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Re: Se la Scala chiude che male c'? [messaggio #9023 è una risposta a message #9014] |
mer, 15 dicembre 2010 10:13 |
Karl Rossmann Messaggi: 229 Registrato: novembre 2010 |
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On 15 Dic, 08:08, Giuseppe Sottotetti <gso...@alice.it> wrote:
> http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gE ditoriali...
>
> --
> Giuseppe Sottotetti
> gso...@alice.it http://SottotettiGiuseppe.ilcannocchiale.it/http://betasom .blogspot.com/
Roispondere alle sollecitazioni di Ceronetti e' difficile.
Le sue idee sono nitide, spesso espresse in modo apparentemente
lineare: solo apparentemente.
Ha intuizioni folgoranti, convinzioni radicate (stavo per scrivere
incancrenite, ma non e' adatto: lo riporto perche' comunque e'
significativo, le cose che afferma mi irritano un po' alla prima
lettura, subito dopo si affaccia nella mente il tarlo "e se avesse
ragione lui?"). Si atteggia a reazionario senza esserlo del tutto,
vive in un mondo suo e conosce comunque le miserie e le tragedie di
quello reale. Non e' convenzionale ma rischia sovente la paralisi del
pensiero, il fraintendimento e il deragliamento dei ragionamenti
troppo complessi.
Naturalmente sono in disaccordo sul titolo, sull'idea di chiudere in
pratica i teatri d'opera, sulla tabula rasa che sembra suggerire nella
sua frugalita' zen (le operine coi burattini del suo teatro vanno
benissimo, ma Verdi non lo butto nemmeno se mi offre rassegne di
teatro no o bharatanatyam spiegate da lui in persona). Non mi pare che
tenga conto che nel mondo se ne crea ancora di questo genere di arte
che lui da' per estinta (io la vedo in dvd, per lo piu', ma in altri
paesi si rappresenta un po' piu' di quanto magari si faccia qui:
Ceronetti sembra fermo a Menotti!). Di sicuro ignora le attivita' che
Regio e altri teatri fanno per educare i giovanissimi a imparare
questa forma di espressione culturale; non avra' visto edizioni che
non richiedono grandi finanziamenti ma sono di grande gusto (ce ne
sono, a volte si trovano nelel pieghe dei programmi o tra le attivita'
collaterali). E anche lui tende a buttare l'acqua sporca (a volte
maleodorante) col bambino.
Saluti
K. R.
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Re: Se la Scala chiude che male c'? [messaggio #9031 è una risposta a message #9014] |
mer, 15 dicembre 2010 11:07 |
sunbather Messaggi: 332 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Giuseppe Sottotetti ha scritto:
>
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gE ditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=8199&ID_sezione =&sezione=
Non riesco a darli del tutto torto, soprattutto sulla "Traviata". Non so
se ci rendiamo conto che tutto il teatro lirico odierno è basato su opere
scritte un secolo e mezzo fa, e che duravano l'espace d'un matin, perché
venivano sostituite continuamente da nuove opere scritte apposta. Non è
una passione un tantino necrofila? Non dico che non si debba più
rappresentare queste opere, ma dovrebbero costituire una parte minoritaria
di una stagione teatrale - che dovrebbe essere costituita da cose nuove,
magari in uno stile meno pletorico, anche per questione di costi, di
quello di questi capisaldi - le opere antiche dovrebbero costituire una
sorta di repechage, una tantum, soprattutto per quelle più inflazionate.
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad abuse@newsland.it
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Re: Se la Scala chiude che male c'? [messaggio #9073 è una risposta a message #9023] |
mer, 15 dicembre 2010 22:59 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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"Karl Rossmann" <mcl4591trs@libero.it> ha scritto nel messaggio
news:0c4bb025-637f-4dff-8973-86a60483ce4e@f20g2000vbc.googlegroups.com...
>E anche lui tende a buttare l'acqua sporca (a volte
>maleodorante) col bambino.
Certo.
Fosse la prima volta che lo fa, capirei anche l'indignazione di chi lo
posta.
Non è certo la prima, neppure la più clamorosa.
Qui quel che vedo di clamoroso è la radicale incapacità (non tua, Karl) a
cogliere una provocazione, fosse anche estrema e peccasse per eccesso (non
vedo come potrebbe essere diversamente, una "provocazione" autentica). Una
provocazione vera, non quelle da salotto televisivo.
Fra l'altro scritta in una lingua italiana finalmente personale, non
liofilizzata, precotta e predigerita.
E' ingiusto con Wagner, con il suo posto nella storia della cultura?
Pazienza.
Non mi pare che a Wagner difettino i sostenitori che giustamente lo
difenderanno.
Nessuno si è accorto che se la piglia anche con il cinema?
Ricordo un suo pezzo in cui riduceva Coppola (Coppola!!) a un'immondizia,
uno svago da sartine perverse e pervertite. Paragonandolo a un Pontecorvo
fra i meno riusciti.
Ceronetti è così.
D'altra parte gente come Lui ce n'è in giro poca.
dR
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Re: Se la Scala chiude che male c'? [messaggio #9085 è una risposta a message #9082] |
mer, 15 dicembre 2010 23:46 |
ptram Messaggi: 458 Registrato: novembre 2010 |
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Shapiro used clothes <vittoriocol@tin.it> wrote:
> Se volete vi posto qualche passo di un pezzo sul risparmio d'acqua, o
> l'elogio della candela al posto della luce elettrica.
Oh, magari.
> E venitemi a dire che alla fine, nelle ultime righe, non ha le sue buone
> ragioni, tirata anti-wagneriana a parte.
Non dirò mai che fondalmente condivido il pezzo.
Soprattutto il penultimo paragrafo (ma non l'ultimo).
Ma, anch'io, naturalmente, scherzo.
Ciao,
Paolo
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Re: Se la Scala chiude che male c'? [messaggio #9098 è una risposta a message #9073] |
gio, 16 dicembre 2010 08:22 |
Giuseppe Sottotetti Messaggi: 118 Registrato: dicembre 2010 |
Senior Member |
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Il 15/12/2010 22:59, Shapiro used clothes ha scritto:
>
>
> Fosse la prima volta che lo fa, capirei anche l'indignazione di chi lo
> posta.
> Non è certo la prima, neppure la più clamorosa.
> Qui quel che vedo di clamoroso è la radicale incapacità (non tua, Karl)
> a cogliere una provocazione, fosse anche estrema e peccasse per eccesso
> (non vedo come potrebbe essere diversamente, una "provocazione"
> autentica). Una provocazione vera, non quelle da salotto televisivo.
> Fra l'altro scritta in una lingua italiana finalmente personale, non
> liofilizzata, precotta e predigerita.
> E' ingiusto con Wagner, con il suo posto nella storia della cultura?
> Pazienza.
> Non mi pare che a Wagner difettino i sostenitori che giustamente lo
> difenderanno.
> Nessuno si è accorto che se la piglia anche con il cinema?
> Ricordo un suo pezzo in cui riduceva Coppola (Coppola!!) a
> un'immondizia, uno svago da sartine perverse e pervertite. Paragonandolo
> a un Pontecorvo fra i meno riusciti.
> Ceronetti è così.
> D'altra parte gente come Lui ce n'è in giro poca.
>
> dR
Condivido appieno il tuo post. Trovo che l'articolo che ho linkato
obblighi a riconsiderare tante cose che diamo per scontate. Alla fin
fine soldi non ce ne sono, o sono pochini, e bisogna pur fare una
scaletta di priorità e decidere a chi dare i limitati finanziamenti
disponibili.
Ti segnalo, nella rubrica podcast della RSI,
http://www.rsi.ch/podcast/
la serie di trasmissioni dedicate ai classici della letteratura
italiana. Ne ho sentito ieri la puntata su Pirandello in cui si
analizzano le considerazioni del siciliano sul rapporto cinema-teatro.
Può non piacere ma le armi di riproduzione di massa (CD, DVD, pellicola
cinematografica ecc) hanno cambiato il nostro approccio all'arte e hanno
reso difficile la vita del teatro. Trovo che anche qui ci sarebbe molto
su cui meditare.
--
Giuseppe Sottotetti
gsotto@alice.it
http://SottotettiGiuseppe.ilcannocchiale.it/
http://betasom.blogspot.com/
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Re: Se la Scala chiude che male c'? [messaggio #9100 è una risposta a message #9065] |
gio, 16 dicembre 2010 10:12 |
Josef K Messaggi: 68 Registrato: novembre 2010 |
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On 15 Dic, 20:21, luziferszorn <pan25...@gmail.com> wrote:
> On 15 Dic, 14:12, Karl Rossmann <mcl4591...@libero.it> wrote:
>
>
>
> > E che avrebbe fatto tale pasta d'uomo trent'anni fa,
>
> Non ha ragionato sull'allora teatro contemporaneo. Un altro che spesso
> spara cazzate simili è il Gillo. In verità diciamocelo, sono vecchi
> lor signori, e in un paese simile non possono non essere almeno un
> poco rimbambiti.
>
> lz
Da quanto scrivi sembra che non abbia colto la mia domanda retorica.
Sicuramente mi sono espresso male. Pazienza: non sono affezionato a
quanto scrivo.
Altri pero' (dR, tua bestia nera - che pero' ti ha dedicato una bella
citazione di Ceronetti; Paolo, "Der Gottheit dunkler Schein", lo
stesso Rudy che ha iniziato il thread) sembra abbiano capito - non in
particolare quanto dico, bada bene - e centrino l'argomento,
scrivendone assai meglio di quanto sappia fare io e mettendo in
evidenza quello che mi pare da parte di alcuni oltre a te (al di la'
delle sacrosante opinioni personali - mi riferisco ad Andrea Bernini,
Daniele Spini, sunbather, pietro c) un fraintendimento di fondo e una
scarsa conoscenza di chi sia Ceronetti. Tutto qui.
A presto
K. R.
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Re: Se la Scala chiude che male c'? [messaggio #9101 è una risposta a message #9098] |
gio, 16 dicembre 2010 10:30 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
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"Giuseppe Sottotetti" <gsotto@alice.it> ha scritto nel messaggio
news:4d09be28$0$1367$4fafbaef@reader2.news.tin.it...
> scaletta di priorità e decidere a chi dare i limitati finanziamenti
> disponibili.
Francamente, non so se Ceronetti intendesse suggerire questo in particolare.
Ricordo un intervento (apparentemente) simile di Baricco, e proprio non li
metterei sullo stesso piano.
Anzi.
E' un inattuale anche per come orienta i contributi sui quotidiani; non
credo lo si possa considerare un giornalista o un opinionista politico, e
probabilmente a lui stesso l'etichetta di "intellettuale" non andrebbe a
genio. E' sempre rimasto lontanissimo dall'ideologia e dalla militanza.
Tutto questo per dire che il suo discorso non va mai inteso in senso
immediato o letterale. E' uno scrittore, punto e basta.
Leggendolo penso spesso a certe pagine di Swift (che certo non intendeva
mangiare bambini sul serio), e non è un caso che sia un estimatore
entusiasta di Hogarth, sul quale ha scritto un'altra prosa assai piacevole e
penetrante, molti anni fa.
La mia opinione è che abbia avvertito una certa ipocrisia nel modo in cui si
celebrano certi eventi e si discutono certi problemi; cosa che è accaduta
anche in questo newsgroup, mi pare: sono di una settimana fa post in cui si
lamentava certa compiacenza della Stampa nei confronti di un allestimento
certo non esemplare, celebrato come se lo fosse semplicemente perché "si
deve".
Ceronetti mi è caro per molti motivi (non ultime le sue traduzioni, non
fedeli ma suggestive e ricche di stimoli); è anziano, pacato, dignitoso e
non mi va di vederlo criticare aspramente.
In questo caso specifico mi basta che alla fine abbia ricordato come in
Italia si faccia scempio irresponsabile, praticamente da sempre, di un
patrimonio artistico unico. Condivido anche l'opinione sul gesto di
Barenboim; oltre a quanto dice Ceronetti, aggiungo che per fare una cosa del
genere bisognerebbe poi suonare bene, in modo almeno professionalmente
inappuntabile. Come faceva appunto Pollini.
Sotto l'aspetto che si diceva l'ultimo disgraziatissimo governo non ha fatto
altro che vibrare il colpo definitivo.
Non conosco l'ambiente della Lirica e non posso pronunciarmi, ma non riesco
a non pensare che il sostegno sottratto (non solo negli ultimi anni) a
scuole, musei e biblioteche non è certo stato lesinato, fra gli altri, a
cineasti assai discutibili, che poi sono i primi a prodursi in grossolani
pianti pubblici. Le richieste di finanziamento pubblico continuano, anche se
il contribuente viene tenuto cautelativamente all'oscuro. Altrettanto si può
dire dei fondi sprecati per mille altre occasione spacciate per "culturali".
Anche per questo una provocazione come questa di Ceronetti, forse non fine
come altre passate dello stesso, mi risulta assai gradita. E pazienza se ci
vanno di mezzo, per una volta e senza grande danno, Wagner e Coppola.
> Ti segnalo, nella rubrica podcast della RSI,
> http://www.rsi.ch/podcast/
> la serie di trasmissioni dedicate ai classici della letteratura italiana.
> Ne ho sentito ieri la puntata su Pirandello in cui si analizzano le
> considerazioni del siciliano sul rapporto cinema-teatro. Può non piacere
> ma le armi di riproduzione di massa (CD, DVD, pellicola cinematografica
> ecc) hanno cambiato il nostro approccio all'arte e hanno reso difficile la
> vita del teatro. Trovo che anche qui ci sarebbe molto su cui meditare.
Grazie.
Beh, Pirandello ci ha scritto sopra anche un bel romanzo (non più molto
letto, purtroppo), oscuramente premonitore.
dR
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