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Night Ranger [messaggio #25946] |
mer, 27 luglio 2011 17:25 |
feanorgonzo Messaggi: 153 Registrato: dicembre 2010 |
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Night Ranger
La miglior definizione dei NR la diede Beppe Riva Dei Blue Oyster Cult al
metallo cromato
Dawn patrol (1982) * * * * * Grandissimo debutto. Non è AOR. Troppo
tecnici gli intrecci di chitarra. Le tastiere non sono così invadenti. Il
suono è pulitissimo, forse troppo. Dont tell me you love me, Sing me
away, Call my name, Eddies coming out tonight, Penny e Night ranger sono
tutti classici. Voce non particolarmente significativa quella di Blades ma
dannatamente Americana e quindi adatta allo scopo. Più incisiva quella di
Keagy, il batterista, al quale vengono affidate gran parte delle ballate
del gruppo. Brad Gillis e Jeff Watson formano un duo che fa sfigurare per
precisione i più blasonati Murray-Harris e Tipton-Downing doltreoceano.
Midnight Madness ( 1983) * * * * * Mano originale del debutto ma con un
potenziale commercial assassin. Passa il milione di copie e il singolo
Sister Christian farà furore. Disco più ascrivibile allAOR che se la
costruzione dei brani rimane sapiente e originale. You cant still rock in
america, Rumours in the air, la sottovalutata When does love have to
change, Touch of madness e Passion play, oltre che al singolone, i momenti
migliori di un grandissimo LP.
Seven Wishes (1985) * * * ½ Il songwriting non è più così originale e
troppe canzone si adeguano a melodie troppo FM che alla lunga stancano.
Comunque almeno quattro brani, Seven Wishes, Four in the morning,
Swentimental street e The boys need to rock mantengono alta la bandiera
dei ragazzi di San Francisco. La produzione, apparentemente più potente
rispetto al passato, appiattisce troppo i suoni di batteria rasentando il
fastidio.
Big Life (1987) * * * * ½ Album sottovalutatissimo. Purtroppo segnò
linizio della flessione delle vendite (anche se si conquistò un bel disco
doro). La produzione affidata a Kevin Elson è sopraffina. Davvero strano
il mancato successone del disco. Il signolo The Secret of my success
rimane la traccia meno riuscita e più commerciale del lavoro. Meglio
sarebbe stato pubblicare come singolo lapoteosi di Rain comes crashing
down, corredata da un gran video clip. Ma tantè
La prima parte è
perfetta: Big life, Color of your smile, la synth oriented Love standing
near e la già citata Rain comes crashing down rasentano la perfezione
dello stile Night Ranger da loro stessi ideato. La seconda parte ha
senzaltro un impatto inferiore ma si mantiene su un buon livello. Chi
reisce a trovare un concerto di questo tour è pregato di farmelo sapere
perché sono introvabili.
Man in motion (1988) * * * * La formazione si riduce a 4. Il relativo
insuccesso del precedente lavoro convince i NR a licenziare il tastierista
Alan Fitzgerald. Il suono è più duretto e il disco è di buon livello. Man
in motion, Dont start thinking , Reason to be, Restless kind e Halfway to
the sun saranno le ultime canzone belle dei NR per lungo tempo. La seconda
parte ha 2 p 3 passaggi a vuoto ma questo album chiude la prima parte
della carrier dei NR in modo ottimo
Live in Japan (1988) * * * * ½ Dal tour giapponese viene tratto questo
buon CD che evita clamorosamente di celebrare Big life e si basa
principalmente su Midnight madness e Man in Motion. Buona produzione e
ottime esecuzioni .
Feeding off the mojo (1996) * * * Dopo lo scioglimento del 1989 I Night
Ranger si riformano attorno al nucleo di Kelly Keagy alal batteria e Brad
Gillis alla chitarra. Il disco è molto meglio di quello che si possa
pensare. Decisamente anni ottanta, forse troppo. Mojo, Last chance, e
Precious time sanno di ruffiano ma risultano molto divertenti e il resto
dellalbum si mantiene a un buon livello ricordando da vicino il sound di
10 anni prima.
Neverland (1997) * ½ I Night Ranger si riuniscono nella formazione
originale a 5 e preannunciano il capolavoro. Il risultato è un fiasco
artistico colossale. La produzione elegante di Ron Nevison non aiuta il
risultato finale. Un disco senza nerbo e senza idee. Abbandonato il
classico sound anni 80 i cinquenon sanno più ce pesci pigliare. Raschiano
la sufficienza Forever all over again, As always I remain, New York
time e Anything for you. Il resto è un disastro. Molliccio.
Seven (1998) * Il fondo lo si tocca con Seven. Senza direzione, un
rockettino che sacrifica anche il virtuosismo. Si salva solo Soul servivo.
Il resto getta unombra scurissima sulla band che comunque dal vivo,
soprattutto in giappone, continua ad avere una costante attività.
Hole in my soul (2007) * * ½ Altri 9 anni di pausa e riecco un nuovo
appuntamento coi Ranger. Il disco è meglio di quello che si legge oggi, e
senzaltro meglio degli abomini degli anni novanta. Tell your vision,
Drama queen, Whiteknuckle ride non sono affatto male e anhe i chitarristi
sembrano più in forma.
Somewhere in California (2011) * * * ½ Una bella risurrezione. I NR
smettono di fare gli alternativi e fanno quello che sanno fare meglio.
Purtroppo Jeff Watson non è più della partita. Il sound degli anni 80
risorge e buone composizioni saltano fuori da un album interessante,
piacevole e divertente. Growin up in California, Lay it on me, Follow
your heart, Live for today sono davvero bei brani. La voce di Blades
sembra finalmente la sua voce e non quella filtrata degli anni 90. Davvero
un piacere risentire certe sonorità. Dal vivo poi la band è in formissima.
Celebrimbor
--
"We have assumed control"
Neil Peart 1976
Celebrimbor #145
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