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Re: ennesima bariccata [messaggio #10351 è una risposta a message #10347] |
dom, 09 gennaio 2011 17:05 |
ptram Messaggi: 458 Registrato: novembre 2010 |
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Placebo987 <placebo987@hotmail.com> wrote:
> mescolano insieme Ross e Baricco.
Bellissimo l'articolo di Ross, di cui anch'io devo assolutamente
procurarmi qualcosa di più "impegnativo".
Terribile Baricco, che non ha capito l'articolo di Ross, né la ragione
dell'impaginazione dei due o tre concerti di contemporanea a cui deve
aver assistito.
A suo avviso, la compresenza di classici romantici ed autori moderni in
un concerto è una strategia di marketing di stampo oratoriale; non
sembra sfiorarlo l'idea che si tratti di una riflessione su di un
percorso storico.
Ancora una volta, tra l'altro, mi sembra che lo scrittore torinese
dimostri di non avere una preparazione musicale particolarmente solida:
se riesce a parlare di un Boulez che cerca propri antecedenti in Wagner
e Beethoven. Dubito tra l'altro che sia mai esistito un concerto con
musiche di Boulez e Brahms nello stesso programma (sospetto che Boulez
avrebbe fatto intervenire i suoi avvocati).
E sarà pur vero che Pollock e la Gioconda non si espongono di solito
insieme, ma ad accogliere i visitatori delle varie ali del Louvre ci
sono opere di artisti quali Anselm Kiefer. Continuo inoltre a chiedermi
quale sia la responsabilità di Duchamp nel trasformare la Gioconda in
un'opera pop, con la tentazione di considerarla essenziale.
Ciao,
Paolo
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Re: ennesima bariccata [messaggio #10357 è una risposta a message #10351] |
dom, 09 gennaio 2011 18:06 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
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"Paolo Tramannoni" <ptram@despammed.com> ha scritto nel messaggio
news:1juu6uz.1i00395hkxbeiN%ptram@despammed.com...
> quale sia la responsabilità di Duchamp nel trasformare la Gioconda in
> un'opera pop, con la tentazione di considerarla essenziale.
A parer mio, entrambi fanno confusione su un concetto semplice semplice: il
pubblico medio forse non esiste, se esiste (diciamo come concetto
sociologico) non capisce un accidente.
Non è che preferiscano la musica tonale perché la capiscono. Non capiscono
neppure quella, ma sono abituati all'idea, rappresenta un valore positivo e
quindi si sono convinti di gradirla.
Ho riso di gusto leggendo le dotte dissertazioni (se erano un po' più
stringate era comunque meglio) del pestilenziale Ross; non è che l'Ulisse di
Joyce o Godard il pubblico medio li abbiano assimilati. Semplicemente, c'è
una sanzione sociale contro chi ne parla male, e sopportarli è facile.
Conoscere è un altro discorso, capire un altro ancora. Se Joyce o Proust
dovessero sentirli leggere in pubblico, comincerebbero i dolori. Se in
merito dovessero dire qualcosa di personale, di non riciclato, sarebbero
ugualmente dolori. Al cinema poi si può sempre dormire, o guardare le gambe
all'attrice.
Si badi, non sto giustificando chi di questi autori parla male
gratuitamente, chi si mette in mostra sostenendo che sono "sopravvalutati",
l'esteta da caffé e da libreria, insomma; chi si comporta così si comporta
male, per la collettività , non tanto perché infrange un tabù relativo al
valore dell'autore (di quello non sanno un accidente); quanto perché si
spinge su un terreno in cui comincerebbe a contare la capacità di analisi
individuale. Ed è quel terreno che va evitato, a qualsiasi costo.
Perché la capacità di analisi individuale, più o meno approfondita e
tecnica, non esiste più, se mai è esistita. E' questione di pochi. Non per
elitismo; per libera scelta dei fruitori.
dR
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Re: ennesima bariccata [messaggio #10406 è una risposta a message #10357] |
lun, 10 gennaio 2011 16:50 |
Placebo987 Messaggi: 143 Registrato: novembre 2010 |
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"Shapiro used clothes" <vittoriocol@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:4d29eb04$0$10582$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
> A parer mio, entrambi fanno confusione su un concetto semplice semplice:
> il pubblico medio forse non esiste, se esiste (diciamo come concetto
> sociologico) non capisce un accidente.
> Non è che preferiscano la musica tonale perché la capiscono. Non capiscono
> neppure quella, ma sono abituati all'idea, rappresenta un valore positivo
> e quindi si sono convinti di gradirla.
> Ho riso di gusto leggendo le dotte dissertazioni (se erano un po' più
> stringate era comunque meglio) del pestilenziale Ross; non è che l'Ulisse
> di Joyce o Godard il pubblico medio li abbiano assimilati. Semplicemente,
> c'è una sanzione sociale contro chi ne parla male, e sopportarli è facile.
> Conoscere è un altro discorso, capire un altro ancora. Se Joyce o Proust
> dovessero sentirli leggere in pubblico, comincerebbero i dolori. Se in
> merito dovessero dire qualcosa di personale, di non riciclato, sarebbero
> ugualmente dolori. Al cinema poi si può sempre dormire, o guardare le
> gambe all'attrice.
Fin qui sei stato semplicemente splendido. Il concetto di "sanzione sociale"
e'
addirittura geniale. Poi il guizzo ironico finale. Sentiti complimenti. ;-)
Poi pero' hai forse temuto di avere esagerato e ti sei, in certo qual modo,
giustificato, applicando la sanzione sociale a chi non apprezza Joyce e
Proust.
Non tutti lo fanno gratuitamente, non tutti si mettono in mostra (per
beccarsi
degli improperi, tra l'altro), non tutti sono esteti da caffe' e da
libreria.
Evito di proposito di farne un caso personale, ma perche' escludere che
ci siano persone che abbiano cercato seriamente di capire, per esempio,
cosa c'entra Omero con il libro di Joyce (potrebbe trattarsi di una
formidabile
trovata pubblicitaria). E per restare nei paraggi, forse e' piu' onesto
Queneau
a intitolare il suo lavoro "Esercizi Di Stile". E a proposito di stile, lo
stesso
Queneau (butto li' anche un Camus e tanti altri) non c'insegna forse che si
puo' scrivere bene e moderno senza stravolgere il linguaggio?
Ci sono anime semplici, magari con scarsa capacita' di analisi, che forse
non
meritano di essere socialmente sanzionati. ;-)
Ciao.
Placebo987
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Re: ennesima bariccata [messaggio #10407 è una risposta a message #10406] |
lun, 10 gennaio 2011 17:06 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
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"Placebo987" <placebo987@hotmail.com> ha scritto nel messaggio
news:MVFWo.23222$7b4.18344@tornado.fastwebnet.it...
> Ci sono anime semplici, magari con scarsa capacita' di analisi, che forse
> non
> meritano di essere socialmente sanzionati. ;-)
Sicuramente sì.
Arriverei a dire che queste anime semplici, in genere, capiscono, magari a
modo loro, anche i testi più impegnativi, senza bisogno di troppi
intellettualismi (uso il suffisso in senso forte, di proposito).
Un'anima candida di questo genere ce l'ho praticamente in casa e legge di
tutto, ti assicuro che si accorge di cose che sfuggono a molti miei
conoscenti assai "edotti" e "introdotti". Fra questi ci sono anche alcuni
miei clienti, ovviamente: ho la fortuna di disporre di un buon punto di
osservazione.
Temo poi (ti ringrazio molto per l'attenzione) di essermi spiegato non
troppo bene: non dico che la sanzione sociale sia un bene, personalmente non
l'approvo.
Però esiste, eccome.
Volevo dire che è fondamentalmente ipocrita. Si solleva non tanto di fronte
alla scarsa voglia di capire (e per quella al limite sarebbe qualcosa di
giusto; perché voler a tutti i costi formulare giudizi anche sulle cose che
non ci prendono e in definitiva non ci interessano?) quanto perché vede
interrotte o minacciate certe convenzioni operanti.
Quelle che garantiscono gli "edotti"; assai diversi dai colti puri e
semplici, ovviamente. In definitiva queste condizioni permettono il
perpetuarsi di un oblio vero e proprio della lettura propriamente detta; in
quelle condizioni faccio rientrare anche il sociologismo culturale
esasperato, quell'insieme di abitudini per cui conta più la griglia
contestualizzante entro cui inserire (e valutare) l'opera che l'opera in sé,
con la sua retorica, il suo stile e le sue scelte, che non vengono
praticamente mai prese in considerazione per quel che sono, semplicemente, e
per quello che vorrebbero dire.
Se mi sono spiegato male mi scuso, grazie ancora. :-)
dR
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Re: ennesima bariccata [messaggio #10416 è una risposta a message #10367] |
lun, 10 gennaio 2011 19:12 |
luziferszorn Messaggi: 3830 Registrato: novembre 2010 |
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On 9 Gen, 20:20, "Zaz!" <z...@zaz.com> wrote:
> Comunque abbiamo sbagliato a metter su un circo, vecchio mio.
> Una scuola di scrittura kreativa ci fruttava di pi (ogni riferimento a
> Baricco puramente casuale)
cito da WIKI:
Un'altra critica, molto personale, è venuta da Daniele Luttazzi che,
intervistato nel 2004 sulla rivista letteraria Orizzonti da Gianluca
Mercadante, ha dichiarato: «Gli autori italiani che preferisco oltre a
Gadda sono Manganelli, Aldo Busi, Arbasino e Flaiano. Non sopporto
invece quelli che usano la pagina per mettere il proprio IO in mostra.
Un IO in posa.» Scommetto che leggi tutti i romanzi di Baricco,
allora! (gli chiede Mercadante). «Ecco bravo, Baricco non lo sopporto
proprio! "Castelli di rabbia"! Già solo il titolo mi faceva
accapponare la pelle. Apro il libro, leggo la prima frase e mi sono
trattenuto dal lanciarlo solo perché ero in una libreria! Troppo
lezioso. Troppo. Non a caso, la sua vera attività è fare corsi di
scrittura creativa».
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Re: ennesima bariccata [messaggio #10449 è una risposta a message #10357] |
mer, 12 gennaio 2011 22:33 |
ptram Messaggi: 458 Registrato: novembre 2010 |
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Shapiro used clothes <vittoriocol@tin.it> wrote:
> Non è che preferiscano la musica tonale perché la capiscono
In questo gruppo la domanda si è posta più volte: ma il pubblico della
"musica tonale", intesa come musica classica o (per semplificare)
"neo-romantica", è numeroso? O per "musica tonale" dobbiamo
accontentarci di intendere le canzonette e le canzonette in mogano di
Einaudi e Allevi?
Mi sembra che si moltiplichino, da parecchio tempo, gli appelli alla
chiusura dei teatri e allo scioglimento delle formazioni orchestrali. Ma
mentre Boulez viene arrestato per una dichiarazione provocatoria, chi
chiude realmente orchestre e teatri resta in libertà e magari lautamente
stipendiato.
> non è che l'Ulisse di
> Joyce o Godard il pubblico medio li abbiano assimilati. Semplicemente, c'è
> una sanzione sociale contro chi ne parla male
Onore al merito, dunque, all'attuale direttore di Radio Tre, che anni fa
fece quasi vergognare in diretta un giovane ascoltatore che dichiarava
di aver letto l'Ulisse, per la mancanza di ipocrisia. C'è una corrente
di pensiero che tende a considerare "quella roba" illeggibile, e almeno
ha il merito di dirlo senza vergognarsene. Hanno problemi di
comprensione, ma non di onestà .
Ieri ho letto su Repubblica la presentazione del film su "La versione di
Barney" (a firma di Francesco Merlo), che demolisce il libro perché
troppo grasso e prolisso (o qualcosa del genere). Io non ho visto il
film, ma dagli spezzoni che girano mi è sembrato un film molto standard.
Il "fuori standard" di quel capolavoro assoluto che è il romanzo non può
piacere a chi ama roba un po' più da fighetti.
Incidentalmente: in preparazione ad un corso di scrittura creativa che
sto seguendo in Canada, ho voluto scegliere dei testi-guida tratti dalla
letteratura nazionale. Inevitabile Richler, ma ho scoperto (tardi!) le
delizie di Margareth Artwood, con le sue magnifiche, insopportabili
virago. Non mi meraviglia che in Italia sia (mi sembri) più apprezzata
Alice Munro, con le sue storie intimistiche, locali, e un po' gossipare.
Ciao,
Paolo
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Re: ennesima bariccata [messaggio #10454 è una risposta a message #10449] |
gio, 13 gennaio 2011 00:04 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
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"Paolo Tramannoni" <ptram@despammed.com> ha scritto nel messaggio
news:1juzrvn.xd3crrde09ykN%ptram@despammed.com...
> In questo gruppo la domanda si è posta più volte: ma il pubblico della
> "musica tonale", intesa come musica classica o (per semplificare)
> "neo-romantica"
Io intendevo la musica tonale tout court. Quella di tradizione.
>, è numeroso? O per "musica tonale" dobbiamo
> accontentarci di intendere le canzonette e le canzonette in mogano di
> Einaudi e Allevi?
Appunto, quelle sono canzonette. Imho.
> Mi sembra che si moltiplichino, da parecchio tempo, gli appelli alla
> chiusura dei teatri e allo scioglimento delle formazioni orchestrali. Ma
> mentre Boulez viene arrestato per una dichiarazione provocatoria, chi
> chiude realmente orchestre e teatri resta in libertà e magari lautamente
> stipendiato.
Beh, con l'aria che tira...se ci accontentiamo di Baricco, nessuno
protesterà più.
> Onore al merito, dunque, all'attuale direttore di Radio Tre, che anni fa
> fece quasi vergognare in diretta un giovane ascoltatore che dichiarava
> di aver letto l'Ulisse, per la mancanza di ipocrisia. C'è una corrente
> di pensiero
....di assenza di pensiero, imho.
> Ieri ho letto su Repubblica la presentazione del film su "La versione di
> Barney" (a firma di Francesco Merlo), che demolisce il libro perché
> troppo grasso e prolisso (o qualcosa del genere). Io non ho visto il
> film, ma dagli spezzoni che girano mi è sembrato un film molto standard.
> Il "fuori standard" di quel capolavoro assoluto che è il romanzo non può
> piacere a chi ama roba un po' più da fighetti.
Sottoscrivo.
Francesco Merlo è un altro caso di giornalista incontenibile, senza senso
del limite.
Ecco perché tendo a essere indulgente con le provocazioni spuntate di un
certo ottuagenario torinese.
Quelle sono innocue, in fondo.
Questi qui sono proprio convinti, invece.
Un altro è il critico letterario (vabbé) del Corsera, che è più preparato
del Merlo (non è mai arrivato a stroncare un Richler, anche se la sua
passione per Vitali è incomprensibile; allora riciclo Piero Chiara), ma ha
comunque un'alta opinione di se stesso, pure lui.
Fare una sceneggiatura dalla versione di Barney denota o grande presunzione
o genialità , senza troppe vie di mezzo. Non credo, sinceramente, che quel
film rientri nella seconda categoria. Quella di Richler, come sai, è una
ripresa in grande stile, molto originale e personale, di una forma praticata
da Saul Bellow nelle lettere americane in lingua inglese, ed esemplata
niente meno che sulle Memorie del Sottosuolo (e, volendo risalire oltre, sul
Rousseau memorialistico). Per tradurre veramente in un discorso
cinematografico quel genere di forma ci vorrebbe un regista quanto meno
geniale e anticonformista; è una forma che fa a pugni con la narrazione
mainstream del cinema attuale.
dR
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