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stia avvertito il compositore [messaggio #121689] |
sab, 24 settembre 2011 22:26 |
llogi Messaggi: 197 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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"Stia avvertito il Compositore di non cominciare giammai senza aver
fatto un cenno universale. Se comincerà all'improvviso egli azzarderà di
cominciare da solo. La ragione è che l'usanza solida de' Sonatori delle
Opere è di tenere conferenza tra loro nel tempo de' Recitativi, o di
presentare il Tabacco a' loro vicini, o di smoccolare con un chiodo le
candele, o di accordare forte per far sentire la virtù loro, o di
cominciare a mettersi adagio sul naso gli Occhiali, e poi sonare a tutto
dell'agio dopo gli altri" (Francesco Maria Veracini 1760)
--
Luca Logi - Firenze - Italy e-mail: llogi@dada.it
Home page: http://www.angelfire.com/ar/archivarius
(musicologia pratica)
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Re: stia avvertito il compositore [messaggio #122946 è una risposta a message #122894] |
mar, 27 settembre 2011 19:22 |
llogi Messaggi: 197 Registrato: novembre 2010 |
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Paolo Tramannoni <ptram@despammed.com> wrote:
> In ogni caso, devo specificare che il consiglio dei tre violini mi è
> stato dato da un bravo docente canadese, che è però allo stesso tempo un
> compositore di non grandissima esperienza.
>
> Il mio maestro principale, uno dei più importanti compositori
> contemporanei, autore molto eseguito e di tecnica strepitosa, mi ha
> invece consigliato il sistema del raddoppio. Tendo a preferire la
> seconda ipotesi.
Di solito, due strumenti uguali all'unisono hanno un suono molto meno
brillante di uno solo. Sia perché suonando da soli si suona liberi
mentre suonare in coppia è un po' come camminare come i carcerati
incatenati due a due, sia perché non necessariamente i due strumenti
sono suonati esattamente in fase, se occasionalmente finiscono in
controfase le onde sonore tendono a cancellarsi piuttosto che a
sommarsi. Da tre strumenti in su il suono diventa progressivamente più
ricco. Naturalmente il risultato dipende anche da tante cose, come
l'intonazione, lo spettro armonico, il vibrato o la sua assenza, etc.
--
Luca Logi - Firenze - Italy e-mail: llogi@dada.it
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Re: stia avvertito il compositore [messaggio #123413 è una risposta a message #122946] |
mer, 28 settembre 2011 19:38 |
Kowalski Messaggi: 141 Registrato: marzo 2011 |
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Il 27/09/2011 19.22, Luca Logi ha scritto:
> Di solito, due strumenti uguali all'unisono hanno un suono molto meno
> brillante di uno solo. Sia perché suonando da soli si suona liberi
> mentre suonare in coppia è un po' come camminare come i carcerati
> incatenati due a due, sia perché non necessariamente i due strumenti
> sono suonati esattamente in fase, se occasionalmente finiscono in
> controfase le onde sonore tendono a cancellarsi piuttosto che a
> sommarsi. Da tre strumenti in su il suono diventa progressivamente più
> ricco. Naturalmente il risultato dipende anche da tante cose, come
> l'intonazione, lo spettro armonico, il vibrato o la sua assenza, etc.
E' un punto importante, ma molto dibattuto... per la mia esperienza
personale, i vecchi arrangiatori con 40 anni di esperienza consigliano
di fare come dici tu... e in effetti i fiati delle orchestre spesso
eseguono a solo i passi scritti "a 2" (esempio tipico: sinfonie
classiche, corni a 2 in unisono nel piano); però una volta un luminare
di musica elettronica / acustica / ecc. mi ha detto con la massima
certezza che due strumenti in unisono suoneranno necessariamente con un
suono più forte e ricco di uno solo, vuoi perchè un buon 30% o più di
ciò che si ascolta è composto da rumore (l'arco che striscia, il fiato
dell'esecutore, ecc.), e quello si somma perchè non può andare in
controfase, vuoi per altri vari motivi... insomma alla fine mi aveva
convinto.
Dovremmo fare degli esperimenti... troviamo qualche università svizzera
che ci finanzi! :-)
ciao
WK
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Re: stia avvertito il compositore [messaggio #123728 è una risposta a message #123413] |
gio, 29 settembre 2011 14:40 |
llogi Messaggi: 197 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Kowalski <ko@walski.net> wrote:
> E' un punto importante, ma molto dibattuto... per la mia esperienza
> personale, i vecchi arrangiatori con 40 anni di esperienza consigliano
> di fare come dici tu... e in effetti i fiati delle orchestre spesso
> eseguono a solo i passi scritti "a 2" (esempio tipico: sinfonie
> classiche, corni a 2 in unisono nel piano); però una volta un luminare
> di musica elettronica / acustica / ecc. mi ha detto con la massima
> certezza che due strumenti in unisono suoneranno necessariamente con un
> suono più forte e ricco di uno solo, vuoi perchè un buon 30% o più di
> ciò che si ascolta è composto da rumore (l'arco che striscia, il fiato
> dell'esecutore, ecc.), e quello si somma perchè non può andare in
> controfase, vuoi per altri vari motivi... insomma alla fine mi aveva
> convinto.
Mi permetto di dissentire; si tratta di una questione addirittura più
psicologica che fisica, perchè se devo suonare una parte da solo ci
metto un certa disposizione, ed esce fuori (se voglio) un suono più
ricco che non a dover suonare all'unisono con un altro, dove prima di
tutto devo fare attenzione a fondermi con un altro strumento. Immagina
un tappeto di archi. Su questo, se a suonare una melodia sono un violino
o un violoncello soli possono "uscire" agevolmente. Prova ad immaginare,
per dire, l'a solo di violino di "Morgen!" (Richard Strauss). Suonato da
un violino solo, esce fuori meravigliosamente, il suono del violino solo
è ricco di armonici, ed è possibile impartire una espressione
individuale *ad ogni singola nota*. Se fosse suonato da tutta la fila
avrebbe una espressione diversa, certamente più impersonale, suono meno
ricco di armonici, dinamica più piatta, ma comunque una sonoritÃ
contenuta ma complessa, risultante dal prodotto di tanti vibrati a
frequenze diverse, microscopiche discordanze di intonazione, armonici in
quantità diversa secondo i singoli strumenti, cancellazioni e somme di
fase. Un risultato diverso ma comunque accettabile - diciamo la
differenza che passa fra una affermazione individuale ed una collettiva.
Suonato da due violini all'unisono, lo stesso pezzo avrebbe una sonoritÃ
grigiastra, priva di espressione individuale ma anche della complessitÃ
che viene dall'esecuzione in fila. Se invece immagini un violino ed un
violoncello all'ottava, di nuovo bisogna fare attenzione a quello che si
suona, ma ognuno dei due strumenti avrebbe lo spazio per esprimersi. Di
nuovo, un risultato diverso ma accettabile. Un flauto solo: una altra
espressione, diversa dal violino. Due flauti all'unisono: di nuovo un
timbro molto più grigio, non troppo diverso da quello di un organo,
privo di espressione.
Sul discorso dell'intensità pure avrei da dissentire. In primo luogo
dentro un gruppo non ci si fa sentire solo per la bruta intensità ma
anche con la ricchezza di armonici - ci sono dei violini, per dire, che
suonano indubbiamente forte ma tutto sommato privi di carattere; altri
violini magari hanno meno voce ma più ricca, e spesso escono più questi
degli altri. Anche a livello di bruta intensità , ricordiamoci che la
percezione non è lineare e a volte anche aggiungendo molti strumenti lo
scarto di intensità è meno di quello che ci si attenderebbe. Otto arpe,
per dire, sono un magnifico spettacolo visivo ma non è che facciano
molto più rumore di quattro.
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Luca Logi - Firenze - Italy e-mail: llogi@dada.it
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(musicologia pratica)
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Re: stia avvertito il compositore [messaggio #123764 è una risposta a message #123727] |
gio, 29 settembre 2011 15:14 |
Herr von Faninal Messaggi: 944 Registrato: luglio 2011 |
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"Luca Logi" <llogi@dada.it> ha scritto nel messaggio
news:1k8d0lv.4ftafgdi6o31N%llogi@dada.it...
> Non lo so. Nella mia esperienza c'è una orchestra da camera dove, a
> furia di provare, alla fine suonavamo in perfetto unisono con l'altro
> primo violino. Probabilmente, aggiungendo il terzo, avremmo dovuto
> ricominciare da capo.
Ah beh, sì, quelli abituati a suonare come un sol uomo, difficilmente
accettano il terzo intruso. Niente coppie aperte, fra i violinisti :-)))
>
> C'è anche da dire che una cosa è suonare Vivaldi in due, una cosa è
> suonare il valzer del Rosenkavalier.
credo infatti che vada valutata la partitura innanzitutto.
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Re: stia avvertito il compositore [messaggio #123768 è una risposta a message #123765] |
gio, 29 settembre 2011 16:39 |
Herr von Faninal Messaggi: 944 Registrato: luglio 2011 |
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"Der Bildungsphilister" <bass_desires2003@yahoo.it> ha scritto nel messaggio
news:yH_gq.78679$GZ3.67317@tornado.fastwebnet.it...
> Luca Logi ha scritto:
>> Herr von Faninal <wargh@mail.nz> wrote:
>>
>>> direi che infatti è giusto. Non ho idea del perché nei gruppi barocchi
>>> piccoli (diciamo da camera) i violinisti preferiscano sempre essere in
>>> due
>>> piuttosto che in tre e anche chi ha la responsabilità di concertare (fra
>>> quelli espertissimi che conosco) preferisca sempre due. Anzi, potresti
>>> spiegarmelo tu così finalmente lo capisco anch'io (che ho sempre pensato
>>> fosse meglio tre, ma ogni volta che azzardo l'ipotesi vengo sbranata
>>> viva).
>>
>> Non lo so. Nella mia esperienza c'è una orchestra da camera dove, a
>> furia di provare, alla fine suonavamo in perfetto unisono con l'altro
>> primo violino. Probabilmente, aggiungendo il terzo, avremmo dovuto
>> ricominciare da capo.
>
>
> Nella mia trascurabile esperienza, o suono con qualcuno con cui mi è
> facile intonare già da subito, oppure è molto più facile "attaccarmi"
> all'intonazione di una sola persona invece che considerare anche quella di
> un terzo. Per me questo spiega buona parte della questione.
allora potremmo dire che si tratta della scelta fra impostazione oggettiva
("tre meglio di due") e impostazione soggettiva ("personalmente preferisco
intonarmi con uno solo").
Alla fine, giustamente imho, prevale spesso l'ipotesi soggettiva.
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Re: stia avvertito il compositore [messaggio #124403 è una risposta a message #124085] |
sab, 01 ottobre 2011 00:37 |
llogi Messaggi: 197 Registrato: novembre 2010 |
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Kowalski <ko@walski.net> wrote:
> Però, tornando al discorso iniziale, concordi con me che un passo a due
> violini in unisono non preoccupa più di tanto un violinista di professione?
Premesso che studiando tutto è possibile, direi che una intera serata di
Vivaldi o Geminiani, che cade naturalmente sotto le dita, non preoccupa
più di tanto. Il piccolo passo segnato per due violini nel Requiem di
Verdi, in la bemolle maggiore, in posizione acuta con una diteggiatura
innaturale, è una ricetta per un disastrino...
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Luca Logi - Firenze - Italy e-mail: llogi@dada.it
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