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Home » Musica » Classica » Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati...
Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16296] gio, 28 aprile 2011 18:27 Messaggio successivo
luziferszorn  è attualmente disconnesso luziferszorn
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:-)

<< Discutevo ieri della bizzarra proposta del colpo di stato di Asor
Rosa. Il problema non è cacciare
Berlusconi con un colpo di stato, contro il 75 per cento degli
italiani, al quale in fondo le cose
vanno bene così. Il 75%, esageri proprio. Non dico quelli che votano
direttamente Pdl,ma quella
maggioranza naturalmente berlusconiana che non vuole pagare le tasse,
ha voglia di andare a
150 chilometri all’ora sulle autostrade, vuole evitare carabinieri e
giudici, trova giustissimo che
uno se può se la spassi con Ruby, trova naturale che un deputato vada
dove meglio gli
conviene. Questa è lamoralità dominante. Berlusconi è un abile e
geniale piazzista, che ha
capito la sostanza e gli umori dell’attuale mercato politico. Mi torna
in mente il famoso errore di
Benedetto Croce, secondo il qualeMussolini era caduto dal cielo e non
partorito da noi italiani.
Berlusconi è stato partorito dall’Italia di oggi e ha capito la natura
profonda del nostro popolo
che non si è mai identificato con lo Stato, che si è sempre massacrato
nello scontro tra città e
città. Non a caso abbiamo tra i nostri pensatori un Guicciardini.
Quindi anche se domani facessi
un colpo di stato (che in ogni caso è sempre una cosa cattiva – non ho
mai visto colpi di stato
«buoni») non cambieresti gli umori del paese. Per cambiarli ci
vorrebbe un’azione più profonda,
di persuasione ed educazione, e di vere proposte alternative. Ed ecco
che tornerebbe buona,
se ci fosse, la politica. Però mi pare che la presa di posizione
polemica di Asor Rosa nasca dal
sentimento (e dalla frustrazione) che il colpo di stato strisciante è
già in atto (ma dalla parte
opposta) con l’umiliazione del parlamento, la sua riduzione a un
manipolo di yes-men, la
delegittimazione della magistratura e quindi la distruzione
dell’equilibrio dei poteri, l’occupazione
progressiva di tutti i centri della comunicazione. Scrivevo negli anni
Sessanta che ormai per fare
un colpo di stato non era necessario muovere i carri armati: bastava
occupare le televisioni. Lo
si sapeva già negli anni Sessanta. E la differenza tra apocalittici e
integrati? Ti ricordi? È una
distinzione molto vecchia, del 1964, superata. Allora c’era una netta
divisione tra i critici del
sistema delle comunicazioni di massa(pensa a Adorno) e quelli che si
identificavano con il
nuovo sistema della comunicazione. Questa divisione si è enormemente
modificata, pensa alla

2 / 4
Intervista a Umberto Eco
Fonte : Valentino Parlato - il manifesto
Giovedì 28 Aprile 2011 06:32 -

Pop art, un’arte d’avanguardia che si abbevera alla comunicazione di
massa. La Pop art?
Spiegati meglio. La Pop art ha usato i fumetti, e non per criticarli
(come sarebbe accaduto agli
apocalittici del decennio precedente). Quindi, ha fatto provocazione
d’élite basandosi su
materiali una volta considerati bassi. Oppure pensa ai Beatles che –
come ha poi intuito Cathy
Berberian – potevano essere ricantati come se fossero la musica di
Purcell che in qualche
modo li aveva ispirati. Musica di intrattenimento,ma coltissima. Pensa
a Benigni: fa parte della
cultura di massa o della cultura d’élite? Non hai risposta: riesce a
fare passare Dante davanti a
ventimila persone e cammina come un clown. Ai tempi di apocalittici e
integrati non sarebbe
potuto accadere. Pensa anche al romanzo poliziesco che ancora negli
anni Cinquanta era roba
da vendere nelle edicole, leggere e buttare, e oggi Camilleri fa
romanzi accessibili alle grandi
masse, ma mediante una forte sperimentazione linguistica. Visto che ci
siamo: confini tra
cultura altra e cultura bassa? Le differenze sono infinite e difficili
da identificare. È quasi come
in politica: potrebbe essere un gioco di società trovare personaggi di
destra all’interno del Pd e
di sinistra (ma è impossibile trovarne) all’interno del Pdl. Quelli di
sinistraèproprio difficile
trovarli. Sì, perché anche la nozione di sinistra si è disfatta.
Qualcuno, non ricordo chi, ha scritto
che la sinistra ufficiale sta facendo l’unica politica conservatrice
possibile: difesa della
Costituzione, difesa della magistratura, e così via. Difesa anche dei
carabinieri, pensa tu se ce
lo avessero detto al tempo del Piano Solo. Ma dall’altra parte c’è di
peggio. Certo: c’è l’attacco
alle istituzioni e dunque è naturale che a sinistra si diventi
conservatori. I tempi cambiano, vuoi
mica che ancora oggi esista la differenza tra cavouriani e mazziniani?
La polizia di Scelba
manganellava i lavoratori e quella di oggi cerca di salvare i neri dai
naufragi. Gli apocalittici cosa
sono diventati? Gli apocalittici, pian piano, son diventati meno
rigidi nel loro rifiuto. Pensa solo a
come è andata con il fumetto, che era una delle cose più popolari,
diretto a persone di cultura
bassa. Poi, proprio noi intellettuali lo abbiamo riscoperto e ne
abbiamo fatto un mito. Erano le
letture della nostra infanzia, ma anche l’unico modo nel quale abbiamo
potuto capire qualcosa
dell’America. Ormai il fumetto è diventato una forma di cultura alta,
perfino difficile da leggere.
Certo i bambini leggono ancora Topolino che resta, più o meno, come
una volta. Ma tutte le
nuove forme... il fumetto cartonato che si vende nelle librerie, certe
volte faccio fatica a leggerlo
tanto è raffinato. Quindi quelli che una volta erano i mezzi di massa,
contro cui si scagliavano gli
apocalittici, oggi possono essere interpretati solo da gente che ha
letto Joyce. Carta stampata e
Internet. Un duello aperto. Sono stufo di sentirmi rivolgere questa
domanda.Due anni fa ho
pubblicato un libro con Jean-Claude Carrière, Non sperate di
sbarazzarvi dei libri. Ovviamente
sono un utente di Internet, ho ben otto computer nelle varie case dove
capito,ma difendo i diritti
e il futuro del libro per una ragione semplicissima: abbiamo la prova
scientifica che un libro può
durare 550 anni. Prendi un incunabolo, lo apri, sembra stampato ieri e
ti permette persino la
previsione che forse, se lo lasci in un ambiente poco umido, può
durare altri 500-1000 anni.
Non abbiamo nessuna prova scientifica che un dischetto, una chiavetta
possano durare più di
dieci anni, non tanto perché si possono smagnetizzare,ma perché nel
frattempo sarà cambiato
il tipo di computer. I computer di oggi non leggono più i dischetti di
quindici anni fa. Certo, per
me è una grande comodità viaggiare con una chiavetta che contiene
tutta la mia biblioteca,
però l’unica garanzia del fatto che l’informazione si conservi sta
ancora nel libro cartaceo. Detto
questo, Internet è una cosa utilissima, pensa a cosa sta cambiando
nell’Africa del nord: senza
Internet non sarebbe successo niente. >>
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16297 è una risposta a message #16296] gio, 28 aprile 2011 18:47 Messaggio precedenteMessaggio successivo
luziferszorn  è attualmente disconnesso luziferszorn
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Pardon, rubato da qui:
http://www.micciacorta.it/index.php?view=article&catid=2 5:libri&id=3366:intervista-a-umberto-eco&format=pdf& amp;ml=2&mlt=yoo_phoenix&tmpl=component


>
> << Discutevo ieri della bizzarra proposta del colpo di stato di Asor
> Rosa. Il problema non è cacciare
> Berlusconi con un colpo di stato, contro il 75 per cento degli
> italiani, al quale in fondo le cose
> vanno bene così. Il 75%, esageri proprio. Non dico quelli che votano
> direttamente Pdl,ma quella
> maggioranza naturalmente berlusconiana che non vuole pagare le tasse,
> ha voglia di andare a
> 150 chilometri all’ora sulle autostrade, vuole evitare carabinieri e
> giudici, trova giustissimo che
> uno se può se la spassi con Ruby, trova naturale che un deputato vada
> dove meglio gli
> conviene. Questa è lamoralità dominante. Berlusconi è un abile e
> geniale piazzista, che ha
> capito la sostanza e gli umori dell’attuale mercato politico. Mi torna
> in mente il famoso errore di
> Benedetto Croce, secondo il qualeMussolini era caduto dal cielo e non
> partorito da noi italiani.
> Berlusconi è stato partorito dall’Italia di oggi e ha capito la natura
> profonda del nostro popolo
> che non si è mai identificato con lo Stato, che si è sempre massacrato
> nello scontro tra città e
> città. Non a caso abbiamo tra i nostri pensatori un Guicciardini.
> Quindi anche se domani facessi
> un colpo di stato (che in ogni caso è sempre una cosa cattiva – non ho
> mai visto colpi di stato
> «buoni») non cambieresti gli umori del paese. Per cambiarli ci
> vorrebbe un’azione più profonda,
> di persuasione ed educazione, e di vere proposte alternative. Ed ecco
> che tornerebbe buona,
> se ci fosse, la politica. Però mi pare che la presa di posizione
> polemica di Asor Rosa nasca dal
> sentimento (e dalla frustrazione) che il colpo di stato strisciante è
> già in atto (ma dalla parte
> opposta) con l’umiliazione del parlamento, la sua riduzione a un
> manipolo di yes-men, la
> delegittimazione della magistratura e quindi la distruzione
> dell’equilibrio dei poteri, l’occupazione
> progressiva di tutti i centri della comunicazione. Scrivevo negli anni
> Sessanta che ormai per fare
> un colpo di stato non era necessario muovere i carri armati: bastava
> occupare le televisioni. Lo
> si sapeva già negli anni Sessanta. E la differenza tra apocalittici e
> integrati? Ti ricordi? È una
> distinzione molto vecchia, del 1964, superata. Allora c’era una netta
> divisione tra i critici del
> sistema delle comunicazioni di massa(pensa a Adorno) e quelli che si
> identificavano con il
> nuovo sistema della comunicazione. Questa divisione si è enormemente
> modificata, pensa alla
>
> 2 / 4
> Intervista a Umberto Eco
> Fonte : Valentino Parlato - il manifesto
> Giovedì 28 Aprile 2011 06:32 -
>
> Pop art, un’arte d’avanguardia che si abbevera alla comunicazione di
> massa. La Pop art?
> Spiegati meglio. La Pop art ha usato i fumetti, e non per criticarli
> (come sarebbe accaduto agli
> apocalittici del decennio precedente). Quindi, ha fatto provocazione
> d’élite basandosi su
> materiali una volta considerati bassi. Oppure pensa ai Beatles che –
> come ha poi intuito Cathy
> Berberian – potevano essere ricantati come se fossero la musica di
> Purcell che in qualche
> modo li aveva ispirati. Musica di intrattenimento,ma coltissima. Pensa
> a Benigni: fa parte della
> cultura di massa o della cultura d’élite? Non hai risposta: riesce a
> fare passare Dante davanti a
> ventimila persone e cammina come un clown. Ai tempi di apocalittici e
> integrati non sarebbe
> potuto accadere. Pensa anche al romanzo poliziesco che ancora negli
> anni Cinquanta era roba
> da vendere nelle edicole, leggere e buttare, e oggi Camilleri fa
> romanzi accessibili alle grandi
> masse, ma mediante una forte sperimentazione linguistica. Visto che ci
> siamo: confini tra
> cultura altra e cultura bassa? Le differenze sono infinite e difficili
> da identificare. È quasi come
> in politica: potrebbe essere un gioco di società trovare personaggi di
> destra all’interno del Pd e
> di sinistra (ma è impossibile trovarne) all’interno del Pdl. Quelli di
> sinistraèproprio difficile
> trovarli. Sì, perché anche la nozione di sinistra si è disfatta.
> Qualcuno, non ricordo chi, ha scritto
> che la sinistra ufficiale sta facendo l’unica politica conservatrice
> possibile: difesa della
> Costituzione, difesa della magistratura, e così via. Difesa anche dei
> carabinieri, pensa tu se ce
> lo avessero detto al tempo del Piano Solo. Ma dall’altra parte c’è di
> peggio. Certo: c’è l’attacco
> alle istituzioni e dunque è naturale che a sinistra si diventi
> conservatori. I tempi cambiano, vuoi
> mica che ancora oggi esista la differenza tra cavouriani e mazziniani?
> La polizia di Scelba
> manganellava i lavoratori e quella di oggi cerca di salvare i neri dai
> naufragi. Gli apocalittici cosa
> sono diventati? Gli apocalittici, pian piano, son diventati meno
> rigidi nel loro rifiuto. Pensa solo a
> come è andata con il fumetto, che era una delle cose più popolari,
> diretto a persone di cultura
> bassa. Poi, proprio noi intellettuali lo abbiamo riscoperto e ne
> abbiamo fatto un mito. Erano le
> letture della nostra infanzia, ma anche l’unico modo nel quale abbiamo
> potuto capire qualcosa
> dell’America. Ormai il fumetto è diventato una forma di cultura alta,
> perfino difficile da leggere.
> Certo i bambini leggono ancora Topolino che resta, più o meno, come
> una volta. Ma tutte le
> nuove forme... il fumetto cartonato che si vende nelle librerie, certe
> volte faccio fatica a leggerlo
> tanto è raffinato. Quindi quelli che una volta erano i mezzi di massa,
> contro cui si scagliavano gli
> apocalittici, oggi possono essere interpretati solo da gente che ha
> letto Joyce. Carta stampata e
> Internet. Un duello aperto. Sono stufo di sentirmi rivolgere questa
> domanda.Due anni fa ho
> pubblicato un libro con Jean-Claude Carrière, Non sperate di
> sbarazzarvi dei libri. Ovviamente
> sono un utente di Internet, ho ben otto computer nelle varie case dove
> capito,ma difendo i diritti
> e il futuro del libro per una ragione semplicissima: abbiamo la prova
> scientifica che un libro può
> durare 550 anni. Prendi un incunabolo, lo apri, sembra stampato ieri e
> ti permette persino la
> previsione che forse, se lo lasci in un ambiente poco umido, può
> durare altri 500-1000 anni.
> Non abbiamo nessuna prova scientifica che un dischetto, una chiavetta
> possano durare più di
> dieci anni, non tanto perché si possono smagnetizzare,ma perché nel
> frattempo sarà cambiato
> il tipo di computer. I computer di oggi non leggono più i dischetti di
> quindici anni fa. Certo, per
> me è una grande comodità viaggiare con una chiavetta che contiene
> tutta la mia biblioteca,
> però l’unica garanzia del fatto che l’informazione si conservi sta
> ancora nel libro cartaceo. Detto
> questo, Internet è una cosa utilissima, pensa a cosa sta cambiando
> nell’Africa del nord: senza
> Internet non sarebbe successo niente. >>
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16300 è una risposta a message #16296] gio, 28 aprile 2011 18:58 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"luziferszorn" <pan25712@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:3ddd5b74-5c4f-4023-b23d-dcf0e5760838@v31g2000vbs.googlegroups.com...

>Musica di intrattenimento,ma coltissima. Pensa
>a Benigni: fa parte della
>cultura di massa o della cultura d’élite? Non hai risposta: riesce a
>fare passare Dante davanti a
>ventimila persone e cammina come un clown.

io ce l'avrei la risposta....
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16301 è una risposta a message #16300] gio, 28 aprile 2011 19:49 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Zaz!" <zaz@zaz.it> ha scritto nel messaggio
news:ipc8e3$qo2$1@nnrp-beta.newsland.it...
> io ce l'avrei la risposta....
>

Dante è elitario? Io mi rifiuto categoricamente di ritenere Dante elitario!
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16302 è una risposta a message #16301] gio, 28 aprile 2011 20:02 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On Thu, 28 Apr 2011 19:49:15 +0200, daniel pennac \(portatile\) wrote:

> "Zaz!" <zaz@zaz.it> ha scritto nel messaggio
> news:ipc8e3$qo2$1@nnrp-beta.newsland.it...
>> io ce l'avrei la risposta....
>>
>>
> Dante è elitario? Io mi rifiuto categoricamente di ritenere Dante
> elitario!

ma chi! Dante mio!?
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16304 è una risposta a message #16301] gio, 28 aprile 2011 22:09 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"daniel pennac (portatile)" <mariorenda2NOSPAM@NOtin.it> ha scritto nel
messaggio news:4db9a89a$0$18245$4fafbaef@reader2.news.tin.it...
>
> "Zaz!" <zaz@zaz.it> ha scritto nel messaggio
> news:ipc8e3$qo2$1@nnrp-beta.newsland.it...
>> io ce l'avrei la risposta....
>>
>
> Dante è elitario? Io mi rifiuto categoricamente di ritenere Dante
> elitario!

La cultura, intesa come sapere, non se sia elitaria, certo non è una cosa
che si possiede senza studio e applicazione, e dunque non è per tutti,
perché molta gente non ha voglia o capacità di studiarsi Tacito in latino,
per dire.
Tu ti rifiuterai, ma mi dispiace: una persona che non abbia ricevuto una
certa formazione non può leggere Dante senza l'ausilio di note e
spiegazioni.
Così come chi non ha studiato mai solfeggio non sa leggere le note musicali.
Mica uno se le può inventare, le cose.
E' ora di smetterla con questa storia che tutto è uguale a tutto.
E non è che se metti Shakespeare a fumetti la gente impara meglio l'inglese,
sai?
Anzi. Quite the opposite.
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16307 è una risposta a message #16304] gio, 28 aprile 2011 23:46 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 28 Apr, 22:09, "Zaz!" <z...@zaz.it> wrote:
>
> La cultura, intesa come sapere, non se sia elitaria, certo non è una cosa
> che si possiede senza studio e applicazione, e dunque non è per tutti,


Leggere Dante con le note o ascoltarsi qualcuno che ce lo racconta è
un livello di approccio primario che non inficia futuri
approfondimenti. Semmai è la banalizzazione selvaggia della cultura e
lo smembramento dei concetti a determinare il dissolvimento della
cultura stessa quando questa è intesa come energia vitale. Un po' come
dare mille grammi di pane a mille persone equivale a farle schiattare
tutte quante.

Il passo di Eco però citava i Beatles come veicolo di una musica pop/
colta. Quand'è che parliamo dei Beatles?

lz
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16308 è una risposta a message #16307] ven, 29 aprile 2011 01:55 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"luziferszorn" <pan25712@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:a8f43cca-5da6-42da-a261-9dbbaebaa3a9@x18g2000yqe.googlegroups.com...

>Leggere Dante con le note o ascoltarsi qualcuno che ce lo racconta è
>un livello di approccio primario che non inficia futuri
>approfondimenti.

Accomuni due cose diversissime.
Prima di Benigni, a fare qualcosa definibile come "raccontare" Dante è stato
Vittorio Sermonti, alla radio.
In qualche modo diluiva la difficoltà di decodifica delle note stesse,
rendendole più comprensibili per il pubblico medio. Lo faceva decisamente
bene, anche se tagliava, per ovvi motivi, diverse cose, anche importanti.
Era piacevole da ascoltare ma non avvicente, non spettacolare. Non era
ganzo.
Ha avuto un successo piuttosto limitato, soprattutto se lo confrontiamo a
Benigni: e già questa sarebbe una cosa su cui riflettere. Per capire non
tanto Dante o l'operazione Sermonti, quanto Benigni, e le ragioni profonde
del suo successo. Che sono molto meno progressiste di quanto si pensa in
genere, e su questo penso di essere in accordo con la Zaz. Benigni è assai
consolatorio, una visione confortante soprattutto per gente che non ha gran
voglia di imparare o progredire o mettersi in discussione.
Chiusa la parentesi, il racconto è cosa molto diversa dal faticare sulle
note. Tu sembri contrapporre una lettura di Dante vergine, diretta, limitata
al puro testo alla lettura "con le note". Le edizioni di Dante senza note si
usano forse soltanto alle prove d'esame di Filologia Dantesca o di
Letteratura italiana. La distanza rispetto all'idea attuale di letteratura e
di fruizione della medesima è tale che è semplicemente impensabile una
lettura senza apparati, per il lettore moderno anche colto, anche molto
colto che tuttavia non sia un filologo, uno specialista di quella
letteratura. Certo, che non inficia successivi approfondimenti; sta già in
quell'ordine di idee, in quella direzione. Il "racconto" no; la fatica, il
lavoro di riorganizzazione intellettuale lo ha già fatto qualcun altro. Può
averlo fatto bene o male, ovviamente. Nei suoi confronti siamo assai più
passivi. Soprattutto se il racconto lo fanno signori come Benigni, che
almeno è divertente, o l'esiziale Baricco.
Non si tratta di attribuire un valore taumaturgico alla fatica, ovviamente:
si tratta di assicurarsi i frutti di un lavoro, che è veramente produttivo
solo per chi lo svolge direttamente. Solo chi rema rinforza i muscoli, chi
sta a guardare resta quel che è, prende il fresco al massimo.

Detto questo, il passo di Eco (ma è completo?) è singolare e prevedibile
allo stesso tempo.
Prevedibile, perché Eco non resiste alla tentazione di parlare di sé (o dei
suoi libri, che è lo stesso), qualsiasi sia l'argomento. E questo glielo
possiamo anche lasciar fare, ci mancherebbe, se lo può permettere.
Rendendocene conto.
Singolare perché in realtà non dice nulla.
La parte politica è la più sfuggente. E' tutto vero, quel che dice. Il punto
è che la questione sollevata dal caso Asor Rosa (persona che ammiro
profondamente quando parla di letteratura) *non* sta tutta lì. E' prodotta
da un modo di ragionare assai pericoloso, per il centro sinistra: pericoloso
se l'obbiettivo è tornare a governare e accelerare la fine del
berlusconismo, il che non è detto. Anche se ben dissimulata, alle parole di
Eco soggiace una forma di massimalismo. Pare dire che di fronte al golpe
strisciante della destra, tutto il resto sia relativo, qualsiasi menda
veniale. Ma questo è esattamente il modo consolatorio e autoassolutorio di
pensare se stessi e la propria prassi politica che porta puntualmente a
perdere le elezioni.
E' un modo come un altro di cercare scuse, contemplando nel frattempo una
parata di fantasmi (carnival of souls) che è un vero e proprio ritorno del
rimosso; si noti, rimosso, non risolto. L'elettorato, purtroppo, queste cose
le capisce subito. Di fronte al golpe strisciante della destra sarebbe
proprio importante dare un esempio di cosa sia una vera prassi democratica,
altro che nostalgie inconfessabili.
Se poi Eco pensa veramente che la Pop art fosse arte d'avanguardia (citatemi
una sola opera di quella corrente che si ricordi come spartiacque, come
pietra miliare; a me non ne viene in mente nessuna, e già questo dice
qualcosa, sulla lucidità con cui nella contemporaneità si riescono ad
idenficare le posizioni storiche) o che la Berberian e Berio, giocando con
le canzoni dei Beatles, abbiano prodotto chissà quale fenomeno storico ed
epocale...beh, non so che dire, non credo lo pensi, ecco. Sono discorsi da
bignamino del perfetto intellettuale più o meno progressista; una tipo di
formulazione esemplare e autopromozionale che l'ha sempre tentato.
Berardinelli lo vide all'opera, assai acutamente, anche nel libretto in cui
insegnava a compilare la tesi di laurea.
Per fortuna sua ma soprattutto nostra, Eco ha fatto e scritto ben altro. E'
quest'altro che andrebbe approfondito, di cui bisognerebbe essergli grati.
Non il name dropping che sciorina per dovere, con malcelato fastidio ogni
volta che un giornalista lo avvicina.

dR
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16310 è una risposta a message #16304] ven, 29 aprile 2011 03:47 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Zaz!" <zaz@zaz.it> ha scritto nel messaggio
news:ipchj0$aq$1@nnrp-beta.newsland.it...

> Mica uno se le può inventare, le cose.

Quoto.
Per la cronaca, di specialisti del periodo di Dante ne ho conosciuti alcuni.
Persino per piacere leggono, anche loro, in edizioni commentate, magari
confrontandole. C'è sempre qualcosa che umanamente ci si può anche non
ricordare.

> E' ora di smetterla con questa storia che tutto è uguale a tutto.

Cioè a niente.

> E non è che se metti Shakespeare a fumetti la gente impara meglio
> l'inglese,

Anzi, forse lo impara peggio. Senza il forse.

dR
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16314 è una risposta a message #16308] ven, 29 aprile 2011 09:18 Messaggio precedenteMessaggio successivo
luziferszorn  è attualmente disconnesso luziferszorn
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On 29 Apr, 01:55, "Shapiro used clothes" <vittorio...@tin.it> wrote:

> qualcosa, sulla lucidità con cui nella contemporaneità si riescono ad
> idenficare le posizioni storiche) o che la Berberian e Berio, giocando con
> le canzoni dei Beatles, abbiano prodotto chissà quale fenomeno storico ed
> epocale...beh, non so che dire, non credo lo pensi, ecco. Sono discorsi da


Guarda che non dice questo ma il contrario, o per lo meno è ambiguo.
Berio, Andriessen e la Berberian in un primo momento sdoganano i
Beatles negli ambienti cosiddetti "colti" (ma ai B4 mica solo loro
porgono l'orecchio, anche Aldo Clementi ne usa i materiali); quel che
non dice Eco, (sgridato andrebbe per questo) è che poi la Berberian e
lo stesso Berio abuseranno dei Beatles, e nella fattispecie proprio
quel "colto" che stava in nuce ai Beatles masticheranno e sputeranno
(rimane ambiguo il passo? - "musica di intrattenimento, ma coltissima"
- a chi si riferisce?). Anyway mi sono rotto le palle anche di Eco e
Narciso....

lz
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16315 è una risposta a message #16304] ven, 29 aprile 2011 09:26 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Zaz!" <zaz@zaz.it> ha scritto nel messaggio
news:ipchj0$aq$1@nnrp-beta.newsland.it...
..> Tu ti rifiuterai, ma mi dispiace: una persona che non abbia ricevuto una
> certa formazione non può leggere Dante senza l'ausilio di note e
> spiegazioni.

allora, purtropo, ci troviamo ad un livello in cui solo Moccia può essere
compreso senza grossi problemi.
Dante era (è?) lettura obbligatoria nei licei, è, pur nella sua complessità,
un patrimonio accessibile alla maggior parte della popolazione, magari con
l'ausilio delle note (note che, confermo quanto detto da DR, venivano
coperte all'esame di letteratura italiana), boh magari a furia di sentire
odore di cavalli diventerò come Swift.
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16321 è una risposta a message #16314] ven, 29 aprile 2011 10:30 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"luziferszorn" <pan25712@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:7ff8f00d-5632-4fed-8b71-4e9f79cc6591@w10g2000yqa.googlegroups.com...

>Guarda che non dice questo ma il contrario, o per lo meno è ambiguo.

Può essere senz'altro che abbia frainteso, ho letto di fretta ed era un po'
tardi.
Il fatto è che lo ammiro molto (per certi libri soprattutto, come già dissi)
ma di questo vezzo di autocitarsi, e non nelle sue cose migliori imho, ne ho
un po' le scatole piene. E quindi quando fa così non lo sto molto a sentire.
Un po' come Asor Rosa, che deve essere un suo vecchio sodale (gratta gratta
salta fuori che stavano tutti nell'Azione Cattolica, anche se per AR non
sono sicuro). Gran testa, grande studioso, ma questa volta almeno una mezza
cazzata l'ha detta, nell'ammetterlo non ci perderebbe nulla.
Anzi.

>lo stesso Berio abuseranno dei Beatles, e nella fattispecie proprio
>quel "colto" che stava in nuce ai Beatles masticheranno e sputeranno

Mah. Oppure li hanno digeriti ed è saltato fuori l'ingrediente di base,
ribaltando il discorso nella stessa metafora gastrica.

>(rimane ambiguo il passo?

Direi di sì.

dR
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16322 è una risposta a message #16315] ven, 29 aprile 2011 10:40 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"daniel pennac (portatile)" <mariorenda2NOSPAM@NOtin.it> ha scritto nel
messaggio news:4dba6828$0$38646$4fafbaef@reader1.news.tin.it...

> allora, purtropo, ci troviamo ad un livello in cui solo Moccia può essere
> compreso senza grossi problemi.

Per me ci stiamo imbarcando in un discorso assai complesso.
Da punti di vista diversi avete le vostre ragioni tutte e due, almeno per
come la vedo io. La faccenda è sfaccettata (è un brutto gioco di parole, ma
non ho resistito).
Comunque Dante non mi pare (sbaglierò) più accessibile, senza ausilii e
apparati, a tutti. Dovremmo fare un discorso più completo, perché Dante è
proprio un'eccezione, nel senso che nel quadro storico di una letteratura
assai elitaria (cosa che ancora scontiamo, insieme al ritardo con cui si è
arrivati ad una letteratura borghese, al romanzo e al teatro di un certo
tipo, insomma; il teatro borghese italiano è Goldoni, nel Settecento, che
scrive ampiamente in un altro volgare...argomento buono per Egmont) ha
avuto un'indubbia fortuna anche popolare, era conosciuto, imparato a memoria
e recitato anche dalle classi subalterne...in ambiente toscano. Benigni
vorrebbe appunto riagganciarsi a quella tradizione, è l'unico lato positivo
delle sue letture. Cosa che non è accaduta agli scrittori dei secoli
successivi, praticamente a nessuno. Il che ci dice qualcosa sulla sua natura
di scrittore in fondo unico, pur restando che quel tipo di omogeneità con la
base orale della nostra lingua di cultura si è progressivamente allentato.
Anche il fiorentino, o la koiné toscana dei dintorni di Firenze nel
frattempo sono cambiati.
E poi c'è un salto di cultura e mentalità impressionante.

dR
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16325 è una risposta a message #16321] ven, 29 aprile 2011 11:07 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 29 Apr, 10:30, "Shapiro used clothes" <vittorio...@tin.it> wrote:

>
> >Guarda che non dice questo ma il contrario, o per lo meno è ambiguo.
>
> Può essere senz'altro che abbia frainteso, ho letto di fretta ed era un po'
> tardi.


qui si legge più facilmente
http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/ 20110428/manip2pg/07/manip2pz/302230/
E la differenza tra apocalittici e integrati? Ti ricordi?
È una distinzione molto vecchia, del 1964, superata. Allora c'era una
netta divisione tra i critici del sistema delle comunicazioni di massa
(pensa a Adorno) e quelli che si identificavano con il nuovo sistema
della comunicazione. Questa divisione si è enormemente modificata,
pensa alla Pop art, un'arte d'avanguardia che si abbevera alla
comunicazione di massa.
La Pop art? Spiegati meglio.
La Pop art ha usato i fumetti, e non per criticarli (come sarebbe
accaduto agli apocalittici del decennio precedente). Quindi, ha fatto
provocazione d'élite basandosi su materiali una volta considerati
bassi. Oppure pensa ai Beatles che - come ha poi intuito Cathy
Berberian - potevano essere ricantati come se fossero la musica di
Purcell che in qualche modo li aveva ispirati. Musica di
intrattenimento, ma coltissima. Pensa a Benigni: fa parte della
cultura di massa o della cultura d'élite? Non hai risposta: riesce a
fare passare Dante davanti a ventimila persone e cammina come un
clown. Ai tempi di apocalittici e integrati non sarebbe potuto
accadere. Pensa anche al romanzo poliziesco che ancora negli anni
Cinquanta era roba da vendere nelle edicole, leggere e buttare, e oggi
Camilleri fa romanzi accessibili alle grandi masse, ma mediante una
forte sperimentazione linguistica.
Visto che ci siamo: confini tra cultura altra e cultura bassa?
Le differenze sono infinite e difficili da identificare. È quasi come
in politica: potrebbe essere un gioco di società trovare personaggi di
destra all'interno del Pd e di sinistra (ma è impossibile trovarne)
all'interno del Pdl.
http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/ 20110428/manip2pg/07/manip2pz/302230/

Diciamo che lo spunto sulla Popart e sui Beatles andrebbe esplorato;
esplorazione profonda... Serve un sextoy di quelli avveniristici.

lz
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16353 è una risposta a message #16308] ven, 29 aprile 2011 20:33 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Shapiro used clothes ha scritto:

> Se poi Eco pensa veramente che la Pop art fosse arte d'avanguardia
> (citatemi una sola opera di quella corrente che si ricordi come
> spartiacque, come pietra miliare;

Può non piacere, ma credo che la Marylin di Warhol ci sia andata vicina;
di certo, non è (ancora?) finita nell'anonimato (e forse anche la
"Tomato soup").
Poi, direi, forse con la Pop non sono entrate nella memoria opere
singole, ma "modi" di dipingere: non ricordo una sola opera "singola" di
Liechtenstein ma una volta viste un paio di sue opere lo si ha ben
presente (nel bene o nel male...)


Ciao,
L.
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16356 è una risposta a message #16308] ven, 29 aprile 2011 20:50 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Shapiro used clothes" <vittoriocol@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:4db9fe8a$0$38644$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
>

> Benigni: e già questa sarebbe una cosa su cui riflettere. Per capire non
> tanto Dante o l'operazione Sermonti, quanto Benigni, e le ragioni profonde
> del suo successo. Che sono molto meno progressiste di quanto si pensa in
> genere, e su questo penso di essere in accordo con la Zaz.

sono populiste e dunque intrinsecamente fasciste.
MA ovviamente questo sarebbe un discorso un po' complesso da fare, e non
credo che i nostri lettori ci arriverebbero
MA comunque (disclaimer numero xxxx ad uso degli altri lettori, non parlavo
di Benigni, anche se concordo con Shapiro)

>Benigni è assai consolatorio, una visione confortante soprattutto per gente
>che non ha gran voglia di imparare o progredire o mettersi in discussione.

oh, bene.

> Chiusa la parentesi, il racconto è cosa molto diversa dal faticare sulle
> note. Tu sembri contrapporre una lettura di Dante vergine, diretta,
> limitata al puro testo alla lettura "con le note". Le edizioni di Dante
> senza note si usano forse soltanto alle prove d'esame di Filologia
> Dantesca o di Letteratura italiana.

ah meno male.
Credevo di essere scema io.

>La distanza rispetto all'idea attuale di letteratura e di fruizione della
>medesima è tale che è semplicemente impensabile una lettura senza apparati,
>per il lettore moderno anche colto, anche molto colto che tuttavia non sia
>un filologo, uno specialista di quella letteratura.


meno male fiuuuu

>Certo, che non inficia successivi approfondimenti; sta già in quell'ordine
>di idee, in quella direzione. Il "racconto" no; la fatica, il lavoro di
>riorganizzazione intellettuale lo ha già fatto qualcun altro. Può averlo
>fatto bene o male, ovviamente. Nei suoi confronti siamo assai più passivi.
>Soprattutto se il racconto lo fanno signori come Benigni, che almeno è
>divertente, o l'esiziale Baricco.

ARGH
Non mi nomini mai più quel coso, per cortesia!!!!

> Non si tratta di attribuire un valore taumaturgico alla fatica,
> ovviamente: si tratta di assicurarsi i frutti di un lavoro, che è
> veramente produttivo solo per chi lo svolge direttamente. Solo chi rema
> rinforza i muscoli, chi sta a guardare resta quel che è, prende il fresco
> al massimo.
>
> Detto questo, il passo di Eco (ma è completo?) è singolare e prevedibile
> allo stesso tempo.
> Prevedibile, perché Eco non resiste alla tentazione di parlare di sé (o
> dei suoi libri, che è lo stesso), qualsiasi sia l'argomento. E questo
> glielo possiamo anche lasciar fare, ci mancherebbe, se lo può permettere.
> Rendendocene conto.
> Singolare perché in realtà non dice nulla.

quoto

> La parte politica è la più sfuggente. E' tutto vero, quel che dice. Il
> punto è che la questione sollevata dal caso Asor Rosa (persona che ammiro
> profondamente quando parla di letteratura) *non* sta tutta lì. E' prodotta
> da un modo di ragionare assai pericoloso, per il centro sinistra:
> pericoloso se l'obbiettivo è tornare a governare e accelerare la fine del
> berlusconismo, il che non è detto. Anche se ben dissimulata, alle parole
> di Eco soggiace una forma di massimalismo. Pare dire che di fronte al
> golpe strisciante della destra, tutto il resto sia relativo, qualsiasi
> menda veniale. Ma questo è esattamente il modo consolatorio e
> autoassolutorio di pensare se stessi e la propria prassi politica che
> porta puntualmente a perdere le elezioni.
> E' un modo come un altro di cercare scuse, contemplando nel frattempo una
> parata di fantasmi (carnival of souls) che è un vero e proprio ritorno del
> rimosso; si noti, rimosso, non risolto. L'elettorato, purtroppo, queste
> cose le capisce subito. Di fronte al golpe strisciante della destra
> sarebbe proprio importante dare un esempio di cosa sia una vera prassi
> democratica, altro che nostalgie inconfessabili.
> Se poi Eco pensa veramente che la Pop art fosse arte d'avanguardia
> (citatemi una sola opera di quella corrente che si ricordi come
> spartiacque, come pietra miliare; a me non ne viene in mente nessuna, e
> già questo dice qualcosa, sulla lucidità con cui nella contemporaneità si
> riescono ad idenficare le posizioni storiche) o che la Berberian e Berio,
> giocando con le canzoni dei Beatles, abbiano prodotto chissà quale
> fenomeno storico ed epocale...beh, non so che dire, non credo lo pensi,
> ecco. Sono discorsi da bignamino del perfetto intellettuale più o meno
> progressista; una tipo di formulazione esemplare e autopromozionale che
> l'ha sempre tentato. Berardinelli lo vide all'opera, assai acutamente,
> anche nel libretto in cui insegnava a compilare la tesi di laurea.
> Per fortuna sua ma soprattutto nostra, Eco ha fatto e scritto ben altro.
> E' quest'altro che andrebbe approfondito, di cui bisognerebbe essergli
> grati.
> Non il name dropping che sciorina per dovere, con malcelato fastidio ogni
> volta che un giornalista lo avvicina.

straquoto
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16359 è una risposta a message #16307] ven, 29 aprile 2011 20:46 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"luziferszorn" <pan25712@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:a8f43cca-5da6-42da-a261-9dbbaebaa3a9@x18g2000yqe.googlegroups.com...
On 28 Apr, 22:09, "Zaz!" <z...@zaz.it> wrote:
>
>> La cultura, intesa come sapere, non se sia elitaria, certo non è una cosa
>> che si possiede senza studio e applicazione, e dunque non è per tutti,


>Leggere Dante con le note o ascoltarsi qualcuno che ce lo racconta è
>un livello di approccio primario che non inficia futuri

NON PARLAVO DI BENIGNI
Forse siete duri di comprendonio
NON HO MAI PARLATO DI "RACCONTARE"
RISPONDEVO ALLA FRASE DI PENNAC
Urlo perchè chiaramente, o sei deficiente o sei sordo e non capisci.
Corrado è chiaramente un deficiente.
A te lascio il beneficio del dubbio, e parlo più forte, forse capisci
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16360 è una risposta a message #16315] ven, 29 aprile 2011 20:54 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"daniel pennac (portatile)" <mariorenda2NOSPAM@NOtin.it> ha scritto nel
messaggio news:4dba6828$0$38646$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
>
> "Zaz!" <zaz@zaz.it> ha scritto nel messaggio
> news:ipchj0$aq$1@nnrp-beta.newsland.it...
> .> Tu ti rifiuterai, ma mi dispiace: una persona che non abbia ricevuto
> una
>> certa formazione non può leggere Dante senza l'ausilio di note e
>> spiegazioni.
>
> allora, purtropo, ci troviamo ad un livello in cui solo Moccia può essere
> compreso senza grossi problemi.

fai tu
la mia personale opinione è che dipende dal livello della pubblica
istruzione. Nei paesi nordici capiscono altro che Moccia.
Se tu pensi che Moccia sia il solo comprensibile, significa solo una cosa:
che la pubblica istruzione italiana fa schifo.

> Dante era (è?) lettura obbligatoria nei licei, è, pur nella sua
> complessità, un patrimonio accessibile alla maggior parte della
> popolazione,

decidiamoci
O è Moccia o è Dante.
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16363 è una risposta a message #16360] ven, 29 aprile 2011 21:07 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Zaz! ha scritto:

> Se tu pensi che Moccia sia il solo comprensibile, significa solo una cosa:
> che la pubblica istruzione italiana fa schifo.

Berlusconi, giù la maschera!! :-))


L.
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16364 è una risposta a message #16353] ven, 29 aprile 2011 21:10 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Leonardo Polato ha scritto:
>
>
> Può non piacere, ma credo che la Marylin di Warhol


Ovviamente, "Marilyn"..


> non ricordo una sola opera "singola" di
> Liechtenstein

....e "Lichtenstein"


L.
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16365 è una risposta a message #16360] ven, 29 aprile 2011 21:11 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Zaz!" <zaz@zaz.it> ha scritto nel messaggio
news:ipf1n2$d5u$6@nnrp-beta.newsland.it...
>> Dante era (è?) lettura obbligatoria nei licei, è, pur nella sua
>> complessità, un patrimonio accessibile alla maggior parte della
>> popolazione,
>
> decidiamoci
> O è Moccia o è Dante.
>
>
>

Che ne so, io gli sudenti li incrocio alla stazione, fanno a chi sputa più
lontano... difficile valutarne la cultura!
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16367 è una risposta a message #16353] ven, 29 aprile 2011 23:27 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Leonardo Polato" <l_polato@virgilio.it> ha scritto nel messaggio
news:4dbb047c$0$38643$4fafbaef@reader1.news.tin.it...


> Poi, direi, forse con la Pop non sono entrate nella memoria opere singole,
> ma "modi" di dipingere: non ricordo una sola opera "singola" di
> Liechtenstein ma una volta viste un paio di sue opere lo si ha ben
> presente (nel bene o nel male...)

Ecco: visto il taglio dell'argomentazione di Eco, che se non sbaglio parlava
di fumetti, avevo in mente soprattutto questo. Wahrol comporta probabilmente
un tipo di valutazione differente.
Il mio obiettivo polemico era in effetti più che altro il ragionamento di
Eco, che non mi soddisfa granché.

dR :-)
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16368 è una risposta a message #16367] ven, 29 aprile 2011 23:46 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Shapiro used clothes" <vittoriocol@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:4dbb2d41$0$18241$4fafbaef@reader2.news.tin.it...

> Il mio obiettivo polemico era in effetti più che altro il ragionamento di
> Eco, che non mi soddisfa granché.

Mi spiego un po' meglio.
Il parlare di "avanguardia" rievoca inevitabilmente le avanguardie storiche
dell'arte europea, manifestatesi all'inizio del secolo scorso. Quei
movimenti avevano una serie di caratteristiche socioculturali, di
organizzazione della comunicazione non puramente artistica, che le
distinguono piuttosto nettamente da qualsiasi altro fenomeno collettivo o
movimento precedente di carattere artistico; le avanguardie sono tipiche del
mondo moderno e tecnologico, della società di massa, e soprattutto non sono
istituzionalizzabili. Arrivano in un momento particolare, anche
culturalmente (si pensi al famoso testo di Walter Benjamin).
Ora, non mi pare che la Pop Art, ammesso e non concesso si tratti di un
movimento dotato di un minimo di unitarietà (non dico neppure una poetica
comune) sia veramente equiparabile a quei fenomeni, che in qualche modo
restano unici e irripetibili.
Per questo sostenevo che quel carattere di linea di demarcazione, di
spartiacque non lo vedevo.
Sicuramente alcune opere di Wahrol hanno inciso profondamente sul famoso
immaginario collettivo. Da qui ad equipararle, che so, a certi exploit di un
Duchamp o al cinema russo e sovietico degli anni '20 direi che ce ne passa.
Anche per il senso socioculturale dell'operazione.
Parere personale, eh.

dR :-)
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16371 è una risposta a message #16359] ven, 29 aprile 2011 22:28 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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nn mi risulta che Corrado abbia detto nefandezze tali per essere definito un
deficiente, anzi mi sembra piuttosto condivisibile nel suo modo di
argomentare, rileggilo con calma e noterai che non ti addossa neppure di
aver parlato di Benigni. "Zaz!" <zaz@zaz.it> ha scritto nel messaggio
news:ipf1n2$d5u$4@nnrp-beta.newsland.it...
>
> "luziferszorn" <pan25712@gmail.com> ha scritto nel messaggio
> news:a8f43cca-5da6-42da-a261-9dbbaebaa3a9@x18g2000yqe.googlegroups.com...
> On 28 Apr, 22:09, "Zaz!" <z...@zaz.it> wrote:
>>
>>> La cultura, intesa come sapere, non se sia elitaria, certo non è una
>>> cosa
>>> che si possiede senza studio e applicazione, e dunque non è per tutti,
>
>
>>Leggere Dante con le note o ascoltarsi qualcuno che ce lo racconta è
>>un livello di approccio primario che non inficia futuri
>
> NON PARLAVO DI BENIGNI
> Forse siete duri di comprendonio
> NON HO MAI PARLATO DI "RACCONTARE"
> RISPONDEVO ALLA FRASE DI PENNAC
> Urlo perchè chiaramente, o sei deficiente o sei sordo e non capisci.
> Corrado è chiaramente un deficiente.
> A te lascio il beneficio del dubbio, e parlo più forte, forse capisci
>
>
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16372 è una risposta a message #16315] sab, 30 aprile 2011 02:16 Messaggio precedenteMessaggio successivo
ptram  è attualmente disconnesso ptram
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daniel pennac (portatile) <mariorenda2NOSPAM@NOtin.it> wrote:

> allora, purtropo, ci troviamo ad un livello in cui solo Moccia può essere
> compreso senza grossi problemi.

Quando ho dato l'esame di Letteratura italiana, in terra ho trovato la
fascetta di un libro di Moccia, evidentemente caduta da un libro
nascosto da qualche studente(ssa).

> Dante era (è?) lettura obbligatoria nei licei, è, pur nella sua complessità,
> un patrimonio accessibile alla maggior parte della popolazione

Al liceo facevamo parafrasi comiche di Virgilio e Dante. Credo che ci
siano diversi livelli di lettura di testi entrati a far parte
dell'immaginario di un italiano medio-colto*. Capire realmente il testo
dantesco dalla lettura di Benigni (che non è quella di Sermonti) non mi
sembra possibile. Però non mi sembra nemmeno che la volgarizzazione di
Dante sia "contronatura" - quindi non la ascolto, ma - questioni di paga
a parte - la accetto.

* Naturalmente penso agli italiani della generazione di alcuni dei
partecipanti a questa conversazione, e in generale a chi si affaccia in
un gruppo che si interessa di una parte un po' particolare della
cultura. Non saprei testimoniare per le generazioni successive.

Ciao,
Paolo
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16373 è una risposta a message #16322] sab, 30 aprile 2011 02:37 Messaggio precedenteMessaggio successivo
ptram  è attualmente disconnesso ptram
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Shapiro used clothes <vittoriocol@tin.it> wrote:

> Comunque Dante non mi pare (sbaglierò) più accessibile, senza ausilii e
> apparati, a tutti

L'Inferno (e La Vita Nota, che purtroppo non legge nessuno) ha aspetti
spettacolari che mi sembrano vivere indipendentemente dal reticolo di
cultura sotteso alla parola detta. Ho assistito a pubbliche letture di
Dante da parte di attori dilettanti ("ma" di pregio), di attori
professionisti che si esibivano in contesti molto "liberi"; e a
reinterpretazioni di "alta cultura bassa" (non saprei come sintetizzare
Greenaway, in breve di mestiere cineasta).

Mi sento di dire che Dante funziona anche solo a puro livello fonico. Il
Canto V dell'Inferno è erotico (nel senso più "basso" del termine),
anche senza capire le parole od afferrare la complessità dell'allegoria.
Il XXI è caotico, orgiastico, fragoroso. Il XXVI è allucinato, desolato,
lunare, antico ed evanescente. Anche senza note a piè pagina,
funzionano.

A volte sono tentato di dipingere le pupille e tracciare un sorriso con
il rossetto a quei busti ciechi di Dante. Non vado a Ravenna senza
sedermi sugli scalini del mausoleo - a sentire, a conversare con le
pietre mute e le ombre della sera davanti a quel sacrario delle giuste
dimensioni: piccolo, intimo, modesto. Dopo l'infinità di
Sant'Apollinare, è la dimensione umana - senza note a piè pagina - che
mi pone più correttamente di fronte a Dante.

> il teatro borghese italiano è Goldoni, nel Settecento, che
> scrive ampiamente in un altro volgare

Ma sai che con Goldoni, dopo l'orgia del teatro borghese italiano
(affidato alla schiera degli scarti televisivi) fatto tutto di Goldoni e
Pirandello, mi sono riconciliato durante il soggiorno a Parigi lo scorso
anno? Forse per la comunanza con l'esule, ma forse proprio per la sua
lingua così libera, così quotidiana; così poco immaginifica, così
terrena da rompere definitivamente con la trimurti medievale. La cura
del _viveur_ Molière, opposta a quella - di vertiginosa geometria -
dell'aquinate.

> [Dante ha] avuto un'indubbia fortuna anche popolare

Ecco, ecco, avrei dovuto subito leggerti fin qui.

> Anche il fiorentino, o la koiné toscana dei dintorni di Firenze nel
> frattempo sono cambiati.

Se esci da Firenze e percorri la Valdarno, forse ritrovi ancora la
stessa _verve_. Popolanacci. Adorabili.

> E poi c'è un salto di cultura e mentalità impressionante.

I tempi sono diventati peggiori? "Dante è morto in esilio, come
alternativa all'esser abbruciato".

Ciao,
Paolo
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16378 è una risposta a message #16359] sab, 30 aprile 2011 11:23 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 29 Apr, 20:46, "Zaz!" <z...@zaz.it> wrote:
> "luziferszorn" <pan25...@gmail.com> ha scritto nel messaggionews:a8f43cca-5da6-42da-a261-9dbbaebaa3a9@x18g2000yqe.googlegroups.com...
> On 28 Apr, 22:09, "Zaz!" <z...@zaz.it> wrote:
>
>
>
> >> La cultura, intesa come sapere, non se sia elitaria, certo non è una cosa
> >> che si possiede senza studio e applicazione, e dunque non è per tutti,
> >Leggere Dante con le note o ascoltarsi qualcuno che ce lo racconta è
> >un livello di approccio primario che non inficia futuri
>
> NON PARLAVO DI BENIGNI
> Forse siete duri di comprendonio
> NON HO MAI PARLATO DI "RACCONTARE"
> RISPONDEVO ALLA FRASE DI PENNAC
> Urlo perchè chiaramente, o sei deficiente o sei sordo e non capisci.
> Corrado è chiaramente un deficiente.
> A te lascio il beneficio del dubbio, e parlo più forte, forse capisci


Invece di dare del deficiente a destra e a manca faresti bene fare un
bel respirto prima di rispondere. Nella fattispecie del caso neppure
io parlavo di Benigni. Fatti registrare le valvole.

lz
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16380 è una risposta a message #16373] sab, 30 aprile 2011 11:58 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Paolo Tramannoni" <ptram@despammed.com> ha scritto nel messaggio
news:1k0imby.gw8mx92m521rN%ptram@despammed.com...

> professionisti che si esibivano in contesti molto "liberi"; e a
> reinterpretazioni di "alta cultura bassa" (non saprei come sintetizzare
> Greenaway, in breve di mestiere cineasta).

.....
Un cineasta molto, molto particolare.
In effetti è solo un lato del suo lavoro, e certe scelte espressive del
cineasta non si afferrano veramente se non ci si è fatti almeno un'idea del
suo lavoro di artista (firmava allestimenti assai particolari, in sostanza,
e il suo cinema risente molto di questo; curiosamente, più quello recente
che le prime prove, in cui si sentono influenze più prettamente
cinematografiche e fotografiche, almeno le sento io).
Non direi che sia "cultura bassa". Può darne l'impressione, ma sono testi
complessi e sofisticati. Le sue stesse installazioni, almeno quelle che ho
visto, richiedono una buona padronanza di varie componenti culturali, per
essere intese con un minimo di senso critico.
Una buona spia di ciò è data dal fatto che non sempre si afferra l'elemento
ironico, che pure è assai frequente.

> Mi sento di dire che Dante funziona anche solo a puro livello fonico. Il
> Canto V dell'Inferno è erotico (nel senso più "basso" del termine),
> anche senza capire le parole od afferrare la complessità dell'allegoria.
> Il XXI è caotico, orgiastico, fragoroso. Il XXVI è allucinato, desolato,
> lunare, antico ed evanescente. Anche senza note a piè pagina,
> funzionano.

Mi verrebbe da rispondere che funzionano per te, un po' ingenerosamente da
parte mia. :-)
Indubbiamente funzionano. Se si capisce il senso, e lo si mette in rapporto
con i suoni, funzionano anche meglio (continuo a fare un po' il fetente).
Non contesto affatto la fascinazione che si può provare anche da una lettura
in cui del significato si afferra qualcosa intuitivamente. Dico
semplicemente che è una parte di quel che Dante può offrire. La lettura
rimette in contatto con quel che poteva essere la poesia fino al Settecento
(inoltrato), quando si istituzionalizza la lettura individuale e silenziosa
(con eccezioni, anche in seguito). Il piacere del suono nella cultura
letteraria precedente era assai più tangibile (tanti poeti del Seicento
bistrattati dai manuali scolastici sono puro piacere fonico), com'era
tangibile la presenza di un uditorio, quasi introiettata nella logica del
testo stesso che era anche e soprattutto "gesto" poetico. In quest'ottica le
letture pubbliche sono state una grande idea, di restauro culturale, di
"filologia" in senso esteso. Io non dico che Benigni sia da ostracizzare,
anche se a me piace poco (mi piace, e non sempre, come caratterista). Dico
che sarebbe il caso di mantenere vivo il senso delle differenze. Bene e
Gucciolla sono un'altra cosa, ecco.

> Ma sai che con Goldoni, dopo l'orgia del teatro borghese italiano
> (affidato alla schiera degli scarti televisivi) fatto tutto di Goldoni e
> Pirandello, mi sono riconciliato durante il soggiorno a Parigi lo scorso
> anno? Forse per la comunanza con l'esule, ma forse proprio per la sua
> lingua così libera, così quotidiana; così poco immaginifica, così
> terrena da rompere definitivamente con la trimurti medievale. La cura
> del _viveur_ Molière, opposta a quella - di vertiginosa geometria -
> dell'aquinate.

Goldoni andrebbe appunto visto in modo un po' meno paludato e oleografico.
Tutta la grande cultura veneta (Egmont?) del Settecento andrebbe vista
diversamente. Purtroppo prima abbiamo avuto la divulgazione televisiva, che
ha avuto i suoi meriti ma si è anche adagiata su se stessa. Adesso ci sono
gli stereotipi imposti dalla cattiva politica del presente. Ma non sono
colpe di chi scriveva due secoli fa.
Se non avesse impiegato il vituperevole, per alcuni, dialetto veneto,
quell'immediatezza sarebbe andata a farsi benedire. Era in grado,
tranquillamente, di scrivere in italiano; solo che non era la sua ilingua
madre, non ne aveva la pratica quotidiana.


> I tempi sono diventati peggiori? "Dante è morto in esilio, come
> alternativa all'esser abbruciato".


Ahimé, tanto meglio non sono.

ciao :-)

dR
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16381 è una risposta a message #16325] sab, 30 aprile 2011 12:15 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"luziferszorn" <pan25712@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:57a5d85a-63da-48f6-8a04-347ce0cc4713@z40g2000yqz.googlegroups.com...

qui si legge più facilmente
http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/ 20110428/manip2pg/07/manip2pz/302230/


Grazie, poi ci penso.

dR
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16389 è una risposta a message #16371] sab, 30 aprile 2011 19:46 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Lucia Russo" <l.nonrusso@vodafone.it> ha scritto nel messaggio
news:ipfhil$h34$1@speranza.aioe.org...
> nn mi risulta che Corrado abbia detto nefandezze tali per essere definito
> un deficiente, anzi mi sembra piuttosto condivisibile nel suo modo di
> argomentare, rileggilo con calma e noterai che non ti addossa neppure di
> aver parlato di Benigni.


Gente che legge e non capisce cosa legge...

santuciel...
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16390 è una risposta a message #16378] sab, 30 aprile 2011 19:48 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"luziferszorn" <pan25712@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:e951cd37-708c-48f8-b525-991c8862c458@e21g2000yqe.googlegroups.com...


>Invece di dare del deficiente a destra e a manca faresti bene fare un
>bel respirto prima di rispondere. Nella fattispecie del caso neppure
>io parlavo di Benigni. Fatti registrare le valvole.

parto dal presupposto che a dare del deficiente a certuni non si sbaglia
mai, a prescindere
<GGG>
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16397 è una risposta a message #16390] dom, 01 maggio 2011 12:17 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Tino  è attualmente disconnesso Tino
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Zaz! ha scritto:
> parto dal presupposto che a dare del deficiente a certuni non si sbaglia
> mai, a prescindere
Certe cose vanno dette solo in faccia all'interessato, di solito chi
scrive cosi' non ha assolutamente il coraggio ne la faccia per farlo.
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16450 è una risposta a message #16397] mer, 04 maggio 2011 18:32 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Tino" <nospam@.> ha scritto nel messaggio
news:ipjc0l$rne$1@speranza.aioe.org...

> Certe cose vanno dette solo in faccia all'interessato, di solito chi
> scrive cosi' non ha assolutamente il coraggio ne la faccia per farlo.

Di solito; sempre là, siamo.

E poi: ce l'ha in questo caso. Ce l'ha eccome.

dR
Re: Apocalittici e disintegrati.. ati... ati...ati... [messaggio #16451 è una risposta a message #16450] mer, 04 maggio 2011 19:52 Messaggio precedente
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On 4 Mag, 18:32, "Shapiro used clothes" <vittorio...@tin.it> wrote:
> "Tino" <nospam@.> ha scritto nel messaggionews:ipjc0l$rne$1@speranza.aioe..org...
>
> > Certe cose vanno dette solo in faccia all'interessato, di solito chi
> > scrive cosi' non ha assolutamente il coraggio ne la faccia per farlo.
>
> Di solito; sempre là, siamo.
>
> E poi: ce l'ha in questo caso. Ce l'ha eccome.
>


Yawn...

lz
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