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Culture & "cultura" [messaggio #102408] |
ven, 04 aprile 2008 22:26 |
Solania Messaggi: 85 Registrato: marzo 2008 |
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La demenza dilagante attribuisce a tutte le "Culture" pari dignità, quasi
che a questo corrispondesse un'analogo livello di scolarità, apprendimento,
sviluppo cerebrale eccetera.
E' ovvio che un bambino vietnamita solo un'eufemismo ipocrita lo può
equiparare a uno francese, italiano o europeo in generale.
Ovviamente, nel confroto, quello vietnamita, per non dire africano, cinese o
simili, è un vero e proprio SOTTOSVILUPPATO MENTALE a confronto di un suo
coetaneo occidentale.
Tale ipocrisia ha poi anche una ricaduta sociale che SFRUTTANDO
l'ottundimento cerebrale dei cinesi, per esempio, fa sì che ciò si
ripercuota pure su ognuno di noi non essendo quelli altro che SCHIAVI senza
nessuna protezione sociale e quindi facili produttori di merci a bassissimo
costo.
Senza parlare poi del blaterare di altri vari SOTTOSVILUPPATI MENTALI quali
rocchettari, mongoloidi motociclisti e simili la cui "cultura rock" o
baggianate simili li fa esser rispettati quasi quanto, anzi più, di
professori universitari.
In conclusione, questa DEMENZA COLLETTIVA che va sotto il nome di "Cultura"
vorrei proprio sapere come si concilia nel cervellino dei marxisti che ne
sono i fautori principali, con quello di UGUAGLIANZA, stante le abissali
differenze di OPPORTUNITA' tra i vari uomini che la Globalizzazione
accomuna.
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Re: Culture & "cultura" [messaggio #102410 è una risposta a message #102408] |
ven, 04 aprile 2008 23:06 |
John Messaggi: 187 Registrato: dicembre 2010 |
Senior Member |
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Solania schrieb:
> E' ovvio che un bambino vietnamita solo un'eufemismo ipocrita lo può
> equiparare a uno francese, italiano o europeo in generale.
> Ovviamente, nel confroto, quello vietnamita, per non dire africano, cinese o
> simili, è un vero e proprio SOTTOSVILUPPATO MENTALE a confronto di un suo
> coetaneo occidentale.
>
E' la diversita' degli *stimoli* che causerebbe questo 'ritardo
mentale' in un bambino cresciuto in un paese sottosviluppato ??
Non potrebbe essere magari il contrario ?
Data la natura diversa degli stimoli di 'input', laddove un bambino
europeo o americano si trova circondato di 'stimoli interessanti' invece
un bambino del terzo mondo magari di 'stimoli stressanti' ?
Una bambina brasiliana o tailandese che comincia a fare sesso a undici
anni perche' cosi' si guadagna un po' di soldi, magari incoraggiata
dalla madre, e' una 'sottosviluppata mentale' oppure una persona che
incomincia presto a conoscere che cosa vuol dire sopravvivere ?
Io non sarei troppo d'accordo sulla definizione di 'sottosviluppato
mentale' che fai tu.
> Tale ipocrisia ha poi anche una ricaduta sociale che SFRUTTANDO
> l'ottundimento cerebrale dei cinesi, per esempio, fa sì che ciò si
> ripercuota pure su ognuno di noi non essendo quelli altro che SCHIAVI senza
> nessuna protezione sociale e quindi facili produttori di merci a bassissimo
> costo.
>
Ma se essi sono schiavi, non e' stato un destino del ca§§o a farli
nascere laggiu' invece che in Europa o in America ???
> Senza parlare poi del blaterare di altri vari SOTTOSVILUPPATI MENTALI quali
> rocchettari, mongoloidi motociclisti e simili la cui "cultura rock" o
> baggianate simili li fa esser rispettati quasi quanto, anzi più, di
> professori universitari.
>
> In conclusione, questa DEMENZA COLLETTIVA che va sotto il nome di "Cultura"
> vorrei proprio sapere come si concilia nel cervellino dei marxisti che ne
> sono i fautori principali, con quello di UGUAGLIANZA, stante le abissali
> differenze di OPPORTUNITA' tra i vari uomini che la Globalizzazione
> accomuna.
>
Sola', mi sei troppo simpatico per contraddirti, ma non sono d'accordo
con te... mi sembri un po' troppo 'parziale' (magari sei 'inca§§ato' con
qualcuno ???.... :-))))
(eppure io non sono comunista....mai stato. ) :-)))
Ciao.
John.
>
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Re: Culture & "cultura" [messaggio #102414 è una risposta a message #102411] |
ven, 04 aprile 2008 23:42 |
John Messaggi: 187 Registrato: dicembre 2010 |
Senior Member |
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Solania schrieb:
> E' chiara che quando parlo presuppongo tutta la "psicologia dell'etÃ
> evolutiva" da Piaget in poi.
> Gl'altri NON HANNO UN CAZZO
> E' come se mia figli si allenasse tutti i giorni per i cento metri e
> un'altro mai.
> Come puoi confrontarli.
> Non si diventa niente in nessuna cosa senza un forte allenamento
> Tantopiù per il CERVELLO.
>
Tu che sei psicologo certamente saprai se esiste una cosa che si chiama
'overfloading' di stimoli, ma soprattutto di *scelte*, e saprai
certamente che ad un certo punto l'avere 'troppe scelte' puo' causare
invece l'effetto opposto : provare 'frustrazione' invece di 'gioia'.
Perche' esiste anche la frustrazione dal 'non poter scegliere una cosa
senza rinunciare all'altra. Sicche', paradossalmente una persona che ha
molte scelte, puo' ritrovarsi a volte piu' frustrata di un'altra che ha
solo due scelte, o che non ne ha nessuna.
Poi c'e' da analizzare 'che cosa insegnano' alla persona 'quei
determinati stimoli'.
Fare la puttana a dieci anni vuol dire cominciare a conoscere molto
presto gli esseri umani maschi. E non e' cosa da poco, per una donna.
Tu sarai d'accordo con me se affermo che le puttane di lunga carriera
sono le conoscitrici piu' esperte della psicologia dei maschi.
Della 'personalita' dei maschi. Ti riconoscono un 'tipo' particolare a
cento metri di distanza, subodorano il 'pollo da spennare' in pochi
secondi e lo spennano lasciandolo senza mutande, senza che nemmeno se ne
accorga. E pure felice e contento di essere stato spennato.
Nessuna psicologa saprebbe fare altrettanto.
Non fraintendermi : non ne sto facendo una questione di 'morale', ma di
'tecnica'.
Le zingarelle di dieci anni sono esperte nel chiedere l'elemosina per
strada, e a 'fingere', facendo le 'attrici' che potrebbero benissimo
passare per alunne di una accademia di recitazione.
Gli input dei bambini 'agiati' sono di altro tipo. Sono piu'
'acculturati', hanno finezza di maniere, hanno un modo di comportarsi
'civile', hanno un 'savoir faire' sociale che li distingue subito
da bambini provenienti da paesi sottosviluppati.
Ma sulla 'abilita' di adeguarsi alle varie circostanze che la vita
presenta, che e' in fondo una cosa che vale molto di piu' di altre cose
superficiali, come il senso dell'estetica e del galateo, per districarsi
nella giungla della vita, i bambini 'sottosviluppati' sono piu'
'vincenti' degli altri.
Io ormai ho conosciuto troppi giovani nordafricani arrivati in Europa
facendo tuti i mestieri possibili ed immaginabili, lavapiatti,
parcheggiatori, autisti di taxi, trasportatoti di mobili. Non sono mai
andati a scuola oltre la quinta elementare, ma tutti indistintamente
parlano (e leggono) arabo, francese, inglese, tedesco. E lo parlano *bene*.
Molto meglio di quanto potrebbe parlarlo uno che fa la maturita' da noi
in Italia.
Sorry dotto', stasera non sono d'accordo con te :-))))
Proviamo domani <hehehehe>
Buonanotte.
Ciao.
John.
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Re: Culture & "cultura" [messaggio #102416 è una risposta a message #102415] |
ven, 04 aprile 2008 23:57 |
John Messaggi: 187 Registrato: dicembre 2010 |
Senior Member |
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Solania schrieb:
> ...però continuano tutta la vita a far gli operai....e le puttane vecchie le
> donne di servizio o al massimo badanti.
> Inutile che la meni, se il cervello non lo alleni resti cretino.
>
>
....si' ma allenarlo a fare 'cosa' ??
Mio zio aveva fatto al quinta elementare, ma era abbonato alla
'Settimana Enigmistica'.
Nel vicinato passava per un genio ! Si era fatto una cultura che i
vicini lo chiamavano 'il professore'.
Allora, basta che un bambino 'sottosviluppato' si abboni alla settimana
enignmistica, che dopo n po' di anni hai un 'professore'.
Il problema e' piuttosto la 'motivazione'.
Allora li' magari posso darti ragione. La 'cultura' e' una cosa che si
'coltiva'. La motivazione puo' nascere solamente dalla cultura.
Io ho due figli. Marco ha fatto il liceo scientifico (qui in Germania)
ed e' diventato architetto.
Stefano ha fatto le scuole tecniche ed e' diventato tecnico informatico
e fa il controllore di satelliti.
Nessuno dei due ha studiato Filosofia a scuola. Perche' in Germania
Filosofia non la insegnano al liceo scientifdico. Latino assolutamente
in quantita' minima.
Io non posso cosi' trasmettere ai miei figli la gioia di saper parlare
di filosofia. Di parlare del 'mondo delle idee' di Platone, di tutte le
correnti fisolofiche che hanno caratterizzato la societa' europea nella
sua storia.
Non sanno come e' nato il Marxismo, non sanno chi e' Hegel,
Schopenhauer, Kierkegaard. Non sanno chi e' Sartre. Chi e' Cartesio.
Insomma NON SANNO UN CA§§O !!!
Non sono ritardati mentalmente, ma se penso a quante cose potrebbero
fare / pensare in modo diverso se solo avessero fatto un liceo italiano,
mi viene da piangere !!
Checcevuoifa', Sola'. E' la vita !
Ciao.
John.
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Re: Culture & "cultura" [messaggio #102417 è una risposta a message #102416] |
sab, 05 aprile 2008 01:40 |
Solania Messaggi: 85 Registrato: marzo 2008 |
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...non hai capito quello che voglio dire.
Io dico che PRIMA ci son le idee poi la materia.
Viviamo viceversa in un mondo che ritiene prima la materia poi ,
conseguentemente, le idee.
Quello che voglio dire è che vengon prima le DISPARITA mentali di quelle
materiali.
Prendiamo la Germania stessa che tu conosci ben meglio di me.
Benissimo.
Vado alle conclusioni direttamente
Quando gli abitanti della Germania Est ragioneranno esattamente come quelli
dell'Ovest, la Germania avrà completamente risolto i suoi problemi di
riunificazione.
In altri termini, penso, ma tu me lo potrai confermare o meno, che l'ABISSO
tra cittadini dell'Ovest e dell'Est, al momento della riunificazione, erano
innanzitutto di MENTALITA.
Certo che, apparentemente, son ,eran, ben più VISIBILI quelli di ordine
materiale.
Ma per cambiare quell'ordine MATERIALE era necessaria, prima, una
rivoluzione psicologica, SPIRITUALE....che se quelli restavano con la testa
che gli aveva fatto il regime precedente, da quella miseria non si
risollevavano e per voi dell'Ovest, penso, erano cazzi straamari.
Dimmi mo' dove sbaglio ;)
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Re: Culture & "cultura" [messaggio #102419 è una risposta a message #102417] |
sab, 05 aprile 2008 13:07 |
John Messaggi: 187 Registrato: dicembre 2010 |
Senior Member |
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Solania schrieb:
> Vado alle conclusioni direttamente
> Quando gli abitanti della Germania Est ragioneranno esattamente come quelli
> dell'Ovest, la Germania avrà completamente risolto i suoi problemi di
> riunificazione.
>
Gli abitanti dell'est, almeno quelli di una certa eta' NON saranno MAI
uguali di mentalita' a quelli dell'Ovest.
Non fosse altro che nemmeno i bavaresi e i berlinesi, o quelli di
Amburgo sono uguali, eppure erano tutti Germania 'Ovest'.
E' verissimo quello che dici : ai primi annici sono state delle
difficolta' immense tra cittadine dell'est e dell'ovest per interagire.
I valori erano alterati.
Un cittadino dell'est praticamente non aveva ancora capito che il
benessere dell'ovest era soprattutto basato sul lavoro.
Invece all#est di lavorare non ne avevano voglia. Erano abituati al
poco. Ma anche a lavorare fregandosene e non impegnandosi. Intanto non
c'erano ioncentivi di nessun genere : lo stipendio era assicurato, il
posto era assicurato, tutto era assicurato. Una casa costava 30 euro al
mese di affitto (confronti equiparabili tra allora e il giorno d'oggi).
Ce n'e' voluto di tempo prima che la capissero che il benessere costa
fatica e che la societa' capitalistica ha altri pregi ed altri difetti.
Non si puo' avere tutto dalla vita. O si sceglie una economia comunista,
coi suoi lati buoni e cattivi, o quella capitalistica, anch#essa coi
suoi lati buoni o cattivi.
Ma tanto per ritornare al nocciolo della questione : l'essere umano PUO'
CAMBIARE, se ne ha l'opportunita'.
> In altri termini, penso, ma tu me lo potrai confermare o meno, che l'ABISSO
> tra cittadini dell'Ovest e dell'Est, al momento della riunificazione, erano
> innanzitutto di MENTALITA.
> Certo che, apparentemente, son ,eran, ben più VISIBILI quelli di ordine
> materiale.
> Ma per cambiare quell'ordine MATERIALE era necessaria, prima, una
> rivoluzione psicologica, SPIRITUALE....che se quelli restavano con la testa
> che gli aveva fatto il regime precedente, da quella miseria non si
> risollevavano e per voi dell'Ovest, penso, erano cazzi straamari.
>
> Dimmi mo' dove sbaglio ;)
>
Non sbagli. Ma non vedo come si applica alla faccenda che i terzi paesi
producono sottocultura dalla nascita e questo significa quasi
automaticamente una condanna a nvita al sottosviluppo mentale.
Io dico che con azionji di 'psicoingegneria' TUTTI gli esseri umani
cambiano. Cambianomentalita' e attitudine verso i problemi.
Una psicoterapia *e'*, nei suoi intenti, un progetto di
psico-ingegneria, se vogliamo.
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Re: Culture & "cultura" [messaggio #102424 è una risposta a message #102408] |
sab, 05 aprile 2008 14:34 |
Dorian Soru Messaggi: 7 Registrato: marzo 2008 |
Junior Member |
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On Fri, 04 Apr 2008 20:26:49 +0000 Solania wrote:
> La demenza dilagante attribuisce a tutte le "Culture" pari dignità ,
> quasi che a questo corrispondesse un'analogo livello di scolarità ,
> apprendimento, sviluppo cerebrale eccetera.
>
> E' ovvio che un bambino vietnamita solo un'eufemismo ipocrita lo può
> equiparare a uno francese, italiano o europeo in generale. Ovviamente,
> nel confroto, quello vietnamita, per non dire africano, cinese o simili,
> è un vero e proprio SOTTOSVILUPPATO MENTALE a confronto di un suo
> coetaneo occidentale.
Sola', e` da un po' che non riprendevamo questo argomento. E' carino che
lo si riprenda in un newsgroup di psicologia.
Sono d'accordo con te ma anche no. Onde evitare pero` che mi dai del
Veltroniano provo a dire in cosa e in che senso sono d'accordo; in cosa e
in che senso non sono d'accordo.
***In cosa sono d'accordo***
Ogni essere umano ha bisogno di utilizzare il cervello continuamente.
Cosi` puo` creare nuove connessioni e svilupparlo. Ci sono dei luoghi e
dei sistemi di attivita` in cui cio` e` possibile in maniera limitata.
C'e`, quindi, un problema della impossibilita` ad uno sviluppo.
***In che senso sono d'accordo***
Un errore fondamentale di Piaget mi sembra sia stato quello di pretendere
che le conoscenze del suo ultimo stadio, importantissime ad esempio per
prendere una laurea in matematica in Italia, fossero le piu` importanti e
le migliori in assoluto ovunque, anche dove si arrivasse a costruire dei
sistemi che riterremo "geniali". L'intelligenza va, credo, situata come
capacita` di vivere, sopravvivere e far fronte al meglio in un ambiente
che e` incasinato ovunque. E' questo uno dei motivi per cui M. Cole era
rimasto stupito, nelle sue ricerche in Liberia, sulle competenze
matematiche degli Kpelle. Al test del QI le persone che studiava erano
puntualmente messe male. A un certo punto lui e il suo collaboratore
decisero di andare a studiare le competenze degli Kpelle nei loro sistemi
di attivita`. Al mercato si accorsero che erano capaci di fare, a mente,
delle operazioni matematiche complicatissime che nei suoi Stati Uniti la
maggior parte delle persone con un alto QI non avrebbero saputo svolgere.
La loro competenza c'era, era molto alta, ma situata rispetto a sistemi
sociali differenti da quelli per cui erano state formulate le teorie sul
QI (e la teoria di Piaget, aggiungerei io).
L'esempio di Cole mi permette di dire che non ne faccio, quindi, una
questione di relativismo spicciolo. Le competenze c'erano, e a un certo
punto le riconosceva pure Cole. Occorreva andare a cercarle nei modi
propri (non credo con Piaget).
Qui (GAY, JOHN & COLE, MICHAEL The New Mathematics and An Old Culture. A
Study of Learning Among the Kpelle of Liberia. New York: Holt, Rinehart &
Winston 1967) Cole introduce poi, ma non so se lo sviluppi, era gia`
molto introdurlo, il fatto che la conoscenza e` incarnata sempre nella
pratica. E andrebbe quindi studiata con metodologie differenti dai test o
dalle teorie generalizzatrici. Ma qui si apre una voragine e penso ci
scanneremmo per i prossimi 40 anni.
***In cosa e in che senso non sono d'accordo***
Forse ne abbiamo gia` parlato. Ma lo ripeto cosi` brutalmente. Mi pare tu
dia per scontato che le "culture" siano dei sistemi 1-statici e 2-
coerenti. Mi sembrano, in tal caso, false tutte e due le assunzioni.
1 - Continuamente si cambia. Anche i balli tradizionali, prendiamo
proprio delle robe piu` culturali che ci siano, non sono gli stessi di 70
anni fa. Se non altro perche` 70 anni fa non ce stava rai uno che
riprendeva. E non e` poco, perche` il ballo che era, ad esempio, un modo
per unire la comunita` o per vivere in maniera socialmente codificata il
proprio disagio nelle tarantate, oggi diventa spesso, grazie alla
presenza della videocamera, promozione turistica. E' totalmente
trasformata la stessa cosa. E poi per lo piu` non e` "la stessa cosa" in
niente. I valori ed i principi generali sono sempre, continuamente,
reincarnati, messi in atto in una realta` quotidiana spicciola che non e`
mai ferma.
2 - Vabbe`, che la cultura sia contraddittoria non ci vuole molto.
Proviamo a pensare anche ai proverbi e modi di dire, reifichiamo un po'.
Anche pensando a 'sti pezzetti di saggezza popolare e` molto facile
trovare, per ogni argomento o quasi, un detto o un proverbio che dica una
cosa e un detto o un proverbio che dica l'opposto. Tanto va la gatta al
lardo che ci lascia lo zampino ma chi non risica non rosica, primo
esempio che mi viene in mente.
quindi per dire che non esiste, in generale, mettiamo, "un bambino
indiano". Legato ad un Bramino? Oppure legato ad una situazione di
poverta` e quindi con meno possibilita`?
dorian
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Re: Culture & "cultura" [messaggio #102429 è una risposta a message #102424] |
sab, 05 aprile 2008 23:00 |
Solania Messaggi: 85 Registrato: marzo 2008 |
Member |
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....non ho nulla da obiettare a quello che dici.
D'accordo pure che le "Culture" non sian "statiche", ciò non toglie che sono
in RITARDO rispetto, non vorrei dire tanto "la Cultura occidentale", che
riscia di portarci fuori strada, ma rispetto al grado di EVOLUZIONE DELLA
RAGIONE nei paesi più progrediti, diciamo così.
Poi, certo, l'ipotetico "bambino indiano" è un'astrazione, ciò non toglie
che quel ragionamento resta valido ben più della negazione della "brutta
parola" RITARDO - RITARDATI.
In altri termini, se non ci fosse questo RITARDO così ben sfruttato dal
CAPITALE, non ci sarebbero neppure gli attuali squilibri. Che senso avrebbe
andare a produrre tutto in Cina se anche loro avessero i sindacati,
l'assistenza ospedaliera di qualità, contributi, indennità di malattia,
ferie, tredicesima eccetera eccetera.
E' solo grazie a questo RITARDO della capacità di RAGIONARE di intere
popolazioni che le si può SFRUTTARE......e SFRUTTARE pure noi con il ricatto
della disoccupazione e del precariato, suo fratello minore.
Ora, invece di REAGIRE a questa INFERIORITA' MENTALE DI MASSA che, prendi il
TIBET, si lascia agire nellindifferenza più totale,...si dice....."non
bisogna interferire"......"sovranità nazionale"....."altre culture"
ALTRE CULTURE STO' CAZZO
NON CI SONO ALTRE CULTURE
C'E' SOLO IL RAZIONALISSIMO BENE E MALE
IL RESTO SON SEGHE MENTALI
....e poi non è vero che il bene e il male son soggettivi.
Solo un conclamato delinquente o un deficente può parteggiare per la Cina in
Tibet, per le Multinazionali farmaceutiche in Africa, per la pedofilia in
Thainlandia e via di questo passo !!!
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