Poca musica, molte chiacchiere [messaggio #10629] |
mar, 18 gennaio 2011 11:58 |
rodolfo.canaletti Messaggi: 100 Registrato: dicembre 2010 |
Senior Member |
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Ho ricevuto e posto qui questo articolo della Fondazione Prometeo che mi
sembra utile riproporre.
Poiché fa riferimento a un articolo comparso su Repubblica l'8 gennaio,
metto qui il link affinché chi non l'avesse letto può leggere anche
questo articolo.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/ 2011/01/08/p
erche-ci-piace-pollock-la-musica-colta.html
quote
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È penoso constatare quanto le ipotesi avanzate da Alessandro Baricco -
nell'articolo pubblicato su La Repubblica dell'8 gennaio - siano
piuttosto grossolane, oltre che pretenziose e scorrette. Lo sono nel
metodo e nel merito, in quanto pongono sullo stesso piano ambiti
artistici accomunati linguisticamente dal denominatore comune
dell'avanguardia storica, senza però valutarne l'impatto assai
diversificato che musica e pittura esercitano nell'attuale tessuto
socio-culturale. Per confutare queste tesi -peraltro già ampiamente
trattate dalla critica e dall'estetica del secondo Novecento in modo
assai più circostanziato e sistematico- basterebbe considerare come sia
diverso l'aspetto consumistico del visitare una galleria d'arte da quel
lo di ascoltar musica contemporanea d'arte (per usare un'efficace
definizione di Maurizio Pollini) in una sala da concerto o tramite una
registrazione discografica. In ogni caso, sembra pacifico che il
pubblico dei musei d'arte moderna o quello che assiste a performance
musicali, abbia il pieno diritto di scegliere i propri riferimenti
artistici seguendo semplicemente il gusto di una libera offerta e senza
tener conto del punto di vista che Baricco vorrebbe elevare a principio
assoluto e vincolante. Cavalcando una visione reazionaria della ricerca
artistica (che trova in Allevi il suo alfiere più furbo e bigotto),
l'autore dell'articolo sembra piuttosto a caccia di argomenti polemici
che possano in qualche modo attirare una sia pur minima attenzione da
parte di addetti ai lavori ma anche di appassionati di pittura e musica
contemporanea: il risultato è invece quello di suscitare solo uno
sguardo di compassione visto il pressappochismo delle congetture, sollev
ate con un chiacchiericcio sbollito e fasullo.
Entrando nello specifico, crediamo che un quadro di Pollock sia motivo
di culto per folle di persone non tanto perché quel particolare
linguaggio pittorico lo si comprende appieno, (i più accorti oltretutto
sanno bene che visitare una mostra d'arte implica uno sforzo
intellettuale di gran lunga inferiore rispetto all'ascolto di un pezzo
di musica contemporanea, o della lettura di un libro) ma soprattutto - e
per una volta si abbia il coraggio di ammetterlo - perché l'arte
contemporanea è prima di tutto soggetta al mercato e alle sue
speculazioni. Questo non trova un corrispettivo nell'ambito della musica
moderna e contemporanea (quale mercante pagherebbe mai 100 milioni di
euro il manoscritto del Wozzeck di Alban Berg?). Paragonare l'arte
moderna alla musica contemporanea, senza considerare questo aspetto
fondamentale del mercato, è superficiale. Lo si giustifica ancor meno
per coloro che, come abbiamo avuto modo di constatare in altre analisi e
in ambiti a loro più affini, dovrebbero utilizzare approcci
intellettuali più raffinati nell'analizzare un argomento di così tale
complessità . Ma come già ampiamente sperimentato, anche in questo caso
si è preferito l'approccio (molto di moda) dell'essere ortogonale a
tutto. E' un esercizio dall'effetto immediato, che naturalmente crea
proseliti e offre argomenti di auto-assoluzione fra coloro che
dissentono (senza conoscere) dalla musica contemporanea, già oggetto di
critiche, denigrazioni continue, e, grazie ai tagli del Ministero del
Cultura, ormai verso l'estinzione totale (che farà gioire di certo
Baricco ma non coloro che amano l'arte in tutte le sue espressioni e
hanno a cuore la salvaguardia di un patrimonio straordinario che
attraversa il Novecento fino ai giorni nostri).
A differenza della maggior parte degli stati europei, dove la musica
contemporanea è viva e vegeta (e non ci si riferisce certo ad autori
come Philip Glass o qualche altro minimalista di mediocre profilo), in
Italia la situazione è assai più drammatica. Più che parlare di sottile
truffa dei compositori ai danni del pubblico,sarebbe più onesto
ammettere che il vero problema che ha determinato questo gap culturale è
di tipo educativo, che la musica, la ricerca, la sperimentazione, non fa
più parte della cultura della nostra Italia malata, e che l'assenza di
un progetto formativo e politiche culturali specifiche, già dalle scuole
primarie, non ha fatto altro che generare tutta questa indifferenza, se
non addirittura ostracismo. Tutto questo non aiuta i compositori e la
musica del nostro tempo, anzi, ne peggiora gravemente la condizione
scredit andoli. E di ciò siamo tutt'altro che grati all'azione
demonizzante di Alessandro Baricco.
Martino Traversa
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end quote
nello stesso numero di Repubblica c'è anche l'articolo di Alex Ross cui
Baricco fa riferimento.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/ 2011/01/08/p
er-chi-suona-la-musica-colta-le.html
Una discussione sul NG relativa all'argomento sarebbe molto
interessante.
Saluti a tutti
Rudy
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rodolfo.canaletti@tin.it
http://www.dicoseunpo.it
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Re: Poca musica, molte chiacchiere [messaggio #10757 è una risposta a message #10629] |
gio, 20 gennaio 2011 01:38 |
no Messaggi: 100 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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"Rudy" <rodolfo.canaletti@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:1jvafsu.1jsjsmg10gse0kN%rodolfo.canaletti@tin.it...
> Ho ricevuto e posto qui questo articolo della Fondazione Prometeo che mi
> sembra utile riproporre.
>
> Poiché fa riferimento a un articolo comparso su Repubblica l'8 gennaio,
> metto qui il link affinché chi non l'avesse letto può leggere anche
cut...
Rudy, ogni attività risente dell'influsso del potere. Più il potere è
arrogante e più problemi culturali diffonde...
Si guadagna con i quadri e si rimette con l'organizzare i concerti, ma in
fondo il gusto di riempire le orecchie di musica buona va sopra a tutto...
ma se manca la cultura poi si ascolta "Mozart" e si odia e sparla sopra a
questi brani: http://www.youtube.com/watch?v=5PhZn64p6uM . Se per capire
una musica ci vogliono 100 ascolti significa che non si è pronti per
affrontare un autore.
Ma il discorso è infinito.... Un saluto! j
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