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[UFV] L'ultimo dominatore dell'aria (Shyamalan, 2010) [messaggio #29596] dom, 20 marzo 2011 18:56 Messaggio successivo
Roberto  è attualmente disconnesso Roberto
Messaggi: 892
Registrato: maggio 2009
Senior Member
Come volevasi dimostrare, il film più odiato della stagione, vincitore
di non so quanti razzie award come peggior film dell’anno, un disastro
commerciale roboante, non è affatto disprezzae, un film che, avendo un
minimo di interesse, bisognerebbe leggere insieme all’altra fiaba di
Shyamalan, cioè l’altrettanto detestato “Lady in the water”, del quale
“The last airbender” rappresenta quasi la versione commerciale.

A sorprendermi più di tutto è l’atteggiamento ostile di tanta critica
verso il misticismo e lo spiritualismo di questo film. Voglio dire,
caterve di film ne sono pieni, però ci si scandalizza solo nei
confronti di Shyamalan. E’ praticamente impossibile, oggi, trovare un
film fantastico che non abbia a che fare con profezie, spiriti della
natura, predestinati e altre fesserie (esoterismo, numerologia
eccetera). Ma è sorprendente che solo Shyamalan, che sulla sua
personale visione delle cose ha fondato una filmografia coerente e
riconoscibile, dia così fastidio. Personalmente non condivido questo
spiritualismo, se non "dall'alto” (vale a dire in termini
generalissimi, come preoccupazione “laica” per la perdita di sacralità
di tutte le cose), tuttavia questa ideologia, come qualsiasi altra,
non mi dà fastidio di per sé, quando la vedo rappresentata nel cinema.
Non scappo via appena mi si para un "predestinato" davanti, altrimenti
dovrei smettere di vedere il 99% film.

Tanto precisato, non capisco quali clamorosi problemi abbia questo
“Ultimo dominatore dell’aria”. A parte, è ovvio, la breve durata (90
minuti per dar conto di tutto il materiale del film sono davvero
pochi) e la sua chiara natura di primo episodio di una serie che non
verrà mai realizzata. Evidentemente gli autori pensavano di poter
fondare un nuovo e redditizio franchise, invece il disastro è stato
totale, gli altri film non vedranno mai la luce, e “L’ultimo
dominatore dell’aria” resta un film incompiuto, per non dire monco,
con il percorso di formazione del protagonista interrotto bruscamente.

Ad ogni modo, (mi) piace la via della semplicità scelta da Shyamalan,
che opta per un approccio antitecnologico e ci offre un racconto
lineare e rispettoso dei canoni classici, e in questo forse è lecito
vederci parte delle ragioni del disastro commerciale. La temuta
proliferazione di pupazzi è tenuta opportunamente a freno, salvo il
minimo indispensabile (e quando il regista ci mostra il cagnone
fluttuante, in realtà ci sta mostrando *i bambini*, e la loro gioia
nel giocare con quella creatura) e il manicheismo del film, che gli
spettatori più furbi disprezzano così ferocemente, è ovviamente assai
meno scontato di quanto comunemente si sia disposti ad ammettere.

Il cattivo giovane, cioè il figlio del sovrano del regno del fuoco, è
animato da una motivazione non banale, la propria riabilitazione agli
occhi del padre. Quest’ultimo, poi, il re del Regno del Fuoco ha la
più grossa responsabilità tematica, essendo portatore della questione
principale del film, assolutamente NON banale e NON innocua, comunque
la si pensi sul “veicolo” scelto da Shyamalan (ossia il mix di
shintoismo, buddismo e arti marziali del film). Non so infatti quanti
degli spettatori più disgustati e incazzati avranno notato che fuoco
vuol dire *metallo* e che metallo vuol dire *macchine*. E fuoco +
metallo + macchine = Era della Tecnica, cioè la *nostra* epoca. Ancora
una volta Shyamalan non si lascia sfuggire una riflessione sul tempo
attuale, stavolta mettendo in scena un’evidente allegoria dell’arco
che va dal mito di Prometeo alla Bibbia al tempo attuale.

Non è un caso che nessuno degli altri Regni, nel film, abbia
sviluppato una civiltà tecnologica, quindi era inevitabile che i
cattivi fossero quelli del popolo del Fuoco, cioè coloro che,
inventando e costruendo, partecipano delle prerogative divine; coloro
che governano le macchine; coloro che hanno sostituito il mondo della
natura con un *altro* mondo, il mondo che loro stessi hanno creato, e
del quale le immense navi in cui vivono rappresentano un esempio
eloquente. Vi è una profonda differenza fra gli altri tre Regni e il
Regno del Fuoco. Il “dominio“ esercitato dai primi tre sui rispettivi
elementi identificativi si svolge ancora nella categoria della
comunione con il mondo e con le forze della natura.

Il Regno del Fuoco è diverso. In una scena eloquente il re megalomane
uccide un pesce divino, dicendo “adesso siamo noi, gli dei!”. Insomma,
è decisamente la condizione dell’uomo contemporaneo. Ma attenzione,
non ci si lasci fuorviare dalle facili accuse di orientalismo new-age
da due soldi, che tutti copia/incollano quando parlano di questo film.
In realtà *è del mondo occidentale* che parla Shyamalan.

Il metaforico regalo del fuoco all’uomo è il momento iniziale di una
parabola che ci riguarda tutti, avendo reso gli uomini, “da infanti
quali erano, razionali e padroni della loro mente” (Eschilo, “Prometeo
incatenato”). Ma è solo con l’avvio della tradizione giudaico-
cristiana che avviene il passo decisivo, con la formale e definitiva
“consegna” della Natura all’uomo, nel segno del *dominio*. Nella
Genesi si legge che Dio, dopo aver allontanato Adamo ed Eva dal
paradiso terrestre, dà all'uomo una direttiva fondamentale, che
caratterizzerà tutta la storia occidentale fino ai giorni nostri:
"Dominerai sugli animali della terra, sui pesci del mare, sui volatili
del cielo" (l’uccisione del divino, attraverso l’emancipazione e
l’acquisizione del potere consentite dal fuoco prometeico e dalla
tecnica, è già qui, in nuce, nel testo religioso fondamentale
dell’occidente).

Insomma, il film è molto più stratificato di quanto si ammetta
comunemente, e, pur nella sua confezione di cinema per ragazzi,
prosegue il personale discorso di Shyamalan sulla società occidentale.
Un discorso evidentemente preoccupato e critico (pensiamo
all’estinzione umana paventata in “E venne il giorno”, attuata
ESATTAMENTE, e non a caso, con il venir meno della *razionalità* e
della *padronanza mentale* di eschiliana memoria).

Un atteggiamento similmente critico si ritrova poi sul piano
squisitamente formale del film. Shyamalan si allontana dai roboanti
carrozzoni di Hollywood e fa, a Hollywood, un film *contro* gli
effetti speciali, contro il montaggio frenetico, contro lo stile che
piace. Insomma contro Hollywood e, va da sé, contro i suoi
consumatori. Certo, lo fa senza il risentimento che animava “Lady in
the water”. Stavolta ci sono in ballo molti più soldi, e bisogna
almeno fingere di fare un film ordinario. Ma l’indiano fa comunque a
modo suo.

Per esempio, le manipolazione computerizzate dell’acqua e degli altri
elementi sono tenute al minimo, e quasi sempre in modalità che diremmo
(per confronto con altri prodotti similari) “antispettacolare”. Le
scene d’azione sono orchestrate con elaborati (e bellissimi) piani
sequenza, anche quando sono “assemblati” completamente in post-
produzione (si veda il magnifico assolo atletico ed effettistico in
cui il ragazzino si esibisce nella battaglia finale). Insomma siamo
milioni di anni luce lontani da “Transformers” o “Prince of Persia” o
“G.I. Joe) o qualsiasi altro esempio di spazzatura blockbuster vi
venga in mente, quindi viene persino da sorridere quando qualcuno si
chiede stupito perché “The last airbender” sia stato un flop.

Musica grandiosa di James Newton Howard, sulla qualità della quale
spero siano tutti d’accordo, anche quelli che non hanno apprezzato il
film (http://www.filmtracks.com/titles/last_airbender.html).

R.
Re: [UFV] L'ultimo dominatore dell'aria (Shyamalan, 2010) [messaggio #29598 è una risposta a message #29596] dom, 20 marzo 2011 20:24 Messaggio precedenteMessaggio successivo
noquarter  è attualmente disconnesso noquarter
Messaggi: 384
Registrato: gennaio 2011
Senior Member
Hello, Roberto!
You wrote on Sun, 20 Mar 2011 10:56:46 -0700 (PDT):

>Come volevasi dimostrare, il film pi odiato della stagione, vincitore
>di non so quanti razzie award come peggior film dellanno, un disastro
>commerciale roboante, non affatto disprezzae, un film che, avendo un
>minimo di interesse, bisognerebbe leggere insieme allaltra fiaba di
>Shyamalan, cio laltrettanto detestato Lady in the water, del quale
>The last airbender rappresenta quasi la versione commerciale.

>A sorprendermi pi di tutto latteggiamento ostile di tanta critica

supponevo, nel mio piccolo di spettatore

belle rece ed info ;-)


Andrea
Re: [UFV] L'ultimo dominatore dell'aria (Shyamalan, 2010) [messaggio #29603 è una risposta a message #29598] lun, 21 marzo 2011 12:35 Messaggio precedenteMessaggio successivo
S.  è attualmente disconnesso S.
Messaggi: 11
Registrato: dicembre 2010
Junior Member
troppe "seghe mentali" su questo film.
Si tratta solamente della trasposizione cinematografica della serie a
cartoni animati: Avatar- La leggenda di Aang.
(cosa che pochissimi "espertoni" hanno menzionato).
Comunque, ovviamente meglio il cartone del film.
ciao.
S.

"noquarter" <noquarter@despammed.com> ha scritto nel messaggio
news:4d865478$1@news.x-privat.org...
> Hello, Roberto!
> You wrote on Sun, 20 Mar 2011 10:56:46 -0700 (PDT):
>
>>Come volevasi dimostrare, il film pi odiato della stagione, vincitore
>>di non so quanti razzie award come peggior film dell'anno, un disastro
>>commerciale roboante, non affatto disprezzae, un film che, avendo un
>>minimo di interesse, bisognerebbe leggere insieme all'altra fiaba di
>>Shyamalan, cio l'altrettanto detestato "Lady in the water", del quale
>>"The last airbender" rappresenta quasi la versione commerciale.
>
>>A sorprendermi pi di tutto l'atteggiamento ostile di tanta critica
>
> supponevo, nel mio piccolo di spettatore
>
> belle rece ed info ;-)
>
>
> Andrea
>
>
Re: [UFV] L'ultimo dominatore dell'aria (Shyamalan, 2010) [messaggio #29604 è una risposta a message #29596] lun, 21 marzo 2011 14:32 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
Messaggi: 309
Registrato: novembre 2010
Senior Member
Nel messaggio <robfurio@libero.it> Roberto
ha scritto:

: Come volevasi dimostrare, il film pi odiato della stagione, vincitore
: di non so quanti razzie award come peggior film dellanno, un disastro
: commerciale roboante, non affatto disprezzae, un film che, avendo un
: minimo di interesse, bisognerebbe leggere insieme allaltra fiaba di
: Shyamalan, cio laltrettanto detestato Lady in the water, del quale
: The last airbender rappresenta quasi la versione commerciale.

<omissis>

Sono abbastanza d'accordo con quanto hai scritto, con il senso di quello che
hai scritto (non sono d'accordo invece con l'accostamento a Lady in the
water).
Permane pero' un giudizio sostanzialmente negativo sul film in quanto
"determinato" film diretto da "determinato" regista.

Per quanto sia controversa la valutazione del regista Shyamalan, e'
innegabile che si tratti di un autore, cioe' di un regista che esprime, sia
stilisticamente, sia per tematiche, un preciso e originale discorso
espressivo.
Questo film, al contrario, si innesta con difficolta' nellla filmografia di
S., o per connessioni assai deboli. Nello stesso tempo non rappresenta una
svolta del suo discorso cinematografico, rimanendo confinato nella evidente
collocazione di operazione commerciale, con tutti i suoi crismi (lettura
immediata, decor effettistico, stereotipi narrativi, stereotipi dei
personaggi, ecc...).
In definitiva, un'opera di S. che non aggiunge nulla al suo cinema, ne' lo
ribadisce.

Rimane, e qui sono d'accordo, che non si tratta di una 'ciofeca' in se',
cioe' rimane che il film e' piu' che passabile, a tratti anche buono.

Diciamo, semplicemente, che ne avremmo fatto a meno.



susanna
Re: L'ultimo dominatore dell'aria (Shyamalan, 2010) [messaggio #29605 è una risposta a message #29604] lun, 21 marzo 2011 14:45 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Kappas  è attualmente disconnesso Kappas
Messaggi: 104
Registrato: novembre 2010
Senior Member
Non l'ho visto e non mi è piaciuto

(Shyamalan? Un nome, una garanzia)
Re: [UFV] L'ultimo dominatore dell'aria (Shyamalan, 2010) [messaggio #29611 è una risposta a message #29596] lun, 21 marzo 2011 17:57 Messaggio precedente
sapo68  è attualmente disconnesso sapo68
Messaggi: 613
Registrato: novembre 2010
Senior Member
Roberto <robfurio@libero.it> wrote:

> Come volevasi dimostrare, il film più odiato della stagione, vincitore
> di non so quanti razzie award come peggior film dell'anno, un disastro
> commerciale roboante, non è affatto disprezzae, un film che, avendo un
> minimo di interesse, bisognerebbe leggere insieme all'altra fiaba di
> Shyamalan, cioè l'altrettanto detestato "Lady in the water", del quale
> "The last airbender" rappresenta quasi la versione commerciale.

Mah, sinceramente LITW mi sembra un film con molti piu piani di lettura,
un film molto piu ambizioso, con una cifra stilistica riconoscibile e a
suo modo "importante" rispetto a questa favoletta fantasy.

> A sorprendermi più di tutto è l'atteggiamento ostile di tanta critica
> verso il misticismo e lo spiritualismo di questo film. Voglio dire,
> caterve di film ne sono pieni, però ci si scandalizza solo nei
> confronti di Shyamalan. E' praticamente impossibile, oggi, trovare un
> film fantastico che non abbia a che fare con profezie, spiriti della
> natura, predestinati e altre fesserie (esoterismo, numerologia
> eccetera). Ma è sorprendente che solo Shyamalan, che sulla sua
> personale visione delle cose ha fondato una filmografia coerente e
> riconoscibile, dia così fastidio. Personalmente non condivido questo
> spiritualismo, se non "dall'alto" (vale a dire in termini
> generalissimi, come preoccupazione "laica" per la perdita di sacralità
> di tutte le cose), tuttavia questa ideologia, come qualsiasi altra,
> non mi dà fastidio di per sé, quando la vedo rappresentata nel cinema.
> Non scappo via appena mi si para un "predestinato" davanti, altrimenti
> dovrei smettere di vedere il 99% film.

Su questo invece concordo in larga parte, i film di M.N. poi
letteralmente "esondano" e "tracimano" di tematiche "spirituali".

> Tanto precisato, non capisco quali clamorosi problemi abbia questo
> "Ultimo dominatore dell'aria". A parte, è ovvio, la breve durata (90
> minuti per dar conto di tutto il materiale del film sono davvero
> pochi) e la sua chiara natura di primo episodio di una serie che non
> verrà mai realizzata. Evidentemente gli autori pensavano di poter
> fondare un nuovo e redditizio franchise, invece il disastro è stato
> totale, gli altri film non vedranno mai la luce, e "L'ultimo
> dominatore dell'aria" resta un film incompiuto, per non dire monco,
> con il percorso di formazione del protagonista interrotto bruscamente.

I problemi sono in realtà molteplici.
S. riesce a maneggiare molto male la materia "fantasy" mentre risce
molto meglio sul piano simbolico lavorando nel contesto reale e del
quotidiano.
Gli manda come la terra sotto i piedi trovandosi a gestire qualcosa di
totalmente diverso come in questo caso.
Il risultato e' un film debole e piuttosto soporifero nel quale manca
totalmente l'afflato epico che e' necessario per innervare i personaggi
di un'aurea mitologica ed elevarli di rango invece di relegarli a figure
totalmente secondarie scadendo nel bozzettismo.
Manca il senso d'avventura tipico del racconto picaresco che pure
avrebbe potuto essere utile nel viaggio attraverso i regni, il risultato
alla fine e' che si empatizza poco con questi personaggi e ci importa
relativamente di quello che gli accade.
Per la verità mi pare un problema quasi esclusivamente di scrittura che
non di regia.
Anche l'approccio "antitecnologico" non e' disprezzabile (anche se pare
che S. si giochi il tutto per tutto nella sequenza marina finale alla
fine sbracando anche un po'), ma si ha come la sensazione che manchi
tutta la sostanza.

[snip]

> Il cattivo giovane, cioè il figlio del sovrano del regno del fuoco, è
> animato da una motivazione non banale, la propria riabilitazione agli
> occhi del padre. Quest'ultimo, poi, il re del Regno del Fuoco ha la
> più grossa responsabilità tematica, essendo portatore della questione
> principale del film, assolutamente NON banale e NON innocua, comunque
> la si pensi sul "veicolo" scelto da Shyamalan (ossia il mix di
> shintoismo, buddismo e arti marziali del film). Non so infatti quanti
> degli spettatori più disgustati e incazzati avranno notato che fuoco
> vuol dire *metallo* e che metallo vuol dire *macchine*. E fuoco +
> metallo + macchine = Era della Tecnica, cioè la *nostra* epoca. Ancora
> una volta Shyamalan non si lascia sfuggire una riflessione sul tempo
> attuale, stavolta mettendo in scena un'evidente allegoria dell'arco
> che va dal mito di Prometeo alla Bibbia al tempo attuale.

Puo' essere che sia cosi', ma mi pare veramente troppo tirato per i
capelli.
E' vero, il regno del fuoco e' il regno dei macchinisti, ma l'unica
tecnologia in loro possesso e' quella di fare grandi navi.
Non ci sono tracce di avanzate tecnologia, di cannoni o altro, quando
poi si tratta di lotta si ritorna all'uso mitologico dell'elemento
(fuoco).
L'aggancio con la nostra epoca si rivela in realtà spuntato e
debolissimo.

> Non è un caso che nessuno degli altri Regni, nel film, abbia
> sviluppato una civiltà tecnologica, quindi era inevitabile che i
> cattivi fossero quelli del popolo del Fuoco, cioè coloro che,
> inventando e costruendo, partecipano delle prerogative divine; coloro
> che governano le macchine; coloro che hanno sostituito il mondo della
> natura con un *altro* mondo, il mondo che loro stessi hanno creato, e
> del quale le immense navi in cui vivono rappresentano un esempio
> eloquente. Vi è una profonda differenza fra gli altri tre Regni e il
> Regno del Fuoco. Il "dominio" esercitato dai primi tre sui rispettivi
> elementi identificativi si svolge ancora nella categoria della
> comunione con il mondo e con le forze della natura.

Questo e' vero, sempre con i grossi limiti di cui ho detto sopra.

[snip]

Poi il limite piu' grosso di questo film oltre alla mancanza di afflato
epico, e' come diversamente accade in tutti gli altri film di S. (TUTTI
nessuno escluso) che qui (caso veramente unico), si ha la sensazione che
S. non empatizzi per niente coi suoi personaggi e personalmente penso
che sia questo il suo fallimento piu' grosso.
Se c'e' una cosa infatti che si puo' rintracciare in tutti i suoi film,
e' la fiducia sconfinata in quello che fanno i suoi personaggi, il suo
stargli accanto fino in fondo magari osando e rischiando sempre con
loro.
Non qui invece.

--
Giocare col mondo, facendolo a pezzi...
Bambini che il sole, ha ridotto gia'... vecchi.
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