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Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19745] gio, 21 luglio 2011 09:37 Messaggio successivo
sunbather  è attualmente disconnesso sunbather
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Qualcuno ha assistito alla torrenziale integrale dei Concerti
Brandeburghesi di ieri sera all'Auditorium di Milano? Come vi è sembrata?
A me eccezionale, a parte un paio di imbroccamenti in cui il gruppo andava
fuori tempo, una stonatura del trombettiere, e ... basta. Bravissimo il
violinista (Stefano Montanari) ma era quello che mi aspettavo, avendolo
conosciuto su disco. Forse un po' freddini nell'approccio col pubblico.

--

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Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19760 è una risposta a message #19745] ven, 22 luglio 2011 11:17 Messaggio precedenteMessaggio successivo
armolodico  è attualmente disconnesso armolodico
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Mi permetto di dissentire. Anzi, più volte durante l'esecuzione mi
sono sorpreso a pensare: "Ma davvero alla gente piace una porcheria
simile?".
Il discorso, in verità, non riguarda tanto l'Accademia Bizantina in
sè, ma le esecuzioni filologiche tout court. Credo che funzionino solo
sul disco, dove i rapporti sonori e soprattutto il volume possono
essere riequlibrati (e le stonature corrette).
Dal vivo, invece, si sentono solo flebili miagolii, stonature di vario
genere (i fiati: terribili) e in più il tutto risulta un guazzabuglio
incoerente. Io, di "musicale", ho sentito ben poco.
Premetto che di per sè non ho nulla, sul piano di principio, contro la
filologia. Però quando vado ad un concerto diffilmente rimango
soddisfatto mentre su disco, ripeto, mi sembra che questo approccio
funzioni molto di più.
Detto questo, ovvio che non tutto fosse da buttare. Però una volta a
casa ho dovuto ascoltare qualcosa con gli strumenti moderni per
rifarmi le orecchie!






On 21 Lug, 09:37, sunbat...@virgilio.it (sunbather) wrote:
> Qualcuno ha assistito alla torrenziale integrale dei Concerti
> Brandeburghesi di ieri sera all'Auditorium di Milano? Come vi sembrata?
> A me eccezionale, a parte un paio di imbroccamenti in cui il gruppo andava
> fuori tempo, una stonatura del trombettiere, e ... basta. Bravissimo il
> violinista (Stefano Montanari) ma era quello che mi aspettavo, avendolo
> conosciuto su disco. Forse un po' freddini nell'approccio col pubblico.
>
> --
>
> questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuitohttp://www.newsland.it/newssegnala gli abusi ad ab...@newsland.it
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19762 è una risposta a message #19760] ven, 22 luglio 2011 13:03 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Federico Gnech  è attualmente disconnesso Federico Gnech
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Il 22/07/2011 11:17, armolodico ha scritto:

> Mi permetto di dissentire. Anzi, più volte durante l'esecuzione mi
> sono sorpreso a pensare: "Ma davvero alla gente piace una porcheria
> simile?".

Addirittura! Certo, qualche dubbio su alcune esecuzioni filologiche o
definite tali mi rimane. La prima volta che ascoltai (su disco) le
Quattro Stagioni dell'Accademia Bizantina rimasi un po' scioccato. Agli
ascolti successivi ho cominciato ad apprezzare l'impasto generale
dell'organico e proprio certi timbri così aspri. Oltre a una certa
sensazione di freschezza rispetto a pagine iperfrequentate e ridotte a
stereotipo. Infine, col tempo, sono emersi i difetti. Quello che mi
infastidisce molto è la scelta di certi tempi. Corrono troppo. Va bene
tutto, va bene il virtusosismo, ma a volte perdi il respiro e
l'articolazione delle frasi.
Rispetto a Bache e Vivaldi, confesso di essere legato, credo per ragioni
di imprinting (sono le prime esecuzioni che ho ascoltato) ai vecchi
dischi philips dei Musici, da molti oggi considerati inascoltabili.
Però per le cantate bachiane credo che oggi non esista niente di meglio
dell'integrale di Koopman, che mi pare tra i filologi meno severi e più
brillanti, btw.

Sarei curioso di avere una piccola mappatura degli interpreti, a cura
degli esperti del ng: chi è il talebano filologico del barocco, secondo
voi? Chi il più equilibrato? E quando, secondo voi, l'interpretazione
filologica nasconde la mediocrità dell'inteprete (mediocrità
interpretativa, non tecnica, eh).

F.

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Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19763 è una risposta a message #19762] ven, 22 luglio 2011 13:21 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Federico Gnech  è attualmente disconnesso Federico Gnech
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Il 22/07/2011 13:03, Federico Gnech ha scritto:
> Il 22/07/2011 11:17, armolodico ha scritto:

> Addirittura! Certo, qualche dubbio su alcune esecuzioni filologiche o
> definite tali mi rimane. La prima volta che ascoltai (su disco) le
> Quattro Stagioni dell'Accademia Bizantina

Cazzata: intendevo Il Giardino Armonico...

F.

--
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Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19764 è una risposta a message #19763] ven, 22 luglio 2011 14:52 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Federico Gnech" <federicognech@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:j0bmep$vmh$1@dont-email.me...

> Cazzata: intendevo Il Giardino Armonico...

Loro parlavano di Accademia Bizantina, se non ho capito male.
Il Giardino Armonico è titolare, su disco, di un'ottima incisione dei
Brandeburghesi.
Poi come possano suonare ora (l'incisione è di parecchi anni fa) dal vivo,
non lo so.

dR
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19766 è una risposta a message #19760] ven, 22 luglio 2011 16:39 Messaggio precedenteMessaggio successivo
sunbather  è attualmente disconnesso sunbather
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armolodico ha scritto:
> "Ma davvero alla gente piace una porcheria simile?".

Boh. E' stato uno dei più bei concerti ai quali abbia mai assistito.

> Dal vivo, invece, si sentono solo flebili miagolii

Il mio timore prima dell'inizio era soprattutto nei confronti del
clavicembalo. Già immaginavo che nel suo ruolo concertante sarebbe
risultato troppo evanescente. Ma nella lunga cadenza del concerto n. 5
era, secondo me, perfettamente ascoltabile (anche alla luce del fatto che
una sala come quella dell'Auditorium non era certo lo spazio concepito
all'origine per questo genere di concerti). A questo punto, è lecito e
ammissible che, seguendo la filologia barocca, tutti gli strumenti debbano
avere un suono più flebile (violini, etc.), altrimenti il clavicembalo
scomparirebbe del tutto. I bassisti (violoncelli e contrabbassi) se ci hai
fatto caso, suonavano con una leggerezza incredibile, proprio per non
sovrastare il resto dell'equipe. Ma nel complesso l'effetto sonoro era più
che soddisfacente (almeno dalla mia posizione). Forse solo i secondi
violini (meno smaliziati di Montanari) non avevano il coraggio di
schiacciare troppo, e qualcosa si perdeva.

> stonature di vario genere (i fiati: terribili)

Da quanto ho capito, i fiati - nel caso di strumenti originali - hanno
delle grosse imperfezioni connaturate (ho un disco con sonate per
strumento a fiato di Philidor che - dopo averle ascoltate la prima volta -
volevo restituirlo pensando fosse un bidone).

--

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Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19816 è una risposta a message #19766] dom, 24 luglio 2011 21:06 Messaggio precedenteMessaggio successivo
armolodico  è attualmente disconnesso armolodico
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Junior Member
Io posso senz'altro capire che, alla luce di tutti i rilievi che hai
fatto su circa la prassi filologica, il suono possa essere sembrato
giusto. Ma, appunto, lo è se visto con la logica dell'ideologia
filologica. Io ho sentito il sesto brandeburghese suonato da Bashmet e
i Virtuosi di Mosca qualche anno fa: ti garantisco che era di una
musicalità, di un'intensità completamente diversa. Ora, il punto è
proprio qui: cosa è preferibile? Gli strumenti moderni, che sono molto
più intonati, molto più sonori e molto più "musicali", oppure gli
strumenti filologici con tutti i difetti che abbiamo detto? Il suono
filologico puà anche essere "bello" ma credo che, come dicevo,
funzioni più che altro in disco. Ad ogni modo, la scuola filologica ha
avuto sicuramente il merito di modernizzare il fraseggio, questo sì.
Aspetto le tue osservazioni, ciao.



On 22 Lug, 16:39, sunbat...@virgilio.it (sunbather) wrote:
> armolodico ha scritto:
>
> > "Ma davvero alla gente piace una porcheria simile?".
>
> Boh. E' stato uno dei più bei concerti ai quali abbia mai assistito.
>
> > Dal vivo, invece, si sentono solo flebili miagolii
>
> Il mio timore prima dell'inizio era soprattutto nei confronti del
> clavicembalo. Già immaginavo che nel suo ruolo concertante sarebbe
> risultato troppo evanescente. Ma nella lunga cadenza del concerto n. 5
> era, secondo me, perfettamente ascoltabile (anche alla luce del fatto che
> una sala come quella dell'Auditorium non era certo lo spazio concepito
> all'origine per questo genere di concerti). A questo punto, è lecito e
> ammissible che, seguendo la filologia barocca, tutti gli strumenti debbano
> avere un suono più flebile (violini, etc.), altrimenti il clavicembalo
> scomparirebbe del tutto. I bassisti (violoncelli e contrabbassi) se ci hai
> fatto caso, suonavano con una leggerezza incredibile, proprio per non
> sovrastare il resto dell'equipe. Ma nel complesso l'effetto sonoro era più
> che soddisfacente (almeno dalla mia posizione). Forse solo i secondi
> violini (meno smaliziati di Montanari) non avevano il coraggio di
> schiacciare troppo, e qualcosa si perdeva.
>
> > stonature di vario genere (i fiati: terribili)
>
> Da quanto ho capito, i fiati - nel caso di strumenti originali - hanno
> delle grosse imperfezioni connaturate (ho un disco con sonate per
> strumento a fiato di Philidor che - dopo averle ascoltate la prima volta -
> volevo restituirlo pensando fosse un bidone).
>
> --
>
> questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuitohttp://www.newsland.it/newssegnala gli abusi ad ab...@newsland.it
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19886 è una risposta a message #19816] mar, 26 luglio 2011 22:19 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On Jul 24, 9:06 pm, armolodico <armolod...@gmail.com> wrote:
> Io posso senz'altro capire che, alla luce di tutti i rilievi che hai
> fatto su circa la prassi filologica, il suono possa essere sembrato
> giusto. Ma, appunto, lo è se visto con la logica dell'ideologia
> filologica. Io ho sentito il sesto brandeburghese suonato da Bashmet e
> i Virtuosi di Mosca qualche anno fa: ti garantisco che era di una
> musicalità, di un'intensità completamente diversa. Ora, il punto è
> proprio qui: cosa è preferibile? Gli strumenti moderni, che sono molto
> più intonati, molto più sonori e molto più "musicali", oppure gli
> strumenti filologici con tutti i difetti che abbiamo detto? Il suono
> filologico puà anche essere "bello" ma credo che, come dicevo,
> funzioni più che altro in disco. Ad ogni modo, la scuola filologica ha
> avuto sicuramente il merito di modernizzare il fraseggio, questo sì.
> Aspetto le tue osservazioni, ciao.
>
> On 22 Lug, 16:39, sunbat...@virgilio.it (sunbather) wrote:
>
> > armolodico ha scritto:
>
> > > "Ma davvero alla gente piace una porcheria simile?".
>
> > Boh. E' stato uno dei più bei concerti ai quali abbia mai assistito.
>
> > > Dal vivo, invece, si sentono solo flebili miagolii
>
> > Il mio timore prima dell'inizio era soprattutto nei confronti del
> > clavicembalo. Già immaginavo che nel suo ruolo concertante sarebbe
> > risultato troppo evanescente. Ma nella lunga cadenza del concerto n. 5
> > era, secondo me, perfettamente ascoltabile (anche alla luce del fatto che
> > una sala come quella dell'Auditorium non era certo lo spazio concepito
> > all'origine per questo genere di concerti). A questo punto, è lecito e
> > ammissible che, seguendo la filologia barocca, tutti gli strumenti debbano
> > avere un suono più flebile (violini, etc.), altrimenti il clavicembalo
> > scomparirebbe del tutto. I bassisti (violoncelli e contrabbassi) se ci hai
> > fatto caso, suonavano con una leggerezza incredibile, proprio per non
> > sovrastare il resto dell'equipe. Ma nel complesso l'effetto sonoro era più
> > che soddisfacente (almeno dalla mia posizione). Forse solo i secondi
> > violini (meno smaliziati di Montanari) non avevano il coraggio di
> > schiacciare troppo, e qualcosa si perdeva.
>
> > > stonature di vario genere (i fiati: terribili)
>
> > Da quanto ho capito, i fiati - nel caso di strumenti originali - hanno
> > delle grosse imperfezioni connaturate (ho un disco con sonate per
> > strumento a fiato di Philidor che - dopo averle ascoltate la prima volta -
> > volevo restituirlo pensando fosse un bidone).

Tutti gi strumenti antichi sono più difficili da controllare degli
strumenti moderni. Tuttavia con dei bravi strumentisti non si
percepiscono problemi di intonazione, né suono (sia come qualità che
come quantità).
L'unico vero reale problema è che troppi brocchi suonano gli strumenti
antichi.
Se come violinista vali 7, se prendi un violino montato col budello e
usi l'arco barocco e non studi come un pazzo per decenni, varrai 5 al
massimo.
Infatti si sente.
E sarebbe anche ora di piantarla di attribuire al mezzo i difetti
dell'utente.
E' come dire che "Una pistola ha ucciso una persona". Di solito è
colpa di chi aveva in mano la pistola...
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19910 è una risposta a message #19816] gio, 28 luglio 2011 01:13 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"armolodico" ha scritto
>Ad ogni modo, la scuola filologica ha
>avuto sicuramente il merito di modernizzare il fraseggio.

Ma sì, riguardo alla qualità del suono hai ragione tu, in fondo. Da disco
puoi alzare il volume quanto vuoi, quindi si possono apprezzare le
sfumature. Ma visto che questa benedetta ricerca filologica a qualcosa è
servita, diamogli un po' di soddisfazione ai filologi quando fanno i
concerti con gli strumenti originali (o giù di lì). Lo spettacolino di dover
cambiare clavicembalo perché si è scordato non capiterebbe con l'uso di un
pianoforte (e ha dato l'occasione a Dantone di spiccicare due parole e
rendere la performance meno da ragionieri).
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19915 è una risposta a message #19910] gio, 28 luglio 2011 22:56 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"sunbather" <sunbather@virgilio.it> ha scritto nel messaggio
news:4e309bd7$0$15667$4fafbaef@reader2.news.tin.it...

>Lo spettacolino di dover cambiare clavicembalo perché si è scordato non
>capiterebbe con l'uso di un pianoforte (e ha dato l'occasione a Dantone di
>spiccicare due parole e rendere la performance meno da ragionieri).

Non l'ho visto di persona, ma mi è stato comunicato da fonte sicura che
Schiff ha suonato su due pianoforti diversi in una stessa serata, perché
ciascuno dei due adatto a una sola delle due parti.
Secondo lui. Alcuni anni fa, ovviamente.
E pensare che Richter se poteva scegliere, sceglieva (maledicendo il
momento; preferiva non doverlo fare) il peggiore.
Era sicuro di suonare molto meglio senza provare lo strumento.

Richter può (poteva; per me è un essere soprannaturale, tuttora in qualche
modo esistente).

dR
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19926 è una risposta a message #19762] ven, 29 luglio 2011 21:03 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Federico Gnech" <federicognech@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:j0blef$q6p$1@dont-email.me...
> Sarei curioso di avere una piccola mappatura degli interpreti, a cura
> degli esperti del ng: chi è il talebano filologico del barocco, secondo
> voi? Chi il più equilibrato? E quando, secondo voi, l'interpretazione
> filologica nasconde la mediocrità dell'inteprete (mediocrità
> interpretativa, non tecnica, eh).

casomai il contrario
I filologi aggiungono, non tolgono.
Non sapete cosa state dicendo (scusa Federico)
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19928 è una risposta a message #19763] ven, 29 luglio 2011 21:04 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Federico Gnech" <federicognech@gmail.com> ha scritto nel messaggio
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> Il 22/07/2011 13:03, Federico Gnech ha scritto:
>> Il 22/07/2011 11:17, armolodico ha scritto:
>
>> Addirittura! Certo, qualche dubbio su alcune esecuzioni filologiche o
>> definite tali mi rimane. La prima volta che ascoltai (su disco) le
>> Quattro Stagioni dell'Accademia Bizantina
>
> Cazzata: intendevo Il Giardino Armonico...

prova Carmignola con i sonatori della gioiosa marca
Strepitoso (vecchio cd)
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19929 è una risposta a message #19910] ven, 29 luglio 2011 21:06 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"sunbather" <sunbather@virgilio.it> ha scritto nel messaggio
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> "armolodico" ha scritto
>>Ad ogni modo, la scuola filologica ha
>>avuto sicuramente il merito di modernizzare il fraseggio.
>
> Ma sì, riguardo alla qualità del suono hai ragione tu, in fondo. Da disco
> puoi alzare il volume quanto vuoi, quindi si possono apprezzare le
> sfumature. Ma visto che questa benedetta ricerca filologica a qualcosa è
> servita, diamogli un po' di soddisfazione ai filologi quando fanno i
> concerti con gli strumenti originali (o giù di lì). Lo spettacolino di
> dover cambiare clavicembalo perché si è scordato non capiterebbe con l'uso
> di un pianoforte (e ha dato l'occasione a Dantone di spiccicare due parole
> e rendere la performance meno da ragionieri).

vai ad ascoltare Goebel e i musica antiqua Koeln e poi dimmi se sono
interpretazioni da ragionieri.
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19931 è una risposta a message #19929] sab, 30 luglio 2011 01:00 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Herr von Faninal" ha scritto
> vai ad ascoltare Goebel e i musica antiqua Koeln

Sono ancora vivi? (come gruppo?). Ho un loro cd con sonate di Biber
(Harmonia Artificioso-Ariosa) che adoro.
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19936 è una risposta a message #19926] sab, 30 luglio 2011 10:09 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 29/07/2011 21:03, Herr von Faninal ha scritto:
> "Federico Gnech"<federicognech@gmail.com> ha scritto nel messaggio
> news:j0blef$q6p$1@dont-email.me...
>> Sarei curioso di avere una piccola mappatura degli interpreti, a cura
>> degli esperti del ng: chi è il talebano filologico del barocco, secondo
>> voi? Chi il più equilibrato? E quando, secondo voi, l'interpretazione
>> filologica nasconde la mediocrità dell'inteprete (mediocrità
>> interpretativa, non tecnica, eh).
>
> casomai il contrario
> I filologi aggiungono, non tolgono.

Forse mi sono espresso male, non intendevo dire questo, l'aggettivo
'severo' però era forse fuorviante. Faccio prima a dire in parole povere
quello che credo di aver capito, tu correggimi senza pietà.
Un'interpretazione tradizionale (diciamo Menuhin) di un concerto barocco
si gioca su valori espressivi che, anche solo per fattori tecnici, nel
primo settecento non potevano essere centrali. Sugli strumenti antichi è
difficile, per così dire, 'far cantare' lo strumento come si fa con
Brahms o Bruch. Ho capito che i filologi anzi "aggiungono", in termini
di fioriture e abbellimenti vari.
Mi domando se questo non renda a volte l'esecuzione un po' meccanica e
possa nascondere una povertà intepretativa molto più di quanto non possa
avvenire con la musica romantica. Sbaglio?
Ah, rinuncio ovviamente alla pretesa cretina di sentire un esecutore
parlar male pubblicamente di qualche suo collega in attività :->

> Non sapete cosa state dicendo (scusa Federico)

Figurati, sono qui per imparare!

F.


--
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Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19941 è una risposta a message #19931] sab, 30 luglio 2011 14:11 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"sunbather" <sunbather@virgilio.it> ha scritto nel messaggio
news:4e333bf2$0$44197$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
> "Herr von Faninal" ha scritto
>> vai ad ascoltare Goebel e i musica antiqua Koeln
>
> Sono ancora vivi? (come gruppo?). Ho un loro cd con sonate di Biber
> (Harmonia Artificioso-Ariosa) che adoro.

beh...sì! Ma credo che Goebel abbia avuto un ennesimo problema fisico.
Adesso ho sentito dire che dirige. Non suona quasi più....Peccato, davvero
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19942 è una risposta a message #19936] sab, 30 luglio 2011 14:15 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Federico Gnech" <federicognech@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:j10e7f$p8b$1@dont-email.me...

> Forse mi sono espresso male, non intendevo dire questo, l'aggettivo
> 'severo' però era forse fuorviante. Faccio prima a dire in parole povere
> quello che credo di aver capito, tu correggimi senza pietà.
> Un'interpretazione tradizionale (diciamo Menuhin) di un concerto barocco
> si gioca su valori espressivi che, anche solo per fattori tecnici, nel
> primo settecento non potevano essere centrali. Sugli strumenti antichi è
> difficile, per così dire, 'far cantare' lo strumento come si fa con Brahms
> o Bruch.

Mah...che significa far cantare? Una frase di Bruch certo è fatta apposta
per essere eseguita in un modo ben diverso da una frase di Vivaldi, è
diversa la musica, lo stile, l'armonia, la costruzione.
Ma nei secoli passati si usavano comunque le dinamiche (contrariamente a
quanto i filologi talebani
dicono). Si usava meno il vibrato. Questo non era però assolutamente assente
(come altri talebani pretendono), ma veniva usato in modo più diversificato
rispetto allo strumento moderno, dove ogni nota tende comunque a ricevere la
sua dose, seppur minimissima, di vibratino.
Le articolazioni sono sostanzialmente molto più varie perché concentrate su
frasi ovviamente più corte e diversificate: non esistendo ancora il grande
legato romantico, nemmeno si eseguiva (Lapalisse insegna).
L'arco più corto facilita proprio queste piccole articolazioni
interne alla frase, mentre penalizza il grande legato pesante. Ma
d'altronde, questo grande legato compare dopo, insieme, appunto, all'arco
che lo esegue in maniera ottimale (sto semplificando alla grande, ma insomma
è per rendere il discorso più chiaro)

>Ho capito che i filologi anzi "aggiungono", in termini di fioriture e
>abbellimenti vari.

esatto. Si chiamano diminuzioni

> Mi domando se questo non renda a volte l'esecuzione un po' meccanica e
> possa nascondere una povertà intepretativa molto più di quanto non possa
> avvenire con la musica romantica. Sbaglio?

dipende da chi le fa e da come le fa. Troppe sono stucchevoli, fatte male
oscurano la linea principale: bisonga saperle fare e non è facile. E
comunque più si va avanti (dal 1700 in poi, diciamo) meno diventano
necessarie, stilisticamente parlando. SI tratta di una tecnica in uso
soprattutto con musica del seicento e del primo settecento (ma anche, co n
parsimonia, molto più in là. Pensiamo alla tradizione dei cantanti, in voga
fino a Verdi inoltreto, di abbellire. E le cadenze, per gli
strumentisti...). Poi occorre
vedere per che autore, in che modo, eccetera. Cis ono molti fattori da
prendere in considerazione.


> Ah, rinuncio ovviamente alla pretesa cretina di sentire un esecutore
> parlar male pubblicamente di qualche suo collega in attività :->


Diciamo una cosa: molti esecutori sono molto bravi, ma quella del suono
gracchiante e aspro è diventata una sorta di moda, perché una volta
costituiva il marchio di fabbrica di alcuni gruppi.
A me è capitato che un organizzatore di festival di musica antica molto
noto, dopo aver ascoltato una registrazione di un grupp, si lamentasse per
il suono troppo
rotondo e troppo pieno. "Non suona barocco" mi ha detto schifato. Ovviamente
si trattava di strumenti antichi, ma suonavano troppo....moderni, in qualche
modo.
Tutto dipende ovviamente dalla propria concezione estetica.
Io conosco valanghe di violinisti barocchi, ma pochi che suonano veramente
bene. Costoro hanno un suono bello, rotondo, chiaro e potente. Ovviamente il
budello non ha lo stesso suono del metallo e la potenza è relativa, e
l'intonazione più difficile (ma quelli che conosco io non hanno problemi di
controllo di intonazione).
Allora io mi chiedo se viene prima l'uovo o la gallina. Sono alcuni
strumentisti che si adattano alle loro scarse capacità e ne fanno uno stile
di vita, oppure siccome hanno quell'idea, anche se bravissimi, si sforzano
di suonare in un certo modo? (perché ci sono fior di ottimi violinisti che
insistono nel registrarsi col microfono in bocca, per far sentire il minimo
scratch dell'arco sulla corda...).
No lo so e m'interessa poco, devo ammettere.
La mia personale posizione, che però non coinvolge che me, è che un suono
brutto è un suono brutto, e che una nota stonata è una nota stonata (ho
studiato con Lapalisse, come dicevo). Ergo io odio i rumori da segheria
e le stonature.
Sia in Brahms che in Biagio Marini. Non capisco perché si debba fare brutta
musica. Dato che la filologia ha ormai appurato che esistevano i piani e i
forti, che la potenza di suono c'era, il vibrato in alcune circostanze pure,
ecc..
Siamo noi che andiamo indietro col pensiero, e, in maniera del tutto
stupidamente cronocentrica, pensiamo che nei secoli passati dovessero essere
per forza più brocchi e incapaci di noi.
Erano semplicemente diversi. Sono diversi i canoni estetici, ma il brutto
suono sforzato e miagolante di quale diamine di canone estetico ha mai fatto
parte? Qualcuno me lo dica, se lo sa.

>
>> Non sapete cosa state dicendo (scusa Federico)
>
> Figurati, sono qui per imparare!

Anch'io. Vorrei sapere chi ha detto che un violino deve miagolare :-)
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19946 è una risposta a message #19942] sab, 30 luglio 2011 17:01 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 30/07/2011 14:15, Herr von Faninal ha scritto:

> Mah...che significa far cantare? Una frase di Bruch certo è fatta apposta
> per essere eseguita in un modo ben diverso da una frase di Vivaldi, è
> diversa la musica, lo stile, l'armonia, la costruzione.

Chiaro che sì. Più che altro mi interrogavo sulla questione che rientra
sempre nella categoria uovo&gallina di cui parli sotto: c'è l'estetica,
la tecnica esecutiva e le soluzioni costruttive. Da dove si parte in
questo triangolo? Sugli archi ne so troppo poco, però sappiamo tutti
che il pianoforte ha introdotto la dinamica che le tastiere non avevano,
o che la ricerca volta a risolvere i problemi di intonazione degli
ottoni è andata avanti due secoli...

> Allora io mi chiedo se viene prima l'uovo o la gallina. Sono alcuni
> strumentisti che si adattano alle loro scarse capacità e ne fanno uno stile
> di vita, oppure siccome hanno quell'idea, anche se bravissimi, si sforzano
> di suonare in un certo modo? (perché ci sono fior di ottimi violinisti che
> insistono nel registrarsi col microfono in bocca, per far sentire il minimo
> scratch dell'arco sulla corda...).
> No lo so e m'interessa poco, devo ammettere.

Questione di mode, forse?

> La mia personale posizione, che però non coinvolge che me, è che un suono
> brutto è un suono brutto, e che una nota stonata è una nota stonata (ho
> studiato con Lapalisse, come dicevo). Ergo io odio i rumori da segheria
> e le stonature.
> Sia in Brahms che in Biagio Marini. Non capisco perché si debba fare brutta
> musica. Dato che la filologia ha ormai appurato che esistevano i piani e i
> forti, che la potenza di suono c'era, il vibrato in alcune circostanze pure,
> ecc..
> Siamo noi che andiamo indietro col pensiero, e, in maniera del tutto
> stupidamente cronocentrica, pensiamo che nei secoli passati dovessero essere
> per forza più brocchi e incapaci di noi.

Sono molto d'accordo, e ascolto volentieri i musicisti che la pensano così.

> Anch'io. Vorrei sapere chi ha detto che un violino deve miagolare :-)

Credo sia per imitare uno strumento barocco che nessun liutaio sa più
ricostruire, il Katzenschwanz sassone. Si suonava con il piede.

F.


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Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19947 è una risposta a message #19946] sab, 30 luglio 2011 17:18 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Federico Gnech ha scritto:
>
> Credo sia per imitare uno strumento barocco che nessun liutaio sa più
> ricostruire

E' possibile costruire un violino secondo i canoni del 600 esattamente
con gli stessi metodi e senza nessuna aggiunta di materiale
prefabbricato, es. i "filetti". Ma i violinisti che lo possono pagare
sono veramente pochi.
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19948 è una risposta a message #19947] sab, 30 luglio 2011 18:19 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 30/07/2011 17:18, Sannois ha scritto:
> Federico Gnech ha scritto:
>>
>> Credo sia per imitare uno strumento barocco che nessun liutaio sa più
>> ricostruire
>
> E' possibile costruire un violino secondo i canoni del 600 esattamente
> con gli stessi metodi e senza nessuna aggiunta di materiale
> prefabbricato, es. i "filetti". Ma i violinisti che lo possono pagare
> sono veramente pochi.

Ne sono convinto. Ma fidati, nessun liutaio sa costruire un Katzenschwanz.

F.

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Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19951 è una risposta a message #19946] sab, 30 luglio 2011 18:22 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Federico Gnech" <federicognech@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:j116bs$tkr$1@dont-email.me...

> Chiaro che sì. Più che altro mi interrogavo sulla questione che rientra
> sempre nella categoria uovo&gallina di cui parli sotto: c'è l'estetica, la
> tecnica esecutiva e le soluzioni costruttive. Da dove si parte in questo
> triangolo? Sugli archi ne so troppo poco, però sappiamo tutti che il
> pianoforte ha introdotto la dinamica che le tastiere non avevano, o che la
> ricerca volta a risolvere i problemi di intonazione degli ottoni è andata
> avanti due secoli...

certo, ma il violino è quello che è cambiato meno.
Anzi, è stato modificato proprio per poter reggere l'enorme trazione che
richiedono le corde di metallo.
E' capace comunque, sia montato moderno che antico, di sottili e
svariatissime variazioni dinamiche e di articolazione.
In questo senso è uno strumento "perfetto", il più duttile e il più completo
di tutti. Un po' come la voce.
I cantanti "filologici" inglesi di una volta (ricorderai alcune
registrazioni) cantavano tutto senza vibrato, nemmeno quello che viene
prodotto in modo naturale.
Il risultato imho è agghiacciante.

>> No lo so e m'interessa poco, devo ammettere.
>
> Questione di mode, forse?

certo. Mode stupide.

>> Anch'io. Vorrei sapere chi ha detto che un violino deve miagolare :-)
>
> Credo sia per imitare uno strumento barocco che nessun liutaio sa più
> ricostruire, il Katzenschwanz sassone. Si suonava con il piede.

:-)))))))))))))
LOL!
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19952 è una risposta a message #19948] sab, 30 luglio 2011 19:00 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Federico Gnech ha scritto:
> Ma fidati, nessun liutaio sa costruire un Katzenschwanz

Anche se era ed e' tuttora usata in liuteria.
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19953 è una risposta a message #19952] sab, 30 luglio 2011 19:03 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Sannois ha scritto:
> Anche se era ed e' tuttora usata in liuteria.

mi riferisco a questa

http://www.naturheilkraut.com/index.php/Katzenschwanz

usata come carta vetro.
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19956 è una risposta a message #19953] sab, 30 luglio 2011 20:41 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 30/07/2011 19:03, Sannois ha scritto:
> Sannois ha scritto:
>> Anche se era ed e' tuttora usata in liuteria.
>
> mi riferisco a questa
>
> http://www.naturheilkraut.com/index.php/Katzenschwanz
>
> usata come carta vetro.

Urca, non lo sapevo! Io intendevo la coda del felino in senso stretto.
Ne ho imparata un'altra, il che allieverà un po' lo sconforto che mi
prende ogni volta che devo spiegare una battuta.

F.

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Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19957 è una risposta a message #19951] sab, 30 luglio 2011 21:00 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 30/07/2011 18:22, Herr von Faninal ha scritto:

> I cantanti "filologici" inglesi di una volta (ricorderai alcune
> registrazioni) cantavano tutto senza vibrato, nemmeno quello che viene
> prodotto in modo naturale.
> Il risultato imho è agghiacciante.

Quoto.
Che poi è paradossale questo talebanismo, se si pensa che,
tradizionalmente, nell'organo il registro "vox humana" è proprio
caratterizzato dal vibrato (lo chiamano anche 'unda maris', infatti)

F.

--
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Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19962 è una risposta a message #19942] sab, 30 luglio 2011 22:19 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Herr von Faninal" <big@bang.com> ha scritto nel messaggio
news:j10slu$knj$4@nnrp-beta.newsland.it...

> quanto i filologi talebani
> dicono).

"Siam tre piccoli taliban"

su melodia nota, dal film di W.Disney

(battuta del Katz, ma non ho resistito).

dR zuzzurellon y belfannullon
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19969 è una risposta a message #19962] dom, 31 luglio 2011 12:04 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Shapiro used clothes" <vittoriocol@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:4e346724$0$15668$4fafbaef@reader2.news.tin.it...
>
> "Herr von Faninal" <big@bang.com> ha scritto nel messaggio
> news:j10slu$knj$4@nnrp-beta.newsland.it...
>
>> quanto i filologi talebani
>> dicono).
>
> "Siam tre piccoli taliban"
>
> su melodia nota, dal film di W.Disney
>
> (battuta del Katz, ma non ho resistito).

han fatto più danni dei tre ai quali ti riferisci tu, però :-)))
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19970 è una risposta a message #19957] dom, 31 luglio 2011 12:05 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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> Il 30/07/2011 18:22, Herr von Faninal ha scritto:
>
>> I cantanti "filologici" inglesi di una volta (ricorderai alcune
>> registrazioni) cantavano tutto senza vibrato, nemmeno quello che viene
>> prodotto in modo naturale.
>> Il risultato imho è agghiacciante.
>
> Quoto.
> Che poi è paradossale questo talebanismo, se si pensa che,
> tradizionalmente, nell'organo il registro "vox humana" è proprio
> caratterizzato dal vibrato (lo chiamano anche 'unda maris', infatti)

vero :-)
Ma è normale, imho, agli inizi.
Solo che oggi son passati...boh, almeno trent'anni, mi sembra. Sarebbe anche
ora di piantarla con certe preatiche
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19971 è una risposta a message #19956] dom, 31 luglio 2011 14:30 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Sannois  è attualmente disconnesso Sannois
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Federico Gnech ha scritto:
> il che allieverà un po' lo sconforto che mi prende ogni volta che devo
> spiegare una battuta
Non c'e' problema. Non tutto gira come vogliamo. A volte
inconsapevolmente si sconfina nell'ignoto. Quindi ci si allieva.
Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19972 è una risposta a message #19971] dom, 31 luglio 2011 14:41 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 31/07/2011 14:30, Sannois ha scritto:
> Federico Gnech ha scritto:
>> il che allieverà
ci si allieva.

Io Allievi,tu Jane?

F.


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Re: Brandeburghesi-Milanesi [messaggio #19975 è una risposta a message #19972] dom, 31 luglio 2011 15:04 Messaggio precedente
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Federico Gnech ha scritto:
> tu Jane?

Io Jane, tu spiritosone :)
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