Re: Chopin [messaggio #17643] |
lun, 30 maggio 2011 16:58 |
cap Messaggi: 659 Registrato: novembre 2010 |
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On 30 Mag, 09:29, "Corrado Roberto"
<WriteMeFromTheSite#CorradoRoberto.it> wrote:
> non rivoluzionò la f. sonata, come fece Schoenberg.
?
Schoenberg sulla forma-sonata ha scritto parecchio, rilevando fra
l'altro la tendenza, assai diffusa presso i teorici venuti prima di
lui, a sopravvalutare l'importanza della sezione chiamata sviluppo o
elaborazione.
Appena le regole sono fissate, la prima cosa che fanno gli artisti è
cercare di rivoluzionarle. Gli storici attestano che la sistemazione
definitiva della forma-sonata, dopo un periodo di incubazione che
comprende fra l'altro la produzione dei Mannheimer (ma non quelli che
si occupano di sondaggi), è da ascriversi a Haydn. Il quale infatti
l'ha pure mandata subito a gambe all'aria, per esempio introducendo
simpatici imbrogli come la falsa ripresa.
La storia della musica è più una storia della dissonanza che una
storia di evoluzione delle forme.
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Re: Chopin [messaggio #17652 è una risposta a message #17643] |
lun, 30 maggio 2011 18:05 |
Shapiro used clothes Messaggi: 2794 Registrato: novembre 2010 |
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"cap" <clamarcap@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:8a6b2ab2-cff3-463b-8808-9e7c6659563f@p23g2000vbl.googlegroups.com...
>La storia della musica è più una storia della dissonanza che una
>storia di evoluzione delle forme.
Forse ti si potrebbe replicare (non ho la presunzione di poterlo fare
io...diciamo che lo faccio per scherzo, illegittimamente) che la storia
della dissonanza (emancipazione della?) è un po' storia di forme. Lei mi
insegna che non è tanto l'accordo, quanto il contesto in cui è inserito, ad
essere significante. E dalla microstruttura testuale alle articolazioni più
ampie il passo non è poi smisurato.
Curiosamente, il passo che rammenti di Schoenberg sembra scritto apposta
proprio per Chopin (e per Mozart, direi). Che non sviluppano, mi pare, nelle
sezioni di sviluppo, ma un po' dove gli pare. E di pari passo non sentono il
bisogno di vere "sezioni di sviluppo", spesso e volentieri, neppure
dissimulate.
dR :-)
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Re: Chopin [messaggio #17709 è una risposta a message #17700] |
mer, 01 giugno 2011 13:10 |
Zaz! Messaggi: 1549 Registrato: novembre 2010 |
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"Shapiro used clothes" <vittoriocol@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:4de4e794$0$38642$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
>
> "Zaz!" <zaz@zaz.it> ha scritto nel messaggio
> news:is2fr7$prs$3@nnrp-beta.newsland.it...
>
>> Possiamo parlare di evoluzione di strutture, ma di forma prestabilite,
>> uhm, poco poco
>
> Non posso che inchinarmi di fronte al sapere. :-)
ma per carità :-)
Il fatto è che non c'è mai stata una forma sonata definita.
Quella è roba da manuale
> Ma che si parli di forme libere di fronte alle Ballate di Chopin, mi pare
> un po' singolare. Una logica formale c'è, direi. Una struttura pure. Se
> piace di più il termine, lo si trova più calzante.
una logica formale c'è sempre anche nel pezzettino più insulso.
Senza logica formale semplicemente un pezzo non sta in piedi
Persino in una Kinderszene di mezzo minuto c'è una forma.
Ovviamente, più si espande la durata, più si fa sentire la necessità di
organizzazione formale.
Quanto questa organizzazione formale (che il più delle volte è
un'organizzazione tonale, in realtà) corrisponda a quello che sta scritto
sui Bignami da conservatorio, è tutt'altro paio di maniche, e la risposta è
che non corsrisponde per nulla. Non c'è una fuga di Bach una che corrisponda
esattamente al modello formale della (soi-disant) fuga proposta dai manuali.
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