Aspettando Godot [messaggio #101990] |
mer, 13 febbraio 2008 13:16 |
John Messaggi: 187 Registrato: dicembre 2010 |
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Stiamo aspettando di essere 'visibili' su alcuni server, in modo da
avere piu' partecipanti.
Nell'attesa, possiamo dedicarci a qualche buona lettura.
Ad esempio 'Aspettando Godot' di Samuel Beckett. Ottimo pezzo di teatro.
Ecco un riassunto da Wikipedia:
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Aspettando Godot (in francese "En Attendant Godot", in inglese "Waiting
for Godot") è la più famosa opera teatrale di Samuel Beckett che viene
considerata tra le più rappresentative del cosiddetto "teatro
dell'assurdo", un genere di teatro - che ha come protagonisti oltre a
Beckett, Ionesco, Adamov (e inizialmente) Genet - dominato dalla
credenza che la vita dell'uomo sia apparentemente senza senso e senza
scopo, e dove l'incomunicabilità e la crisi di identità si rivelano
nelle relazioni fra gli esseri umani.
"Tragicommedia" costruita intorno alla condizione dell'Attesa,
"Aspettando Godot" venne scritta verso la fine degli anni Quaranta e
pubblicata in lingua francese nel 1952, cioè dopo la seconda guerra
mondiale, in un'epoca post-atomica. Nel 1954, Beckett - autore irlandese
di nascita - tradusse l'opera in inglese.
Trama [modifica]
Attenzione: di seguito viene rivelata, del tutto o in parte, la trama
dell'opera.
Vladimiro (chiamato anche Didi) ed Estragone (chiamato anche Gogo)
stanno aspettando su una desolata strada di campagna un "certo Signor
Godot". Ma questo personaggio non appare mai sulla scena, limitandosi a
mandare un ragazzo il quale dirà ai due protagonisti che "oggi non
verrà, ma che verrà domani".
I due uomini, vestiti come barboni, si lamentano continuamente del
freddo, della fame e del loro stato esistenziale; litigano, pensano di
separarsi (anche di suicidarsi) ma alla fine restano l'uno dipendente
dall'altro.
Ad un certo punto della pièce arrivano altri due personaggi: Pozzo e
Lucky. Pozzo, che si definisce il proprietario della terra sulla quale
Vladimiro ed Estragono stanno, è un uomo crudele e al tempo stesso
"pietoso", tratta il suo servo Lucky come una bestia, tenendolo al
guinzaglio con una lunga corda. Escono di scena. Didi e Gogo, dopo aver
avuto l'incontro del ragazzo "messaggero di Godot", rimangono fermi
mentre dicono "andiamo, andiamo".
Il secondo atto differisce solo in apparenza dal primo: Vladimiro ed
Estragone sono di nuovo nello stesso posto della sera precedente.
Continuano a parlare (a volte con "non senso" a volte utilizzando luoghi
comuni, detti popolari, anche con effetti comici. Ritornano in scena
Pozzo, che è diventato cieco, e Lucky, che ora è muto. Escono di scena.
Rientra il ragazzo che dice che anche oggi il Signor Godot non verrà.
Esce. E Vladimiro ed Estragone rimangono lì mentre dicono "andiamo,
andiamo"..
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Re: Aspettando Godot [messaggio #102022 è una risposta a message #102020] |
ven, 15 febbraio 2008 15:00 |
John Messaggi: 187 Registrato: dicembre 2010 |
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Semi schrieb:
> "John" <dummy@agdp.de> ha scritto nel messaggio
>> chi si accontenta gode.. :-))
>
> e chi non si accontenta...non gode mai...
> ma se ci si accontenta ci si ferma.....e allora?
> Che famo?...
>
Si vive. Si fa qualcosa per passare il tempo. Non bisogna mai solo
'aspettare'.
A proposito di aspettare, voglio citare un passaggio di De Crescenzo nel
suo libro 'Cosi' parlo' Bellavista'. Ovviamente riporto il senso del
discorso e non le parole esatte.
De Crescenzo, quando, da giovane ingegnere, lavorava all'IBM, un giorno
venne confrontato col problema di 'accelerare la corsa dell'ascensore,
perche' a pianoterra la gente aspettava troppo tempo.
Si penso' di installare ascensori piu' velocei, ovviamente con molta
spesa. Poi qualcuno usci' con una idea geniale : installare uno specchio
a pianterreno. Cosi' la gente, mentre aspettava, si guardava allo
specchio, e passava il tempo.
Fu fatto proprio cosi'. Nessuno piu' si lamento' dell'attesa e la ditta
risparmio' un sacco di soldi.
Se ne potrebbe dedurre : anche l'attesa ha una sua funzione.
Io ora quando vado da qualce parte e devo aspettare, magari anche molto
tempo, per qualcosa, invece di diventarci pazzo, (quando so che c'e' una
sedia dove sedersi) mi porto sempre un libro da leggere, un giallo e di
fantascienza.
E cosi la 'fobia dell'attesa' si fa piu' sopportabile.
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Re: Aspettando Godot [messaggio #102034 è una risposta a message #102033] |
sab, 16 febbraio 2008 20:20 |
John Messaggi: 187 Registrato: dicembre 2010 |
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Semi schrieb:
> "John" <dummy@agdp.de> ha scritto nel messaggio
>> Gli psichiatri la chiamano 'depressione'.... :-)
>
> ...eh...e la curano con le pasticche...:-(
>
>
>
Mica solo. Si cura con le pasticche, con la psicoterapia, e con la
*fortuna*....<hahahahahaha>.
Mi spiego : contro la *sfiga* non c'e' pasticca o psicoterapia che tenga.
Se tu non hai la possibilita' di curarti perche' l'ambulatorio
psichiatrico/psicologico piu' vicino e' a 150 Km di distanza, e se non
hai ne' cassa mutua ne' soldi per pagarti qualche medicina, hai perso.
Ma questi, per fortuna, oggi sono casi rari.
Altrimenti, se trovi un buon medico e uno psicologo che hanno abbastanza
tempo da dedicare a te, hai ottime probabilita' di guarire da qualsiasi
tipo di depressione.
La scienza ha fatto passi da gigante rispetto a quarantanni fa.
Il fattore decisivo in questo caso e' *trovare* le persone che ti
capiscono ed abbiano tempo per te, e che tu (o la cassa mutua)le possa
pagare.
Ciao.
John.
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