Loading
Home » Salute » Psicologia » Lo psichiatra, raro il depresso omicida .
Lo psichiatra, raro il depresso omicida . [messaggio #102316] |
lun, 10 marzo 2008 19:44 |
ConsulenzeOnLine . Messaggi: 21 Registrato: aprile 2011 |
Junior Member |
|
|
La depressione può uccidere, può cioé armare la mano di chi ne soffre
contro se stesso o contro gli altri, ma in "rarissimi casi". Invita a non
generalizzare e a non creare facili associazioni tra depressione e violenza
delittuosa lo psichiatra Carlo Altamura, dell'Università di Milano, dopo il
tragico caso di omicidio-suicidio a Taranto, dove un medico, secondo alcune
fonti colpito da depressione, ha ucciso la moglie e le due figlie e poi si
è tolto la vita.
La depressione è una patologia molto diffusa che, rileva l'esperto,
"colpisce il 15-20% della popolazione, ma nella sua forma più conosciuta
non rappresenta un rischio per gli altri, poiché non è caratterizzata da
atteggiamenti violenti verso l'esterno, bensì è un rischio per il soggetto
stesso, acuendosi la tendenza all'autodistruzione". Vi sono però forme più
gravi, ovvero le depressioni psicotiche deliranti, spiega lo psichiatra,
che "possono portare ad atti di estrema violenza verso terzi: in questi
casi, il soggetto è convinto dell'esistenza di situazioni in realtà
inesistenti, come il fatto di soffrire di una grave malattia o di rischiare
la rovina economica.
Così, è preso da un delirio che coinvolge anche gli altri, in testa la
famiglia, e vede come unica soluzione alla minaccia che lo assilla la
'cancellazione' di se stesso e di chi gli sta vicino". Sono però forme
psicotiche molto rare: "lo 0,5-1% - precisa l'esperto - di tutte le forme
depressive". Da qui l'invito a "non far passare il messaggio semplicistico
che associa la depressione al rischio di stragi". Inoltre, sottolinea
Altamura, "queste forme gravi sono di solito riconosciute dallo
specialista, nel caso in cui il soggetto sia in cura, e in alcune
situazioni è previsto il trattamento sanitario obbligatorio". E' dunque
probabile che il medico tarantino autore della strage soffrisse di un
disturbo di questo tipo. Anche se, rileva Altamura, "spesso si etichetta
come 'depressione' una serie di fenomeni diversi e in questo caso -
commenta - potrebbe trattarsi anche di un soggetto colpito da paranoia
grave".
Le modalità efferate del delitto, la lucidità e 'l'organizzazioné della
strage, secondo Altamura, farebbero infatti ipotizzare più un caso di
delirio paranoico (in cui il soggetto si sente vittima di un complotto ed
elimina i suoi 'persecutori', presentando un atteggiamento aggressivo) che
non un caso di depressione grave. Ad ogni modo, rileva, "se un soggetto
arriva ad uccidere e uccidersi si è comunque di fronte a disturbi psicotici
gravi, riconoscibili all'occhio dell'esperto". Ma il punto è che, "troppo
spesso - conclude Altamura - si arriva alle cure dello specialista troppo
tardi, o non ci si arriva affatto. Con conseguenze spesso tragiche".
--
Consulente sulle cure complementari ed
alternative : aranciamec@email.it
http://groups.google.it/group/alternativamente
www.saluteeambiente.org
"Il mondo va avanti solo a causa di quelli che
si oppongono a tutto". (Goethe).
|
|
| |
Re: Lo psichiatra, raro il depresso omicida . [messaggio #102324 è una risposta a message #102316] |
mar, 11 marzo 2008 13:54 |
John Messaggi: 187 Registrato: dicembre 2010 |
Senior Member |
|
|
- Marco A - schrieb:
> La depressione può uccidere, può cioé armare la mano di chi ne soffre
> contro se stesso o contro gli altri, ma in "rarissimi casi". Invita a non
> generalizzare e a non creare facili associazioni tra depressione e violenza
> delittuosa lo psichiatra Carlo Altamura, dell'Università di Milano, dopo il
> tragico caso di omicidio-suicidio a Taranto, dove un medico, secondo alcune
> fonti colpito da depressione, ha ucciso la moglie e le due figlie e poi si
> è tolto la vita.
>
Come sempre nella vita, 'in medio stat virtus'.
Cioe' bisogna saper giudicare la situazione 'cum grano salis' e stare
molto attenti a non fare errori di valutazione.
Molti testi di psichiatria (distinguendo tra depressione endogena e
depressione nevrotica o reazionale) dice che un buon 10% dei depressi
che 'annunciano' la loro intenzione di uccidersi lo tentano per davvero.
Per cui bisogna stare molto attenti a non sottovalutare il pericolo.
Nei depressi endogeni la percentuale e' molto piu' altta. Di quelli che
lo 'annunciano' la maggior parte lo mette inpratica.
Oppure lo fanno senza proprio annunciare niente a nessuno.
Un nostro scienziato, molto bravo, conmolti meriti, giovane (29 anni),
sposato da un paio d'anni e con un bambino piccolo ad un tratto venne
ricoverato in psichiatria per depressione.
Non riuscendo probabilmente a 'sopportare' la vergogna di essere stato
internato in un ospedale psichiatrico (aveva una posizione molto
importante) un giorno si butto' sotto il treno.
In questi casi la 'cultura' individuale e dell'ambiente sono determinanti.
Qui si vede lampante l'equazione di Ellis :
A = io 'devo' essere 'considerato normale' secondo i parametri della
societa'. (Chissa', probabilmente aveva avuto una educzaionemolto rigida).
B = se non lo sono, non sono degno di vivere, perche' sarebbe una vergogna
C = quindi mi sopprimo.
Episodio scatenante : l'essere rinchiuso in ospedale psichiatrico,
considerato dalla cultura generale e dalla sua individuale come
portatore diuna etichetta di 'non normalita', quindi di vergogna, ha
fatto scattare l'equazione di Ellis.
John.
|
|
|
Vai al forum:
Ora corrente: sab giu 08 09:22:49 CEST 2024
Tempo totale richiesto per generare la pagina: 0.00868 secondi
|