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Pitocchi a colazione (si parla di libri) - Per Shapiro e non solo [messaggio #9206] |
ven, 17 dicembre 2010 12:56 |
cap Messaggi: 659 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Shapiro used clothes ha scritto:
> Ho la sensazione che tu abbia consultato qualche dizionario, il
> che sicuramente un bene; sono libri preziosi da aprire spesso.
Almeno una volta al giorno, anche senza motivo, se non il piacere di
scoprire ogni volta qualcosa di nuovo :)
Detto questo, colgo l'occasione per esprimere la mia solidarietà ai
redattori della Treccani: nei giorni hanno scioperato per motivi più
che seri, preoccupati di quanto sta accadendo sopra le loro teste e a
loro danno. Esattamente le stesse cose capitarono a chi stava in Utet,
e sappiamo com'è finita.
Il problema tocca anche gli interessi dei lettori, in misura
tutt'altro che insignificante. Tenterò di spiegare come nel modo più
semplice.
In sostanza, da qualche tempo le case editrici stanno provando a
liberarsi dei redattori. I quali, fra i lavoratori dell'editoria, sono
quelli che sanno come si fanno i libri. Però rappresentano un costo
elevato per le loro aziende. Sicché queste ultime tendono a ricorrere
sempre più frequentemente a prestatori d'opera esterni: negli ultimi
anni sono nati vari service editoriali (in buona parte costituiti da
ex redattori rimasti senza lavoro) che offrono collaborazioni a costi
relativamente bassi. Svolgono un determinato lavoro, vengono
retribuiti per quello e stop: una manna, per gli editori.
Il problema è la qualità .
Affermano gli editori: è vero, abbiamo ridotto il personale, ma la
qualità dei nostri prodotti è quella di sempre.
Non è vero.
Vi spiego perché. Succede invariabilmente così: il direttore
editoriale si rivolge a un service, proponendo un determinato lavoro e
chiedendo un preventivo; il titolare del service chiede dieci; il
direttore editoriale replica "ti darò la metà "; il titolare del
service per non perdere la commissione accetta. Naturalmente, poi,
darà un lavoro da cinque, non da dieci.
Funziona così ormai da tempo in tutte le grandi case editrici
italiane.
Qualcuno ha cominciato ad accorgersene.
> Mai sentito parlare di Tersite? Dei bovari e via dicendo, dei
> mendicanti, dei travestimenti dello stesso Ulisse?
Già , fra l'altro si traveste da mendicante quando torna a Itaca e
trova in casa propria, oltre ai Proci, quel pitocco all'ennesima
potenza che è Iro :)
A proposito, volevo chiederti: che mi dici di Zachary Mason? Non ho
ancora letto Il signore degli inganni: è davvero un libro
straordinario come si dice?
> Da dove dovrebbe arrivare, la cultura?
> Dai cioccolatini?
Be', che Cyrano de Bergérac fosse un poeta molti lo sanno soltanto
grazie ai cioccolatini :D
c.
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Re: Pitocchi a colazione (si parla di libri) - Per Shapiro e non solo [messaggio #9208 è una risposta a message #9206] |
ven, 17 dicembre 2010 13:29 |
Karl Rossmann Messaggi: 229 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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On 17 Dic, 12:56, cap <clamar...@gmail.com> wrote:
> Detto questo, colgo l'occasione per esprimere la mia solidarietà ai
> redattori della Treccani: nei giorni hanno scioperato per motivi più
> che seri, preoccupati di quanto sta accadendo sopra le loro teste e a
> loro danno. Esattamente le stesse cose capitarono a chi stava in Utet,
> e sappiamo com'è finita.
> Il problema tocca anche gli interessi dei lettori, in misura
> tutt'altro che insignificante. Tenterò di spiegare come nel modo più
> semplice.
> In sostanza, da qualche tempo le case editrici stanno provando a
> liberarsi dei redattori. I quali, fra i lavoratori dell'editoria, sono
> quelli che sanno come si fanno i libri. Però rappresentano un costo
> elevato per le loro aziende. Sicché queste ultime tendono a ricorrere
> sempre più frequentemente a prestatori d'opera esterni: negli ultimi
> anni sono nati vari service editoriali (in buona parte costituiti da
> ex redattori rimasti senza lavoro) che offrono collaborazioni a costi
> relativamente bassi. Svolgono un determinato lavoro, vengono
> retribuiti per quello e stop: una manna, per gli editori.
> Il problema è la qualità .
> Affermano gli editori: è vero, abbiamo ridotto il personale, ma la
> qualità dei nostri prodotti è quella di sempre.
> Non è vero.
> Vi spiego perché. Succede invariabilmente così: il direttore
> editoriale si rivolge a un service, proponendo un determinato lavoro e
> chiedendo un preventivo; il titolare del service chiede dieci; il
> direttore editoriale replica "ti darò la metà "; il titolare del
> service per non perdere la commissione accetta. Naturalmente, poi,
> darà un lavoro da cinque, non da dieci.
> Funziona così ormai da tempo in tutte le grandi case editrici
> italiane.
> Qualcuno ha cominciato ad accorgersene.
> c.
Sono d'accordo, e' un tema poderoso e ci vuole tempo e testa per
scriverne sensatamente.
Nel caso ci ritornero'.
Lo stesso accade paradossalmente anche nei giornali: la tendenza e' a
farli anche senza giornalisti.
L'equivoco a volte e': si adottino nuove tecnologie, tutto andra' ebne
abbattendo costi e razionalizzando.
Ma il punto e' proprio quello che tocchi: fare a meno dei redattori
intesi come personale che i libri, i prodotti culturali li fa. Siano
poi da stampare su carta o inserire in un sito o altro che in futuro
sia possibile utilizzare per diffondere cultura.
Intanto capita qualcosa del genere nelle universita', nella ricerca
(basta vedere la promozione delle universita' cosiddette telematiche a
universita' tout court).
Ciao
K. R.
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Re: Pitocchi a colazione (si parla di libri) - Per Shapiro e non solo [messaggio #9211 è una risposta a message #9208] |
ven, 17 dicembre 2010 14:39 |
Karl Rossmann Messaggi: 229 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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On 17 Dic, 13:29, Karl Rossmann <mcl4591...@libero.it> wrote:
> On 17 Dic, 12:56, cap <clamar...@gmail.com> wrote:
>
>
>
>
>
> > Detto questo, colgo l'occasione per esprimere la mia solidarietà ai
> > redattori della Treccani: nei giorni hanno scioperato per motivi più
> > che seri, preoccupati di quanto sta accadendo sopra le loro teste e a
> > loro danno. Esattamente le stesse cose capitarono a chi stava in Utet,
> > e sappiamo com'è finita.
> > Il problema tocca anche gli interessi dei lettori, in misura
> > tutt'altro che insignificante. Tenterò di spiegare come nel modo più
> > semplice.
> > In sostanza, da qualche tempo le case editrici stanno provando a
> > liberarsi dei redattori. I quali, fra i lavoratori dell'editoria, sono
> > quelli che sanno come si fanno i libri. Però rappresentano un costo
> > elevato per le loro aziende. Sicché queste ultime tendono a ricorrere
> > sempre più frequentemente a prestatori d'opera esterni: negli ultimi
> > anni sono nati vari service editoriali (in buona parte costituiti da
> > ex redattori rimasti senza lavoro) che offrono collaborazioni a costi
> > relativamente bassi. Svolgono un determinato lavoro, vengono
> > retribuiti per quello e stop: una manna, per gli editori.
> > Il problema è la qualità .
> > Affermano gli editori: è vero, abbiamo ridotto il personale, ma la
> > qualità dei nostri prodotti è quella di sempre.
> > Non è vero.
> > Vi spiego perché. Succede invariabilmente così: il direttore
> > editoriale si rivolge a un service, proponendo un determinato lavoro e
> > chiedendo un preventivo; il titolare del service chiede dieci; il
> > direttore editoriale replica "ti darò la metà "; il titolare del
> > service per non perdere la commissione accetta. Naturalmente, poi,
> > darà un lavoro da cinque, non da dieci.
> > Funziona così ormai da tempo in tutte le grandi case editrici
> > italiane.
> > Qualcuno ha cominciato ad accorgersene.
> > c.
>
> Sono d'accordo, e' un tema poderoso e ci vuole tempo e testa per
> scriverne sensatamente.
> Nel caso ci ritornero'.
> Lo stesso accade paradossalmente anche nei giornali: la tendenza e' a
> farli anche senza giornalisti.
> L'equivoco a volte e': si adottino nuove tecnologie, tutto andra' ebne
> abbattendo costi e razionalizzando.
> Ma il punto e' proprio quello che tocchi: fare a meno dei redattori
> intesi come personale che i libri, i prodotti culturali li fa. Siano
> poi da stampare su carta o inserire in un sito o altro che in futuro
> sia possibile utilizzare per diffondere cultura.
> Intanto capita qualcosa del genere nelle universita', nella ricerca
> (basta vedere la promozione delle universita' cosiddette telematiche a
> universita' tout court).
> Ciao
> K. R.- Nascondi testo citato
>
> - Mostra testo citato -
Vedi, ritornando all'elenco degli inteventi al gruppo ho notato che
questo potrebbe avere un titolo molto simile a quello che lo ha
preceduto: suonerebbe piu' o meno "L'enciclopedia ha senso al giorno
d'oggi?" (servirebbe per agganciarli insieme - visto che presentano
nelle domande stesse qualcosa in comune ai due argomenti -sperando di
evitare, mi raccomando, che spunti qualcuno che ci prenda per
venditori porta a porta della Treccani in vena di fare pubblicita'
alla stessa).
Ho vissuto quasi vent'anni fa un processo con qualche punto di
contatto; l'agonia dell'editoria e' lunga e portera' ancora molti
dolori, purtroppo. Su quella del teatro d'opera e di tante altre cose
non mi pronuncio.
K. R.
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Re: Pitocchi a colazione (si parla di libri) - Per Shapiro e non solo [messaggio #9212 è una risposta a message #9211] |
ven, 17 dicembre 2010 14:43 |
Karl Rossmann Messaggi: 229 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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On 17 Dic, 14:39, Karl Rossmann <mcl4591...@libero.it> wrote:
> On 17 Dic, 13:29, Karl Rossmann <mcl4591...@libero.it> wrote:
>
>
>
>
>
> > On 17 Dic, 12:56, cap <clamar...@gmail.com> wrote:
>
> > > Detto questo, colgo l'occasione per esprimere la mia solidarietà ai
> > > redattori della Treccani: nei giorni hanno scioperato per motivi più
> > > che seri, preoccupati di quanto sta accadendo sopra le loro teste e a
> > > loro danno. Esattamente le stesse cose capitarono a chi stava in Utet,
> > > e sappiamo com'è finita.
> > > Il problema tocca anche gli interessi dei lettori, in misura
> > > tutt'altro che insignificante. Tenterò di spiegare come nel modo più
> > > semplice.
> > > In sostanza, da qualche tempo le case editrici stanno provando a
> > > liberarsi dei redattori. I quali, fra i lavoratori dell'editoria, sono
> > > quelli che sanno come si fanno i libri. Però rappresentano un costo
> > > elevato per le loro aziende. Sicché queste ultime tendono a ricorrere
> > > sempre più frequentemente a prestatori d'opera esterni: negli ultimi
> > > anni sono nati vari service editoriali (in buona parte costituiti da
> > > ex redattori rimasti senza lavoro) che offrono collaborazioni a costi
> > > relativamente bassi. Svolgono un determinato lavoro, vengono
> > > retribuiti per quello e stop: una manna, per gli editori.
> > > Il problema è la qualità .
> > > Affermano gli editori: è vero, abbiamo ridotto il personale, ma la
> > > qualità dei nostri prodotti è quella di sempre.
> > > Non è vero.
> > > Vi spiego perché. Succede invariabilmente così: il direttore
> > > editoriale si rivolge a un service, proponendo un determinato lavoro e
> > > chiedendo un preventivo; il titolare del service chiede dieci; il
> > > direttore editoriale replica "ti darò la metà "; il titolare del
> > > service per non perdere la commissione accetta. Naturalmente, poi,
> > > darà un lavoro da cinque, non da dieci.
> > > Funziona così ormai da tempo in tutte le grandi case editrici
> > > italiane.
> > > Qualcuno ha cominciato ad accorgersene.
> > > c.
>
> > Sono d'accordo, e' un tema poderoso e ci vuole tempo e testa per
> > scriverne sensatamente.
> > Nel caso ci ritornero'.
> > Lo stesso accade paradossalmente anche nei giornali: la tendenza e' a
> > farli anche senza giornalisti.
> > L'equivoco a volte e': si adottino nuove tecnologie, tutto andra' ebne
> > abbattendo costi e razionalizzando.
> > Ma il punto e' proprio quello che tocchi: fare a meno dei redattori
> > intesi come personale che i libri, i prodotti culturali li fa. Siano
> > poi da stampare su carta o inserire in un sito o altro che in futuro
> > sia possibile utilizzare per diffondere cultura.
> > Intanto capita qualcosa del genere nelle universita', nella ricerca
> > (basta vedere la promozione delle universita' cosiddette telematiche a
> > universita' tout court).
> > Ciao
> > K. R.- Nascondi testo citato
>
> > - Mostra testo citato -
>
> Vedi, ritornando all'elenco degli inteventi al gruppo ho notato che
> questo potrebbe avere un titolo molto simile a quello che lo ha
> preceduto: suonerebbe piu' o meno "L'enciclopedia ha senso al giorno
> d'oggi?" (servirebbe per agganciarli insieme - visto che presentano
> nelle domande stesse qualcosa in comune ai due argomenti -sperando di
> evitare, mi raccomando, che spunti qualcuno che ci prenda per
> venditori porta a porta della Treccani in vena di fare pubblicita'
> alla stessa).
> Ho vissuto quasi vent'anni fa un processo con qualche punto di
> contatto; l'agonia dell'editoria e' lunga e portera' ancora molti
> dolori, purtroppo. Su quella del teatro d'opera e di tante altre cose
> non mi pronuncio.
> K. R.- Nascondi testo citato
>
> - Mostra testo citato -
Dovevo scrivere "editoria libraria"
K. R.
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Re: Pitocchi a colazione (si parla di libri) - Per Shapiro e non solo [messaggio #9226 è una risposta a message #9206] |
ven, 17 dicembre 2010 16:53 |
ptram Messaggi: 458 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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cap <clamarcap@gmail.com> wrote:
> service per non perdere la commissione accetta. Naturalmente, poi,
> darà un lavoro da cinque, non da dieci.
> Funziona così ormai da tempo in tutte le grandi case editrici italiane.
> Qualcuno ha cominciato ad accorgersene.
Da anni noto nelle traduzioni una qualità sempre più scadente. Nel caso
di Feltrinelli si rasenta l'illeggibilità . Se lo faccio notare ad altri
lettori, ne trovo uno su dieci sa fare il raffronto con una buona
traduzione. (Altri lettori: anche tra i miei colleghi e conoscenti
parlare di libri è attività sempre più rara).
Problema non avvertito, si direbbe. Eppure, con l'abbonamento
all'Espresso mi hanno praticamente regalato l'abbonamento a National
Geographic, un gradevole mensile di divulgazione scientifica tradotto in
maniera oscena. Sospetto che la rivista non venda. Come non sembra
vendere Le Scienze, altra rivista diffusa dallo stesso gruppo e pure
tradotta in maniera perlomeno poco accurata.
Crisi della lettura, o rifiuto di letture che danno il mal di testa?
(Nel caso di Le Scienze, credo che il fanatismo scientistico della
redazione ci abbia messo del suo).
Se davvero qualcuno ha cominciato ad accorgersene, sono davvero
contento. Vuol dire che prima o poi qualcuno investirà di nuovo nelle
redazioni. Se nel frattempo non saranno spariti tutti i vecchi redattori
capaci di insegnare qualcosa ai vecchi, o non saranno spariti, molto
semplicemente, gli editori.
Ciao,
Paolo
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Re: Pitocchi a colazione (si parla di libri) - Per Shapiro e non solo [messaggio #9277 è una risposta a message #9249] |
ven, 17 dicembre 2010 22:16 |
ptram Messaggi: 458 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Zaz! <zaz@zaz.com> wrote:
> Intanto qui si sta parlando di tradurlo in italiano, eh
Ah, mi riferivo al lavoro già fatto da Steinsaltz.
> Ma, dimmi, cinquanta paginette sul perché il lino e il cotone non vanno
> mischiati ti garberebbero?
> Hai tempo libero, tu...
Pensa che mi sono letto per intero i Proverbi e i Re... :-)
>> - La Loewenthal è una delle traduttrici dalla lingua italiana in
>> assoluto più bella.
>questo invece è verissimo
La bellezza della lingua della Loewenthal, aggiungerei, non si limita
all'ambito dello scritto, ma si estende anche a quello del parlato. Ha
una voce insieme sensuale e materna, ed una pronuncia particolare, che
definirei (pur non essendo quella di una doppiatrice) "estremamente
attenta e precisa".
Ciao,
Paolo
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Re: Pitocchi a colazione (si parla di libri) - Per Shapiro e non solo [messaggio #9283 è una risposta a message #9206] |
ven, 17 dicembre 2010 22:50 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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"cap" <clamarcap@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:a2a253a5-2bf2-4912-bd18-4ded20098eba@j32g2000prh.googlegroups.com...
>Detto questo, colgo l'occasione per esprimere la mia solidarietà ai
>redattori della Treccani
(...)
Quoto e straquoto. In pieno.
Aggiungo che la cosa è assolutamente tangibile, ed è un processo in corso
già da alcuni anni.
Un indicatore semplicissimo? La scomparsa, nella saggistica, dell'indice dei
nomi (che è prezioso e assolutamente necessario, imho).
>A proposito, volevo chiederti: che mi dici di Zachary Mason?
Mi pare bravo.
Le recensioni sono state unanimi, praticamente.
Si è espressa favorevolmente anche la Cantarella.
A me ha fatto una certa impressione.
Si vede che conosce la materia, ma è anche tanto libero. A volte felicemente
libero.
Un pochino (solo un pochino) mi ha ricordato i Dialoghi con Leucò.
Un po', per certi aspetti. Diciamo che mi è venuto in mente (quello è un
capolavoro, imho; insomma, non voglio metterli sullo stesso piano, anche
perché di Mason non conosco la veste linguistica originaria).
dR
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Re: Pitocchi a colazione (si parla di libri) - Per Shapiro e non solo [messaggio #9292 è una risposta a message #9285] |
ven, 17 dicembre 2010 23:32 |
ptram Messaggi: 458 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Shapiro used clothes <vittoriocol@tin.it> wrote:
> > PS Il Talmud fa cascare le palle agli ebrei, figuriamoci ai gentili. Che
> Le famose palle fumanti & rotolanti. Gruppo rock nato in realtà nelle scuole
> rabbiniche.
Mi hai fatto ricordare che, alla fine di "Come ho imparato a superare le
mie paure e ad amare Ariel Sharon" di Avi Mograbi, il regista (di
sinistra) si ritrova nel bel mezzo di una festa di ultra-ortodossi.
Mograbi è spossato dall'interminabile inseguimento del leader politico,
che gli concede di sedere a tavola con lui, di andare a trovarlo a casa,
di assaggiare i dolcetti preparati dalla moglie, ma che non gli concede
materiale utile per il documentario.
A fornire musica alla festa è una band rock di ultra-ortodossi. Il
chitarrista, con codino (si chiama così?) di ordinanza si esibisce in
assoli da metallaro. Avi si unisce alle danze.
Ecco, non ho mai trovato il nome della band. Che fossero proprio le
"Palle Fumanti & Rotolanti", visto l'umore del regista e l'energia dei
pii rocker?
Ciao,
Paolo
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Re: Pitocchi a colazione (si parla di libri) - Per Shapiro e non solo [messaggio #9312 è una risposta a message #9311] |
sab, 18 dicembre 2010 09:09 |
Karl Rossmann Messaggi: 229 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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On 18 Dic, 09:00, cap <clamar...@gmail.com> wrote:
> On 18 Dic, 04:54, Karl Rossmann <mcl4591...@libero.it> wrote:
>
> > Quasi sconosciuti sono ormai gli indici degli argomenti...
>
> Diversi anni fa una collega mi mise in contatto con un redattore della
> Bolaffi, il quale doveva inserire un indice analitico in un volume:
> non gli era mai capitato prima, ci aveva provato ma non riusciva a
> venire a capo dei numerosi problemi che via via gli si presentavano,
> così mi chiese un aiuto. Gli inviai due file, uno contenente le regole
> seguite dalla redazione del GDE, un altro con numerosi esempi tratti
> dagli indici che avevo preparato in precedenza. La settimana dopo mi
> fu recapitata a casa (non in ufficio) una copia del catalogo Bolaffi
> delle affiche pubblicitarie del Novecento, splendido.
> Sono soddisfazioni :)
Manderei anch'io un presente per averli, quei file (magari piu'
modesto, ma ognuno ha i mezzi che ha...)
K. R. disinteressato
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