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Carmina burana [messaggio #12162] |
sab, 12 febbraio 2011 12:56 |
Alberto Messaggi: 121 Registrato: luglio 2009 |
Senior Member |
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Oggi mia figlia (frequenta il classico) arriva a casa dicendomi: oggi a
scuola abbiamo parlato dei Carmina Burana e il prof. ci ha detto di
ascoltarli in versione originale (??). Mi chiedo: esiste
l'orchestrazione di Orff e qui abbiamo solo l'imbarazzo della scelta, ma
originali? Presumo che il prof si riferisce ad una "ricostruzione"
storica con strumenti originali. Che versioni conoscete che
corrispondano a queste caratteristiche?
Ho trovato una versione diretta da Cohen della Erato e basta.
Grazie
Alberto
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Re: Carmina burana [messaggio #12180 è una risposta a message #12162] |
sab, 12 febbraio 2011 16:30 |
cap Messaggi: 659 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Carmen Buranum n. 116 -- ecco un testo che Orff non ha utilizzato...
Sic mea fata canendo solor,
ut nece proxima facit olor.
Blandus heret meo corde dolor,
roseus effugit ore color.
Cura crescente,
labore vigente,
vigore labente
miser morior:
tam male pectora multat amor.
A morior,
a morior,
a morior,
dum, quod amem, cogor et non amor!
Felicitate Iovem supero,
si me dignetur, quam desidero,
si sua labra semel novero;
una cum illa si dormiero,
mortem subire,
placenter obire
vitamque finire
statim potero,
tanta si gaudia non rupero.
A potero,
a potero,
a potero,
prima si gaudia concepero!
Ubera cum animadverterem,
optavi, manus ut involverem,
simplicibus mammis ut alluderem.
Sic cogitando traxi Venerem;
sedit in ore
rosa cum pudore,
pulsatus amore
quod os lamberem,
hei lamberem,
hei lamberem,
hei lamberem,
luxuriando per characterem!
(Modestissima traduzione:
Così cantando mi consolo del mio triste destino / come fa il cigno
quando sta per morire. / Dolce è il dolore che regna nel mio cuore /
mentre il colore abbandona il mio viso. / Con affanno crescente, /
mentre la pena si rafforza / e la forza se ne va, / io muoio,
misero, / tale è la pena con cui Amore punisce i cuori. / Ah, muoio, /
muoio, / muoio, / perché costretto ad amare senza essere amato.
Sarei più felice di Giove / se colei che desidero mi corrispondesse, /
se una volta sola potessi assaggiar le sue labbra; / se potessi
passare con lei una sola notte, / accettar di morire, / volentieri
cessare di esistere, / lasciar questa vita / all'istante potrei, / se
tanto piacere potessi goder per intero. / Ah, lo potrei, / lo
potrei, / lo potrei, / dopo aver provato le prime delizie d'amore.
Quando guardo i suoi seni / vorrei prenderli nelle mie mani / e
giocare con i capezzoli. / Con questi pensieri ho eccitato Venere; /
copre il viso / il color del pudore, / spinto da Amore / bacerei
quella bocca, / oh, la bacerei, / la bacerei, / la bacerei, /
assaporando la voluttà di morderla!)
Ecco poi una traduzione (parziale) del CB n. 185, Ich was ein chint so
wolgetan, che alterna versi in medio alto-tedesco e in latino:
Ero bimba sì graziosa,
un fior di giovincella,
ricevevo lodi a iosa:
per tutti ero bella.
Ohi e ahimé!
Maledetti i tigli
a fianco della strada.
Me ne andavo in un bel prato
per fiori, presso un rio,
mi trovò uno scellerato:
dei fiori volle il mio!
Ohi e ahimé!...
Quello disse: «Nel boschetto
vieni, mia signora».
Ah, sentiero maledetto!
Oggi piango ancora.
Ohi e ahimé!...
«C'è un bel tiglio profumato
dove la via gira»:
la mia arpa v'ho lasciato,
e salterio, e lira.
Ohi e ahimé!...
Giunti all'albero, sembrava
aver dentro il fuoco;
disse: «Siediti, da brava,
ché facciamo un gioco».
Ohi e ahimé!...
Mi spogliò del mio mantello
e cominciò la festa:
die' l'assalto al mio castello
con la lancia in resta.
Ohi e ahimé!...
Dopo aver l'arma riposta
-- aveva ben cacciato --
disse (ve' che faccia tosta!):
«Il gioco è terminato».
Ohi e ahimé!
Maledetti i tigli
a fianco della strada.
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