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le manopole per l'apertura d'emergenza delle porte del treno (sab23lug2011) [messaggio #91836] |
sab, 23 luglio 2011 15:32 |
uniposta Messaggi: 284 Registrato: dicembre 2010 |
Senior Member |
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15:32
due giorni fa:
il treno non apre le porte, e io ed altre persone che devono
scendere corriamo alle porte successive, chiuse anch'esse. Alla
terza io mi fermo e decido di avvisare il personale del treno
nell'unico modo che ho a disposizione, ovvero tirando la manopola
dell'apertura d'emergenza e quindi rompendo il filo piombato.
Si attiva il segnale sonoro dell'allarme d'emergenza,
un tono continuo udibile ma non forte come una sirena.
Da un gruppetto di ragazzi alti, uno di loro esterrefatto:
"ma cosa sta facendo!... Ma è mattoooooohhh!?..."
con la parlata un po' gaia dell'ovest Lombardia.
E, con aria da tutore, mi richiude la manopola.
Io la riapro e gli rispondo. L'allarme comunque continua.
Lui dice che finché le porte non si aprono
il treno non parte. Il treno NON - PAR - TE !.
E col senno di poi aveva pure ragione, dato che il personale
del treno e di stazione se ne sarebbe accorto. Ma io, memore
delle troppe fregature prese confidando in ipotesi di buonsenso,
non potevo permettermi di ritrovarmi all'altra stazione venti
chilometri dopo, e non ho voluto correre rischi. Anche pensando
a quelle altre persone. Che nel frattempo stavano continuando
a correre alle altre porte, tanto perché il matto ero io.
Comunque una cosa giusta il ragazzo me la fece notare, ed era
che quella porta sarebbe rimasta chiusa comunque, poiché era
guasta. Quindi a quel punto io corsi all'altra dopo : e lui si
girò scuotendo la testa come per dire "cose da pazzi". Come dire
che quindi, sarei dovuto restare lì in attesa alla porta guasta.
Tanto perché il pazzo ero io.
Comunque, finalmente si aprirono le porte e potei scendere.
Ero quasi alla testa del treno, quindi mi diressi come al solito
- correndo un po' - verso il centro, che si trova in corrispondenza
della stazione. Ma non stavolta. C'era tanta gente sulla banchina e
non vedevo bene, ma a un certo punto mi resi conto che la stazione
non c'era : trovavo soltanto detriti di cantiere e la banchina terminava.
Mi voltai indietro e vidi che la stazione era là in fondo vicina alla
testa del treno, da dove io venivo. Il treno s'era fermato prima, e
forse questo fatto era collegato alla mancata apertura delle porte.
E quindi, come un deficiente ritornai sui miei passi e finalmente
potei entrare nel sottopasso ed uscire dalla stazione.
Ora, io sono matto a prescindere : non è questo, ad essere in
discussione. Anche se, a differenza di altri (inclusa una mia
certa parente stretta - mai diagnosticata e rimasta per decenni
un segreto in famiglia - che legge giornalmente quello che scrivo
per sapere come sto e cosa sto facendo), ne sono consapevole.
Dicevo, io sono matto a prescindere : ma quella stracazzo
di manopola, si trova lì solo per bellezza e mai nessuno
la deve usare quando serve? Devono esserci per forza
soltanto eventi drammatici con morti e feriti?
---
-*_ uniposta(at)yahoo.it
-*_ uniposta(at)gmail.com
--
If his chest had been a cannon, he would have shot his heart upon it.
Se il suo petto fosse stato un cannone, gli avrebbe sparato contro
il suo cuore. (Herman Melville, Moby Dick; Patrick Stewart,
Capt. Jean-Luc Picard, Star Trek - The Next Generation)
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Re: le manopole per l'apertura d'emergenza delle porte del treno (sab23lug2011) [messaggio #91855 è una risposta a message #91836] |
sab, 23 luglio 2011 16:54 |
SiMcarD Messaggi: 11674 Registrato: novembre 2010 |
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Improvvisamente i 2 neuroni di uniposta si incontrarono
e si sviluppò un nuovo idioma:
> 15:32
>
> due giorni fa:
>
> il treno non apre le porte, e io ed altre persone che devono
> scendere corriamo alle porte successive, chiuse anch'esse. Alla
> terza io mi fermo e decido di avvisare il personale del treno
> nell'unico modo che ho a disposizione, ovvero tirando la manopola
> dell'apertura d'emergenza e quindi rompendo il filo piombato.
> Si attiva il segnale sonoro dell'allarme d'emergenza,
> un tono continuo udibile ma non forte come una sirena.
> Da un gruppetto di ragazzi alti, uno di loro esterrefatto:
> "ma cosa sta facendo!... Ma è mattoooooohhh!?..."
>
> con la parlata un po' gaia dell'ovest Lombardia.
>
> E, con aria da tutore, mi richiude la manopola.
>
> Io la riapro e gli rispondo. L'allarme comunque continua.
>
> Lui dice che finché le porte non si aprono
> il treno non parte. Il treno NON - PAR - TE !.
>
> E col senno di poi aveva pure ragione, dato che il personale
> del treno e di stazione se ne sarebbe accorto. Ma io, memore
> delle troppe fregature prese confidando in ipotesi di buonsenso,
> non potevo permettermi di ritrovarmi all'altra stazione venti
> chilometri dopo, e non ho voluto correre rischi. Anche pensando
> a quelle altre persone. Che nel frattempo stavano continuando
> a correre alle altre porte, tanto perché il matto ero io.
>
> Comunque una cosa giusta il ragazzo me la fece notare, ed era
> che quella porta sarebbe rimasta chiusa comunque, poiché era
> guasta. Quindi a quel punto io corsi all'altra dopo : e lui si
> girò scuotendo la testa come per dire "cose da pazzi". Come dire
> che quindi, sarei dovuto restare lì in attesa alla porta guasta.
>
> Tanto perché il pazzo ero io.
>
> Comunque, finalmente si aprirono le porte e potei scendere.
>
> Ero quasi alla testa del treno, quindi mi diressi come al solito
> - correndo un po' - verso il centro, che si trova in corrispondenza
> della stazione. Ma non stavolta. C'era tanta gente sulla banchina e
> non vedevo bene, ma a un certo punto mi resi conto che la stazione
> non c'era : trovavo soltanto detriti di cantiere e la banchina terminava.
> Mi voltai indietro e vidi che la stazione era là in fondo vicina alla
> testa del treno, da dove io venivo. Il treno s'era fermato prima, e
> forse questo fatto era collegato alla mancata apertura delle porte.
> E quindi, come un deficiente ritornai sui miei passi e finalmente
> potei entrare nel sottopasso ed uscire dalla stazione.
>
> Ora, io sono matto a prescindere : non è questo, ad essere in
> discussione. Anche se, a differenza di altri (inclusa una mia
> certa parente stretta - mai diagnosticata e rimasta per decenni
> un segreto in famiglia - che legge giornalmente quello che scrivo
> per sapere come sto e cosa sto facendo), ne sono consapevole.
>
> Dicevo, io sono matto a prescindere : ma quella stracazzo
> di manopola, si trova lì solo per bellezza e mai nessuno
> la deve usare quando serve? Devono esserci per forza
> soltanto eventi drammatici con morti e feriti?
>
> ---
>
>
> -*_ uniposta(at)yahoo.it
> -*_ uniposta(at)gmail.com
riassunto: il treno si è fermato un pò prima della banchina, tutti si
sono accorti e sono corsi alle porte in testa tranne un rimbambito che
ha tirato la manopola d'emergenza.
--
_-=SiMcarD=-_ ®
"Volere è postare"
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Re: le manopole per l'apertura d'emergenza delle porte del treno (sab23lug2011) [messaggio #91857 è una risposta a message #91855] |
sab, 23 luglio 2011 16:56 |
Macchia Messaggi: 10523 Registrato: maggio 2011 |
Senior Member |
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*SiMcarD*, in data 23/07/2011 16:54, ha scritto:
> Improvvisamente i 2 neuroni di uniposta si incontrarono
> e si sviluppò un nuovo idioma:
>> 15:32
>>
>> due giorni fa:
>>
>> il treno non apre le porte, e io ed altre persone che devono
>> scendere corriamo alle porte successive, chiuse anch'esse. Alla
>> terza io mi fermo e decido di avvisare il personale del treno
>> nell'unico modo che ho a disposizione, ovvero tirando la manopola
>> dell'apertura d'emergenza e quindi rompendo il filo piombato.
>> Si attiva il segnale sonoro dell'allarme d'emergenza,
>> un tono continuo udibile ma non forte come una sirena.
>> Da un gruppetto di ragazzi alti, uno di loro esterrefatto:
>> "ma cosa sta facendo!... Ma è mattoooooohhh!?..."
>>
>> con la parlata un po' gaia dell'ovest Lombardia.
>>
>> E, con aria da tutore, mi richiude la manopola.
>>
>> Io la riapro e gli rispondo. L'allarme comunque continua.
>>
>> Lui dice che finché le porte non si aprono
>> il treno non parte. Il treno NON - PAR - TE !.
>>
>> E col senno di poi aveva pure ragione, dato che il personale
>> del treno e di stazione se ne sarebbe accorto. Ma io, memore
>> delle troppe fregature prese confidando in ipotesi di buonsenso,
>> non potevo permettermi di ritrovarmi all'altra stazione venti
>> chilometri dopo, e non ho voluto correre rischi. Anche pensando
>> a quelle altre persone. Che nel frattempo stavano continuando
>> a correre alle altre porte, tanto perché il matto ero io.
>>
>> Comunque una cosa giusta il ragazzo me la fece notare, ed era
>> che quella porta sarebbe rimasta chiusa comunque, poiché era
>> guasta. Quindi a quel punto io corsi all'altra dopo : e lui si
>> girò scuotendo la testa come per dire "cose da pazzi". Come dire
>> che quindi, sarei dovuto restare lì in attesa alla porta guasta.
>>
>> Tanto perché il pazzo ero io.
>>
>> Comunque, finalmente si aprirono le porte e potei scendere.
>>
>> Ero quasi alla testa del treno, quindi mi diressi come al solito
>> - correndo un po' - verso il centro, che si trova in corrispondenza
>> della stazione. Ma non stavolta. C'era tanta gente sulla banchina e
>> non vedevo bene, ma a un certo punto mi resi conto che la stazione
>> non c'era : trovavo soltanto detriti di cantiere e la banchina terminava.
>> Mi voltai indietro e vidi che la stazione era là in fondo vicina alla
>> testa del treno, da dove io venivo. Il treno s'era fermato prima, e
>> forse questo fatto era collegato alla mancata apertura delle porte.
>> E quindi, come un deficiente ritornai sui miei passi e finalmente
>> potei entrare nel sottopasso ed uscire dalla stazione.
>>
>> Ora, io sono matto a prescindere : non è questo, ad essere in
>> discussione. Anche se, a differenza di altri (inclusa una mia
>> certa parente stretta - mai diagnosticata e rimasta per decenni
>> un segreto in famiglia - che legge giornalmente quello che scrivo
>> per sapere come sto e cosa sto facendo), ne sono consapevole.
>>
>> Dicevo, io sono matto a prescindere : ma quella stracazzo
>> di manopola, si trova lì solo per bellezza e mai nessuno
>> la deve usare quando serve? Devono esserci per forza
>> soltanto eventi drammatici con morti e feriti?
>>
>> ---
>>
>>
>> -*_ uniposta(at)yahoo.it
>> -*_ uniposta(at)gmail.com
>
> riassunto: il treno si è fermato un pò prima della banchina, tutti si
> sono accorti e sono corsi alle porte in testa tranne un rimbambito che
> ha tirato la manopola d'emergenza.
Noto alle forze dell'ordine come: lo smanopolatore folle.
--
= http://macchia.altervista.org/ =
________Arrivossi colà e sguainolli la mia spada________
L'ozio è il p'adre dei c'ugini.
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Re: le manopole per l'apertura d'emergenza delle porte del treno (sab23lug2011) [messaggio #91861 è una risposta a message #91857] |
sab, 23 luglio 2011 17:22 |
Alex M. Messaggi: 9830 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Il 23/07/2011 16.56, Macchia ha scritto:
> *SiMcarD*, in data 23/07/2011 16:54, ha scritto:
>
>> Improvvisamente i 2 neuroni di uniposta si incontrarono
>> e si sviluppò un nuovo idioma:
>>> 15:32
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>>> due giorni fa:
>>>
>>> il treno non apre le porte, e io ed altre persone che devono
>>> scendere corriamo alle porte successive, chiuse anch'esse. Alla
>>> terza io mi fermo e decido di avvisare il personale del treno
>>> nell'unico modo che ho a disposizione, ovvero tirando la manopola
>>> dell'apertura d'emergenza e quindi rompendo il filo piombato.
>>> Si attiva il segnale sonoro dell'allarme d'emergenza,
>>> un tono continuo udibile ma non forte come una sirena.
>>> Da un gruppetto di ragazzi alti, uno di loro esterrefatto:
>>> "ma cosa sta facendo!... Ma è mattoooooohhh!?..."
>>>
>>> con la parlata un po' gaia dell'ovest Lombardia.
>>>
>>> E, con aria da tutore, mi richiude la manopola.
>>>
>>> Io la riapro e gli rispondo. L'allarme comunque continua.
>>>
>>> Lui dice che finché le porte non si aprono
>>> il treno non parte. Il treno NON - PAR - TE !.
>>>
>>> E col senno di poi aveva pure ragione, dato che il personale
>>> del treno e di stazione se ne sarebbe accorto. Ma io, memore
>>> delle troppe fregature prese confidando in ipotesi di buonsenso,
>>> non potevo permettermi di ritrovarmi all'altra stazione venti
>>> chilometri dopo, e non ho voluto correre rischi. Anche pensando
>>> a quelle altre persone. Che nel frattempo stavano continuando
>>> a correre alle altre porte, tanto perché il matto ero io.
>>>
>>> Comunque una cosa giusta il ragazzo me la fece notare, ed era
>>> che quella porta sarebbe rimasta chiusa comunque, poiché era
>>> guasta. Quindi a quel punto io corsi all'altra dopo : e lui si
>>> girò scuotendo la testa come per dire "cose da pazzi". Come dire
>>> che quindi, sarei dovuto restare lì in attesa alla porta guasta.
>>>
>>> Tanto perché il pazzo ero io.
>>>
>>> Comunque, finalmente si aprirono le porte e potei scendere.
>>>
>>> Ero quasi alla testa del treno, quindi mi diressi come al solito
>>> - correndo un po' - verso il centro, che si trova in corrispondenza
>>> della stazione. Ma non stavolta. C'era tanta gente sulla banchina e
>>> non vedevo bene, ma a un certo punto mi resi conto che la stazione
>>> non c'era : trovavo soltanto detriti di cantiere e la banchina
>>> terminava.
>>> Mi voltai indietro e vidi che la stazione era là in fondo vicina alla
>>> testa del treno, da dove io venivo. Il treno s'era fermato prima, e
>>> forse questo fatto era collegato alla mancata apertura delle porte.
>>> E quindi, come un deficiente ritornai sui miei passi e finalmente
>>> potei entrare nel sottopasso ed uscire dalla stazione.
>>>
>>> Ora, io sono matto a prescindere : non è questo, ad essere in
>>> discussione. Anche se, a differenza di altri (inclusa una mia
>>> certa parente stretta - mai diagnosticata e rimasta per decenni
>>> un segreto in famiglia - che legge giornalmente quello che scrivo
>>> per sapere come sto e cosa sto facendo), ne sono consapevole.
>>>
>>> Dicevo, io sono matto a prescindere : ma quella stracazzo
>>> di manopola, si trova lì solo per bellezza e mai nessuno
>>> la deve usare quando serve? Devono esserci per forza
>>> soltanto eventi drammatici con morti e feriti?
>>>
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>>
>> riassunto: il treno si è fermato un pò prima della banchina, tutti si
>> sono accorti e sono corsi alle porte in testa tranne un rimbambito che
>> ha tirato la manopola d'emergenza.
>
> Noto alle forze dell'ordine come: lo smanettatore folle.
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Re: le manopole per l'apertura d'emergenza delle porte del treno (sab23lug2011) [messaggio #91862 è una risposta a message #91853] |
sab, 23 luglio 2011 17:26 |
uniposta Messaggi: 284 Registrato: dicembre 2010 |
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17:26
- Sab 23 Lug 2011, 16:51,
Max max <maxmax*nomail.it.invalid> ha scritto:
> Appunto, quando serve e non era il tuo caso.
- Oh guarda, la giornata delle opinioni. C'è anche
la bicilettata benefica per raccogliere fondi?
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If his chest had been a cannon, he would have shot his heart upon it.
Se il suo petto fosse stato un cannone, gli avrebbe sparato contro
il suo cuore. (Herman Melville, Moby Dick; Patrick Stewart,
Capt. Jean-Luc Picard, Star Trek - The Next Generation)
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Re: le manopole per l'apertura d'emergenza delle porte del treno (sab23lug2011) [messaggio #91863 è una risposta a message #91855] |
sab, 23 luglio 2011 17:26 |
uniposta Messaggi: 284 Registrato: dicembre 2010 |
Senior Member |
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17:26
- Sab 23 Lug 2011, 16:54, SiMcarD <simcard*despammed.com> ha scritto:
> riassunto: il treno si è fermato un pò prima della banchina,
> tutti si sono accorti e sono corsi alle porte in testa
> tranne un rimbambito che ha tirato la manopola d'emergenza.
- No, rileggi. (E mettiti gli occhiali. O, in alternativa,
mettiti in lista per un trapianto di cervello)
-p.s.- complimenti per il quoting
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Re: le manopole per l'apertura d'emergenza delle porte del treno (sab23lug2011) [messaggio #91867 è una risposta a message #91836] |
sab, 23 luglio 2011 17:35 |
FS42 Messaggi: 4 Registrato: luglio 2011 |
Junior Member |
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On 23 Lug, 15:32, uniposta <unipo...@nelmessaggio.it> wrote:
> Â Dicevo, io sono matto a prescindere : ma quella stracazzo
>  di manopola, si trova lì solo per bellezza e mai nessuno
> Â la deve usare quando serve? Devono esserci per forza
> Â soltanto eventi drammatici con morti e feriti?
>
> Â ---
Se la porta su cui hai provato a girare la manopola non fosse stata
guasta, e quindi presumibilmente bloccata con la chiave o con
l'apposito lucchetto, si sarebbe aperta, non è solo un avviso per il
macchinista.
A meno che tu non abbia tirato la manopola del freno.
Successo qualche anno fa, in un giorno di sciopero un treno di quelli
garantiti si ferma fa salire la gente, che si pressa in modo
inverosimile visto che era l'unico treno disponibile, e poi chiude le
porte a soffietto.
Dopo 20 minuti il treno non era ancora ripartito e tra la calca, i
finestrini sigillati e l'aria forzata spenta comincia a mancare
l'aria.
Fortunatamente qualcuno vicino alla porta girò la maiglia per aprirla,
visto che si scoprì che c'erano dei problemi alla motrice e il treno
rimase fermo per più di un'ora.
Qualche volta la maniglia può capitare di usarla ed è bene che ci sia
qualcuno che prende l'iniziativa.
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Re: le manopole per l'apertura d'emergenza delle porte del treno (sab23lug2011) [messaggio #91868 è una risposta a message #91836] |
sab, 23 luglio 2011 17:44 |
carolco Messaggi: 1 Registrato: luglio 2011 |
Junior Member |
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Il 23/07/2011 15:32, uniposta ha scritto:
> 15:32
>
> due giorni fa:
>
> il treno non apre le porte, e io ed altre persone che devono
> scendere corriamo alle porte successive, chiuse anch'esse. Alla
> terza io mi fermo e decido di avvisare il personale del treno
> nell'unico modo che ho a disposizione, ovvero tirando la manopola
> dell'apertura d'emergenza e quindi rompendo il filo piombato.
> Si attiva il segnale sonoro dell'allarme d'emergenza,
> un tono continuo udibile ma non forte come una sirena.
> Da un gruppetto di ragazzi alti, uno di loro esterrefatto:
> "ma cosa sta facendo!... Ma è mattoooooohhh!?..."
>
> con la parlata un po' gaia dell'ovest Lombardia.
>
> E, con aria da tutore, mi richiude la manopola.
>
> Io la riapro e gli rispondo. L'allarme comunque continua.
>
> Lui dice che finché le porte non si aprono
> il treno non parte. Il treno NON - PAR - TE !.
>
> E col senno di poi aveva pure ragione, dato che il personale
> del treno e di stazione se ne sarebbe accorto. Ma io, memore
> delle troppe fregature prese confidando in ipotesi di buonsenso,
> non potevo permettermi di ritrovarmi all'altra stazione venti
> chilometri dopo, e non ho voluto correre rischi. Anche pensando
> a quelle altre persone. Che nel frattempo stavano continuando
> a correre alle altre porte, tanto perché il matto ero io.
>
> Comunque una cosa giusta il ragazzo me la fece notare, ed era
> che quella porta sarebbe rimasta chiusa comunque, poiché era
> guasta. Quindi a quel punto io corsi all'altra dopo : e lui si
> girò scuotendo la testa come per dire "cose da pazzi". Come dire
> che quindi, sarei dovuto restare lì in attesa alla porta guasta.
>
> Tanto perché il pazzo ero io.
>
c'ha ragione..quando una porta non funziona la bloccano con vari sistemi
in attesa di eventuali riparazioni chissà quando
le fs trenitalia o come cavolo si chiama è una azienda al
macero..buttano via in cosa inutile e non spendono i soldi per quello
che serve ossia far viaggiare itreni
temo ci sia una mangiatoia infinita
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Re: le manopole per l'apertura d'emergenza delle porte del treno (sab23lug2011) [messaggio #91870 è una risposta a message #91867] |
sab, 23 luglio 2011 17:54 |
uniposta Messaggi: 284 Registrato: dicembre 2010 |
Senior Member |
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17:54
- Sab 23 Lug 2011, 17:35, FS42 <mille1000*email.it> ha scritto:
> Se la porta su cui hai provato a girare la manopola
> non fosse stata guasta, e quindi presumibilmente bloccata
> con la chiave o con l'apposito lucchetto, si sarebbe aperta,
> non è solo un avviso per il macchinista.
> A meno che tu non abbia tirato la manopola del freno.
- No, era quella dell'apertura d'emergenza
> Successo qualche anno fa, in un giorno di sciopero un treno
> di quelli garantiti si ferma fa salire la gente, che si
> pressa in modo inverosimile visto che era l'unico treno
> disponibile, e poi chiude le porte a soffietto. Dopo 20 minuti
> il treno non era ancora ripartito e tra la calca, i finestrini
> sigillati e l'aria forzata spenta comincia a mancare l'aria.
> Fortunatamente qualcuno vicino alla porta girò la maniglia
- che poi maniglia sarebbe più indicato di manopola, anche se
quest'ultima può avere varie forme. Comunque una leva che si ruota,
come quella delle saracinesche in ingresso agli impianti idraulici
> per aprirla, visto che si scoprì che c'erano dei problemi
> alla motrice e il treno rimase fermo per più di un'ora.
>
> Qualche volta la maniglia può capitare di usarla ed
> è bene che ci sia qualcuno che prende l'iniziativa.
- Adesso non ricordo se il treno fosse ripartito o fosse ancora
lì, io ero uscito dalla stazione due minuti dopo nonostante la
confusione sulla banchina col treno fermo ottanta metri prima.
Ma la procedura prevede il fermo per molto tempo, o se si
vede che va tutto bene il treno riparte e non succede niente?
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Re: le manopole per l'apertura d'emergenza delle porte del treno (sab23lug2011) [messaggio #92371 è una risposta a message #92250] |
lun, 25 luglio 2011 23:06 |
uniposta Messaggi: 284 Registrato: dicembre 2010 |
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23:06
- Lun 25 Lug 2011, 17:15,
il Luca <illucaNO*SPAMilluca.com> ha scritto:
> On 23/07/11 15.32, uniposta wrote:
>
>> "ma cosa sta facendo!... Ma è mattoooooohhh!?..."
>>
>> con la parlata un po' gaia dell'ovest Lombardia.
>
> Cosa ti appare gaio della parlata dell'ovest Lombardia?
> Pensa che se dovessi definire con un aggettivo la parlata
> dell'est Lombardia, avrei usato proprio questo :-)
>
>
> Ciao.
> Luca.
- Avevo conosciuto degli omosessuali della zona. Ebbene,
in effetti non è che la parlata degli etero cambi molto
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Re: le manopole per l'apertura d'emergenza delle porte del treno (sab23lug2011) [messaggio #92377 è una risposta a message #92374] |
lun, 25 luglio 2011 23:32 |
uniposta Messaggi: 284 Registrato: dicembre 2010 |
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23:32
- Lun 25 Lug 2011, 23:19,
il Luca <illucaNO*SPAMilluca.com> ha scritto:
> On 25/07/11 23.06, uniposta wrote:
>
>> - Avevo conosciuto degli omosessuali della zona. Ebbene,
>> in effetti non è che la parlata degli etero cambi molto
>
> Ah intendevi in quel senso? Io avevo creduto nel senso letterale:
>
> gaio
> [gà -io] agg. (pl.m. gai)[...]
- in quella parlata c'è una forzatura continua, un
tono incalzante, che mi ricorda quell'altra parlata
> Vabeh, sei imbecille.
- io non uso il killfile.
> Ciao.
> Luca.
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