Grandi imprenditori italiani (non [messaggio #10941] |
sab, 22 gennaio 2011 12:37 |
cap Messaggi: 659 Registrato: novembre 2010 |
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Infine ci siamo arrivati: la Utet sta per scomparire definitivamente.
La De Agostini ha chiesto di poter nuovamente ristrutturare, in quanto
sarebbe "a rischio il settore editoriale dell'intero gruppo".
Funziona così: si rileva un'azienda, meglio se questa si trova in
difficoltà più o meno serie, poi se ne sfruttano fino all'osso marchio
e risorse, incassando tutto l'utile possibile e riversando sulla
collettività l'insieme delle voci passive. Geniale, no?
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Re: Grandi imprenditori italiani (non [messaggio #10975 è una risposta a message #10943] |
sab, 22 gennaio 2011 23:31 |
cap Messaggi: 659 Registrato: novembre 2010 |
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On 22 Gen, 13:05, Tino <.@.> wrote:
> Non so i precedenti ma nessuno rileva i debiti di un' azienda. Di solito
> si affittano le aziende, la cosi detta affittanza, e poi si procede
> esattamente come tu hai descritto. Occhio alle "affittanze", sono l'
> anticamera della chiusura.
Nel caso in questione, la De Agostini ha acquisito nel 2003 la Utet
con tutti i suoi problemi. Ritengo che il vero obiettivo fosse quello
di inglobare, più che l'insieme delle attività editoriali, la rete
delle agenzie, complementare a quella della De Agostini stessa.
All'inizio, grandi proclami sul magnifico futuro comune che ci
attendeva, poi a poco a poco sono cominciate le dismissioni - a un
certo punto è stata venduta perfino la palazzina di mattoni rossi,
storica sede della casa editrice torinese, che in un disegno
stilizzato costituisce il logo della Utet: operazione di per sé non
particolarmente rilevante sul piano economico, ma ti assicuro che, su
quello psicologico, per i dipendenti è stata una... mazzata non da
poco.
Che il destino fosse la chiusura definitiva è apparso chiaro nel
momento in cui è stato nominato ad un personaggio che, nella sede De
Agostini di Novara, era già noto con il soprannome di Terminator...
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