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Re: Quando l'arte diventa incomprensibile [messaggio #8948 è una risposta a message #8946] |
mar, 14 dicembre 2010 13:17 |
Karl Rossmann Messaggi: 229 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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On 14 Dic, 12:59, "Shapiro used clothes" <vittorio...@tin.it> wrote:
> "Karl Rossmann" <mcl4591...@libero.it> ha scritto nel messaggionews:021d3f00-70c1-4fb8-ae22-80c2f8144238@i41g2000vbn.googlegroups.com...
>
> > e so che non lo faresti mai...
>
> L'ho associato perch ricordo che Sgarbi con Zeri ha fatto alcune delle pi
> clamorose figuracce della sua carriera di personaggio televisivo.
> Cosa che Zeri non era.
> Mi verrebbe quasi da dire purtroppo; io ho solo letto i suoi libri (non
> tutti, alcuni pi volte; alla faccia della divulgazione, Lui la faceva
> spiegando questioni filologiche non semplici) ed una presenza che manca
> terribilmente; anche in rete c' assai poco. Non so pensare che effetto
> possa aver fatto a chi l'ha conosciuto.
> Sotto la scorza un po' burlona, in fondo, doveva essere una persona buona e
> generosa. Grande, nobile Federico.
>
> dR
Lo vedevo a volte passare nel corridoio con l'editore quando curava i
volumi pubblicati con l'Einaudi.
Anche lui troppo in alto per me (come la Colorni dei miei primi anni
boringhieriani).
Di aneddoti ne ho sentiti diversi. Di carattere impetuoso e rude coi
pari - si fa per dire - ma gentilissimo con chi aveva ricevuto
l'incarico di lavorarci.
Dell'eterno giovanotto vanesio invece non so nulla se non quello che
e' pubblico.
Magari e' una pasta d'uomo, pure simpatico - come mi pare scrivesse a
suo tempo Zazie (anche se lo ricordo efficientissima macchina da soldi
per presentare qualsiasi libro gli proponessero alle prime edizioni
del Salone a Torino, ho sentito le sue richieste a galleristi un po'
imbecilli che ne imploravano presenza a vernissage, stesure di saggi
critici e prefazioni). La mia antipatia va fondamentalmente alla
figura che offre di se' e la scarsissima considerazione alla
produzione scritta che ha lasciato finora.
Sono terribilmente poco obiettivo.
K. R.
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Re: Quando l'arte diventa incomprensibile [messaggio #9004 è una risposta a message #8994] |
mar, 14 dicembre 2010 22:21 |
Karl Rossmann Messaggi: 229 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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On 14 Dic, 20:11, "daniel pennac \(portatile\)"
<mariorenda2NOS...@NOtin.it> wrote:
> "John The Petru" <davi2...@tiscali.it> ha scritto nel messaggionews:ie64sv$7pe$1@news.eternal-september.org...
>
> > Mi sorge una domanda: ascoltando un pezzi di Xenakis mi accorgo di
> > ascoltare un'opera d'arte. Ma c' qualcuno che guardando quelle sculture
> > (le chiamo cos ?) le possa riconoscere come un'opera d'arte senza
> > l'ausilio della targhetta?
> > Amando la musica classica contemporanea non sono prevenuto riguardo l'arte
> > contemporanea, semplicemente non mi piace, che sento odore di truffa
> > quando mi si dice che un'opera d'arte tale solo perch si deciso che
> > lo ...
>
> In effetti c' il reale problema dei mercanti d'arte che spingono un
> determinato artista o presunto tale per ragioni esclusivamente economiche!
Puo' essere, in alcuni casi. C'e' comunque un'editoria specializzata,
riviste e siti internet che possono orientare (meglio leggerne
diverse, in varie lingue e capire quali artisti sono interessanti al
di fuori del loro paese, ad esempio), istituzioni che fanno mostre con
curatori di valore - se vai a vedere, che so, una mostra alla Tate
Modern, al Pompidou, in almeno sette o otto musei tedeschi, olandesi,
svedesi, a Vienna (da vent'anni mi mandano gli inviti per le mostre,
una ogni due-tre mesi in media), Madrid, Bilbao, Barcellona e tanti
altri posti per limitarsi all'Europa; poi ci sono cose strepitose in
Giappone, ora cominciano in Cina e, naturalmente, negli States: c'e'
moltissimo e spesso di alto livello.
Anche qui comunque gli artisti giovani che si affacciano sulla scena
sono spesso molto promettenti. In particolare a Torino la Fondazione
Merz, la Rebaudengo, il Museo di Rivoli e una decina di Gallerie
propongono spesso cose di buon livello e durante un anno una o due
mostre sono ottime, quasi sempre con artisti sotto i quarant'anni.
Un po' noioso a volte e' il gergo che utilizzano i critici e gli
artisti stessi; una lingua mutuata in parte dalla filosofia, dalla
critica letteraria con forti influenze inglesi (lingua che mi pare
regnare incontrastata piu' ancora che in altri settori), ma ci si
abitua e si puo' capovolgerne la ricezione fino a farla diventare
divertente, come per tutti i tic linguistici settoriali letti con
ironia.
Saluti
K. R.
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