Passaggio del pollice [messaggio #122743] |
mar, 27 settembre 2011 00:18 |
L'Esattore Messaggi: 608 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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leggo sulla storia di Mila che fu Rameau ad inventare il passaggio del
pollice sotto le altre dita.
E' davvero così?
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Re: Passaggio del pollice [messaggio #123121 è una risposta a message #123042] |
mer, 28 settembre 2011 11:00 |
Herr von Faninal Messaggi: 944 Registrato: luglio 2011 |
Senior Member |
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"luziferszorn" <pan25712@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:3f73ff25-0e41-4c72-bc53-873995791f9d@t11g2000yqk.googlegroups.com...
On 27 Set, 21:52, "Herr von Faninal" <wa...@mail.nz> wrote:
>imho anche un clavicembalista; ho visto alcune volte Leonhardt da
>molto vicino e non mi pare usasse diteggiature di tale scomodità (dico
>in generale, il passo segnalato non l'ho trovato); c'è un'evoluzione
>(credo) della diteggiatura che è indipendente dai problemi filologici:
>come dire, oggi suoniamo meglio di allora. Così come ABM suona meglio
>di Debussy.
questa è un'affermazione vera solo in parte.
Secondo me bisogna stare molto ma molto attenti a usare un atteggiamento
"cronocentrico", secondo il quale quello che si fa oggi è comunque meglio o
più evoluto di ciò che si faceva ieri. In molti casi è semplicmente molto
diverso.
Le diteggiature che si usano per Debussy sono del tutto inutili per
Rameau...
Detto questo, in alcuni casi in realtà non c'è necessità di seguire
pedissequamente una regola di cui non si capisce il senso, su questo
concordo.
Molto spesso, tuttavia (e l'esempio del trattato di Couperin è illuminante),
una diteggiatura è semplicemente pensata non in astratto, come stiamo
pensando noi, ma in funzione della costruzione della frase musicale. Poi,
subentrano tantissimi fattori, ad esempio il fatto che uno magari da anni
usa una certa diteggiatura e comunque gli riesce più naturale, e allora io
personalmente non credo che sia il caso di mettersi a cambiare tutto.
Insomma, non è che la questione si possa liquidare in due righe, ecco.
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