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[rivisto] "Requiem for a dream" (Darren Aronofsky, 2000) [messaggio #29379] |
gio, 10 marzo 2011 19:15 |
Roberto Messaggi: 892 Registrato: maggio 2009 |
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rivisto a distanza di anni, devo ammettere di aver cambiato in parte
opinione su questo film, che un tempo additavo come l'emblema del più
deplorevole cinema sensazionalistico e furbo. Certo, furbo lo è
senz'altro, questo film che non risparmia colpi bassi e immagini
forti, con un linguaggio cinematografico ammiccante, fatto di
montaggio convulso, frizzi e lazzi di regia, montaggio e fotografia.
Però questo "manierismo", come lo chiamerebbe qualcuno, non perde mai
di vista la tesi del film, per portare fino in fondo il discorso. E
"Requiem for a dream" fino in fondo ci arriva senza dubbio, con forza
e lucidità. Il crescendo narrativo e di immagini, fino alla
dissoluzione finale di tutti i protagonisti, è gestito egregiamente, e
"Requiem for a dream" si conferma come il film per molti versi
definitivo non solo riguardo alla tossicodipendenza (tema che, oggi lo
ammetto con più serenità, in gran parte giustifica il suo stile
esagitato), ma anche, e soprattutto, perché demolisce quello che resta
del sogno americano (la televisione), portando tutti i protagonisti
alla definitiva umiliazione. La Burstyn offre una prova fisica
impressionante, Jennifer Connelly è di una bellezza dolorosa, e pure
Jared Leto non scherza. Il film poggia su mezzi espressivi di grande
consapevolezza, difficile non sembrare "furbi" quando si hanno le
capacità di Aronofsky, persino il titolo di questo film è
"furbo" (cioè allude ad una tesi). Ma, sia pure nella categoria dei
furbi, difficile sostenere che "Requiem for a dream" non rasenti la
perfezione.
R.
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Re: [rivisto] "Requiem for a dream" (Darren Aronofsky, 2000) [messaggio #29382 è una risposta a message #29379] |
ven, 11 marzo 2011 00:24 |
Px Messaggi: 240 Registrato: novembre 2010 |
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Il 10/03/2011 19:15, Roberto ha scritto:
> Ma, sia pure nella categoria dei
> furbi, difficile sostenere che "Requiem for a dream" non rasenti la
> perfezione.
Già, non sosteniamolo, perché la rasenta :)
Dovrei rivederlo però, è passato un sacco di tempo, all'epoca ero poco
"sgamato" e mi fece molta impressione.
Vorrei dire una cosa sulla presunta "furbizia" di Aronofsky, tema sul
quale mi sono scontrato con vigore altrove.
C'è un marchio di fabbrica nel suo stile che sicuramente non è classico
ma decisamente (post)moderno, ma non basta a farne un furbo, è una
precisa estetica che lui mette insieme pezzo a pezzo con una maestria
che non si vede altrove. Che sia il grandangolo spinto, riprese
stroboscopiche, mdp che "annusa" i protagonisti a un cm dal collo o dal
volto, penetrandoli, letteralmente. E' il SUO stile, portato avanti con
coraggio, più che furbizia, anche quando ci sono di mezzo i soldi veri e
il relativo rischio di flop.
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Re: "Requiem for a dream" (Darren Aronofsky, 2000) [messaggio #29384 è una risposta a message #29382] |
ven, 11 marzo 2011 09:16 |
Roberto Messaggi: 892 Registrato: maggio 2009 |
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On 11 Mar, 00:24, Px <chiedim...@etelodo.it> wrote:
> Che sia il grandangolo spinto, riprese
> stroboscopiche, mdp che "annusa" i protagonisti a un cm dal collo o dal
> volto, penetrandoli, letteralmente.
questa cosa che dici mi piace
> E' il SUO stile, portato avanti con
> coraggio,
però è anche capace di lasciare tutto l'armamentario da parte, e
trattare con pudore storia e personaggi, come ha fatto con "Th
wrestler".
E' uno bravo Aronovsky, bisogna ammetterlo.
Forse stasera vado a vedermi il cigno nero.
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Re: "Requiem for a dream" (Darren Aronofsky, 2000) [messaggio #29406 è una risposta a message #29403] |
sab, 12 marzo 2011 09:51 |
Roberto Messaggi: 892 Registrato: maggio 2009 |
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On 11 Mar, 19:09, karamazov <k...@virgilio.it> wrote:
> > estetica che lui mette insieme pezzo a pezzo con una maestria che non si vede
> > altrove. Che sia il grandangolo spinto, riprese stroboscopiche,
>
> il problema che ste cose vanno usate con misura, alla
> terza volta che ti ripropone la stessa ripresa macro
> accelerata il tutto diventa sinceramente un po' ridicolo.
In primo luogo bisogna dire che è proprio la ripetizione metodica
(proprio come le dipendenze descritte nel film, che implicano azioni
ripetitive) a contribuire a rendere la progressiva dissoluzione dei
protagonisti. in secondo luogo, va rilevato come questi trucchetti non
siano, in verità, sempre uguali a se stessi, diventando, invece,
sempre più complessi e/o intensi con il progredire del racconto e con
l'aggravarsi della situazione soggettiva di ciascun personaggio.
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Re: "Requiem for a dream" (Darren Aronofsky, 2000) [messaggio #29408 è una risposta a message #29407] |
sab, 12 marzo 2011 13:56 |
Px Messaggi: 240 Registrato: novembre 2010 |
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Il 12/03/2011 10:47, Phil Free ha scritto:
> Che rende il film la perfetta trasposizione del lavoro di Selby da cui
> e' tratto, Roberto.
> Non c'e' nulla di creativo, per assurdo, se non il meccanico rispetto
> del linguaggio e delle dinamiche del romanzo.
>
> PhFree
Certo, è chiaro, il passaggio dalla carta al cinema è puramente
meccanico. Strappi la pagina del libro, la metti vicino alla cinepresa,
giri la scena e viene uguale.
Phil pure free di nasconderti.
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Re: [rivisto] "Requiem for a dream" (Darren Aronofsky, 2000) [messaggio #29409 è una risposta a message #29403] |
sab, 12 marzo 2011 14:03 |
Px Messaggi: 240 Registrato: novembre 2010 |
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Il 11/03/2011 19:09, karamazov ha scritto:
> Scriveva Px venerdì, 11/03/2011:
>> estetica che lui mette insieme pezzo a pezzo con una maestria che non
>> si vede altrove. Che sia il grandangolo spinto, riprese stroboscopiche,
>
> il problema è che ste cose vanno usate con misura, alla
> terza volta che ti ripropone la stessa ripresa macro
> accelerata il tutto diventa sinceramente un po' ridicolo.
Le cose vanno misurate non in assoluto, ma rispetto al risultato
prefisso. Talvolta storie estreme richiedono modalità estreme e anche
insistite, o semplicemente c'è una precisa scelta estetica, più estrema
ancora in Pi Greco.
> il secondo problema è che tolta una certa inventiva
> registica, rimane poco. i personaggi sono stereotipatissimi,
> e nonostante la drammaticità dei temi ispirano scarsissima
> empatia.
Questo punto meriterebbe una discussione più ampia, in realtà con The
Wrestler raggiunge livelli di empatia clamorosi, imho. Meno in Black
Swan dove torna prepotente l'Aronofsky esteta.
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Re: [rivisto] "Requiem for a dream" (Darren Aronofsky, 2000) [messaggio #29410 è una risposta a message #29409] |
sab, 12 marzo 2011 14:14 |
Boromir Messaggi: 20 Registrato: gennaio 2011 |
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Px ha scritto:
> Questo punto meriterebbe una discussione più ampia, in realtà con The
> Wrestler raggiunge livelli di empatia clamorosi, imho
Più che empatia direi rispetto e senso della dignità per un fallimento
umano. Ricordo ancora benissimo la scena in cui il protagonista viene
colto di sorpresa a dormire dentro la sua macchina, o il tentativo
impacciato di dialogo con la figlia nell'edificio vicino al mare.
> Meno in Black Swan dove torna prepotente l'Aronofsky esteta.
esteta e geometra dell'immagine: la Portman compare o al centro dello
schermo o, in presenza del suo doppio, ai lati del fotogramma e
specularmente dall'altro lato compare il suo doppio.
Le immagini inoltre sono sempre ricche di contrapposizioni tra bianco e
nero/bordò, sembra che non ci siano vie di mezzo.
Comunque Black Swan forma con The Wrestler un dittico: entrambi hanno al
centro il tema del decadimento del corpo e non è un caso che entrambi si
concludano letteralmente con un tuffo mortale (quello di The Wrestler
sospirato e doloroso, quello di Black Swan intriso di perfezione e luce,
ma anch'esso accompagnato dalla morte).
Permangono alcune leggerezze di scrittura (difetti che karamazov
tradizionalmente non lascia mai passare), ma la regia è potente e vale
il prezzo del biglietto.
--
Boromir
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Re: "Requiem for a dream" (Darren Aronofsky, 2000) [messaggio #29411 è una risposta a message #29408] |
sab, 12 marzo 2011 14:50 |
Phil Free Messaggi: 3 Registrato: gennaio 2011 |
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"Px"
> Phil Free
>> Che rende il film la perfetta trasposizione del lavoro di Selby da cui
>> e' tratto, Roberto.
>> Non c'e' nulla di creativo, per assurdo, se non il meccanico rispetto
>> del linguaggio e delle dinamiche del romanzo.
> Certo, è chiaro, il passaggio dalla carta al cinema è puramente meccanico.
L'esercizio retorico dell'ironia presuppone perlomeno un'approssimativa
comprensione delle affermazioni dell'interlocutore, px.
Prova a rileggere cio' che ho scritto, quindi, e regolati di conseguenza.
> Strappi la pagina del libro, la metti vicino alla cinepresa, giri la scena
> e viene uguale.
Questa la lascio, che' l'impegno va premiato, px.
> Phil p
Questa no, che' un minimo di qualita' dello scambio va comunque garantita.
PhFree
--
xxx
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Re: "Requiem for a dream" (Darren Aronofsky, 2000) [messaggio #29412 è una risposta a message #29406] |
sab, 12 marzo 2011 15:59 |
karamazov Messaggi: 356 Registrato: gennaio 2011 |
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Nel suo scritto precedente, Roberto ha sostenuto :
> On 11 Mar, 19:09, karamazov <k...@virgilio.it> wrote:
>
>>> estetica che lui mette insieme pezzo a pezzo con una maestria che non si
>>> vede altrove. Che sia il grandangolo spinto, riprese stroboscopiche,
>>
>> il problema che ste cose vanno usate con misura, alla
>> terza volta che ti ripropone la stessa ripresa macro
>> accelerata il tutto diventa sinceramente un po' ridicolo.
>
>
> In primo luogo bisogna dire che è proprio la ripetizione metodica
> (proprio come le dipendenze descritte nel film, che implicano azioni
> ripetitive) a contribuire a rendere la progressiva dissoluzione dei
> protagonisti. in secondo luogo, va rilevato come questi trucchetti non
> siano, in verità, sempre uguali a se stessi
mi riferivo in particolare al momento della preparazione
delle sostanze, la prima volta ci sta, è un'idea carina,
la seconda insomma, la terza dici vabbè.
diventando, invece,
> sempre più complessi e/o intensi con il progredire del racconto e con
> l'aggravarsi della situazione soggettiva di ciascun personaggio.
non dirmi che non hai trovato ridicolo il braccio marcio però!
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Re: [rivisto] "Requiem for a dream" (Darren Aronofsky, 2000) [messaggio #29413 è una risposta a message #29409] |
sab, 12 marzo 2011 16:08 |
karamazov Messaggi: 356 Registrato: gennaio 2011 |
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Scriveva Px sabato, 12/03/2011:
> Il 11/03/2011 19:09, karamazov ha scritto:
>> Scriveva Px venerdì, 11/03/2011:
>>> estetica che lui mette insieme pezzo a pezzo con una maestria che non
>>> si vede altrove. Che sia il grandangolo spinto, riprese stroboscopiche,
>>
>> il problema è che ste cose vanno usate con misura, alla
>> terza volta che ti ripropone la stessa ripresa macro
>> accelerata il tutto diventa sinceramente un po' ridicolo.
>
> Le cose vanno misurate non in assoluto, ma rispetto al risultato prefisso.
> Talvolta storie estreme richiedono modalità estreme e anche insistite, o
> semplicemente c'è una precisa scelta estetica, più estrema ancora in Pi
> Greco.
vedi risposta a Roberto, poi ovviamente tutto si può
giustificare a posteriori.
ma il linguaggio cinematografico è un'altra cosa,
non è riprendere le cose da vicinissimo, quelle
sono trovate da videoclippari che vanno bene una volta
ma se le ripeti cadi nel ridicolo.
>> il secondo problema è che tolta una certa inventiva
>> registica, rimane poco. i personaggi sono stereotipatissimi,
>> e nonostante la drammaticità dei temi ispirano scarsissima
>> empatia.
>
> Questo punto meriterebbe una discussione più ampia, in realtà con The
> Wrestler raggiunge livelli di empatia clamorosi
con tutti i suoi difetti di sicuro i personaggi suonano
più veri che dei modelli alieni catapultati nel new jersey
(più lo scemo di scary movie).
, imho. Meno in Black Swan
> dove torna prepotente l'Aronofsky esteta.
non ancora visto, la danza classica mi attira
quanto un nuovo episodio di guerre stellari.
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Re: "Requiem for a dream" (Darren Aronofsky, 2000) [messaggio #29417 è una risposta a message #29411] |
sab, 12 marzo 2011 18:49 |
Px Messaggi: 240 Registrato: novembre 2010 |
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Il 12/03/2011 14:50, Phil Free ha scritto:
> "Px"
>> Phil Free
>>> Che rende il film la perfetta trasposizione del lavoro di Selby da cui
>>> e' tratto, Roberto.
>>> Non c'e' nulla di creativo, per assurdo, se non il meccanico rispetto
>>> del linguaggio e delle dinamiche del romanzo.
>> Certo, è chiaro, il passaggio dalla carta al cinema è puramente
>> meccanico.
>
> L'esercizio retorico dell'ironia presuppone perlomeno un'approssimativa
> comprensione delle affermazioni dell'interlocutore, px.
> Prova a rileggere cio' che ho scritto, quindi, e regolati di conseguenza.
Non esiste niente di meccanico nella trasposizione di un romanzo in
immagini, sono media troppo diversi e troppe sono le peculiarità della
forma cinema per poter parlare di banale meccanicismo.
Prendi *un paragrafo* di un qualsiasi romanzo e fallo girare a 10
registi diversi, poi a 10 wannabe registi di iacine e poi a 10
casalinghe di mariadefilippi e otterrai 30 scene diversissime.
> Questa no, che' un minimo di qualita' dello scambio va comunque garantita.
Un tempo leggiucchiavo IDL, 8 anni fa credo. Mi stavi anche simpatico ma
ora che usenet è morta siete tutti delle macchiette da quattro soldi.
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Re: [rivisto] "Requiem for a dream" (Darren Aronofsky, 2000) [messaggio #29420 è una risposta a message #29410] |
sab, 12 marzo 2011 19:01 |
Px Messaggi: 240 Registrato: novembre 2010 |
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Il 12/03/2011 14:14, Boromir ha scritto:
> Px ha scritto:
>> Questo punto meriterebbe una discussione più ampia, in realtà con The
>> Wrestler raggiunge livelli di empatia clamorosi, imho
>
> Più che empatia direi rispetto e senso della dignità per un fallimento
> umano. Ricordo ancora benissimo la scena in cui il protagonista viene
> colto di sorpresa a dormire dentro la sua macchina, o il tentativo
> impacciato di dialogo con la figlia nell'edificio vicino al mare.
Belle, io ricordo molto la scena in cui va in quello stanzone a firmare
autografi con altri vecchi derelitti, e quella in cui lavora al
supermercato, la camera che stringe sulla paletta con cui sbatte
l'insalata russa nella confezione... Aronofsky è forse l'unico che
riesce ad appiccicarmi addosso la malinconia che fa trasudare dallo schermo.
> Comunque Black Swan forma con The Wrestler un dittico: entrambi hanno al
> centro il tema del decadimento del corpo
e dell'anima.
> Permangono alcune leggerezze di scrittura (difetti che karamazov
> tradizionalmente non lascia mai passare), ma la regia è potente e vale
> il prezzo del biglietto.
concordo, e sì, Karamazov è un pragmaticone della madonna :)
p.s. occhio che sopra hai spoilerato il finale
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Re: [rivisto] "Requiem for a dream" (Darren Aronofsky, 2000) [messaggio #29423 è una risposta a message #29418] |
sab, 12 marzo 2011 19:47 |
karamazov Messaggi: 356 Registrato: gennaio 2011 |
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Px ha spiegato il 12/03/2011 :
> Il 12/03/2011 16:08, karamazov ha scritto:
>
>> vedi risposta a Roberto, poi ovviamente tutto si può
>> giustificare a posteriori.
>> ma il linguaggio cinematografico è un'altra cosa,
>> non è riprendere le cose da vicinissimo, quelle
>> sono trovate da videoclippari che vanno bene una volta
>> ma se le ripeti cadi nel ridicolo.
>
> Beh forse hai una visione troppo limitata del linguaggio cinema, senza spazio
> di evoluzione.
no è che la singola trovata non fa linguaggio.
hitchcok aveva anche lui le invenzioni, il latte
fosforescente, la scala di vertigo e quant'altro,
ma non era *quello* il suo linguaggio.
le invenzioni sono un'arma a doppio taglio,
infatti anche hitch venne genialmente parodiato
da mel brooks.
>> non ancora visto, la danza classica mi attira
>> quanto un nuovo episodio di guerre stellari.
>
> Questo è contenutismo che devi proprio lasciare da parte nel caso di A.
> Non mi dire che ti fregava qualcosa del wrestling.
meno della danza, infatti l'ho visto con meeesi di ritardo.
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Re: "Requiem for a dream" (Darren Aronofsky, 2000) [messaggio #29437 è una risposta a message #29417] |
lun, 14 marzo 2011 09:39 |
phfree11 Messaggi: 2 Registrato: marzo 2011 |
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Px
> Phil Free
> >>> Che rende il film la perfetta trasposizione del lavoro di Selby da cui
> >>> e' tratto, Roberto.
> >>> Non c'e' nulla di creativo, per assurdo, se non il meccanico rispetto
> >>> del linguaggio e delle dinamiche del romanzo.
> >> Certo, è chiaro, il passaggio dalla carta al cinema è puramente
> >> meccanico.
> > L'esercizio retorico dell'ironia presuppone perlomeno un'approssimativa
> > comprensione delle affermazioni dell'interlocutore, px.
> > Prova a rileggere cio' che ho scritto, quindi, e regolati di conseguenza.
> Non esiste niente di meccanico nella trasposizione di un romanzo in
> immagini, sono media troppo diversi e troppe sono le peculiarità della
> forma cinema per poter parlare di banale meccanicismo.
> Prendi *un paragrafo* di un qualsiasi romanzo e fallo girare a 10
> registi diversi, poi a 10 wannabe registi di iacine e poi a 10
> casalinghe di mariadefilippi e otterrai 30 scene diversissime.
Conferisco un minimo di dignita allo zibaldone dellOvvio che hai
ritenuto opportuno postare, px, e lo prendo come stimolo alla spiegazione
di cui mostri daver bisogno.
Metto in relazione film e libro (in un punto preciso del thread, in
seguito ad unaffermazione di Roberto che sembra ricalcare una mia
riflessione sul romanzo: http://snurl.com/279qfe), sottolineo la perfetta
riuscita del lavoro di Aronofsky, semino incisi a prova dottuso.
Intervieni tu, con attitudine e capacita da segreteria politica
gasparriana, e mi dici che la vita del regista e difficile, mi riveli che
letteratura e cinema sono mezzi diversi ed utilizzano linguaggi diversi
(sara mica quel *rispetto del linguaggio* ad averti confuso, px?), ti
spendi ad illustrare impudicamente la tua tesi.
In conclusione, px: cosa vuoi, esattamente?
> > Questa no, che' un minimo di qualita' dello scambio va comunque garantita.
> Un tempo leggiucchiavo IDL, 8 anni fa credo. Mi stavi anche simpatico ma
> ora che usenet è morta siete tutti delle macchiette da quattro soldi.
Larguzia valutativa di cui fai sfoggio non mi fa escludere lo fossimo
gia da un pezzo, px.
PhFree
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