errori editoriali - romanzi che non vendono,
>saggistica d'occasione di cui i lettori ormai diffidano (e allora dopo
>un po' di mesi gli stessi libri vengono svenduti con sovrasconti),
Vero.
>dall'altro la scarsa capacità di tenere i costi sotto controllo. E poi
>il sistema distributivo funziona come sappiamo...
Pd'a.
dR :-)
|
|
| | | |
Vai al forum:
Ora corrente: ven gen 03 08:33:44 CET 2025
Tempo totale richiesto per generare la pagina: 0.02945 secondi
|