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Una sintesi perfetta [messaggio #102441] mer, 16 aprile 2008 22:20 Messaggio successivo
Solania  è attualmente disconnesso Solania
Messaggi: 85
Registrato: marzo 2008
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Una storia finita


di Ernesto Galli Della Loggia


Ha ragione chi ha notato che il nuovo Parlamento italiano nato dalle
elezioni di domenica e lunedì sarà l'unico dei principali parlamenti europei
dove non troverà posto alcun partito che nel nome si richiami al socialismo
o al comunismo. E questo accade nonostante che, come è noto, partiti con
quei nomi abbiano segnato profondamente per decenni la storia della sinistra
italiana e, insieme, la storia del Paese. Siamo di fronte, insomma, a una
svolta profonda non solo del nostro sistema politico, ma della nostra intera
vicenda nazionale, del lungo e tormentato configurarsi delle culture
politiche italiane. Svolta tanto più significativa in quanto poi coincide
con lo schierarsi elettorale a destra di tutto il Nord, cioè delle regioni
più industriose, più ricche e più avanzate della penisola, un tempo, in
molte zone, roccaforti della sinistra che aveva il socialismo o il comunismo
nella propria insegna.

Da questo punto di vista è oltremodo indicativo il sorprendente successo
della Lega in una regione come l'Emilia Romagna, con oltre il 7% dei voti
alla Camera. In realtà la Prima Repubblica non è finita nel 1994, è finita
ieri; e il terremoto che ha colpito la sinistra può essere interpretato come
la conseguenza del modo miope e insufficiente con cui proprio la sinistra
affrontò 15 anni fa la crisi di quella fase della democrazia italiana, non
cogliendone né il significato né le implicazioni. E perciò riducendosi
oggettivamente, allora e poi, a un ruolo di puro e semplice freno anziché di
spinta e di direzione. Ciò che portò alla fine la Prima Repubblica fu
essenzialmente la mancanza di alternativa di governo, il fatto che per
svariati decenni a reggere il Paese fossero più o meno sempre le stesse
forze. Uno degli effetti ne fu per l'appunto la vasta corruzione (da qui
Mani Pulite), insieme alla progressiva decrepitezza dei meccanismi e degli
strumenti amministrativi (per primi quelli dell'amministrazione statale) e
all' inamovibilità castale delle élites del Paese in quasi tutti i campi.
Inutile dire il motivo della mancanza per tanto tempo di una credibile
alternativa di governo: la presenza all'opposizione di un Partito comunista
il cui sfondo ideologico e la cui collocazione internazionale, essendo
entrambi storicamente contigui alla vicenda bolscevico- sovietica, non lo
legittimavano a governare una democrazia occidentale come l'Italia.

La fine dei partiti di governo della Prima Repubblica (Dc e Psi) per effetto
delle inchieste giudiziarie di Di Pietro non ebbe l'effetto di spingere
quelli che erano ormai i reduci del naufragio comunista a una revisione
radicale della propria storia. E neppure li indusse a una rivisitazione
altrettanto radicale di tutto l'impianto socio- statuale italiano, delle
reti d'interesse, dei luoghi di potere accreditati, delle convenzioni
bizantine, delle fame posticce di un regime ormai alle corde. Ebbe anzi un
effetto paradossalmente pressoché opposto. Indusse gli ex comunisti a
considerarsi quasi come i curatori testamentari di questo insieme di
lasciti, facendosi catturare dalla tentazione di poterne addirittura
diventare agevolmente gli eredi. Ciò che infatti cominciò fin da subito a
verificarsi. Con la conseguenza però che abbagliati da questa facile
conquista gli scampati al naufragio comunista non sentirono più l'urgente
necessità, che invece avrebbero dovuto sentire, di buttare a mare alla
svelta il proprio patrimonio ideologico, di ravvedersi senza esitazioni
delle loro mille cantonate, di prendere coraggiosamente un nome e un abito
nuovi. O, se lo fecero, presero a farlo con tempi politicamente biblici,
dell'ordine degli anni.

Nel frattempo, come dicevo, orfano della protezione un tempo elargitagli
dalla Dc e dal Psi, il potere tradizionale italiano cresciuto e prosperato
sotto la Prima Repubblica si apriva volenterosamente a quelli che esso
riteneva ormai i nuovi padroni della situazione. In breve tutto
l'establisment economico- finanziario del Paese, tutta la cultura, tutta la
burocrazia, tutti gli apparati di governo, dalla polizia alla magistratura,
gran parte del vecchio cattolicesimo politico divennero o si dissero di
sinistra. Ma proprio la massiccia operazione di riciclaggio e di «entrismo»
da parte dei vertici della società italiana e dei suoi poteri, nell'area
della sinistra ex Pci, insieme all'esasperante lentezza con cui procedeva la
revisione ideologica di questa, hanno valso a porre il partito della
sinistra ex comunista, nell'ultimo dodicennio, in una posizione
sostanzialmente conservatrice. L'hanno reso di fatto il tutore massimo
dell'esistente, incapace di comprendere i grandi fatti nuovi che si andavano
producendo nel Paese, di rompere incrostazioni e tabù, restio a politiche
animate da coraggio e da fantasia, timoroso infine di rompere le vecchie
solidarietà frontiste. In vario modo questa parte, invece, se la sono
aggiudicata fin dal 1994 le varie destre che allora videro la luce e/o che
allora presero a ricomporsi.

Le quali, a cominciare da Berlusconi, hanno invece avuto facile gioco, esse
sì, ad apparire fino ad oggi (e quale che fosse la realtà) tese al
cambiamento, lontane dal potere costituito, prive di troppi pregiudizi
ideologici, in sintonia con la pancia e con le esigenze più vere del Paese.
Il merito indiscutibile di Walter Veltroni è stato quello di capire che
sulla strada iniziata nel lontano 1993-94 la sinistra non poteva più
procedere. Prendere le distanze dal governo Prodi ha voluto dire
precisamente prendere visibilmente le distanze dalla tradizione. Da quella
tradizione italiana che se da un lato era servita a far vivere il nome del
socialismo e del comunismo, dall' altro però aveva reso sempre impossibile-
ai partiti che ne portavano i nomi- qualunque autonomo ruolo politico
innovativo alla guida del Paese. Veltroni ha capito che bisognava cancellare
questa storia, la quale era stata anche tanta parte della storia della prima
Prima Repubblica; che era finalmente giunto il momento di porre fine alla
Prima Repubblica. Per farlo ha oggi dovuto pagare un prezzo assai alto,
certo. Ma i conti veri, come sempre, si potranno fare solo alla fine.

16 aprile 2008
Re: Una sintesi perfetta [messaggio #102442 è una risposta a message #102441] mer, 16 aprile 2008 23:25 Messaggio precedenteMessaggio successivo
John  è attualmente disconnesso John
Messaggi: 187
Registrato: dicembre 2010
Senior Member
Solania schrieb:

> necessità, che invece avrebbero dovuto sentire, di buttare a mare alla
> svelta il proprio patrimonio ideologico, di ravvedersi senza esitazioni
> delle loro mille cantonate, di prendere coraggiosamente un nome e un abito
> nuovi.

Si', ma un comunista privo dell'ideologia comunista, da che parte puo'
andare ?

> Per farlo ha oggi dovuto pagare un prezzo assai alto,
> certo. Ma i conti veri, come sempre, si potranno fare solo alla fine.
>


Speriamo non prima di cinque anni.. :-))))


> 16 aprile 2008
>
>
Re: Una sintesi perfetta [messaggio #102443 è una risposta a message #102442] gio, 17 aprile 2008 01:14 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Solania  è attualmente disconnesso Solania
Messaggi: 85
Registrato: marzo 2008
Member
"John" ha scritto nel messaggio


> Si', ma un comunista privo dell'ideologia comunista, da che parte puo'
> andare ?


....depurare la "religione" comunista dei suoi aspetti comunisti e passare al
comunitarismo cattolico.
Semplice, no ?



>> Per farlo ha oggi dovuto pagare un prezzo assai alto, certo. Ma i conti
>> veri, come sempre, si potranno fare solo alla fine.
>>
>
>
> Speriamo non prima di cinque anni.. :-))))



.....questo lo dico io !
Cheffai,...rubi ?!?
Re: Una sintesi perfetta [messaggio #102444 è una risposta a message #102443] gio, 17 aprile 2008 10:35 Messaggio precedente
John  è attualmente disconnesso John
Messaggi: 187
Registrato: dicembre 2010
Senior Member
Solania schrieb:
> "John" ha scritto nel messaggio
>
>
>> Si', ma un comunista privo dell'ideologia comunista, da che parte puo'
>> andare ?
>
>
> ...depurare la "religione" comunista dei suoi aspetti comunisti e passare al
> comunitarismo cattolico.
> Semplice, no ?
>
>

ahhh ecco...un catto-comunista... :-))))

>
>>> Per farlo ha oggi dovuto pagare un prezzo assai alto, certo. Ma i conti
>>> veri, come sempre, si potranno fare solo alla fine.
>>>
>>
>> Speriamo non prima di cinque anni.. :-))))
>
>
>
> ....questo lo dico io !
> Cheffai,...rubi ?!?
>


...rubare io ?? MAI ! Caso mai solo alle banche !
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Argomento successivo:...poi, cretinoni, rispondete anche a questa...
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