[UFV] Resident evil: afterlife (Anderson, 2010) [messaggio #30974] |
lun, 16 maggio 2011 11:33 |
Roberto Messaggi: 892 Registrato: maggio 2009 |
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A visione conclusa, ancora non si capisce il senso del titolo, né
quello del film, ma chi se ne frega, in fondo c’è un solo motivo per
vedere questo ennesimo capitolo: Milla Jovovich. Volto splendido,
fenomenale corpo androgino, postmoderno, futuristico e futuribile.
Il film non è un film *con* Milla Jovovich, è un film *per lei*. Certo
meriterebbe di più, e guru con un quoziente culturale un po' superiore
a quello dei registi che l'hanno usata finora, eppure c'è comunque
qualcosa di commovente nell’evidente devozione di Paul W.S. Anderson e
della sua cinepresa verso il corpo della sua Milla (ebbene sì, se non
odiate abbastanza Anderson per motivi squisitamente cinematografici,
sappiate che Milla Jovovich è sua moglie: odiatelo almeno per questo),
che la cinepresa esalta costantemente, regalandoci pose platiche e
"quadretti" fantastici. Il cinema di ogni tempo è pieno di simili atti
d’amore del regista per la sua donna. Anderson quindi non è il primo e
non sarà l’ultimo, con l’avvertimento che qui ovviamente non siamo
dalle parti del fenomeno Fellini/Masina. I tempi sono cambiati, e
Anderson ama la sua donna/moglie/attrice feticcio nell’epoca del
cinema dell’effimero, del videogame, del frammento, dell'estasi del
momento, della giustapposizione di episodi immediatamente
dimenticabili.
Per il resto la storiella di zombie proposta qui è la solita solfa,
anzi persino meno della solita solfa, il cattivo è spazzatura
purissima, buoni egli effetti speciali (anche se le scene d’azione
ripropongono cose che Matrix faceva più di dieci fa: piogge di
bossoli, ralenti infiniti, bullet time) e un 3D probabilmente meglio
del solito, al cinema. Gustosa la lotta con il marcantonio dotato di
colossale mannaia.
Complessivamente, ci si diverte. Anche in questo caso, si fa fatica a
comprendere l’astio diffuso verso questo film, soprattutto da parte di
gente che vede *solo* minchiate. Non me ne capacito.
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