No hay caminos [messaggio #127247] |
dom, 09 ottobre 2011 22:43 |
L'Esattore Messaggi: 608 Registrato: novembre 2010 |
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hay stufa elettrica.
No, scherzo, ma piuttosto spiegatemi una roba.
Nell'italianizzare vocaboli stranieri al plurale, di norma si lascia la
forma singolare e si mette l'articolo italiano al plurale.
Esempio: i file e non i files.
E allora com'è che sento dire ovunque e da chiunque "i lieder", e non
"i lied"?
Grazie
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Re: No hay caminos [messaggio #127955 è una risposta a message #127748] |
mer, 12 ottobre 2011 13:26 |
cap Messaggi: 659 Registrato: novembre 2010 |
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On 11 Ott, 20:31, L'Esattore <vdeiul...@NOSPAMsupereva.it> wrote:
> Non essendo un termine molto specialistico
Se sei di madrelingua tedesca. A ovest del Reno e a sud delle Alpi,
quando si dice Lied 999 volte su mille s'intende una cosa ben precisa,
quella che i tedeschi chiamano per l'appunto Kunstlied, con
particolare riferimento alla produzione di Schubert, Schumann, Brahms,
Mahler, Wolff. Fatte le debite differenze, corrisponde grosso modo
all'italiano romanza (da camera) e al francese mélodie. Assai meno
caratterizzato è l'inglese song, questo sì un termine non
specialistico.
Detto questo, vero è che ciascuno può fare come preferisce.
I redattori del DEUMM erano tenuti a vergare le parole straniere
rispettandone genere e numero, nella forma e nelle concordanze, quindi
guai a non scrivere "i Lieder" e "gli opéras-comiques".
E questo è stato il mio imprinting :)
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Re: No hay caminos [messaggio #127978 è una risposta a message #127961] |
mer, 12 ottobre 2011 17:15 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
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"cap" <clamarcap@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:6c0f2cd2-2ae8-4425-be35-3e0296692210@j20g2000vby.googlegroups.com...
>Non esattamente. A rigore, quella -i- è una sillaba (pro-vin-ci-e) e
>quindi non può essere omessa.
Beh, questo è uno di quei casi in cui la -i- è etimologica, presente
nell'antecedente latino. Quindi dovette essere pronunciata, per una certa
fase, indipendentemente dalla palatalizzazione della consonante precedente
che ha di sicuro agevolato. In altri casi non è così. La -i- mobile del
plurale compare e non c'è nell'antecedente latino, nel singolare serve a
segnalare la pronuncia palatale della consonante davanti ad -a-,
ovviamente.
Se stiamo parlando di questo, perché ho l'impressione di essermi confuso.
Zingarelli non la trascrive foneticamente, Canepari francamente non so (da
dove scrivo non ce l'ho sotto mano).
Almeno, questa è la spiegazione che da il Serianni Castelvecchi. :-))
dR
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Re: No hay caminos [messaggio #127980 è una risposta a message #127978] |
mer, 12 ottobre 2011 17:50 |
cap Messaggi: 659 Registrato: novembre 2010 |
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On 12 Ott, 17:15, "Shapiro used clothes" <vittorio...@tin.it> wrote:
> Se stiamo parlando di questo
Sì, proprio di questo.
Ci sono anche altri casi di indebita scomparsa di una -i-. Per
esempio, quasi sempre si trova scritto cistercense anziché
cisterciense: ma il termine deriva dal nome latino di Cîteaux, cioè
Cistercium (la celebre abbazia borgognona fu fondata "cis tercium
lapidem miliarum", al di qua della terza lapide miliare sulla strada
tra Langres e Chalon-sur-Saône), quindi la -i- dovrebbe rimanere.
Invece svanisce quasi sempre; anche Wikipedia la omette.
Già che ci siamo: un altro, completamente differente e ormai
irrimediabile caso di scomparsa di una -i- è nella parola microbo, che
originariamente ed etimologicamente era micròbio.
Evidentemente, una i vale meno di un ette :)
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