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(no subject) [messaggio #31838] sab, 04 giugno 2011 19:29 Messaggio successivo
Davide Tanganelli  è attualmente disconnesso Davide Tanganelli
Messaggi: 23
Registrato: gennaio 2011
Junior Member
I cattolici non si riconoscono in Malick...lo dicevo io che mi
ricordava gli evangelisti :-)

http://www.avvenire.it/Commenti/Non+c+Cristo+nel+Creatore+di +Malick_201105250901516900000.htm

Non c’è Cristo nel Creatore di Malick
Il film di Terrence Malick vincitore a Cannes, sorprendentemente,
parla di Dio. Parla del dolore per un figlio morto in una famiglia
americana di forse cinquant’anni fa: brava gente, di chiesa, il padre
irrigidito in una durezza protestante, la madre amorosa e però come
impotente a dare ai tre figli la certezza che la vita sia buona. Ma
tutto il vivere onesto e pio della famiglia non evita che i figli
siano infelici, e sospettosi, fra sé, che il Dio che pregano ogni
mattina sia in realtà cattivo. Tutta una vita onesta e pia non
risparmia la morte di un figlio, e quindi che nel dolore si alzi la
straziata domanda di Giobbe.

Dunque il dolore, e il senso; certamente The tree of life (L’albero
della vita) è un film religioso. Allora cos’è, il crescente senso di
angoscia che può farsi largo in uno spettatore? È che il Dio cercato
da questi genitori è unicamente il Dio del Vecchio Testamento: è il
Creatore supremo, ordinatore del cosmo, Signore del Big bang. Un Dio
che il regista Malick rappresenta in masse incandescenti di materia
informe, galassie nascenti nell’universo di tenebre, abissi di oceani
in cui nuotano oscure amebe informi. A questo Dio, confusa forma di
luce e di vento, la madre offre infine il suo figlio perduto.

Donare un figlio a un Creatore così lontano e spaventevole? È questa
l’angoscia che può prendere davanti a The tree of life. Il Dio
sideralmente distante delle praterie americane raccontate da Malick
non è il Dio che si è fatto uomo; non è Gesù Cristo, non è il Figlio
nato da una donna. La domanda posta nel film sembra ripartire da un
tempo remoto, di molto avanti Cristo; come se a Betlemme non fosse
nato nessuno, e ancora si trovassero, gli uomini, a combattere con la
possanza terribile di uno sconosciuto demiurgo; come se, ordinato il
cosmo, Dio se ne fosse disinteressato.

E dunque soli, gli uomini, con il devastante peso del dolore e del
male. Se manca Cristo manca l’incarnazione, manca la croce caricata su
quelle spalle, manca la morte e la pietra del sepolcro che rotola.
Manca la resurrezione e il perdono. Manca quindi la speranza.

È denso, allora, lo sgomento che si accumula in chi sta a guardare il
dramma di questa famiglia americana. Non c’è, in tutto il film, una
sola faccia amica, forte, certa; non c’è alcun uomo nella cui faccia
buona ritrovare il volto di Cristo, come è accaduto in duemila anni di
cristianesimo, come è accaduto anche pochi giorni fa, a Roma, per
Wojtyla beato. Non c’è traccia di quel Dio incarnato da cui, ha detto
pochi giorni fa Benedetto XVI, occorre «lasciarsi afferrare»; giacché
tutti i nostri sforzi di onestà e rigore, di essere «buoni» con le
nostre sole forze, possono alla fine fabbricare il padre duro e vuoto
di questo film, e figli tristi e soli, che non credono in niente.

Splendida fotografia, narrazione intensa; e anche vero, come dicono e
come ha titolato questo giornale, che questo film è una «preghiera»;
preghiera però, come ai tempi di Paolo ad Atene, a un dio ignoto.

Altro dal nostro, di italiani, cattolici, abituati da sempre a
incontrare un Dio fattosi bambino nelle Natività sui muri delle nostre
chiese; abituati a cercarlo nei tratti intensamente carnali dei volti
di Caravaggio. Come nella Vocazione di San Matteo, a San Luigi dei
Francesi a Roma; dove un Cristo profondamente uomo e figlio e padre
chiama, e Matteo attonito sembra domandare: "Io"? Nello sbalordimento
di conoscere un Dio che ci chiama per nome.
Marina Corradi - avvenire.it
Re: Non c [messaggio #31911 è una risposta a message #31838] lun, 06 giugno 2011 09:30 Messaggio precedente
thisDeadBoy  è attualmente disconnesso thisDeadBoy
Messaggi: 16
Registrato: maggio 2011
Junior Member
Davide Tanganelli ha scritto:

> I cattolici non si riconoscono in Malick...
> lo dicevo io che mi ricordava gli evangelisti :-)

A mio avviso si tratta di una, tutto sommato
forte, incomprensione. Come si fa a dire che
non c'e' Cristo in un'opera che canta la via
della Grazia? Verrebbe da dire che non c'e'
Cristo nella critica della Corradi :)

Saluti



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