Loading
Home » Cinema » Film » [rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002)
[rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28392] |
gio, 03 febbraio 2011 11:11 |
Roberto Messaggi: 892 Registrato: maggio 2009 |
Senior Member |
|
|
Se Tarantino e Rodriguez sono "bravi", o anche "più bravi" di tanti
altri, che dire di Roger Avary? La padronanza tecnica e narrativa che
dimostra in questo adattamento del romanzo di Ellis è fenomenale. Non
ho letto il romanzo da cui è tratto il film ma, su pellicola, questo
ritratto spietato di una generazione perduta è magistrale,
sopirattutto per come Avary riesce ad alternare i toni del racconto,
passando dal comico al grottesco al tragico con una disinvoltura che
desta ammirazione e, soprattutto, offrendo uno spettacolo rigoglioso
sul piano del linguaggio cinematografico. Il film è una festa di
invenzioni, soprattutto a livello di montaggio, con geniali intuizioni
sul piano del(la freccia del) tempo, con inversioni, innesti,
variazioni di punto di vista, split-screen che si fondono eccetera. Un
arsenale di trovate che non risulta mai fine a se stesso ma sempre al
servizio di un racconto intimamente dolente, persino ferocemente
autocritico, con uno dei protagonisti che infine, nel gelido finale,
piange nell'unico modo in cui può riuscirci, cioè prendendo a prestito
un fiocco di neve che gli si scioglie all'angolo dell'occhio.
Meraviglioso.
R.
|
|
|
Re: [rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28447 è una risposta a message #28392] |
ven, 04 febbraio 2011 19:06 |
karamazov Messaggi: 356 Registrato: gennaio 2011 |
Senior Member |
|
|
Roberto scriveva il 03/02/2011 :
Avary riesce ad alternare i toni del racconto,
> passando dal comico al grottesco al tragico con una disinvoltura che
> desta ammirazione
questo però è merito di Ellis più che del regista.
Il film è una festa di
> invenzioni, soprattutto a livello di montaggio, con geniali intuizioni
> sul piano del(la freccia del) tempo, con inversioni, innesti,
> variazioni di punto di vista, split-screen che si fondono
quella scena era molto carina in effetti.
.. Un
> arsenale di trovate che non risulta mai fine a se stesso
sì è uno bravo, niente da dire.
non ho capito però perchè lo contrapponi al suo mentore
Tarantino, del quale è un dichiarato alter-ego.
|
|
|
Re: [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28448 è una risposta a message #28447] |
ven, 04 febbraio 2011 19:41 |
Roberto Messaggi: 892 Registrato: maggio 2009 |
Senior Member |
|
|
On 4 Feb, 19:06, karamazov <k...@virgilio.it> wrote:
> sì è uno bravo, niente da dire.
>
> non ho capito però perchè lo contrapponi al suo mentore
> Tarantino, del quale è un dichiarato alter-ego.
perché Tarantino e Rodriguez, piacciano o meno, sono sistematicamente
indicati come mostri della cinepresa, i più bravi tra i bravi. Il mio
pensiero è che di questi *più bravi* ce ne siano tanti altri, lÃ
fuori, e spesso persino con qualcosa da dire.
R.
|
|
|
Re: [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28450 è una risposta a message #28448] |
ven, 04 febbraio 2011 22:28 |
rober1 \(U-N-O\) Messaggi: 64 Registrato: febbraio 2011 |
Member |
|
|
"Roberto" <robfurio@libero.it> ha scritto nel messaggio
news:a04cfea2-6962-4253-adc8-87ab842e91ab@y4g2000prh.googlegroups.com...
On 4 Feb, 19:06, karamazov <k...@virgilio.it> wrote:
> sì è uno bravo, niente da dire.
>
> non ho capito però perchè lo contrapponi al suo mentore
> Tarantino, del quale è un dichiarato alter-ego.
<perché Tarantino e Rodriguez, piacciano o meno, sono <sistematicamente
<indicati come mostri della cinepresa, i più bravi tra i <bravi. Il mio
<pensiero è che di questi *più bravi* ce ne siano tanti <altri, là
<fuori, e spesso persino con qualcosa da dire.
Avary è un caso triste perchè non riesce a fare cinema, e se lo meriterebbe,
le regole dell'attrazione è bellissimo.
E' l'unico cineasta della penosa e inesistente "factory" tarantiniana
potenzialmente all'altezza QT.
Non so ora cosa combini, dopo lo script del beowulf di zemeckis (che
combina?).
Restando all'inesistente "factory", Rodriguez per me è mediocrissimo, altro
che "bravo", stento a capacitarmi dell'apprezzamento che riceve.
Eli Roth è quello che è (cioè poca roba), i ridicoli co-registi di four
rooms si sono dissolti prima ancora di cominciare, insomma, intorno è il
nulla o giù di lì; magari tornasse Avary.
|
|
| |
Re: Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28457 è una risposta a message #28450] |
sab, 05 febbraio 2011 06:03 |
Alien Messaggi: 61 Registrato: dicembre 2010 |
Member |
|
|
On 4 Feb, 23:28, "rober1 \(U-N-O\)" <titir...@libero.it> wrote:
> "Roberto" <robfu...@libero.it> ha scritto nel messaggionews:a04cfea2-6962-4253-adc8-87ab842e91ab@y4g2000prh.googlegroups.com...
> On 4 Feb, 19:06, karamazov <k...@virgilio.it> wrote:
>
> Avary un caso triste perch non riesce a fare cinema, e se lo meriterebbe,
> le regole dell'attrazione bellissimo.
....
> E' l'unico cineasta della penosa e inesistente "factory" tarantiniana
> potenzialmente all'altezza QT.
> Non so ora cosa combini, dopo lo script del beowulf di zemeckis (che
> combina?).
>
Ha avuto guai giudiziari. è stato anche in galera da qualche tempo,
per via di un incidente automobilistico in cui morì una persona.
Comunque adesso è fuori e magari ci delizierà con un film sulla sua
esperienza carceraria,. Comunque si, è un grande. Killing Zoe è per me
un cult e con LRDA ha dimostrato di sapersi muovere molto bene in
tutt'altro genere,
SE
|
|
| | | |
Re: [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28463 è una risposta a message #28448] |
sab, 05 febbraio 2011 13:18 |
Boris Messaggi: 52 Registrato: luglio 2011 |
Member |
|
|
Il Fri, 4 Feb 2011 10:41:12 -0800 (PST), Roberto ha scritto:
> On 4 Feb, 19:06, karamazov <k...@virgilio.it> wrote:
>
>> sì è uno bravo, niente da dire.
>>
>> non ho capito però perchè lo contrapponi al suo mentore
>> Tarantino, del quale è un dichiarato alter-ego.
>
> perché Tarantino e Rodriguez, piacciano o meno, sono sistematicamente
> indicati come mostri della cinepresa, i più bravi tra i bravi. Il mio
> pensiero è che di questi *più bravi* ce ne siano tanti altri, lÃ
> fuori, e spesso persino con qualcosa da dire.
>
Per me ce ne vanno 20 di Rodriguez per fare un Tarantino.
Boris
|
|
|
Re: [rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28475 è una risposta a message #28453] |
sab, 05 febbraio 2011 19:19 |
rober1 \(U-N-O\) Messaggi: 64 Registrato: febbraio 2011 |
Member |
|
|
"susanna" <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
news:4d4c8aa7$0$1340$4fafbaef@reader2.news.tin.it...
> Roberto <robfurio@libero.it> ha scritto:
>
> : Se Tarantino e Rodriguez sono "bravi", o anche "più bravi" di tanti
> : altri, che dire di Roger Avary?
>
> Che non e' un regista.
>
Cosa intendi dire, che è derivativo, che non inventa nulla di nuovo o
personale?
Il film, banalmente, a me pare diretto "bene".
Avary riesce a raccontare la sua storia e i suoi personaggi come si deve,
facendo ricorso a vezzi stilistici che in genere non mi piacciono, ma qui
sono funzionali al registro grottesco del racconto (non lo vedo da allora,
ma ricordo i primi piani fissi sui volti stolidi dei ragazzi a sottolinearne
l'ebetudine stonata, lo split-screen che unisce i destini di lui e lei)
Non un capolavoro ovv., ma un ottimo film, e un cineasta (io ho scritto
cineasta) che meriterebbe di combinare qualcosa.
Quanto a Rodriguez, non capisco cosa ci trovi di tanto eccezionale.
Ok, avrà anche una sua idea di cinema, il che va a suo onore, ma gli unici
suoi lavori che trovo guardabili (sin city e dal tramonto all'alba) li deve
in buona parte ad altri.
Anche il caso jackie brown, di cui leggo nell'altro thread, in fondo è ben
diverso dal caso sin city, almeno a quanto ricordo.
Tarantino si è basato sul romanzo di Leonard, ok, ma ha scritto la
sceneggiatura da solo (e la sceneggiatura non è il romanzo), modificando il
libro in misura non indifferente, a tal punto che la protagonista, bionda e
ariana, è diventata una negra.
Io qui vedo uno scrittore che agisce in maniera autonoma e usa materiale
altrui ai suoi scopi, con grande personalità.
Rodriguez invece si è praticamente posto al servizio di Miller (che ha
co-scritto e co-diretto, no?), limitandosi a mettere in cinema, con sapienza
tecnica che non discuto, le tavole, i colori, le idee del fumettista.
|
|
| |
Re: [rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28488 è una risposta a message #28475] |
dom, 06 febbraio 2011 05:01 |
susanna Messaggi: 309 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
|
|
rober1 (U-N-O) <titiros1@libero.it> ha scritto:
:::: Se Tarantino e Rodriguez sono "bravi", o anche "più bravi" di tanti
:::: altri, che dire di Roger Avary?
:::
::: Che non e' un regista.
:::
:: Cosa intendi dire, che è derivativo, che non inventa nulla di nuovo o
:: personale?
Intendo che uno che in 19 anni gira due film, di cui il primo evidentemente
non suo, e scrive sceneggiature di affari come Pulp Fiction, Le iene, Una
vita al massimo, Silent Hill e la Leggenda di Beowulf, non e' un regista ma
uno scrittore.
:: Quanto a Rodriguez, non capisco cosa ci trovi di tanto eccezionale.
:: Ok, avrà anche una sua idea di cinema, il che va a suo onore, ma gli
:: unici suoi lavori che trovo guardabili (sin city e dal tramonto
:: all'alba) li deve in buona parte ad altri.
El Mariachi, Desperado, la serie Spy Kids, C'era una volta in Messico,
Planet Terror, Machete. Tutta roba sua. Cosa hai visto?
:: Anche il caso jackie brown, di cui leggo nell'altro thread, in fondo
:: è ben diverso dal caso sin city, almeno a quanto ricordo.
:: Tarantino si è basato sul romanzo di Leonard, ok, ma ha scritto la
:: sceneggiatura da solo (e la sceneggiatura non è il romanzo),
:: modificando il libro in misura non indifferente, a tal punto che la
:: protagonista, bionda e ariana, è diventata una negra.
:: Io qui vedo uno scrittore che agisce in maniera autonoma e usa
:: materiale altrui ai suoi scopi, con grande personalità.
:: Rodriguez invece si è praticamente posto al servizio di Miller (che
:: ha co-scritto e co-diretto, no?), limitandosi a mettere in cinema,
:: con sapienza tecnica che non discuto, le tavole, i colori, le idee
:: del fumettista.
Oltre la regia Rodriguez fa il montaggio e la fotografia di tutti i suoi
film (spesso anche le musiche). Compreso Sin City.
Se vuoi dire che uno che gira, monta e fotografa un film poi *deve* a
qualcun altro quel film, beh, c'e' qualcosa che non torna, non credi?
Ma seguendo il tuo ragionamento, Pulp Fiction non e' del tutto di Tarantino,
lo deve in gran parte ad altri. Magari come Le iene.
La domanda e': quando girano (T., R. e chiunque altro), si puo' individuare
una linea stilistica, una poetica, un linguaggio, una estetica, na serie di
elementi di contenuto caratteristici nell'insieme delle rispettive
produzioni?
La risposta, sia per T. che per R., e' *si'*, a prescindere da chi ha
scritto il film.
susanna
|
|
| | | | | | | |
Re: [rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28535 è una risposta a message #28488] |
dom, 06 febbraio 2011 22:25 |
rober1 \(U-N-O\) Messaggi: 64 Registrato: febbraio 2011 |
Member |
|
|
"susanna" <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
news:4d4e1cc7$0$1353$4fafbaef@reader2.news.tin.it...
> rober1 (U-N-O) <titiros1@libero.it> ha scritto:
>
> :: Quanto a Rodriguez, non capisco cosa ci trovi di tanto eccezionale.
> :: Ok, avrà anche una sua idea di cinema, il che va a suo onore, ma gli
> :: unici suoi lavori che trovo guardabili (sin city e dal tramonto
> :: all'alba) li deve in buona parte ad altri.
>
> El Mariachi, Desperado, la serie Spy Kids, C'era una volta in Messico,
> Planet Terror, Machete. Tutta roba sua. Cosa hai visto?
Ho visto Desperado, C'era una volta in messico e planet terror.
Machete per ora mi manca.
Il primo sinceramente stento a ricordarlo, del secondo rammento abbastanza
bene l'inizio (una bizzarra e per me pesantisima pletora di dissolvenze e
ralenti, di una ridondanza davvero eccessiva).
Planet terror è un film coi suoi meriti, ma per me è
anni luce da death proof.
Ovvero, sintetizzando al massimo: quello di rodriguez
stringi stringi è uno zombie-movie piuttosto convenzionale, con le solite
cose disposte nel solito ordine, e dialoghi, personaggi, situazioni da
serie B, prese in quanto tali.
Death proof è un film di ben altro livello per caratterizzazioni e dialoghi,
ha una struttura originale, sfrutta con intelligenza certi procedimenti (lo
sfasamento temporale, l'ambientazione contemporaneo/prosaica, poster e
feticci pop in bella mostra) per prendere la necessaria distanza critica
dalla sua materia bassa; e tuttavia, quando preme il pedale
delll'acceleratore, è infinitamente più efficace dell'altro.
Offre un genere di fruizione più raffinata del semplice godimento
dell'eccesso trash.
Sin city invece s'impone per il suo sontuoso apparato formale, e dal
tramonto all'alba si regge su una sceneggiatura decentissima.
Più o meno la vedo così.
> :: Anche il caso jackie brown, di cui leggo nell'altro thread, in fondo
> :: è ben diverso dal caso sin city, almeno a quanto ricordo.
> :: Tarantino si è basato sul romanzo di Leonard, ok, ma ha scritto la
> :: sceneggiatura da solo (e la sceneggiatura non è il romanzo),
> :: modificando il libro in misura non indifferente, a tal punto che la
> :: protagonista, bionda e ariana, è diventata una negra.
> :: Io qui vedo uno scrittore che agisce in maniera autonoma e usa
> :: materiale altrui ai suoi scopi, con grande personalità.
> :: Rodriguez invece si è praticamente posto al servizio di Miller (che
> :: ha co-scritto e co-diretto, no?), limitandosi a mettere in cinema,
> :: con sapienza tecnica che non discuto, le tavole, i colori, le idee
> :: del fumettista.
>
>
> Oltre la regia Rodriguez fa il montaggio e la fotografia di tutti i suoi
> film (spesso anche le musiche). Compreso Sin City.
> Se vuoi dire che uno che gira, monta e fotografa un film poi *deve* a
> qualcun altro quel film, beh, c'e' qualcosa che non torna, non credi?
No, non è questo.
Tu paragonavi la "decerebratezza" di T. e R. sostenendo che i loro film
presunti migliori sono legati alla presenza di uno scrittore.
Beh, era per dire che i casi son diversi, nel senso che il
tarantino scrittore conta molto anche in JB, mentre mi pare che in sin city
miller pesi di più.
Mi pare insomma che sottovaluti le qualità del Tarantino scrittore.
> Ma seguendo il tuo ragionamento, Pulp Fiction non e' del tutto di
> Tarantino, lo deve in gran parte ad altri. Magari come Le iene.
"In gran parte" ad esempio non lo direi.
Avary ha collaborato agli inizi, e sull'entità di questa collaborazione non
so cosa si sia deciso, però gli script dei vari le iene/pulp fiction/true
romance/nbk sono firmati tarantino (mi pare che nemmeno pulp sia considerato
ufficialmente una co-sceneggiatura), qualcosa vorrà pur dire.
Sostenere che personaggi, storie, situazioni di pulp fiction sono di
paternità avaryana (come quelli di sin city milleriani) mi pare a dir poco
una forzatura.
Con "le iene", in ogni caso, avary mi sembra c'entri poco o nulla.
E in ogni caso, la qualità (intesa anche come caratteristiche) della
scrittura tarantiniana io la vedo identica anche altrove.
Viceversa, Rodriguez lasciato da solo mi pare che sbrachi abbastanza.
> La domanda e': quando girano (T., R. e chiunque altro), si puo'
> individuare una linea stilistica, una poetica, un linguaggio, una
> estetica, na serie di elementi di contenuto caratteristici nell'insieme
> delle rispettive produzioni?
> La risposta, sia per T. che per R., e' *si'*, a prescindere da chi ha
> scritto il film.
Questo non lo contesto, avary ha fatto poco per gudicare e mi piacerebbe
poterlo fare.
|
|
|
Re: [rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28545 è una risposta a message #28535] |
lun, 07 febbraio 2011 03:00 |
susanna Messaggi: 309 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
|
|
rober1 (U-N-O) <titiros1@libero.it> ha scritto:
::: El Mariachi, Desperado, la serie Spy Kids, C'era una volta in
::: Messico, Planet Terror, Machete. Tutta roba sua. Cosa hai visto?
::
:: Ho visto Desperado, C'era una volta in messico e planet terror.
:: Machete per ora mi manca.
:: Il primo sinceramente stento a ricordarlo, del secondo rammento
:: abbastanza bene l'inizio (una bizzarra e per me pesantisima pletora
:: di dissolvenze e ralenti, di una ridondanza davvero eccessiva).
:: Planet terror è un film coi suoi meriti, ma per me è
:: anni luce da death proof.
A prova di morte e' meglio, sono d'accordo.
<omissis>
::: Oltre la regia Rodriguez fa il montaggio e la fotografia di tutti i
::: suoi film (spesso anche le musiche). Compreso Sin City.
::: Se vuoi dire che uno che gira, monta e fotografa un film poi *deve*
::: a qualcun altro quel film, beh, c'e' qualcosa che non torna, non
::: credi?
::
:: No, non è questo.
:: Tu paragonavi la "decerebratezza" di T. e R. sostenendo che i loro
:: film presunti migliori sono legati alla presenza di uno scrittore.
Vero.
:: Beh, era per dire che i casi son diversi, nel senso che il
:: tarantino scrittore conta molto anche in JB, mentre mi pare che in
:: sin city miller pesi di più.
Fattosta' che, sotto, ci sono scrittori. Quanto abbiano contato e' difficile
dirlo, ma la presenza di un riferimento preciso e' palese e non e' un caso
che, quando c'e', i nostri due fanno il film.
:: Mi pare insomma che sottovaluti le qualità del Tarantino scrittore.
Scrittore di film. Non e' capace di scrivere un film (cioe' la sua scrittura
non e' all'altezza delle sue capacita' cinematografiche).
Mentre e' un grandissimo scrittore di scene.
Questo e' il classico problema del regista decerebrato, ovvero privo cultura
in senso lato.
::: Ma seguendo il tuo ragionamento, Pulp Fiction non e' del tutto di
::: Tarantino, lo deve in gran parte ad altri. Magari come Le iene.
::
:: "In gran parte" ad esempio non lo direi.
:: Avary ha collaborato agli inizi, e sull'entità di questa
:: collaborazione non so cosa si sia deciso, però gli script dei vari
:: le iene/pulp fiction/true romance/nbk sono firmati tarantino (mi
:: pare che nemmeno pulp sia considerato ufficialmente una
:: co-sceneggiatura), qualcosa vorrà pur dire.
:: Sostenere che personaggi, storie, situazioni di pulp fiction sono di
:: paternità avaryana (come quelli di sin city milleriani) mi pare a
:: dir poco una forzatura.
Io infatti non sono d'accordo con il tuo ragionamento, ovvero che alcuni dei
migliori film di Rodriguez siano dovuti ad altri.
Il regista e' colui che ha la paternita' fondante del film. Stop.
Cosi' come Pulp e' Tarantino, Sin City e' Rodriguez.
:: E in ogni caso, la qualità (intesa anche come caratteristiche) della
:: scrittura tarantiniana io la vedo identica anche altrove.
:: Viceversa, Rodriguez lasciato da solo mi pare che sbrachi abbastanza.
Inglourious Basterds non ha sbragato a sufficicenza, vuoi dire?
E una buona parte di Kill Bill?
Ti sembra che IB sia un film ben scritto, forse, dotato di una sua
unitarieta' e di un suo controllo stilistico?
Ecco perche' sono decerebrati: lasciati da soli sballano.
Lo stesso A prova di morte, pur essendo uno spettacolo sotto certi punti di
vista, e' assai deludente rispetto al Tarantino di Pulp o Jackie Brown.
susanna
|
|
|
Re: [rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28570 è una risposta a message #28545] |
lun, 07 febbraio 2011 19:42 |
rober1 \(U-N-O\) Messaggi: 64 Registrato: febbraio 2011 |
Member |
|
|
"susanna" <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
news:4d4f5219$0$1359$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
> rober1 (U-N-O) <titiros1@libero.it> ha scritto:
> :: Mi pare insomma che sottovaluti le qualità del Tarantino scrittore.
>
> Scrittore di film. Non e' capace di scrivere un film (cioe' la sua
> scrittura non e' all'altezza delle sue capacita' cinematografiche).
> Mentre e' un grandissimo scrittore di scene.
> Questo e' il classico problema del regista decerebrato, ovvero privo
> cultura in senso lato.
I film sono formati da scene, se metti insieme delle grandissime scene
(secondo una certa logica, ovviamente) ottieni un grandissimo film.
Ecco, onestamente non capisco del tutto cosa intendi.
Un film corale con personaggi che anche per ragioni di metraggio non possono
evolvere più di tanto non è necessariamente un non-film, è solo un film
diverso da certo canone classico (diciamo quello con protagonista singolo,
evoluzione graduale, colpo di scena, risoluzione, etc.)
> ::: Ma seguendo il tuo ragionamento, Pulp Fiction non e' del tutto di
> ::: Tarantino, lo deve in gran parte ad altri. Magari come Le iene.
> ::
> :: "In gran parte" ad esempio non lo direi.
> :: Avary ha collaborato agli inizi, e sull'entità di questa
> :: collaborazione non so cosa si sia deciso, però gli script dei vari
> :: le iene/pulp fiction/true romance/nbk sono firmati tarantino (mi
> :: pare che nemmeno pulp sia considerato ufficialmente una
> :: co-sceneggiatura), qualcosa vorrà pur dire.
> :: Sostenere che personaggi, storie, situazioni di pulp fiction sono di
> :: paternità avaryana (come quelli di sin city milleriani) mi pare a
> :: dir poco una forzatura.
>
> Io infatti non sono d'accordo con il tuo ragionamento, ovvero che alcuni
> dei migliori film di Rodriguez siano dovuti ad altri.
> Il regista e' colui che ha la paternita' fondante del film. Stop.
> Cosi' come Pulp e' Tarantino, Sin City e' Rodriguez.
Si può comunque distinguere caso per caso, graduando la valutazione.
Se Rodriguez in sin city aveva Miller e Tarantino dietro le spalle, il
Taranino di JB ha comprato il libro e si è messo a tavolino a scrivere per i
fatti suoi.
(comunque direi di lasciar perdere la faccenda)
> :: E in ogni caso, la qualità (intesa anche come caratteristiche) della
> :: scrittura tarantiniana io la vedo identica anche altrove.
> :: Viceversa, Rodriguez lasciato da solo mi pare che sbrachi abbastanza.
>
>
> Inglourious Basterds non ha sbragato a sufficicenza, vuoi dire?
> E una buona parte di Kill Bill?
> Ti sembra che IB sia un film ben scritto, forse, dotato di una sua
> unitarieta' e di un suo controllo stilistico?
L'unitarietà stilistica non è un valore di per sè, innanzitutto.
Un film come Kill Bill fa della dimogeneità e del sincretismo la sua ragion
d'essere.
Valutare, ad es,. secondo gli stessi criteri un jackie brown e un kill bil
mi pare un pò come voler mettere sullo stesso piano, che so, "giungla
d'asfalto" e "spettacolo di varietà".
In secondo luogo, IB è sufficientemente unitario e controllato, per me.
Pur essendo costruito assemblando stili/generi diversi, ma anche parti
tratte da film specifici (l'immagine d'apertura è presa di peso da "gli
spietati", ad esempio), un occhio non particolarmente incline a scrutare non
se ne accorge, perchè il film ha sua una coesione formale di fondo, uno
stile tuttosommato classicheggiante, un registro dominante di tipo
drammatico, e nonostante gli sprazzi di umor nero (d'altro canto tipici di
Tarantino) e certe parti in cui l'ibridismo con la tradizione b-moviestica
si fa più sentire (ma in questo ibridismo sta per me parte della sua
originalità e anche del suo significato) imo si tiene insieme benissimo.
Ed è scritto bene, ma bisognerebbe intendersi meglio sul concetto.
Un film scritto maluccio, per me, è l'inception del tanto decantato nolan:
caratterizzazioni anonime, andamento narrativo pigramente illustrativo,
personaggi funzionali all'illustrazione degli snodi, scarsa cura della scena
singola, prevedibilità della direzione narrativa
mascherata dall'arizigogolo e dall'artificiosa moltiplicazione di livelli,
conclusione banalmente sospesa.
|
|
| | |
Re: [rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28581 è una risposta a message #28578] |
mar, 08 febbraio 2011 00:17 |
Olaffo In The Sky Wit Messaggi: 60 Registrato: novembre 2010 |
Member |
|
|
Il 07/02/2011 23:28, karamazov ha scritto:
> Sembra che rober1 (U-N-O) abbia detto :
>> I film sono formati da scene, se metti insieme delle grandissime scene
>> (secondo una certa logica, ovviamente) ottieni un grandissimo film.
>
> non necessariamente, qui concordo con susanna.
> tarantino rimane un grande creatore di scene, ma sembra
> oramai incapace di metterle insieme in modo
> coerente.
> non so se sia l'età , gli anni di stravizi, o
> certe coccole ricevute dalla critica alta.
>
>
probabile che abbia cercato di un po' di rompere lo schema "film a
incastri" modello RD/PF/JB, col risultato di creare film più lineari ma
allo stesso tempo con dei "disallineamenti" tra una scena e l'altra che,
sì, in effetti fanno precipitare lo scroto in voragini senza fondo.
ciononostante i film restano godibili, vuoi per la maestria nel girare,
vuoi per le idee brillanti e i tocchi di classe che nei suoi film non
mancano mai
|
|
|
Re: [rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28582 è una risposta a message #28578] |
mar, 08 febbraio 2011 00:18 |
Olaffo In The Sky Wit Messaggi: 60 Registrato: novembre 2010 |
Member |
|
|
Il 07/02/2011 23:28, karamazov ha scritto:
> Sembra che rober1 (U-N-O) abbia detto :
>> I film sono formati da scene, se metti insieme delle grandissime scene
>> (secondo una certa logica, ovviamente) ottieni un grandissimo film.
>
> non necessariamente, qui concordo con susanna.
> tarantino rimane un grande creatore di scene, ma sembra
> oramai incapace di metterle insieme in modo
> coerente.
> non so se sia l'età , gli anni di stravizi, o
> certe coccole ricevute dalla critica alta.
>
>
probabile che abbia cercato di un po' di rompere lo schema "film a
incastri" modello RD/PF/JB, col risultato di creare film più lineari ma
allo stesso tempo con dei "disallineamenti" tra una scena e l'altra che,
sì, in effetti fanno precipitare lo scroto in voragini senza fondo.
ciononostante i film restano godibili, vuoi per la maestria nel girare,
vuoi per le idee brillanti e i tocchi di classe che nei suoi film non
mancano mai
|
|
|
Re: [rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28587 è una risposta a message #28570] |
mar, 08 febbraio 2011 01:45 |
susanna Messaggi: 309 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
|
|
rober1 (U-N-O) <titiros1@libero.it> ha scritto:
:: Scrittore di film. Non e' capace di scrivere un film (cioe' la sua
:: scrittura non e' all'altezza delle sue capacita' cinematografiche).
:: Mentre e' un grandissimo scrittore di scene.
:: Questo e' il classico problema del regista decerebrato, ovvero privo
:: cultura in senso lato.
:
: I film sono formati da scene, se metti insieme delle grandissime scene
: (secondo una certa logica, ovviamente) ottieni un grandissimo film.
Purtroppo non e' cosi'.
Giustapporre belle cose non e' un film; spesso, e' la 'giustapposizione' di
cose normali che, assieme, generano il capolavoro.
: Ecco, onestamente non capisco del tutto cosa intendi.
: Un film corale con personaggi che anche per ragioni di metraggio non
: possono evolvere più di tanto non è necessariamente un non-film, è
: solo un film diverso da certo canone classico (diciamo quello con
: protagonista singolo, evoluzione graduale, colpo di scena,
: risoluzione, etc.)
Certo. Pulp Fiction e' un film corale con violazioni narrative, salti
stilistici, ritmi varianti, etc, etc. E, siccome e' scritto con in
controcazzi, mantiene la sua bella unita' stilistica (anche come serie
misurata di stili differenti) ed equilibrio (anche come alchimia di
squilibri). E ci risulta un capolavoro.
IB, invece, e' solo una concatenazione di scene, di cui tre eccezionali, ma
il cui risultato complessivo non configura una opera di livello.
Ho gia' scritto, in proposito, elencando i problemi del film.
: Si può comunque distinguere caso per caso, graduando la valutazione.
: Se Rodriguez in sin city aveva Miller e Tarantino dietro le spalle, il
: Taranino di JB ha comprato il libro e si è messo a tavolino a
: scrivere per i fatti suoi.
: (comunque direi di lasciar perdere la faccenda)
Solo per chiosare: The Spirit, regia di Miller. In tutto e per tutto un
clone registico di Sin City, ma una palla eccezionale, un film del tutto
sbagliato e insostenibile.
: L'unitarietà stilistica non è un valore di per sè, innanzitutto.
Lo e'.
Attenzione: e' stilisticamente unitario anche un film in cui gli stili
variano e saltano anche improvvisamente. E' il *modo* in cui variano che
determina l'unitarieta' stilistica.
In IB non c'e' una logica nei salti di stile tra una macroscena e l'altra;
gli stili utilizzati per l'una o per l'altra sono del tutto casuali, senza
senso.
Il sospetto comincia a venire quando le scene si dilatano sempre piu' nel
tempo: l'autore, in mancanza di una idea di base (di una scrittura
complessiva), tende fare tanti piccoli film nella stessa opera. Il problema
e' che pretende se ne stiano assieme, quando hanno poco a che fare l'uno con
l'altro.
: Un film come Kill Bill fa della dimogeneità e del sincretismo la sua
: ragion d'essere.
Infatti Kill Bill e' piu' unitario di IB, proprio perche' i salti di stile
sono funzionali al racconto (es. le diverse unita' di tempo, luogo e azione
per le diverse vendette). KB sbraga nella seconda parte, soprattutto,
proprio quando i salti di stile diminuiscono.
: Valutare, ad es,. secondo gli stessi criteri un jackie brown e un
: kill bil mi pare un pò come voler mettere sullo stesso piano, che so,
: "giungla d'asfalto" e "spettacolo di varietà".
Ho integrato ora, mi sembra.
: In secondo luogo, IB è sufficientemente unitario e controllato, per
: me.
: Pur essendo costruito assemblando stili/generi diversi, ma anche parti
: tratte da film specifici (l'immagine d'apertura è presa di peso da
: "gli spietati", ad esempio), un occhio non particolarmente incline a
: scrutare non se ne accorge, perchè il film ha sua una coesione
: formale di fondo, uno stile tuttosommato classicheggiante, un
: registro dominante di tipo drammatico, e nonostante gli sprazzi di
: umor nero (d'altro canto tipici di Tarantino) e certe parti in cui
: l'ibridismo con la tradizione b-moviestica si fa più sentire (ma in
: questo ibridismo sta per me parte della sua originalità e anche del
: suo significato) imo si tiene insieme benissimo.
Potremmo riaprire un thread sul film, che in ogni caso merita piu'
riflessioni essendo comunque un film interessante.
Oltre ai problemi di scrittura avevo introdotto un problema di discorso (IB
e' forse l'unico film di T. in cui si cimenta nel dire qualcosa).
: Ed è scritto bene, ma bisognerebbe intendersi meglio sul concetto.
:
: Un film scritto maluccio, per me, è l'inception del tanto decantato
: nolan: caratterizzazioni anonime, andamento narrativo pigramente
: illustrativo, personaggi funzionali all'illustrazione degli snodi,
: scarsa cura della scena singola, prevedibilità della direzione
: narrativa
: mascherata dall'arizigogolo e dall'artificiosa moltiplicazione di
: livelli, conclusione banalmente sospesa.
Inception ha dei problemi che altri film di Nolan non hanno.
Le caratterizzazioni, benche' non brillanti, non mi sembrano un deficit
rilevante, per un film di genere come quello. Sicuramente abbiamo vari
problemi in quelli che *dovevano* essere i punti forti del film (es.
l'action e la messa in scena).
Ma anche su questo ho gia' dato.
susanna
|
|
| | |
Re: [rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28614 è una risposta a message #28587] |
mar, 08 febbraio 2011 15:30 |
rober1 \(U-N-O\) Messaggi: 64 Registrato: febbraio 2011 |
Member |
|
|
"susanna" <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
news:4d5091df$0$1371$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
> rober1 (U-N-O) <titiros1@libero.it> ha scritto:
>
>
> :: Scrittore di film. Non e' capace di scrivere un film (cioe' la sua
> :: scrittura non e' all'altezza delle sue capacita' cinematografiche).
> :: Mentre e' un grandissimo scrittore di scene.
> :: Questo e' il classico problema del regista decerebrato, ovvero privo
> :: cultura in senso lato.
> :
> : I film sono formati da scene, se metti insieme delle grandissime scene
> : (secondo una certa logica, ovviamente) ottieni un grandissimo film.
>
> Purtroppo non e' cosi'.
> Giustapporre belle cose non e' un film; spesso, e' la 'giustapposizione'
> di
> cose normali che, assieme, generano il capolavoro.
>
Dipende dal film, se realizzi un musical e giustapponi tanti bei numeri
probabilmente ottieni un capolavoro visto che intreccio e personaggi contano
meno, un altri casi non è detto.
E poi in IB ci sono tante scene assolutamente "normali", non è tutto momenti
forti.
> : Ecco, onestamente non capisco del tutto cosa intendi.
> : Un film corale con personaggi che anche per ragioni di metraggio non
> : possono evolvere più di tanto non è necessariamente un non-film, è
> : solo un film diverso da certo canone classico (diciamo quello con
> : protagonista singolo, evoluzione graduale, colpo di scena,
> : risoluzione, etc.)
>
>
> Certo. Pulp Fiction e' un film corale con violazioni narrative, salti
> stilistici, ritmi varianti, etc, etc. E, siccome e' scritto con in
> controcazzi, mantiene la sua bella unita' stilistica (anche come serie
> misurata di stili differenti) ed equilibrio (anche come alchimia di
> squilibri). E ci risulta un capolavoro.
> IB, invece, e' solo una concatenazione di scene, di cui tre eccezionali,
> ma
> il cui risultato complessivo non configura una opera di livello.
> : L'unitarietà stilistica non è un valore di per sè, innanzitutto.
>
> Lo e'.
> Attenzione: e' stilisticamente unitario anche un film in cui gli stili
> variano e saltano anche improvvisamente. E' il *modo* in cui variano che
> determina l'unitarieta' stilistica.
> In IB non c'e' una logica nei salti di stile tra una macroscena e l'altra;
> gli stili utilizzati per l'una o per l'altra sono del tutto casuali, senza
> senso.
Io non vedo grosse difformità tra gli "stili" dei vari
capitoli, stringi stringi si tratta di ambientazioni realistiche, personaggi
tridimensionali (benchè non approfonditi, non raccontati), recitazione
posata e naturale, regia classicheggiante, ritmo lento e uniforme.
Parziale eccezione sono i bastardi, che rappresentano un pò l'anima
b-moviestico/sabotatoria del film, ma di fatto gli unici momenti un pò
"strani" sono nel secondo capitolo, la scenetta con stilgitz,
l'hitler-macchetta, non mi pare poi granchè.
Insomma, davvero non colgo queste difformità, se kill bill trova
paradossalmente (come dici tu) una sua unità nel sincretismo, IB imo è
sostanzialmente e sufficientemente unitario, più o meno come pulp fiction.
> Il sospetto comincia a venire quando le scene si dilatano sempre piu' nel
> tempo: l'autore, in mancanza di una idea di base (di una scrittura
> complessiva), tende fare tanti piccoli film nella stessa opera. Il
> problema
> e' che pretende se ne stiano assieme, quando hanno poco a che fare l'uno
> con
> l'altro.
La storia dei 5 piccoli film mi sta bene, ma non mi pare un difetto, è una
scelta di Tarantino, e tra l'altro rende il film originale.
Contesto invece che stiano così male assieme, che non abbiano a che fare
l'uno con l'altro.
|
|
| |
Re: [rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28616 è una risposta a message #28581] |
mar, 08 febbraio 2011 15:31 |
rober1 \(U-N-O\) Messaggi: 64 Registrato: febbraio 2011 |
Member |
|
|
"Olaffo" <olaffo@superst.ar> ha scritto nel messaggio
news:4d507da2$0$1357$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
> Il 07/02/2011 23:28, karamazov ha scritto:
>> Sembra che rober1 (U-N-O) abbia detto :
>>> I film sono formati da scene, se metti insieme delle grandissime scene
>>> (secondo una certa logica, ovviamente) ottieni un grandissimo film.
>>
>> non necessariamente, qui concordo con susanna.
>> tarantino rimane un grande creatore di scene, ma sembra
>> oramai incapace di metterle insieme in modo
>> coerente.
>> non so se sia l'età, gli anni di stravizi, o
>> certe coccole ricevute dalla critica alta.
>>
>>
>
> probabile che abbia cercato di un po' di rompere lo schema "film a
> incastri" modello RD/PF/JB, col risultato di creare film più lineari ma
> allo stesso tempo con dei "disallineamenti" tra una scena e l'altra che,
> sì, in effetti fanno precipitare lo scroto in voragini senza fondo.
La vedo così, tarantino ha scritto e diretto film a intreccio a lungo, poi
tutti lo hanno imitato e lui ha cominciato a sperimentare cose diverse,
ovvero la struttura binaria di a prova di morte e le 5 macroscene di IB.
Dal mio punto di vista continua insomma a essere un regista/sceneggiatore
che pensa innanzitutto al
film nel suo complesso, per cui non concordo sul "regista di scene" di cui
parla susanna.
La cosa più interessante di a prova di morte è proprio la sua struttura
binaria e (volutamente) slabbrata/sconnessa, non le scene d'azione (pur
prodigiose).
Una scrittura che estremizza, quasi astraendola, la meccanicità e
ripetitività seriale tipica degli slasher.
E sono convinto che T. a quello teneva di più, non agli inseguimenti.
|
|
| | | |
Re: [rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28647 è una risposta a message #28614] |
mer, 09 febbraio 2011 02:37 |
susanna Messaggi: 309 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
|
|
rober1 (U-N-O) <titiros1@libero.it> ha scritto:
: Dipende dal film, se realizzi un musical e giustapponi tanti bei
: numeri probabilmente ottieni un capolavoro visto che intreccio e
: personaggi contano meno, un altri casi non è detto.
Neanche in quel caso. Al massimo realizzi un buon documentario musicale.
: E poi in IB ci sono tante scene assolutamente "normali", non è tutto
: momenti forti.
Certo.
::: L'unitarietà stilistica non è un valore di per sè, innanzitutto.
Certo che lo e', seppur in senso lato cosi' come l'ho descritta.
Un'opera e' stilisticamente organica anche se contiene al suo interno
stilistiche differenti (vedi A prova di morte, tanto per rimanere in clima
Tarantino).
L'organicita' di un'opera espressiva si rintraccia quando i rapporti tra i
suoi componenti sono presenti, non se la forma dell'espressione e' uniforme.
Perche' un'opera e' un elemento unico e autonomo (a differenza di piu'
opere); un'opera viene realizzata sempre pensando ad unico atto espressivo
che ne contiene le parti. E' per questo che DEVE avere una organicita'.
: Io non vedo grosse difformità tra gli "stili" dei vari
: capitoli, stringi stringi si tratta di ambientazioni realistiche,
Realistiche???
La prima scena e' realistica; quella di quando si scotennano le persone e',
con tutta evidenza, scusami se te lo devo ricordare, iperrealismo di pura
marca tarantiniana. E' l'ABC, rob.
Infine tutte le scene della parte finale (al cinema) rasentano l'assurdo,
sia come logica del racconto, sia come costruzione e messa in scena. Questo
e' necessario, ovviamente, per poter rappresentare quella grossa metafora
che sta a cuore a Tarantino (il cinema che fa la storia), e che, permettimi,
mostra solo come sia imbecille (culturalmente).
In nome di una metafora cosi' telefonata sbraga completamente mezz'ora di
film, rischiando il ridicolo.
In ogni caso perde del tutto la misura e "i capitoli", come li hai chiamati,
rimangono incollati con lo sputo.
: personaggi tridimensionali (benchè non approfonditi, non raccontati),
: recitazione posata e naturale, regia classicheggiante, ritmo lento e
: uniforme.
Certo, soprattutto quando si scotennano persone e si usano mazze, magari
dopo essere usciti da una caverna.
Recitazioni posatissime e naturali.
: La storia dei 5 piccoli film mi sta bene, ma non mi pare un difetto,
: è una scelta di Tarantino, e tra l'altro rende il film originale.
: Contesto invece che stiano così male assieme, che non abbiano a che
: fare l'uno con l'altro.
Hanno pochissimo a che fare l'una con l'altra, feci gia' l'analisi puntuale.
Nulla di male a fare piccoli film dentro ad un film, anzi.
Il fatto e' che Tarantino voleva fare un film con scene dentro.
susanna
|
|
|
Re: [rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28664 è una risposta a message #28616] |
mer, 09 febbraio 2011 17:15 |
Olaffo In The Sky Wit Messaggi: 60 Registrato: novembre 2010 |
Member |
|
|
Il 08/02/2011 15:31, rober1 (U-N-O) ha scritto:
> La cosa più interessante di a prova di morte è proprio la sua struttura
> binaria e (volutamente) slabbrata/sconnessa, non le scene d'azione (pur
> prodigiose).
> Una scrittura che estremizza, quasi astraendola, la meccanicità e
> ripetitività seriale tipica degli slasher.
>
> E sono convinto che T. a quello teneva di più, non agli inseguimenti.
sono abbastanza d'accordo, però a me mentre i primi film, quelli che ho
definito ad incastri o comunque con una sceneggiatura complessa, non
lineare e con frequenti cambi di scena, salti temporali, etc mi
sembrano più appropriati per quello che il film vuole significare,
ovvero situazioni drammatiche di personaggi "puzzled" (qual è il
corrispettivo italiano?), cioè che hanno perso la bussola, che sono
fuori controllo, che sono precipitati in vicende più grandi di loro, in
Death Proof e in misura leggermente minore in IB questa scelta radicale
di strutturare il film in modo deliberatamente inusuale non convince
(più che altro, non trovo che sia particolarmente congeniale
all'intenzione dell'autore, sempre che ce ne sia una e che io l'abbia
intesa ;) )
|
|
|
Re: [rivisto] [capolavoro?] Le regole dell'attrazione (2002) [messaggio #28670 è una risposta a message #28647] |
mer, 09 febbraio 2011 20:45 |
rober1 \(U-N-O\) Messaggi: 64 Registrato: febbraio 2011 |
Member |
|
|
"susanna" <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
news:4d51efb0$0$1341$4fafbaef@reader2.news.tin.it...
> rober1 (U-N-O) <titiros1@libero.it> ha scritto:
> ::: L'unitarietà stilistica non è un valore di per sè, innanzitutto.
>
>
> L'organicita' di un'opera espressiva si rintraccia quando i rapporti tra i
> suoi componenti sono presenti, non se la forma dell'espressione e'
> uniforme.
> Perche' un'opera e' un elemento unico e autonomo (a differenza di piu'
> opere); un'opera viene realizzata sempre pensando ad unico atto espressivo
> che ne contiene le parti. E' per questo che DEVE avere una organicita'.
Ok, è chiaro, l'opera dev'essere organica, le parti devono essere in
relazione tra loro, mi pare però si giri un pò a vuoto.
> : Io non vedo grosse difformità tra gli "stili" dei vari
> : capitoli, stringi stringi si tratta di ambientazioni realistiche,
>
>
> Realistiche???
>
> La prima scena e' realistica; quella di quando si scotennano le persone
> e',
> con tutta evidenza, scusami se te lo devo ricordare, iperrealismo di pura
> marca tarantiniana. E' l'ABC, rob.
Però le ambientazioni (il bosco) sono realistiche, io qui sopra ho scritto
"ambientazioni".
Così come sono realistici il bar, il ristorante, etc. ovvero non ci
troviamo nel mondo folle di kill bill con aerei dotati di porta-katana e
donne sepolte vive che si auto estraggono a mani nude - era un aspetto della
coerenza generale insomma.
Quella coi bastardi mazzolanti stilisticamente è una scenetta "iper", è
ovvio, ma "funziona", sorprende, disturba, colpisce (lol), ha una funzione
narrativa (intimorire il soldatino, rappresentare i metodi dei bastardi),
agisce per contrasto.
Leggo (forse frettolosamente) che di là discorri dei canoni e della loro
acquisizione da parte della
tradizione, o della sterilità non-cinematografica ad es. dei grattacieli di
a.warhol, però cosa determina l'acquisizione di un nuovo piccolo o grande
canone? (nel caso di IB, potrebbe essere il film di guerra un pò ibrido)
Non è forse inizialmente il fatto che detta novità colpisca ed emozioni
qualcuno, che "funzioni" con lui, come con me (ed altri) funziona la
scenetta che tu deprechi?
> Infine tutte le scene della parte finale (al cinema) rasentano l'assurdo,
> sia come logica del racconto, sia come costruzione e messa in scena.
Come logica del racconto non direi più di tanto, come messa in scena non
capisco perchè (anzi, la messa in scena nel finale si fa davvero
strepitosa), come
inverosimiglianza semmai sì, ma siamo ""al cinema"" , tarantino ti sta
chiedendo tra le righe di sospendere un minimo la credulità, non è che ti
prenda per scemo.
<Questo
> e' necessario, ovviamente, per poter rappresentare quella grossa metafora
> che sta a cuore a Tarantino (il cinema che fa la storia), e che,
> permettimi,
> mostra solo come sia imbecille (culturalmente).
> In nome di una metafora cosi' telefonata sbraga completamente mezz'ora di
> film, rischiando il ridicolo.
Non è semplicemente "il cinema che fa la storia" o ancor peggio (perchè più
generale) "il cinema come motore della storia".
La storia in fondo la fa Landa, gli basta telefonare e tutto finisce,
proiezione bloccata, niente hitler deceduto, no?
Quella che si consuma nel cinema mi pare una vendetta molto più privata,
tetra e inutile di quanto non sembri; me lo fai troppo ingenuo tarantino.
Prima landa decide (impone la sua decisione ai bastardi, in effetti), solo
*poi* si consuma la riscrittura cinematografica della storia; e quando i
nazi bruciano la ragazza è già morta, e il suo "fantasma" giustamente
ghignante è labile come la luce del proiettore.
> : personaggi tridimensionali (benchè non approfonditi, non raccontati),
> : recitazione posata e naturale, regia classicheggiante, ritmo lento e
> : uniforme.
>
> Certo, soprattutto quando si scotennano persone e si usano mazze, magari
> dopo essere usciti da una caverna.
> Recitazioni posatissime e naturali.
Quando sbraitano lo fanno per intimorire i soldatini, altrove non sbraitano
granchè.
E comunque mi riferivo al film nel suo insieme, l'ho già detto che le parti
bastarde sono più caricate.
(personalmente chiudo qui, sono stracco, leggo volentieri la replica)
|
|
| |
Vai al forum:
Ora corrente: dom ott 06 02:35:19 CEST 2024
Tempo totale richiesto per generare la pagina: 0.50862 secondi
|