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Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #27465] ven, 07 gennaio 2011 10:08 Messaggio successivo
Roberto  è attualmente disconnesso Roberto
Messaggi: 892
Registrato: maggio 2009
Senior Member
Avevo letto pareri contrastanti su questo film, e raccolto anche
qualche entusiasmo estremo (di film "sublime, impossibile e
definitivo" parla Sentieri Selvaggi), e, amando Eastwood, mi sono
precipitato al cinema il giorno stesso dell'uscita. Certo, da che
mondo è mondo si sa che i film di Eastwood *senza* Eastwood non sono
belli come quelli in cui Eastwood sta pure davanti la macchina presa,
ma questo "Hereafter" è particolarmente deludente. Dopo un inizio
ottimo, con il maremoto e la cinepresa stessa trascinata dall'onda, il
film si rivela né carne né pesce, di certo troppo here e poco after.
Eppure la sceneggiatura è per certi versi raffinata. Bello, per
esempio, è il modo in cui le tre vicende sono raccontate
parallelamente. Bello è anche come i tre personaggi siano letteramente
trascinanti verso il luogo d'incontro finale (modalità di racconto che
si rifà chiaramente alla scena iniziale dell'onda anomala). Bellissima
è l'ultima sequenza, con quella visione d'amore, più struggente e
potente di ogni possibile visione sovrannaturale.

Però i problemi non mancano. In primo luogo mi ha sopreso, e
infastidito non poco, il tono assai europeo, cosmopolita e
multiculturale dello script e della messa in scena. Preferivo il
personaggio razzista ma nobile al centro di Gran Torino, e la sua
progressiva redenzione, rispetto alla saggia lungimiranza che Clint
sente di dover esprimere in questo film. In Gran Torino c'era la
graduale apertura al mondo, qui il mondo, complesso, pieno di
problemi, contraddizioni e differenze, è già dato, e su questo sfondo
si muovono i personaggi. Il racconto di Gran Torino era dunque
classico, quello di Hereafter è realistico, se non addirittura
telegiornalistico (e uno dei personaggi fa appunto la reporter), e si
basa in gran parte su fatti di pura cronaca recente. Non il Vietnam,
non la Corea, non le urla di morte che riecheggiano dal passato, ma il
mondo attuale, i nostri morti di oggi, e il lutto da elaborare è
recentissimo e onnipresente. Ebbene, tutte queste sono scelte serie e
più che legittime, ma mi pare che il cinema di Eastwood non abbia
molto da guadagnarci adottando modalità del genere, e per la prima
volta lo stile pacato del vecchio Clint mi ha dato un senso di
autentica e colpevole piattezza paratelevisiva. Si aggiunga che in
Hereafter non vi è alcuna evoluzione dei personaggi, solo cose che
accadono, e la catarsi è sostituita dal contentino, quello
rappresentato dalla "seduta" con il sensitivo Matt Damon, che per un
breve momento darà gioia ai disperati superstisti che si rivolgono a
lui.

Un aspetto interessante che si poteva esplorare è appunto quello della
"violenza" e dell'avidità dei sentimenti esercitate dalle persone che
ingaggiano il povero Damon, sensitivo suo malgrado, per entrare in
contatto con i propri defunti. Ma sarebbe stato un altro film,
Eastwood si dimostra assai indulgente sul punto, giustifica tutto e
tutti, condivide il dolore diffuso e lancinante della gente comune e
non può permettersi di maltrattare niente e nessuno. Anzi sì,
maltratta i sensitivi cialtroni che il ragazzino incontra ad un certo
punto del film, ma questi colpi di accetta, che ricordano quelli con
cui goffamente riprendeva la famiglia della ragazza di Million Dollar
Baby, ci devono bastare.

Il film non dà risposte e non prende posizione sul tema della vita
dopo la morte, ed è pur vero che l'agomento non lo consentirebbe. Ma
alla fine non si capisce bene cosa abbiamo visto, né perché, ed è ben
stramba l'idea della "congiura del silenzio" in tema di aldilà che il
film, ad un certo punto, decide di condividiere. Un ulteriore elemento
gettato nella mischia e abbandonato a se stesso.

Voto: 6

l'entusiasmo di Sentieri Selvaggi:
http://www.sentieriselvaggi.it/290/40036/%E2%80%9CHereafter% E2%80%9D,_di_Clint_Eastwood.htm

una recensione più sensata:
http://www.comingsoon.it/News_Articoli/Recensioni/Page/?Key= 4754
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #27467 è una risposta a message #27465] ven, 07 gennaio 2011 12:08 Messaggio precedenteMessaggio successivo
nara  è attualmente disconnesso nara
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Registrato: novembre 2010
Member
Roberto ha scritto:

> Avevo letto pareri contrastanti su questo film, e raccolto anche
> qualche entusiasmo estremo (di film "sublime, impossibile e
> definitivo" parla Sentieri Selvaggi), e, amando Eastwood, mi sono
> precipitato al cinema il giorno stesso dell'uscita. Certo, da che
> mondo è mondo si sa che i film di Eastwood *senza* Eastwood non sono
> belli come quelli in cui Eastwood sta pure davanti la macchina presa,
> ma questo "Hereafter" è particolarmente deludente. Dopo un inizio
> ottimo, con il maremoto e la cinepresa stessa trascinata dall'onda, il
> film si rivela né carne né pesce, di certo troppo here e poco after.
> Eppure la sceneggiatura è per certi versi raffinata. Bello, per
> esempio, è il modo in cui le tre vicende sono raccontate
> parallelamente. Bello è anche come i tre personaggi siano letteramente
> trascinanti verso il luogo d'incontro finale (modalità di racconto che
> si rifà chiaramente alla scena iniziale dell'onda anomala). Bellissima
> è l'ultima sequenza, con quella visione d'amore, più struggente e
> potente di ogni possibile visione sovrannaturale.

> Però i problemi non mancano. In primo luogo mi ha sopreso, e
> infastidito non poco, il tono assai europeo, cosmopolita e
> multiculturale dello script e della messa in scena. Preferivo il
> personaggio razzista ma nobile al centro di Gran Torino, e la sua
> progressiva redenzione, rispetto alla saggia lungimiranza che Clint
> sente di dover esprimere in questo film. In Gran Torino c'era la
> graduale apertura al mondo, qui il mondo, complesso, pieno di
> problemi, contraddizioni e differenze, è già dato, e su questo sfondo
> si muovono i personaggi. Il racconto di Gran Torino era dunque
> classico, quello di Hereafter è realistico, se non addirittura
> telegiornalistico (e uno dei personaggi fa appunto la reporter), e si
> basa in gran parte su fatti di pura cronaca recente. Non il Vietnam,
> non la Corea, non le urla di morte che riecheggiano dal passato, ma il
> mondo attuale, i nostri morti di oggi, e il lutto da elaborare è
> recentissimo e onnipresente. Ebbene, tutte queste sono scelte serie e
> più che legittime, ma mi pare che il cinema di Eastwood non abbia
> molto da guadagnarci adottando modalità del genere, e per la prima
> volta lo stile pacato del vecchio Clint mi ha dato un senso di
> autentica e colpevole piattezza paratelevisiva. Si aggiunga che in
> Hereafter non vi è alcuna evoluzione dei personaggi, solo cose che
> accadono, e la catarsi è sostituita dal contentino, quello
> rappresentato dalla "seduta" con il sensitivo Matt Damon, che per un
> breve momento darà gioia ai disperati superstisti che si rivolgono a
> lui.

> Un aspetto interessante che si poteva esplorare è appunto quello della
> "violenza" e dell'avidità dei sentimenti esercitate dalle persone che
> ingaggiano il povero Damon, sensitivo suo malgrado, per entrare in
> contatto con i propri defunti. Ma sarebbe stato un altro film,
> Eastwood si dimostra assai indulgente sul punto, giustifica tutto e
> tutti, condivide il dolore diffuso e lancinante della gente comune e
> non può permettersi di maltrattare niente e nessuno. Anzi sì,
> maltratta i sensitivi cialtroni che il ragazzino incontra ad un certo
> punto del film, ma questi colpi di accetta, che ricordano quelli con
> cui goffamente riprendeva la famiglia della ragazza di Million Dollar
> Baby, ci devono bastare.

> Il film non dà risposte e non prende posizione sul tema della vita
> dopo la morte, ed è pur vero che l'agomento non lo consentirebbe. Ma
> alla fine non si capisce bene cosa abbiamo visto, né perché, ed è ben
> stramba l'idea della "congiura del silenzio" in tema di aldilà che il
> film, ad un certo punto, decide di condividiere. Un ulteriore elemento
> gettato nella mischia e abbandonato a se stesso.

> Voto: 6

> l'entusiasmo di Sentieri Selvaggi:
>
http://www.sentieriselvaggi.it/290/40036/%E2%80%9CHereafter% E2%80%9D,_di_Clint_Eastwood.htm

> una recensione più sensata:
> http://www.comingsoon.it/News_Articoli/Recensioni/Page/?Key= 4754

Sai, leggendo le tue recensioni mi è venuto il sospetto che tu sia un
bastian contrario del cazzo, che scrive cattiverie per il solo gusto di
sentirsi critico. Ma vaffanculo, porco dio e porca madonna.

Nara

--

questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad abuse@newsland.it
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #27469 è una risposta a message #27467] ven, 07 gennaio 2011 13:33 Messaggio precedenteMessaggio successivo
carlito  è attualmente disconnesso carlito
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Junior Member
On 07/01/2011 12:08, Nara Stabocchi wrote:
> Sai, leggendo le tue recensioni mi è venuto il sospetto che tu sia un
> bastian contrario del cazzo, che scrive cattiverie per il solo gusto di
> sentirsi critico. Ma vaffanculo,
etc etc.
Sbrotfl, a parte i bastemmioni quoto in pieno Nara.
Tant'e' che ho smesso di leggerlo, oramai secondo me questa
cosa e' assodata, ogni tanto butto un occhio su chi gli replica
per vedere se c'e' qualcuno che da' corda a sto tizio.
Mah, robe da matti.
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #27470 è una risposta a message #27469] ven, 07 gennaio 2011 13:57 Messaggio precedenteMessaggio successivo
a1  è attualmente disconnesso a1
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> Sbrotfl, a parte i bastemmioni quoto in pieno Nara.
> Tant'e' che ho smesso di leggerlo, oramai secondo me questa
> cosa e' assodata, ogni tanto butto un occhio su chi gli replica
> per vedere se c'e' qualcuno che da' corda a sto tizio.
> Mah, robe da matti.

Io invece dico: Roberto scrive pure le sue recensioni, chi non ha voglia
di leggerle non le legga. Il fake/mentecatto che gli ha risposto invece
vada pure alla selezioni per il grande fratello (senza preoccuparsi
della merda che gli esce dalla bocca, dato che come appena successo
verrà perdonato), chi non ha voglia di vederlo basta non guardi il
grande fratello (con immenso piacere). E' un vero peccato che posti in
teoria piacevoli come questo ng diventino porcilai per colpa di merde
come lui.
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #27471 è una risposta a message #27470] ven, 07 gennaio 2011 14:29 Messaggio precedenteMessaggio successivo
nara  è attualmente disconnesso nara
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Member
> Io invece dico: Roberto scrive pure le sue recensioni, chi non ha voglia
> di leggerle non le legga. Il fake/mentecatto che gli ha risposto
Ma stai zitto, cristiano che non sei altro.

Nara


--

questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad abuse@newsland.it
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #27484 è una risposta a message #27469] ven, 07 gennaio 2011 20:26 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Sandor Krasna  è attualmente disconnesso Sandor Krasna
Messaggi: 40
Registrato: dicembre 2010
Member
"carlito" <carlito@brigante.es> ha scritto:

[...]

> Sbrotfl, a parte i bastemmioni quoto in pieno Nara.
> Tant'e' che ho smesso di leggerlo, oramai secondo me questa
> cosa e' assodata, ogni tanto butto un occhio su chi gli replica
> per vedere se c'e' qualcuno che da' corda a sto tizio.

Tu devi essere un pavido cretino da bar, carlito, uno di quei vermi che se
si accorgono di aver ricevuto il resto sbagliato dal barista non hanno
neppure il coraggio di dirlo, e poi a casa si sfogano con le mogli.
Soltanto un cretino pu prendersela con il "tizio" che rimasto l'unico a
scrivere di cinema in un newsgroup di cinema. E un cretino cagasotto,
ovviamente, perch hai dovuto aspettare la discesa da cielo di un troll per
alzare il ditino.

Adesso goditi i tuoi cinque minuti di gloria allo zoo, tigre di carta, e poi
levati dal cazzo. E non replicare, non c' bisogno.
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #27492 è una risposta a message #27465] sab, 08 gennaio 2011 00:17 Messaggio precedenteMessaggio successivo
sapo68  è attualmente disconnesso sapo68
Messaggi: 613
Registrato: novembre 2010
Senior Member
Roberto <robfurio@libero.it> wrote:

> Però i problemi non mancano. In primo luogo mi ha sopreso, e
> infastidito non poco, il tono assai europeo, cosmopolita e
> multiculturale dello script e della messa in scena. Preferivo il
> personaggio razzista ma nobile al centro di Gran Torino, e la sua
> progressiva redenzione, rispetto alla saggia lungimiranza che Clint
> sente di dover esprimere in questo film. In Gran Torino c'era la
> graduale apertura al mondo, qui il mondo, complesso, pieno di
> problemi, contraddizioni e differenze, è già dato, e su questo sfondo
> si muovono i personaggi. Il racconto di Gran Torino era dunque
> classico, quello di Hereafter è realistico, se non addirittura
> telegiornalistico (e uno dei personaggi fa appunto la reporter), e si
> basa in gran parte su fatti di pura cronaca recente. Non il Vietnam,
> non la Corea, non le urla di morte che riecheggiano dal passato, ma il
> mondo attuale, i nostri morti di oggi, e il lutto da elaborare è
> recentissimo e onnipresente. Ebbene, tutte queste sono scelte serie e
> più che legittime, ma mi pare che il cinema di Eastwood non abbia
> molto da guadagnarci adottando modalità del genere, e per la prima
> volta lo stile pacato del vecchio Clint mi ha dato un senso di
> autentica e colpevole piattezza paratelevisiva. Si aggiunga che in
> Hereafter non vi è alcuna evoluzione dei personaggi, solo cose che
> accadono, e la catarsi è sostituita dal contentino, quello
> rappresentato dalla "seduta" con il sensitivo Matt Damon, che per un
> breve momento darà gioia ai disperati superstisti che si rivolgono a
> lui.

Per certi versi da quel che dici, un anti-eastwook, meno epico.
Mi sembra comunque interessante.


--
Giocare col mondo, facendolo a pezzi...
Bambini che il sole, ha ridotto gia'... vecchi.
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #27520 è una risposta a message #27484] dom, 09 gennaio 2011 16:18 Messaggio precedenteMessaggio successivo
a1  è attualmente disconnesso a1
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Registrato: novembre 2010
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> Adesso goditi i tuoi cinque minuti di gloria allo zoo, tigre di carta, e poi
> levati dal cazzo. E non replicare, non c'è bisogno.

Una fatina mi ha detto che è arrivata una segnalazione all'abuse di
newland, vediamo se sentiremo ancora parlare di questo mente...
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #27561 è una risposta a message #27465] lun, 10 gennaio 2011 21:38 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Skuer  è attualmente disconnesso Skuer
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> Il film non d risposte e non prende posizione sul tema della vita
dopo la morte, ed pur vero che l'agomento non lo consentirebbe. Ma
alla fine non si capisce bene cosa abbiamo visto, n perch, ed ben
stramba l'idea della "congiura del silenzio" in tema di aldil che il
film, ad un certo punto, decide di condividiere. Un ulteriore elemento
gettato nella mischia e abbandonato a se stesso.

> Voto: 6

Mi attacco qui condividendo quanto dici.
Il film per secondo me tecnicamente ben fatto e non risulta noioso.
Un p poco se pensiamo al regista.
E' vero che manca l'intensit e la pienezza di precedenti lavori, ma non lo
ritengo affatto un film scialbo o mal riuscito.
Diciamo che forse pi shymalaniano che eastwoodiano, ma nel complesso per
me voto 6.5

Saluti, Skuer
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #27570 è una risposta a message #27465] mar, 11 gennaio 2011 13:19 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 7 Gen, 10:08, Roberto <robfu...@libero.it> wrote:
> Avevo letto pareri contrastanti su questo film, e raccolto anche
(cut)

Nessun commento sul film, che non ho ancora visto.

Intervengo solo per dirti (anche se immagino che non ce ne sia
bisogno, ma ogni tanto fa sempre e comunque piacere saperlo) che ti
leggo sempre volentieri e con molto interesse, le ormai rare volte che
mi collego al newsgroup.

Michele
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #27582 è una risposta a message #27570] mar, 11 gennaio 2011 20:36 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 11/01/2011 13.19, Once Upon a Time in IACine ha scritto:

> Nessun commento sul film, che non ho ancora visto.
>
> Intervengo solo per dirti (anche se immagino che non ce ne sia
> bisogno, ma ogni tanto fa sempre e comunque piacere saperlo) che ti
> leggo sempre volentieri e con molto interesse, le ormai rare volte che
> mi collego al newsgroup.

Condivido

G.
--
<<Spinoza saw that if a falling stone could reason, it would think
“I want to fall at the rate of thirty-two feet per second per second”>>
(P. K. Dick)
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #27629 è una risposta a message #27465] gio, 13 gennaio 2011 16:08 Messaggio precedenteMessaggio successivo
corrado.farina  è attualmente disconnesso corrado.farina
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Roberto <robfurio@libero.it> wrote:

> Avevo letto pareri contrastanti su questo film, e raccolto anche
> qualche entusiasmo estremo (di film "sublime, impossibile e
> definitivo" parla Sentieri Selvaggi),

Mah. Aggettivi come questi sono decisamente fuoriluogo. H è un film
interessante, con alcune cose bellissime e altre banali, direi quasi che
pencola fra le due anime di Eastwood regista e di Spielberg produttore,
che probabilmente tiravano in due direzioni opposte.
E' Spielberg, ad esempio, tutta la sequenza iniziale dello tsunami,
bellissima: finalmente vediamo degli effetti speciali creati per
suscitare emozioni e e non suggestioni spettacolari, E' Eastwood la
sequenza, non meno bella e pur così differente, dei due fratellini che
fronteggiano l'emergenza della visita degli assistenti sociali. E'
sempre Eastwood il ritratto del sensitivo che non vuole più prestarsi a
commercializzare il dolore. Ed è di nuovo Spielberg quel lietofine
appiccicato lì come una gomma letteralmente americana (e che invece, se
capisco bene, a te è piaciuto), tanto per finire in letizia un film che
si muove in tutt'altra direzione.
Ma concordo con te che il problema più grosso è che H svicola sul tema
dell'"after", fermandosi per fortuna appena in tempo sull'orlo del
baratro di quel ridicolo "sovrannaturale" in cui Spielberg è caduto più
di una volta (e certo è Eastwood che ce l'ha fermato); ma soprattutto
evitando di approfondire sia il tema dell'"after" (forse non si poteva,
ma forse invece sì) sia altri sottotemi come la speculazione sul dolore
(citata da te) che la "congiura del silenzio" (che resta affidata al
sottotitolo del libro della protagonista, e forse a un paio di battute).
A proposito della protagonista: checchè ne dica comingsoon, brava, oltre
che carina.





--
http://www.corradofarina.tk
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #27630 è una risposta a message #27484] gio, 13 gennaio 2011 16:31 Messaggio precedenteMessaggio successivo
carlito  è attualmente disconnesso carlito
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On 07/01/2011 20:26, Sandor Krasna wrote:
> Tu devi essere un pavido cretino da bar, carlito, uno di quei vermi che se
> si accorgono di aver ricevuto il resto sbagliato dal barista non hanno
> neppure il coraggio di dirlo, e poi a casa si sfogano con le mogli.
> Soltanto un cretino può prendersela con il "tizio" che è rimasto l'unico a
> scrivere di cinema in un newsgroup di cinema. E un cretino cagasotto,
> ovviamente, perché hai dovuto aspettare la discesa da cielo di un troll per
> alzare il ditino.
HAHAHAHAHAHAHAHHAAHHAHAHA, grande Sandor, e tutto questo
per mie due righe, un genio sei! BRAVISSIMO!!!
Mi sa che vedere troppi film t'ha un po' mandato in pappa il cervello, ne'!
Ciao!
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #28032 è una risposta a message #27465] dom, 23 gennaio 2011 01:36 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On Fri, 7 Jan 2011 01:08:09 -0800 (PST), Roberto <robfurio@libero.it>
wrote:


>ma questo "Hereafter" è particolarmente deludente.

Alla fine sono andato a vederlo anche grazie a questa recensione,
perché tu ormai sei una certezza per me, quello che non piace a te
piace a me, e viceversa :)

>Bellissima
>è l'ultima sequenza, con quella visione d'amore, più struggente e
>potente di ogni possibile visione sovrannaturale.

Va beh, un classico, tu ti abbandoni alle scene più zuccherose, in
realtà la potenza del film imho sta nella maestria di raccontare il
dramma che pervade letteralmente la pellicola, nell'equilibrio
magistrale fra realismo e retorica.

>Però i problemi non mancano. In primo luogo mi ha sopreso, e
>infastidito non poco, il tono assai europeo, cosmopolita e
>multiculturale dello script e della messa in scena. Preferivo il
>personaggio razzista ma nobile al centro di Gran Torino, e la sua
>progressiva redenzione,

Ecco il seme della discordia... tu sei uno che parla spesso di magia
del cinema, una delle grandi magie del cinema per me è che ti porta in
viaggio. Questo è un film di ampio, enorme respiro. Indonesia,
S.Francisco, Parigi e Londra, atmosfera, cultura, lingua,
architettura... Gran Torino, mi rendo conto di essere praticamente
l'unico che critica questo film, e lo critico principalmente per
questi motivi, un film statico, fisso e piatto, persino nelle
scenografie. La casa di lui, la casa dei vicini, il garage, la via, il
negozio dove si trovano le solite persone... cosa sono? esattamente le
tipiche ambientazioni del telefilm americano con le risate finte.
Questo per me è Gran Torino, una lunga puntata di telefilm, buonista e
scontata. Ma chiudiamo la parentesi.


>Clint mi ha dato un senso di
>autentica e colpevole piattezza paratelevisiva.

Mah, vedi sopra...

>Si aggiunga che in
>Hereafter non vi è alcuna evoluzione dei personaggi, solo cose che
>accadono

E per quale motivo sarebbe un difetto? L'evoluzione dei personaggi,
che t'è tanto cara, è una delle principali trappole per cadere nella
retorica, ben venga un racconto più lineare (almeno in quel senso).

>Il film non dà risposte e non prende posizione sul tema della vita
>dopo la morte, ed è pur vero che l'agomento non lo consentirebbe.

Ecco, dissento anche qua, ma stavolta in negativo per Clint, secondo
me dell'esistenza dell'aldilà si parla anche troppo e in maniera non
neutrale. Le prove "scientifiche" della dottoressa svizzera, il
contrasto fra Damon e i ciarlatani e la sua infallibilità pressochè
totale nel riportare le parole dei defunti, mi sembrano una presa di
posizione abbastanza chiara, anche se si tratta comunque di un
pretesto e non del focus del film.


>una recensione più sensata:
> http://www.comingsoon.it/News_Articoli/Recensioni/Page/?Key= 4754

Sono in quasi totale disaccordo, in particolare sul fatto che la parte
di Damon sia la più sentita e girata meglio. imho la storia più
interessante, toccante, ma allo stesso tempo asciutta, è quella del
ragazzino e ho trovato oltremodo forzata e fastidiosa la parte della
morettina (la figlia di Ron Howard) conosciuta al corso, tutte le sue
mossettine gne-gne e la scenetta dell'assaggio e l'insistenza a casa
di lui... irritante, proprio come recitazione. Raccomandata? :D

bye



--
da Spot80
"mi ricordo di questa pubblicità! mi fece scoprire la canzone PER ELISA"
"Per Elisa una 'canzone'? Va che è Mozart, mica Nek :P"
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #28037 è una risposta a message #28032] dom, 23 gennaio 2011 12:29 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Roberto  è attualmente disconnesso Roberto
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Registrato: maggio 2009
Senior Member
On 23 Gen, 01:36, Px <chiedim...@etelodo.it> wrote:


> >ma questo "Hereafter" � particolarmente deludente.
>
> Alla fine sono andato a vederlo anche grazie a questa recensione,
> perch� tu ormai sei una certezza per me, quello che non piace a te
> piace a me, e viceversa :)

no sarei così drastico

> >Bellissima
> >� l'ultima sequenza, con quella visione d'amore, pi� struggente e
> >potente di ogni possibile visione sovrannaturale.
>
> Va beh, un classico, tu ti abbandoni alle scene pi� zuccherose

no, mi abbandono alla potenza di alcune scene. Lo zucchero di per sé
non mi interessa, e il più delle volte mi infastidisce.

> realt� la potenza del film imho sta nella maestria di raccontare il
> dramma che pervade letteralmente la pellicola, nell'equilibrio
> magistrale fra realismo e retorica.

punti di vista, per me questo "equilibrio" è eccessivo. In questo
specifico caso e per questo specifico regista, visto che in altre
occasioni anche io apprezzo l'equilibrio.

> Ecco il seme della discordia... tu sei uno che parla spesso di magia
> del cinema, una delle grandi magie del cinema per me � che ti porta in
> viaggio. Questo � un film di ampio, enorme respiro. Indonesia,
> S.Francisco, Parigi e Londra, atmosfera, cultura, lingua,
> architettura...

posso capirlo, ma non c'entra nulla con Clint Eastwood.
Quanto al resto, Bryce Dallas Howard è meravigliosa, però
effettivamente quella parte è moscissima (ma non più di quasi tutto il
resto ^_-)

R.
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #28038 è una risposta a message #28032] dom, 23 gennaio 2011 12:34 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Roberto  è attualmente disconnesso Roberto
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On 23 Gen, 01:36, Px <chiedim...@etelodo.it> wrote:

> >ma questo "Hereafter" � particolarmente deludente.
>
> Alla fine sono andato a vederlo anche grazie a questa recensione,
> perch� tu ormai sei una certezza per me, quello che non piace a te
> piace a me, e viceversa :)

Ah, quindi ti piace "Planet terror"?!
Non voglio credere che tu ti spinga a tanto solo per pensarla
diversamente da me, suvvia.

R.
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #28073 è una risposta a message #28038] dom, 23 gennaio 2011 23:32 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Px  è attualmente disconnesso Px
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On Sun, 23 Jan 2011 03:34:21 -0800 (PST), Roberto <robfurio@libero.it>
wrote:

>On 23 Gen, 01:36, Px <chiedim...@etelodo.it> wrote:
>
>> >ma questo "Hereafter" � particolarmente deludente.
>>
>> Alla fine sono andato a vederlo anche grazie a questa recensione,
>> perch� tu ormai sei una certezza per me, quello che non piace a te
>> piace a me, e viceversa :)
>
>Ah, quindi ti piace "Planet terror"?!
>Non voglio credere che tu ti spinga a tanto solo per pensarla
>diversamente da me, suvvia.

eh eh, in effetti no, o meglio, non credo perché mi tengo alla larga
dalle trashate, quindi non l'ho visto.

--
"Altro che Tremonti o Confindustria. Nel mondo odierno
esiste una comunità di singoli individui privati capaci
di movimentare quantità di ricchezze talmente colossali
da scardinare in poche ore l’economia di un Paese ricco"
http://tinyurl.com/6je5arv
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #28156 è una risposta a message #27465] mer, 26 gennaio 2011 21:59 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Boris  è attualmente disconnesso Boris
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Il Fri, 7 Jan 2011 01:08:09 -0800 (PST), Roberto ha scritto:

> ma questo "Hereafter" è particolarmente deludente. Dopo un inizio
> ottimo, con il maremoto e la cinepresa stessa trascinata dall'onda,

Fin qui siamo d'accordo.

> il
> film si rivela né carne né pesce, di certo troppo here e poco after.

Diamo per scontato che quando si invecchia si rincoglionisce: c'è chi
comincia a credere in Dio, chi nell'inferno e nel paradiso, chi si
preoccupa di cosa gli accadrà tra breve e si redime ecc ecc.
Clint da parecchio tempo fa pellicole incentrate sull'uomo e sui suoi
dilemmi esistenziali, quasi filosofeggia; negli ultimi suoi lavori gira
attorno al tema della morte, cerca di tirare le somme delle varie
esistenze; in H. fa un passo ulteriore e comincia a sfiorare il tema del
"dopo". Non è ancora del tutto rimbambito, per cui questo "dopo" lo
immagina appena; non gli interessa (per fortuna) prendere in considerazione
qualche ipotesi particolare sull'aldilà (anche se sembra, vedendo il film,
che la sua realtà gli appaia più che probabile; e la tesi del nulla dopo
dopo la morte la fa enunciare da uno dei personaggi più sgradevoli del
film...), ma gli interessa analizzare come l'uomo che sta ancora al di qua
si rapporta con l'idea dell'aldilà. Hai ragione a dire che è poco after, ma
non è troppo here, è "giustamente" here. Altrimenti avrebbe rischiato
veramente di fare qualche schifezza new age, come qualche critico
sprovveduto ha pure scritto di questo film.

> Eppure la sceneggiatura è per certi versi raffinata. Bello, per
> esempio, è il modo in cui le tre vicende sono raccontate
> parallelamente. Bello è anche come i tre personaggi siano letteramente
> trascinanti verso il luogo d'incontro finale (modalità di racconto che
> si rifà chiaramente alla scena iniziale dell'onda anomala).

Concordo nell'apprezzamento.

> Bellissima
> è l'ultima sequenza, con quella visione d'amore, più struggente e
> potente di ogni possibile visione sovrannaturale.
>
Non male, ma si poteva far di meglio tutto sommato...

> Però i problemi non mancano. In primo luogo mi ha sopreso, e
> infastidito non poco, il tono assai europeo, cosmopolita e
> multiculturale dello script e della messa in scena. Preferivo il
> personaggio razzista ma nobile al centro di Gran Torino, e la sua
> progressiva redenzione, rispetto alla saggia lungimiranza che Clint
> sente di dover esprimere in questo film. In Gran Torino c'era la
> graduale apertura al mondo, qui il mondo, complesso, pieno di
> problemi, contraddizioni e differenze, è già dato, e su questo sfondo
> si muovono i personaggi.

A me questo aspetto è invece piaciuto, ad esempio. Questo Clint cosmopolita
mi ha piacevolmente sorpreso, raggiungere visioni più ampie da anziani non
è da tutti.

> Il racconto di Gran Torino era dunque
> classico, quello di Hereafter è realistico, se non addirittura
> telegiornalistico (e uno dei personaggi fa appunto la reporter), e si
> basa in gran parte su fatti di pura cronaca recente. Non il Vietnam,
> non la Corea, non le urla di morte che riecheggiano dal passato, ma il
> mondo attuale, i nostri morti di oggi, e il lutto da elaborare è
> recentissimo e onnipresente. Ebbene, tutte queste sono scelte serie e
> più che legittime, ma mi pare che il cinema di Eastwood non abbia
> molto da guadagnarci adottando modalità del genere, e per la prima
> volta lo stile pacato del vecchio Clint mi ha dato un senso di
> autentica e colpevole piattezza paratelevisiva. Si aggiunga che in
> Hereafter non vi è alcuna evoluzione dei personaggi, solo cose che
> accadono, e la catarsi è sostituita dal contentino, quello
> rappresentato dalla "seduta" con il sensitivo Matt Damon, che per un
> breve momento darà gioia ai disperati superstisti che si rivolgono a
> lui.
>
Damon non si evolve all'interno del film (la sua esperienza l'ha acquisita
prima dei titoli di testa), ma gli altri personaggi hanno proprio durante
il racconto un'esperienza sconvolgente che cambia il loro modo di vedere le
cose o quantomeno lo mette in discussione. Soprattutto la de France, che
parte con un personaggio televisivo, effimero, da manifesto pubblicitario,
dedito alla carriera e molto immerso nel proprio presente, certamente non
un personaggio che, anche per la giovane età, pensa molto alla morte o
all'aldilà. Clint prende questi personaggi, li pone di fronte a
quell'esperienza che genera per forza di cose reazioni diverse, analizza
tali reazioni.

> Il film non dà risposte e non prende posizione sul tema della vita
> dopo la morte, ed è pur vero che l'agomento non lo consentirebbe. Ma
> alla fine non si capisce bene cosa abbiamo visto, né perché, ed è ben
> stramba l'idea della "congiura del silenzio" in tema di aldilà che il
> film, ad un certo punto, decide di condividiere. Un ulteriore elemento
> gettato nella mischia e abbandonato a se stesso.
>
Io penso che la congiura del silenzio in tema di aldilà sia solo un
esempio, magari scelto male, per parlare invece di come la morte (e la
vecchiaia prima di lei) sia tabù nel nostro mondo e la si rimuova dai
nostri "discorsi", magari in nome di un malinteso "diritto alla vita". Un
discorso già fatto in MDB, ad esempio.

Boris
Re: Hereafter (Clint Eastwood, 2010) [messaggio #28276 è una risposta a message #28156] lun, 31 gennaio 2011 12:52 Messaggio precedente
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On 26 Gen, 21:59, Boris <bo...@iaciners.org> wrote:
> Il Fri, 7 Jan 2011 01:08:09 -0800 (PST), Roberto ha scritto:
>
>
> Io penso che la congiura del silenzio in tema di aldilà sia solo un
> esempio, magari scelto male, per parlare invece di come la morte (e la
> vecchiaia prima di lei) sia tabù nel nostro mondo e la si rimuova dai
> nostri "discorsi", magari in nome di un malinteso "diritto alla vita". Un
> discorso già fatto in MDB, ad esempio.
>

Ma, avete scritto tutti molto e con competenza avete già analizzato
molti aspetti del film.
Concordo decisamente con Boris, Farina e Bernasconi.

E' un film molto bello, girato bene, in maniera lineare, che mantiene
un'intensità costante per tutte le due ore e che, come altri hanno già
affermato, ha un largo respiro.

Non capisco assolutamente i paragoni con Gran Torino, che oltrettutto
reputo un film molto modesto, nè la nostalgia per Eastwood davanti
alla MdP (il suo miglior film dopo Unforgiven è stato Mystic River e
lui non c'era).

Altro grande merito di questo film è di aver parlato quasi
esclusivamente dell'here e pochissimo dell'after (anzi, per i miei
gusti ha detto anche troppo sull'after). Ho ancora in mente le
immagini coloratissime e zuccherose di un film con Robin Williams in
cui veniva rappresentato una specie di paradiso (non ricordo più il
titolo), e che penso abbia ottenuto lo scopo inverso di aumentare il
tasso di criminalità nel mondo (sperando almeno nell'inferno). Il
timore c'era (visto il produttore), ma per fortuna Clint ha retto
bene.
Ovviamente si tratta di un film più sulla "non accettazione" della
morte che sulla morte stessa o sulla paura di morire. Infatti è una
"non accettazione" da parte di chi sopravvive, nei confronti del caro
estinto. Un sentimento sicuramente molto umano, ma che, se non risolto
interiormente, rischia di generare pericolose derive psicologiche
(giusto pertanto l'attacco brutale a maghi, sensitivi e ciarlatani
vari).
Anche se a un certo punto, sembra che Clint voglia dare più credito
alla teoria del "qualcosa c'è", non ci si addentra più di tanto e
anche la congiura del silenzio è buttata un po' lì, senza tante
spiegazioni, quasi fosse un blando attacco alle religioni in generale.
Solo il finale è una piccola concessione al pubblico, bastava che
Damon non si fosse alzato dalla sedia (infatti per un attimo resta
indeciso) e sarebbe stato perfetto, ma non si può avere tutto e forse
non era neanche giusto non dare un piccolo sollievo al tormento del
protagonsita.

Qualcosa da ridire invece ce l'avrei sulla gestione della protagonista
femminile. E' il personaggio che compie l'evoluzione maggiore durante
il film, ma questa evoluzione è forse un po'... statica, limitata alle
parole e agli sguardi. Il travaglio interiore non è accompagnato anche
da un'evoluzione esteriore, che lo sconvolgimento provocato
dall'esperienza vissuta avrebbe preteso. Sì, insomma, lei è persa e
distratta, non pensa più al suo lavoro, ma ha sempre il tacco 12 e
continua a frequentare i migliori ristoranti. Non si ricava la stessa
intensità emozionale della storia del ragazzino, che ovviamente è ben
più tragica, ma girata con un realismo davvero sconvolgente.
Inutile, come già detto bene da qualcuno, la spiegazione del
cappellino, tipica concessione al decerebrato pubblico americano.

Anche il personaggio di Matt Damon è reso molto bene, con molta
semplicità e umanità vive il tormento che gli causa il suo "dono",
cercando una strada verso la normalità. Un vero e proprio schiaffo in
faccia al mito del super-eroe.

Bellissime pure le riprese iniziali dello tsunami, solo con questo
film sono riuscito a rendermi realmente conto di che catastrofe
consista.

Insomma non un capolavoro, ma sicuramente un bel film, che ho
affrontato con parecchi timori (per il mio caro vecchio pistolero) ma
che stavolta non mi ha deluso.

Michele
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