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| energia e lavoro (test formattazione) [messaggio #125892] |
gio, 06 ottobre 2011 00:23  |
 Tommaso Russo, Triest
Messaggi: 14
Registrato: luglio 2011 |
Junior Member |
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/Dare una definizione rigorosa ma comprensibile di cosa si intenda per
“energia” in Fisica non è facilissimo. “Energia” è un concetto astratto
elaborato dagli umani per dare una risposta a domande molto concrete:
dove va a finire il lavoro che faccio? In che modo potrei farmelo
restituire? Chi o cosa potrebbe fare un lavoro al posto mio? è chiaro
allora che è necessario, prima, definire cosa si intenda per “lavoro”.
Ma questo è più facile: “lavoro” è un’attività, non sempre gradita, che
ci fa sudare./
Energia: nucleare, da fonti fossili (carbone, petrolio), rinnovabile
(solare, eolica, idroelettrica)... Difficile trovare oggi una parola che
abbia un’importanza paragonabile per l’economia mondiale e la vita
quotidiana di ciascuno: e altrettanto difficile trovare una parola il
cui significato sia tanto malcompreso, e tanto spesso usata (e
spessissimo dai massmedia) in modo fuorviante.
L’etimologia (vedi noterella etimologica) non aiuta molto. Il vocabolo
enérgheia, già noto prima di Socrate, fu usato da Aristotele con un
significato molto più ampio di quello che oggi la Fisica dà ad energia,
e proprio questa ampiezza, mantenuta nel tempo in modi di dire d’uso
comune (un cucciolo pieno d’energia, un comandante energico...) rende
possibile la costruzione di frasi dove energia viene usata con
intenzioni che nulla hanno a che vedere con quelle della Fisica: talune
metaforiche e quindi lecite (energia della conduzione di un direttore
d’orchestra, energia espressiva di un quadro, energia della ceramica,
energie intellettuali), altre con parvenze di scientificità che possono
(e talvolta vogliono) indurre confusione (emanazione di energie positive
e negative, energia cosmica – che le piramidi sarebbero in grado di
concentrare..., energia vitale, energia orgonica...).
In senso strettamente fisico, l’energia è definita come la capacità di
un sistema fisico di compiere lavoro su un altro sistema fisico.
Ovviamente, come tutte le definizioni di un termine, anche questa fa uso
di altri termini, che a loro volta dovrebbero essere definiti.
.....
La definizione di “lavoro” in Fisica invece è più semplice. In questo
caso può essere fuorviante la molteplicità di significati che ha, in
italiano ma anche in altre lingue, la parola “lavoro”: chi porta a
spalla un sacco di malta al terzo piano sta sicuramente lavorando, ma
stanno lavorando anche un insegnante che fa lezione, o un portiere di
notte che sta seduto nella portineria di un albergo in attesa di clienti.
In questo caso l’etimo aiuta (vedi nuovamente noterella etimologica),
riportandoci indietro a tempi in cui l’unico lavoro conosciuto era
quello, duro e necessario, che richiedeva muscoli e resistenza alla
fatica fisica: l’aratura dei campi; il trasporto di acqua, prede,
letame, materiale edilizio, dalla sorgente al luogo d’uso;
l’edificazione in altezza.
Fra i tanti significati che lavoro può assumere, quello che interessa la
Fisica è quello, appunto, più “fisico”: attività, non sempre gradita,
che ci fa sudare.
.......
Noterella etimologica
*Energia*: i dizionari etimologici rimandano ad Aristotele ed alla sua
enérgheia. Vocabolo complicato, che deriva dalla radice ergon, lavoro,
opera: en-ergos, “dentro il lavoro” significa occupato, impegnato,
attivo; en-erg-eia è la proprietà di ciò che è dentro il lavoro:
attività, funzionamento, occupazione, business. Potremmo tradurla con
“impegno” per gli esseri animati, in grado di impegnarsi per raggiungere
uno scopo; “funzione” per gli oggetti inanimati. Con una sola parola,
l’inglesismo mission o l’italianissimo “mestiere”.
Il mestiere dell’occhio è vedere; il mestiere di un muratore è costruire
un tetto; il mestiere di un tetto è riparare dalla pioggia. L’interesse
di Aristotele è per l’etica: l’enérgheia dell’uomo è costruirsi un’anima
che operi secondo ragione: l’ enérgheia dell’anima completamente
realizzata è essere felice.
Il mestiere dell’acqua è di scorrere verso il basso. Quando si trova in
alto, ha enérgheia in potenza: ciò che è capace di fare, e prima o poi
farà. Mentre scorre, ha enérgheia in atto, ed esercita il suo mestiere
trascinando con sé rami, imbarcazioni, o la pala di un mulino.
La Fisica concentra la sua attenzione sulle proprietà degli oggetti
fisici, inanimati, e dice che l’acqua in alto possiede energia
potenziale, il lavoro che è capace di fare: cadendo, possiede energia
cinetica, di movimento; spingendo altri oggetti, esercita una forza e
compie lavoro.
Oggi sappiamo che i concetti di “alto” e “basso” dipendono dalla
direzione di un campo gravitazionale, in assenza del quale gli oggetti
posti in alto non potrebbero cadere né quindi compiere lavoro, e diciamo
che non è l’oggetto, ma il sistema gravitazionale composto dall’oggetto
e dalla Terra, a possedere energia potenziale.
*Lavoro*: cosa significa lavoro in Fisica? Non chiedetelo a un
lavoratore. L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro,
recita l’art. 1 della Costituzione: ma “lavoro” in italiano ha un
significato molto più vasto di quello usato in Fisica. Per la
Costituzione è un dovere: il dovere di svolgere, secondo le proprie
possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra
al progresso materiale o spirituale della società (art. 4).
L’etimologia rimanda al latino labor, che però vuol dire più
propriamente “fatica”, mentre “lavoro” ha inglobato anche quello che per
i latini era opus, l’opera creativa dell’artigiano, dell’artista, dello
studioso.
In altre lingue non è così: nelle lingue anglosassoni si distingue fra
work, Werk, attività che può essere anche artistica o intellettuale (e
derivano proprio da ergon), e labour, Arbeit, lavoro fisico duro e
faticoso. Nel greco antico si distingueva ergon, attività nobile, da
ponos e pènomai (lavoro e lavorare), che hanno la stessa radice di
“pena”. Nelle lingue slave delo è l’equivalente di opus, mentre rab,
rabota, robota è il duro lavoro di fatica (da cui il ceco robot,
macchina automatica cui volentieri lo faremmo fare).
In inglese labour designa anche il travaglio del parto, come anche in
francese labourer; ma in francese labourer significa anche arare, mentre
il lavoro in generale si dice proprio travaglio, travail: affine allo
spagnolo trabajo, al portoghese trabalho, al sardo trabadhu e al
siciliano travagghiu: tutti vocaboli che derivano da tripalium, un
attrezzo medievale formato da tre pali con cui si immobilizzavano
cavalli e bovini riottosi per ferrarli od operarli chirurgicamente .
Il “lavoro” che interessa la Fisica è proprio il labour, quello che
richiede fatica e sudore: spingere una carriola, tirare un battello
lungo un fiume, sollevare balle di fieno dal terreno al piano del
fienile... ossia applicare per lungo tratto una forza intensa fra due
oggetti che si spostano l’uno rispetto all’altro. Che, stranamente,
anche i Fisici inglesi chiamano work.
--
TRu-TS
Buon vento e cieli sereni
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| Re: energia e lavoro (test formattazione) [messaggio #125942 è una risposta a message #125898] |
gio, 06 ottobre 2011 09:46  |
Alex M.
Messaggi: 9830
Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Il 06/10/2011 01:04, Tommaso Russo, Trieste ha scritto:
> Il 06/10/2011 00:40, Alex M. ha scritto:
>> Il 06/10/2011 00:23, Tommaso Russo, Trieste ha scritto:
>
>>> Chi o cosa potrebbe fare un lavoro al posto mio?
>>
>> un negher!
>
> Questo risponde a "chi", e storicamente e' stata la prima risposta.
>
> Quando qualcuno ha cominciato a pensare a "cosa" e' nata la civilta'
> industriale.
>
>
che reso anche l'uomo bianco uno schiavo
--
Alex M.
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