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Re: OT - Utet [messaggio #141538 è una risposta a message #141485] |
mer, 23 novembre 2011 20:40 |
cap Messaggi: 659 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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On 23 Nov, 17:38, pt...@despammed.com (Paolo Tramannoni) wrote:
> A volte viene da pensare che le aziende vengano fatte falllire apposta
> per guadagnarci su in qualche modo. Un po' in stile traffico di organi
> alla Santa Rita.
Esattamente. Ne comprano una, la sminuzzano, la svendono un pezzettino
alla volta, tagliano i fondi a quel che resta, e che ovviamente non
può durare a lungo, e infine dicono "To', che strano, è morta".
L'altr'anno, invitato da Davide Cabassi, sono andato ad ascoltarlo
nella serata conclusiva della stagione concertistica della Bocconi
(fra parentesi, una serata esaltante, con un Bartók superlativo, tanto
di cappello al pianista). Prima del concerto ha avuto luogo una breve
cerimonia durante la quale sono stati premiati alcuni studenti
dell'università che avevano conseguito un dottorato in economia.
Madrina della premiazione la signora Boroli, la quale nel discorso
introduttivo ha fatto sapere agli spettatori che loro, i Boroli, sono
da sempre in prima linea nella difesa e nella promozione della
cultura.
Infatti hanno strangolato la Utet.
Stavo per alzarmi e gridarle tutto il mio sdegno, poi ho pensato che
avrei rovinato la serata a Davidino, il quale certamente non lo
meritava, così sono rimasto zitto e furibondo sulla mia poltroncina.
Ma che faccia tosta, però.
Ciao.
c.
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Re: OT - Utet [messaggio #141731 è una risposta a message #141538] |
gio, 24 novembre 2011 12:03 |
ptram Messaggi: 458 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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cap <clamarcap@gmail.com> wrote:
> Madrina della premiazione la signora Boroli, la quale nel discorso
> introduttivo ha fatto sapere agli spettatori che loro, i Boroli, sono
> da sempre in prima linea nella difesa e nella promozione della
> cultura.
La più grossa disgrazia per la cultura italiana sono le grandi famiglie
dedite alla tutela della cultura (come alla filantropia o alla
politica). Non ne hanno l'esigenza, il bisogno profondo che ne avrebbe
un editore, un organizzatore teatrale, un intellettuale di origini
modeste che in politica si è fatto strada a gomitate.
Se le cose vanno male, per gli aristocratici è solo un leggero
dispiacere, una delle tante cose andate male ("Com'è stata la vacanza a
St. Tropez, cara?" "Oh, non me ne parlare, chérie - è piovuto sempre, e
Lapino si è preso anche il raffreddore; per di più ho dovuto firmare la
chiusura di quella casetta editrice che avevo giù a Torino - non ti dico
quanto mi è dispiaciuto, una cosa che mi aveva lasciato papà! - Ma tu,
piuttosto, visto che parliamo di queste cose, dimmi, non avevi appena
pubblicato un bel romanzo d'amore?")
Ciao,
Paolo
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