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Home » Cinema » Film » "Contact", di Robert Zemeckis [RECE-SPOILER]
"Contact", di Robert Zemeckis [RECE-SPOILER] [messaggio #128073] mer, 12 ottobre 2011 23:18 Messaggio precedente
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[SPOILER]



Stordito da robottoni giganti, approssimative invasioni aliene, impalpabili
sceneggiature ed un vasto campionario di inutili remake e prequel, ho
rispolverato il dvd di "Contact" ed ho riassaporato il gusto di ammirare una
bella storia di fantascienza cinematografica. In questi anni tanto si e'
parlato di questo film, oggi raccolgo quelle riflessioni sparse che avevo
pubblicato ed aggiungo qualche nuova considerazione per celebrare quello
che, a mio modesto avviso, rimane uno dei piu' bei film di fantascienza.

"Contact" e' il romanzo dell'astronomo Carl Sagan da cui Robert Zemeckis ne
ha tratto un ottimo film dove il rapporto scienza-fede e' sempre ben
presente senza pero' mai sfociare in integralismi di parte. Merito di un
grande Sagan che, purtroppo, non riusci' in tempo a godersi la trasposizione
del suo romanzo al cinema.

Il film e' incentrato sulla *fede*: fede in DIO e fede nella scienza. La
speranza della scienziata Ellie Arroway di trovare-contattare altri esseri
e' fede allo stato puro, speranza in cio' che crede. Da bambina con un
baracchino riesce a contattare Pensacola (Florida), ed e' felice e si
emoziona nel parlare; crescendo vuole "sentire" qualcosa-qualcuno che sia
davvero "alieno" da se stessa. La frase di suo padre "se non ci fosse
nessuno sarebbe uno spreco di spazio" non postula principi matematici e su
quella frase Ellie costruira' la sua vita. Crede in altre intelligenze ne'
più ne' meno come il reverendo Palmer Joss crede in DIO: non riuscire a
provare l'esistenza di DIO (o di alieni) non equivale al loro *non
esistere*.
L'indimostrabilita' di un fatto, di un concetto o di una semplice sensazione
non toglie nulla alla sua veridicita': alla domanda "tu volevi bene a tuo
padre?" - "Allora dimostralo", Ellie ha un sussulto perche' sa che le
sensazioni sono indimostrabili.
Ogni suo studio sulla ricerca di vita aliena si base su principi
probabilistici: nulla e' dimostrabile oggi almeno fino a quando
qualcuno-qualcosa non venga a bussare alla sua/nostra porta.
L'E.T. di Ellie ed il DIO di Joss sono le due facce della stessa medaglia:
l'alieno da cercare/trovare.

Il film e' un racconto sulla difficile ricerca di cio' in cui crediamo.
L'alieno di "Contact" _non appare_, c'e' ma non e' visibile nel suo aspetto,
c'e' solo come "ricordo di Ellie", c'e' non come immagine ma come *parola*.
L'alieno di "Contact" parla con Ellie e con noi: ci sono frasi, c'e' il
suono del mare e delle parole. Le immagini sono solo *ricordi* e *speranze*,
l'immagine e' solo scena. Lo "sconvolgimento" di Ellie e' normale e
naturale, sarebbe sorprendente se non ci fosse stato, anzi, e' proprio
questo "sconvolgimento" che le permette di pensare che _l'altro da se_ può
essere anche _parte di se_

Ellie crede nell'esistenza di altre forme di vita perche' parte da una
*probabilita'* come fa ogni scienziato: la teoria si basa non su certezze
stabilite a priori (non avrebbe senso) ma su calcoli probabilistici, poi
questa teoria *deve* essere provata. Ellie, utilizzando i radio-telescopi
del SETI, riesce a _provare_ che cio' in cui ha creduto era _dimostrabile_
Ellie non fa altro che applicare il "metodo scientifico".
Diverso e' il discorso per il reverendo Joss: anche lui "crede" in un
"alieno" chiamato DIO _ma_ la sua fede e' *indimostrabile* su base
scientifica (ma questo non vuol dire che non sia "vera")
Due atteggiamenti di fede, pero' con sfumature diverse e significative.
Questo accade per buona parte del film, poi si giunge al finale e qui si
cambia registro: Ellie si ritrova a dover spiegare cosa ha visto e sentito
nel suo viaggio spazio-temporale, e cio' sara' _impossibile_ come lo e' per
Joss spiegare perche' crede in DIO e giungiamo quindi, ma solo adesso, alla
fine del film, alla conclusione: non e' un film sui vari tipi di fede, ma un
film sull'approdo alla fede.

Cio' che la scienziata Ellie Arroway ed il reverendo Joss condividono e'
l'impossibilita' di dimostrare scientificamente sensazioni ed emozioni.
La "fede" in E.T., originariamente dimostrabile con il messaggio ricevuto,
diventa indimostrabile nel momento in cui devi spiegare com'era E.T. chi era
E.T. cosa ha detto E.T. .... Solo in quel preciso momento E.T. diventa DIO e
DIO e' come E.T., un 'entita' indimostrabile scientificamente (anche se
sappiamo dalla registrazione della telecamera che nel caso di E.T. qualcosa
_potrebbe_ essere dimostrata)

Carl Sagan con "Contact" ha narrato il cammino di una donna (o di lui
stesso) verso l'accettazione con fede di eventi che non possono essere
spiegati in nessun altro modo, Robert Zemeckis e' stato il brillante
direttore d'orchestra e Jodie Foster una magnifica interprete di quel
viaggio attraverso le tortuose strade dell'esistenza.
 
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