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Drive [messaggio #123976] gio, 29 settembre 2011 23:58 Messaggio successivo
Quantum  è attualmente disconnesso Quantum
Messaggi: 350
Registrato: gennaio 2011
Senior Member
Indubbiamente un buon film, anzi più che buono.
A dispetto del titolo e del trailer non eccede nell'action, anzi.
Tutto è ottimo in questo film, la sceneggiatura, le scelte registiche, le
interpretazioni
le atmosfere che spesso sostituiscono i dialoghi.
Spicca in alcune scene, specie quella dell'ascensore

Molto bella la scena della fuga all'inizio del film prima dei titoli di
testa,
senza sgommate, senza un montaggio frenetico, molto soft e smoooth,
questo l'ha resa realistica e ha caratterizzato in personaggio del
protagonista.
Di contro avrei reso più adrenalinica la scena dell'inseguimento dopo la
rapina,
l'avrei fatta più alla frankenheimer, ma è una mia sensazione
personalissima.
Ha tutto per essere un piccolo cult e probabilmente lo diventerà tra un
premio e l'altro.
Gosling, beh è diventato bravo da paura. Uno dei pochi che recita senza
parlare.

Un film, in definitiva, girato con tanto buon gusto.
Ma non mi ha lasciato addosso la voglia di rivederlo il prima possibile.
Re: Drive [messaggio #124096 è una risposta a message #123976] ven, 30 settembre 2011 11:34 Messaggio precedente
Roberto  è attualmente disconnesso Roberto
Messaggi: 892
Registrato: maggio 2009
Senior Member
Scriveva Quantum giovedì, 29/09/2011:

> Un film, in definitiva, girato con tanto buon gusto.
> Ma non mi ha lasciato addosso la voglia di rivederlo il prima possibile.

degna di nota la recensione di Sentieri Selvaggi, dove lo demoliscono
senza troppa pietà:

http://www.sentieriselvaggi.it/307/43731/%E2%80%9CDrive%E2%8 0%9D,_di_Nicolas_Winding_Refn.htm


copio/incollo, in attesa di vederlo pure io, 'sto film:

Il problema più grosso di alcuni cineasti sono i propri fan. Non è
chiaro se è per paura di scontentare o turbare la foltissima schiera di
ammiratori che ne hanno fatto una firma di assoluto culto, o per un
amor proprio che non avrebbe tollerato di sminuire talmente tanto il
proprio talento, ma Nicolas Windin Refn passa la gran parte del tempo
speso dietro la macchina da presa per girare Drive a tentare di
convincersi e convincerci che no, non sta girando un action di quelli
basati sui motori rombanti, né tantomeno un bel b-movie secco, duro e
spedito com’è il romanzo noir di James Sallis su cui il suo film si
basa. Per carità – come al solito nel cinema dell’autore danese, ogni
cosa è qualcos’altro.
C’è una sequenza da questo punto di vista emblematica, perché
rappresenta uno dei topoi del genere, e la terrificante trasfigurazione
che Refn ci attua sopra. In un ascensore, il protagonista Ryan Gosling
è in compagnia della donna di cui si è innamorato, Carey Mulligan, e di
un omaccione che si intuisce avere intenzioni omicide nei suoi
confronti. Quello che sotto lo sguardo di alcuni cineasti classici come
il più volte tirato in ballo Walter Hill (ma addirittura anche per Rob
Cohen…) si sarebbe sicuramente risolto come un essenziale crescendo di
tensione all’interno dello stretto cubicolo dell’elevatore, magari
evitando del tutto l’azione o riducendola ad un deciso climax, diventa
in Drive il ridondante e compiaciuto balletto con cui Refn prima ferma
il tempo in modo da concedere alla coppia un lungo bacio appassionato
fasciato da musiche ‘gonfie’, e poi imprime un’accelerazione violenta
che si conclude con l’eliminazione sanguinosissima dello sgherro, a cui
viene sfondata la testa a colpi di calci. E così la rapina andata male
dell’inizio del film diventa il pretesto per ralenti su crani che
esplodono, e le notti passate dal protagonista a vagare in macchina per
la città sono filtrate dalla colonna sonora elettronica che ovatta
tutto all’interno di una superficie extracool, come fossimo ancora tra
i guerrieri vichinghi dell’insopportabile Valhalla Rising.
A Refn questa sensazione di flusso narcotizzato, sotto stupefacenti o
sedativi a seconda delle circostanze, in cui imbeve i film sino a
renderli comfortably numb sembra importare più di tutto, dei personaggi
e del rispetto per il cinema. E così Drive, sino ad una sezione finale
difficilmente difendibile in cui anche il confronto con il boss cattivo
sulla spiaggia di notte finisce filtrato dal ritmo da rave delle luci
che a intervalli regolari illuminano il bagnasciuga al buio, va
perdendosi progressivamente quella che in partenza era una storia
d’amore per un istante decisamente tenera e ‘calda’.
Davvero, non è una questione (non lo è mai stata) di riferimenti
cinefili o al “genere” (da Cannes a oggi se ne son lette di tutti i
colori al riguardo). Non è nemmeno fastidio per la confezione leccata
da nouvelle cuisine. E’ innanzitutto una incazzata difesa del cinema
inteso come goccia di sangue, acqua di lacrima, pezzo di lamiera,
puleggia di macchina, fango e capello, e non come lo intende Refn,
ovvero oggetto di design ornamentale, raccolta differenziata, cimitero
di Fuksas, ronda cittadina armata sì, ma dalla parte sbagliata. Ecco,
fraintendere il cinema di Refn è come guardare ossessivamente il
contachilometri di questo video (che in sé potrebbe tranquillamente
essere stato girato dal cineasta danese, senso di divertita superiorità
dei commentatori compreso) perché raggiunge i 316 km/h in autostrada in
Germania, e a noi piace provare l'ebbrezza della velocità. Mandiamogli
contro Dominic Toretto…

(Aldo Spiniello)
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