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Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31523 è una risposta a message #31479] sab, 28 maggio 2011 16:42 Messaggio precedenteMessaggio successivo
rober1 \(U-N-O\)  è attualmente disconnesso rober1 \(U-N-O\)
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"susanna" <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
news:4ddee11b$0$38640$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
> rober1 (U-N-O) <titiros1@libero.it> ha scritto:
>
> : Replico un pò solo su alcuni punti, in attesa che il thread diventi
> : eventualmente più corposo, una chiacchera a due/tre sinceramente non
> : mi attira.
>
> Mi offendo, cosi'.

E' solo che vorrei vedere qualcun altro, qui dentro, entusiasmarsi per
questa meravigliosa meraviglia filmica, e invece nisba, giobbi, supercosi
imperscrutabili, paradisi da robbie williams,dinosauri digitalmente
claudicanti, pescecani da discovery!

> : a The new world.
[cut]
> : Curiosità: hai visto l'extended cut, la versione di quasi tre ore?
>
>
> Non ricordo quanto dura la versione che ho in Dvd.

Di "the new world" ci sono ben tre versioni, la più lunga si trova in
blu-ray, o anche in rete volendo, ma non mi pare in DVD.
Quella corta è troppo compressa, la terza (172 minuti) è la meglio, anche
solo per il fatto che dura di più.

Anche a me piace di piu'
> The new world, pero' e' migliore La sottile linea rossa.

Preferisco TNW, l'ho rivisto giorni fa, capolavorone assolutissimo per me.
Ciò perentoriamente detto, vedi un pò se questa scena ti risulta di averla
vista, si trova appunto nella versione di 172 minuti:
http://www.youtube.com/watch?v=8P2LoVVGSH8

> : (inclusi i pescecani visti dal sotto, che
> : mi hanno vagamente ricordato certe ascensioni pittoriche).
>
> Tu non hai mai visto documentari naturalistici; i misteri dello squalo
> martello sono un appuntamento obbligato da sempre.

Va bene, ho capito, gli squali non ti sono andati giù.

> Non e' poco, e' pochissimo. Cosi' come le voci che dici accompagnare
> questo
> documentario.

Le voci iniziali saranno anche poche, ma bastano ad evocare il
necessariopathos cosmico (insieme al lutto di cui al primo blocco), anche
per l'enfasi con cui sono recitate.

> La musica invece c'e', tra l'altro di Preisner, uno che di religione se ne
> intende. In realta' questa seconda parte e', evidentemente, la premessa
> allo
> svolgimento successivo. Cosi' come la prima parte espone la tesi (la
> sofferenza cieca come parte integrante della vita).
> Con estrema precisione il regista ci spiega la genesi malickiana, intinta
> di
> dolore cieco e indifferenza (il dinosaurone gigante che agonizza sulla
> spiaggia e quell'altro che non si perturba davanti al dinosaurino mezzo
> morto).
> Qui non ci sono voci, qui c'e' solo didascalia.

Il dolore vocalizzato della chastain e penn continua però a echeggiare (e il
ricordo del lutto di cui al primo blocco), interrogando
"melodrammaticamente" la cieca
indifferenza della meravigliosa natura evolventesi, conferendo pathos
all'immagine e scaldandoti il cuore.

Non c'è mai piatta descrizione documentaristica, per me.

Ci sei letteralmente TU (tu spettatore) dentro quelle immagini.
Sei richiamato alla luce dal dolore di una madre, riflesso e anticipato
nelle infinite forme che la vita e la pre-vita assumono e hanno assunto,
letteralmente fatto rinascere da un tuffo nel passato che ti riporta in un
presente che a
sua volta è già passato (per s. penn, per la stessa chastain), e ri-ri-scusa
se è poco.

Meglio di così non potrei esprimere la sensazione violenta e coinvolgente
che vuole suscitare malick con le sue immagini da "discovery channel".

Quanto ai dinosaurotti, io non sono tanto d'accordo sull'indifferenza e
basta.
Venendo alla tua pre-contro-obiezione: non puoi
pretendere che un dinosauro carnivoro ne aiuti addirittura un altro, sarebbe
ridicolo, ma quantomeno non lo prevarica come natura vorrebbe - non
parlerei certo di pietà, imo malick vuole insinuare nello spettatore l'idea
che la natura possa trascendersi autonomamente (ma lo rivedrò a giorni,
prend iquesto post come semi-provvisorio).

> Entrambe le scene vogliono dire la stessa cosa (cioe' la supercosa
> naturale
> se ne fotte di storia e sofferenza, ma passa e va).

Ma dimentichi la voce della chastain e di s.penn che va solcando e
interrogando in cerca di Te.

> : Tra l'altro è questa la funzione della sequenza iniziale, è per
> : questo che malick non comincia subito con la tirata cosmica (come fa
> : kubrick):
>
> Piano con gli accostamenti e le tirate. Kubrick non fa tirate, in 2001.
> Kubrick non si prende la responsabilita' di *spiegare* com'e' la vita,

Neanche malick imo, mostra solo la tensione-umana- verso.

<egli
> parte da una evidente ed esplicitatissima ipotesi personale, quella del
> monolito.
> Proprio per evitare di raccontare una concezione assoluta, ci mette un
> elemento di totale estraneita' e arbitrarieta'. K. gioca a carte scoperte.

Volevo solo ribattere a una obiezione letta non so più dove sul perchè non
si comincia subito con le sequenze cosmiche.

A proposito, ma il monolitone nero accendi-intelligenza non ti puzza un pò
di trascendente?

> E il terzo blocco e' sempre lo spiegone di come vanno le cose quando la
> supercosa genera, bonta' sua, l'essere umano.

Ecco, a proposito del terzo blocco, l'intera sezione familiare (in pratica
l'80 % del film, se non più) è davvero strepitosa: volti e ambiente d'epoca
squisitamente rievocati, recitazione di gran livello, montaggio che
sbrindella il racconto in schegge di memoria, musica con un effetto
distanziante, fotografia che magnifica ogni fiore, ogni filo d'erba, le
rughine sul volto neo-nato dell'infante, una roba pazzesca.

Tra l'altro ci terrei a sottolineare una cosa: malick è lontanissimo da
quella pornografa del dolore cui indulgono tanti, troppi registi.
Non appena la situazione si fa emotivamente pesante, lui taglie, elide,
sottrae, chiede a te di riempire i vuoti.
Si pensi alla chastain che riceve la notizia: a malapena ci accorgiamo che
s'accascia e accenna a gridare, ma subito si passa oltre.

Mi trovi d'accordo dove parli di assenza della colpa nell'universo
malickiano, ma non è una cosa brutta.

> :: Velo pietoso sui dinosauri in CG.
> :
[cut]
Quello che non mi spiego e' per quale
> motivo > deve usare un effetto speciale.
E' una cosa del tutto estranea al suo stile
> (e anche allo stile del film stesso), e' proprio un corpo estraneo. >
> Voleva i rettili? In La sottile linea rossa usa i coccodrilli in modo
> magistrale.

Ci voleva il dinosauro, che sequenza evolutiva del cavolo sarebbe stata
senza i dinosauri?
E ci voeva anche un dinosauro realistico come le altre bestie filmate dal
vero, per non creare contrasto.
Si sarà fidato dei tecnici, non starei a fargliene una gran colpa, non fanno
nemmeno così schifo i rettiloni, adesso non esageriamo.

Ripeto, a malick, nel blocco 2, non interessa andare sul difficile o sul
"mai visto", anzi, gli servono (Bellissime) immagini, facilmente
deocodificabili dallo spettatore come canonica-sequenza-evolutiva, e poi
vuole evocare il pathos, il mistero, il dolore, l'estasi della ricreazione
dell'uomo e del mondo, dell'uomo nel mondo.

Sul resto per ora mi astengo,
[cut]
> Insomma, siccome senti le voci dove non ci sono, non e' possibile che non
> hai sentito le voci quando ci sono.
> Me lo sono sognata, o la madre dice che offre il figlio a dio?
> Me lo sono sognata o la voce dice che la grazia sopporta la sofferenza?
> Me lo sono sognata o alla fine ci ritroviamo su una spiaggia con la
> pacificazione generale, i piedini sulla battigia e i gabbiani che dicono
> "oh"?

E perchè alla fine vediamo S.Penn scendere dal gratta-cielo e guardarsi
intorno?
Perchè non chiudere direttamente con l'apoteosi celeste e tanti saluti?
Perchè tra il finale 1 (apoteosi-ponte-fiammella) e il finale 2
(apoteosi-discesa dal grattacielo-ponte-fiammella) sceglie la 2?
Perchè sulla spiaggia ci soo i personaggi della sua infanzia, incluso il
bambno sfigurato? Dimmi tu, chiedo.
Si vuole vivere il finale come estasi religiosa? Bene, si faccia pure.
Quanto vedo, a me basta per vivere il film come l'esperienza di un uomo (che
poi sono Io) che si riconcilia coi fantasmi memoriali di padre e madre, con
le loro "voci", agnus dei e simboli cristiani inclusi.
D'altra parte in un film che si apre con un fuoco fatuo coscienzale
(S.Penn), e che sembra interamente scolpito con schegge di memoria, è
difficile o forse insensato districare oggettività e soggettività, così come
passato e presente - il che, imho, è proprio ciò che vuole malick.

Guarda, non ha proprio senso con un film del genere chiedersi se il finale
sia "letterale" o meno.

E poi Malick non sta dicendo: "la fiammella persisterà alla fine e verrà
accolta dal dio imperscrutabile", ma:: "la faimmella, di fronte alla
prospettiva della fine e della perdita dei legami, partorisce l'dea di di
dio e dell'assoluto, ed è una cosa bella, profonda e toccante, e io ne
piango".

La pietà in malick c'è, fortissima, insieme e non alternativa al "distacco"
filosofico.

> : Curiosità bis in chiusura: che ne pensi di Hereafter?
>
> Mi manca. E' questione di selezione preventiva. Tra poco pero' dovro'
> rassegnarmi.

Vedilo, è un filmone, e poi ci sono molte analogie con questo.

Adesso esco e vado ad accarezzare le foglie d'erba.
Re: The tree of life [messaggio #31524 è una risposta a message #31517] sab, 28 maggio 2011 16:44 Messaggio precedenteMessaggio successivo
baz  è attualmente disconnesso baz
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Davide Tanganelli <progettoholding@gmail.com> wrote:

> un fan stizzito per il
> solo fatto che si parli in maniera negativa del suo idolo

non si tratta di fan stizziti. si tratta di leggere fantasie distruttive
scritte da persone che in modo evidente inneggiano esclusivamente alla
loro personalissima idea di sbaglio. Malick vince la palma d'oro e
subito un trenino di finti "critici" parte a testa bassa parlando di
"sbagli", pronti a fare le pulci all'opera. Mi ricordano il Bartali che
quando le buscava da Coppi inneggiava in modo simile. Con la differenza
che il ginettaccio in bici ci andava. E anche bene.
Chi doveva vincere? Il moretti con il suo filmettino?
Gente, meno pipponi similpsicoanalitici. Riprendiamo ad osservare con
gli occhi. Malick, per fortuna, non fa un film che debba piacere a
susanna.
Re: The tree of life [messaggio #31525 è una risposta a message #31518] sab, 28 maggio 2011 16:44 Messaggio precedenteMessaggio successivo
baz  è attualmente disconnesso baz
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susanna <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:

> Giacomo "baz"
> Lanterna

Carissima Susanna, hai sbagliato. tocca a tutti primaoppòi. Informati,
frusta i tuoi lacchè. Sàppi.
Re: The tree of life [messaggio #31526 è una risposta a message #31521] sab, 28 maggio 2011 16:48 Messaggio precedenteMessaggio successivo
baz  è attualmente disconnesso baz
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Px <chiedimelo@etelodo.it> wrote:

> 10 anni

17. dal 1994. susanna chi era? nessuno.
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31527 è una risposta a message #31523] sab, 28 maggio 2011 17:24 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Nathan  è attualmente disconnesso Nathan
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Il Sat, 28 May 2011 16:42:07 +0200, rober1 (U-N-O) ha scritto:

> E' solo che vorrei vedere qualcun altro, qui dentro, entusiasmarsi per
> questa meravigliosa meraviglia filmica, e invece nisba, giobbi, supercosi
> imperscrutabili, paradisi da robbie williams,dinosauri digitalmente
> claudicanti, pescecani da discovery!

Abbi la santa pazienza di aspettare che la abominevole distribuzione
filmica all'itagliana faccia il suo corso privilegiando le notti da leone 2
e le corsare dei caraibi VI. Non tutti hanno la fortuna di abitare a due
passi da una sala che ha in proiezione il film di Malick. Farò il possibile
per vederlo, ma dubito che ciò potrà avvenire in tempi brevi.


--
Massimo < Nathan > Salvioni
scottexpakula@gmail.com
http://www.anobii.com/people/natanaele/
Re: The tree of life [messaggio #31528 è una risposta a message #31523] sab, 28 maggio 2011 17:41 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Roberto  è attualmente disconnesso Roberto
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Registrato: maggio 2009
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On 28 Mag, 16:42, "rober1 \(U-N-O\)" <titir...@libero.it> wrote:

> > Mi offendo, cosi'.
>
> E' solo che vorrei vedere qualcun altro, qui dentro, entusiasmarsi per
> questa meravigliosa meraviglia filmica, e invece nisba, giobbi, supercosi
> imperscrutabili, paradisi da robbie williams,dinosauri digitalmente
> claudicanti, pescecani da discovery!

io, come ho detto, ho provato un profondo senso di squallore alle
esclamazioni del pubblico più limitato. Però una piccolissima parte di
me arriva a comprendere certi atteggiamenti. Un film è un film, anche
quando lo fai per te stesso. Non è una preghiera, sebbene pure questa
si faccia per (tra) se stessi. Per quanto mi riguarda, la seconda
parte è troppo lunga, ridondante, non necessaria. L'apoteosi
metafisica, poi, con la salita, l'ascensore, ogni tipo di varco e di
cancello possibile, la spiaggia, le mani che si incontrano, la
discesa, il ponte, i girasoli ecc è per me insostenibile e mi è parso
il vero corpo estraneo (non lo spiegone cosmico) del film. Quindi
ribadisco: per me una prima metà eccezionale, poi il calo progressivo,
poi il tracollo. Con la Gigante Rossa che si mangia tutto si
ricomincia a ragionare, ma ormai è tardi, il film è finito, lo
ricorderò per i tanti brani magnifici, ma sull'isola deserta non ci
viene (però ovviamente voglio rivederlo). Inoltre il sospetto che
quello sia davvero il Sole dilatato a Gigante Rossa, e non la nostra
ennesima sovrainterpretazione, è davvero troppo grosso, e i film che
possono significare tutto e il contrario di tutto a me non piacciono.

> > : a The new world.
> [cut]
> > : Curiosità: hai visto l'extended cut, la versione di quasi tre ore?

Io ho visto solo l'extended. Anche qui, lungaggini a non finire, uno
stacco troppo netto fra prima e seconda parte (ma finale molto bello),
per non parlare del micidiale miscasting (a parte lei, che * l'essenza
del film, puro distillato malickiano). Nonostante tutto, "La sottile
linea rossa" è il film di Malick ancora da battere.

> Ripeto, a malick, nel blocco 2, non interessa andare sul difficile o sul
> "mai visto", anzi, gli servono (Bellissime) immagini, facilmente
> deocodificabili dallo spettatore come canonica-sequenza-evolutiva, e poi
> vuole evocare il pathos, il mistero, il dolore,  l'estasi della ricreazione
> dell'uomo e del mondo, dell'uomo nel mondo.

Però visto che ci sei dacci dentro, accidenti. Servivano effetti
monumentali, era l'occasione irripetibile per mettere in scena Eventi
Cosmici di immane potenza e grandezza, sai che meraviglia di contrasto
con il troncone narrativo "umano"? Invece Malick toglie quasi tutto. A
'sto punto, meglio niente effetti speciali, meglio davvero coccodrillo
della Line Rossa (che pure è un classicone del Natural Geographic ;-))

> > : Curiosità bis in chiusura: che ne pensi di Hereafter?
>
> > Mi manca. E' questione di selezione preventiva. Tra poco pero' dovro'
> > rassegnarmi.
>
> Vedilo, è un filmone, e poi ci sono molte analogie con questo.

io dico umilmente: "pasticcio", ma ovviamente il mio è un parere da
uomo della strada che ammira il cinema del vecchio Clint, non di
questo Clint "giovane", nuovo, cosmopolita e assurdamente
kieslovskiano.

R.
Re: The tree of life [messaggio #31529 è una risposta a message #31521] sab, 28 maggio 2011 19:19 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
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Px <chiedimelo@etelodo.it> ha scritto:


:: Ora che mi ci fai pensare, nulla, nel nulla di cio' che scrive
:: Giacomo "baz" Lanterna
:
: Non è Lanterna, baz scrive da tipo 10 anni su it.arti.fotografia e
: anche se dagli ultimi post pare impossibile, non è un troll.

Possibile, anche se troll e' una categoria dell'anima, una weltanschauung.
Re: The tree of life [messaggio #31534 è una risposta a message #31522] sab, 28 maggio 2011 20:22 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
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Joe Silver <joe.silver@gmail.com> ha scritto:


:: La lacrimosa di Preisner, probabilmente (che non e' quella di
:: Mozart).
:
: No, mi pare che quella venisse prima, sulle nebulose all'interno delle
: quali nascono le stelle. E non mi sembra che venga ripetuta.

E come mai dici che si tratta di una musica che ispira pieta'?
Perche' su un pezzo che continua a esclamare "laaa-criii-mooo-saaa", posso
anche capire, altrimenti...


<omissis>

: Sì, torna. Però continuo a pensare che avrebbe potuto essere meno
: ambiguo, senza troppa difficoltà e senza dinosauri in CG.


Il problema di quella scena e' che e' didascalica, cioe' tende ad
ammaestrare piuttosto che a raccontare.




:: Dinosauri, donne, vecchi, bambini e pesci martello sono la stessa
:: roba, per Malick, caro Joe.
:
: No, qui non ti seguo. Perché donne vecchi e bambini evidentemente non
: sono la stessa cosa di dinosauri e pesci martello, per Malick.

Urca, se lo sono...



: Innanzitutto perché si pongono il problema di perché e percome
: esistono, del loro dolore e di quello degli altri, e non sono
: indifferenti, ma anzi sono madri amorevoli o padri autoritari,
: provano la pietà e l'odio, teorizzano due vie per affrontare la vita:
: quella della grazia e quella della natura. Ovviamente Malick è
: decisamente per la prima e ho il sospetto che la seconda la riduca
: all'homo homini lupus, se accettiamo il fatto che la madre indichi la
: via della grazia, e che il padre faccia da contraltare.

....lo sono perche' Malick descrive l'uomo sempre come essere umano
singolare, cioe' entita' puramente biologica. Le dinamiche dell'uomo
malickiano sono sempre e solo dinamiche interiori e individuali; l'elemento
umano per eccellenza e' la coscienza, il cui oggetto e', puntualmente,
l'angoscia e/o la solitudine.
I tre personaggi chiave del blocco "lungo" sono esseri del tutto
de-relazionati, esseri viventi che si agitano solo singolarmente e i cui
soli rapporti rimangono biologici o convenzionali. Ognuno ha sempre e
soltanto un proprio flusso di coscienza in cui gli "altri" sono solo oggetti
e il cui nucleo e' sempre e solo l'autoreferenza, l'essere.

La famosa via della grazia introdotta nel primo blocco, con una voce
narrante oggettiva, e' quell'abiura di cui ho parlato nel primo intervento.
Ritenuta insufficiente la visione del mondo *solo* intellettuale (quella
delle cazzate di cui ho parlato nel primo post), il regista vira verso la
soluzione mistico-religiosa, senza mai pero' esserne del tutto convinto e,
per questo, non ottenendo efficacia espressiva.

Infatti la 'grazia' non e' quella roba che ci fa vedere Malick, quella si
chiama solo rassegnazione. La 'grazia' e' uno stato attivo, non passivo, non
la genuflessione perpetua.
La grazia e' quella di Mouchette magari, una cosa che solo chi conosce molto
bene il tema e' in grado di rappresentare con dovizia.


: Certo che la "supernatura" è inconoscibile, nel senso pieno del
: termine. Ma la "supernatura" agli uomini riserva comunque un posticino
: privilegiato, nell'ordine delle cose. Sarà inconoscibile ma esiste la
: via della grazia, esiste la via indicata dalla religione.


Esisteranno anche, ma non ci crede.



:: La pieta' non e' roba da Malick.
:: La roba di Malick e' piu' *grossa*, e' una *grossa* categoria
:: intellettuale che non si puo' ridurre alla pieta', e' un "ente", un
:: entone.
:: E' l' "esserci", e' il farne parte, assieme ai girini (cosi' come la
:: spiaggia non e' il 'paradiso', ma il "non esserci")
:
: Macche', la spiaggia E' il paradiso. Se appare imbarazzante è perché
: l'idea, in sé, non è rappresentabile; in realtà non è nemmeno chiara
: nella mente di chi lo vaneggia.

Bravo, bene, bis.
E' il paradiso, nella didascalia cinematografica. Ma appare come un
accrocchio, un corpo estraneo cinematografico. Perche' non ci crede, non sa
cos'e'. Lui conosce bene gli 'entoni', quelli li sa descrivere in modo
mirabile.



susanna
Re: The tree of life [messaggio #31535 è una risposta a message #31524] sab, 28 maggio 2011 20:25 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
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Registrato: novembre 2010
Senior Member
baz baz@invalid.invalid ha scritto:


: non si tratta di fan stizziti. si tratta di leggere fantasie
: distruttive scritte da persone che in modo evidente inneggiano
: esclusivamente alla loro personalissima idea di sbaglio. Malick vince
: la palma d'oro e subito un trenino di finti "critici" parte a testa
: bassa parlando di "sbagli", pronti a fare le pulci all'opera. Mi
: ricordano il Bartali che quando le buscava da Coppi inneggiava in
: modo simile. Con la differenza che il ginettaccio in bici ci andava.
: E anche bene.

Insomma, la parabola del Valentino non l'hai proprio capita.
Quindi sei un regista.



: Chi doveva vincere? Il moretti con il suo filmettino?

Boh.


: Gente, meno pipponi similpsicoanalitici. Riprendiamo ad osservare con
: gli occhi. Malick, per fortuna, non fa un film che debba piacere a
: susanna.

Tre piaciuti su cinque non sono male, in ogni caso.

Allora, regista, l'hai vista o no l'operona?
Glissi o bluffi?



susanna
Re: The tree of life [messaggio #31536 è una risposta a message #31534] sab, 28 maggio 2011 23:28 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Joe Silver  è attualmente disconnesso Joe Silver
Messaggi: 117
Registrato: gennaio 2011
Senior Member
Il 28/05/2011 20:22, susanna ha scritto:

> :: La lacrimosa di Preisner, probabilmente (che non e' quella di
> :: Mozart).

> : No, mi pare che quella venisse prima, sulle nebulose all'interno delle
> : quali nascono le stelle. E non mi sembra che venga ripetuta.

> E come mai dici che si tratta di una musica che ispira pieta'?
> Perche' su un pezzo che continua a esclamare "laaa-criii-mooo-saaa", posso
> anche capire, altrimenti...

Una musica può essere triste anche senza parole. Questa inizia quando il
bipede si è ormai allontanato dal moribondo e ovviamente prosegue nelle
sequenze successive. Poi sono convinto che ci voglia un po' di buona
volontà per vederci della pietà, magari grazie anche alla complicità di
certo cinema che tende ad umanizzare gli animali, specie quelli digitali.

D'altronde se qualcuno ha visto del dolore nella rappresentazione della
nascita delle stelle, se un lacrimosa basta a rendere tutto l'universo
partecipe della sofferenza di una madre (cosa che a me sembra
assolutamente estranea alle intenzioni di Malick) non mi stupisce che a
un dinosauro si possa pensare di attribuire dei sentimenti.


> : Sì, torna. Però continuo a pensare che avrebbe potuto essere meno
> : ambiguo, senza troppa difficoltà e senza dinosauri in CG.

> Il problema di quella scena e' che e' didascalica, cioe' tende ad
> ammaestrare piuttosto che a raccontare.

E' il problema di tante altre scene. Che dire del furto del vestito
della madre, e di quando il ragazzo urla al padre "tanto lei vuole bene
solo a me?".

Giusto per dirne una.


> : No, qui non ti seguo. Perché donne vecchi e bambini evidentemente non
> : sono la stessa cosa di dinosauri e pesci martello, per Malick.

> Urca, se lo sono...

> : Innanzitutto perché si pongono il problema di perché e percome
> : esistono, del loro dolore e di quello degli altri, e non sono
> : indifferenti, ma anzi sono madri amorevoli o padri autoritari,
> : provano la pietà e l'odio, teorizzano due vie per affrontare la vita:
> : quella della grazia e quella della natura. Ovviamente Malick è
> : decisamente per la prima e ho il sospetto che la seconda la riduca
> : all'homo homini lupus, se accettiamo il fatto che la madre indichi la
> : via della grazia, e che il padre faccia da contraltare.

> ...lo sono perche' Malick descrive l'uomo sempre come essere umano
> singolare, cioe' entita' puramente biologica. Le dinamiche dell'uomo
> malickiano sono sempre e solo dinamiche interiori e individuali; l'elemento
> umano per eccellenza e' la coscienza, il cui oggetto e', puntualmente,
> l'angoscia e/o la solitudine.

Ma sono proprio queste caratteristiche umane per eccellenza a farne un
unicum, che lo differenzia dai coccodrilli, dagli alberi e dagli steli
d'erba. Poi non è vero che le dinamiche sono solo individuali. E' vero
che Malick predilige l'indagine introspettiva. Ma già in The New World
l'attenzione si posa anche sui diversi modi in cui si organizzano le
società degli indiani e dei colonizzatori, sui rapporti tra le due
società e tra i singoli appartenenti a culture diverse.

In quest'ultimo film le dinamiche famigliari sono ancora più importanti.
L'angoscia e la solitudine vengono interiorizzate, certo, dai due
personaggi principali, la madre "aggraziata" e il figlio/adulto, ma i
loro tormenti nascono principalmente dalla difficoltà e dalla rottura
dei legami all'interno della famiglia.


> I tre personaggi chiave del blocco "lungo" sono esseri del tutto
> de-relazionati, esseri viventi che si agitano solo singolarmente e i cui
> soli rapporti rimangono biologici o convenzionali. Ognuno ha sempre e
> soltanto un proprio flusso di coscienza in cui gli "altri" sono solo oggetti
> e il cui nucleo e' sempre e solo l'autoreferenza, l'essere.

Non capisco cosa intendi per "biologici o convenzionali", le relazioni
madre-figlio, padre-figlio, marito-moglie non sono convenzionali, sono
le relazioni base, le prime sperimentate da ogni individuo. Raccontare
la solitudine e l'angoscia individuale (ma nel caso della madre non
viene raccontato solo questo) non vuol dire raccontare esseri
derelazionati. Anzi direi che i tormenti interiori, soprattutto in
questo film, ma anche nel precedente, hanno la loro origine proprio in
questi rapporti.


> La famosa via della grazia introdotta nel primo blocco, con una voce
> narrante oggettiva, e' quell'abiura di cui ho parlato nel primo intervento.
> Ritenuta insufficiente la visione del mondo *solo* intellettuale (quella
> delle cazzate di cui ho parlato nel primo post), il regista vira verso la
> soluzione mistico-religiosa, senza mai pero' esserne del tutto convinto e,
> per questo, non ottenendo efficacia espressiva.

> Infatti la 'grazia' non e' quella roba che ci fa vedere Malick, quella si
> chiama solo rassegnazione. La 'grazia' e' uno stato attivo, non passivo, non
> la genuflessione perpetua.

Però la 'grazia' della madre non è solo rassegnazione, è una via
alternativa, basata sulla mitezza, opposta agli insegnamenti del padre.
E' proprio la 'grazia' della dottrina cristiana, a mio parere. Ricordi
che esorta i figli ad amare tutti, a vivere in pace con tutti, ecc.
A mio parere resta una via basata su una speranza mal riposta, la
speranza che il proprio dolore e la propria esistenza abbiano un Senso.
Da questo punto di vista il suo atteggiamento è il contrario della
rassegnazione, ovvero della presa d'atto che tutto ciò che ti accade
*non è* l'attuarsi di un piano provvidenziale, e quindi necessariamente
'buono', anche se di una bontà che si esplica in modalità incomprensibili.

Certo sarebbe stato più interessante se, anziché morire in un incidente,
il figlio fosse morto per precisa colpa di qualcuno. Ma ho il sospetto
che questa donna avrebbe comunque offerto suo figlio a dio...


> La grazia e' quella di Mouchette magari, una cosa che solo chi conosce molto
> bene il tema e' in grado di rappresentare con dovizia.

Mi manca.


> : Certo che la "supernatura" è inconoscibile, nel senso pieno del
> : termine. Ma la "supernatura" agli uomini riserva comunque un posticino
> : privilegiato, nell'ordine delle cose. Sarà inconoscibile ma esiste la
> : via della grazia, esiste la via indicata dalla religione.

> Esisteranno anche, ma non ci crede.

Ecco, fermo restando che sapere se Malick ci creda o no è ininfluente,
non so come tu possa sostenere che non ci crede. L'inefficacia o il
fallimento del suo modo di esprimere questi concetti non vuol dire che
egli non ci creda o, cosa più importante, che il film non sia impostato
proprio su quella visione del mondo.


> :: La pieta' non e' roba da Malick.
> :: La roba di Malick e' piu' *grossa*, e' una *grossa* categoria
> :: intellettuale che non si puo' ridurre alla pieta', e' un "ente", un
> :: entone.
> :: E' l' "esserci", e' il farne parte, assieme ai girini (cosi' come la
> :: spiaggia non e' il 'paradiso', ma il "non esserci")

> : Macche', la spiaggia E' il paradiso. Se appare imbarazzante è perché
> : l'idea, in sé, non è rappresentabile; in realtà non è nemmeno chiara
> : nella mente di chi lo vaneggia.

> Bravo, bene, bis.
> E' il paradiso, nella didascalia cinematografica. Ma appare come un
> accrocchio, un corpo estraneo cinematografico. Perche' non ci crede, non sa
> cos'e'. Lui conosce bene gli 'entoni', quelli li sa descrivere in modo
> mirabile.

Ok, allora proviamo a fargli un po' di psicanalisi. Per quale motivo
avrebbe dovuto impelagarsi in un ordine di idee che non conosce e non
sente come suo? Questo film, come gli altri suoi, non è una marchetta.
Perché far finta di credere qualcosa in cui non crede?


--
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Joe
Re: The tree of life [messaggio #31544 è una risposta a message #31529] dom, 29 maggio 2011 10:44 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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susanna <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:

> Possibile

Ah ah, sei una persona così sfacciatamente legata alle tue personali
convinzioni che se altri contestano la _tua_ (sterile ed
autoreferenziale) weltanschauung, subito gridi al complotto, al
trollismo e tutta la paccottiglia di genere. Rilassati, non puoi essere
infallibile, anche l'ispettore Rock lo diceva.
Re: The tree of life [messaggio #31545 è una risposta a message #31544] dom, 29 maggio 2011 11:42 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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baz baz@invalid.invalid ha scritto:

: susanna <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:
:
:: Possibile
:
: Ah ah, sei una persona così sfacciatamente legata alle tue personali
: convinzioni che se altri contestano la _tua_ (sterile ed
: autoreferenziale) weltanschauung, subito gridi al complotto, al
: trollismo e tutta la paccottiglia di genere. Rilassati, non puoi
: essere infallibile, anche l'ispettore Rock lo diceva.


Bando alle ciance, baz: hai visto o no il filmone?
Oramai anche Rock lo ha capito: hai sparato un sacco di fregnacce senza
nemmeno aver visto il film?

Altro che troll.



susanna
Re: The tree of life [messaggio #31557 è una risposta a message #31545] dom, 29 maggio 2011 22:28 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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susanna <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:

> il filmone

yep. E' uno sbaglio?
Se me lo dici tu (massimo due righe da 72 caratteri) ci credo. Loggiùro.
Cominci ad essere simpatica, ho letto il tuo intervento fiume anti
feisbùk. Un po' di mal di testa mi è venuto, ma siamo sostanzialmente
d'acc. Un piccolo passo etc etc.

Tuo Neil Armstrong.
Re: The tree of life [messaggio #31560 è una risposta a message #31536] dom, 29 maggio 2011 22:52 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Joe Silver" <joe.silver@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:irrpem$grj$1@tdi.cu.mi.it...
> Il 28/05/2011 20:22, susanna ha scritto:
>
>
> D'altronde se qualcuno ha visto del dolore nella rappresentazione della
> nascita delle stelle, se un lacrimosa basta a rendere tutto l'universo
> partecipe della sofferenza di una madre (cosa che a me sembra
> assolutamente estranea alle intenzioni di Malick)

Non so se ti riferisci a me, ma, nel caso, non mi pare di aver detto questo.

L'universo malickiano è cieco, darwiniano, del tutto indifferente alle sorti
umane, assolutamente non partecipe del dolore di una madre.
Dicevo un'altra cosa: il lutto materno di cui al primo blocco, e la
"ricerca aleggiante"(dove sei?) della madre stessa, rendono le immagini
cosmico-evolutive intimamente coinvolgenti, personali, qualcosa di più di un
semplice documentario-descrittivo-in-stile-discovery-channel.

Se Malick, invece, avesse aperto il film con l'evoluzione cosmica, la
sequenza avrebbe significato soltanto: le cose funzionano così e così, sono
andate così e cosà.

Insomma, sarò imbranato io a spiegarmi, ma mi pare un discorso semplice.

> Però la 'grazia' della madre non è solo rassegnazione, è una via
> alternativa, basata sulla mitezza, opposta agli insegnamenti del padre. E'
> proprio la 'grazia' della dottrina cristiana, a mio parere. Ricordi che
> esorta i figli ad amare tutti, a vivere in pace con tutti, ecc.
> A mio parere resta una via basata su una speranza mal riposta, la speranza
> che il proprio dolore e la propria esistenza abbiano un Senso. Da questo
> punto di vista il suo atteggiamento è il contrario della rassegnazione,
> ovvero della presa d'atto che tutto ciò che ti accade *non è* l'attuarsi
> di un piano provvidenziale, e quindi necessariamente 'buono', anche se di
> una bontà che si esplica in modalità incomprensibili.

La Chastain è un donna reale, adulta, matura, ovv. legata a una certa epoca
e a un certo ambiente, il suo comportamento è descritto in termini del tutto
realistici, non rappresenta la "grazia".

La grazia, nel film, è solo un atteggiamento ideale insegnatole "dalle
suore", cui lei tende a conformarsi essendo inevitabilmente influenzata
dall'educazione ricevuta, e non sempre ci riesce (si veda il litigio col
marito, ad es.).
Il film descrive degli esseri umani, non dei simboli.

Malick, come al solito, usa i voice-over non per fare "prediche", ma proprio
per scindere il piano reale da quello ideale.
Anche nel marito si combattono grazia e natura, così come, ovviamente, nel
figlio.

> Certo sarebbe stato più interessante se, anziché morire in un incidente,
> il figlio fosse morto per precisa colpa di qualcuno.

Direi che qui malick parla della morte in generale.
Re: The tree of life [messaggio #31570 è una risposta a message #31560] dom, 29 maggio 2011 23:51 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 29/05/2011 22:52, rober1 (U-N-O) ha scritto:

>> D'altronde se qualcuno ha visto del dolore nella rappresentazione della
>> nascita delle stelle, se un lacrimosa basta a rendere tutto l'universo
>> partecipe della sofferenza di una madre (cosa che a me sembra
>> assolutamente estranea alle intenzioni di Malick)

> Non so se ti riferisci a me, ma, nel caso, non mi pare di aver detto questo.

Ok, in effetti dici qualcosa di diverso:

«Ne nasce (per me) un pathos incredibile, quello di un "lacrimosa"
materno che commenta la nascita dolorosa delle stelle e di tutto il
resto, e scusa se è poco.»

E' la "nascita delle stelle e di tutto il resto" ad essere dolorosa, ma
perché? E soprattutto dolorosa per chi?

Io non penso che la donna sogni o si immagini un universo in cui anche
le stelle e i vulcani soffrano come lei.


> L'universo malickiano è cieco, darwiniano, del tutto indifferente alle sorti
> umane, assolutamente non partecipe del dolore di una madre.
> Dicevo un'altra cosa: il lutto materno di cui al primo blocco, e la
> "ricerca aleggiante"(dove sei?) della madre stessa, rendono le immagini
> cosmico-evolutive intimamente coinvolgenti, personali, qualcosa di più di un
> semplice documentario-descrittivo-in-stile-discovery-channel.

Che questo sia l'intento non lo metto in dubbio. E che riesca ad essere
efficace (anche se a me non fa lo stesso effetto), pure.

Va da sé che io non ci vedo rappresentato l'universo che soffre, però
quella tua frase lasciava intendere questo.


> Se Malick, invece, avesse aperto il film con l'evoluzione cosmica, la
> sequenza avrebbe significato soltanto: le cose funzionano così e così, sono
> andate così e cosà.

Beh, se mi confermi che la visione malickiana dell'universo e della
natura è indubitabilmente darwiniana, indifferente alle sorti umane
(anch'io ritengo che questa sia la visione di Malick), evidentemente
questa visione rimane sottintesa nonostante la scelta di giustapporre
l'evoluzione cosmica e biologica alla morte del ragazzo e alla preghiera
della madre (con Lacrimosa in sottofondo). La madre però non si rivolge
alla natura, o all'universo; si rivolge a Dio.

A questo punto la domanda interessante è se, stando a come ce la
racconta Malick, l'invocazione della madre si perde tra nebulose
stellari e galassie, in un mondo in cui le cose funzionano così e cosà e
basta; oppure se il dolore di quella madre è giustificato da un Senso
che, sia pure inafferrabile, lo ricollochi in un ordine complessivo in
cui non risulti gratuito e meccanicistico come l'eruzione di un vulcano
o l'accendersi di una stella.

Purtroppo la risposta a questa domanda non viene mai messa seriamente in
dubbio. Susanna può sostenere che Malick non ci crede, ma il film sì,
dal primo all'ultimo fotogramma.

E sia. Però il film cessa di coinvolgermi proprio nel momento in cui mi
chiede di aderire totalmente a questa visione.


> La Chastain è un donna reale, adulta, matura, ovv. legata a una certa epoca
> e a un certo ambiente, il suo comportamento è descritto in termini del tutto
> realistici, non rappresenta la "grazia".

Non sono d'accordo. Non è questione di realismo vs allegoria, l'uno qui
non esclude l'altra. La madre è assolutamente fedele alla "via della
grazia", in questo film, dalla prima all'ultima scena, senza un
tentennamento, senza un cedimento.


> La grazia, nel film, è solo un atteggiamento ideale insegnatole "dalle
> suore", cui lei tende a conformarsi essendo inevitabilmente influenzata
> dall'educazione ricevuta, e non sempre ci riesce (si veda il litigio col
> marito, ad es.).

> Il film descrive degli esseri umani, non dei simboli.

Guarda che il litigio col marito consiste nello sbattere i piatti nel
lavello, nel tenergli il broncio per cinque minuti e basta. Questa donna
non contravviene mai seriamente ai suoi precetti. Bada che non sto
dicendo che per questo sia irrealistica o non riuscita come personaggio,
sto solo contestando il fatto che lei e il marito non rappresentino
*anche* due simboli, due "vie" diverse.

Il marito però ne viene fuori un po' più appiattito. Ma questo è
naturale, nell'ottica del film: lui non si affida totalmente alla
grazia, ma prova a giocare secondo le regole del mondo, o quelle che lui
ritiene tali.


> Malick, come al solito, usa i voice-over non per fare "prediche", ma proprio
> per scindere il piano reale da quello ideale.
> Anche nel marito si combattono grazia e natura, così come, ovviamente, nel
> figlio.

Il problema è che in questo caso la predica non è nelle voci over, ma
nel film nel suo complesso. E' questo che ho trovato insopportabile. Il
famigerato "messaggio", l'ideologia di fondo, in questo film sono
spiattellate dal primo fotogramma (citazione di Giobbe) all'ultimo, con
una petulanza degna di un sermone.


>> Certo sarebbe stato più interessante se, anziché morire in un incidente,
>> il figlio fosse morto per precisa colpa di qualcuno.

> Direi che qui malick parla della morte in generale.

Sì ma lo dicevo per mettere alla prova la "grazia" di questa donna di
fronte a una morte non gratuita, e quindi immediatamente attribuita alla
volontà di Dio, come avviene nel film, ma ad una responsabilità
individuale di un altro uomo.

Ma mi rispondevo che non sarebbe cambiato nulla.


--
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Joe
Re: The tree of life [messaggio #31584 è una risposta a message #31557] lun, 30 maggio 2011 00:59 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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baz baz@invalid.invalid ha scritto:

: susanna <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:
:
:: il filmone
:
: yep. E' uno sbaglio?
: Se me lo dici tu (massimo due righe da 72 caratteri) ci credo.
: Loggiùro. Cominci ad essere simpatica, ho letto il tuo intervento
: fiume anti feisbùk. Un po' di mal di testa mi è venuto, ma siamo
: sostanzialmente d'acc. Un piccolo passo etc etc.
: Tuo Neil Armstrong.

Tranquillo, mi hai solo presa di traverso, che puo' essere rischioso.
Comunque non l'hai visto, si vede che non l'hai visto.



susanna
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31585 è una risposta a message #31523] lun, 30 maggio 2011 01:17 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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rober1 (U-N-O) <titiros1@libero.it> ha scritto:


: Preferisco TNW, l'ho rivisto giorni fa, capolavorone assolutissimo
: per me. Ciò perentoriamente detto, vedi un pò se questa scena ti
: risulta di averla vista, si trova appunto nella versione di 172
: minuti: http://www.youtube.com/watch?v=8P2LoVVGSH8

The new world mi piace di piu' perche' aldila' della solita maestria colgo
uno sforzo comunicativo maggiore, sincero, onesto. Il racconto, finalmente,
tra esseri umani e con la storia. Pero' ha maggiori difetti de La sottile
linea rossa, aldila' della versione (L'ho visto sia in sala che in Dvd; se
ho visto quella corta, figuriamoci le lunghe), che, invece, rimane di un
equilibrio e di una potenza espressiva terrificante.



: Le voci iniziali saranno anche poche, ma bastano ad evocare il
: necessariopathos cosmico (insieme al lutto di cui al primo blocco),
: anche per l'enfasi con cui sono recitate.


<omissis>

Tralascio di commentare il corpo del tuo messaggio perche', da come scrivi,
e' evidente che questo film (ma magari le modalita' complessive di Malick)
ti evoca precisissime emozioni che dipendono da tue particolari disposizioni
mentali e culturali.
Quando i film suscitano reazioni del genere hanno si' colpito il segno, ma
e' abbastanza complicato esporre con chiarezza perche' l'hanno fatto
(naturalmente succede anche a me con determinati film).

In ogni caso alcune delle cose che dici qui e anche in altre parti sono
sicuramente condivisibili, come ad esempio che la morte del figlio mediano
e' una morte neutra e universale; e quando sostieni che anche la figura del
padre ha una sua dialettica ben precisa e non e' monodimensionale.



::: Curiosità bis in chiusura: che ne pensi di Hereafter?
::
:: Mi manca. E' questione di selezione preventiva. Tra poco pero' dovro'
:: rassegnarmi.
:
: Vedilo, è un filmone, e poi ci sono molte analogie con questo.

Visto. Sono d'accordo, e' un filmone.
Ma non ci sono analogie con questo. Clint racconta storie; Malick fa
sermoni.




susanna
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31587 è una risposta a message #31506] lun, 30 maggio 2011 08:37 Messaggio precedenteMessaggio successivo
bazzyMUTANDE  è attualmente disconnesso bazzyMUTANDE
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Scriveva baz venerdì, 27/05/2011:
> [ b a z ] <bazzyMUTANDE@email.it> wrote:
>
>> questo BAZ
>
> Ma stai tranquillo, si vede che stai tra parentesi. anche da come scrivi
> le tue slinguate agli pseudoguru di IAC. "questo BAZ (non si sa mai)",
> mappèrfavore...

io non slinguo proprio una bella minchia, caro pseudonimo.

--
[ b a z ]
"Scettico io? Ne dubito!"
" La coerenza è l'ultimo rifugio delle persone prive di immaginazione"
- socio MSTC - Responsabile Gruppi Antanati Gomito/Piede
- SnS pf - socio sostenitore n°16506
- *Mister Vistracàonpetto* :-)
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31589 è una risposta a message #31587] lun, 30 maggio 2011 10:13 Messaggio precedenteMessaggio successivo
baz  è attualmente disconnesso baz
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[ b a z ] <bazzyMUTANDE@email.it> wrote:

> io

Ah ah, non ti offèndere, dài. Scherzavo.
Re: The tree of life [messaggio #31590 è una risposta a message #31584] lun, 30 maggio 2011 10:13 Messaggio precedenteMessaggio successivo
baz  è attualmente disconnesso baz
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susanna <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:

> Tranquillo

Ok, nemici come prima.

PS
Lo vidi.
Re: The tree of life [messaggio #31592 è una risposta a message #31536] lun, 30 maggio 2011 10:29 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Joe Silver ha scritto:

> Però la 'grazia' della madre non è solo rassegnazione, è una via
> alternativa, basata sulla mitezza, opposta agli insegnamenti del
> padre. E' proprio la 'grazia' della dottrina cristiana, a mio
> parere.

Eh si, non c'e' molto da discutere su questo
aspetto essenziale (peraltro messo chiaramente
in luce sin dall'inizio).

> Ricordi che esorta i figli ad amare tutti, a vivere in pace
> con tutti, ecc.
> A mio parere resta una via basata su una speranza mal riposta,

A mio parere, invece, mi sembra l'unica speranza
di cui si possa dire ben riposta. Mi sento di dire
che la speranza cristiana nell'agone delle soteriologie
ne esce vittoriosa alla grandissima :)

> la speranza che il proprio dolore e la propria esistenza abbiano
> un Senso.

Attenzione pero'. Tieni presente che il credente
cristiano fonda la speranza in Cristo, cioe' in
una persona reale -- ovviamente lo dico da credente,
probabilmente tu diresti: "in una persona creduta
reale".

Questo e' fondamentale, solo se la speranza e' riposta
in una persona puoi trarre il Senso, altrimenti
stiamo parlando di ideologia.

Tutto il film (cosi' come per il credente) si regge
nella speranza in una persona (il padre, la madre,
il fratello), e sulla *tragicita'* di questo af-fidarsi.

Cordiali saluti






--

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questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
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Re: The tree of life [messaggio #31594 è una risposta a message #31592] lun, 30 maggio 2011 12:15 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 30/05/2011 10:29, thisDeadBoy ha scritto:

>> Ricordi che esorta i figli ad amare tutti, a vivere in pace
>> con tutti, ecc.
>> A mio parere resta una via basata su una speranza mal riposta,

> A mio parere, invece, mi sembra l'unica speranza
> di cui si possa dire ben riposta. Mi sento di dire
> che la speranza cristiana nell'agone delle soteriologie
> ne esce vittoriosa alla grandissima :)

Naturalmente, lo dice anche Ahmadinejad: «"L'Islam è la religione più
bella, la migliore per l'Umanità e l'unica via per la salvezza»

Lo canta anche Pino Daniele in O' Scarrafone :)


>> la speranza che il proprio dolore e la propria esistenza abbiano
>> un Senso.

> Attenzione pero'. Tieni presente che il credente
> cristiano fonda la speranza in Cristo, cioe' in
> una persona reale -- ovviamente lo dico da credente,
> probabilmente tu diresti: "in una persona creduta
> reale".

> Questo e' fondamentale, solo se la speranza e' riposta
> in una persona puoi trarre il Senso, altrimenti
> stiamo parlando di ideologia.

Anche Maometto è stato una persona "reale" (forse più "reale", ovvero
realistica, del Cristo, ma non sono molto esperto), una persona reale in
cui altri credenti ripongono la propria fiducia
Ma non basta la persona "reale" a far nascere una religione. Del resto
il Senso, le escatologie, le "soteriologie"... sono di per sé
costruzioni ideologiche, senza le quali le religioni come le conosciamo
non esisterebbero.

Ma soprattutto sono le stratificazioni ideologiche (e mitologiche) a
fare di Gesù - persona reale - il Cristo.


> Tutto il film (cosi' come per il credente) si regge
> nella speranza in una persona (il padre, la madre,
> il fratello), e sulla *tragicita'* di questo af-fidarsi.

Anche. Sì. D'accordo. Mi viene in mente la scena in cui il fratello dice
"mi fido di te" e la sua fiducia viene tradita, con tanto di pentimento
del protagonista.

Piuttosto, a proposito di speranza riposta in Cristo, due recensori su
due di Avvenire fanno notare una cosa giusta: il Dio di questo film è di
un cristianesimo molto veterotestamentario.
E' vero che c'è la grazia, ma i riferimenti sono quasi esclusivamente
dal VT: prevalentemente Genesi e Giobbe.
La figura di Cristo è praticamente assente (salvo un'inquadratura, mi
pare), la protagonista non fa mai (mi pare) riferimenti diretti a Gesù,
sembra che la fede nel suo ruolo salvifico non sia un caposaldo del
credo di questa famiglia (e del loro ambiente). Il Dio di Malick è sì un
Dio al quale affidarsi anche quando è silente, ma è *troppo* silente,
sembra quasi un Dio che non interviene, ovvero che non sia mai
intervenuto nella storia umana.

Questo è molto curioso. Perché anche per le chiese protestanti americane
della Bible Belt la figura di Cristo è fondamentale, sicuramente.



--
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Joe
Re: The tree of life [messaggio #31595 è una risposta a message #31594] lun, 30 maggio 2011 13:07 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Joe Silver ha scritto:

> > A mio parere, invece, mi sembra l'unica speranza
> > di cui si possa dire ben riposta. Mi sento di dire
> > che la speranza cristiana nell'agone delle soteriologie
> > ne esce vittoriosa alla grandissima :)

> Naturalmente, lo dice anche Ahmadinejad: «"L'Islam è la religione più
> bella, la migliore per l'Umanità e l'unica via per la salvezza»

> Lo canta anche Pino Daniele in O' Scarrafone :)

Infatti, tuttavia, a mio parere, non c'e' bisogno
di essere dei fondamentalisti, e neppure dei credenti
per comprendere la ragione per cui un cristiano
ritiene la sua una speranza ben riposta.
Riportando le affermazioni di un Ahmadinejad,
confermi cio' che dico: e' vero che ci sono cristiani
fondamentalisti (in gergo: "farisei") che pongono la
dottrina su tutto (e spesso solo la lettera morta, e
dunque: ideologia), ma appunto dicono bella la
*religione*, ma in realta' se la nostra religione e'
bella lo e' grazie alla persona di Cristo.

> > Questo e' fondamentale, solo se la speranza e' riposta
> > in una persona puoi trarre il Senso, altrimenti
> > stiamo parlando di ideologia.

> Anche Maometto è stato una persona "reale" (forse più "reale",
> ovvero realistica, del Cristo, ma non sono molto esperto),
> una persona reale in cui altri credenti ripongono la propria fiducia

Infatti, quindi e' opportuno considerare, in questi
temi, la *persona*, per cui (la faccio veloce) si
crede primariamente in una persona, grazie a questo
si comprende il senso.

> Ma non basta la persona "reale" a far nascere una religione.
> Del resto il Senso, le escatologie, le "soteriologie"...
> sono di per sé costruzioni ideologiche, senza le quali le
> religioni come le conosciamo non esisterebbero.

Questo e' un altro discorso, che tu ritenga tutto un'ideologia
e' una tua convinzione altrettanto valida come la mia per cui
sono convinto che non tutto cio' che e' religioso e' ideologico.

> Ma soprattutto sono le stratificazioni ideologiche (e mitologiche)
> a fare di Gesù - persona reale - il Cristo.

Cio' che dici e' una teoria, ed in certi casi e' una
lettura di alcune derive che, ahime', ci sono, ma se
pretende di essere vera -- cioe' di esprimere l'essenza
della religione -- allora e' potenziale ideologia.
Ma tutto cio' e' palesemente OT, porterebbe via molto
tempo persuaderti del contrario, e soprattutto non devo
certo convertirti :)

> Anche. Sì. D'accordo. Mi viene in mente la scena in cui il fratello dice
> "mi fido di te" e la sua fiducia viene tradita, con tanto di pentimento
> del protagonista.

A cui fa seguito la "pietra angolare" del perdono,
per me e' il *cuore* del film.

> Questo è molto curioso. Perché anche per le chiese protestanti americane
> della Bible Belt la figura di Cristo è fondamentale, sicuramente.

Ho letto le recensioni e non sono del tutto d'accordo.
Per un semplice motivo: nella nostra religione la Grazia
e' Cristo. In questo senso quindi il film e' pienamente
cristiano.

L'assenza di riferimenti *diretti* a Gesu' non scalfisce,
a mio modo di vedere, questo semplice (e per me geniale)
assunto, e se qualcuno sente la mancanza di immagini del
Redentore, beh veda la loro assenza come una teologia in
immagini apofatiche :)

In quanto al ruolo salvifico non cosi' presente, o
esplicito, nel credo della famiglia, ebbene mi sembra
del tutto realistico; d'altronde proprio la comprensione
di questo "ruolo" fa parte, mi sembra, dell'esperienza
di ognuno dei protagonisti.

Cordiali saluti









--

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Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31596 è una risposta a message #31589] lun, 30 maggio 2011 13:22 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 30/05/2011, baz ha detto :
> [ b a z ] <bazzyMUTANDE@email.it> wrote:
>
>> io
>
> Ah ah, non ti offèndere, dài. Scherzavo.

metti le faccette, mi hai dato di leccaculo, cosa che proprio non
sopporto...

--
[ b a z ]
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" La coerenza è l'ultimo rifugio delle persone prive di immaginazione"
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Re: The tree of life [messaggio #31597 è una risposta a message #31487] lun, 30 maggio 2011 14:27 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 27 Mag, 13:55, "susanna" <s...@eliminami.libero.anchequesto.it>
wrote:
> [ b a z ] <bazzyMUTA...@email.it> ha scritto:
>
> : vorrei precisare che non sono io questo BAZ (non si sa mai)
>
> Tu hai le quadre, me ne ero accorta.
>

Qui sono morto.


Michele
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31599 è una risposta a message #31596] lun, 30 maggio 2011 16:18 Messaggio precedenteMessaggio successivo
baz  è attualmente disconnesso baz
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[ b a z ] <bazzyMUTANDE@email.it> wrote:

> metti

mannò, che leccac***, mai scritto, sarebbe volgare. Sei "affascinato" da
certe presenze quissù e te le slingui [ ;p ]
Và che faccina linguacciùta, in squarebrackets.
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31602 è una risposta a message #31599] lun, 30 maggio 2011 17:30 Messaggio precedenteMessaggio successivo
bazzyMUTANDE  è attualmente disconnesso bazzyMUTANDE
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baz ci ha detto :
> Sei "affascinato" da
> certe presenze quissù e te le slingui [ ;p ]
> Và che faccina linguacciùta, in squarebrackets.

mna lo sai che veramente non ti seguo!?
chi SLINGUEREI secondo te!?

non posto quasi mai...

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[ b a z ]
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Re: The tree of life [messaggio #31609 è una risposta a message #31595] lun, 30 maggio 2011 20:04 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Joe Silver  è attualmente disconnesso Joe Silver
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Senior Member
Il 30/05/2011 13:07, thisDeadBoy ha scritto:

>> Lo canta anche Pino Daniele in O' Scarrafone :)
>
> Infatti, tuttavia, a mio parere, non c'e' bisogno
> di essere dei fondamentalisti, e neppure dei credenti
> per comprendere la ragione per cui un cristiano
> ritiene la sua una speranza ben riposta.
> Riportando le affermazioni di un Ahmadinejad,
> confermi cio' che dico: e' vero che ci sono cristiani
> fondamentalisti (in gergo: "farisei") che pongono la
> dottrina su tutto (e spesso solo la lettera morta, e
> dunque: ideologia), ma appunto dicono bella la
> *religione*, ma in realta' se la nostra religione e'
> bella lo e' grazie alla persona di Cristo.

vabbe' il senso della mia battuta era: graziearcazzo che la religione
cristiana per te vince alla grandissima, devo ancora incontrarlo un
credente che dica "per me l'altra religione è più meglio della mia". :)


>>> Questo e' fondamentale, solo se la speranza e' riposta
>>> in una persona puoi trarre il Senso, altrimenti
>>> stiamo parlando di ideologia.

>> Anche Maometto è stato una persona "reale" (forse più "reale",
>> ovvero realistica, del Cristo, ma non sono molto esperto),
>> una persona reale in cui altri credenti ripongono la propria fiducia

> Infatti, quindi e' opportuno considerare, in questi
> temi, la *persona*, per cui (la faccio veloce) si
> crede primariamente in una persona, grazie a questo
> si comprende il senso.

sì ma ciò che differenzia una religione dall'altra non è che in ognuna
bisogna riporre fiducia in una persona diversa, abbi pazienza, sono
capisaldi della dottrina, il credo.


>> Ma non basta la persona "reale" a far nascere una religione.
>> Del resto il Senso, le escatologie, le "soteriologie"...
>> sono di per sé costruzioni ideologiche, senza le quali le
>> religioni come le conosciamo non esisterebbero.

> Questo e' un altro discorso, che tu ritenga tutto un'ideologia
> e' una tua convinzione altrettanto valida come la mia per cui
> sono convinto che non tutto cio' che e' religioso e' ideologico.

Io non ho detto che tutto ciò che è religioso è ideologico. Sostengo che
le religioni forniscono delle potenti visioni del mondo, delle griglie
ideologiche molto più forti ogni altra. Ed è l'aspetto che mi interessa
di più perché è l'unico che in qualche modo mi tocca.

(snip)


>> Questo è molto curioso. Perché anche per le chiese protestanti americane
>> della Bible Belt la figura di Cristo è fondamentale, sicuramente.

> Ho letto le recensioni e non sono del tutto d'accordo.
> Per un semplice motivo: nella nostra religione la Grazia
> e' Cristo. In questo senso quindi il film e' pienamente
> cristiano.

Ne sono convinto. Però è la prima volta che vedo un'opera pienamente
cristiana in cui Cristo non è quasi citato. Sarà anche il perdono la
pietra angolare, ma la fede nella divinità di Gesù e nel suo ruolo di
redentore è altrettanto fondamentale, altrimenti è solo un maestro di virtù.


> In quanto al ruolo salvifico non cosi' presente, o
> esplicito, nel credo della famiglia, ebbene mi sembra
> del tutto realistico; d'altronde proprio la comprensione
> di questo "ruolo" fa parte, mi sembra, dell'esperienza
> di ognuno dei protagonisti.

Nel senso che lo maturano del corso della loro vita?



--
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Joe
Re: The tree of life [messaggio #31610 è una risposta a message #31609] lun, 30 maggio 2011 21:27 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Registrato: maggio 2011
Junior Member
Joe Silver ha scritto:

> vabbe' il senso della mia battuta era: graziearcazzo che la religione
> cristiana per te vince alla grandissima, devo ancora incontrarlo un
> credente che dica "per me l'altra religione è più meglio della mia". :)

Ovviamente. Rimane inespresso, almeno mi pare,
il motivo per cui sarebbe una speranza mal riposta.

> sì ma ciò che differenzia una religione dall'altra non è che in ognuna
> bisogna riporre fiducia in una persona diversa, abbi pazienza, sono
> capisaldi della dottrina, il credo.

Certo, ma e' proprio la differenza di cio'
in cui il credo si fonda che e', imho, significativo.

> Io non ho detto che tutto ciò che è religioso è ideologico. Sostengo che
> le religioni forniscono delle potenti visioni del mondo, delle griglie
> ideologiche molto più forti ogni altra. Ed è l'aspetto che mi interessa
> di più perché è l'unico che in qualche modo mi tocca.

Direi che dalla modernita' ad oggi il "veicolo"
per le ideologie prende anche altri modelli,
paradossalmente, a mio avviso, oggi la religione
non e' piu' cosi' facilmente "ideologicizzabile".

> > Ho letto le recensioni e non sono del tutto d'accordo.
> > Per un semplice motivo: nella nostra religione la Grazia
> > e' Cristo. In questo senso quindi il film e' pienamente
> > cristiano.

> Ne sono convinto. Però è la prima volta che vedo un'opera pienamente
> cristiana in cui Cristo non è quasi citato. Sarà anche il perdono la
> pietra angolare, ma la fede nella divinità di Gesù e nel suo ruolo di
> redentore è altrettanto fondamentale, altrimenti è solo un maestro di
> virtù.

Esatto, ma a mio parere la "non citazione" e' un
falso problema, se cosi' si puo' dire, data l'universalita'
che il cristianesimo, in piu' modi, sostiene di avere.

> > In quanto al ruolo salvifico non cosi' presente, o
> > esplicito, nel credo della famiglia, ebbene mi sembra
> > del tutto realistico; d'altronde proprio la comprensione
> > di questo "ruolo" fa parte, mi sembra, dell'esperienza
> > di ognuno dei protagonisti.

> Nel senso che lo maturano del corso della loro vita?

Direi proprio di si, ogni personaggio ha un episodio
di "comprensione". La madre quando fa dono del figlio,
il padre quando realizza di aver sempre curato altro,
il figlio quando viene perdonato dal fratello. Questa,
a mio modo di vedere, "presa di coscienza" e' l'evento
con il quale ognuno *realizza* la Grazia, e l'episodio
"on the beach" ne testimonia la realizzazione alla
fine dei tempi.


Saluti





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Re: The tree of life [messaggio #31611 è una risposta a message #31570] lun, 30 maggio 2011 21:31 Messaggio precedenteMessaggio successivo
rober1 \(U-N-O\)  è attualmente disconnesso rober1 \(U-N-O\)
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Registrato: febbraio 2011
Member
"Joe Silver" <joe.silver@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:iruf4n$lgk$1@tdi.cu.mi.it...
> Il 29/05/2011 22:52, rober1 (U-N-O) ha scritto:
>
>>> D'altronde se qualcuno ha visto del dolore nella rappresentazione della
>>> nascita delle stelle, se un lacrimosa basta a rendere tutto l'universo
>>> partecipe della sofferenza di una madre (cosa che a me sembra
>>> assolutamente estranea alle intenzioni di Malick)
>
>> Non so se ti riferisci a me, ma, nel caso, non mi pare di aver detto
>> questo.
>
> Ok, in effetti dici qualcosa di diverso:
>
> «Ne nasce (per me) un pathos incredibile, quello di un "lacrimosa" materno
> che commenta la nascita dolorosa delle stelle e di tutto il resto, e scusa
> se è poco.»
>
> E' la "nascita delle stelle e di tutto il resto" ad essere dolorosa, ma
> perché? E soprattutto dolorosa per chi?

Per la chastain, ovviamente. Per S.Penn.
Volendo per tutti noi, essendo ahimè mortali.

> Io non penso che la donna sogni o si immagini un universo in cui anche le
> stelle e i vulcani soffrano come lei.

Non ho detto che se le immagina, le scene sono realistiche e i vulcani
ovviamente non soffrono (figuriamoci!), solo che se io sento un "figlio,
mio, dove sei?" mentre scorrono vulcani & nuvole, non faccio fatica a
immaginare/sentire gli "occhi di una madre" che "guardano".

Ho scritto "visioni", "soggettivo" e "guardano" tra virgolette, eh.

> Beh, se mi confermi che la visione malickiana dell'universo e della natura
> è indubitabilmente darwiniana, indifferente alle sorti umane (anch'io
> ritengo che questa sia la visione di Malick), evidentemente questa visione
> rimane sottintesa nonostante la scelta di giustapporre l'evoluzione
> cosmica e biologica alla morte del ragazzo e alla preghiera della madre
> (con Lacrimosa in sottofondo).

Certo, verissimo, infatti il contrasto è tra indifferenza della natura e
pietas umana, il lacrimosa esprime un dolore umano, non quello impossibile
di un universo indifferente.

<La madre però non si rivolge alla natura, o
> all'universo; si rivolge a Dio.

No, se ci fai caso si rivolge al figlio. E S.Penn al fratello.
E' qui l'ambiguità bizzarra, che deadboy magari interpreterà in chiave
religiosa, io no.

> A questo punto la domanda interessante è se, stando a come ce la racconta
> Malick, l'invocazione della madre si perde tra nebulose stellari e
> galassie, in un mondo in cui le cose funzionano così e cosà e basta;
> oppure se il dolore di quella madre è giustificato da un Senso che, sia
> pure inafferrabile, lo ricollochi in un ordine complessivo in cui non
> risulti gratuito e meccanicistico come l'eruzione di un vulcano o
> l'accendersi di una stella.

La Chastain è cristiana, non ci sono dubbi (ce lo dice all'inizio e lo
conferma col suo comportamento), e in quanto tale crede o prova a credere, e
quindi si sforza di ricollocare la sua vita in un ordine di Senso con la
maiuscola.
Il punto è: il film abbraccia in toto il suo punto di vista, il punto di
vista di malick coincide con quello che lei idealmente vorrebbe abbracciare?
Io dico di no, nemmeno alla fine, nonostante la super-apoteosi.

Innanzitutto perchè il film è tutto nella testa di S.Penn, quindi è lui, non
la madre, il soggetto che cerca un senso (ma vedi dopo).

>> La Chastain è un donna reale, adulta, matura, ovv. legata a una certa
>> epoca
>> e a un certo ambiente, il suo comportamento è descritto in termini del
>> tutto
>> realistici, non rappresenta la "grazia".
>
> Non sono d'accordo. Non è questione di realismo vs allegoria, l'uno qui
> non esclude l'altra. La madre è assolutamente fedele alla "via della
> grazia", in questo film, dalla prima all'ultima scena, senza un
> tentennamento, senza un cedimento.

Io i tentennamenti e i piccoi cedimenti li ho visti.

> > Il film descrive degli esseri umani, non dei simboli.
>
> Guarda che il litigio col marito consiste nello sbattere i piatti nel
> lavello, nel tenergli il broncio per cinque minuti e basta.

E allora?
E' già qualcosa, bisogna tener conto dell'epoca, dell'ambiente, del
personaggio, etc.
In quella situazione lei non è per nulla "aggraziata".

> sto solo contestando il fatto che lei e il marito non <rappresentino
> *anche* due simboli, due "vie" diverse.

Se dici "anche" sono d'accordo.

> Il marito però ne viene fuori un po' più appiattito. Ma questo è naturale,
> nell'ottica del film: lui non si affida totalmente alla grazia, ma prova a
> giocare secondo le regole del mondo, o quelle che lui ritiene tali.

Infatti il marito inclina di più verso la natura.

> Il problema è che in questo caso la predica non è nelle voci over, ma nel
> film nel suo complesso. E' questo che ho trovato insopportabile. Il
> famigerato "messaggio", l'ideologia di fondo, in questo film sono
> spiattellate dal primo fotogramma (citazione di Giobbe) all'ultimo, con
> una petulanza degna di un sermone.

Ovviamente il nodo è qui, provo a ri-districare.

Io (parlando un attimo di sensazioni personali, che magari contano pure
quelle) non ho vissuto il finale come un voler dire, da parte di malick (e
senza nemmeno crederci, tra l'altro!): "ok, venite, conosoliamoci, alla Fine
dei tempi finiremo tutti in un bel paradiso in riva al mare, che, tra
l'altro, ricorda molto quel filmetto con robin williams!", ma come una
catarsi familiare - e quindi in qualche modo personale, non universale.

E infatti S.Penn a fine corsa esce dal grattacielo e si guada intorno
("combattere sempre dentro di me", sembra dire ancora il suo volto)

Vogliamo oconsiderare S.Penn conciliato, "convertito"? Bene, ma per me
cambia poco.
Il film è un andirivieni spazio-temporale, ogni tanto si passa dal passato
al presente, inquadrando Penn sul grattacielo che pensa e ricorda.
Questa tecnica narrativa ci permette appunto di considerare le scenette
familiari come visioni personali, soggettive (ricordi, appunto).
Alla fine accade praticamente lo stesso.
Visione, stacco, ritorno alla realtà (penn che scende dal grattacielo), per
cui la visione celeste, come i ricordi, è *sua*.
Malick ti permette di guardare alla catarsi penniana dall'esterno, con
distacco, il suo punto di vista non si fonde mai con quello del personaggio.
Ne condivide solo, ed enfaticamente, l'angoscia e il desiderio di
conciliazione.

Insomma, il film non è un sermone, è la storia di un uomo che si interroga
sulla morte personale/universale e cerca di riconnettersi con la sua
infanzia cercando un Senso, magari trovandolo ma sempre personalmente.

In altri termini ancora:
1) I personaggi si ritrovano effettivamente in paradiso alla fine dei tempi,
e la madre riconsegna il figlio a dio.
2) S.Penn accetta la visione cristiana e crede o sembra credere in tutto
ciò.

Mi sembrano due situazioni narrative diverse.

Sovrinterpreto? non lo so, lo rivedrò.

>>> Certo sarebbe stato più interessante se, anziché morire in un incidente,
>>> il figlio fosse morto per precisa colpa di qualcuno.
>
>> Direi che qui malick parla della morte in generale.
>
> Sì ma lo dicevo per mettere alla prova la "grazia" di questa donna di
> fronte a una morte non gratuita, e quindi immediatamente attribuita alla
> volontà di Dio, come avviene nel film, ma ad una responsabilità
> individuale di un altro uomo.
>
> Ma mi rispondevo che non sarebbe cambiato nulla.

E che ne sai?
Il film vuole parlare di una morte casuale, generica, non puoi attribuirgli
intenzioni impossibili da verificare immaginando ipotesi narrative
alternative.
Re: The tree of life [messaggio #31617 è una risposta a message #31544] mar, 31 maggio 2011 05:05 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 29/05/2011 10:44, baz ha scritto:

> Ah ah, sei una persona così sfacciatamente legata alle tue

uhhhhh basta recensire il recensore.

Se non hai visto il film aspetta a difenderlo, vallo a vedere, magari
scopri che susanna ha ragione.
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31618 è una risposta a message #31523] mar, 31 maggio 2011 05:09 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 28/05/2011 16:42, rober1 (U-N-O) ha scritto:

> E' solo che vorrei vedere qualcun altro, qui dentro, entusiasmarsi per
> questa meravigliosa meraviglia filmica

difficile entusiasmarsi per questo predicozzo panspirituale, a messa non
ci vado la domenica, e se ci vado non mi aspetto di pagare 8 euro per farlo.
Re: The tree of life [messaggio #31631 è una risposta a message #31610] mar, 31 maggio 2011 10:19 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Joe Silver  è attualmente disconnesso Joe Silver
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Il 30/05/2011 21:27, thisDeadBoy ha scritto:
> Joe Silver ha scritto:

> Ovviamente. Rimane inespresso, almeno mi pare,
> il motivo per cui sarebbe una speranza mal riposta.

Beh, pensavo avessimo deciso di lasciar cadere il discorso...

E' una speranza mal riposta perché basata su un atto di fede, in
qualcosa che va contro ogni evidenza e che ha deboli argomenti a favore.


>> Io non ho detto che tutto ciò che è religioso è ideologico. Sostengo che
>> le religioni forniscono delle potenti visioni del mondo, delle griglie
>> ideologiche molto più forti ogni altra. Ed è l'aspetto che mi interessa
>> di più perché è l'unico che in qualche modo mi tocca.

> Direi che dalla modernita' ad oggi il "veicolo"
> per le ideologie prende anche altri modelli,
> paradossalmente, a mio avviso, oggi la religione
> non e' piu' cosi' facilmente "ideologicizzabile".

Non so perché parli di veicolo. Io non sto dicendo che le religioni
siano veicolo per le ideologie, che siano strumentalizzate.

Mettiamola così, non usiamo la parola ideologia, visto che oggi è intesa
solo in senso negativo, usiamo l'espressione "visione del mondo". Le
religioni sono visioni del mondo estremamente forti, nel senso che
permeano tanti aspetti della vita umana, individuale e sociale, abbiamo
detto che aspirano a dare un senso complessivo al mondo all'esistenza
umana. Non sono teorie che si limitano solo a formulare modelli
economici, ad esempio, o teorie politiche.


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Re: The tree of life [messaggio #31660 è una risposta a message #31631] mar, 31 maggio 2011 17:28 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Joe Silver ha scritto:


> Beh, pensavo avessimo deciso di lasciar cadere il discorso...

Piu' o meno, volevo solo capire un po' meglio.

> E' una speranza mal riposta perché basata su un atto di fede, in
> qualcosa che va contro ogni evidenza e che ha deboli argomenti a favore.

Ok.

> > Direi che dalla modernita' ad oggi il "veicolo"
> > per le ideologie prende anche altri modelli,
> > paradossalmente, a mio avviso, oggi la religione
> > non e' piu' cosi' facilmente "ideologicizzabile".

> Non so perché parli di veicolo. Io non sto dicendo che le religioni
> siano veicolo per le ideologie, che siano strumentalizzate.

Tu sai bene che qualsiasi ideologia per pretendere
di "imporsi" deve convincere la persona, quindi deve
in qualche modo strumentalizzare le idee vere (dal
mio punto di vista). In questo senso ogni idea, per
me, e' "veicolo" per le eventuali ideologie che la
"adottano".

> Mettiamola così, non usiamo la parola ideologia,
> visto che oggi è intesa solo in senso negativo,
> usiamo l'espressione "visione del mondo". Le
> religioni sono visioni del mondo estremamente
> forti, nel senso che permeano tanti aspetti della
> vita umana, individuale e sociale, abbiamo
> detto che aspirano a dare un senso complessivo al
> mondo all'esistenza umana. Non sono teorie che si
> limitano solo a formulare modelli
> economici, ad esempio, o teorie politiche.

Infatti, e' il motivo per cui le dico "veicolo".

Grazie

Saluti






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Re: The tree of life [messaggio #31661 è una risposta a message #31438] mar, 31 maggio 2011 17:29 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 26 Mag, 00:17, "susanna" <s...@eliminami.libero.anchequesto.it>
wrote:
> Da 1 a 10: 5.

Per me supera la sufficienza, nonostante condivida quasi totalmente
ciò che dici in seguito.


> Malick rinuncia alla sua visione del mondo e delle cose, ampiamente
> dibattutta in un thread storico su The thin red line,

dovrò recuperarlo, a me LSLR mi aveva frantumato i maroni


> Ecco, persa la bussola del discorso, viene a perdersi anche la bussola del
> linguaggio e dell'estetica del discorso. Quindi, ad esempio, le sue famose
> 'contro-plongee arboree' (50 in La sottile linea rossa, 100 in The new
> world, 10000 in questo) rimangono solo stucchevoli e banalmente ripetitive,
> perdendo il significato cristallino originale.

Non le ho contate, ma a me erano sembrate molte di più in LSLR, tanto
da trovarle insopportabili. Qui non mi sono sembrate così tante e
comunque erano arboricolarmente più varie. Non solo, ma mi sembra che
abbiano più senso qui in questo film dove c'è una ricerca del
soprannaturale ben più netta che non ne LSLR, un film che, lo confesso
apertamente, non ho apprezzato forse e anche perché non l'ho compreso
del tutto.

In ogni caso l'origine di queste riprese dal basso verso l'alto è
stato chiarito da Malick in una recente intervista ed è dovuto
all'influenza che il rock-prog italiano ha avuto sulla sua formazione,
in particolare:
http://www.youtube.com/watch?v=tFzebLBBSoE&feature=relat ed
;-)

> Poi la grevita' delle metafore: la maschera che si inabissa, la soffitta con
> l'uomo grande e l'uomo piccolo, addirittura la porta per il paradiso (per
> non parlare del ponte sull'ultima immagine): siamo dalle parti del
> dilettantismo.

....si salva solo il campo di girasoli


> Il ridicolo lo si raggiunge con il didascalismo. (cut)

d'accordo


> In ogni caso, per 'pezzare' la svolta, Malick ci fa vedere perfino una
> frenetica camera a mano e questo strano montaggio dentro la sequenza, con
> questi tagli di inquadratura improvvisi a rompere la linearita' della
> ripresa, effetti che non sono da lui.

Beh, non erano così male. Più che altro parte così, con accelerazioni
cronologiche avanti e indietro e poi rallenta, quasi appiattendosi su
tutto il blocco più lungo dei ricordi d'infanzia, senza quasi più
soluzioni di continuità temporale (è sicuramente la parte migliore del
film). Anche ne LSLR però faceva largo uso della camera a mano, o
ricordo male?


> Se le idiozie heideggeriane ed emersoniane sono state la forza brutale con
> cui ha sfornato La sottile linea rossa; se, seppur idiozie, si trattava di
> una visione delle cose del tutto ricca di spessore e complessita', tale da
> permettergli una messa in scena *fenomenale* (quei campi verde pisello sono
> una immagine ineludibile per la storia del cinema); ora, con questa
> incredibile calata di braghe, The tree of life viene trascinato in una
> narrazione e in un linguaggio senza pezze d'appoggio, morto e a tratti
> addirittura banale.

LSLR è un film più coerente e omogeneo di questo, non si perde tra
stelle e girini, non è facilmente comprensibile e non cerca di dare
risposte quasi "concrete" come invece tenta di fare in maniera un po'
maldestra questo. Eppure, nonostante non ne condivida l'idea di fondo,
e sia molto pastrocchiato, mi ha lasciato comunque qualcosa dentro,
magari anche solo un vago senso di inquietudine, di malinconia per
l'infanzia, quella mia, finita da un pezzo, e anche quella dei miei
figli che sta ormai per finire (ma qui sto andando sul personale e non
puo' essere oggetto di questa discussione). Non so, certo non mi ha
acceso nessuna speranza per l'al di là, ma un invito a riflettere
seriamente sulla propria esistenza c'è in questa pellicola, e per me è
sufficiente per salvarla.


>
> Cosa c'e' di buono? C'e' abbastanza.
> Prima di tutto il coraggio di filmare a proprio modo, senza compromessi e
> con i soldi di Pitt, direi. Quindi nessuna concessione allo stereotipo, alla
> normalizzazione, ai tempi scontati dell'enunciazione cinematografica
> standard. Un senso dell'inquadratura magistrale e un senso del tempo dentro
> la sequenza che non ti fa mai perdere il desiderio di guardare anche la
> grossa cazzata che sta filmando.

PdA

> L'uso degli attori, dei figuranti, cioe';
> la bravura di questa ragazza e dei ragazzini, varie intuizioni sparse sulle
> dinamiche famigliari, altrove peraltro scadenti (anche il compesso d'edipo
> ci vuol mettere, imbarazzante).

Veramente bravi tutti, specialmente lei e i ragazzini. E poi Malick ha
saputo mantenere sempre questo distacco dalle umane miserie, senza mai
scadere nella facile commozione che poteva sempre essere lì in agguato
dietro l'angolo. Basta vedere come ha gestito l'iniziale notizia della
morte.



> Domanda: perche' ci mette tre fratelli, se il discorso vale per due? Anche
> questo e' sintomo del problema.

Questo sì, stona molto, a volte sembra quasi che ci sia il terzo
incomodo, altre volte ci si chiede che fine abbia fatto.


Ciao
Michele
Re: The tree of life [messaggio #31701 è una risposta a message #31661] mer, 01 giugno 2011 02:20 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
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Once Upon a Time in IACine <michele_libero@libero.it> ha scritto:

:: Malick rinuncia alla sua visione del mondo e delle cose, ampiamente
:: dibattutta in un thread storico su The thin red line,
:
: dovrò recuperarlo, a me LSLR mi aveva frantumato i maroni.


E' un film difficile e frantuma i maroni.
Ma li frantuma meravigliosamente.



: Non le ho contate, ma a me erano sembrate molte di più in LSLR, tanto
: da trovarle insopportabili. Qui non mi sono sembrate così tante e
: comunque erano arboricolarmente più varie. Non solo, ma mi sembra che
: abbiano più senso qui in questo film dove c'è una ricerca del
: soprannaturale ben più netta che non ne LSLR, un film che, lo confesso
: apertamente, non ho apprezzato forse e anche perché non l'ho compreso
: del tutto.


Sono quasi sicura che la' ce n'erano 100 e qui 10mila. In ogni caso la'
erano una figata espressiva, perche' la soluzione geniale per mettere in
scena e raccontare questa 'supercosa' che era l'anima sotterranea e
trainante di tutta l'opera. Non era 'lo sguardo verso l'alto', cioe'
l'anelito verso qualcosa, la verticalita' del divino (cit.). Era la
rappresentazione stessa della 'supercosa', la sua potenza e immanenza, la
sua totalita' che si espande in tutte le direzioni.

Quasi quasi brevetto il termine 'supercosa', pero'.



: In ogni caso l'origine di queste riprese dal basso verso l'alto è
: stato chiarito da Malick in una recente intervista ed è dovuto
: all'influenza che il rock-prog italiano ha avuto sulla sua formazione,
: in particolare:
: http://www.youtube.com/watch?v=tFzebLBBSoE&feature=relat ed
: ;-)

Urca!


:: Poi la grevita' delle metafore: la maschera che si inabissa, la
:: soffitta con l'uomo grande e l'uomo piccolo, addirittura la porta
:: per il paradiso (per non parlare del ponte sull'ultima immagine):
:: siamo dalle parti del dilettantismo.
:
: ...si salva solo il campo di girasoli


....e il lampione, e il bicchiere blu con la fiammella, vuoi che continuo?



:: In ogni caso, per 'pezzare' la svolta, Malick ci fa vedere perfino
:: una frenetica camera a mano e questo strano montaggio dentro la
:: sequenza, con questi tagli di inquadratura improvvisi a rompere la
:: linearita' della ripresa, effetti che non sono da lui.
:
: Beh, non erano così male. Più che altro parte così, con accelerazioni
: cronologiche avanti e indietro e poi rallenta, quasi appiattendosi su
: tutto il blocco più lungo dei ricordi d'infanzia, senza quasi più
: soluzioni di continuità temporale (è sicuramente la parte migliore del
: film).

Aldila' delle sue famose riprese di nuca, soprattutto nella prima parte
intendo quando all'interno della sequenza ci mette uno stacco per riprendere
da una inquadratura molto simile all'ultima interrotta ma sufficientemente
diversa per far cogliere il salto. E' troppo insistita questa cosa, e'
chiaramente un mezzo per mettere inquietudine nella scena, cosi' come l'uso
della camera a mano.


: LSLR è un film più coerente e omogeneo di questo, non si perde tra
: stelle e girini, non è facilmente comprensibile e non cerca di dare
: risposte quasi "concrete" come invece tenta di fare in maniera un po'
: maldestra questo. Eppure, nonostante non ne condivida l'idea di fondo,
: e sia molto pastrocchiato, mi ha lasciato comunque qualcosa dentro,
: magari anche solo un vago senso di inquietudine, di malinconia per
: l'infanzia, quella mia, finita da un pezzo, e anche quella dei miei
: figli che sta ormai per finire (ma qui sto andando sul personale e non
: puo' essere oggetto di questa discussione). Non so, certo non mi ha
: acceso nessuna speranza per l'al di là, ma un invito a riflettere
: seriamente sulla propria esistenza c'è in questa pellicola, e per me è
: sufficiente per salvarla.


Il film e' comunque fuori classifica, intendiamoci. E non puo' che essere
cosi', dato chi l'ha fatto.
Ma ha tantissimi problemi.




: Questo sì, stona molto, a volte sembra quasi che ci sia il terzo
: incomodo, altre volte ci si chiede che fine abbia fatto.

Ho dato una specie di spiegazione a questa cosa.


susanna
Re: The tree of life [messaggio #31707 è una risposta a message #31661] mer, 01 giugno 2011 09:33 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Giacomo \&quot;Gwilbo  è attualmente disconnesso Giacomo \&quot;Gwilbo
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In data Tue, 31 May 2011 08:29:39 -0700 (PDT), Once Upon a Time in
IACine ha scritto:

> Questo sì, stona molto, a volte sembra quasi che ci sia il terzo
> incomodo, altre volte ci si chiede che fine abbia fatto.

Commento bisbigliato in sala: "Ma allora sono due i fratelli morti?"

--
Giacomo "Gwilbor" Boschi
http://gwilbor.wordpress.com/
"Strano gioco. L'unica mossa vincente è non giocare" - Wargames (John
Badham)
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31748 è una risposta a message #31438] mer, 01 giugno 2011 22:00 Messaggio precedenteMessaggio successivo
ema^  è attualmente disconnesso ema^
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e perché LSLR era reazionario?
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31749 è una risposta a message #31748] mer, 01 giugno 2011 22:26 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Joe Silver  è attualmente disconnesso Joe Silver
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Registrato: gennaio 2011
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Il 01/06/2011 22:00, il cuggino di nico ha scritto:
> e perché LSLR era reazionario?
>

> http://groups.google.com/group/it.arti.cinema/browse_frm/thr ead/e1b590bb66ee07c?tvc=1&fwc=1>

buona lettura!

--
Vado a risolvere il teorema del grande Fermat. Mi ci vorranno dagli
8 ai 17 minuti
Joe
Re: The tree of life [messaggio #31761 è una risposta a message #31460] gio, 02 giugno 2011 13:03 Messaggio precedenteMessaggio precedente
endrix  è attualmente disconnesso endrix
Messaggi: 220
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susanna wrote:

> E vale solo la a., Roberto.

ma certamente, il tema unico del film è esattamente: 1) che la natura è
indifferente 2) che quindi l'unica salvezza/speranza per l'uomo è affidarsi
alla trascendenza, siamo dalle parti della più rozza propaganda
spiritualista nella sua declinazione gnostica...


--
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