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Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31763 è una risposta a message #31749] gio, 02 giugno 2011 14:37 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 01/06/2011 22.26, Joe Silver ha scritto:

> Il 01/06/2011 22:00, il cuggino di nico ha scritto:
>> e perché LSLR era reazionario?
>>
>
> > http://groups.google.com/group/it.arti.cinema/browse_frm/thr ead/e1b590bb66ee07c?tvc=1&fwc=1>
>
> buona lettura!

ma ROTFL

--------------

Perche' e' un fascistone?
Ma perche' per le sue sbrodolate esistenzialiste mi sceglie la guerra,
ovvero l'atto sociale per eccellenza. Espelle senza appello la storia e
i rapporti tra gli uomini strumentalizzando l'atto sociale definitivo
come atto individuale definitivo. Attenzione, il discorso di Malick
*non* e' metaforico (es. Coppola in Apocalypse), e' *diretto*. La guerra
non e' nient'altro che la natura, non e' un discorso a piu' livelli. E'
per questo che si chiede 'da dove viene il male?', ben sapendo la
risposta, cosi' tradendo il suo moralismo testuale.
Re: The tree of life [messaggio #31791 è una risposta a message #31707] ven, 03 giugno 2011 12:50 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Once Upon a Time in I  è attualmente disconnesso Once Upon a Time in I
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On 1 Giu, 09:33, "Giacomo \"Gwilbor\" Boschi" <gwil...@email.it>
wrote:
> In data Tue, 31 May 2011 08:29:39 -0700 (PDT), Once Upon a Time in
> IACine ha scritto:
>
> > Questo sì, stona molto, a volte sembra quasi che ci sia il terzo
> > incomodo, altre volte ci si chiede che fine abbia fatto.
>
> Commento bisbigliato in sala: "Ma allora sono due i fratelli morti?"
>

Ci sta. Anche a me è venuto per un attimo il dubbio. Il che la dice
lunga su come abbia gestito male il terzo fratello. Anche la
spiegazione della Susanna (generalizzazione, per non concentrare
l'attenzione sul rapporto a due che implicherebbe ulteriori
conseguenze non volute) non mi convince più di tannto.
Secondo me si è incartato e basta, a livello di script oltrettutto, e
credo che poi ci abbia perso qualche ora di sonno anche al
montaggio...

Michele
Re: The tree of life [messaggio #31795 è una risposta a message #31761] ven, 03 giugno 2011 14:54 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
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endrix <endrix@iaciners.org> ha scritto:

:: E vale solo la a., Roberto.
:
: ma certamente, il tema unico del film è esattamente: 1) che la natura
: è indifferente 2) che quindi l'unica salvezza/speranza per l'uomo è
: affidarsi alla trascendenza, siamo dalle parti della più rozza
: propaganda spiritualista nella sua declinazione gnostica...


In soldoni e' questo. Che e' un tema come un altro, ci mancherebbe.

Quello che voglio dire e' che e' un tema *estraneo* alla sua poetica, almeno
quella poetica maestosa che ha utilizzato in La sottile e The new world (e,
in parte, anche ne I giorni del cielo).
E questa estraneita' comporta vari problemi espressivi, come feci notare,
dal didascalismo alle banalizzazioni.


susanna
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31796 è una risposta a message #31763] ven, 03 giugno 2011 14:58 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
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il cuggino di nico a@b.c ha scritto:

:: buona lettura!
:
: ma ROTFL
:
:
: Perche' e' un fascistone?
: Ma perche' per le sue sbrodolate esistenzialiste mi sceglie la guerra,
: ovvero l'atto sociale per eccellenza. Espelle senza appello la storia
: e i rapporti tra gli uomini strumentalizzando l'atto sociale
: definitivo come atto individuale definitivo. Attenzione, il discorso
: di Malick *non* e' metaforico (es. Coppola in Apocalypse), e'
: *diretto*. La guerra non e' nient'altro che la natura, non e' un
: discorso a piu' livelli. E' per questo che si chiede 'da dove viene
: il male?', ben sapendo la risposta, cosi' tradendo il suo moralismo
: testuale.



Beh, hai quotato uno dei passi piu' felici di quel thread, una buona
sintesi.
Era roba mia, immagino.

Quello che come al solito non si capisce, e' perche' ti faccia rotolare
dalle risate.
Ma sara' dura saperlo, vero?



susanna
Re: The tree of life [messaggio #31826 è una risposta a message #31522] sab, 04 giugno 2011 13:57 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Boris  è attualmente disconnesso Boris
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Il Sat, 28 May 2011 16:32:59 +0200, Joe Silver ha scritto:


>> Dinosauri, donne, vecchi, bambini e pesci martello sono la stessa roba, per
>> Malick, caro Joe.
>
> No, qui non ti seguo. Perché donne vecchi e bambini evidentemente non
> sono la stessa cosa di dinosauri e pesci martello, per Malick.
> Innanzitutto perché si pongono il problema di perché e percome esistono,
> del loro dolore e di quello degli altri, e non sono indifferenti, ma
> anzi sono madri amorevoli o padri autoritari, provano la pietà e l'odio,
> teorizzano due vie per affrontare la vita: quella della grazia e quella
> della natura. Ovviamente Malick è decisamente per la prima e ho il
> sospetto che la seconda la riduca all'homo homini lupus, se accettiamo
> il fatto che la madre indichi la via della grazia, e che il padre faccia
> da contraltare.
>
> Certo che la "supernatura" è inconoscibile, nel senso pieno del termine.
> Ma la "supernatura" agli uomini riserva comunque un posticino
> privilegiato, nell'ordine delle cose. Sarà inconoscibile ma esiste la
> via della grazia, esiste la via indicata dalla religione.
>
In questo interessante dibattito tendo a vaderla più come Joe. Mi pare che
dinosauri, donne, vecchi, bambini e pesci martello siano la stessa cosa per
la supernatura ma non per Malick. Per malick siamo degni e in grado di
raggiungere una certa serenità, cosa non concessa (o almeno nel film non si
vede) ai pesci martello.

> Poi 'sta supernatura non è né più ne meno del dio cristiano. E come al
> solito, sarà inconoscibile il modo in cui agisce, non il fatto che
> comunque lo faccia per amore e che a lui occorra completamente affidarsi.
>
Qui invece non sono d'accordo. Non mi pare che la supernatura mostri una
qualche benevolenza verso di noi; la nostra salvezza dipende da un nostro
atteggiamento. Il fatto che tutto il film sia costellato da invocazioni
alla divinità, quella ebraico-cristiana, a cui mai viene data una qualche
risposta, mi pare significhi proprio che il messaggio di Malick sia
qualcosa del tipo: "Inutile che preghiate il vostro Dio biblico,
evangelico, coranico ecc ecc perchè sopra di voi c'è solo la supernatura
che di voi se ne frega. Se volete star meglio e vivere serenamente la
vostra condizione di esseri imperfetti e sofferenti, imparate la via della
grazia".

>> La pieta' non e' roba da Malick.
>> La roba di Malick e' piu' *grossa*, e' una *grossa* categoria intellettuale
>> che non si puo' ridurre alla pieta', e' un "ente", un entone.
>> E' l' "esserci", e' il farne parte, assieme ai girini (cosi' come la
>> spiaggia non e' il 'paradiso', ma il "non esserci")
>
> Macche', la spiaggia E' il paradiso. Se appare imbarazzante è perché
> l'idea, in sé, non è rappresentabile; in realtà non è nemmeno chiara
> nella mente di chi lo vaneggia.

A me quella spiaggia piace pensarla più che come a un Paradiso, ad un luogo
della memoria e degli affetti, a cui si deve attingere per raggiungere lo
stato di grazia. Mantenere il ricordo delle persone che ci hanno amato e
che abbiamo amato, perdonandole per i loro errori. Ecco perchè anche il
padre può restare lì.

Boris
Re: The tree of life [messaggio #31827 è una risposta a message #31761] sab, 04 giugno 2011 14:23 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Boris  è attualmente disconnesso Boris
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Il Thu, 2 Jun 2011 13:03:46 +0200, endrix ha scritto:

> susanna wrote:
>
>> E vale solo la a., Roberto.
>
> ma certamente, il tema unico del film è esattamente: 1) che la natura è
> indifferente 2) che quindi l'unica salvezza/speranza per l'uomo è affidarsi
> alla trascendenza, siamo dalle parti della più rozza propaganda
> spiritualista nella sua declinazione gnostica...

Dipende cosa intendi con quel "trascendenza". Non sono certo che il tuo 2)
sia esattamente coincidente con la visione di Malick. Non ho avuto
l'impressione che Malick abbia nettamente indicato che la soluzione per
l'uomo, o almeno l'uomo-Penn, sia essere come la madre, che è una che
evidentemente incarna la "via della grazia". Teniamo presente che Penn
adulto appare molto differente dalla madre, e che più volte nel film si
mostra come lui sia e si senta simile al padre, personaggio che di amore
per la trascendenza ne mostra poco, al di là di un'adesione standard ad
alcuni precetti religiosi. Eppure anche lui può salvarsi. Come? Più che
affidandosi al trascendente, alla speranza nella vita ultraterrena fornita
dalle varie religioni, io penso ad una serena accettazione di alcuni dati
di fatto: siamo di passaggio, e il nostro passaggio dura un attimo di
fronte alla vita del cosmo; non ci sono dei o supernature che si
interessino di noi; la natura, anche se indifferente, è bellissima ed è
quindi degna di venerazione da parte nostra, una venerazione che però NON
può pretendere di ottenere nulla in cambio, nemmeno in un'altra vita.

Boris
Re: The tree of life [messaggio #31829 è una risposta a message #31826] sab, 04 giugno 2011 15:37 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Joe Silver  è attualmente disconnesso Joe Silver
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Il 04/06/2011 13:57, Boris ha scritto:

>> Poi 'sta supernatura non è né più ne meno del dio cristiano. E come al
>> solito, sarà inconoscibile il modo in cui agisce, non il fatto che
>> comunque lo faccia per amore e che a lui occorra completamente affidarsi.

> Qui invece non sono d'accordo. Non mi pare che la supernatura mostri una
> qualche benevolenza verso di noi; la nostra salvezza dipende da un nostro
> atteggiamento. Il fatto che tutto il film sia costellato da invocazioni
> alla divinità, quella ebraico-cristiana, a cui mai viene data una qualche
> risposta, mi pare significhi proprio che il messaggio di Malick sia
> qualcosa del tipo: "Inutile che preghiate il vostro Dio biblico,
> evangelico, coranico ecc ecc perchè sopra di voi c'è solo la supernatura
> che di voi se ne frega. Se volete star meglio e vivere serenamente la
> vostra condizione di esseri imperfetti e sofferenti, imparate la via della
> grazia".

Il fatto è che potrei non aver capito cosa intenda susanna per
"supernatura". Io la faccenda la intendo molto semplicemente: c'è la
natura, senza super (tutt'al più posso concedere una N maiuscola), e c'è
un agente personale che sta al di sopra della natura, e che della natura
è creatore. Questa è la visione di base della triade monoteista.

Va da sé che la donna non si rivolge alla natura, ma si rivolge al dio
cristiano nella cui fede è stata cresciuta. I suoi discorsi sulla via
della grazia e della natura si inseriscono perfettamente in questa
visione. Questa visione domina il film ed è molto arduo sostenere che
Malick se ne distacchi o la rappresenti con intenti puramente antropologici.

Tutto il film vibra di partecipazione con i suoi protagonisti. L'unica
via per la pace interiore, e la via più morale, contrapposta a quella
sopraffattrice della natura, teorizzata dal padre, è quella della
grazia. In questo il film non è per niente super partes.

«Inutile che preghiate il vostro Dio biblico, evangelico, coranico ecc
ecc perchè sopra di voi c'è solo la supernatura che di voi se ne frega.»

Molto dubbio. Non è certo il fatto che manchino segnali eclatanti tipo
apparizioni, miracoli o cose simili (ringraziamo Malick di avercele
risparmiate) a dimostrare che il film voglia trasmettere l'idea che
esista solo la (super)natura indifferente. Sarebbe come sostenere lo
stesso a proposito della storia di Giobbe, di cui il film è in parte una
rivisitazione.


>> Macche', la spiaggia E' il paradiso. Se appare imbarazzante è perché
>> l'idea, in sé, non è rappresentabile; in realtà non è nemmeno chiara
>> nella mente di chi lo vaneggia.

> A me quella spiaggia piace pensarla più che come a un Paradiso, ad un luogo
> della memoria e degli affetti, a cui si deve attingere per raggiungere lo
> stato di grazia. Mantenere il ricordo delle persone che ci hanno amato e
> che abbiamo amato, perdonandole per i loro errori. Ecco perchè anche il
> padre può restare lì.

Questo luogo della memoria è pieno di estranei che non c'entrano niente
con la famiglia, e si incontrano fra di loro. Vabbe', può non essere
dettaglio risolutivo, così come si possono interpretare diversamente i
vari simboli del "passaggio" (la scala, la porta nel deserto, ecc.).
Forse non sarà il paradiso teologico, te lo concedo, ma è il paradiso
new-age che si immaginano tanti credenti, per lo meno l'ideale stato di
grazia con i propri cari è l'aspetto che a loro più interessa.



--
Vado a risolvere il teorema del grande Fermat. Mi ci vorranno dagli
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Joe
Re: The tree of life [messaggio #31831 è una risposta a message #31829] sab, 04 giugno 2011 16:19 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il Sat, 04 Jun 2011 15:37:47 +0200, Joe Silver ha scritto:

> Il 04/06/2011 13:57, Boris ha scritto:
>
>>> Poi 'sta supernatura non è né più ne meno del dio cristiano. E come al
>>> solito, sarà inconoscibile il modo in cui agisce, non il fatto che
>>> comunque lo faccia per amore e che a lui occorra completamente affidarsi.
>
>> Qui invece non sono d'accordo. Non mi pare che la supernatura mostri una
>> qualche benevolenza verso di noi; la nostra salvezza dipende da un nostro
>> atteggiamento. Il fatto che tutto il film sia costellato da invocazioni
>> alla divinità, quella ebraico-cristiana, a cui mai viene data una qualche
>> risposta, mi pare significhi proprio che il messaggio di Malick sia
>> qualcosa del tipo: "Inutile che preghiate il vostro Dio biblico,
>> evangelico, coranico ecc ecc perchè sopra di voi c'è solo la supernatura
>> che di voi se ne frega. Se volete star meglio e vivere serenamente la
>> vostra condizione di esseri imperfetti e sofferenti, imparate la via della
>> grazia".
>
> Il fatto è che potrei non aver capito cosa intenda susanna per
> "supernatura". Io la faccenda la intendo molto semplicemente: c'è la
> natura, senza super (tutt'al più posso concedere una N maiuscola), e c'è
> un agente personale che sta al di sopra della natura, e che della natura
> è creatore. Questa è la visione di base della triade monoteista.
>
Io immagino che quel "super" si rapporti relativamente alla piccolezza e
insignificanza relativa dell'uomo. Un qualcosa di molto superiore a noi, al
punto che ci può tranquillamente ignorare.

> Va da sé che la donna non si rivolge alla natura, ma si rivolge al dio
> cristiano nella cui fede è stata cresciuta. I suoi discorsi sulla via
> della grazia e della natura si inseriscono perfettamente in questa
> visione. Questa visione domina il film ed è molto arduo sostenere che
> Malick se ne distacchi o la rappresenti con intenti puramente antropologici.
>
Non sono del tutto convinto che la visione della madre domini il film.
Domina la sua vita, senz'altro. E attraverso tale visione la madre sembra
aver raggiunto la propria "salvezza". Però mi sembra una delle modalità
possibili di salvezza, quella della religione cristiana, non l'unica. Non
mi è sembrato che il film si concludesse con l'asserzione che se Penn vuole
raggiungere la pace o la salvezza o quello che è deve abbandonare quelle
pulsioni che lo rendono in tanti modi simile al padre e cercare il più
possibile di assomigliare alla madre, abbracciando ad esempio la sua fede
cristiana.

> Tutto il film vibra di partecipazione con i suoi protagonisti. L'unica
> via per la pace interiore, e la via più morale, contrapposta a quella
> sopraffattrice della natura, teorizzata dal padre, è quella della
> grazia. In questo il film non è per niente super partes.
>
Vero. Ma la via della grazia consiste nel credere in un Dio? Secondo me
l'aspetto "teologico" non è necessario. La via della grazia ha certamente a
che fare con una dimensione spirituale, o psicologica, di accettazione di
alcune verità fondamentali sulla nostra condizione esistenziale. Di un Dio
che non ci risponde mai e delle cui azioni non comprendiamo la ragione
forse possiamo farne a meno.

> «Inutile che preghiate il vostro Dio biblico, evangelico, coranico ecc
> ecc perchè sopra di voi c'è solo la supernatura che di voi se ne frega.»
>
> Molto dubbio. Non è certo il fatto che manchino segnali eclatanti tipo
> apparizioni, miracoli o cose simili (ringraziamo Malick di avercele
> risparmiate) a dimostrare che il film voglia trasmettere l'idea che
> esista solo la (super)natura indifferente. Sarebbe come sostenere lo
> stesso a proposito della storia di Giobbe, di cui il film è in parte una
> rivisitazione.
>
Giobbe condiziona tutta l'interpretazione del film, è evidente. Piazzare la
citazione a inizio film può indurre lo spettatore a pensare fin da subito
che si tratti di una rivisitazione, e che quindi le conclusioni siano le
stesse. Però la citazione potrebbe, o almeno così l'ho sentita io, un modo
di porre davanti allo spettatore "il problema", mentre la soluzione del
medesimo potrebbe essere diversa.

>>> Macche', la spiaggia E' il paradiso. Se appare imbarazzante è perché
>>> l'idea, in sé, non è rappresentabile; in realtà non è nemmeno chiara
>>> nella mente di chi lo vaneggia.
>
>> A me quella spiaggia piace pensarla più che come a un Paradiso, ad un luogo
>> della memoria e degli affetti, a cui si deve attingere per raggiungere lo
>> stato di grazia. Mantenere il ricordo delle persone che ci hanno amato e
>> che abbiamo amato, perdonandole per i loro errori. Ecco perchè anche il
>> padre può restare lì.
>
> Questo luogo della memoria è pieno di estranei che non c'entrano niente
> con la famiglia, e si incontrano fra di loro. Vabbe', può non essere
> dettaglio risolutivo, così come si possono interpretare diversamente i
> vari simboli del "passaggio" (la scala, la porta nel deserto, ecc.).
> Forse non sarà il paradiso teologico, te lo concedo, ma è il paradiso
> new-age che si immaginano tanti credenti, per lo meno l'ideale stato di
> grazia con i propri cari è l'aspetto che a loro più interessa.

Sull'ideale stato di grazia con i propri cari possiamo essere d'accordo.
Diciamo che l'ho visto più come un luogo psicologico che come un luogo
metafisico, non legato quindi a particolari visioni teologiche. L'individuo
può trovare il "Paradiso" da solo, in se stesso, senza divinità. Gli
estranei potrebebro essere semplicemente altre persone che hanno trovato la
via della grazia, in uno spazio condiviso e non esclusivo. Il fatto che sia
un aldilà è messo in dubbio dal fatto che a) c'è anche il fratello n. 3, di
cui non sappiamo; b) Penn ci arriva guidato dal se stesso fanciullo.

Boris
Re: The tree of life [messaggio #31834 è una risposta a message #31831] sab, 04 giugno 2011 18:04 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 04/06/2011 16:19, Boris ha scritto:

> Io immagino che quel "super" si rapporti relativamente alla piccolezza e
> insignificanza relativa dell'uomo. Un qualcosa di molto superiore a noi, al
> punto che ci può tranquillamente ignorare.

Ok, allora "natura" basta e avanza.


>> Va da sé che la donna non si rivolge alla natura, ma si rivolge al dio
>> cristiano nella cui fede è stata cresciuta. I suoi discorsi sulla via
>> della grazia e della natura si inseriscono perfettamente in questa
>> visione. Questa visione domina il film ed è molto arduo sostenere che
>> Malick se ne distacchi o la rappresenti con intenti puramente antropologici.

> Non sono del tutto convinto che la visione della madre domini il film.
> Domina la sua vita, senz'altro. E attraverso tale visione la madre sembra
> aver raggiunto la propria "salvezza". Però mi sembra una delle modalità
> possibili di salvezza, quella della religione cristiana, non l'unica. Non
> mi è sembrato che il film si concludesse con l'asserzione che se Penn vuole
> raggiungere la pace o la salvezza o quello che è deve abbandonare quelle
> pulsioni che lo rendono in tanti modi simile al padre e cercare il più
> possibile di assomigliare alla madre, abbracciando ad esempio la sua fede
> cristiana.

Di sicuro quella del padre non è indicata come una valida opzione
alternativa, un'altra via per la "grazia". Una cosa è certa: i due
genitori danno insegnamenti contrapposti, ispirato alla mitezza e
all'empatia l'una, alla realizzazione personale e anche alla
sopraffazione l'altro (poiché vede il mondo come un'arena ove occorre
farsi rispettare e non farsi sopraffare). Inoltre il padre è
dichiaratamente insoddisfatto del suo status e sprona i suoi figli a
fare meglio di lui.

E allora, acclarato che la "via" del padre non è indicata come una
possibile strada verso la "grazia", verso la pace con sé stessi e con
gli altri (tant'è vero che il protagonista, cresciuto secondo quelle
indicazioni, appare tutt'altro che pacificato con sé stesso, oltre che
con la figura del padre), è chiaro che l'unica opzione valida presentata
nel film è quella religiosa della madre. Ma non si tratta di una
religiosità vaga, non confessionale e generica, bensì di una religiosità
che si rifà a un preciso schema di riferimento. Per quanto, come già
osservato, non citi esplicitamente Cristo e compagnia bella.

Che poi il perdono, l'empatia, l'amore per il prossimo siano tutte cose
non solo ascrivibili alla religione cristiana (ma ovviamente, per i
cristiani, sono soprattutto concetti cristiani...) è un altro paio di
maniche.


>> Tutto il film vibra di partecipazione con i suoi protagonisti. L'unica
>> via per la pace interiore, e la via più morale, contrapposta a quella
>> sopraffattrice della natura, teorizzata dal padre, è quella della
>> grazia. In questo il film non è per niente super partes.

> Vero. Ma la via della grazia consiste nel credere in un Dio? Secondo me
> l'aspetto "teologico" non è necessario. La via della grazia ha certamente a
> che fare con una dimensione spirituale, o psicologica, di accettazione di
> alcune verità fondamentali sulla nostra condizione esistenziale. Di un Dio
> che non ci risponde mai e delle cui azioni non comprendiamo la ragione
> forse possiamo farne a meno.

Questo è quello che puoi pensare tu. Non è quello che suggerisce il
film. Oltre tutto le tue verità fondamentali sulla condizione umana non
sono affatto universali. E allora l'idea che Dio non ci risponda e le
sue ragioni sembrino incomprensibili è precisamente il tema del libro di
Giobbe, il quale però non vuole trasmettere la verità fondamentale che
no, Dio non esiste o comunque possiamo farne a meno così come lui sembra
fare a meno di noi.

Se Malick intendeva rileggere Giobbe rilanciandone la domanda di
giustizia, di senso, di conforto e rispondendo sostanzialmente "no, mi
dispiace, se anche Dio c'è, se ne frega"... allora direi che la cosa gli
è riuscita proprio male.

Confrontalo con il sottovalutato e ignorato "A serious man" dei Coen, e
dimmi se la questione lì non è trattata con molta più ambiguità, se la
domanda non resta sostanzialmente inevasa, aperta, senza una risposta
definitiva (e impreziosita da un sense of humor, da un distacco molto
più apprezzabile, almeno per me).


> Giobbe condiziona tutta l'interpretazione del film, è evidente. Piazzare la
> citazione a inizio film può indurre lo spettatore a pensare fin da subito
> che si tratti di una rivisitazione, e che quindi le conclusioni siano le
> stesse. Però la citazione potrebbe, o almeno così l'ho sentita io, un modo
> di porre davanti allo spettatore "il problema", mentre la soluzione del
> medesimo potrebbe essere diversa.

Però la citazione non è una delle tante invocazioni al Dio che sembra
vessare ingiustamente il povero Giobbe o sembra agire secondo le proprie
imperscrutabili ragioni. Si fosse trattato di uno dei tanti versetti di
questo tipo, il tutto sarebbe interpretabile molto più facilmente così
come dici tu, almeno come impostazione iniziale. Come sviluppo un po' meno.

«Dov'eri tu quand'io ponevo le fondamenta della terra? Dillo, se hai
tanta intelligenza!
Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, o chi ha teso su di essa
la misura?
Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare,
mentre gioivano in coro le stelle del mattino e plaudivano tutti i
figli di Dio?»

Questo è Dio che risponde, non è Giobbe che l'invoca. Ed è posto
all'inizio del film. Poteva metterci una domanda impellente, Malick, da
lasciare in sospeso, senza risposta. Poteva attingere a tutta la parte
del libro in cui Dio effettivamente non si manifesta e sembra accanirsi
su Giobbe (se non altro ignorandolo).

Invece l'eco di questi versetti si ripercuote in tutte le immagini
cosmiche e naturalistiche, sia che abbiano sottofondo di musica sacra,
sia che abbiano per sottofondo le preghiere/invocazioni della madre
"aggraziata". Tutta quella meraviglia meravigliosa e imponente e
temibile e misteriosa è creazione del dio a cui vengono rivolte le
domande, e che sta lì a manifestare la Sua potenza, la Sua intelligenza,
le Sue buone ragioni alle quali ci si può solo inchinare.


> Sull'ideale stato di grazia con i propri cari possiamo essere d'accordo.
> Diciamo che l'ho visto più come un luogo psicologico che come un luogo
> metafisico, non legato quindi a particolari visioni teologiche. L'individuo
> può trovare il "Paradiso" da solo, in se stesso, senza divinità. Gli
> estranei potrebebro essere semplicemente altre persone che hanno trovato la
> via della grazia, in uno spazio condiviso e non esclusivo. Il fatto che sia
> un aldilà è messo in dubbio dal fatto che a) c'è anche il fratello n. 3, di
> cui non sappiamo; b) Penn ci arriva guidato dal se stesso fanciullo.

Aspe'. E' chiaro che non si tratta di un paradiso "diegetico". Il film
termina con Penn rinato, forse, o comunque sulla strada per, una nuova
vita. Certo che è un po' strano un luogo psicologico, interiore,
dell'anima, in cui si incontrano anche persone che non c'entrano nulla
con la propria vita passata.

L'interpretazione più diretta mi pare quella della prefigurazione
dell'aldilà.




--
Vado a risolvere il teorema del grande Fermat. Mi ci vorranno dagli
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Joe
Re: The tree of life [messaggio #31837 è una risposta a message #31831] sab, 04 giugno 2011 19:17 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Boris" <boris@iaciners.org> ha scritto nel messaggio
news:163eksga724l7$.1celin30tim80$.dlg@40tude.net...
> Il Sat, 04 Jun 2011 15:37:47 +0200, Joe Silver ha scritto:
>
>> Il 04/06/2011 13:57, Boris ha scritto:
>>

Io la visione del mondo di Malick la sintetizzerei così, vedete se vi torna
qualcosa:

1) Natura darwiniana e indifferente.
2) Dio inesistente.
3) Uomini come creature coscienti che soffrono per l'indifferenza del cosmo.
4) "Paradisi" come creazioni mentali volte a superare l'angoscia della morte
e della separazione (si veda anche il "paradiso" d'amore del 1° atto di TNW)
5)Dialettica tra Natura e Grazia.
La natura è la legge naturale, o la legge umana supposta naturale (B.Pitt
che fa la morale anni '50 ai figli dandola per ovvia, lo staros di TTRL che
dice "la natura è crudele" per giustificare la sue azioni).
La grazia è il desiderio di trascendere questa supposta legge naturale,
laicamente potrebbe essere la cultura stessa.
Malick "tifa" per la grazia.
Nell'uomo Penn, però, non può che rappresentare un individuo reale, cioè in
eterno conflitto tra i due poli (e vale anche per gli altri personaggi
ovv.).
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31839 è una risposta a message #31796] sab, 04 giugno 2011 19:37 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 03/06/2011 14.58, susanna ha scritto:

> Quello che come al solito non si capisce, e' perche' ti faccia rotolare
> dalle risate.
> Ma sara' dura saperlo, vero?

non credo che nessuno muoia dalla curiosità
Re: The tree of life [messaggio #31840 è una risposta a message #31834] sab, 04 giugno 2011 19:35 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il Sat, 04 Jun 2011 18:04:57 +0200, Joe Silver ha scritto:

[CUT]

In effetti la tua interpretazione globale del film è coerente.

Può darsi che io, per farmelo piacere di più, abbia voluto piegarlo alle
mie personali predilezioni.

Perchè, visto come lo descrivi, fa un po' schifino, è banalotto e bigotto;
e invece a me è piaciuto, tutto sommato... :-D

Soprattutto perchè non convincerebbe, in quest'ottica, nella
rappresentazione del conflitto tra padre e madre, nel senso che comunque io
(sarò l'unico?) ho compreso maggiormente ed empatizzato con il primo più
che con la seconda. Il padre è spesso odioso ed è un fallito, ma si possono
capire le radici del suo modo di pensare ed agire. La madre a me ha fatto
incazzare, la sua "grazia" mi è sembrata spesso stolidità e vigliaccheria.
Insomma Malick sarebbe stato poco convincente se voleva dimostrare che la
via "religiosa" seguita dalla madre era quella giusta. Per me lei è
responsabile quanto il padre delle tensioni famigliari che vediamo nel
film. E Penn alla fine mi sembrava aver accettato la sua "somiglianza" col
padre (quando ammette esplicitamente di essere più simile a lui), per cui
in qualche modo la sua salvezza verrebbe da una sorta di terza via in cui
la "grazia" comprenda anche la necessità dell'esistenza della natura.

Boris
Re: The tree of life [messaggio #31841 è una risposta a message #31834] sab, 04 giugno 2011 19:39 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Joe Silver <joe.silver@gmail.com> ha scritto:

:: Giobbe condiziona tutta l'interpretazione del film, è evidente.
:: Piazzare la citazione a inizio film può indurre lo spettatore a
:: pensare fin da subito che si tratti di una rivisitazione, e che
:: quindi le conclusioni siano le stesse. Però la citazione potrebbe, o
:: almeno così l'ho sentita io, un modo di porre davanti allo
:: spettatore "il problema", mentre la soluzione del medesimo potrebbe
:: essere diversa.
:
: Però la citazione non è una delle tante invocazioni al Dio che sembra
: vessare ingiustamente il povero Giobbe o sembra agire secondo le
: proprie imperscrutabili ragioni. Si fosse trattato di uno dei tanti
: versetti di questo tipo, il tutto sarebbe interpretabile molto più
: facilmente così come dici tu, almeno come impostazione iniziale. Come
: sviluppo un po' meno.

La citazione a Giobbe e' la prima didascalia delle tante che compaiono nel
film.
La prima, ed e' esattamente come dici.
Non e' una citazione del personaggio biblico (Giobbe), ma la citazione della
parola di dio che si rivolge a Giobbe.
Il dio dell'antico testamento, non gesu' cristo.
Dio dice a Giobbe di non rompere, ricordandogli la sua inferiorita'
immanente, ineliminabile, fattuale.
Ecco la supercosa (o supernatura).
E' abbastanza irrilevante pensare al dio della tradizione cristiana, quindi.
E' comunque quella supercosa che ha generato il creato (come da didascalie
successive), e la cui essenza e' cosi' lontana dalle merdine che creera'
piu' tardi per cui non ha senso rapportarsi con lui in modo razionale (da
uomini).

Ecco perche' non natura, o natura o cosa o Cosa, ma *supercosa*.
E' Malick che la battezza come supercosa, non io.



susanna
Re: The tree of life [messaggio #31842 è una risposta a message #31837] sab, 04 giugno 2011 19:47 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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rober1 (U-N-O) titiros1@libero.it ha scritto:



: Io la visione del mondo di Malick la sintetizzerei così, vedete se vi
: torna qualcosa:
:
: 1) Natura darwiniana e indifferente.


No. Natura superiore ed estraniata dall'uomo, quindi *solo* apparentemente
indifferente (in realta' non si puo' sapere).



: 2) Dio inesistente.

No. Superentita' esistente, quantunque estraniata e irrelazionabile.


: 3) Uomini come creature coscienti che soffrono per l'indifferenza del
: cosmo.

Uomini come elementi del tutto incoscienti e doloranti almeno fino a quando
non si rendono consapevoli della supercosa. Serve un rapporto di servaggio,
o disequilibrato.



: 4) "Paradisi" come creazioni mentali volte a superare
: l'angoscia della morte e della separazione (si veda anche il
: "paradiso" d'amore del 1° atto di TNW)

Paradisi come luoghi non meglio definiti (mentali, iperreali,
soprannaturali) ma comunque decisamente funzionali: o ti dedichi
irrazionalmente alla supercosa, altrimenti non se ne fa nulla. In soldoni: o
perdi il tuo carattere umano (la razionalita'), o rimani a soffrire.



: 5)Dialettica tra Natura e Grazia.

Confusione malickiana.
La grazia e' un dono di dio, non e' una cosa che l'uomo raggiunge con la
sola fede.

: Malick "tifa" per la grazia.

E sbaglia, non sapendo di cosa si tratta.
Oppure ha un senso di grazia diverso da quello comunemente noto, ma allora
era suo dovere esporlo chiaramente.



susanna
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31844 è una risposta a message #31839] sab, 04 giugno 2011 20:21 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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il cuggino di nico <a@b.c> ha scritto:


:: Quello che come al solito non si capisce, e' perche' ti faccia
:: rotolare dalle risate.
:: Ma sara' dura saperlo, vero?
:
: non credo che nessuno muoia dalla curiosità



> Ma sara' dura saperlo, vero?



susanna
Re: The tree of life [messaggio #31845 è una risposta a message #31837] sab, 04 giugno 2011 20:25 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il Sat, 4 Jun 2011 19:17:57 +0200, rober1 (U-N-O) ha scritto:

> "Boris" <boris@iaciners.org> ha scritto nel messaggio
> news:163eksga724l7$.1celin30tim80$.dlg@40tude.net...
>> Il Sat, 04 Jun 2011 15:37:47 +0200, Joe Silver ha scritto:
>>
>>> Il 04/06/2011 13:57, Boris ha scritto:
>>>
>
> Io la visione del mondo di Malick la sintetizzerei così, vedete se vi torna
> qualcosa:
>
> 1) Natura darwiniana e indifferente.

Indifferente direi di sì, non ho visto cose che mi hanno fatto pensare a
Darwin.

> 2) Dio inesistente.

O non esiste, o se è esiste è del tutto ineffabile. La Natura almeno la si
può conoscere e capire, Dio no.

> 3) Uomini come creature coscienti che soffrono per l'indifferenza del cosmo.

Mah, la sofferenza che ho visto provare dai personaggi del film mi sembra
venire da loro stessi.

> 4) "Paradisi" come creazioni mentali volte a superare l'angoscia della morte
> e della separazione (si veda anche il "paradiso" d'amore del 1° atto di TNW)

Io li ho pensati così, ma riconosco che potrebbero vedersi anche in
un'ottica più "religiosa"

> 5)Dialettica tra Natura e Grazia.

Concorderei, non ho visto un "totale" rifiuto della c.d. "natura", anche se
è maglio che la "grazia" predomini.

> La natura è la legge naturale, o la legge umana supposta naturale (B.Pitt
> che fa la morale anni '50 ai figli dandola per ovvia, lo staros di TTRL che
> dice "la natura è crudele" per giustificare la sue azioni).
> La grazia è il desiderio di trascendere questa supposta legge naturale,
> laicamente potrebbe essere la cultura stessa.
> Malick "tifa" per la grazia.
> Nell'uomo Penn, però, non può che rappresentare un individuo reale, cioè in
> eterno conflitto tra i due poli (e vale anche per gli altri personaggi
> ovv.).

Abbastanza d'accordo.

Boris
Re: The tree of life [messaggio #31846 è una risposta a message #31841] sab, 04 giugno 2011 20:36 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il Sat, 4 Jun 2011 19:39:18 +0200, susanna ha scritto:

> Joe Silver <joe.silver@gmail.com> ha scritto:
>
>:: Giobbe condiziona tutta l'interpretazione del film, è evidente.
>:: Piazzare la citazione a inizio film può indurre lo spettatore a
>:: pensare fin da subito che si tratti di una rivisitazione, e che
>:: quindi le conclusioni siano le stesse. Però la citazione potrebbe, o
>:: almeno così l'ho sentita io, un modo di porre davanti allo
>:: spettatore "il problema", mentre la soluzione del medesimo potrebbe
>:: essere diversa.
>:
>: Però la citazione non è una delle tante invocazioni al Dio che sembra
>: vessare ingiustamente il povero Giobbe o sembra agire secondo le
>: proprie imperscrutabili ragioni. Si fosse trattato di uno dei tanti
>: versetti di questo tipo, il tutto sarebbe interpretabile molto più
>: facilmente così come dici tu, almeno come impostazione iniziale. Come
>: sviluppo un po' meno.
>
> La citazione a Giobbe e' la prima didascalia delle tante che compaiono nel
> film.
> La prima, ed e' esattamente come dici.
> Non e' una citazione del personaggio biblico (Giobbe), ma la citazione della
> parola di dio che si rivolge a Giobbe.
> Il dio dell'antico testamento, non gesu' cristo.
> Dio dice a Giobbe di non rompere, ricordandogli la sua inferiorita'
> immanente, ineliminabile, fattuale.
> Ecco la supercosa (o supernatura).
> E' abbastanza irrilevante pensare al dio della tradizione cristiana, quindi.
> E' comunque quella supercosa che ha generato il creato (come da didascalie
> successive), e la cui essenza e' cosi' lontana dalle merdine che creera'
> piu' tardi per cui non ha senso rapportarsi con lui in modo razionale (da
> uomini).
>
Ma la domanda successiva è: ha senso secondo malick rapportarsi con lui in
modo non razionale, come dicono molte religioni? In cosa consiste questa
"grazia"? E' l'accettazione del fatto che solo Dio conosce il perchè delle
sue azioni e quindi noi dobbiamo credere in lui senza porci domande? E se
faremo così avremo la grazia? La grazia della madre viene dalla sua
religiosità, dal fatto che creda in Dio e lo invochi, lo interroghi ecc.
ecc?

Oppure, più "umanamente", la "grazia" sta nel rapporto tra l'uomo e i suoi
simili, in primis i suoi cari, rapporto che deve implicare accettazione e
perdono della loro natura fallibile, evitando di vederli come nemici o
competitori?

Boris
Re: The tree of life [messaggio #31847 è una risposta a message #31837] sab, 04 giugno 2011 20:55 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 04/06/2011 19:17, rober1 (U-N-O) ha scritto:
> "Boris"<boris@iaciners.org> ha scritto nel messaggio
> news:163eksga724l7$.1celin30tim80$.dlg@40tude.net...
>> Il Sat, 04 Jun 2011 15:37:47 +0200, Joe Silver ha scritto:
>>
>>> Il 04/06/2011 13:57, Boris ha scritto:
>>>
>
> Io la visione del mondo di Malick la sintetizzerei così, vedete se vi torna
> qualcosa:
>
> 1) Natura darwiniana e indifferente.

Mah, già qui non sono d'accordo. Come ho già detto la natura mi sembra
incutere timore nella sua maestosità, ma anche meraviglia, stupore,
mistero. Non ci vedo rappresentate dinamiche darwiniane, non mi sembra
che Malick voglia descriverla come dominata dal caso e dalla necessità,
anche e soprattutto nella sua parte biologica (tranne quella scena dei
dinosauri che però su molti ha avuto l'effetto esattamente
contrario...). E sì che avrebbe potuto accennare a una bella estinzione
di massa con quell'asteroide, ma le conseguenze non vengono fatte vedere.

Questo nella parte "superquark"; mentre nell'interazione con i
personaggi invece si vedono alberi che lasciano graziosamente filtrare
la luce divina, girasoli rigogliosi, farfalle che si posano su madri
aggraziate, e ancora alberi alberi e alberi.


> 2) Dio inesistente.

Nessun indizio al riguardo. A meno che non si voglia ritenere tale
l'assenza di un suo intervento diretto ed eclatante. Però c'è la natura
meravigliosa e terrificante, e la citazione in esergo.


> 3) Uomini come creature coscienti che soffrono per l'indifferenza del cosmo.

Non tutti, direi. Solo chi non è toccato dalla grazia. Forse Sean Penn,
ma non la madre. Il padre si sente tradito da dio, come Giobbe, quando
le cose cominciano ad andargli storte (ripete pari pari gli stessi reclami).


> 4) "Paradisi" come creazioni mentali volte a superare l'angoscia della morte
> e della separazione (si veda anche il "paradiso" d'amore del 1° atto di TNW)

Vero nel senso che *quel* paradiso è immaginato da Sean Penn.


> 5)Dialettica tra Natura e Grazia.
> La natura è la legge naturale, o la legge umana supposta naturale (B.Pitt
> che fa la morale anni '50 ai figli dandola per ovvia, lo staros di TTRL che
> dice "la natura è crudele" per giustificare la sue azioni).
> La grazia è il desiderio di trascendere questa supposta legge naturale,
> laicamente potrebbe essere la cultura stessa.
> Malick "tifa" per la grazia.
> Nell'uomo Penn, però, non può che rappresentare un individuo reale, cioè in
> eterno conflitto tra i due poli (e vale anche per gli altri personaggi
> ovv.).

Qui mi trovi d'accordo.



--
Vado a risolvere il teorema del grande Fermat. Mi ci vorranno dagli
8 ai 17 minuti
Joe
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #31848 è una risposta a message #31839] sab, 04 giugno 2011 21:17 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 04/06/2011 19:37, il cuggino di nico ha scritto:

>> Quello che come al solito non si capisce, e' perche' ti faccia rotolare
>> dalle risate.
>> Ma sara' dura saperlo, vero?

> non credo che nessuno muoia dalla curiosità

io sì

--
Vado a risolvere il teorema del grande Fermat. Mi ci vorranno dagli
8 ai 17 minuti
Joe
Re: The tree of life [messaggio #31861 è una risposta a message #31840] dom, 05 giugno 2011 11:27 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Boris wrote:

Insomma Malick sarebbe
> stato poco convincente se voleva dimostrare che la via "religiosa"
> seguita dalla madre era quella giusta.

invece a me pare evidente che il regista abbia voluto calcare la mano sul
fallimento di pitt, tutta la sua filosofia di vita basata sulle logiche
della sopraffazione e dell'homo homini lupus, non produce nulla di buono per
lui non solo a livello familiare, ma soprattutto a livello sociale, tanto è
vero che si trova in mezzo alla strada ed è costretto a fare fagotto e
andarsene...Pitt nella rappresentazione di malick fallisce come padre e come
uomo sociale, mentre alla fine è la madre e tutto ciò che in lei viene
simboleggiato che trionfa (quel suo camminare verso la luce con le braccia
aperte come un messia salvifico), e infatti dopo quella scena penn discende
nel mondo e sorride pacificato. Il messaggio è inequivocabile: solo
nell'amore illuminato dalla grazia divina c'è la pace interiore e la
salvezza...


--
UFV: Bitch slap / The housemaid / ESP / Silvio forever / The tree of life /
Amici miei-Come tutto ebbe inizio / Pirati dei caraibi: oltre i confini del
mare / Come l'acqua per gli elefanti / Il dilemma / Uomini senza legge / Un
perfetto gentiluomo / Noi insieme adesso / Con gli occhi dell'assassino /
Machete / La donna che canta / Kill me please

Per me lei è responsabile
> quanto il padre delle tensioni famigliari che vediamo nel film. E
> Penn alla fine mi sembrava aver accettato la sua "somiglianza" col
> padre (quando ammette esplicitamente di essere più simile a lui), per
> cui in qualche modo la sua salvezza verrebbe da una sorta di terza
> via in cui la "grazia" comprenda anche la necessità dell'esistenza
> della natura.
>
> Boris
Re: The tree of life [messaggio #31863 è una risposta a message #31837] dom, 05 giugno 2011 11:50 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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rober1 (U-N-O) wrote:

> 1) Natura darwiniana e indifferente.

darwiniana no o quanto meno quello della struggle for life è un tema non
presente (anzi, paradossalmente il conflitto più che nella natura lo vediamo
rappresentato nella società), indifferente sicuramente...

> 2) Dio inesistente.

dio invocato continuamente con allocuzione diretta e guarda caso soprattutto
nelle sequenze di discovery channel, se il linguaggio cinematografico ha un
suo senso mi pare evidente che il messaggio sia <questa natura E'
Dio>...Tutt'al più ti posso concedere che il dio di malick possa essere un
dio spinoziano, e questo aprirebbe tutta un'altra serie di considerazioni,
ma inesistente sicuramente no...

> 3) Uomini come creature coscienti che soffrono per l'indifferenza del
> cosmo.

no, uomini che non sono in grado di comprendere le motivazioni profonde del
loro essere-nel-mondo e che per galleggiare sopra l'angoscia che li soffoca
devono guardare al cielo (nietzsche avrebbe diverse cose da dire a questo
proposito, eheheh)...

4) "Paradisi" come creazioni mentali volte a superare
> l'angoscia della morte e della separazione

beh, il paradiso è una delle più straordinarie creazioni mentali compiute
dall'Uomo, non credi? alcune religioni su questa creazione mentale ci hanno
costruito una fortuna negli ultmi secoli...

5)Dialettica tra Natura e
> Grazia.

sì, ma non nella tua interpretazione, quello che manca (in questo susanna ha
perfettamente ragione) è proprio ciò che tu definisci "cultura", manca
l'idea che la risposta all'indifferenza della natura rispetto alla nostra
sorte di individui non deve essere ricercata nell'affidarsi ciecamente al
dono divino, ma deve essere conquistata hic et nunc nei rapporti e nelle
relazioni tra individui...


--
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Re: [RECE] The tree of life [messaggio #32026 è una risposta a message #31438] gio, 09 giugno 2011 16:24 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"susanna" <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
news:4ddd7fd1$0$18239

> Perche' tutto questo?
> Secondo me, perche' sta morendo, cioe' ha paura di morire e si e' accorto
> che fare lo sbruffone non regala il paradiso.

interessante questo, al di la del film
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #32027 è una risposta a message #31438] gio, 09 giugno 2011 16:29 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"susanna" ha scritto nel messaggio
news:4ddd7fd1$0$18239$4fafbaef@reader2.news.tin.it...


Poi la grevita' delle metafore: la soffitta con
l'uomo grande e l'uomo piccolo



ecco sarei grato a chi mi spiegasse quella scena
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #32033 è una risposta a message #32027] ven, 10 giugno 2011 00:14 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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icaro23 <abc@iii.it> ha scritto:

: "susanna" ha scritto nel messaggio
: news:4ddd7fd1$0$18239$4fafbaef@reader2.news.tin.it...
:
: Poi la grevita' delle metafore: la soffitta con
: l'uomo grande e l'uomo piccolo
:
: ecco sarei grato a chi mi spiegasse quella scena.


Vado naturalmente a memoria.
Ricordo due scene abbastanza simili, entrambe in quella che abbiamo chiamato
terza parte (quella lunga, quella narrativa, la descrizione della famiglia a
Waco, terra d'origine del regista).

La scena ha le medesime caratteristiche in entrambi i casi: sullo sfondo di
quella che sembra una mansarda vengono ripresi un bambino su un triciclo o
simile (a sinistra del quadro) e un adulto in piedi sulla destra, piegato
perche' la mansarda e' angusta. L'adulto pare osservare il bambino.
Alla sinistra del bambino c'e una finestra che illumina la scena.
La ripresa e' in campo medio e, forse, con grandangolo (ma non ne sono
sicura). I colori sono caldi, la mansarda pare essere di legno. La figura
dell'adulto appare leggermente opprimente.

La prima volta ho tentato di mettere la scena in relazione al racconto:
l'adulto e' il padre (opprimente); il bambino e' il figlio 'narrante' (che
subisce).
Ma gli indizi erano comunque flebili.

La seconda volta mi appare chiaro: e' l'ennesima didascalia, il racconto non
c'entra. Perche' anche in altri casi il regista fa cosi', cioe' ripete una
doppia scena in momenti diversi del film (es. il lampione o il bicchiere
blu). Anche in quei casi le sequenze sono didascaliche, cioe' hanno lo scopo
di spiegare qualcosa e non di raccontare qualcosa. Hanno, cioe', un valore
proprio, perlopiu' metaforico.

L'adulto e il bambino, in quelle posizioni standard (uno in attivita'
consona, il gioco; l'altro in attivita' consona, il controllo) rappresentano
l'essenza del rapporto sociale. Rapporto che avviene all'interno di qualcosa
che costringe entrambi (il bambino gioca in uno spazio angusto; l'adulto e'
addirittura piegato dallo spazio). L'unica sensazione di liberta' arriva
dall'esterno (la luce).

Ci risiamo, e' la supercosa al lavoro: decide.
E le merdine, invece, sono costrette.




susanna
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #32034 è una risposta a message #32033] ven, 10 giugno 2011 00:41 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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susanna <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:

> E le merdine

beh, la scena mansardata ricorre più volte. quella con l'adulto è
l'ultima.
Supergrandangolo in questa sequenza, la stanza-mansarda è foderata di
legno. Gli alberi, abbondanti in tutto il film, sono di legno, il legno
arredatizio è il post-albero--->la mansarda è l'aldilà dell'albero, il
triciclo è l'uno e trino, il bimbo è gesù condannato alla morte,
l'adulto incombente è dio.
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #32049 è una risposta a message #32033] ven, 10 giugno 2011 13:22 Messaggio precedenteMessaggio successivo
icaro\&quot;TheLight\[1]  è attualmente disconnesso icaro\&quot;TheLight\[1]
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"susanna" ha scritto nel messaggio

>Vado naturalmente a memoria.
Ricordo due scene abbastanza simili, entrambe in quella che abbiamo chiamato
terza parte (quella lunga, quella narrativa, la descrizione della famiglia a
Waco, terra d'origine del regista).
CUT


Ma l'hai visto solo una volta?
Complimenti per la memoria e complimenti per l'interpretazione che come vedi
non è così sempliciotta per tutti :-)
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #32058 è una risposta a message #32026] sab, 11 giugno 2011 08:09 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"isaia" <nicola.montTOGLISTAROBA@tiscali.it> ha scritto nel messaggio
news:4df0d784$0$6835$5fc30a8@news.tiscali.it...
>
> "susanna" <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
> news:4ddd7fd1$0$18239
>
>> Perche' tutto questo?
>> Secondo me, perche' sta morendo, cioe' ha paura di morire e si e' accorto
>> che fare lo sbruffone non regala il paradiso.
>
> interessante questo, al di la del film

l'ho visto.
e secondo me c'è anche nel film questo aspetto.
tipo quando pitt torna a casa dicendo che l'azienda l'ha messo davanti alla
scelta di stare a casa o di trasferisrsi per fare un lavoro che non vuole
fare nessuno...ecco li inizia a trattare il primogenito con più umanità.
messo con le spalle al muro,persa la finta consapevolezza di non essere il
migliore smette di fare lo sbruffone
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #32059 è una risposta a message #32034] sab, 11 giugno 2011 08:13 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"baz" <baz@invalid.invalid> ha scritto nel messaggio
news:1k2mezz.1jtnc591vb4aj6N%baz@invalid.invalid...
> susanna <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:
>
>> E le merdine
>
> beh, la scena mansardata ricorre più volte. quella con l'adulto è
> l'ultima.
> Supergrandangolo in questa sequenza, la stanza-mansarda è foderata di
> legno. Gli alberi, abbondanti in tutto il film, sono di legno, il legno
> arredatizio è il post-albero--->la mansarda è l'aldilà dell'albero, il
> triciclo è l'uno e trino, il bimbo è gesù condannato alla morte,
> l'adulto incombente è dio.

usti
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #32091 è una risposta a message #32034] lun, 13 giugno 2011 10:53 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
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baz <baz@invalid.invalid> ha scritto:

:: E le merdine
:
: beh, la scena mansardata ricorre più volte. quella con l'adulto è
: l'ultima.

Possibile; ma prima dentro non c'e' nulla.


: Supergrandangolo in questa sequenza, la stanza-mansarda è foderata di
: legno. Gli alberi, abbondanti in tutto il film, sono di legno, il
: legno arredatizio è il post-albero--->la mansarda è l'aldilà
: dell'albero, il triciclo è l'uno e trino, il bimbo è gesù condannato
: alla morte, l'adulto incombente è dio.

Superinterpretazione.
Alcuni elementi scenici sono in contraddizione con la tua lettura.
Altri sono arbitrari.
Altri sono deboli.
Altri ancora non sono presi in considerazione.

Incoerenza. Es., non e' coerente un dio che si "piega".
Ci sta che e' "grande"; ci sta che e' in posizione di controllo; non ci sta
che e' piegato.

Arbitrio. Es., legno e post-legno. Proprio perche' l'albero e' l'aldiqua',
il legno lavorato (la mansarda) non puo' essere l'aldila'. L'aldila' e' la
natura trascesa (es., la spiaggia, come nel finale), non un manufatto umano.

Debolezza. Es., triciclo-trinita' (e quindi gesu' e la condanna a morte).
Il bimbo, oltre al triciclo, utilizza altro (anche se non ricordo cosa). E
avere tre ruote (di una sola cosa) e' troppo debole per una metafora cosi'
forte (la trinita' e la passione).

Mancanti. Es., la luce dalla finestra non entra nella tua riduzione. Pero'
e' un elemento scenico fondamentale. La mansarda e' palesemente angusta. Ma
non e' previsto dalla tua lettura.



susanna
Re: The tree of life [messaggio #32094 è una risposta a message #31519] lun, 13 giugno 2011 14:21 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"susanna" <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
news:4de0f0c5$0$18236

> Arriva, tocca, se ne va, lasciando che il tutto rimanga com'era.
> Piu' chiaro di cosi'.

forse non ricordi bene,
arriva e non tocca soltanto, prima di andarsene gli fa una roba tipo pat pat
(colpetti sulla spalla consolatori) e poi se ne va.

ci ho fatto caso perchè ho letto prima la tua rece :-D
Re: The tree of life [messaggio #32095 è una risposta a message #32094] lun, 13 giugno 2011 14:48 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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isaia <nicola.montTOGLISTAROBA@tiscali.it> ha scritto:


:: Arriva, tocca, se ne va, lasciando che il tutto rimanga com'era.
:: Piu' chiaro di cosi'.
:
: forse non ricordi bene,
: arriva e non tocca soltanto, prima di andarsene gli fa una roba tipo
: pat pat (colpetti sulla spalla consolatori) e poi se ne va.
:
: ci ho fatto caso perchè ho letto prima la tua rece :-D


Cioe' hai visto il film dopo avermi letto?

Male, perche' io ricordo abbastanza bene comunque: arriva, lo tocca un paio
di volte sul muso (non ci scommetto *solo* perche' non ho una copia
sottomano, ma fidati), e quindi se ne va.
Niente pacche, niente spalle (il dinosaurino e' sdraiato e morente, come
potrebbe?) quindi niente consolazione.
Il grosso lo lascia li' agonizzante, esattamente come l'ha trovato.


susanna
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #32096 è una risposta a message #32049] lun, 13 giugno 2011 14:50 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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icaro23 abc@iii.it ha scritto:


:: Vado naturalmente a memoria.
: Ricordo due scene abbastanza simili, entrambe in quella che abbiamo
: chiamato terza parte (quella lunga, quella narrativa, la descrizione
: della famiglia a Waco, terra d'origine del regista).
: CUT
:
:
: Ma l'hai visto solo una volta?
: Complimenti per la memoria e complimenti per l'interpretazione che
: come vedi non è così sempliciotta per tutti :-)

Non e' sempliciotta, ed e' uno dei problemi del film.
E quella di baz e' abbastanza assurda.



susanna
Re: The tree of life [messaggio #32097 è una risposta a message #32094] lun, 13 giugno 2011 14:52 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Joe Silver  è attualmente disconnesso Joe Silver
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Il 13/06/2011 14:21, isaia ha scritto:
> "susanna"<sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
> news:4de0f0c5$0$18236
>
>> Arriva, tocca, se ne va, lasciando che il tutto rimanga com'era.
>> Piu' chiaro di cosi'.

> forse non ricordi bene,
> arriva e non tocca soltanto, prima di andarsene gli fa una roba tipo pat pat
> (colpetti sulla spalla consolatori) e poi se ne va.

Stai scherzando, spero. Non sono colpetti: lo blocca una prima volta con
la zampa, poi lo lascia, quello accenna a muoversi di nuovo e lo blocca
una seconda volta. Sembra un gatto con una sua preda, salvo il fatto che
decide di mollarlo lì.






--
Vado a risolvere il teorema del grande Fermat. Mi ci vorranno dagli
8 ai 17 minuti
Joe
Re: The tree of life [messaggio #32098 è una risposta a message #32097] lun, 13 giugno 2011 15:12 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Joe Silver" <joe.silver@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:it518d$f9u$1@tdi.cu.mi.it...
> Il 13/06/2011 14:21, isaia ha scritto:
>> "susanna"<sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
>> news:4de0f0c5$0$18236
>>
>>> Arriva, tocca, se ne va, lasciando che il tutto rimanga com'era.
>>> Piu' chiaro di cosi'.
>
>> forse non ricordi bene,
>> arriva e non tocca soltanto, prima di andarsene gli fa una roba tipo pat
>> pat
>> (colpetti sulla spalla consolatori) e poi se ne va.
>
> Stai scherzando, spero. Non sono colpetti: lo blocca una prima volta con
> la zampa, poi lo lascia, quello accenna a muoversi di nuovo e lo blocca
> una seconda volta. Sembra un gatto con una sua preda, salvo il fatto che
> decide di mollarlo lì.

no,no, gli da due colpetti prima
Re: The tree of life [messaggio #32099 è una risposta a message #32095] lun, 13 giugno 2011 15:14 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"susanna" <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
news:4df6070d$0$2692$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
> isaia <nicola.montTOGLISTAROBA@tiscali.it> ha scritto:
>
>
> :: Arriva, tocca, se ne va, lasciando che il tutto rimanga com'era.
> :: Piu' chiaro di cosi'.
> :
> : forse non ricordi bene,
> : arriva e non tocca soltanto, prima di andarsene gli fa una roba tipo
> : pat pat (colpetti sulla spalla consolatori) e poi se ne va.
> :
> : ci ho fatto caso perchè ho letto prima la tua rece :-D
>
>
> Cioe' hai visto il film dopo avermi letto?

era da tempo che volevo vederlo, poi per caso mi sono imbattuto nella tua
rece [mandato da px]
e allora incuriosito mi sono deciso ho mollato la piccola dai miei e sono
andato.

> Male, perche' io ricordo abbastanza bene comunque: arriva, lo tocca un
> paio
> di volte sul muso (non ci scommetto *solo* perche' non ho una copia
> sottomano, ma fidati), e quindi se ne va.
> Niente pacche, niente spalle (il dinosaurino e' sdraiato e morente, come
> potrebbe?) quindi niente consolazione.
> Il grosso lo lascia li' agonizzante, esattamente come l'ha trovato.

non da la "pacca sulle spalle"
con la zampona su mezzo corpo del dinosaurino prima di lasciarlo
definitivamente da due pacchette
ora non lo trovo sul tubo però
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #32109 è una risposta a message #32091] mar, 14 giugno 2011 16:02 Messaggio precedenteMessaggio successivo
baz  è attualmente disconnesso baz
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susanna <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:

> susanna

cara susanna,

ho letto il tuo super-post,

la cosa affascinante è che a partire da una serie di immagini, che per
loro natura sono obiettive e cristallizzate, le interpretazioni, le
discussioni, le liti che esse generano, possono prendere le vie più
inaspettate.

La cosa che mi ha ammaliato e che mi fa piacere leggere è la tua
granitica convinzione. Che ha una sua poetica sottile che sfiora il
sublime, e ti porta a stabilire con esatta certezza che il tuo
"l'aldilà" (che suppongo tu non abbia avuto modo di conoscere
personalmente) di certo (appunto) non può essere il mio "l'aldilà".
"L'aldilà" è un'interpretazione arbitraria dell'uomo, la natura non
c'entra. Permettimi un legittimo arbitrio.

Anche la visione del divino ti porta ad assolutizzare: chi lo dice che
dio non possa curvarsi? Il potere richiede la posizione diritta? Pensi
davvero che una leggera postura curva possa inficiare l'esercizio di un
potere?

Leggoti siempre con accalorata ansia.

PS

Che ne pensi della parte affidata a Penn?

buz.
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #32114 è una risposta a message #32109] mar, 14 giugno 2011 19:30 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
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baz baz@invalid.invalid ha scritto:


: la cosa affascinante è che a partire da una serie di immagini, che per
: loro natura sono obiettive e cristallizzate, le interpretazioni, le
: discussioni, le liti che esse generano, possono prendere le vie più
: inaspettate.

Vero.


: La cosa che mi ha ammaliato e che mi fa piacere leggere è la tua
: granitica convinzione. Che ha una sua poetica sottile che sfiora il
: sublime, e ti porta a stabilire con esatta certezza che il tuo
: "l'aldilà" (che suppongo tu non abbia avuto modo di conoscere
: personalmente) di certo (appunto) non può essere il mio "l'aldilà".
: "L'aldilà" è un'interpretazione arbitraria dell'uomo, la natura non
: c'entra. Permettimi un legittimo arbitrio.

Il fatto e' che l'aldila' NON esiste (o non ha senso stabilire che esista o
meno, che e' la stessa cosa).
Quindi, di fronte a un testo che rappresenta l'aldila' (es., in questo
film), dobbiamo *solo* cercare di capire come cio' che lo dovrebbe
rappresentare e' fatto. Cioe' dobbiamo scoprire l'intenzione del regista
attraverso il suo 'testo'.
Ecco perche' tu superinterpreti quella scena: declini l'aldila' del regista
(delle sue immagini) con l'aldila' che c'e' nella tua testa.
Io no.


: Anche la visione del divino ti porta ad assolutizzare: chi lo dice che
: dio non possa curvarsi? Il potere richiede la posizione diritta?

Anche dio non esiste (o non ha senso stabilire che esista o meno, ecc..,
ecc..).
Quindi, di fronte a un testo (es., in questo film), dobbiamo *solo* cercare
di capire se viene rappresentato o meno attraverso il 'testo' stesso.
Il testo ci dice che dio NON viene mai rappresentato, in piu' di due ore di
filmaggio. Quello che indichi sarebbe l'unico caso.
E' possibile?
No, perche' essendo l'unico caso il regista sarebbe stato costretto a
identificarlo senza contraddizioni circa la sua denotazione tipica
(denotazione culturale condivisa). Ma nella sua denotazione tipica il divino
NON e' incurvato o limitato (come nella scena di cui stiamo parlando).
Diverso se il regista avesse rappresentato il divino durante le due ore di
film; allora avrebbe potuto conferirgli attributi anche non tipici (tipo la
curvatura, sinonimo di debolezza); ma l'avremmo riconosciuto proprio
attraverso il 'testo'.


: Pensi davvero che una leggera postura curva possa inficiare l'esercizio
: di un potere?

Qui commetti l'errore grave: la postura dell'uomo adulto, in quella scena,
non e' 'leggera'. E' una postura cosi' innaturale da obbligarci a pensare
che il regista abbia *deciso* di attribuirla a quella figura come carattere
preminente.
E' per questo che hai superinterpretato.


: Leggoti siempre con accalorata ansia.

Senz'ansia, ma anch'io.


: PS
: Che ne pensi della parte affidata a Penn?

Non saprei, esattamente. Subito dopo la visione mi era sembrata una delle
lacune del film. Infatti non e' sempre chiaro se, durante la visione la voce
enunciante e' attribuibile al suo personaggio o al narratore assoluto.
L'agnizione, poi, e' abbastanza ambigua, forse troppo.
Per quanto riguarda la parte, si tratta di uno dei settori deludenti del
film. Es., sul finale, quando attraversa il reale verso l'aldila', con
giacca e cravatta, all'inseguimento del fratello. E' banale, scontato, nn
all'altezza di Malick.



susanna
Re: [RECE] The tree of life [messaggio #32116 è una risposta a message #32114] mar, 14 giugno 2011 20:22 Messaggio precedente
baz  è attualmente disconnesso baz
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susanna <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:

> Per quanto riguarda la parte, si tratta di uno dei settori deludenti del
> film.

Occhèi, sono completamente d'accordo.
Il film non brilla nelle parti maschili adulte. Anche il padre risulta
legnoso, poco espressivo, mono-tonico anche nelle rare parti che lo
coinvolgono musicalmente... Sua unica salvezza la luce riflessa che
irradia invece dalla figura femminile della moglie/madre (altissima
madre) e, soprattutto, da quella che emana dalle figure infantili.
Entrambe eccezionali.

Ecco, fatte le pulci. Mi piace, però, anche per i suoi difetti. Malick
produce oggetti visuali di fronte ai quali non posso essere
completamente oggettivo. E' un limite a cui tengo.

Proverò a leggere con calma anche la prima parte della reply. Serve
calma per leggerti e serve far decantare i testi.
Spigoli che devono levigarsi...

Byez.
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