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Home » Musica » Classica » Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni.
Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10767] gio, 20 gennaio 2011 11:46 Messaggio successivo
rodolfo.canaletti  è attualmente disconnesso rodolfo.canaletti
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La rappresentazione del 18 cui ho assistito avrebbe dovuto essere la
seconda, ma di fatto è stata la prima, dato che, credo per uno sciopero,
la rappresentazione del 16 è saltata. Questa precisazione non l'ho fatta
a caso: non sono molto interessato ad assistere alla prima, alla seconda
o anche all'ultima rappresentazione della serie (quella in cui ho
assistito alla Walkiria è stata la penultima rappresentazione e mi è
piaciuta immensamente). La precisazione serve a spiegare la mia
costernazione allo scatenarsi di booo (soprattutto provenienti dal
loggione) cui ho assistito alla fine dei Pagliacci e, un po' meno, alla
fine della Cavalleria. Sono cose alle quali che decine e decine di
registrazioni radiofoniche in diretta delle prima scaligere mi avevano
assuefatto, ma alle quali non avevo mai assistito di persona. Mi sono
chiesto il perché, e come me se lo sono chiesti in molti, almeno fra
quelli seduti ai posti vicino al mio. Poi la risposta mi è venuta
ripensando a certi post di frequentatori di IAMC, che si definiscono
"intenditori". Chiaro: la risposta ai nostri perché era semplicissima:
non ci intendiamo di musica.
Comunque, anche se non mi intendo di musica, a me la musica piace, e
molto; e mi piace particolarmente il teatro musicale. Così vado
all'opera anch'io, con buona pace di chi pensa che i non intenditori
invadono i teatri e impediscono ai veri intenditori di recarvicisi (come
succede a qualcuno).

Allora veniamo a questa rappresentazione. Premetto che non sono un
fanatico del verismo e che queste due opere, Cavalleria Rusticana e
Pagliacci, pur avendone sentito molte volte la musica, non le avevo mai
viste a teatro. Esiste un film, molto diffuso, diretto da Prêtre con la
regia di Zeffirelli. Il protagonista maschile è Placido Domingo in
entrambe le opere, le protagoniste femminili sono Teresa Stratas nei
Pagliacci e Elena Obrazova nella Cavalleria. Il lato positivo di questo
film (che credo sia tratto da una rappresentazione teatrale) è quello di
sposare una regia straordinariamente realistica con due opere
profondamente veriste. In Pagliacci Zeffirelli ricostruisce un villaggio
calabrese, nella Cavalleria un villaggio siciliano; in entrambi i casi
l'ambientazione, il coro e gli stessi protagonisti raffigurano un po' la
popolazione di quelle terre, nei costumi, nelle movenze, nel modo di
comportarsi, etc. Da questo punto di vista direi che Zeffirelli ha
saputo dare il meglio di sé.
La rappresentazione di martedì sera ha avuto tutta un'altra logica. Qui
la direzione teatrale è stata di Mario Martone, regista napoletano, noto
per alcuni suoi film, ma attivo anche in campo operistico: per esempio,
ricordo un Così fan tutte a Ferrara nel 2000 diretto da Claudio Abbado.
Personalmente ritengo Martone un regista con idee, e questa
rappresentazione scaligera me l'ha confermato.

Pagliacci: ambientazione moderna (tanto per dire, a un certo punto
compare una BMW con la quale arriva sulla scena Silvio), ma in un
ambiente molto degradato: un campo, quasi una discarica abusiva, alla
periferia della città sotto un viadotto autostradale. Un camper
malandato è l'abitazione di Canio e Nedda (mi è parsa una citazione di
ambiente zingaresco, tipo "campi Rom", confermata, almeno mi è sembrato,
dal costume di Canio e soprattutto da quello di Nedda). La scena si
svolge in parte sul palcoscenico e in parte in platea dando in questo
modo un collegamento decisamente veristico. Per esempio Silvio, durante
il teatrino del secondo atto era seduto in una poltrone in prima fila,
accanto a un amico, col quale applaudiva alle gag della commediola;
altre comparse occupavano altri posti sempre in platea; Canio, se la
prende con uno spettatore strattonandolo e poi tendendogli la mano
(credo che fosse uno spettatore vero, non una comparsa, in un palco di
quelli vicini al palcoscenico), e così via. La commediola che si svolge
nel secondo atto non si dispone in modo da simulare un ambiente
teatrale. I protagonisti agiscono su tutto il palcoscenico e anche
fuori, in platea, mentre il coro è ammassato in grande confusione su un
lato. Nel finale questo intreccio fra palcoscenico e platea accentua in
modo molto efficace la drammaticità della situazione.

Il protagonista maschile, Canio è José Cura. È stato molto buato alla
fine dell'opera, e credo, per la sua voce, certamente non limpida, e
tantomeno cristallina, ma un po' appannata e in sostanza abbastanza
deteriorata. Ma mi sento di ribadirlo: Cura è un vero animale da
palcoscenico. Sia nelle movenze del corpo, che nell'uso della voce,
secondo me è stato un Canio molto credibile, ma forse non propriamente
veristico. In lui avvertivo quasi la personificazione della gelosia,
della disperazione, del desiderio di vendetta che sono appunto le
caratteristiche principali del personaggio. Oserei dire che anche la sua
voce così offuscata ha contribuito a dare questa valenza più generale ai
sentimenti prorompenti dal canto. Ho trovato del tutto ingiusti i booo
cui è stato fatto segno. Modesto è stato l'apporto della protagonista
femminile, Oksana Dyka, che non ha offerto una grande personalità, al
contrario mi è sembrata abbastanza piatta, senza sfoderare una voce
particolarmente avvincente. Il Tonio di Maestri ha esibito una voce
molto potente, che perforava il velo dell'orchestra con grande facilità,
ma che si è dimostrata quasi completamente priva di convincenti
inflessioni, come d'altronde priva di espressione è stata anche la sua
recitazione.
La direzione orchestrale di Harding secondo me è stata buona, anche se
so che si tratta di un direttore discussissimo e, a Milano,
particolarmente inviso ai loggionisti e non solo. I booo alla fine non
si sono certo sprecati e hanno compreso un po' tutti, in modo
particolare direttore, José Cura e la Dyka. Non sono mancati, occorre
dirlo, tuttavia anche spettatori che hanno gradito lo spettacolo e che
si sforzavano di contrastare i booo gridando all'indirizzo degli
interpreti applausi vigorosi e grida di "Bravi!".

La Cavalleria. Qui Martone ha fatto una scelta completamente diversa.
Poiché l'opera deriva da una novella di Verga che offre una valenza
avviluppata intensamente sul sesso come forma paradigmatica di relazione
uomo-donna, all'inizio, dopo la sinfonia, suonata a sipario chiuso, nel
lungo brano orchestrale che precede il coro dei contadini che tornano
dai campi, nella parte centrale del palcoscenico si materializza una
compatta costruzione, su uno sfondo nero assolutamente opaco, che ha
l'aspetto dell'ingresso di un bordello, con tanto di maitresse che
riceve il costo delle prestazioni, fanciulle succinte che su divani
aspettano clienti che vanno e vengono, scale e di porte dietro le quali
le coppie si appartano. La costruzione scorre da destra a sinistra, e
prima dell'ingresso del coro essa è completamente uscita di scena. Così
comincia l'opera. La caratteristica principale della regia è
rappresentata dal fatto che l'ambientazione non si basa sulla presenza
di componenti "naturali" come edifici o arredi, ma è costruita sul coro
che rappresenta, come massa umana, il villaggio, la chiesa, la folla.
Per rappresentare questo esso si dispone sul palcoscenico in file
ordinatamente schierate (le case non sono delle mura, ma sono la gente,
le vie non sono delle strade lastricate, ma sono gli spazzi fra i
blocchi delle persone, etc.). Gli eventi fra i protagonisti avvengono
davanti o in mezzo alla massa. Al momento della funzione religiosa
pasquale, la massa umana che nella prima parte rappresentava il
villaggio, si volge con le spalle al pubblico, mentre un enorme
crocefisso sullo sfondo scende lentamente dall'alto, e una processione
si avvia fra i blocchi, e un sacerdote davanti al crocefisso celebra il
rito. Nella scena finale del brindisi, il coro si sparpaglia e dà la
raffigurazione di un ambiente da "osteria". Lo sfondo è sempre quella
"luce" nera, completamente opaca, tanto che, quando i vari personaggi
escono di scena, finiscono per immergersi in questo sfondo buio e
gradualmente scomparire alla vista. A me questa regia è sembrata molto
efficace, intelligente, visivamente bella.

Per quanto concerne gli interpreti, l'aspetto del canto in quest'opera è
stato decisamente superiore a quello dei Pagliacci. Licitra ha sfoderato
una voce fresca e intensa nel ruolo di Turiddu, la D'Intino ha cantato
con la consueta abilità nel ruolo di Santuzza. Di buon livello anche gli
altri interpreti, soprattutto l'Alfio di Claudio Sgura e la Lucia di
Elena Zilio. Dal punto di vista teatrale, Licitra non mi ha
entusiasmato: trascinato un po' dalla sua voce, mi è parso che abbia
interpretato il suo ruolo con una certa retorica: cosa assai facile
nell'interpretazione di un personaggio "verista", ma tutto sommato
abbastanza scontata. Più semplici, ma anche più efficaci mi sono
sembrati la D'Intino e Sgura. Alla fine i booo del loggione sono stati
meno intensi che per Pagliacci, e anche Harding, in quest'opera è stato
abbastanza graziato. D'altronde non mi è sembrato che la sua direzione
fosse così scandalosa, anzi. Chi è stato violentemente contestato alla
fine è stato proprio Martone, che, per me, da povero ignorante, è stato
senz'altro quello che ha dato il contributo più intelligente e più
valido alla spettacolo. Ma tant'è. Questi registi, come anche noi poveri
spettatori di platea, non capiscono niente di musica e rovinano le
opere. Giusto buarli.

Saluti a tutti

Rudy

---------------------
rodolfo.canaletti@tin.it
http://www.dicoseunpo.it
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10770 è una risposta a message #10767] gio, 20 gennaio 2011 12:01 Messaggio precedenteMessaggio successivo
turdusmerula  è attualmente disconnesso turdusmerula
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"Rudy" <rodolfo.canaletti@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:1jve5x5.1yspqhjfxs71qN%rodolfo.canaletti@tin.it...
> La rappresentazione del 18 cui ho assistito


Stavo giusto pensando di vedere e sistemare la registrazione, che non ho
ancora ascoltata. Che vedo è venuta con un solo canale audio (acc..). Di
solito il mio sw funziona bene.
Grazie per la recensione.
Ciao.
--
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turdusmerula
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Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10771 è una risposta a message #10767] gio, 20 gennaio 2011 12:02 Messaggio precedenteMessaggio successivo
luziferszorn  è attualmente disconnesso luziferszorn
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On 20 Gen, 11:46, rodolfo.canale...@tin.it (Rudy) wrote:

> valido alla spettacolo. Ma tant'è. Questi registi, come anche noi poveri
> spettatori di platea, non capiscono niente di musica e rovinano le
> opere. Giusto buarli.
>


Il problema sai qual'è? Questa musica ha stancato, sfiancato,
depredato, imbastardito, rimbecillito il pubblico della Scala; ci sono
altri pubblici che attendono nuovi repertori. Basta con i pagliacci!

lz
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10774 è una risposta a message #10771] gio, 20 gennaio 2011 12:12 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Shapiro used clothes  è attualmente disconnesso Shapiro used clothes
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"luziferszorn" <pan25712@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:2cbf94dd-77fe-4656-aabc-21eabe24d59d@l7g2000vbv.googlegroups.com...

>Il problema sai qual'è? Questa musica ha stancato, sfiancato,
>depredato, imbastardito, rimbecillito il pubblico della Scala; ci sono
>altri pubblici che attendono nuovi repertori. Basta con i pagliacci!

Morte al chiaro di Luna!
Riempiamo i canali di Venezia!

dR
....e poi è la colonna sonora del Padrino III (bella sequenza, in ogni caso).
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10776 è una risposta a message #10774] gio, 20 gennaio 2011 12:57 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Sembra che Shapiro used clothes abbia detto :

> ...e poi è la colonna sonora del Padrino III (bella sequenza, in ogni caso).

terribilmente mutilata, al contrario di quanto avviene in Toro
Scatenato (che peraltro presenta altre due meraviglie di Mascagni:
l'intermezzo dal Guglielmo Ratcliff e la Barcarola dal Silvano).
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10777 è una risposta a message #10767] gio, 20 gennaio 2011 13:25 Messaggio precedenteMessaggio successivo
abc  è attualmente disconnesso abc
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"Rudy" <rodolfo.canaletti@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:1jve5x5.1yspqhjfxs71qN%rodolfo.canaletti@tin.it...

> Canio, se la
> prende con uno spettatore strattonandolo e poi tendendogli la mano
> (credo che fosse uno spettatore vero, non una comparsa, in un palco di
> quelli vicini al palcoscenico), e così via.

Più che strattonarlo gli ha puntato un coltello a serramanico alla gola!
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10778 è una risposta a message #10771] gio, 20 gennaio 2011 13:43 Messaggio precedenteMessaggio successivo
rodolfo.canaletti  è attualmente disconnesso rodolfo.canaletti
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luziferszorn <pan25712@gmail.com> wrote:


>
> Il problema sai qual'è? Questa musica ha stancato, sfiancato,
> depredato, imbastardito, rimbecillito il pubblico della Scala; ci sono
> altri pubblici che attendono nuovi repertori. Basta con i pagliacci!

Non ho capito. Altri pubblici che attendono nuovi repertori?
Il pubblico della Scala non è un'Entità. Sono persone che vanno
all'opera, come ci vanno le persone che costituiscono (si fa per dire)
il pubblico della Fenice, del San Carlo, etc. e, giustamente cercheranno
di valutare quello che viene programmato ed eseguito. Ci sono gli
abbonati, gli abitué, quelli che girano per i teatri d'Italia e del
mondo. Insomma ci sono varie persone, con diverse aspettative, diversi
gusti, diversi metri di giudizio, alla Scala e altrove. Parlare di
"pubblico della Scala" mi sembra fuorviante.

Poi, che io avrei preferito atre opere al posto dei Pagliacci e della
Cavalleria, è vero. Ma, avendo un abbonamento, e amando comunque la
musica, anche quella che non è ai vertici dei miei gusti, mi sono state
offerte e sono andato a vederle.
Presto daranno la Tosca, e non andrò a vederla (l'ho vista più di una
volta, oltretutto). Fra un mesetto daranno Morte a Venezia, e quella
l'aspetto con molto interesse. Magari il "pubblico della Scala"
affollerà il teatro in modo minore che non per Pagliacci e Cavalleria.
Magari sarà anche in parte un pubblico diverso.

Gli altri pubblici avranno modo di far sentire la loro voce nei teatri
dei quali sono, appunto, pubblici.

Ciao

Rudy

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>
> lz
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10779 è una risposta a message #10777] gio, 20 gennaio 2011 13:46 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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abc <xx@xx.it> wrote:


> Più che strattonarlo gli ha puntato un coltello a serramanico alla gola!

Era dalla parte opposta del teatro rispetto a dove ero seduto io, e non
ho visto bene. Mi immagino come si sarà sentito quel povero spettatore.

Ciao

Rudy

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Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10780 è una risposta a message #10778] gio, 20 gennaio 2011 14:02 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 20 Gen, 13:43, rodolfo.canale...@tin.it (Rudy) wrote:
> luziferszorn <pan25...@gmail.com> wrote:
>
> > Il problema sai qual' ? Questa musica ha stancato, sfiancato,
> > depredato, imbastardito, rimbecillito il pubblico della Scala; ci sono
> > altri pubblici che attendono nuovi repertori. Basta con i pagliacci!
>
> Non ho capito. Altri pubblici che attendono nuovi repertori?
> Il pubblico della Scala non un'Entit . Sono persone che vanno
> all'opera, come ci vanno le persone che costituiscono (si fa per dire)
> il pubblico della Fenice, del San Carlo, etc. e, giustamente cercheranno
> di valutare quello che viene programmato ed eseguito. Ci sono gli
> abbonati, gli abitu , quelli che girano per i teatri d'Italia e del


Ma certo, pure io sono stato "pubblico" della Scala; ma per questo
cartellone 2011 ci entrerò unasolavolta. Mi riferivo agli abbonati in
particolare...... Allora vediamo, quanti posti occupano gli abbonati
sul totale della disponibilità? Questi abbonati si aspettano un certo
tipo di repertorio, sì o no? Quanda altra gente disposta a spendere
migliaia di euro in abbonamenti (e/o biglietti) c'è in attesa, là
fuori? C'è o non c'è un diffuso timore che se riprogrammi un'opera di
Berio o Maderna scontenti il "pubblico della scala"? Sei tu che
raccontavi che alla prima milanese di Lulu eravate in quattro gatti?
Tu credi che sarebbe così anche oggi? ---------- si prenda una domanda
e si dia una risposta :-)

lz
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10781 è una risposta a message #10776] gio, 20 gennaio 2011 14:37 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"L'Esattore" <vdeiuliis@NOSPAMsupereva.it> ha scritto nel messaggio
news:4d382324$0$2057$4fafbaef@reader1.news.tin.it...

> terribilmente mutilata

Beh, sì.
Però la sequenza funziona, è l'episodio migliore del film (quello che lo
giustifica).

Ben tornato, eh. :-)

dR
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10783 è una risposta a message #10780] gio, 20 gennaio 2011 15:48 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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luziferszorn <pan25712@gmail.com> wrote:


> Ma certo, pure io sono stato "pubblico" della Scala; ma per questo
> cartellone 2011 ci entrerò unasolavolta. Mi riferivo agli abbonati in
> particolare...... Allora vediamo, quanti posti occupano gli abbonati
> sul totale della disponibilità? Questi abbonati si aspettano un certo
> tipo di repertorio, sì o no? Quanda altra gente disposta a spendere
> migliaia di euro in abbonamenti (e/o biglietti) c'è in attesa, là
> fuori? C'è o non c'è un diffuso timore che se riprogrammi un'opera di
> Berio o Maderna scontenti il "pubblico della scala"? Sei tu che
> raccontavi che alla prima milanese di Lulu eravate in quattro gatti?
> Tu credi che sarebbe così anche oggi? ---------- si prenda una domanda
> e si dia una risposta :-)


D'accordo. Con questi argomenti entri in un campo che mi interessa
moltissimo. Sono d'accordo con te. Ma non direi "pubblico della Scala".
Direi il pubblico dei melomani, quelli che vanno all'opera per sentire
il grande cantante, per giudicare se il duetto d'amore della Butterfly è
stato fatto in modo giusto o era da fischiare, etc.
E purtroppo la folla dei melomani è quella che affolla in grande
maggioranza non solo la Scala, ma un po' tutti i teatri. Italiani,
certo, ma anche non (il MET in primis).
Quindi sarei molto felice se le proposte della Scala (ma anche degli
altri teatri) fossero proposte di opere contemporanee. Quest'anno la
Scala, in particolare proprone alcune cose interessanti. Certamente
Morte a Venezia, e poi Quartett (si riferisce a questo la tua "una sola
volta"?) di Francesconi. Ma anche Il ritorno di Ulisse in Patria. Non è
un'opera contemporanea, ma non possiamo metterla neppure alla stregua di
Tosca o Pagliacci. È comunque è una rarità.

Poi il discorso diventa lungo. Coinvolge molti aspetti che diventa
difficile argomentare con serietà in un luogo come il NG. Partiamo dal
recupero dell'opera come evento teatrale (quindi l'importanza della
regia), cosa molto osteggiata dai melomani; dall'educazione musicale
impartita dalle nostre scuole; dalla gestione dei teatri prevalentemente
in funzione del pubblico; e da altri fattori, come la diffusione
attraverso i mezzi di comunicazione (TV, DVD, CD, radio, etc.). Tutti
problemi irrisolti.

Purtroppo queste discussioni nel campo delle programmazioni teatrali
lasciano un po' il tempo che trovano. Per un abbonato è giocoforza
adattarsi a programmazioni che, come molte trasmissioni TV, hanno
l'occhio più sull'audience che sulla qualità del programma. Ma diciamo
che almeno in alcuni casi, alla Scala proprio, ci sono state commissioni
o il recupero di opere moderne o addirittura contemporanee, sia pure
mescolate a programmazioni molto più routinarie. Credo che sia giusto
renderci conto che magari i soldi ricuperati con un pieno dei Paglicci e
Cavalleria possono essere utilizzati per commissionare e rappresentare
opere contemporanee come Quartett. Il mio sarà forse eccessivo
ottimismo, ma temo che sia difficile che il convento passi di più.

Ciao

Rudy

-----------------------
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Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10786 è una risposta a message #10767] gio, 20 gennaio 2011 17:39 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10788 è una risposta a message #10767] gio, 20 gennaio 2011 18:52 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 20 Gen, 11:46, rodolfo.canale...@tin.it (Rudy) wrote:
> La rappresentazione del 18 cui ho assistito avrebbe dovuto essere la
> seconda, ma di fatto è stata la prima, dato che, credo per uno sciopero,
> la rappresentazione del 16 è saltata. Questa precisazione non l'ho fatta
> a caso: non sono molto interessato ad assistere alla prima, alla seconda
> o anche all'ultima rappresentazione della serie (quella in cui ho
> assistito alla Walkiria è stata la penultima rappresentazione e mi è
> piaciuta immensamente). La precisazione serve a spiegare la mia
> costernazione allo scatenarsi di booo (soprattutto provenienti dal
> loggione) cui ho assistito alla fine dei Pagliacci e, un po' meno, alla
> fine della Cavalleria. Sono cose alle quali che decine e decine di
> registrazioni radiofoniche in diretta delle prima scaligere mi avevano
> assuefatto, ma alle quali non avevo mai assistito di persona. Mi sono
> chiesto il perché, e come me se lo sono chiesti in molti, almeno fra
> quelli seduti ai posti vicino al mio. Poi la risposta mi è venuta
> ripensando a certi post di frequentatori di IAMC, che si definiscono
> "intenditori". Chiaro: la risposta ai nostri perché era semplicissima:
> non ci intendiamo di musica.
> Comunque, anche se non mi intendo di musica, a me la musica piace, e
> molto; e mi piace particolarmente il teatro musicale. Così vado
> all'opera anch'io, con buona pace di chi pensa che i non intenditori
> invadono i teatri e impediscono ai veri intenditori di recarvicisi (come
> succede a qualcuno).
>
> Allora veniamo a questa rappresentazione. Premetto che non sono un
> fanatico del verismo e che queste due opere, Cavalleria Rusticana e
> Pagliacci, pur avendone sentito molte volte la musica, non le avevo mai
> viste a teatro. Esiste un film, molto diffuso, diretto da Prêtre con la
> regia di Zeffirelli. Il protagonista maschile è Placido Domingo in
> entrambe le opere, le protagoniste femminili sono Teresa Stratas nei
> Pagliacci e Elena Obrazova nella Cavalleria. Il lato positivo di questo
> film (che credo sia tratto da una rappresentazione teatrale) è quello di
> sposare una regia straordinariamente realistica con due opere
> profondamente veriste. In Pagliacci Zeffirelli ricostruisce un villaggio
> calabrese, nella Cavalleria un villaggio siciliano; in entrambi i casi
> l'ambientazione, il coro e gli stessi protagonisti raffigurano un po' la
> popolazione di quelle terre, nei costumi, nelle movenze, nel modo di
> comportarsi, etc. Da questo punto di vista direi che Zeffirelli ha
> saputo dare il meglio di sé.
> La rappresentazione di martedì sera ha avuto tutta un'altra logica. Qui
> la direzione teatrale è stata di Mario Martone, regista napoletano, noto
> per alcuni suoi film, ma attivo anche in campo operistico: per esempio,
> ricordo un Così fan tutte a Ferrara nel 2000 diretto da Claudio Abbado.
> Personalmente ritengo Martone un regista con idee, e questa
> rappresentazione scaligera me l'ha confermato.
>
> Pagliacci: ambientazione moderna (tanto per dire, a un certo punto
> compare una BMW con la quale arriva sulla scena Silvio), ma in un
> ambiente molto degradato: un campo, quasi una discarica abusiva, alla
> periferia della città sotto un viadotto autostradale. Un camper
> malandato è l'abitazione di Canio e Nedda (mi è parsa una citazione di
> ambiente zingaresco, tipo "campi Rom", confermata, almeno mi è sembrato,
> dal costume di Canio e soprattutto da quello di Nedda). La scena si
> svolge in parte sul palcoscenico e in parte in platea dando in questo
> modo un collegamento decisamente veristico. Per esempio Silvio, durante
> il teatrino del secondo atto era seduto in una poltrone in prima fila,
> accanto a un amico, col quale applaudiva alle gag della commediola;
> altre comparse occupavano altri posti sempre in platea; Canio, se la
> prende con uno spettatore strattonandolo e poi tendendogli la mano
> (credo che fosse uno spettatore vero, non una comparsa, in un palco di
> quelli vicini al palcoscenico), e così via. La commediola che si svolge
> nel secondo atto non si dispone in modo da simulare un ambiente
> teatrale. I protagonisti agiscono su tutto il palcoscenico e anche
> fuori, in platea, mentre il coro è ammassato in grande confusione su un
> lato. Nel finale questo intreccio fra palcoscenico e platea accentua in
> modo molto efficace la drammaticità della situazione.
>
> Il protagonista maschile, Canio è José Cura. È stato molto buato alla
> fine dell'opera, e credo, per la sua voce, certamente non limpida, e
> tantomeno cristallina, ma un po' appannata e in sostanza abbastanza
> deteriorata. Ma mi sento di ribadirlo: Cura è un vero animale da
> palcoscenico. Sia nelle movenze del corpo, che nell'uso della voce,
> secondo me è stato un Canio molto credibile, ma forse non propriamente
> veristico. In lui avvertivo quasi la personificazione della gelosia,
> della disperazione, del desiderio di vendetta che sono appunto le
> caratteristiche principali del personaggio. Oserei dire che anche la sua
> voce così offuscata ha contribuito a dare questa valenza più generale ai
> sentimenti prorompenti dal canto. Ho trovato del tutto ingiusti i booo
> cui è stato fatto segno. Modesto è stato l'apporto della protagonista
> femminile, Oksana Dyka, che non ha offerto una grande personalità, al
> contrario mi è sembrata abbastanza piatta, senza sfoderare una voce
> particolarmente avvincente. Il Tonio di Maestri ha esibito una voce
> molto potente, che perforava il velo dell'orchestra con grande facilità,
> ma che si è dimostrata quasi completamente priva di convincenti
> inflessioni, come d'altronde priva di espressione è stata anche la sua
> recitazione.
> La direzione orchestrale di Harding secondo me è stata buona, anche se
> so che si tratta di un direttore discussissimo e, a Milano,
> particolarmente inviso ai loggionisti e non solo. I booo alla fine non
> si sono certo sprecati e hanno compreso un po' tutti, in modo
> particolare direttore, José Cura e la Dyka. Non sono mancati, occorre
> dirlo, tuttavia anche spettatori che hanno gradito lo spettacolo e che
> si sforzavano di contrastare i booo gridando all'indirizzo degli
> interpreti applausi vigorosi e grida di "Bravi!".
>
> La Cavalleria. Qui Martone ha fatto una scelta completamente diversa.
> Poiché l'opera deriva da una novella di Verga che offre una valenza
> avviluppata intensamente sul sesso come forma paradigmatica di relazione
> uomo-donna, all'inizio, dopo la sinfonia, suonata a sipario chiuso, nel
> lungo brano orchestrale che precede il coro dei contadini che tornano
> dai campi, nella parte centrale del palcoscenico si materializza una
> compatta costruzione, su uno sfondo nero assolutamente opaco, che ha
> l'aspetto dell'ingresso di un bordello, con tanto di maitresse che
> riceve il costo delle prestazioni, fanciulle succinte che su divani
> aspettano clienti che vanno e vengono, scale e di porte dietro le quali
> le coppie si appartano. La costruzione scorre da destra a sinistra, e
> prima dell'ingresso del coro essa è completamente uscita di scena. Così
> comincia l'opera. La caratteristica principale della regia è
> rappresentata dal fatto che l'ambientazione non si basa sulla presenza
> di componenti "naturali" come edifici o arredi, ma è costruita sul coro
> che rappresenta, come massa umana, il villaggio, la chiesa, la folla.
> Per rappresentare questo esso si dispone sul palcoscenico in file
> ordinatamente schierate (le case non sono delle mura, ma sono la gente,
> le vie non sono delle strade lastricate, ma sono gli spazzi fra i
> blocchi delle persone, etc.). Gli eventi fra i protagonisti avvengono
> davanti o in mezzo alla massa. Al momento della funzione religiosa
> pasquale, la massa umana che nella prima parte rappresentava il
> villaggio, si volge con le spalle al pubblico, mentre un enorme
> crocefisso sullo sfondo scende lentamente dall'alto, e una processione
> si avvia fra i blocchi, e un sacerdote davanti al crocefisso celebra il
> rito. Nella scena finale del brindisi, il coro si sparpaglia e dà la
> raffigurazione di un ambiente da "osteria". Lo sfondo è sempre quella
> "luce" nera, completamente opaca, tanto che, quando i vari personaggi
> escono di scena, finiscono per immergersi in questo sfondo buio e
> gradualmente scomparire alla vista. A me questa regia è sembrata molto
> efficace, intelligente, visivamente bella.
>
> Per quanto concerne gli interpreti, l'aspetto del canto in quest'opera è
> stato decisamente superiore a quello dei Pagliacci. Licitra ha sfoderato
> una voce fresca e intensa nel ruolo di Turiddu, la D'Intino ha cantato
> con la consueta abilità nel ruolo di Santuzza. Di buon livello anche gli
> altri interpreti, soprattutto l'Alfio di Claudio Sgura e la Lucia di
> Elena Zilio. Dal punto di vista teatrale, Licitra non mi ha
> entusiasmato: trascinato un po' dalla sua voce, mi è parso che abbia
> interpretato il suo ruolo con una certa retorica: cosa assai facile
> nell'interpretazione di un personaggio "verista", ma tutto sommato
> abbastanza scontata. Più semplici, ma anche più efficaci mi sono
> sembrati la D'Intino e Sgura. Alla fine i booo del loggione sono stati
> meno intensi che per Pagliacci, e anche Harding, in quest'opera è stato
> abbastanza graziato. D'altronde non mi è sembrato che la sua direzione
> fosse così scandalosa, anzi. Chi è stato violentemente contestato alla
> fine è stato proprio Martone, che, per me, da povero ignorante, è stato
> senz'altro quello che ha dato il contributo più intelligente e più
> valido alla spettacolo. Ma tant'è. Questi registi, come anche noi poveri
> spettatori di platea, non capiscono niente di musica e rovinano le
> opere. Giusto buarli.

concordo su quasi tutto, specialmente sulla prestazione, specialmente
attoriale, di Sgura come Alfio, che mi ha impressionato. Valido
Licitra, bravissima la Santuzza/D'intino e anche per me non così
scandaloso Cura nei Pagliacci. Ma di voci non mi intendo molto. Scelte
registiche di Martone abbastanza coraggiose per quanto non
rivoluzionarie, ma complessivamente azzeccate. Invece, mi perdonerai,
ma non mi è piaciuta quasi per niente la direzione di Harding che ho
trovato fredda, piuttosto sconnessa e per nulla in linea con
l'emotività che almeno secondo me sarebbe richiesta per la lettura di
partiture di quel genere. Ma per esser sinceri non so dire in che
misura la qualità del risultato musicale sia stata influenzata
dall'orchestra oltre che dalle scelte del direttore.

ciao

cg

PS: nella tua recensione, e anche sul sito, c'è un errore perchè il
nome della seconda protagonista femmilile di Cavalleria è Lola e non
Lucia (bella presenza, la Zilio, va detto ...)
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10789 è una risposta a message #10788] gio, 20 gennaio 2011 19:12 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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vogon <carlogerelli@gmail.com> wrote:


> PS: nella tua recensione, e anche sul sito, c'è un errore perchè il
> nome della seconda protagonista femmilile di Cavalleria è Lola e non
> Lucia (bella presenza, la Zilio, va detto ...)

Non è un errore. Ho detto Lucia, perché mi è parso che la Zilio abbia
recitato bene e meritasse il ruolo di seconda protagonista, mentre la
Lola della Piunti mi è parsa insignificante, e quindi l'ho "punita" non
citandola affatto :-))

Ciao

Rudy

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Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10794 è una risposta a message #10789] gio, 20 gennaio 2011 20:29 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Rudy" <rodolfo.canaletti@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:1jveqf7.12l4p4d13vb1teN%rodolfo.canaletti@tin.it...
> vogon <carlogerelli@gmail.com> wrote:
>
>
>> PS: nella tua recensione, e anche sul sito, c'è un errore perchè il
>> nome della seconda protagonista femmilile di Cavalleria è Lola e non
>> Lucia (bella presenza, la Zilio, va detto ...)
>
> Non è un errore. Ho detto Lucia, perché mi è parso che la Zilio abbia
> recitato bene e meritasse il ruolo di seconda protagonista, mentre la
> Lola della Piunti mi è parsa insignificante, e quindi l'ho "punita" non
> citandola affatto :-))

ah capperi, che svista ... la bella presenza allora era della Piunti.
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10796 è una risposta a message #10767] gio, 20 gennaio 2011 20:39 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Rudy" <rodolfo.canaletti@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:1jve5x5.1yspqhjfxs71qN%rodolfo.canaletti@tin.it...
> La rappresentazione del 18 cui ho assistito avrebbe dovuto essere la
> seconda, ma di fatto è stata la prima, dato che, credo per uno sciopero,
> la rappresentazione del 16 è saltata. Questa precisazione non l'ho fatta
> a caso: non sono molto interessato ad assistere alla prima, alla seconda
> o anche all'ultima rappresentazione della serie (quella in cui ho
> assistito alla Walkiria è stata la penultima rappresentazione e mi è
> piaciuta immensamente). La precisazione serve a spiegare la mia
> costernazione allo scatenarsi di booo (soprattutto provenienti dal
> loggione) cui ho assistito alla fine dei Pagliacci e, un po' meno, alla
> fine della Cavalleria. Sono cose alle quali che decine e decine di
> registrazioni radiofoniche in diretta delle prima scaligere mi avevano
> assuefatto, ma alle quali non avevo mai assistito di persona. Mi sono
> chiesto il perché, e come me se lo sono chiesti in molti, almeno fra
> quelli seduti ai posti vicino al mio. Poi la risposta mi è venuta
> ripensando a certi post di frequentatori di IAMC, che si definiscono
> "intenditori". Chiaro: la risposta ai nostri perché era semplicissima:
> non ci intendiamo di musica.

io penso che un artista vive grazie al suo pubblico: se il pubblico non ci
fosse, dovrebbe cambiare lavoro.
Pertanto è un diritto *sacrosanto* del pubblico poter esprimere la propria
disapprovazione o il proprio apprezzamento.
Cominciavo a sospettare che l'ondata di cretinismo buonista e perverso che
ha invaso questo paese avesse cominciato anche a intaccare l'ultimo bastione
rimasto, e cioé la Scala (nella quale io ho sentito dare dell'Anna Balena
alla Caballé, fischiare Pavarotti e insultare Muti, con buona pace dei
sinforosi che se fai pissi pissi svengono).
Meno male non è così.
Alla Scala saranno anche maleducati, ma almeno è il vero teatro d'opera. Che
non esiste più se al posto del pubblico ci piazzano della salme mummificate
che applaudono a comando.
Poi, a me è capitato di applaudire mentre uno fischiava. Nessuno impedisce
di non essere d'accordo con chi fischia, e ci mancherebbe anche.
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10797 è una risposta a message #10783] gio, 20 gennaio 2011 20:54 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 20 Gen, 15:48, rodolfo.canale...@tin.it (Rudy) wrote:

> Quindi sarei molto felice se le proposte della Scala (ma anche degli
> altri teatri) fossero proposte di opere contemporanee. Quest'anno la
> Scala, in particolare proprone alcune cose interessanti. Certamente
> Morte a Venezia, e poi Quartett (si riferisce a questo la tua "una sola
> volta"?) di Francesconi. Ma anche Il ritorno di Ulisse in Patria. Non è
> un'opera contemporanea, ma non possiamo metterla neppure alla stregua di
> Tosca o Pagliacci. È comunque è una rarità.
>


Britten e Montervedi direi che sono di repertorio da decenni; peraltro
entrambi ben documentati su cd, dvd e video tv. Il contemporaneo in
dvd col cavolo che lo trovi. E francamente ritengo intolerabile che
nel 2011 non si possa avere accesso a molti capolavori (e anche al
resto, grazie) solo perché una classe di intellettuali reazionari ha
decretato che l'opera contemporanea non esiste.

lz
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10798 è una risposta a message #10783] gio, 20 gennaio 2011 20:42 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Rudy" <rodolfo.canaletti@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:1jveg7i.11qxwfs48svysN%rodolfo.canaletti@tin.it...
> Purtroppo queste discussioni nel campo delle programmazioni teatrali
> lasciano un po' il tempo che trovano. Per un abbonato è giocoforza
> adattarsi a programmazioni che, come molte trasmissioni TV, hanno
> l'occhio più sull'audience che sulla qualità del programma.

sarà per via di tutti quei turisti giapponesi.
L'altr'anno per Orfeo non c'era più un posto libero, e non direi che Orfeo è
proprio un'opera per loggionisti da do di petto....
Comunque vedo che non è servito a nulla chiamare il soliti cameriere
parigino alla guida del teatro: i programmi fanno schifo peggio di prima.
Più contemporanea farebbe bene a tutti.
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10827 è una risposta a message #10797] ven, 21 gennaio 2011 02:21 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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luziferszorn <pan25712@gmail.com> wrote:


>
> Britten e Montervedi direi che sono di repertorio da decenni; peraltro
> entrambi ben documentati su cd, dvd e video tv.

Va bene. Comunque io spero sempre che alla Scala si diano da fare per
rappresentare tutte le opere di Britten, come hanno fatto per quelle di
Strauss e di Janacek (almeno le ultime, quelle più significative).



> Il contemporaneo in
> dvd col cavolo che lo trovi.

Questo non è vero. In DVD, per esempio ci sono sia 1984 di Lorin Maazel
che L'assassinio nella cattedrale di Pizzetti (va beh, questa non è
proprio contemporanea, ma comunque di rara comparsa nei repertori).
Poi, se ci preoccupiamo dell'esistenza di CD, ci sono molte
registrazioni di opere contemporanee trasmesse in diretta dalla radio,
sia radio italiane, che la radio francese o quella bavarese, etc. Io
stesso ne ho diverse.


> E francamente ritengo intolerabile che
> nel 2011 non si possa avere accesso a molti capolavori (e anche al
> resto, grazie) solo perché una classe di intellettuali reazionari ha
> decretato che l'opera contemporanea non esiste.

Scusa, ma questo non lo capisco. Ch ci siano intellettuali reazionari,
anche alla Scala non lo metto in dubbio (non ho il piacere di conoscere
coloro che prendono le decisioni). Che tuttavia la Scala si apra
all'opera contemporanea, anche se non in maniera strepitosa, lo
dimostrano le sue commissioni: per esempio quella di Francesconi,
quest'anno, quella di Vacchi tre anni fa (Teneke), quelle di Azio Corghi
(Il dissoluto assolto, e prima ancora Tat'jana), poi, anche se non
commissionata direttamente, sempre di opera contemporanea si tratta
(1984 di Lorin Maazel), etc.
Poi, ovviamente tutto questo si può criticare: la qualità delle opere,
dei compositori, delle rappresentazioni, trovare che è tutto troppo
striminzito, ma opere contemporanee vengono date. E anche opere del
secolo scorso che, se non sono proprio contemporanee, non sono certo
opere di grande richiamo.
Ti dirò che mi piacerebbe che la Scala aprisse anche una finestra sui
minimalisti, in particolare su Adams, che mi sembra essere del tutto
ignorato.

Ciao

Rudy

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>
> lz
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10853 è una risposta a message #10827] ven, 21 gennaio 2011 14:31 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 21 Gen, 02:21, rodolfo.canale...@tin.it (Rudy) wrote:
> luziferszorn <pan25...@gmail.com> wrote:
>
>
> > E francamente ritengo intolerabile che
> > nel 2011 non si possa avere accesso a molti capolavori (e anche al
> > resto, grazie) solo perch una classe di intellettuali reazionari ha
> > decretato che l'opera contemporanea non esiste.
>
> Scusa, ma questo non lo capisco. Ch ci siano intellettuali reazionari,
> anche alla Scala non lo metto in dubbio (non ho il piacere di conoscere
> coloro che prendono le decisioni). Che tuttavia la Scala si apra
> all'opera contemporanea, anche se non in maniera strepitosa, lo
> dimostrano le sue commissioni: per esempio quella di Francesconi,
> quest'anno, quella di Vacchi tre anni fa (Teneke), quelle di Azio Corghi


Il punto non è la commissione in sé, ma il repertorio. E poi ne faccio
un discroso generale (guarda anche alla musica sinfonica e da camera).
Usciamo pure anche dalla Scala e da Milano. Basta dare un occhio a
questa paginetta per rendersi conto della situazione:
http://www.luiginono.it/it/luigi-nono/opere/intolleranza-196 0
Sette riprese in terra tedesca e manco una in italia. Non serve altro
per stilare una situazione culturalmente disastrosa.

Apropos, già che ci siamo, conosci palchi, galleria e loggione della
Fenice? Consigli sulla scelta di eventuali posti non in platea...
http://www.geticket.it/it-IT/intolleranza_1960_teatro_fenice _veneziait.html?
http://www.geticket.it/196.jpg

ciao
lz
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10863 è una risposta a message #10853] ven, 21 gennaio 2011 16:57 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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luziferszorn <pan25712@gmail.com> wrote:


> Il punto non è la commissione in sé, ma il repertorio.

Credo che le commissioni siano un modo per incentivare la composizione
da parte di compositori contemporanei. E ogni teatro importante
dovrebbe, nel proprio repertorio, inserire una commissione. Purtroppo
questo non avviene. Poi, certamente, non è tutto oro quello che riluce.


> E poi ne faccio
> un discroso generale (guarda anche alla musica sinfonica e da camera).

Io invece mi riferisco all'opera perché a questo sono particolarmente
interessato. Poi sono d'accordo con te che il problema è molto più
generale


> Usciamo pure anche dalla Scala e da Milano. Basta dare un occhio a
> questa paginetta per rendersi conto della situazione:
> http://www.luiginono.it/it/luigi-nono/opere/intolleranza-196 0
> Sette riprese in terra tedesca e manco una in italia. Non serve altro
> per stilare una situazione culturalmente disastrosa.

Vero.

> Apropos, già che ci siamo, conosci palchi, galleria e loggione della
> Fenice?

No, purtropppo, no. Ti posso dare però l'indirizzo di una persona molto
in gamba che frequenta la Fenice e quindi ti può dare le indicazioni che
ti servono. Naturalmente non lo scrivo qui. Quindi, inviami una e-mail
dalla quale io possa vedere il tuo indirizzo, e lì ti risponderò.
il mio indirizzo è quello che vedi.

Ciao

Rudy

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Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10864 è una risposta a message #10796] ven, 21 gennaio 2011 16:57 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Zaz! <zaz@zaz.com> wrote:


> io penso che un artista vive grazie al suo pubblico: se il pubblico non ci
> fosse, dovrebbe cambiare lavoro.

Questo sotto certi aspetti è vero. Ma, se il pubblico determina il
successo di un artista, non credo che sia il pubblico a definirne la
qualità. O per lo meno, il pubblico come categoria. Altrimenti dovremmo
definire la qualità della De Filippi quanto di più alto esista oggi in
Italia.

> Pertanto è un diritto *sacrosanto* del pubblico poter esprimere la propria
> disapprovazione o il proprio apprezzamento.

Certamente.

> Cominciavo a sospettare che l'ondata di cretinismo buonista e perverso che
> ha invaso questo paese avesse cominciato anche a intaccare l'ultimo bastione
> rimasto, e cioé la Scala (nella quale io ho sentito dare dell'Anna Balena
> alla Caballé, fischiare Pavarotti e insultare Muti, con buona pace dei
> sinforosi che se fai pissi pissi svengono).

Spero proprio che la qualità delle rappresentazioni scaligere non sia
affidata al rumoroso popolo dei buatori del loggione. Questo
significherebbe veramente il crollo del povero "bastione" scaligero.

Per la mia esperienza, i buatori si affollano solo alle prime di opere
ben conosciute. Già solo in Britten, in Janacek, e anche in Strauss, per
non parlare poi delle opere contemporanee commissionate, non si sente
volare una mosca.

Allora, non penso che si possa definire vivo il teatro solo in presenza
di loggionisti che buano. Io lo ritengo vivo se è in grado di offrire un
programma che comprenda molta musica moderna e contemporanea, e che
faccia commissioni, e che offra rappresentazioni non rigorosamente
tradizionali anche in campo registico.
Cioè un teatro che si muova e ci porti avanti con proposte che facciano
discutere.
Sotto questo punto di vista La Scala forse è il più avanzato dei teatri
italiani, ma in campo europeo è molto indietro, soprattutto rispetto ai
francesi, ai tedeschi, e anche agli svizzeri e agli austriaci o i belgi.
Almeno ascoltando le loro rappresentazioni e, quando vengono trasmesse
in TV, guardandole.


> Alla Scala saranno anche maleducati, ma almeno è il vero teatro d'opera. Che
> non esiste più se al posto del pubblico ci piazzano della salme mummificate
> che applaudono a comando.

Ci sono questi e quelli. Ma, tutto sommato, ci sono anche persone che
vanno alla Scala per andare a Teatro, e cercano di capire quello che
accade sul palcoscenico e nell'orchestra. Magari applaudono anche a
sproposito. Ma non li definirei per questo salme mummificate che
applaudono a comando.

Ciao

Rudy

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Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10871 è una risposta a message #10864] ven, 21 gennaio 2011 18:56 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Rudy" <rodolfo.canaletti@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:1jvgdf5.dvn0f0124oxz4N%rodolfo.canaletti@tin.it...
> Zaz! <zaz@zaz.com> wrote:
>
>
>> io penso che un artista vive grazie al suo pubblico: se il pubblico non
>> ci
>> fosse, dovrebbe cambiare lavoro.
>
> Questo sotto certi aspetti è vero. Ma, se il pubblico determina il
> successo di un artista, non credo che sia il pubblico a definirne la
> qualità. O per lo meno, il pubblico come categoria. Altrimenti dovremmo
> definire la qualità della De Filippi quanto di più alto esista oggi in
> Italia.
>
>> Pertanto è un diritto *sacrosanto* del pubblico poter esprimere la
>> propria
>> disapprovazione o il proprio apprezzamento.
>
> Certamente.
>
>> Cominciavo a sospettare che l'ondata di cretinismo buonista e perverso
>> che
>> ha invaso questo paese avesse cominciato anche a intaccare l'ultimo
>> bastione
>> rimasto, e cioé la Scala (nella quale io ho sentito dare dell'Anna Balena
>> alla Caballé, fischiare Pavarotti e insultare Muti, con buona pace dei
>> sinforosi che se fai pissi pissi svengono).
>
> Spero proprio che la qualità delle rappresentazioni scaligere non sia
> affidata al rumoroso popolo dei buatori del loggione. Questo
> significherebbe veramente il crollo del povero "bastione" scaligero.
>
> Per la mia esperienza, i buatori si affollano solo alle prime di opere
> ben conosciute. Già solo in Britten, in Janacek, e anche in Strauss, per
> non parlare poi delle opere contemporanee commissionate, non si sente
> volare una mosca.
>
> Allora, non penso che si possa definire vivo il teatro solo in presenza
> di loggionisti che buano.

no, certamente, hai ragione.
Dico solo che il pubblico avrebbe ogni tanto il mdovere di essere un po' più
critico su ciò che ascolta, al di là dei loggionisti buatori.

> Io lo ritengo vivo se è in grado di offrire un
> programma che comprenda molta musica moderna e contemporanea, e che
> faccia commissioni, e che offra rappresentazioni non rigorosamente
> tradizionali anche in campo registico.

certamente.

> Cioè un teatro che si muova e ci porti avanti con proposte che facciano
> discutere.
> Sotto questo punto di vista La Scala forse è il più avanzato dei teatri
> italiani, ma in campo europeo è molto indietro, soprattutto rispetto ai
> francesi, ai tedeschi, e anche agli svizzeri e agli austriaci o i belgi.
> Almeno ascoltando le loro rappresentazioni e, quando vengono trasmesse
> in TV, guardandole.

infatti

>
>
>> Alla Scala saranno anche maleducati, ma almeno è il vero teatro d'opera.
>> Che
>> non esiste più se al posto del pubblico ci piazzano della salme
>> mummificate
>> che applaudono a comando.
>
> Ci sono questi e quelli. Ma, tutto sommato, ci sono anche persone che
> vanno alla Scala per andare a Teatro, e cercano di capire quello che
> accade sul palcoscenico e nell'orchestra. Magari applaudono anche a
> sproposito. Ma non li definirei per questo salme mummificate che
> applaudono a comando.

peggio ancora sono i turisti giapponesi.
Insomma, io penso che il teatro deve essere restituito a chi lo ama.
Non a chi ci va per dovere, per turismo, perché la zia non poteva e ha
mollato il biglietto, eccetera.
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10892 è una risposta a message #10871] ven, 21 gennaio 2011 21:44 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Zaz! <zaz@zaz.com> wrote:


> peggio ancora sono i turisti giapponesi.
> Insomma, io penso che il teatro deve essere restituito a chi lo ama.
> Non a chi ci va per dovere, per turismo, perché la zia non poteva e ha
> mollato il biglietto, eccetera.

Su questo non ci piove. Sia a chi ama la lirica, sia a chi ama il
teatro, sia a chi ama la musica. Poi è giusto apprezzare o disapprovare
a seconda della propria cultura, dei propri gusti, della propria
sensibilità.
Ma, temo, l'Italia sta scivolando inesorabilmente verso la parte
opposta.

Ciao

Rudy

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Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10924 è una risposta a message #10767] ven, 21 gennaio 2011 23:08 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 20/01/2011 11.46, Rudy ha scritto:
> La rappresentazione del 18 cui ho assistito avrebbe dovuto essere la
> seconda, ma di fatto è stata la prima, dato che, credo per uno sciopero,
> la rappresentazione del 16 è saltata. Questa precisazione non l'ho fatta
> a caso: non sono molto interessato ad assistere alla prima, alla seconda
> o anche all'ultima rappresentazione della serie (quella in cui ho
> assistito alla Walkiria è stata la penultima rappresentazione e mi è
> piaciuta immensamente). La precisazione serve a spiegare la mia
> costernazione allo scatenarsi di booo (soprattutto provenienti dal
> loggione) cui ho assistito alla fine dei Pagliacci e, un po' meno, alla
> fine della Cavalleria. Sono cose alle quali che decine e decine di
> registrazioni radiofoniche in diretta delle prima scaligere mi avevano
> assuefatto, ma alle quali non avevo mai assistito di persona. Mi sono
> chiesto il perché, e come me se lo sono chiesti in molti, almeno fra
> quelli seduti ai posti vicino al mio.
>


Non ho visto Cavalleria e Pagliacci ma li ho ascoltati alla radio.
Questo è Cura la sera del 18 scorso:
http://www.youtube.com/watch?v=hWiulVglfV0&feature=playe r_embedded

Fermo restando che lo spettacolo visto in teatro è tutta un'altra cosa,
se dovessi decidere solo da quest'aria io probabilmente lo avrei
contestato. E'veramente inascoltabile.
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10934 è una risposta a message #10924] sab, 22 gennaio 2011 10:28 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 21 Gen, 23:08, Henry Wotton <he.wot...@gmail.com> wrote:
>
> Non ho visto Cavalleria e Pagliacci ma li ho ascoltati alla radio.
> Questo è Cura la sera del 18 scorso:http://www.youtube.com/watch?v=hWiulVglfV0&featur e=player_embedded
>
> Fermo restando che lo spettacolo visto in teatro è tutta un'altra cosa,
> se dovessi decidere solo da quest'aria io probabilmente lo avrei
> contestato. E'veramente inascoltabile.

Manno, vedi che non capisci? Qui Cura vuole farti sentire il Canio
stanco e deluso dalla vita, affranto e disperato. Una persona in
quello stato psicologico mica si mette davanti allo specchio e canta.
Magari canticchia, urlacchia, ma non canta bene, non ti fa gli acuti
lì belli perfetti e rotondi, figurati se poi si mette a fraseggiare.
E' ora di finirla con questa concezione dell'opera da vekki melomani,
per cui all'opera, e tantopiù alla scala, sia dovere dei cantanti
cantare bene (o almeno sufficientemente bene). L'importante è la
REGGIA, il tenore si deve muovere, deve tenere il palcoscenico,
sbracciarsi in uno scenario che possibilmente travisi il libretto,
(che anche questo è un inutile vekkiume, di solito ci scrivevano certe
minchiate, nei libretti)...
All'opera mica ce ne frega un cazzo del canto, l'importante è la
DRAMMATURGIAAAAAAAAAA, la DRAMMATURGIDIAAAAAAAA (che poi notoriamente
è una roba che non c'è in tutte le opere dal 1600 al 1800 tondi, e
quindi quando si fanno queste opere si spacca inutilmente la minchia
all'abbonato di platea), perché noi capiscioni dopo dobbiamo
commentare per 50 righe il regista (ke di solito è fiko se ha una
bella idea tipo che la chiesa della Cavalleria è un bordello -cioè,
sei in grado di capire che idea fikissima e inusitata, che lampo di
genio inkompreso dai soliti melomani che vanno all'opera solo per
sentir cantare?-) e per 3 i cantanti che quando proprio skarakkiano
vanno compresi, perché così vedi come risalta il personaggio, la sua
stanchezza e la profonda delusione per la sua vita dimmerda in cui
l'hanno fatto cornuto??? Mica come quando cantava Bergonzi, che se ne
stava lì impalato come un merluzzo a tornire ogni singola nota...
quella era roba che piaceva ai melomani cretini di una volta, che
erano talmente cretini da adeguarsi al fatto che Cavalleria fosse
ambientata in un paesotto siciliano dell'Ottocento con la chiesa in
mezzo e manco facevano venire giù il teatro dai fischi per la banalità
di siffatta drammaturgiaaaaaaa...........

E.
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10935 è una risposta a message #10934] sab, 22 gennaio 2011 11:03 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 22/01/2011 10.28, enrico ha scritto:
> anno, vedi che non capisci? Qui Cura vuole farti sentire il Canio
> stanco e deluso dalla vita, affranto e disperato.
>

Hai ragione, quindi se avesse cantato così:

http://www.youtube.com/watch?v=pn_eS2XFZ5g

avrei dovuto rimanerne deluso... non so se ce l'avrei fatta.
:-))
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10937 è una risposta a message #10935] sab, 22 gennaio 2011 11:35 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 22 Gen, 11:03, Henry Wotton <he.wot...@gmail.com> wrote:
> Il 22/01/2011 10.28, enrico ha scritto:> anno, vedi che non capisci? Qui Cura vuole farti sentire il Canio
> > stanco e deluso dalla vita, affranto e disperato.
>
>  >
>
> Hai ragione, quindi se avesse cantato così:
>
> http://www.youtube.com/watch?v=pn_eS2XFZ5g
>
> avrei dovuto rimanerne deluso... non so se ce l'avrei fatta.
> :-))

Avresti dovuto gridare vendetta... quella maglietta a righe è
veramente orrenda.

E.
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10947 è una risposta a message #10863] sab, 22 gennaio 2011 14:00 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 21 Gen, 16:57, rodolfo.canale...@tin.it (Rudy) wrote:
>
> No, purtropppo, no. Ti posso dare però l'indirizzo di una persona molto
> in gamba che frequenta la Fenice e quindi ti può dare le indicazioni che
> ti servono.


Grazie, ma nel frattempo ho già risolto. Cmq, all'occorrenza, anche il
mio indirizzo è valido.

Ci si sente per Quartett :-)

ciao
lz
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10961 è una risposta a message #10934] sab, 22 gennaio 2011 20:45 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"enrico" <siegmund@iol.it> ha scritto nel messaggio
news:41739f07-8d0a-4356-b9e0-d3ebb420ce03@d19g2000yqi.googlegroups.com...
CUT
>Mica come quando cantava Bergonzi, che se ne
>stava lì impalato come un merluzzo a tornire ogni singola nota...
>quella era roba che piaceva ai melomani cretini di una volta, che
>erano talmente cretini da adeguarsi al fatto che Cavalleria fosse
>ambientata in un paesotto siciliano dell'Ottocento con la chiesa in
>mezzo e manco facevano venire giù il teatro dai fischi per la banalità
>di siffatta drammaturgiaaaaaaa...........

ROTFLLLL
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10978 è una risposta a message #10924] dom, 23 gennaio 2011 00:02 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Henry Wotton <he.wotton@gmail.com> wrote:

> Non ho visto Cavalleria e Pagliacci ma li ho ascoltati alla radio.
> Questo è Cura la sera del 18 scorso:
> http://www.youtube.com/watch?v=hWiulVglfV0&feature=playe r_embedded
>
> Fermo restando che lo spettacolo visto in teatro è tutta un'altra cosa,

Certamente. Si tratta di cose completamente differenti. Un conto è
l'opera, vista e sentita come azione teatrale, un conto l'opera sentita
per radio o anche vista in TV, o peggio ancora un'aria ascoltata fuori
dal contesto, come se fosse un concerto vocale. Quello che si recepisce
sono cose molto diverse.

Ho ascoltato la registrazione del link che mi hai segnalato. Si tratta
ovviamente dell'aria ascotata fuori dal suo contesto, e la voce di Cura
"brilla" per opacità al limite della laringite.
A teatro, nell'ambientazione caratteristica, nel personaggio realizzato,
nell'ambiente ricostruito, etc. l'aria, pur offrendo sempre quel timbro
di voce così usurato, assumeva tutto un altro aspetto.
Poi, certamente, la si può apprezzare anche se ne si avverte l'opacità,
o ci si può arrabbiare e contestare. Dipende dalla propria cultura,
dalla propria sensibilità, dal proprio modo di concepire l'opera, etc.
Io ho cercato di esprimere quello che ho provato dopo averla vista a
teatro.

Ciao

Rudy

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Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10979 è una risposta a message #10978] dom, 23 gennaio 2011 00:43 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Rudy ha scritto:
> Henry Wotton <he.wotton@gmail.com> wrote:
>
>> Non ho visto Cavalleria e Pagliacci ma li ho ascoltati alla radio.
>> Questo è Cura la sera del 18 scorso:
>> http://www.youtube.com/watch?v=hWiulVglfV0&feature=playe r_embedded
>>
>> Fermo restando che lo spettacolo visto in teatro è tutta un'altra cosa,
>
> Certamente. Si tratta di cose completamente differenti. Un conto è
> l'opera, vista e sentita come azione teatrale, un conto l'opera sentita
> per radio o anche vista in TV, o peggio ancora un'aria ascoltata fuori
> dal contesto, come se fosse un concerto vocale. Quello che si recepisce
> sono cose molto diverse.
>
> Ho ascoltato la registrazione del link che mi hai segnalato. Si tratta
> ovviamente dell'aria ascotata fuori dal suo contesto, e la voce di Cura
> "brilla" per opacità al limite della laringite.
> A teatro, nell'ambientazione caratteristica, nel personaggio realizzato,
> nell'ambiente ricostruito, etc. l'aria, pur offrendo sempre quel timbro
> di voce così usurato, assumeva tutto un altro aspetto.
> Poi, certamente, la si può apprezzare anche se ne si avverte l'opacità,
> o ci si può arrabbiare e contestare.


Sai, Rudy: fosse solo l'opacità...corre come un matto dall'inizio alla
fine (il che è notoriamente un modo per mestare nel torbido quando si è
in difficoltà), il solfeggio è un'ipotesi, l'assieme con l'orchestra una
scommessa...Giusto per dire: ieri quasi per caso mi sono rivisto
l'Otello scaligero del 1976 con Kleiber/Domingo/Cappuccilli/Freni e la
regia di Zeffirelli. Non ho visto lo spettacolo scaligero odierno e
quindi non posso fare un confronto corretto, ma dal punto di vista
vocale il confronto è veramente drammatico per Cura. E siccome Cura non
viene a cantare per qualche centinaio di euro, è purtroppo decisamente
il caso di farlo notare.
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10980 è una risposta a message #10978] dom, 23 gennaio 2011 01:03 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 23/01/2011 0.02, Rudy ha scritto:
> Ho ascoltato la registrazione del link che mi hai segnalato. Si tratta
> ovviamente dell'aria ascotata fuori dal suo contesto, e la voce di Cura
> "brilla" per opacità al limite della laringite.
> A teatro, nell'ambientazione caratteristica, nel personaggio realizzato,
> nell'ambiente ricostruito, etc. l'aria, pur offrendo sempre quel timbro
> di voce così usurato, assumeva tutto un altro aspetto.
> Poi, certamente, la si può apprezzare anche se ne si avverte l'opacità,
> o ci si può arrabbiare e contestare. Dipende dalla propria cultura,
> dalla propria sensibilità, dal proprio modo di concepire l'opera, etc.


Sono sicuro che in teatro abbia reso con ben altra intesità ed emozione,
di solito è così, e anche a me è capitato di ascoltare opere trasmesse
per radio la sera della prima e riceverne una sensazione non gradevole
per poi invece apprezzarne la visione e l'ascolto diretto in una delle
repliche.
Ma riesco con difficoltà a concepire come Cura possa esser riuscito a
dare una lettura interpretativa così forte da sopperire ad un
decadimento vocale così pesante. A questo punto mi è venuta la curiosità
di vederla in toto e spero nei prossimi giorni di scaricarla da qualche
sito, visto che è stata trasmessa in tv non dovrebbe essere difficile
reperirla.


> Io ho cercato di esprimere quello che ho provato dopo averla vista a
> teatro.
>

E, come sempre nelle tue recensioni, ci sei riuscito benissimo.

Ciao
Paolo
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10981 è una risposta a message #10979] dom, 23 gennaio 2011 01:37 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Der Bildungsphilister <bass_desires2003@yahoo.it> wrote:


>
>
> Sai, Rudy: fosse solo l'opacità...corre come un matto dall'inizio alla
> fine (il che è notoriamente un modo per mestare nel torbido quando si è
> in difficoltà), il solfeggio è un'ipotesi, l'assieme con l'orchestra una
> scommessa...Giusto per dire: ieri quasi per caso mi sono rivisto
> l'Otello scaligero del 1976 con Kleiber/Domingo/Cappuccilli/Freni e la
> regia di Zeffirelli. Non ho visto lo spettacolo scaligero odierno e
> quindi non posso fare un confronto corretto, ma dal punto di vista
> vocale il confronto è veramente drammatico per Cura. E siccome Cura non
> viene a cantare per qualche centinaio di euro, è purtroppo decisamente
> il caso di farlo notare.

Vedi, io non sono un professionista, ma solo un appassionato di opera in
quanto teatro, e cerco di capire se uno spettacolo mi ha dato qualcosa,
e (mi si perdoni questa velleità) magari cerco di dirlo.
Nel mio post l'ho detto.
I professionisti, gli intenditori, gli esperti poi possono fare tutte le
critiche che vogliono, magari, possibilmente, dopo aver visto lo
spettacolo così come è stato presentato.
Ma queste critiche dovrebbero essere tali da farsi capire anche da
quelli che professionisti, esperti etc. non sono.
Finora, a parte lo scritto di Stinchelli su FB (che sicuramente tu hai
letto e che comunque ha detto molte cose sulle quali non sono
assolutamente d'accordo, specialmente sulla regia), ho letto solo
critiche di chi ha sentito la rappresentazione per radio, o da chi l'ha
vista in TV o da chi ha sentito o visto un'aria... beh, scusa, Augusto,
ma tutto questo è molto lontano dal mio modo di pensare.
Poi se Cura si è preso dei bei soldi, questo lo ignoro e non mi sembra
che sia un elemento che possa avere influenzato ciò che ho provato a
teatro.
Con questo non voglio dire che sia stato uno spettacolo straordinario, e
che io sia stato travolto da un sogno. Queste due opere non mi
piacciono, non mi prendono, ma, visto che come abbonato ho assistito
alla rappresentazione, cerco di capire se un interprete sa immedesimarsi
nel personaggio. Questo Cura lo ha fatto.

Ciao

Rudy

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Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10982 è una risposta a message #10980] dom, 23 gennaio 2011 01:37 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Henry Wotton <he.wotton@gmail.com> wrote:


> Ma riesco con difficoltà a concepire come Cura possa esser riuscito a
> dare una lettura interpretativa così forte da sopperire ad un
> decadimento vocale così pesante.

Io credo che la voce sia uno strumento: come tutti gli strumenti deve
essere visto da più angolature. Per esempio, un grande violinista
potrebbe dare una grande interpretazione anche se il violino non ha la
voce di uno stradivari. Così un cantane può interpretare bene il suo
personaggio anche se la voce non lo aiuta.
Guarda, prova pensare ad Armstrong, e alla bellezza delle sue
interpretazioni.

> A questo punto mi è venuta la curiosità
> di vederla in toto e spero nei prossimi giorni di scaricarla da qualche
> sito, visto che è stata trasmessa in tv non dovrebbe essere difficile
> reperirla.

Domattina RAI 5 la trasmette, e io la registrerò (Ovviamente non l'ho
potuta registrare il 18, visto che ero a teatro).
Ti manderò molto volentieri il DVD, se mi fai avere il tuo recapito.
Ho visto le telecamere in funzione, ma le luci non erano modificate per
la ripresa TV. Immagino che la ripresa TV sia una boiata come lo è stata
quella del Don Carlo, quella della Carmen e quella del Rheingold e

> E, come sempre nelle tue recensioni, ci sei riuscito benissimo.


Per favore, non chiamarle recensioni. Magari sono velleitario, ma non ho
la presunzione di esprimere giudizi che valgano per altri. Manifesto
solo ciò che l'opera, la rappresentazione, mi ha suggerito. Poi ci sono
i grandi intenditori che fanno cadere dall'alto la loro saputelleria. Io
terra terra esprimo solo la mia ignoranza.

Ciao

Rudy

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Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10983 è una risposta a message #10981] dom, 23 gennaio 2011 01:48 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Rudy ha scritto:

> Con questo non voglio dire che sia stato uno spettacolo straordinario, e
> che io sia stato travolto da un sogno. Queste due opere non mi
> piacciono, non mi prendono, ma, visto che come abbonato ho assistito
> alla rappresentazione, cerco di capire se un interprete sa immedesimarsi
> nel personaggio. Questo Cura lo ha fatto.


Non dubito che lo abbia fatto, ma a un cantante d'opera sarebbe
richiesto anche di cantare, altrimenti sul palco possiamo salirci anche
io e te.

Buoanotte :-)
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10984 è una risposta a message #10983] dom, 23 gennaio 2011 02:00 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Der Bildungsphilister <bass_desires2003@yahoo.it> wrote:


>
> Non dubito che lo abbia fatto, ma a un cantante d'opera sarebbe
> richiesto anche di cantare, altrimenti sul palco possiamo salirci anche
> io e te.

Io certamene no. Non sarei in grado di far vivere il personaggio né col
canto né con le parole. Tu forse sì?
Cura lo ha fatto.


> Buoanotte :-)

Notte anche a te.

Rudy

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Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10985 è una risposta a message #10984] dom, 23 gennaio 2011 02:10 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Rudy ha scritto:
> Der Bildungsphilister <bass_desires2003@yahoo.it> wrote:
>
>
>> Non dubito che lo abbia fatto, ma a un cantante d'opera sarebbe
>> richiesto anche di cantare, altrimenti sul palco possiamo salirci anche
>> io e te.
>
> Io certamene no. Non sarei in grado di far vivere il personaggio né col
> canto né con le parole.


Beh, il canto lo avevamo escluso, no ? E con le parole te la cavi bene :-)

A 'ribuonanotte.
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10986 è una risposta a message #10985] dom, 23 gennaio 2011 02:11 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Der Bildungsphilister ha scritto:
> Rudy ha scritto:
>> Der Bildungsphilister <bass_desires2003@yahoo.it> wrote:
>>
>>
>>> Non dubito che lo abbia fatto, ma a un cantante d'opera sarebbe
>>> richiesto anche di cantare, altrimenti sul palco possiamo salirci anche
>>> io e te.
>>
>> Io certamene no. Non sarei in grado di far vivere il personaggio né col
>> canto né con le parole.
>
>
> Beh, il canto lo avevamo escluso, no ? E con le parole te la cavi bene :-)
>
> A 'ribuonanotte.


A parte tutto, vado a letto davvero.

Ciao
Re: Cavalleria Rusticana e Pagliacci alla Scala. Considerazioni. [messaggio #10990 è una risposta a message #10982] dom, 23 gennaio 2011 13:03 Messaggio precedenteMessaggio precedente
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Il 23/01/2011 1.37, Rudy ha scritto:
> Così un cantante può interpretare bene il suo
> personaggio anche se la voce non lo aiuta.
> Guarda, prova pensare ad Armstrong, e alla bellezza delle sue
> interpretazioni.
>

Concordo sull'importanza dell'interpretazione ma personalmente considero
la voce ancora dominante su tuttò ciò che un cantante lirico deve saper
esprimere sul palcoscenico; non fondamentale ma dominante nell'insieme.
E qui la voce non c'era proprio più secondo me.


> Domattina RAI 5 la trasmette, e io la registrerò (Ovviamente non l'ho
> potuta registrare il 18, visto che ero a teatro).
> Ti manderò molto volentieri il DVD, se mi fai avere il tuo recapito.
>

In verità lo sto già scaricando da rapidshare :-))
Qualora la registrazione non fosse valida ti scrivo privatamente. Grazie
dell'aiuto.


Ciao
Paolo
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