Se n' [messaggio #7567] |
mar, 30 novembre 2010 00:04 |
L'Esattore Messaggi: 608 Registrato: novembre 2010 |
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i suoi capolavori, invece, restano con noi.
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Re: Se n' [messaggio #7650 è una risposta a message #7586] |
mar, 30 novembre 2010 19:17 |
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"Andrea Vanacore" <nientedafare@liberaci.it> ha scritto nel messaggio
news:id2hu8$9lq$1@news.albasani.net...
> http://www.youtube.com/watch?v=tIUwzqYvfp8
Mah.
Cosa c'è di terribile?
Per commemorarlo (fatalità , si tratta di due episodi che parlano di morte,
una violenta; non l'ho fatto apposta) direi piuttosto:
http://www.youtube.com/watch?v=LahpLMGSH8g&feature=relat ed
oppure:
http://www.youtube.com/watch?v=-tavJaJMtU8
Purtroppo è orribilmente sconciato, ma di meglio su youtube non ho trovato.
L'essenziale comunque si percepisce. Un fluido campo-controcampo e
un'inquadratura magistrale, almeno una (Sordi che guarda la fine del
compagno dalla finestra, il che fa presagire come la sua sia imminente; un
esempio di montaggio interno all'inquadratura, assai wellesiano. Sordi è
straordinario, in tutto il film). Anche la conclusione della sequenza è
assai buona.
Strano e un po' fastidioso come sottostimi il suo film (il suo più
riconosciuto, fra l'altro), nell'intervista. Implicitamente, ma lo
sottostima.
Ho cercato anche un'altra sequenza di Brancaleone, l'ultimo incontro di
Matelda e Brancaleone.
Lì c'è un'inquadratura che vale tutto il film, peraltro constantemente su un
buon livello; Matelda "convertita ad un altro signore" (più o meno le sue
parole) attende il colpo che Brancaleone non può dare (la spada perde la
lama sul più bello); la posizione dei due, la fuga prospettica alle loro
spalle, assai marcata, rimandano palesemente (e assai ironicamente; Matelda
non è una santa che affronta il martirio) a tanta pittura quattrocentesca.
Pasolini stesso non avrebbe fatto di meglio, credo.
Ma sul tubo non c'è.
Anche il brano della morte di Abacucco ha le sue brave suggestioni
figurative, anche se un po' dissimulate.
I soliti ignoti, la sua (imho) maggiore riuscita, andrebbe citato per
intero.
dR
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Re: Se n' [messaggio #7692 è una risposta a message #7690] |
mar, 30 novembre 2010 23:21 |
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"Andrea Vanacore" <nientedafare@liberaci.it> ha scritto nel messaggio
news:id3skf$eqh$1@news.albasani.net...
> "Italiani pavidi, come con Mussolini" (Mario Monicelli)
Capirai, concetto mai sentito.
Quella sottovalutazione dei personaggi della Grande Guerra mi dispiace
davvero.
Non è affatto un film così semplice.
Non credo sia la sua cosa migliore (è comunque un bel film), ma non è per
nulla così semplice.
La sottovalutazione gliela mette in bocca l'intervistatore, e lui ci sta. E'
preso da altro, da un sentimento di smarrimento anche personale, imho.
No, non mi piace. Lo stile dell'intervistatore, intendo.
Credo basti il frammento che ho postato per capire che il suo sguardo,
all'epoca, era assai più complesso e interessante.
Soluzione wellesiana compresa, che assieme al piano sequenza immediatamente
precedente è la trovata portante della scena.
Per iniziare, a tutto fa pensare fuorché agli stereotipi collettivi.
A proposito di campi lunghi o meno: secondo te, perché alla fine Sordi è
inquadrato dal basso? Mi sono accorto questa sera di una cosa.
dR
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Re: Se n' [messaggio #7715 è una risposta a message #7713] |
mer, 01 dicembre 2010 10:52 |
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"Andrea Vanacore" <nientedafare@liberaci.it> ha scritto nel messaggio
news:id55b9$8pk$1@news.albasani.net...
> E quindi se non piazzi la macchina dal basso non si vede il carnefice che
> assiste dall'alto della sua autorità .
Sì, però in questo senso il testo è un po' ambivalente. Alla fine
l'informazione non l'ha avuta. Una qualche forma di riscatto (tanto per
rifarsi ai concetti dell'intervista), magari personale, i due l'hanno avuta.
Una buona indicazione sta nel fatto che la posizione dell'ufficiale, alla
fine, è quella di Sordi durante la precedente esecuzione, alla finestra. C'è
una specie di campo-controcampo anche qui, nonostante la divaricazione
scalare e spaziale (la dialettica alto-basso, in termini fisici intendo,
doveva soddisfarlo come fattore drammatico; c'è pure nella morte di
Abacucco).
Se non sbaglio, poi, (è tanto che non lo rivedo) il film non finisce qui. Ai
due poveretti tocca un altro oltraggio.
> Non trovo altre spiegazioni filosofiche plausibili.
Mica è filosofica, la spiegazione.
E' cinematografica.
Ti interessa? Non voglio tediare.
dR
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Re: Se n' [messaggio #7795 è una risposta a message #7790] |
mer, 01 dicembre 2010 18:13 |
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"Andrea Vanacore" <nientedafare@liberaci.it> ha scritto nel messaggio
news:id5tus$erd$1@news.albasani.net...
> Qualcuno ha studiato questo film.
Quel qualcuno che Monicelli considerava alla stregua di cadavere vivente.
Duel? Un film per la televisione...
Vabbé, a tutti capita di sbroccare.
> http://www.youtube.com/watch?v=5FoQRt-LNoM
Senti, senza offesa ("mi sento di rassicurarti"): proprio non direi.
Non mi viene in mente nessuno dei film di guerra classici. Mi viene in mente
La Sottile Linea Rossa, che però insiste più sull'uso elegante, stilizzato
del fuori campo. Film bello ma un po' frigido.
E Orizzonti di Gloria, ma per contrasto. Kubrick in confronto è raggelante,
pare filmi un balletto, sembra di vedere l'aiuto regista che fa partire le
comparse.
Questo è un episodio che sta quasi alla pari con la battaglia di Waterloo
descritta da Stendhal, si parva licet. O, vabbé, certi episodi di Apocalypse
Now (che comunque è più visionario), ma quello è evidente.
Per certi aspetti può esserci un rapporto, molto mediato (e meditato) con
Rossellini, il Rossellini più neorealista (la trilogia della guerra); se
proprio vogliamo cercare un rapporto con un cineasta italiano. Ma non
riguarda singoli parametri linguistici, riguarda l'atteggiamento che vi
presiede. Come dovrebbe del resto essere, cinquant'anni dopo.
Dove lo vedi il rapporto con la Grande Guerra? No, perché evidentemente non
ho capito. Dico la prima cosa: là i rapporti spaziali, anche nelle scene di
battaglia, sono sempre chiarissimi, e molto, molto studiati (la cosa a cui
tendevo sopra); ci si concedono dolly e grandi escursioni scalari, che
sarebbe a dire l'occhio superiore della Storia; si riesce a campire tutto un
episodio su uno scambio di sguardi, e anche a orientare la reazione dello
spettatore. Lo spettatore sta nella posizione privilegiata del grande cinema
classico americano. Qui lo spettatore è buttato in mezzo alla battaglia, e
partecipa della confusione. L'unica convenzione rispettata, di quel tipo di
forma, è la leggibilità del profilmico (c'è sempre qualcosa chiaramente in
campo, nel momento che accade; non è Samuel Fuller, o Cassavetes) e la
centralità della figura umana.
Si capisce fisicamente l'essenziale; che non si tratta di stare attenti o
essere intelligenti o altro, di fare le scelte giuste.
E' solo caso, caso e fortuna. Uno si salva, l'altro ha il cranio spappolato
per mezzo secondo, per essersi voluto asciugare il sudore nel momento
sbagliato. La guerra è il male, il demonio.
Gran film.
> Però aveva anche la steady. ;o)
Già . E la usa in modo da farla sembrare una camera a mano, o quasi. Che
personaggio.
Da punto di vista visivo Spielberg è un talento enorme, non ci sono santi.
Aveva poco da sfottere anche Kubrick ("Schindler List è un film su quelli
che ce l'hanno fatta. A me interessano gli altri" bravo, ma che immodestia).
Si può fare Lo Squalo (che peraltro funziona) e poi fare questo.
O L'Impero del Sole, altro film straordinario. Nonostante tutto
sottovalutato.
ciao e grazie :-)
dR
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