Li chiamarono...briganti! [messaggio #29501] |
gio, 17 marzo 2011 10:19 |
Andrea Vanacore Messaggi: 1020 Registrato: novembre 2010 |
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http://www.megavideo.com/?v=65OH9T8L primo tempo
http://www.megavideo.com/?v=DRNPVS80 secondo tempo
è un film storico diretto nel 1999 da Pasquale Squitieri, incentrato sulle
vicende del brigante lucano Carmine Crocco e della sua banda. Venne subito
sospeso nelle sale di proiezione ed è, attualmente, di difficile
reperibilità. Ciononostante, il film è divenuto un importante punto di
riferimento per i sostenitori del revisionismo risorgimentale, inoltre ha
riscosso un grande successo in alcuni convegni e università.
È prettamente un film revisionista, volto a raccontare un'altra versione dei
fatti avvenuti poco dopo il Risorgimento, in special modo nel meridione. Gli
eventi narrati non sono del tutto fedeli alla realtà, fornendo un quadro
generale della situazione nell'immediato periodo posteriore all'unità.
Vengono illustrate in maniera cruda le atrocità che l'esercito piemontese
perpetrò nei confronti delle popolazioni lucane. Tra queste: stupri, eccidi
di massa compiuti in nome del diritto di rappresaglia e decapitazioni di
alcuni briganti, le cui teste furono messe in mostra per intimorire le
popolazioni locali.
Quest'episodio fa riferimento ad una pratica effettivamente utilizzata
durante la repressione del brigantaggio, documentata attraverso
testimonianze fotografiche e bibliografiche. Inoltre Squitieri mette in luce
altri aspetti di questa controversa pagina storica come i contatti tra
governo sabaudo e criminalità organizzata per acquietare le rivolte e le
conseguenze negative dell'unità d'Italia che si abbatterono nel sud della
penisola: la questione meridionale e l'emigrazione.
« Il film parla della resistenza degli uomini e delle donne del sud Italia
contro i Savoia, alcune scene sono molto forti: carabinieri che stuprano,
accordi non rispettati, e sono tutte cose documentate presso l'Archivio di
Stato, nel film ci sono tutte le premesse della situazione italiana
odierna. »
(Enrico Lo Verso)
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e che gli uomini sappiano
della differenza
tra una mano che offende
e la Resistenza
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