13 Assassini [messaggio #32330] |
dom, 26 giugno 2011 12:43 |
baz Messaggi: 46 Registrato: aprile 2011 |
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Visto ier sera. Aspetto di vederlo in integrale con lingua originale e
sottotitoli (anche in ungherese van bene), possibilmente a fuoco su
tutto lo schermo e con l'audio in sincrono: quante frecce sono partite
in silenzio, con il familiare "twannng", in arrivo come i treni
italiani?
Gli italiani insistono a chiamare harakiri quello che in realtà è
seppuku. Tanto vi basti. Curioso il seppuku di inizio: perfettamente in
solitaria, senza il fedele amico decapitante, con audio (fuori sincrono'
boh non si vede nulla) fitto di spaventosissimi gorgoglii. Morte lenta e
atroce, segno di supremo sdegno? Dalla "traduzione" non si capisce bene,
dovrebbe essere così, dato che il seppuku sul ponte invece è classico.
Grandi decapitazioni con teste che rimbalzano come palloni gonfi anzichè
rotolare mestamente. Nella scena del supplizio della famiglia Mamiya, a
colpi di frecce a bruciapelo, il fratellastro dello shogun tira un
calcetto ad una sfera bianca che lo intralcia: molto dopo farà lo stesso
con la capoccia del suo capo security. Un vero movie villain, come non
se ne vedevano da tempo, con la giusta ottusa ferocia adatta al ruolo
stampata sulla ghigna quando contempla il supermassacro, appena
increspata da un vago sorriso compiaciuto.
Scene di battaglia estremamente confuse come nello stile attuale, dove
si deve immaginare moltissimo e sforzarsi di capire chi mena chi, dove
come e quando.
Grande uso di polveri piriche, segno inconfutabile del nuovo che avanza
e di una mentalità ormai morente, che il gesto dei tredici cerca di
riabilitare secondo la tradizione del Bushido.
Se vi piace il kendo, oppure il kyudo o lo iaido è un film per voi:
durante tutto il tempo del film ogni postura, gesto, azione è pressocchè
perfetta. Solo nel combattimento finale si assiste ad una piccola
vigliacca sparatina di fango (ah, la cara vecchia manciata di polvere in
faccia di tanti duelli western...) peraltro già anticipata ad inizio
film in cui si capisce che il fine giustifica i mezzi, anche se non
troppo in linea con la pura teoria bushido (la guerra è guerra, le
teorie son teorie. Il Dojo è un non-luogo, non vi si può trovar
fanghiglia utile). Bellissimi i costumi, le scenografie, la fotografia
in alcuni momenti e superba.
La storia, non aggiunge niente e non toglie niente a quello che di certo
avete già visto, ma fate attenzione a chi scrive o vi dice "Kill Bill".
Qui si tratta di Giappone vero, non barzellette sullo stile di "Ultimo
Samurai" che sembra appunto Gippòne e non Giappone.
Le figure (intese come partecipanti, come ruolo) femminili, a parte
Upashi che è una creatura dei boschi, sono assenti. La donna è esclusivo
contorno, da azzannare, stuprare, mutilare a piacimento.
Per ora in testa alla mia personale classifica di film del genere,
trascurando i grandissimi notissimi, sta The Twilight Samurai.
Un bacio nipponico.
PS
Ah, andate a vederlo, miraccomanzio...
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