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[UFV] The red shoes (Kim Yong-gyun, 2005) [messaggio #32101] lun, 13 giugno 2011 19:03
Roberto  è attualmente disconnesso Roberto
Messaggi: 892
Registrato: maggio 2009
Senior Member
Titolo ingombrante, che richiama alla memoria uno dei più grandi
capolavori del cinema di sempre, ma che delude abbastanza anche coloro
che si sarebbero accontentati di un paio d'ore ad alta tensione.
Spacciandosi per una "versione moderna" della celebre favola di Hans
Christian Andersen, "The red shoes" guarda piuttosto ai modelli celebri
del genere thrille-horror, dei quali mutua tantissimi elementi e
situazioni, occidentali e orientali, da "Shining" a "La scala a
chiocciola", da "Dark Water" a "The ring", senza eccellere
particolarmente nell'amalgama e, appunto, senza riuscire a celare un
continuo senso di deja-vu. Alla fine si tratta pur sempre di
riappacificarsi col fantasmino di turno, portatore di un grande e
ingiusto dolore, fra scene telefonate, invenzioni citofonate e
spaventi non pervenuti (questo film, peraltro, non gioca al facile
"balzo sulla poltrona". Leggi: non riesce nemmeno in questo).
Estremamente deludente, poi, che le scarpette del titolo non siano
affatto rosse ma, nella migliore delle ipotesi, fucsia (?).
Buona la fattura generale, soprattutto regia e fotografia. Ma ormai ho
difficoltà a tessere le lodi della fotografia di film sottoposti da
cima a fondo a color correction (previa integrale scansione digitale
2k) e altri simili procedimenti (come orgogliosamente spiegato nel
backstage di questo film).
Ad ogni, essendo un film coreano, contiene pur sempre cose che altrove
ci sognamo, quindi il tempo della visione non è mai sprecato. Nello
specifico: il taglio assai misogino della storiella (interamente
incentrata sul black hole mentale tutto femminile legato alle scarpe)
e, in particolare, cose belle e ormai rare come una madre e la sua
piccola figlia di 5 anni che lottano *brutalmente* per il possesso di
un paio di scarpe.
Fantastico.

R.
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