OT per gli interessati alle Enciclopedie [messaggio #9548] |
mar, 21 dicembre 2010 13:55 |
Karl Rossmann Messaggi: 229 Registrato: novembre 2010 |
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Saluti a tutti.
Qualche giorno fa nel thread col titolo “Quando l'arte diventa
incomprensibile” Rudy indicava all’attenzione un’opera di un artista
italiano, Benedetto Marcucci (http://tinyurl.com/32wbazf ) che ha
l’Enciclopedia Treccani come essenziale componente.
Una foto della stessa e’ usata per illustrare un articolo del “Fatto
quotidiano” in cui c’e’ una breve intervista a Tullio Gregory. Ne
riporto un passaggio (non e’ accessibile dal sito del giornale):
“[Gregory] direttore della grande enciclopedia e curatore [sic] della
più recente Enciclopedia Treccani del XXI secolo. Del supporto
cartaceo si può anche fare a meno, aggiunge «l’importante è garantire
il livello culturale del prodotto che si basa sul fornire una
prospettiva critica degli eventi. Faccio un esempio: oggi nel mondo
della creazione artistica vanno prevalendo la video-arte, le
installazioni ri-spetto alla tradizionale cultura del quadro ad olio,
come mai? Vogliamo capirlo? Per farlo bisogna scrivere un saggio sulla
fenomenologia dell’arte, sul destino dell’arte oggi. Tutte queste cose
Wikipedia non tè le da»”.
Sante parole. Chi legge un po’ di thread qui non puo’ che essere
d’accordo: in particolare sul tema specifico – arte figurativa
contemporanea – su cui si e’andati un po’ sul sentito dire.
Ma lo stesso Gregory, non so se silurato a suo tempo (la sua critica
alle tesi di Giuliano Amato non e’ benevola) anni fa affermava
stranezze riportate in un’intervista al «Sole 24 Ore» (http://
www.luxury24.ilsole24ore.com/ArteCreativita/2008/10/tullio-g regory-treccani_1.php
) che non paiono deporre a favore di un grande solutore dei problemi
che ahimè affliggono – direi non a caso – il carrozzone Treccani.
Il discorso e’ molto ampio, complesso e andrebbe approfondito; c’e’ un
certo dibattito, chi lavora all’Istituto si sta pronunciando e le loro
tesi vanno secondo me ascoltate per prime con il rispetto dovuto per
chi rischia il posto di lavoro ( si legge qualcosa in
http://www.corrierecomunicazioni.it/index.php?section=news&a mp;idNotizia=80747
): quello che mi sorprende un po’ – si fa per dire – e’ il modo in cui
pontifica il politico presidente di turno, questa volta Giuliano
Amato. Forse far funzionare un’azienda culturale non e’ cosa da
equilibri da manuale Cencelli con annesse generose (immagino) prebende
a quel genere di personaggi. O no?
K. R.
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