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Libri, divieto di sconto [messaggio #104728] |
gio, 01 settembre 2011 15:36 |
ptram Messaggi: 458 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Ciao,
Con la nuova "legge Levi", chi vende libri non può praticare sconti
superiori al 15%, a meno che il libro non sia fuori commercio, sia stato
pubblicato da almeno venti mesi, e non sia stato riordinato da nessuno
nel giro di sei mesi.
Se capisco bene, sono esentati dal rispetto della legge i club del libro
(vedi art. 2, comma 5g), di cui se non sbaglio sono proprietari i grandi
editori.
< http://leggesulprezzodellibro.files.wordpress.com/2011/07/le gge-2011-07
-20-testo-approvato.pdf>
Che ve ne pare? Da forte lettore che acquista molto sia in libreria
(magari approfittando delle promozioni) che su internet (non
necessariamente da negozi italiani), sono decisamente contrariato.
Ma il mio sacrificio (spenderò di più o, più probabilmente, acquisterò
meno libri) sarà compensato dalla salvezza delle patrie lettere per
mezzo di una legge illuminata?
Ciao,
Paolo
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104729 è una risposta a message #104728] |
gio, 01 settembre 2011 15:46 |
L'Esattore Messaggi: 608 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Paolo Tramannoni ha spiegato il 01/09/2011 :
> Che ve ne pare? Da forte lettore che acquista molto sia in libreria
> (magari approfittando delle promozioni) che su internet (non
> necessariamente da negozi italiani), sono decisamente contrariato.
Non so. Per me che compro spesso e volentieri in rete (per risparmiare)
è evidentemente una sventura di non poco conto. D'altronde è indubbio
che l'appeal della libreria sotto casa sia un po' decaduto proprio a
causa dei forti sconti offerti dalla rete. Certo, c'è sempre chi compra
sempre e solo in libreria, magari non essendosi ancora addentrato negli
acquisti in rete, ma credo che soprattutto giovani e
quaranta-cinquantenni ormai comprino privilegiando la rete.
Mi chiedo però se, anche solo per me, questa legge cambierà qualcosa.
Voglio dire, a volte mi viene la voglia di andare a curiosare in
libreria, tra i libri, e fare qualche scoperta o qualche acquisto che
difficilmente farei in rete (dove spesso vado a botta sicura o rovisto
tra gli sconti per categoria). Altre volte, la maggior parte delle
volte, compro in rete semplicemente perché mi sarebbe difficile trovare
quel prodotto in una piccola libreria, e certamente non me lo
offrirebbe neppure al 15% di sconto che Amazon mi assicurerà sempre.
Sostanzialmente, per me non cambia assolutamente nulla: continuerò a
comprare spesso in rete e a volte in libreria.
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104730 è una risposta a message #104728] |
gio, 01 settembre 2011 16:11 |
texwiller Messaggi: 22 Registrato: febbraio 2011 |
Junior Member |
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Paolo Tramannoni <ptram@despammed.com> wrote:
> Ciao,
>
> Con la nuova "legge Levi", chi vende libri non può praticare sconti
> superiori al 15%, a meno che il libro non sia fuori commercio, sia stato
> pubblicato da almeno venti mesi, e non sia stato riordinato da nessuno
> nel giro di sei mesi.
>
> Se capisco bene, sono esentati dal rispetto della legge i club del libro
> (vedi art. 2, comma 5g), di cui se non sbaglio sono proprietari i grandi
> editori.
>
> < http://leggesulprezzodellibro.files.wordpress.com/2011/07/le gge-2011-07
> -20-testo-approvato.pdf>
>
> Che ve ne pare? Da forte lettore che acquista molto sia in libreria
> (magari approfittando delle promozioni) che su internet (non
> necessariamente da negozi italiani), sono decisamente contrariato.
>
> Ma il mio sacrificio (spenderò di più o, più probabilmente, acquisterò
> meno libri) sarà compensato dalla salvezza delle patrie lettere per
> mezzo di una legge illuminata?
>
> Ciao,
> Paolo
Legge assurda.
Addirittura schizofrenica la politica di puntare tutto, a parole, sulle
liberalizzazione di professioni, abolizione di tariffe minime, etc., e
poi imporre un prezzo minimo per legge, come nelle peggiori economie
dirigistiche.
Se esite un venditore in grado di praticare sconti del 99% non vedo
perché impedirglielo. Il consumatore non può che trarne beneficio e il
suo esempio indurrà anche gli altri operatori del settore a praticare lo
stesso sconto.
Lo so anch'io che i piccoli librai rischiano di chiudere, ma è quello
che è avvenuto con tanti piccoli negozi di alimentari o di fotografia
travolti dalla grande distribuzione. Non ci si può opporre con una
leggina a tutto un corso storico macroeconomico.
--
La grande musica è quella austro-tedesca
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104732 è una risposta a message #104730] |
gio, 01 settembre 2011 16:50 |
Federico Gnech Messaggi: 208 Registrato: maggio 2011 |
Senior Member |
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Il 01/09/2011 16:11, Arne Saknussem ha scritto:
> Legge assurda.
> Addirittura schizofrenica la politica di puntare tutto, a parole, sulle
> liberalizzazione di professioni, abolizione di tariffe minime, etc., e
> poi imporre un prezzo minimo per legge, come nelle peggiori economie
> dirigistiche.
In realtà la questione dell'abolizione degli ordini o quella delle
tariffe minime non è, nemmeno a parole, nell'agenda politica attuale, di
"destra" o di "sinistra" che sia.
Sulla faccenda degli sconti sui libri c'è stata una discussione molto
ampia in questi ultimi mesi. A favore di una stretta erano e sono i
piccoli editori e le librerie indipendenti, cioè non legate ai grossi
gruppi editoriali, con la motivazione - opinabile, imho - che la
visibilità e quindi vendibilità dei titoli minori era azzerata dai
supersconti di catalogo (Einaudi, Adelphi, Oscar, etc.)
Poco tempo fa sono invece intervenuti i bibliotecari, lamentando che una
limitazione degli sconti avrebbe colpito la possibilità delle
biblioteche di ampliare periodicamente il catalogo - opinabile pure
questo, ma vabbè.
Di fatto i piccoli editori e le biblioteche non contano un beneamato, in
un paese di non-lettori. Sembra quindi, piuttosto, che questo testo sia
stato concepito per difendere proprio i due-tre grossi gruppi italiani
da Amazon e dalla rete in genere. Paura irrazionale, direi, visto che
gli utenti di IBS e di Amazon sono perlpiù lettori 'forti', che
frequentano 'anche' le librerie indipendenti, mentre il resto del
pubblico l'ennesimo Vespa o Faletti o Moccia o Rowling o Cazziemazzi lo
compra (a cadenza semestrale) nella libreria 'monomarca'.
> Se esite un venditore in grado di praticare sconti del 99% non vedo
> perché impedirglielo. Il consumatore non può che trarne beneficio e il
> suo esempio indurrà anche gli altri operatori del settore a praticare lo
> stesso sconto.
Mah.
> Lo so anch'io che i piccoli librai rischiano di chiudere, ma è quello
> che è avvenuto con tanti piccoli negozi di alimentari o di fotografia
> travolti dalla grande distribuzione. Non ci si può opporre con una
> leggina a tutto un corso storico macroeconomico.
Sono d'accordo. A proposito della grande distribuzione, cmq mi auguro
che il ciclo dei centri commerciali, che ha causato disastri urbanistici
e non solo, stia volgendo al termine.
F.
--
http://flaneurotic.wordpress.com/
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104773 è una risposta a message #104770] |
gio, 01 settembre 2011 20:49 |
Herr von Faninal Messaggi: 944 Registrato: luglio 2011 |
Senior Member |
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"abc" <xxx@xxx.it> ha scritto nel messaggio
news:j3oep4$66h$1@speranza.aioe.org...
>Mi risulta che in Germania non è possibile alcuno sconto, e in Francia può
>arrivare al massimo al 5%
non so, perché io acquisto solo libri americani di argomento tecnico su
amazon, e li pago come su amazon.it, salvo che su amazon.it la spedizione è
gratis.(quando amazon.it ne ha disponibilità, cosa non sempre facile, il
catalogo tedesco è molto più fornito, ha tutti i titoli di amazon.com o
quasi).
Il libro di Flaubert me lo compro in libreria, merci bien.
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104774 è una risposta a message #104773] |
gio, 01 settembre 2011 20:55 |
L'Esattore Messaggi: 608 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Herr von Faninal ha detto questo giovedì :
> non so, perché io acquisto solo libri americani di argomento tecnico su
> amazon, e li pago come su amazon.it, salvo che su amazon.it la spedizione è
> gratis.(quando amazon.it ne ha disponibilità , cosa non sempre facile, il
> catalogo tedesco è molto più fornito, ha tutti i titoli di amazon.com o
> quasi).
cerca anche su amazon.co.uk, che offre spedizioni gratuite.
> Il libro di Flaubert me lo compro in libreria, merci bien.
io invece vorrei comprarlo volentieri in rete, se posso risparmiare il
40% e comprarne un altro con i soldi che risparmio.
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104846 è una risposta a message #104774] |
gio, 01 settembre 2011 21:14 |
Herr von Faninal Messaggi: 944 Registrato: luglio 2011 |
Senior Member |
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"L'Esattore" <vdeiuliis@NOSPAMsupereva.it> ha scritto nel messaggio
news:4e5fd52d$0$15672$4fafbaef@reader2.news.tin.it...
> Herr von Faninal ha detto questo giovedì :
>
>> non so, perché io acquisto solo libri americani di argomento tecnico su
>> amazon, e li pago come su amazon.it, salvo che su amazon.it la spedizione
>> è gratis.(quando amazon.it ne ha disponibilità, cosa non sempre facile,
>> il catalogo tedesco è molto più fornito, ha tutti i titoli di amazon.com
>> o quasi).
>
> cerca anche su amazon.co.uk, che offre spedizioni gratuite.
uh??? Fuori dalla GB?
A me han fatto sempre pagare, è una novità?
>
>> Il libro di Flaubert me lo compro in libreria, merci bien.
>
> io invece vorrei comprarlo volentieri in rete, se posso risparmiare il 40%
> e comprarne un altro con i soldi che risparmio.
mah...40% su un libro tascabile? Mi sembra tanto tanto.
Ad ogni buon conto io compro i libri francesi su amazon.fr e quelli tedeschi
su amazon.de, quelli americani, come dicevo, su amazon.it se ha il catalogo
fornito.
Semplicemente perchè ho voglia di leggere quei libri, e non li trovo in
libreria. Se poi devo aspettare di andare a Parigi o a Berlino per comprarmi
un libro, campa cavallo.
Insomma, questa è la solita legge cretina fatta per gli amici. (non per i
librai, ribadisco)
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104855 è una risposta a message #104846] |
gio, 01 settembre 2011 21:58 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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"Herr von Faninal" <big@bang.com> ha scritto nel messaggio
news:j3olj7$f3h$1@nnrp-beta.newsland.it...
> Insomma, questa è la solita legge cretina fatta per gli amici.
Non solo.
E' fatta anche e soprattutto per Feltrinelli.
Editore di sinistra (e gran fabbrica di precari a vita, by the way).
Ah, che bella cosa autonominarsi coscienza critica della società e fare un
mucchio di soldi ugualmente.
(non per i
> librai, ribadisco)
Di quelli non gliene fotte nulla a nessuno.
Peraltro hai ragione quando dici che il pubblico è diverso.
Basta non tenere quel che si vende al 40% in meno nei centri commerciali;
in gran parte cose che il mio, per fare un esempio disinteressato, di
pubblico, non comprerebbe mai (dizionari a parte, ma di quelli teniamo il
minimo sindacale).
Quanto ad Amazon, beh, non c'è storia. Non c'era.
In quei casi bisogna rassegnarsi, e godersela (lavorare) finché dura. Per
fortuna gente che viene in libreria ancora ce n'è.
C'è anche da dire che il servizio al cliente per molti ancora conta.
E Amazon non ti fa la ricerca bibliografica per la tesi, per dire.
dR
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104857 è una risposta a message #104732] |
gio, 01 settembre 2011 22:06 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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"Federico Gnech" <federicognech@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:j3o638$b4r$1@dont-email.me...
> supersconti di catalogo (Einaudi, Adelphi, Oscar, etc.)
Questi editori? Mi spieghi che supersconti fanno? Io lavoro nel settore, e
non me li ricordo. Fanno campagne stagionali, spero che il liberista
inflessibile Saknussem, che in altre occasioni ricordo piuttosto di
sinistra, consenta almeno questa forma di pubblicità per un bene che gli
italiani non consumano proprio freneticamente.
Le offerte più aggressive le fanno Amazon e Feltrinelli, la seconda
comprando un sacco di merce (può permetterselo) e ottenendo, per vari
motivi, un forte sconto dagli editori. Entrambi poi sfruttano piuttosto
cinicamente la mano d'opera precaria, per dire. Si può essere liberisti e
pensare che il lavoratore almeno un minimo vada tutelato, mi pare.
> Poco tempo fa sono invece intervenuti i bibliotecari, lamentando che una
> limitazione degli sconti avrebbe colpito la possibilità delle biblioteche
> di ampliare periodicamente il catalogo - opinabile pure questo, ma vabbè.
Anche il lamento è un attività che richiede esercizio. Non devono perdere la
mano.
Per il resto quoto quasi tutto.
Soprattutto quanto segue:
> Sono d'accordo. A proposito della grande distribuzione, cmq mi auguro che
> il ciclo dei centri commerciali, che ha causato disastri urbanistici e non
> solo, stia volgendo al termine.
dR
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104859 è una risposta a message #104855] |
gio, 01 settembre 2011 22:10 |
Herr von Faninal Messaggi: 944 Registrato: luglio 2011 |
Senior Member |
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"Shapiro used clothes" <vittoriocol@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:4e5fe3df$0$44207$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
>
> "Herr von Faninal" <big@bang.com> ha scritto nel messaggio
> news:j3olj7$f3h$1@nnrp-beta.newsland.it...
>
>> Insomma, questa è la solita legge cretina fatta per gli amici.
>
> Non solo.
> E' fatta anche e soprattutto per Feltrinelli.
eh, è ben quello volevo dire io.
> Editore di sinistra (e gran fabbrica di precari a vita, by the way).
ma infatti. Gente all'avanguardia,. Sai, devono proteggere i pensionati,
mica possono occuparsi dei precari, capisci...
> Ah, che bella cosa autonominarsi coscienza critica della società e fare un
> mucchio di soldi ugualmente.
no, non è questo il problema. Non è far soldi. E' essere conservatori.
Perché una legge così è una legge anti-concorrenza e dunque reazionaria.
Ma si è ben visto dalle ultime liti sulla manovra che, ma guarda che caso,
il PD dice esattamente le stesse cose della Lega.
Una buona ragione per non votarlo mai più, imho.
Gente per cui il futuro del paese passa attraverso i pensionati e alle
casalinghe, e a inutili befane terrorizzate di percepire la minima con anche
solo sei mesi di ritardo. Le donne sono fragili, signora mia, han da andare
in pesnione prima degli uomini (una proposta che quanto a parità sessi è su
per giù come l'obbligo del velo musulmano, devo dire. Ma non si mandano le
signore in pensione all'età dei maschi, per carità. Bossi e Bersani son gli
unici d'accordo per vietarlo sempre).
Partiti di una sconvolgente modernità. La ricetta per il futuro: pagare più
pensioni, assumere più statali, andare in pensione a 42 anni, godere quando
fallisce un'azienda, parlare del "nostro popolo", una massa di bestie
fancazziste che evadono il fisco appena possibile.
>
> (non per i
>> librai, ribadisco)
>
> Di quelli non gliene fotte nulla a nessuno.
appunto.
> Peraltro hai ragione quando dici che il pubblico è diverso.
> Basta non tenere quel che si vende al 40% in meno nei centri commerciali;
> in gran parte cose che il mio, per fare un esempio disinteressato, di
> pubblico, non comprerebbe mai (dizionari a parte, ma di quelli teniamo il
> minimo sindacale).
appunto, ci sono clientele abbastanza diverse.
A meno che uno non guadagni solo con Dan Brown
> Quanto ad Amazon, beh, non c'è storia. Non c'era.
> In quei casi bisogna rassegnarsi, e godersela (lavorare) finché dura. Per
> fortuna gente che viene in libreria ancora ce n'è.
> C'è anche da dire che il servizio al cliente per molti ancora conta.
> E Amazon non ti fa la ricerca bibliografica per la tesi, per dire.
ah no, quella oggidì te la fai con wiki :-))))
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104861 è una risposta a message #104854] |
gio, 01 settembre 2011 22:21 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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"Herr von Faninal" <big@bang.com> ha scritto nel messaggio
news:j3oo2j$gna$2@nnrp-beta.newsland.it...
> questa è una legge idiota, mi sembra
Non conosco il dettaglio e non mi pronuncio. Non credo cambierà un granché,
se non per Amazon, Feltrinelli e pochi altri.
Per l'attività in cui lavoro io cambia poco. Ho clienti che comprano alcune
cose da me, altre da Feltrinelli, altre ancora in rete. Dipende.
Finché va avanti così, almeno si sopravvive.
Comunque i prezzi sono gonfiati alla fonte, e chi compra molto (parlo del
rapporto distributore-rivenditore, ovviamente; non lo specifico per te o
Federico o l'Esattore, ma per altri grandi liberisti in erba) ha sconti
fortissimi. A questi sconti può aggiungere il fatto di sfruttare personale
non specializzato e precario; su larga scala, non è il caso della ragazzine
che fanno i pacchi dono sotto le feste. Già da questi fattori (ce ne
sarebbero altri) capisci che è un mercato drogato. Altro che Liberismo.
Poi ci sarebbe quella bazzecola che Feltrinelli oltre che editore e
rivenditore è anche distributore, per dire...
dR
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104862 è una risposta a message #104859] |
gio, 01 settembre 2011 22:28 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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"Herr von Faninal" <big@bang.com> ha scritto nel messaggio
news:j3oos8$h6l$1@nnrp-beta.newsland.it...
> no, non è questo il problema. Non è far soldi.
Certo che no. Se li fanno meglio per loro.
Per me il problema, anzi i problemi sono 1) Non fare il grillo parlante,
cioè la coscienza critica -è quello che mi fa venire l'orticaria; un ricco
che sta zitto, non pontifica e paga le tasse mi va benissimo, ce ne fossero-
2) il rispetto delle regole.
Ora dimostratemi che non sono liberale & liberista.
>E' essere conservatori. Perché una legge così è una legge anti-concorrenza
>e dunque reazionaria.
Beh, in un mercato in cui la concorrenza vera già non c'era...:-)) (vedi
altri post)
> Ma si è ben visto dalle ultime liti sulla manovra che, ma guarda che caso,
> il PD dice esattamente le stesse cose della Lega.
> Una buona ragione per non votarlo mai più, imho.
LOOOOL
> Partiti di una sconvolgente modernità . La ricetta per il futuro: pagare
> più pensioni, assumere più statali, andare in pensione a 42 anni, godere
> quando fallisce un'azienda, parlare del "nostro popolo", una massa di
> bestie fancazziste che evadono il fisco appena possibile.
LOOOOOOL
> ah no, quella oggidì te la fai con wiki :-))))
LOOOOOOOOOOOOOOOOOL
dR
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104863 è una risposta a message #104732] |
gio, 01 settembre 2011 22:48 |
ptram Messaggi: 458 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Federico Gnech <federicognech@gmail.com> wrote:
> Di fatto i piccoli editori e le biblioteche non contano un beneamato, in
> un paese di non-lettori
Di recente sono stato ad (sedicente) un festival di filosofia, e c'erano
i banchini dei piccoli editori locali. Come sempre praticavano tutti
sconti clamorosi, e la contrattazione era da kasbah il giorni di
mercato. Non ho capito se a questo punto lo sconto sarebbe vietato o
meno.
Va aggiunto che le vendite, comunque, sono state estremamente magre per
tutti. Mi fa piacere riferire che uno dei principali editori locali
stravende, invece, in occasione del principale festival di musica
contemporanea.
> il resto del
> pubblico l'ennesimo Vespa o Faletti o Moccia o Rowling o Cazziemazzi lo
> compra (a cadenza semestrale) nella libreria 'monomarca'.
Non ci sarebbe nemmeno bisogno di andare da Feltrinelli o da Mondadori:
quei libri sono esposti all'ingresso o all'uscita di qualsiasi
ipermercato.
Ciao,
Paolo
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104864 è una risposta a message #104857] |
gio, 01 settembre 2011 22:59 |
Federico Gnech Messaggi: 208 Registrato: maggio 2011 |
Senior Member |
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Il 01/09/2011 22:06, Shapiro used clothes ha scritto:
>> supersconti di catalogo (Einaudi, Adelphi, Oscar, etc.)
>
> Questi editori? Mi spieghi che supersconti fanno? Io lavoro nel settore,
> e non me li ricordo. Fanno campagne stagionali, spero che il liberista
> inflessibile Saknussem, che in altre occasioni ricordo piuttosto di
> sinistra, consenta almeno questa forma di pubblicità per un bene che gli
> italiani non consumano proprio freneticamente.
Siamo d'accordo, riferivo un argomento altrui. Il "supersconto"
stagionale del 20% sugli adelphi è 'super' per modo di dire - e per
quanto mi riguarda benvenuto. Su Nazione Indiana Giulio Mozzi aveva
pacatamente tentato di spiegarmi in che cosa consista la minaccia (nello
specifico: diretta ai piccoli e piccolissimi editori), ma devo dire che
ancora non mi son convinto.
> Le offerte più aggressive le fanno Amazon e Feltrinelli, la seconda
> comprando un sacco di merce (può permetterselo) e ottenendo, per vari
> motivi, un forte sconto dagli editori. Entrambi poi sfruttano piuttosto
> cinicamente la mano d'opera precaria, per dire. Si può essere liberisti
> e pensare che il lavoratore almeno un minimo vada tutelato, mi pare.
Altroché. Ma forse non in questo paese...
> Per il resto quoto quasi tutto.
> Soprattutto quanto segue:
>
>> Sono d'accordo. A proposito della grande distribuzione, cmq mi auguro
>> che il ciclo dei centri commerciali, che ha causato disastri
>> urbanistici e non solo, stia volgendo al termine.
Territorio sacrificato ad una divinità franco-precolombiana chiamata 'el
aucià n'. E altri ne verranno, nell'area con più alto rapporto di 'mall'
per abitante d'Europa.
F.
--
http://flaneurotic.wordpress.com/
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104865 è una risposta a message #104861] |
gio, 01 settembre 2011 23:05 |
ptram Messaggi: 458 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Shapiro used clothes <vittoriocol@tin.it> wrote:
> Per l'attività in cui lavoro io cambia poco. Ho clienti che comprano alcune
> cose da me, altre da Feltrinelli, altre ancora in rete. Dipende.
Faccio parte di quel tipo di clientela. Il fatto è che la visita alla
libreria è un affare religioso. I libri si espongono e a volte diventano
epifanie. Chi di noi non ha acquistato il primo tascabile Adelphi non
tanto per il titolo, quanto per il logo e per la sensazione che offriva
al tatto?
Acquistare un libro è un rituale che non può essere sostituito da un
colpo di mouse. Il libraio è un sacerdote che fa spesso da confessore.
Credo di aver sentito, in qualche libreria, un sottile odore di incenso.
Il libraio vero non è disposto a celiare come un commesso di Feltrinelli
- è serio e non si scompone mai, conscio del suo ruolo di custode e di
guida.
> il fatto di sfruttare personale
> non specializzato e precario; su larga scala, non è il caso della ragazzine
> che fanno i pacchi dono sotto le feste
Più probabilmente, ti riferisci ai "librai" a cui devi compitare il nome
di Bernhard o Majakovskij...
Ciao,
Paolo
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104944 è una risposta a message #104871] |
ven, 02 settembre 2011 00:01 |
Federico Gnech Messaggi: 208 Registrato: maggio 2011 |
Senior Member |
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Il 01/09/2011 23:52, Shapiro used clothes ha scritto:
>> come De Benedetti
>
> Con i bidoni che ha tirato alla Stato, ci mancherebbe altro. Scusa la
> franchezza, eh.
>
> dR
Già , anche se i bidoni più grossi li ha tirati la fiat, imho. Certo è
responsabile (in parte) di aver mandato in vacca l'industria informatica
italiana. Comunque non voglio difenderlo, per me è il Principe (anzi, Er
Principe) n.2, cioè il meno peggio. I suoi giornali mi piacciono solo un
po' più di quelli del Cav. La grande differenza è che si limita a
pontificare (poco) e non 'scende in campo'. Umanamente
poi mi è sempre stato simpatico, come tutti i pasticcioni. Al contrario,
il suo fratello-dal-cognome-sbagliato, Franco, con quell'aria da primo
della classe, mi è sempre stato sui cosi.
F.
--
http://flaneurotic.wordpress.com/
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Re: Libri, divieto di sconto [messaggio #104945 è una risposta a message #104864] |
ven, 02 settembre 2011 00:03 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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"Federico Gnech" <federicognech@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:j3orna$8mo$1@dont-email.me...
> Siamo d'accordo, riferivo un argomento altrui.
Ah. :-)
>Il "supersconto" stagionale del 20% sugli adelphi è 'super' per modo di
>dire - e per quanto mi riguarda benvenuto. Su Nazione Indiana Giulio Mozzi
>aveva pacatamente tentato di spiegarmi in che cosa consista la minaccia
>(nello specifico: diretta ai piccoli e piccolissimi editori), ma devo dire
>che ancora non mi son convinto.
Io Nazione Indiana mi rifuto di leggerlo, senza offesa. :-)
Dire "piccoli editori" non significa nulla, in realtà . In Italia ci sono più
editori che lettori, o poco ci manca. Ci sono editori che hanno in catalogo,
o hanno avuto, un libro, due, tre. Editori che tacciono per anni, nel senso
che non pubblicano alcunché. Chiunque abbia dato un'occhiata a un catalogo
di settore (come Alice) lo sa bene.
La sensazione è che aprire una casa editrice sia un mezzo per assicurarsi
qualche beneficio. Ancora non ho capito bene come, ma deve esserci sotto
qualcosa del genere, altrimenti certi particolari non me li spiego.
Poi ci sarebbe il capitolo, adiacente per argomento, dei giornali; quelli di
partito soprattutto.
Ora, se sparissero questi editori non credo sarebbe un male, anzi. Altri
"piccoli" editori pubblicano di più, ma fanno cose risibili quanto a
qualità ; anche questi, se chiudono è meglio. C'è un mucchio di confusione su
quel che dovrebbe o potrebbe essere questo mercato.
E diciamolo: oggi si tirano le somme. Le conseguenze di anni, di decenni in
cui si è nascosta la testa sotto la sabbia, come per molte altre cose.
dR
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R: Libri, divieto di sconto [messaggio #104949 è una risposta a message #104728] |
ven, 02 settembre 2011 02:21 |
Der Gottheit dunkler Messaggi: 100 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Il giorno giovedì 1 settembre 2011 15:36:18 UTC+2, Paolo Tramannoni ha scritto:
> a meno che il libro non sia fuori commercio, sia stato
> pubblicato da almeno venti mesi, e non sia stato riordinato da nessuno
> nel giro di sei mesi.
Beh, meno male. Se le specificazioni dette son prive di ulteriori sottocommi, eh. Almeno il 50% dei libri che ho acquisto negli ultimi tempi è stato pubblicato più di venti mesi fa. E mai più ristampato (ma poi si distingue tra ristampa in edizione economica e ristampa dell'edizione con copertina rigida? Tecnicamente, dovrebbero essere cose diverse).
Mi chiedo, però, se cambierà qualcosa nel mercato dei remainder (insomma, se magazzini pieni di macerodiretti quali Il Libraccio o la milanese Fiera del Libro rientrino nel comma 5 - quello delle eccezioni. Non mi sembra specificato, nel testo linkato)
Ma mi chiedo tante di quelle cose... (tipo, perché non riesco a trovare le opere di Cornelio Fabro pure se talora IBS le inserisce tra le reperibili? E perché tra i remainders c'è solo l'antologia di aforismi? Perché E.T.A. Hoffmann è praticamente ridotto quasi all'oblio? E.t.a. Hoffmann, dico. A parte quei due-tre Mondadori o giù di lì, poco o nulla) Aspetterò di vedere come si comporteranno - quanto a politica dei prezzi - gli editori per cominciare a brontolare seriamente e cambiar vita (leggasi: metter le tende nella biblioteca nazionale di Napoli, anzichè arricchire gli ibs, i bol, i webster - sì, ormai per me le librerie fisiche tipo feltrinelli e mondadori sono il male)
> Se capisco bene, sono esentati dal rispetto della legge i club del libro
> Che ve ne pare? Da forte lettore che acquista molto sia in libreria
> (magari approfittando delle promozioni) che su internet (non
> necessariamente da negozi italiani), sono decisamente contrariato.
Vedendo il bicchiere mezzo pieno: si eviterà di acquistare robetta inutile solo perché super-scontata. Nel tempo lasciato libero dalla mancata lettura di un cumulo di carta a prezzo ribassato, che magari non ci avrebbe detto granché, ci si potrebbe battere per perfezionare le patrie biblioteche e potenziare il sistema dei prestiti interbibliotecari di libri magari rari magari non scritti in italico idioma). Al limite della disperazione, fare rapine a mano armata in ville comprensive di cospicue biblioteche private..
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Re: R: Libri, divieto di sconto [messaggio #105006 è una risposta a message #104949] |
ven, 02 settembre 2011 09:24 |
Federico Gnech Messaggi: 208 Registrato: maggio 2011 |
Senior Member |
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Il 02/09/2011 02:21, Der Gottheit dunkler Schein ist so: das Licht des
Nichts ha scritto:
> Mi chiedo, però, se cambierà qualcosa nel mercato dei remainder (insomma, se magazzini pieni di macerodiretti quali Il Libraccio o la milanese Fiera del Libro rientrino nel comma 5 - quello delle eccezioni. Non mi sembra specificato, nel testo linkato)
No, i remainder (azzardo: un quarto della mia biblioteca) rimangono
liberamente prezzabili, per così dire. Un effetto collaterale della
legge potrebbe essere una maggiore reperibilità degli stessi, se altri
grandi venditori metteranno in evidenza i fuori catalogo, come fa IBS
(che si appoggia proprio a Il Libraccio)
F.
--
http://flaneurotic.wordpress.com/
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