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[messaggio #8691] ven, 10 dicembre 2010 12:35 Messaggio successivo
luziferszorn  è attualmente disconnesso luziferszorn
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Tocco di umorismo sul Sole24ore
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2010-12-08/wagner-tra gico-barenboim-064120.shtml?uuid=AYHCMxpC

lz
Re: [messaggio #8693 è una risposta a message #8691] ven, 10 dicembre 2010 12:43 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Walt Kowalski  è attualmente disconnesso Walt Kowalski
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cito dall'articolo: "È passata indenne da contestazioni anche la regia
avveniristica del belga Guy Cassiers, già definita «la Valchiria della
sfera (non della palla) che gira». Una Walkiria che ha al centro
Barenboim: dal l'inizio, quando a braccio parla al teatro, citando con
fermezza l'articolo 9 della Costituzione, in difesa della cultura,
alla fine, quando suggella l'opera con un indimenticabile Incantesimo
del fuoco."

Zaz, hai visto? IN-DI-MEN-TI-CA-BI-LE l'incantesimo del fuoco! Avremo
preso tutti un abbaglio... :-)


ciao

WK
Re: [messaggio #8694 è una risposta a message #8691] ven, 10 dicembre 2010 12:45 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Tino  è attualmente disconnesso Tino
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In article <83df031d-ba57-4894-b58b-
968786fa76ce@fu15g2000vbb.googlegroups.com>, pan25712@gmail.com says...
> Tocco di umorismo
>

A proposito chi e' quel tipo con gli occhiali che alla fine dell' opera
ha baciato le mani al Daniel?
Re: [messaggio #8695 è una risposta a message #8691] ven, 10 dicembre 2010 12:46 Messaggio precedenteMessaggio successivo
luziferszorn  è attualmente disconnesso luziferszorn
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Prima ecosostenibile; dopo, il deserto (e la sindaca ride, prima e
dopo).

http://www.corriere.it/economia/10_dicembre_07/edison-scala_ e9a4ebec-01dd-11e0-afab-00144f02aabc.shtml

lz
Re: [messaggio #8696 è una risposta a message #8693] ven, 10 dicembre 2010 12:49 Messaggio precedenteMessaggio successivo
enrico  è attualmente disconnesso enrico
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On 10 Dic, 12:43, Walt Kowalski <w...@kowalski.com> wrote:
> cito dall'articolo: " passata indenne da contestazioni anche la regia
> avveniristica del belga Guy Cassiers, gi definita la Valchiria della
> sfera (non della palla) che gira . Una Walkiria che ha al centro
> Barenboim: dal l'inizio, quando a braccio parla al teatro, citando con
> fermezza l'articolo 9 della Costituzione, in difesa della cultura,
> alla fine, quando suggella l'opera con un indimenticabile Incantesimo
> del fuoco."

Viste le lampade che calavano in scena, subito dopo lo spettacolo ho
provato a ordinare un Brunnhildeburger alla buvette.

E.
Re: [messaggio #8697 è una risposta a message #8694] ven, 10 dicembre 2010 12:51 Messaggio precedenteMessaggio successivo
luziferszorn  è attualmente disconnesso luziferszorn
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On 10 Dic, 12:45, Tino <orz...@menta.dom> wrote:
> In article <83df031d-ba57-4894-b58b-
> 968786fa7...@fu15g2000vbb.googlegroups.com>, pan25...@gmail.com says...
>
> > Tocco di umorismo
>
> A proposito chi e' quel tipo con gli occhiali che alla fine dell' opera
> ha baciato le mani al Daniel?


Non so, ieri notte ho guardato solo un pezzo del primo tempo e del
primo intervallo, poi mi sono tagliato le vene (audio di merda, video
deformato in 4:3 allungato, Daverio più smilzo, la moglie e la
Archinto erosinsostenibili, altri orrori ideologici vari...).

lz
Re: [messaggio #8699 è una risposta a message #8697] ven, 10 dicembre 2010 13:07 Messaggio precedenteMessaggio successivo
luziferszorn  è attualmente disconnesso luziferszorn
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Dopo il "panino" Tremonti... il Danielshamburgher...
http://www.cattolicanews.it/4192.html
Wagner? «Non è complicato, è solo complesso – dice il maestro –: è un
creatore di complessità, amalgama ingredienti semplici dando loro
forme nuove, che vanno scoperte. Se avesse fatto il macellaio, sarebbe
stato il re dell’hamburger, nessuno avrebbe mescolato come lui le
giuste dosi di maiale, manzo, pollo»

Non per essere cinici ma alcuni macellai degli anni '40 la musica di
Wagner l'hanno usata come sottofondo.

lz
Re: [messaggio #8700 è una risposta a message #8699] ven, 10 dicembre 2010 13:20 Messaggio precedenteMessaggio successivo
luziferszorn  è attualmente disconnesso luziferszorn
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Registrato: novembre 2010
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di Elvio Giudici
"C’ero, alla cosiddetta «primina» dei ragazzi, sabato scorso. Non uno
se n’è scappato, nessun telefonino ha squillato e neppure era acceso
per messaggiarsi, chi non s’era preparato in anticipo s’è letto di
corsa due cose tipo ripasso volante prima di un’interrogazione, e
l’interesse si capisce subito quando è genuino e collettivo: fa
tristezza, ascoltare saccenti distinguo da intellettuali del lella che
si proclamano esperti appassionati, oppure castronate da frequentatori
assidui di politeami estivi anni Cinquanta (che poi son cose che vanno
a braccetto), ed essere invece testimoni diretti di ragazzi che non
affermano di sapere cosa sia «la vera cultura» ma, che Dio li
benedica, l’assorbono con la facilità e l’entusiasmo di chi invece
vuole goderne. Era quella, la serata da trasmettere in diretta: il
nostro Paese - e in un momento come questo, poi - avrebbe dato
immagine tutta diversa di sé. Ancorché fallace, purtroppo."
di Elvio Giudici
http://www.ilgiorno.it/milano/cultura/2010/12/07/425637-gran de_prima_della_scala.shtml
Re: [messaggio #8701 è una risposta a message #8700] ven, 10 dicembre 2010 13:26 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Karl Rossmann  è attualmente disconnesso Karl Rossmann
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Registrato: novembre 2010
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On 10 Dic, 13:20, luziferszorn <pan25...@gmail.com> wrote:
> di Elvio Giudici
> "C’ero, alla cosiddetta «primina» dei ragazzi, sabato scorso. Non uno
> se n’è scappato, nessun telefonino ha squillato e neppure era acceso
> per messaggiarsi, chi non s’era preparato in anticipo s’è letto di
> corsa due cose tipo ripasso volante prima di un’interrogazione, e
> l’interesse si capisce subito quando è genuino e collettivo: fa
> tristezza, ascoltare saccenti distinguo da intellettuali del lella che
> si proclamano esperti appassionati, oppure castronate da frequentatori
> assidui di politeami estivi anni Cinquanta (che poi son cose che vanno
> a braccetto), ed essere invece testimoni diretti di ragazzi che non
> affermano di sapere cosa sia «la vera cultura» ma, che Dio li
> benedica, l’assorbono con la facilità e l’entusiasmo di chi invece
> vuole goderne. Era quella, la serata da trasmettere in diretta: il
> nostro Paese - e in un momento come questo, poi - avrebbe dato
> immagine tutta diversa di sé. Ancorché fallace, purtroppo."
> di Elvio Giudicihttp://www.ilgiorno.it/milano/cultura/2010/12/07/4256 37-grande_prima_...


L'autore e' sicuramente un assiduo guardone di cio' che viene scritto
qui. Lo interessa, ma poi scuote la testa...
K. R.
Re: [messaggio #8702 è una risposta a message #8700] ven, 10 dicembre 2010 13:36 Messaggio precedenteMessaggio successivo
luziferszorn  è attualmente disconnesso luziferszorn
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Se il libretto di sala trasforma l’opera in una soap opera
di Giovanni Gavazzeni
""Per tornare alle idee terra terra circolanti fra i drammaturghi
odierni, la lettura delle note ci informa di particolari altrimenti
inesplicati alla visione dello spettacolo: la forma organica (cordone
ombelicale) del frassino nella casa di Hunding è simbolo dell’unione
fra mondo umano e divino; gli alberi che sembrano candele sono in
realtà lance per proteggere il Walhalla; le proiezioni nella foresta
«non diversamente dall’universo di Matrix» non rappresentano più «le
linee guida per la nuova generazione», ma ribadiscono l’idea che una
«natura pura è un’illusione romantica». ""
http://www.ilgiornale.it/spettacoli/se_libretto_sala__trasfo rma_lopera_soap_opera/09-12-2010/articolo-id=492369-page=0-c omments=1
Re: [messaggio #8703 è una risposta a message #8701] ven, 10 dicembre 2010 13:39 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 10 Dic, 13:26, Karl Rossmann <mcl4591...@libero.it> wrote:
>
> L'autore e' sicuramente un assiduo guardone di cio' che viene scritto
> qui. Lo interessa, ma poi scuote la testa...
> K. R.

Uno degli assidui...

lz
Re: [messaggio #8707 è una risposta a message #8693] ven, 10 dicembre 2010 14:23 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 10 Dic, 12:43, Walt Kowalski <w...@kowalski.com> wrote:

>
> Zaz, hai visto? IN-DI-MEN-TI-CA-BI-LE l'incantesimo del fuoco! Avremo
> preso tutti un abbaglio... :-)
>

"Angst vor Tomaten?"
http://www.derbund.ch/kultur/theater/Der-Held-heisst-Barenbo im-/story/27727028
Der verhüllt auch manche Unschärfen, aber das tut fast nichts, wenn
mit so viel Intensität und Herzblut gespielt wird wie hier.

lz
Re: [messaggio #8708 è una risposta a message #8691] ven, 10 dicembre 2010 14:19 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"luziferszorn" <pan25712@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:83df031d-ba57-4894-b58b-968786fa76ce@fu15g2000vbb.googlegroups.com...
> Tocco di umorismo sul Sole24ore
> http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2010-12-08/wagner-tra gico-barenboim-064120.shtml?uuid=AYHCMxpC

l'avevo letto sul Sole
Vabbé, leggere la Moreni è sempre una burletta eh
Re: [messaggio #8709 è una risposta a message #8693] ven, 10 dicembre 2010 14:19 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Walt Kowalski" <walt@kowalski.com> ha scritto nel messaggio
news:ih44g695p4p7hquhavejttn0edkjibhhgu@4ax.com...
> Zaz, hai visto? IN-DI-MEN-TI-CA-BI-LE l'incantesimo del fuoco! Avremo
> preso tutti un abbaglio... :-)

basta conoscere chi ha scritto l'articolo.
Ho letto cose da non credere con quella firma...
Re: [messaggio #8710 è una risposta a message #8696] ven, 10 dicembre 2010 14:19 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Zaz!  è attualmente disconnesso Zaz!
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"enrico" <siegmund@iol.it> ha scritto nel messaggio
news:2d39d5c1-fabb-47f5-aa0c-3ba4b3896c7e@j25g2000vbs.googlegroups.com...
> On 10 Dic, 12:43, Walt Kowalski <w...@kowalski.com> wrote:
>> cito dall'articolo: " passata indenne da contestazioni anche la regia
>> avveniristica del belga Guy Cassiers, gi definita la Valchiria della
>> sfera (non della palla) che gira . Una Walkiria che ha al centro
>> Barenboim: dal l'inizio, quando a braccio parla al teatro, citando con
>> fermezza l'articolo 9 della Costituzione, in difesa della cultura,
>> alla fine, quando suggella l'opera con un indimenticabile Incantesimo
>> del fuoco."
>
> Viste le lampade che calavano in scena, subito dopo lo spettacolo ho
> provato a ordinare un Brunnhildeburger alla buvette.

LOL
Re: [messaggio #8732 è una risposta a message #8709] ven, 10 dicembre 2010 16:00 Messaggio precedenteMessaggio successivo
OttO  è attualmente disconnesso OttO
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"Zaz!" <zaz@zaz.com> ha scritto nel messaggio
news:idta2p$aq5$2@nnrp-beta.newsland.it...

> basta conoscere chi ha scritto l'articolo.
> Ho letto cose da non credere con quella firma...

Esatto.
Io l'ho conosciuta in giuria di un Premio decisamente importante!
Poco più che inattendibile.

OttO
----------------
Re: [messaggio #8736 è una risposta a message #8732] ven, 10 dicembre 2010 16:17 Messaggio precedenteMessaggio successivo
luziferszorn  è attualmente disconnesso luziferszorn
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On 10 Dic, 16:00, "OttO" <fdf@iol-it> wrote:
> "Zaz!" <z...@zaz.com> ha scritto nel messaggionews:idta2p$aq5$2@nnrp-beta..newsland.it...
>
> > basta conoscere chi ha scritto l'articolo.
> > Ho letto cose da non credere con quella firma...
>
> Esatto.
> Io l'ho conosciuta in giuria di un Premio decisamente importante!
> Poco pi che inattendibile.
>

Ne parla più o meno bene anche Gasponi sul Messaggero...

lz
Re: [messaggio #8738 è una risposta a message #8736] ven, 10 dicembre 2010 16:37 Messaggio precedenteMessaggio successivo
luziferszorn  è attualmente disconnesso luziferszorn
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On 10 Dic, 16:17, luziferszorn <pan25...@gmail.com> wrote:
> On 10 Dic, 16:00, "OttO" <fdf@iol-it> wrote:
>
> > "Zaz!" <z...@zaz.com> ha scritto nel messaggionews:idta2p$aq5$2@nnrp-beta.newsland.it...
>
> > > basta conoscere chi ha scritto l'articolo.
> > > Ho letto cose da non credere con quella firma...
>
> > Esatto.
>
> Ne parla più o meno bene anche Gasponi sul Messaggero...
>
> lz

Sul Manifesto quasi si grida al miracolo...
Isotta non lo trovo, c'era o preferisce andare al turno A?

lz
Re: [messaggio #8739 è una risposta a message #8738] ven, 10 dicembre 2010 16:52 Messaggio precedenteMessaggio successivo
luziferszorn  è attualmente disconnesso luziferszorn
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On 10 Dic, 16:37, luziferszorn <pan
> Isotta non lo trovo,

Trovato :-) stava in coda ad un altro articolo...

""Daniel Barenboim non è direttore analitico e qualche volta non è
attentissimo fino in fondo ai valori dell'intonazione. A prescindere
dal bellissimo appello che ha pronunciato prima della recita in difesa
dei valori della cultura, ha trovato per interpretare la Walkina una
sua strada di trascinante andamento narrativo, tendendo a unificare la
vicenda come una «storia» piuttosto che distinguere la componente
drammatica e narrativa da auella filosofica e metafìsica.""RIPR
RISERENTET 0 5410372 Reference date : 09/12/10 Data :09/12/10
08.49Sourcedi PAOLO ISOTTA ; " " uando Wagner appose óسãïà nòin ta
alla partitura orchestrata della ì!., „ " Waifciria, gli parv :
CORRIERE DELLA SERA
Re: [messaggio #8784 è una risposta a message #8702] sab, 11 dicembre 2010 17:18 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Placebo987  è attualmente disconnesso Placebo987
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Se il libretto di sala trasforma l’opera in una soap opera
di Giovanni Gavazzeni
«non diversamente dall’universo di Matrix»

Se e' quello che gioca nell'Inter, e' un universo di testate.

Ciao.
Placebo987
Re: [messaggio #9012 è una risposta a message #8784] mer, 15 dicembre 2010 00:05 Messaggio precedenteMessaggio successivo
luziferszorn  è attualmente disconnesso luziferszorn
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Barenboim stona se difende le orchestre che non vorrebbe mai
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Pillole di classica Barenboim stona se difende le orchestre che non
vorrebbe mai ::: NAZZARENO CARUSI óóóLa Valchiria di Daniel Barenboim
è stata bellissima. L'ho vista su Rai 5. Il regista Cassiere andrebbe
tagliato, ma la musica è stata sublime e la stagione del teatro più
famoso s'è aperta in trionfo. A orecchie in estasi, occhi chiusi e
voce sommessa dall'ammirazione bacio la Brunilde di Nina Stemme,
abbraccio la Sieglinde di Waltraud Meier, elogio soprattutto i legni e
gli ottoni dell'orchestra, ricordo a Hunding, al violoncello del primo
atto e a molti archi che l'altezza delle note è da scienza definita e
faccio notare al golfo mistico che i colletti a cravatta lenta qua e
là non son belli a vedersi.
Sussurrato questo, rimbrotto a voce piena l'unico scrocco. Come ha
potuto un artista come Barenboim anteporre a tanta meraviglia quattro
parole che neanche Pollini negli anni ruggenti? Lui, uomo di statura
infinita, esempio d'arte mai superficiale e rozza come una piazza,
mettersi a ricordare l'articolo 9 della nostra Carta a nome di tutti i
teatri italiani? Ma scusi, maestro, come si dovrebbe promuovere la
cultura? Senza merito, come pretendono tutte le masse artistiche di
cui s'è fatto incautissimo portavoce lei che è un genio tanto così?
Via, la Scala è la Scala. È una signora orchestra d'un signor teatro
con il meglio italiano e non solo. Salvo qualche abbaglio (che ogni
tanto pure capita) le sue prime parti sono musicisti di somma classe
vincitori di concorsi intemazionali. La stessa cosa a Roma, a Santa
Cecilia beninteso, perché all'Opera c'è da chiedersi davvero se ci sia
un motivo altro alla rinuncia di Muti alla guida. Nelle nostre due
sedi capitali, insomma, l'altezza è la regola.
Ma altrove? Ho sentito giorni fa l'orchestra d'un teatro neanche tanto
di provincia: peno sa. Non sfuggiva a nessuno l'atteggiamento da
bivacco di orchestrali pessimi che sanno bene solo il non esser mai
chiamati a dimostrare il contrario. Il maestro scaligero Baremboim ha
parlato anche perforo? I tagli al Fus, quando si suona poco, male e
quindi lo spettacolo è brutto sono necessari e doverosi. L'idea di
Bondi, dividere la Scala e Santa Cecilia dagli altri enti lirico-
sinfonici, voleva esattamente rimarcare la differenza fra il merito e
l'assistenzialismo. E porre finalmente rimedio alla cultura oscena del
tutti uguali, e quelli con la tessera a sinistra più uguali degli
altri. Baremboim, grazie a Dio, non dirigerà mai il teatro di
Piagnonia. O dobbiamo ricrederci? Certo, Tremonti non è stato
brillante. Ma in fondo cos'ha detto, che carmina non dantpanem2 Si sa
e da parecchio. Quindi? Lo Stato molli i carrozzoni e defiscalizzi le
donazioni private. Nessuno paga a caso e tantomeno a pioggia, lo dice
l'esperienza secolare nordamericana dove moltissime stagioni
artistiche (non solo di grandi città) sono stellari e infatti i nostri
grandi ci vanno regolarmente, felicemente e molto più che in patria a
suonare.
Ma da noi la meritocrazia fa paura, in scena e a scuola. Quattro lire
a tutti: sfigati e scontenti piuttosto che sotto esami. Questa è la
verità nella rete delle canee in piazza. Il resto sono balle inventate
per raccattare voti alla prossima tornata. Peccato ci sia cascato un
generosissimo Barenboim. Cultura fa rima con bravura. Il governo
selezioni e rinunci a un po' di tasse, il maestro diriga e l'orchestra
suoni, il pubblico goda estasiato e ne parli per giorni, gli sponsor
paghino felici d'avere a vetrina l'arte e la Repubblica così promuova,
finalmente, lo sviluppo della cultura. Questa, non quella.
</tbody> <review code>ENTET</review code> <subheading> Pillole di
classica </subheading> <title> Barenboim stona se difende le orchestre
che non vorrebbe mai </title> <subtitle> </subtitle> <evidence>0</
evidence> <url></url> <MultilabID>5452780</MultilabID> Reference
date : 12/12/10 Data :12/12/10 10.23
Re: [messaggio #9013 è una risposta a message #9012] mer, 15 dicembre 2010 00:19 Messaggio precedente
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Quelli del Foglio...

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Mistica della cultura
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Source : FOGLIO Page of Review : 0 Page of Document : 3 Page of
NewsPaper : 1 Category :POLITICA CULTURALE Author :NN Document Title :
Chapter : Paragraph : NumPagDoc : 0 IdDocument : Page Type : 0 <tbody>
MISTICA DELLA CULTURA D podio direttoriale della Scala diventa
cattedra di "lavoro culturale". Giusto promuovere la cultura, ma senza
fanatismi militanti che ricordano esperienze bruttine di "stato
culturale". Soldi e idee Roma. Non può certo essere il Foglio, che ha
fatto campagna contro i tagli previsti dalla Finanziaria al comparto
culturale, a sbertucciare il direttore Daniel Ba- DI NICOLETTA IÃŒUACOS
E MARINA VALENSISE renboim, che ha letto l'articolo 9 della
Costituzione davanti al presidente della Repubblica e al pubblico
convenuto per la prima della "Walkurie" di Wagner alla Scala. Ma
appare almeno stravagante, quella messa in scena di un mini
Sessantotto, con tanto di baruffe e lacrimogeni (fuori dal teatro),
ibridato con un "Viva Verdi!" da "Piccolo mondo antico", l'assente
Sandro Bondi nella parte del generale Radetzky e l'elite milanese
riunita in abito lungo e cravatta nera, solidale coi manifestanti
(dentro il teatro). In scena, con vari cumenda e i centri sociali
uniti nella lotta, è andata anche l'eterna idea della cultura come
cuore della militanza politica di sinistra. Accreditare una mistica
della cultura, attribuendole la capacità di renderci umani, che è un
complesso di biologia spirito e civilizzazione, significa riproporre
l'eterna idea guida della militanza culturale, una versione comoda e
fanatizzata della conquista gramsciana di egemonia nella società.
La mistica della cultura in Italia si è nutrita anche di quel "lavoro
culturale" al quale Luciano Bianciardi dedicò uno dei suoi racconti
più famosi, nel quale si descrivevano i tentativi di alfabetizzazione
politica di un piccolo mondo provinciale alla fine degli anni
Cinquanta, affidata a volenterosi intellettuali locali guidati da
verbosi "compagni responsabili" spediti dalla città tra le masse. I
cicli di film russi e cecoslovacchi (ma anche la serata a soggetto
"sugli indiani d'America, un argomento che piace a tutti, di sicuro
successo"), oppure la biblioteca aperta agli incontri a tema ("su
iniziativa del presidente Ìàî Tzetung", spiega al pubblico il compagno
responsabile, "si celebra quest'an no in tutto il mondo, voglio dire
in tutto il mondo degli uomini onesti e progressivi, il
centocinquantenario della nascita di Victor Hugo, grande scrittore
francese") facevano da ponte ideale tra i popoli in lotta per il
socialismo e quelli che l'avevano, beati loro, già realizzato. Da
Leonardo da Vinci "libero pensatore" ad Avicenna, "scienziato moderno
e progressivo", passando per "Gorki, scrittore progressivo e amico
dell'Italia", nulla sfuggiva alla furia militante del lavoro
culturale, raccontata con tenerezza e sarcasmo da Bianciardi.
Un po' quello che succede con i vari festival da ceto medio riflessivo
sparsi per l'Italia, surrogati e sostitutivi di altre e più sanguigne
militanze, oltre che epigoni istituzionalizzati delle effimere estati
romane, figlie del Settantasette e del desiderio al potere. Ora, come
allora, conta soprattutto l'esserci, l'estasi dell'evento in sé
salvifico, perché denso di cultura molto partecipata.
Da assessore capitolino alla cultura, alla fine degli anni Settanta,
Renato Nicolini invitava i romani al festival psichedelico dei poeti a
Castelporziano o proiettava lodevolmente le cinque ore e mezza di
"Napoléon" di Abel Gance al Colosseo. Oggi Nicolini, inventore della
rassegna del Cinema a Massenzio, grande madre dell'effimero culturale,
dice al Foglio di non credere che "la cultura sia sempre qualcosa che
rende migliori, anche se nella cultura tutto si lega e tutto è
importante, non si può scegliere tra la Scala e la tutela dei beni
archeologici. L'idealismo è sempre negativo, ma non posso accettare
che il ministro Bondi passi dall'assistenzialismo all'assenteismo. Ha
disertato Cannes, poi Venezia, ora la prima della Scala...". Per il
voto della Finanziaria, ha detto: "Ma sì, anche il ministro Giovanna
Melandri alla prima della Scala non si vide, ma almeno era andata alla
cena del Gambero Rosso. Sempre di cultura si tratta".
Sarà. Ma i tempi, piaccia o no, impongono scelte oculate, controllo
delle risorse, disciplina della rendicontazione. Una militanza
possibile in nome della cultura è anche quella contro gli sprechi, le
spese inutili, i privilegi corporativi che drenano energia, sviano
risorse e alimentano l'assistenzialismo. Dei tredici teatri lirici
italiani, per esempio, solo il Regio di Torino quest'anno ha
registrato un attivo. Tutti gli altri, nonostante la cosmesi della
fondazione che permette contratti di diritto privato e nonostante gli
sforzi di razionalizzazione, continuano a obbedire a consuetudini
discutibili. L'"Elegia" di Hans Werner Henze, nata come atto unico per
orchestra, viene divisa in due atti per compiacere gli orchestrali del
San Carlo di Napoli. Un certo coro, per ripetere sei volte il nome
Oreste nel finale dell'"Elektra" di Strauss, ha preteso l'indennità da
lingua straniera. Ma c'è anche un gruppo di strumentisti che ha
reclamato "l'indennità da soprarigo". E in certi teatri lirici pare
sia impossibile convocare il coro per un'unica prova costumi,
risparmiando tempo e danaro, perché il contratto non prevede alcun
obbligo. Il coro del San Carlo d'antan ottenne una speciale indennità
per le corde legate alle cinture nella regia di Georges Lavelli del
"Vascello Fantasma", e c'è ancora chi ricorda l'ingegnoso ricatto dei
ballerini dell'Arena di Verona che rifiutavano di entrare in scena con
le lance, perché avevano deciso che erano troppo pesanti, ma si
rifiutavano pure di farne a meno, "perché allora diventa una
pantomima", finché il regista non la spuntò. Fatti che non turbano un
esperto di musica "forte" come Quirino Principe: "Non gridiamo allo
scandalo se gli orchestrali della Scala hanno l'indennità di frac o i
coristi e le comparse l'indennità di lancia: la cosa può fare
ridacchiare i cretini, ma rappresenta un'entità irrisoria rispetto
agli elevati guadagni di alcuni privilegiati (non privi di talento ma
non unici nell'avere grande talento) o dei divi della musica pop o
rock, che attira masse diseducate all'ascolto della musica e corrotte
da quella sventura cosmica che è la televisione...".
I pochi soldi disponibili possono essere gestiti meglio. Ma è anche
vero che in settori diversi dalla produzione di spettacoli lirici,
come la tutela del patrimonio, risparmiare sembra una scommessa
impossibile. "Il problema per noi non è il controllo degli sprechi, ma
è che qui non c'è più nulla da tagliare", dice l'archeologo Andrea
Carandini, presidente del consiglio nazionale per i Beni culturali,
che nei giorni scorsi ha scritto un appello allarmato al presidente
della Repubblica: "La situazione è molto grave. Per tutto il
patrimonio (archivi, biblioteche, musei, archeologia, beni storico-
artistici e architettonici), disponiamo di soli centoventi milioni. Il
che significa che i nostri monumenti non vengono più protetti",
insiste Carandini. Ora l'imprenditore Diego Della Valle si dice pronto
a mettere sul tavolo venticinque milioni per il restauro del Colosseo,
"ed è un fatto molto positivo, che potrebbe servire d'esempio a tutta
la classe imprenditoriale italiana".
Il critico Alfonso Berardinelli pensa che per troppi "la cultura sia
diventata semplicemente quella ufficiale. Un intero secolo, il
Novecento, è stato intestato alle avanguardie. Pessime o buone, ma
comunque animate da mentalità critica nei confronti della cultura. Ora
la cultura diventa un feticcio ufficiale, introduzione sistematica
alle buone intenzioni dal podio direttoriale, e si salta il problema
che ha assillato la più grande intellettualità del secolo passato,
vale a dire il problema dei rapporti tra stato e cultura, sempre
ambigui e problematici. Chi decide che cosa finanziare e che cosa no?
La cultura è un concetto vuoto che si riempie di interessi
corporativi. Perciò dire 'viva la cultura' o anche 'viva la religione'
o la scienza, non ha senso. La cultura non è un valore in sé. Lo è
solo nel caso che i suoi prodotti valgano. Chi lo decide? Lo stato, il
ministro, gli artisti stessi che dovranno ricevere i soldi? Il libro
ha un valore? Dipende dal libro. Non so che dire - aggiunge
Berardinelli - perché da un lato di cultura ce ne è poca (abbiamo
poche biblioteche pubbliche fornite ed efficienti). Dall'altro ce ne è
troppa, si spendono soldi inutilmente. Vorrei che si riflettesse non
sul rapporto tra economia e cultura ma su quale tipo di economia sia
culturalmente migliore". Berardinelli ricorda che "quando lo stato
sociale in Germania era al suo apice, veniva finanziata un'enorme
quantità di scultori, pittori, poeti: non era una gran meraviglia".
Vale lo stesso per l'arte di stato nei paesi del socialismo reale, "e
infatti il problema vero è quello dei rapporti tra stato e cultura.
Esistono intellettuali ipnotizzati dalle istituzioni culturali,
convinti che quelle istituzioni siano la cultura. Altri pensano invece
che esistono i singoli, che procedono, magari ignorati e senza
aspettare finanziamenti. Questo naturalmente non vale per l'opera
lirica. Ma fa uno strano effetto vedere alla Scala lo schieramento dei
gran signori che recitano la parte dei rivoltosi all'opposizione".
Una militanza possibile in nome della cultura? Quella contro gli
sprechi e i privilegi corporativi che drenano energia, sviano risorse
e aumentano l'assistenzialismo. Un concetto vuoto che si riempie di
interessi corporativi </tbody> <review code>ENTET</review code>
<subheading> Una militanza possibile innome della cultura?
Quellacontro gli sprechi e i privilegicorporativi che drenanoenergia,
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09/12/10 13.19
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