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invenzioni nell'arte [messaggio #20002] |
mar, 02 agosto 2011 22:07 ![Messaggio successivo Messaggio successivo](theme/adv/images/down.png) |
egmontXYZ Messaggi: 470 Registrato: novembre 2010 |
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Riflettevo sul concetto di novità nell'arte.
Non esiste nulla di più complicato del creare arte nuova, perchè nel 99,9
periodico % dei
casi o si tratta di false novità , o di novità esteticamente non degne.
Ora, in musica è davvero complicata l'anarchia; ed è estremamente
difficile fare cose come
se gli altri non esistessero: anche chi ha un linguaggio assai personale,
rimane
spessissimo vincolato a qualcosa che gli altri percepiscono come familiare.
Quando qualcuno invece "inventa" con l'arte, siamo di fronte a fenomeni
unici.
E' il caso di questa roba. Probabilmente non rientra nella "categoria"
della musica classica
(per me rientra comunque nei canoni dell'Arte):
http://www.youtube.com/watch?v=F9e5BxTnk_E
E forse anche, ascoltata oggi, può sembrare roba trita. Eppure, pensate
solo al fatto che
nel 1975, badate bene: quasi quarant'anni fa, doveva per forza di cose
sembrare come
qualcosa di inaudito, nel senso _letterale_ del termine, vale a dire mai
udito.
Per capire il valore di questa roba bisogna proprio proiettarsi indietro
nel tempo.
Siamo di fronte ad un generatore elettronico di ritmi sempre cangiante e
come impazzito
sullo stesso accordo. Qualcosa che nel 1975 doveva perlomeno far esclamare
"cos'è 'sta
roba?"
Ho letto un po' di cose a riguardo. Per produrre quei ritmi, che oggi
chiunque può farsi col
omputerino, un giovane ventunenne tedesco, tale "Christopher Franke",
neanche troppo
ricco, fece un mutuo per comprarsi uno strumento elettronico che costava
quasi come una
casa.
Poichè questo strumento era difficilissimo da maneggiare oltre che da
padroneggiare, un bel
giorno questo giovinetto rischiò anche la vita prendendo uno scossone
elettrico durante i
suoi lavori.
Il giovinetto passava le sue giornate a sperimentare ritmi di tutti i
tipi, facendo cose
insomma che non hanno nulla a che vedere con l'ordinario. Quello che lui
faceva non lo
faceva nessun altro.
Oggi siamo in grado di fare cose simili?
Io ne dubito fortemente. Ormai, io non mi stupisco di nulla, in campo
artistico, e questo
crea un appiattimento deleterio.
Insomma, magari ci fosse qualcuno in grado di brevettare idee
artistiche...
che ne pensate (del pezzo e di queste constatazioni) ?
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Re: invenzioni nell'arte [messaggio #20004 è una risposta a message #20002] |
mar, 02 agosto 2011 22:13 ![Messaggio precedente Messaggio precedente](theme/adv/images/up.png) ![Messaggio successivo Messaggio successivo](theme/adv/images/down.png) |
Herr von Faninal Messaggi: 944 Registrato: luglio 2011 |
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"egmont" <egmontXYZ@email.it> ha scritto nel messaggio
news:j19kpq$sm3$1@news.newsland.it...
> Riflettevo sul concetto di novità nell'arte.
>
> Non esiste nulla di più complicato del creare arte nuova, perchè nel 99,9
> periodico % dei
> casi o si tratta di false novità, o di novità esteticamente non degne.
> Ora, in musica è davvero complicata l'anarchia; ed è estremamente
> difficile fare cose come
> se gli altri non esistessero: anche chi ha un linguaggio assai personale,
> rimane
> spessissimo vincolato a qualcosa che gli altri percepiscono come
> familiare.
>
> Quando qualcuno invece "inventa" con l'arte, siamo di fronte a fenomeni
> unici.
>
> E' il caso di questa roba. Probabilmente non rientra nella "categoria"
> della musica classica
> (per me rientra comunque nei canoni dell'Arte):
>
> http://www.youtube.com/watch?v=F9e5BxTnk_E
>
> E forse anche, ascoltata oggi, può sembrare roba trita. Eppure, pensate
> solo al fatto che
> nel 1975, badate bene: quasi quarant'anni fa, doveva per forza di cose
> sembrare come
> qualcosa di inaudito, nel senso _letterale_ del termine, vale a dire mai
> udito.
veramente anche oggi suona piuttosto inquietante, devo dire.
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Re: invenzioni nell'arte [messaggio #20005 è una risposta a message #20003] |
mar, 02 agosto 2011 22:17 ![Messaggio precedente Messaggio precedente](theme/adv/images/up.png) ![Messaggio successivo Messaggio successivo](theme/adv/images/down.png) |
Herr von Faninal Messaggi: 944 Registrato: luglio 2011 |
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"egmont" <egmontXYZ@email.it> ha scritto nel messaggio
news:j19lb5$tnj$1@news.newsland.it...
> egmont ha scritto:
>
>>
>> un giovane ventunenne tedesco, tale "Christopher Franke",
>
> aggiungo che il Ligeti poliritmico, Nancarrow, Castiglioni, e ancora il
> Reich di Violin Phases,
> così come il Riley dell'arcobaleno e tanti altri gli facevano una sega, a
> Christopher Franke.
direi che con Ligeti non si scherza, caro.
Vorrai mica mettere la capacità di elaborazione di un Ligeti con questa roba
qui, con tutto il rispetto (sovrapposizione non è la stessa cosa di
elaborazione eh).
Reich è 'na mezza sega, comunque (adesso qualcuno mi spara...)
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Re: invenzioni nell'arte [messaggio #20006 è una risposta a message #20005] |
mar, 02 agosto 2011 23:02 ![Messaggio precedente Messaggio precedente](theme/adv/images/up.png) ![Messaggio successivo Messaggio successivo](theme/adv/images/down.png) |
egmontXYZ Messaggi: 470 Registrato: novembre 2010 |
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Herr von Faninal ha scritto:
> (sovrapposizione non è la stessa cosa di
> elaborazione eh).
L'osservazione è molto mirata ed intelligente.
Però, devo dire che qui il gioco è proprio di elaborazione, non di
sovrapposizione. E devo
aggiungere che Ligeti, poco aggiunge al concetto elementare di minimo
comune multiplo
nella poliritmia; del resto, la poliritmia non è certo quello che davvero
spicca proprio nelle
composizioni poliritmiche di Ligeti, dove fanno da padrone tanti altri
aspetti, primo fra tutti la
musicalità .
Ora, tieni conto che il ventunenne che ha generato quei ritmi anarchici,
era un batterista.
Uno che picchia le percussioni dalla mattina alla sera, e poi passa alla
generazione di ritmi
elettronici, elabora in modo empirico, vale a dire sperimentando
manualmente di continuo,
quasi come un giocoliere. Per forza di cose, dopo un po', se uno ha il
cervello e la
pazienza, escon fuori cose interessanti, frutto di un lavoro comunque duro
(ed è questo
quello che conta, nell'artigianato).
Poi si tratta di raccoglierle, saperle mettere assieme etc.
Qui non siamo di fronte a musica "classica", dunque il concetto di
elaborazione va rivisto.
Certo però che quando ascolto l'elemento ritmico in Ligeti, non vi trovo
nulla di interessante
compositivamente: semplicemente lo considero elemento integrantel. Per me
la genialità di
Ligeti sta in altri aspetti.
Qui invece siamo di fronte ad un vortice di ritmi che ha il carattere di
improvvisazione, ma
di improvvisazione fatta con le palle, e dopo un lavoraccio. E comunque di
fronte a
qualcosa di assolutamente nuovo.
> Reich è 'na mezza sega, comunque (adesso qualcuno mi spara...)
LOL, devo dirti all'orecchio che sono fondamentalmente d'accordo. Però non
metterei allo
stesso livello Rainbow on a curved air di Riley: quello per me è e rimarrÃ
un capolavoro.
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Re: invenzioni nell'arte [messaggio #20018 è una risposta a message #20006] |
mer, 03 agosto 2011 10:58 ![Messaggio precedente Messaggio precedente](theme/adv/images/up.png) ![Messaggio successivo Messaggio successivo](theme/adv/images/down.png) |
Herr von Faninal Messaggi: 944 Registrato: luglio 2011 |
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"egmont" <egmontXYZ@email.it> ha scritto nel messaggio
news:j19o1s$39t$1@news.newsland.it...
> Herr von Faninal ha scritto:
>
>> (sovrapposizione non è la stessa cosa di
>> elaborazione eh).
>
> L'osservazione è molto mirata ed intelligente.
> Però, devo dire che qui il gioco è proprio di elaborazione, non di
> sovrapposizione. E devo
> aggiungere che Ligeti, poco aggiunge al concetto elementare di minimo
> comune multiplo
> nella poliritmia;
è vero. Ma cosa te ne fai della poliritmia senza elaborazione successiva?
Nancarrow, appunto. Per quel poco che ho sentito. Alla fine diventa una
specie di formula incantatoria.
Cioé produce staticità, che è quello di cui si ha alla fine l'impressione.
E' che a me la staticità in musica non piace molto. Ho tendenza a annoiarmi.
Reich infatti mi fa sbadigliare.
del resto, la poliritmia non è certo quello che davvero
> spicca proprio nelle
> composizioni poliritmiche di Ligeti, dove fanno da padrone tanti altri
> aspetti, primo fra tutti la
> musicalità.
> Ora, tieni conto che il ventunenne che ha generato quei ritmi anarchici,
> era un batterista.
> Uno che picchia le percussioni dalla mattina alla sera, e poi passa alla
> generazione di ritmi
> elettronici, elabora in modo empirico, vale a dire sperimentando
> manualmente di continuo,
> quasi come un giocoliere. Per forza di cose, dopo un po', se uno ha il
> cervello e la
> pazienza, escon fuori cose interessanti, frutto di un lavoro comunque duro
> (ed è questo
> quello che conta, nell'artigianato).
certamente, non v'è dubbio
> Poi si tratta di raccoglierle, saperle mettere assieme etc.
> Qui non siamo di fronte a musica "classica", dunque il concetto di
> elaborazione va rivisto.
> Certo però che quando ascolto l'elemento ritmico in Ligeti, non vi trovo
> nulla di interessante
> compositivamente: semplicemente lo considero elemento integrantel. Per me
> la genialità di
> Ligeti sta in altri aspetti.
concordo, infatti. Ma dato che lo avevi citato tu, l'ho ripreso.
> Qui invece siamo di fronte ad un vortice di ritmi che ha il carattere di
> improvvisazione, ma
> di improvvisazione fatta con le palle, e dopo un lavoraccio. E comunque di
> fronte a
> qualcosa di assolutamente nuovo.
>
certamente, per l'epoca era una cosa sorprendente, non ne dubito
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Re: invenzioni nell'arte [messaggio #20164 è una risposta a message #20159] |
dom, 07 agosto 2011 17:05 ![Messaggio precedente Messaggio precedente](theme/adv/images/up.png) |
Federico Gnech Messaggi: 208 Registrato: maggio 2011 |
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Il 07/08/2011 16:42, Herr von Faninal ha scritto:
> "Federico Gnech"<federicognech@gmail.com> ha scritto nel messaggio
> news:j1m7s9$k92$1@dont-email.me...
>> Mi sa che devo mandare affanculo un bel po' di gente qua dentro :-)
>> Prova ad ascoltare Tehillim e soprattutto the Desert Music
>
> mah.
> Fatti bene, ma mica capolavori eh. (e adesso mandami affanculo :-)
>
>
Già fatto, mentalmente ;-)
Vabbè, uso raramente la parola 'capolavoro'. Diciamo che Reich ha
consapevolmente espunto dal suo linguaggio alcuni valori propri
della musica colta, e se poi la ripetizione ti stanca, c'è poco da dire.
E' stata un'altra via, alternativa ai serialisti, postserialisti,
neoromantici, mistici, cialtroni. Credo possa avere un suo posticino
nella storia della musica del novecento, no?
F.
--
http://flaneurotic.wordpress.com/
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