busillis [messaggio #18008] |
dom, 12 giugno 2011 11:05 |
sunbather Messaggi: 332 Registrato: novembre 2010 |
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pRENDO SPUNTO DA UN PASSO DELLE MEMORIE DI sTRAVINSKY, (scusate il
maiuscolo) nel quale il maestro sottolineava come il 'consumo' di musica
fosse stato diverso dai suoi tempi (con l'avvento dei dischi e della
radiofonia) ai secoli precedenti, quando la musica veniva ascoltata in
luoghi e modo del tutto particolari (e, soprattutto, la musica aveva uno
spazio molto più circoscritto, nella vita di un individuo). Inoltre, la
musica che era possibile ascoltare era stilisticamente omogenea, dato che -
della filologia - i nostri cari compositori se ne sbattevano alla grande. Ai
giorni nostri, invece, possiamo ascoltare musica in ogni momento e luogo, e
possiamo spaziare dal canto gregoriano a Rihanna. Tutto ciò fa bene alla
nostra mente? o ci spinge verso l'idiosincrasia? Oppure la nostra mente può
accogliere e gestire tutto questo?
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