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tree of life [messaggio #125984] gio, 06 ottobre 2011 14:37 Messaggio successivo
karamazov  è attualmente disconnesso karamazov
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come si diceva l'altro giorno, i film riescono un po' per caso,
questo non è riuscito, nonostante ci siano ingredienti
di assoluta eccellenza.
in primis il lavoro di Trumbull.
premesso che non ho niente contro gli effetti digitali,
fa sempre piacere vedere la cara vecchia ricerca visiva
analogica produrre risultati così interessanti (parlo
dell'ambaradan cosmico ovviamente).
ma anche il Clavilux iniziale ha un suo perchè.
poi la tecnica di Malick è sempre piacevole da vedere,
anche se, quando il flusso narrativo non funziona, come in questo
caso, si ha la spiacevole sensazione del montaggio di una serie
di spot di calvin klein.
purtroppo non coinvolge il ritratto della famigliola pitt,
troppo artificiale e banale allo stesso tempo.
il ragazzino (il giovane penn) ha sempre questa espressione un po'
così,
perennemente costipato, per ragioni che allo spettatore non sono date
sapere.
sul significato-messaggio del film, mi pare non ci sia molto da dire,
la frase biblica iniziale dà l'intonazione alla pellicola, una
personale
interpretazione del regista sulla Vita, l'Universo e Tutto Quanto.
Re: tree of life [messaggio #126061 è una risposta a message #125984] gio, 06 ottobre 2011 16:41 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 6 Ott, 14:37, karamazov <k...@hotmail.com> wrote:

> purtroppo non coinvolge il ritratto della famigliola pitt,
> troppo artificiale e banale allo stesso tempo.

E' l'unica cosa che funziona del film, seppur con qualche difetto (a
suo tempo si parlava, ad es., della poco riuscita gestione del terzo
figlio...). La figura della madre (bravissima l'attrice) è qualcosa
che va al di là della banale descrizione di una famiglia della
provincia americana degli anni 50, tocca corde più profonde, è una
luce nel grigiore di una vita mediocre. Malick ha tratteggiato un
personaggio che rimane nel tempo.
Per il resto è andato via sbracando tra national geographic,
superquark e bignami della bibbia...

Michele
Re: tree of life [messaggio #126213 è una risposta a message #126061] gio, 06 ottobre 2011 21:54 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Px  è attualmente disconnesso Px
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Il 06/10/2011 16:41, Once Upon a Time in IACine ha scritto:
> On 6 Ott, 14:37, karamazov<k...@hotmail.com> wrote:
>
>> purtroppo non coinvolge il ritratto della famigliola pitt,
>> troppo artificiale e banale allo stesso tempo.
>
> E' l'unica cosa che funziona del film, seppur con qualche difetto (a
> suo tempo si parlava, ad es., della poco riuscita gestione del terzo
> figlio...). La figura della madre (bravissima l'attrice) è qualcosa
> che va al di là della banale descrizione di una famiglia della
> provincia americana degli anni 50, tocca corde più profonde, è una
> luce nel grigiore di una vita mediocre. Malick ha tratteggiato un
> personaggio che rimane nel tempo.
> Per il resto è andato via sbracando tra national geographic,
> superquark e bignami della bibbia...
>
> Michele

clamorosamente d'accordo su tutto, doveva fare un film di 90 minuti
sulla provincia americana, sarebbe stato un mezzo capolavoro.
Re: tree of life [messaggio #126218 è una risposta a message #126213] gio, 06 ottobre 2011 23:39 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"Px" <chiedimelo@etelodo.it> ha scritto nel messaggio
news:j6l10o$tc1$1@speranza.aioe.org...
> Il 06/10/2011 16:41, Once Upon a Time in IACine ha scritto:
>> On 6 Ott, 14:37, karamazov<k...@hotmail.com> wrote:
>>
>>> purtroppo non coinvolge il ritratto della famigliola pitt,
>>> troppo artificiale e banale allo stesso tempo.
>>
>> E' l'unica cosa che funziona del film, seppur con qualche difetto (a
>> suo tempo si parlava, ad es., della poco riuscita gestione del terzo
>> figlio...). La figura della madre (bravissima l'attrice) qualcosa
>> che va al di l della banale descrizione di una famiglia della
>> provincia americana degli anni 50, tocca corde pi profonde, una
>> luce nel grigiore di una vita mediocre. Malick ha tratteggiato un
>> personaggio che rimane nel tempo.
>> Per il resto andato via sbracando tra national geographic,
>> superquark e bignami della bibbia...
>>
>> Michele
>
> clamorosamente d'accordo su tutto, doveva fare un film di 90 minuti sulla
> provincia americana, sarebbe stato un mezzo capolavoro.

Cos invece un capolavoro intero, meno male che Malick non vi ha assunto
come consulenti!

(tra l'altro a karamazov piace proprio la sezione "superquark", a voi la
parte familiare, perci sai i casini..).

Comunque sia, eliminare il meraviglioso excursus cosmico per fare del film
un semplice spaccato di vita americana gli toglierebbe completamente senso,
direi.

Ci detto, del film non mi va di parlare, lo considero un capolavoro enorme.
Volevo solo tessere en passant un elogio di Malick, in quanto unico regista
della grande generazione americana anni '70 che non ha mollato di un
centimetro le antiche ambizioni.
E' l'unico a realizzare cinema d'autore personalissimo, ambizioso, alieno da
compromessi con estetiche ed etiche dominanti, di vasto respiro, capace di
suscitare interesse e dibattiti in un pubblico non troppo ristretto, senza
ridursi insomma a curiosit festivaliera.

Coppola, per dire, ormai realizza solo deliziosi film di nicchia per pochi
eletti, Spielberg non ha pi l'antica vena (speriamo si riprenda), Scorsese
piuttosto imbolsito e votato a decorosi prodotti mainstream, De Palma
stenta, Friedkin ha ripreso a girare ma il "salario" era ovv. un'altra roba,
Bogdanovich non lavora da dieci anni, e via dicendo.
Cimino, poi, cinematograficamente defunto da una quindicina d'anni (somma,
terribile, intollerabile tragedia. Leggevo di recente che ha 50
sceneggiature nel cassetto, pazzesco).

Insomma, Malick l'unico vero sopravvissuto di quella generazione.
Re: tree of life [messaggio #126335 è una risposta a message #126218] ven, 07 ottobre 2011 10:10 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 6 Ott, 23:39, "rober1 \(U-N-O\)" <titir...@libero.it> wrote:
> "Px" <chiedim...@etelodo.it> ha scritto nel messaggionews:j6l10o$tc1$1@speranza.aioe.org...
>
> > Il 06/10/2011 16:41, Once Upon a Time in IACine ha scritto:

> >> Per il resto andato via sbracando tra national geographic,
> >> superquark e bignami della bibbia...
>
> > clamorosamente d'accordo su tutto, doveva fare un film di 90 minuti sulla
> > provincia americana, sarebbe stato un mezzo capolavoro.
>
> Cos invece un capolavoro intero, meno male che Malick non vi ha assunto
> come consulenti!

;-)


> (tra l'altro a karamazov piace proprio la sezione "superquark", a voi la
> parte familiare, perci sai i casini..).

Peccato che al cinema non si possa applicare la matematica, sommando
le due metà che ci son piaciute non viene fuori un capolavoro...


> Comunque sia, eliminare il meraviglioso excursus cosmico per fare del film
> un semplice spaccato di vita americana gli toglierebbe completamente senso,
> direi.

D'accordo. Infatti io non sostengo che andava eliminata quella parte,
ma solo che non è riuscita.


> Ci detto, del film non mi va di parlare, lo considero un capolavoro enorme.
> Volevo solo tessere en passant un elogio di Malick, in quanto unico regista
> della grande generazione americana anni '70 che non ha mollato di un
> centimetro le antiche ambizioni.

Ha fatto 4 film in trent'anni, difficile fare paragoni con altri ben
più prolifici. Se fossero tutti come lui l'industria cinematografica
avrebbe già chiuso i battenti da anni. Forse è riuscito a fare così,
grazie anche al fatto che gli altri hanno prodotto ben di più, anche
se a un livello qualitativo inferiore: "Run for cover", era Hitchcock
che lo diceva, se non sbaglio.


> E' l'unico a realizzare cinema d'autore personalissimo, ambizioso, alieno da
> compromessi con estetiche ed etiche dominanti, di vasto respiro, capace di
> suscitare interesse e dibattiti in un pubblico non troppo ristretto, senza
> ridursi insomma a curiosit festivaliera.

Vero. In ogni caso, riuscito o no, ti fa pensare. E fosse anche solo
per questo, in quest'epoca di vuoto generale del pensiero, bisogna
riconoscerne il merito. Avercene di artisti così!


Michele
Re: tree of life [messaggio #126418 è una risposta a message #126335] ven, 07 ottobre 2011 12:05 Messaggio precedenteMessaggio successivo
vivoincucina  è attualmente disconnesso vivoincucina
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On Oct 7, 10:10 am, Once Upon a Time in IACine
<michele_lib...@libero.it> wrote:
> On 6 Ott, 23:39, "rober1 \(U-N-O\)" <titir...@libero.it> wrote:
>
> > "Px" <chiedim...@etelodo.it> ha scritto nel messaggionews:j6l10o$tc1$1@speranza.aioe.org...
>
> > > Il 06/10/2011 16:41, Once Upon a Time in IACine ha scritto:
> > >> Per il resto andato via sbracando tra national geographic,
> > >> superquark e bignami della bibbia...
>
> > > clamorosamente d'accordo su tutto, doveva fare un film di 90 minuti sulla
> > > provincia americana, sarebbe stato un mezzo capolavoro.
>
> > Cos invece un capolavoro intero, meno male che Malick non vi ha assunto
> > come consulenti!
>
> ;-)
>
> > (tra l'altro a karamazov piace proprio la sezione "superquark", a voi la
> > parte familiare, perci sai i casini..).
>
> Peccato che al cinema non si possa applicare la matematica, sommando
> le due metà che ci son piaciute non viene fuori un capolavoro...
>
> > Comunque sia, eliminare il meraviglioso excursus cosmico per fare del film
> > un semplice spaccato di vita americana gli toglierebbe completamente senso,
> > direi.
>
> D'accordo. Infatti io non sostengo che andava eliminata quella parte,
> ma solo che non è riuscita.
>
> > Ci detto, del film non mi va di parlare, lo considero un capolavoro enorme.
> > Volevo solo tessere en passant un elogio di Malick, in quanto unico regista
> > della grande generazione americana anni '70 che non ha mollato di un
> > centimetro le antiche ambizioni.
>
> Ha fatto 4 film in trent'anni, difficile fare paragoni con altri ben
> più prolifici. Se fossero tutti come lui l'industria cinematografica
> avrebbe già chiuso i battenti da anni. Forse è riuscito a fare così,
> grazie anche al fatto che gli altri hanno prodotto ben di più, anche
> se a un livello qualitativo inferiore: "Run for cover", era Hitchcock
> che lo diceva, se non sbaglio.
>
> > E' l'unico a realizzare cinema d'autore personalissimo, ambizioso, alieno da
> > compromessi con estetiche ed etiche dominanti, di vasto respiro, capace di
> > suscitare interesse e dibattiti in un pubblico non troppo ristretto, senza
> > ridursi insomma a curiosit festivaliera.
>
> Vero. In ogni caso, riuscito o no, ti fa pensare. E fosse anche solo
> per questo, in quest'epoca di vuoto generale del pensiero, bisogna
> riconoscerne il merito. Avercene di artisti così!
>
> Michele

...debbo dire francamente che per questo film le cose stanno andando
così: gli ammiratori di Malick sostengono a getto che sia un
capolavoro, gli amanti del cinema un pò meno, gli spettatori comuni
sono perplessi.

Io ammiro Malick e devo dire che il film mi piace molto soprattutto
per il montaggio, la fotografia, il trattamento del tempo.
Indubbiamente segna un passo avanti nella settima arte in questi
campi. Invece, come drammaturgia e narrazione, lascia un pò
desiderare, tanti temi, troppi....è un film universale che risente
primariamente di una metodologia di lavoro intellettivo-razionale e
poco della spinta di un'urgenza espressiva "irrazionale".
Fili
Re: tree of life [messaggio #126653 è una risposta a message #126061] sab, 08 ottobre 2011 01:31 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Dopo dura riflessione, Once Upon a Time in IACine ha scritto :
La figura della madre (bravissima l'attrice) è qualcosa
> che va al di là della banale descrizione di una famiglia della
> provincia americana degli anni 50, tocca corde più profonde, è una
> luce nel grigiore di una vita mediocre.

Revolutionary Road è stato pubblicato nel '61.
qui abbiamo una famiglia col padre autoritario e la madre
consolatrice. un figlio che guarda l'infinito con
un'espressione costantemente ingrugnita.
non si dice altro. l'evento principale è l'arrivo
degli asciugameni cinesi, in una sorta di profezia
postuma.
ovviamente ciò che coinvolge o meno in una storia
è materia soggettiva, mi piacerebbe capire in che modo
vi siete sentiti coinvolti da questo racconto, e
cosa vi ha detto che già non sapevate.
Re: tree of life [messaggio #126654 è una risposta a message #126213] sab, 08 ottobre 2011 01:37 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Px scriveva il 10/6/2011 :

> clamorosamente d'accordo su tutto, doveva fare un film di 90 minuti sulla
> provincia americana, sarebbe stato un mezzo capolavoro.

ecco appunto, avrebbe dovuto fare un film sulla provincia americana,
questo invece potrebbe essere ambientato ovunque.
non fosse per le automobili non si capirebbe nemmeno
la collocazione temporale.
Re: tree of life [messaggio #126655 è una risposta a message #126218] sab, 08 ottobre 2011 01:50 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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rober1 (U-N-O) ha detto questo Thursday :

>
> (tra l'altro a karamazov piace proprio la sezione "superquark", a voi la
> parte familiare, perciò sai i casini..).
>
> Comunque sia, eliminare il meraviglioso excursus cosmico per fare del film un
> semplice spaccato di vita americana gli toglierebbe completamente senso,
> direi.

ovviamente, anche perchè è il pilastro su cui si regge il film,
come chiaramente espresso dalla citazione biblica.
il rapporto schiacciante tra la vita umana e l'enormità
del tempo e dello spazio nell'improvvisa Aufklärung
del Penn adulto.
un ottimo pretesto per malik e trumbull per giocare con fluidi,
riprese accelerate e filtri.
Re: tree of life [messaggio #127410 è una risposta a message #126653] lun, 10 ottobre 2011 12:00 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"karamazov" <kary@hotmail.com> ha scritto nel messaggio
news:4e8f8bd9$0$38340$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
> Dopo dura riflessione, Once Upon a Time in IACine ha scritto :
> La figura della madre (bravissima l'attrice) qualcosa
>> che va al di l della banale descrizione di una famiglia della
>> provincia americana degli anni 50, tocca corde pi profonde, una
>> luce nel grigiore di una vita mediocre.
>
> Revolutionary Road stato pubblicato nel '61.
> qui abbiamo una famiglia col padre autoritario e la madre
> consolatrice. un figlio che guarda l'infinito con
> un'espressione costantemente ingrugnita.
> non si dice altro. l'evento principale l'arrivo
> degli asciugameni cinesi, in una sorta di profezia
> postuma.
> ovviamente ci che coinvolge o meno in una storia
> materia soggettiva, mi piacerebbe capire in che modo
> vi siete sentiti coinvolti da questo racconto, e
> cosa vi ha detto che gi non sapevate.

Va bene fare i cinefiloni blas che hanno visto tutto e non devono chiedere
mai, per non farsi impressionare seriamente da un filmone del genere -
come dire - impressionante.
Poi si sa, a ognuno il suo.

Aggiungo solo qualche osservazione marginale:

L'approccio troppo intellettualistico imo non giova per niente al film.
Se mi parlate di "pregevole tecnica", "bella fotografia che bravo luzbeki!"
o "eccesso di astrazione", imo siete davvero fuori strada, e di brutto.
Non che non siano cose vere, ma Tol in fondo una sorta di sofisticato mel
d'autore, un 2001 in chiave romantica, un remake de "la vita
meravigliosa", un film che scalda il cuore, altro che freddezza.

Poi, francamente, non concordo sul ragazzino, la cui storia narrata con
somma sensibilit e inusitata ricchezza di dettagli.
La parte familiare in pratica divisa in due parti, prima-del-Padre e
dopo-il-Padre.
Prima del Padre non c' narrazione, ma solo frammenti di memoria, scorci di
idilliche visioni infantili, cose cos.
La memoria deve ancora ordinare l'esperienza, la vita cresce e si sviluppa
con spontaneit gioiosa, incantata e irriflessa.
In seguito il padre interviene, mette ordine (anche musicale, vedi bach),
sparge disciplina e relative
frustrazioni, e il racconto (un racconto formativo, con le sue varie tappe
ben scandite, bench narrate in termini inconfondibilmente elusivi e
poetici) conseguentemnte s'avvia e procede con ordine.

Aggiungo che revolutionary road imo non c'entra.
Qui siamo in un ambito decisamente diverso, non tra coniugi newyorkesi
frustrati e velleitari che aspirano a "fare teatro" e "andare a parigi", ma
in una famiglia del sud, con una donna cristiana sostanzialmente realizzata
nel ruolo di moglie e madre, pur tra luci e ombre.
Malick tutto sommato dipinge una famiglia felice, non vedo somiglianze con
la tizia tratteggiata da Yates, che s'avvicina, invece, al solito modello
Bovary.

Poi, insomma, passi (si fa per dire) "superquark", ma "calvin klein" davvero
non si pu leggere.
Re: tree of life [messaggio #127413 è una risposta a message #126653] lun, 10 ottobre 2011 12:09 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 8 Ott, 01:31, karamazov <k...@hotmail.com> wrote:
> Dopo dura riflessione, Once Upon a Time in IACine ha scritto :
>  La figura della madre (bravissima l'attrice) è qualcosa
>
> > che va al di là della banale descrizione di una famiglia della
> > provincia americana degli anni 50, tocca corde più profonde, è una
> > luce nel grigiore di una vita mediocre.
>
> Revolutionary Road è stato pubblicato nel '61.

???

> ovviamente ciò che coinvolge o meno in una storia
> è materia soggettiva, mi piacerebbe capire in che modo
> vi siete sentiti coinvolti da questo racconto, e
> cosa vi ha detto che già non sapevate.

Ci sono un sacco di cose che non so. Questo film (come tutti i film)
non svela niente di particolare, ti invita però a una riflessione
sulla famiglia, sulle relazioni e le dinamiche che si instaurano
all'interno tra i vari componenti, anche e forse qualcosa di più...
sul significato ultimo dell'esistenza.
Non dice niente che uno non sappia già. Lo dice solo in una maniera
diversa da come si è visto altre volte. Perché non c'è un elemento
cardine, un colpo di scena, un qualcosa su cui ruota la storia. Anche
l'elemento più tragico della morte non viene enfatizzato, non si cede
a una facile commozione, è mostrato con una quasi sobria
partecipazione, appunto per non focalizzare troppo l'attenzione su
questo. E' l'intero susseguirsi dei ricordi di Penn, di episodi quasi
banali di vita familiare a creare tutta l'atmosfera, a descriverla e a
coinvolgerti. La madre consolatrice poi non è il classico stereotipo
già visto in altre rappresentazioni di ambienti familiari come questo,
dove piuttosto troviamo un vasto repertorio di figure femminili
frustrate. Certo lei è sostenuta dalla fede, ma è una fede che però
non sembra avere riferimenti espliciti a una qualche religione, ma
piuttosto è direttamente indirizzata a un qualcosa di alto, che sta al
di sopra della natura e della sua bellezza, senza intermediazioni di
sorta. Il marito e i figli invece sono intrappolati nelle regole della
vita quotidiana che dovrebbero aiutarli a distinguere tra bene e male,
ma che spesso si rivelano regole fini a se stesse, se sono accettate
così, in maniera acritica e senza riflessione.

Non so se tutto questo sia solo materia soggettiva. A livello di
coinvolgimento senz'altro, ma elementi oggettivi ce ne sono, come
nella parte più "scientifica" del film, che però a me non ha fatto
vibrare nessuna corda.

Michele
Re: tree of life [messaggio #127585 è una risposta a message #127410] mar, 11 ottobre 2011 00:04 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Sembra che rober1 (U-N-O) abbia detto :

>
> L'approccio troppo intellettualistico imo non giova per niente al film.

assolutamente d'accordo, tutte le discussioni sul significato
filosofico-religioso le considero superinterpretazioni (che
nella critica cinematografica ci stanno, ovviamente) che
vanno ampiamente oltre le intenzioni del regista, per il
quale il tema di fondo, sempre la citazione di Giobbe,
è poco più che un pretesto per comunicare attraverso le proprie
immagini.

> Aggiungo che revolutionary road imo non c'entra.

si parlava dello sguardo inconsueto alla famiglia americana
degli anni '50, (inconsueto rispetto alla diffusa iconografia
American Graffiti), e il mio era solo un esempio per dire
che non è una novità.

> Poi, insomma, passi (si fa per dire) "superquark", ma "calvin klein" davvero
> non si può leggere.

non sono l'unico a fare questo accostamento evidentemente, basta
digitare tree of life e calvin klein:

http://screencomment.com/2011/05/cannes-11-tree-of-life/
the glib, episodic bursts of dialogue spoken mostly in whispered tones
(you can tell Malick was probably a fan of those old Calvin Klein
commercials

http://www.jackmcdonald.org/2011/recently/viewed/the-tree-of -life-terence-malik
I do not know what possessed Malick to finish a multi-million dollar
film with a Calvin Klein commercial,

http://www.dfw.com/2011/05/31/461394/the-tree-of-life-comes- off-as.html
As for the present-day scenes featuring Penn, set in immaculate glass
and steel skyscrapers: They simply come off like a Calvin Klein perfume
ad run amok

http://jameskillough.wordpress.com/2011/05/30/fantasia-redux /
It would not be wrong to describe Terrence Malick’s Cannes Palme
D’Or-winner The Tree Of Life as a two-hour-fifteen-minute ad for a
fictitious Calvin Klein “Existence” perfume,

http://dannysbyrne.wordpress.com/2011/06/19/the-tree-of-life -by-terrence-malick/
The result is something like a Calvin Klein advert scripted by Alain
Robbe-Grillet
:-)
Re: tree of life [messaggio #127587 è una risposta a message #127413] mar, 11 ottobre 2011 00:23 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Nel suo scritto precedente, Once Upon a Time in IACine ha sostenuto :

> Ci sono un sacco di cose che non so. Questo film (come tutti i film)
> non svela niente di particolare, ti invita però a una riflessione
> sulla famiglia, sulle relazioni e le dinamiche che si instaurano
> all'interno tra i vari componenti

quello che suggerisce è che jack allo stato
"libero" si avvia a diventare un mezzo teppista che fa
atti di vandalismo, ruba e tortura gli animali, mentre
grazie alla disciplina paterna che lo mette a diserbare
a mani nude diventerà un professionista di successo
e un uomo di solidi principi (pur con tutti i suoi
dubbi esistenziali, dovuti probabilmente all'allontanamento
dalla Fede).
Re: tree of life [messaggio #127624 è una risposta a message #127587] mar, 11 ottobre 2011 09:15 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 11 Ott, 00:23, karamazov <k...@hotmail.com> wrote:
> Nel suo scritto precedente, Once Upon a Time in IACine ha sostenuto :
>
> > Ci sono un sacco di cose che non so. Questo film (come tutti i film)
> > non svela niente di particolare, ti invita per a una riflessione
> > sulla famiglia, sulle relazioni e le dinamiche che si instaurano
> > all'interno tra i vari componenti
>
> quello che suggerisce che jack allo stato
> "libero" si avvia a diventare un mezzo teppista che fa
> atti di vandalismo, ruba e tortura gli animali, mentre
> grazie alla disciplina paterna che lo mette a diserbare
> a mani nude diventer un professionista di successo
> e un uomo di solidi principi (pur con tutti i suoi
> dubbi esistenziali, dovuti probabilmente all'allontanamento
> dalla Fede).

Questa è una tua interpretazione, oltrettutto molto discutibile.
L'unica cosa che suggerisce il film è l'esistenza di qualcosa di
sopranaturale.

Michele
Re: tree of life [messaggio #127627 è una risposta a message #127587] mar, 11 ottobre 2011 10:30 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 11/10/2011 00:23, karamazov ha scritto:
> Nel suo scritto precedente, Once Upon a Time in IACine ha sostenuto :
>
>> Ci sono un sacco di cose che non so. Questo film (come tutti i film)
>> non svela niente di particolare, ti invita però a una riflessione
>> sulla famiglia, sulle relazioni e le dinamiche che si instaurano
>> all'interno tra i vari componenti
>
> quello che suggerisce è che jack allo stato
> "libero" si avvia a diventare un mezzo teppista che fa
> atti di vandalismo, ruba e tortura gli animali, mentre
> grazie alla disciplina paterna che lo mette a diserbare
> a mani nude diventerà un professionista di successo
> e un uomo di solidi principi (pur con tutti i suoi
> dubbi esistenziali, dovuti probabilmente all'allontanamento
> dalla Fede).

In realtà Malick non ci dà nessun elemento oggettivo per avvalorare
questa tesi, anzi, lo stacco è netto, non ci vengono mostrati passaggi
intermedi e il collegamento col passato è improntato tutto al
metafisico, con la famosa scena della spiaggia che a tutti (meno uno qua
sopra) ha ricordato ck One :D
Re: tree of life [messaggio #127628 è una risposta a message #126654] mar, 11 ottobre 2011 10:35 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 08/10/2011 01:37, karamazov ha scritto:
> Px scriveva il 10/6/2011 :
>
>> clamorosamente d'accordo su tutto, doveva fare un film di 90 minuti
>> sulla provincia americana, sarebbe stato un mezzo capolavoro.
>
> ecco appunto, avrebbe dovuto fare un film sulla provincia americana,
> questo invece potrebbe essere ambientato ovunque.
> non fosse per le automobili non si capirebbe nemmeno
> la collocazione temporale.

contesto, non puoi ragionare a prescindere da ciò che viene mostrato e
no, non potrebbe essere ambientato ovunque, M. ha filmato la sua
infanzia, non aveva alcun interesse a renderlo un non-luogo in un non-tempo.
Detto questo, è chiaro che il film ha altre ambizioni, ma siccome le
fallisce...
Re: tree of life [messaggio #127839 è una risposta a message #127624] mar, 11 ottobre 2011 23:21 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Once Upon a Time in IACine ci ha detto :
> Questa è una tua interpretazione, oltrettutto molto discutibile.

è quello che si vede nel film, padre amorevole ma autoritario,
jack è sempre col muso ingrugnito, pitt parte per il giro del mondo,
tutti fanno festa, jack va in giro a rompere finestre con gli amici,
ruba in casa dei vicini, dice alla madre che da adesso farà
quello che vuole, torna brad pitt, rimette le cose a posto,
instaura nuovamente la disciplina, dice a jack che gli vuole
bene e se è stato duro con lui è solo perchè un giorno
possa avere successo come imprenditore o professionista ("be your
own boss"), jack annuisce. stacco. jack diventa un architetto di
successo con dubbi esistenziali.
non mi sembra sia lasciato molto spazio all'interpretazione.

> L'unica cosa che suggerisce il film è l'esistenza di qualcosa di
> sopranaturale.

altro che suggerire, il qualcosa di soprannaturale è uno dei due
protagonisti del film, l'altro è sean penn/giobbe, ovviamente.
Re: tree of life [messaggio #127841 è una risposta a message #127628] mar, 11 ottobre 2011 23:32 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Px ha pensato forte :

> contesto, non puoi ragionare a prescindere da ciò che viene mostrato e no,
> non potrebbe essere ambientato ovunque, M. ha filmato la sua infanzia, non
> aveva alcun interesse a renderlo un non-luogo in un non-tempo.

non c'è niente che caratterizzi il luogo, nessun riferimento
politico, sociale, di cronaca, niente tv, cinema, radio,
giornali, solo casa, chiesa, dischi di classica, la passeggiata
in centro, l'orto, il padre padrone e la madre pia e sottomessa,
poteva essere ambientato ovunque, anche in italia
(basta sostituire brahms con puccini e le ford con le fiat).
Re: tree of life [messaggio #127936 è una risposta a message #127585] mer, 12 ottobre 2011 09:14 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"karamazov" <kary@hotmail.com> ha scritto nel messaggio
news:4e936bd1$0$1378$4fafbaef@reader2.news.tin.it...
> Sembra che rober1 (U-N-O) abbia detto :
>
>>
>> L'approccio troppo intellettualistico imo non giova per niente al film.
>
> assolutamente d'accordo,

Ok, per non vorrei che passasse il concetto "film in fondo sempliciotto"
ma"girato bene", per carit.
Volevo semplicemente far notare che guardarlo col block-notes in mano non
gli giova.

La costellazione di suggestioni che ruota intono alla dicotomia padre/madre,
d'altra parte, ricca e variegata, non certo riducibile a parabole
giobbian-cristiane.
Padre e madre sarebbero natura e grazia; grattacieli e albero della vita che
cresce tra pareti di vetro (notare come la moglie di penn accenni
timidamente a portare nella sua casa "asettica" una piantina); giardini
recintati e fiume che scorre; rigidit e flessibilit, bach e la
moldava;grazia come successo "protestante" o come amore e meraviglia; rigida
chiusura da self-made man e apertura agli altri, e poi magari racconto
scientifico e affabulazione fiabesca; oggettivit e soggettivit, presente e
passato,etc.etc.

Penn, rimembrando, non fa che reintegrare nella personalit la figura
materna (e fraterna) e quel che si porta dietro, a partire dall'albero
intravisto in citt, e il padre viene via via ridimesionato.
Non ti quoto dove parli di "sottommissine al padre", anzi, penn si rnde
conto che se diventato quel che lo deve forse soprattutto (non solo, non
c' manicheismo) alla madre, che la vera figura forte, altro che.
Nel cinema di malick le figure femminili, quando ci sono (cio ovunque
tranne che in ttrl) sono sempre molto meno deboli di quanto non sembri a
prima vista.

Ovviamente il film imo un capolavoro per come
introduce, varia, contrappone, sviluppa, e infine armonizza (girasoli e
ponti/grattacieli) i succitati leit-motif bipolari.
Lo fa a livello figurativo, narrativo, musicale, e con una tecnica (si
vedano le interessanti interviste di luzbeki in merito) che unisce
alea/improvvisazione e rigoroso controllo.
Non a caso, la tecnica rispecchia il dualismo di base.
Mi pare davvero uno di quei casi in cui forma, contenuto e tecnica vanno
mirabilmente a braccetto.

Poi, insomma, fate un p vobis.

> http://screencomment.com/2011/05/cannes-11-tree-of-life/
> the glib, episodic bursts of dialogue spoken mostly in whispered tones
> (you can tell Malick was probably a fan of those old

[cut su deliri vari]

Ho detto che non si possono leggere, perch me li fate leggere? :-)

Piuttosto vi linko come curiosit questo pezzetto di badlands, ttol ne
sembra in fondo la vertiginosa espansione (purtroppo in inglese, spero si
capisca il senso, ci che intendo comincia dopo una cinquantina di secondi):
http://www.youtube.com/watch?v=iBZkP3H7Td4
Re: tree of life [messaggio #127939 è una risposta a message #127839] mer, 12 ottobre 2011 11:24 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 11 Ott, 23:21, karamazov <k...@hotmail.com> wrote:
> Once Upon a Time in IACine ci ha detto :
>
> > Questa è una tua interpretazione, oltrettutto molto discutibile.
>
> è quello che si vede nel film, padre amorevole ma autoritario,
> jack è sempre col muso ingrugnito, pitt parte per il giro del mondo,
(CUT)
> non mi sembra sia lasciato molto spazio all'interpretazione.

Mi sembra invece che sia solo tu che fai questo collegamento
decisamente forzato: "padre autoritario => figlio di successo". Il
film naviga su ben altre acque, oltrettutto non mi sembra che il
figlio si pieghi alla volontà autoritaria del padre e, se non ricordo
male, il padre alla fine fa una specie di autocritica sui propri
metodi educativi.
Ti sei incapponito su una questione del tutto secondaria, quando dal
film emerge con prepotenza una figura femminile molto forte, una vera
summa di stabilità, sicurezza, serenità e appunto grazia.

Boh... non so, mi piacerebbe sentire un parere femminile in questo ng
dominato dal testosterone


Michele
Re: tree of life [messaggio #128166 è una risposta a message #127936] gio, 13 ottobre 2011 01:39 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Nel suo scritto precedente, rober1 (U-N-O) ha sostenuto :

> Non ti quoto dove parli di "sottommissine al padre", anzi, penn si rnde conto
> che se è diventato quel che è lo deve forse soprattutto (non solo, non c'è
> manicheismo) alla madre, che è la vera figura forte, altro che.

a un certo punto jack dice a pitt, "sono duro come te, non sono come
lei". è un'accettazione totale e incondizionata della linea paterna.
la disciplina e il giardinaggio lo hanno trasformato, il padre vuole
che lui si affermi socialmente e professionalmente (glielo dice
chiaramente) e nel film vediamo che penn seguirà proprio questa strada.
alla madre dice:"da adesso in poi faccio quello che
mi pare, tu sei troppo debole per dirmi cosa devo fare"
poi, ad un certo punto della sua vita, come tutti gli atei e i
materialisti, sperimenta la giobbesca paura di Dio.

> Lo fa a livello figurativo, narrativo, musicale

IMVHO la musica, cioè un uso troppo estensivo
della musica classica, appiattisce un po' il tutto
e non aiuta a caratterizzare il tempo e il luogo.

> Piuttosto vi linko come curiosità questo pezzetto di badlands, ttol ne sembra
> in fondo la vertiginosa espansione (purtroppo è in inglese, spero si
> capisca il senso, ciò che intendo comincia dopo una cinquantina di secondi):
> http://www.youtube.com/watch?v=iBZkP3H7Td4

http://www.youtube.com/watch?v=YjNVhoWqSWY&feature=
:-)
Re: tree of life [messaggio #128167 è una risposta a message #127939] gio, 13 ottobre 2011 02:01 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Once Upon a Time in IACine ha pensato forte :

> Mi sembra invece che sia solo tu che fai questo collegamento
> decisamente forzato: "padre autoritario => figlio di successo".

casomai lo fa malick. pitt vuole che il figlio venga
su con la schiena dritta, e si assicura che ciò avvenga
a suon di scappellotti e cene saltate.
poi il regista ci fa vedre un penn che lavora a new york
in un grattacielo strafico (la hearst tower di sir norman foster
se non ho visto male).
poi tutto può essere successo negli anni che non vediamo,
ma quello che ci mostra il film è questo.

> film naviga su ben altre acque, oltrettutto non mi sembra che il
> figlio si pieghi alla volontà autoritaria del padre e, se non ricordo
> male, il padre alla fine fa una specie di autocritica sui propri
> metodi educativi.

il padre dice che se è stato duro lo è stato per il suo bene, jack
capisce e dice di essere diventato duro come lui, abbracci e baci.
un'accettazione completa della linea educativa paterna
da parte del giovane penn, e una presa di distanze dalla madre
"non sono come lei". rapporto solidissimo tra padre e figlio.

> Ti sei incapponito su una questione del tutto secondaria, quando dal
> film emerge con prepotenza una figura femminile molto forte, una vera
> summa di stabilità, sicurezza, serenità e appunto grazia.

boh, sarà che nel film dice 2 parole, ma tutta sta forza
della madre proprio non la vedo. è una figura
presente, consolatrice, amorevole, che sicuramente
ha un'importanza nell'equilibrio della famiglia,
ma è anche, inevitabilmente, una tipica figura femminile
dell'epoca (come tipici, o stereotipici sono tutti i caratteri).
jack/malick la riabilita a posteriori nel momento in cui
(in piena crisi di mezza età)entra in contatto con la propria parte
spirituale, rappresentata appunto dalla madre.
Re: tree of life [messaggio #128317 è una risposta a message #128166] gio, 13 ottobre 2011 15:07 Messaggio precedente
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"karamazov" <kary@hotmail.com> ha scritto nel messaggio
news:4e962520$0$1375$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
> Nel suo scritto precedente, rober1 (U-N-O) ha sostenuto :
>
>> Non ti quoto dove parli di "sottommissine al padre", anzi, penn si rnde
>> conto che se diventato quel che lo deve forse soprattutto (non solo,
>> non c' manicheismo) alla madre, che la vera figura forte, altro che.
>
> a un certo punto jack dice a pitt, "sono duro come te, non sono come lei".
> un'accettazione totale e incondizionata della linea <paterna. [cut]

Visto che ci siamo cerchiamo di essere precisi.
Il fim come detto non manicheo, mostra come la personalit del ragazzino
si formi attraverso il duplice influsso materno e paterno ("combatterete
sempre dentro di me", sintetizzando).
I valori paterni sono positivi, non sono cacca.
Per le cose non sono semplici come le fai tu.
L'attivit disciplinare non svolta solo dal padre, ad es., anzi, forse
soprattutto dala madre. Il padre tutto chiacchere e distintivo, eccede con
patologiche rigidezze, predica e predica ma nessuno gli d retta, alla madre
basta uno sguardo (la scena successiva al furto, ma non solo) e il ragazzino
sprofonda sottoterra.

Inoltre la frase che riporti ("sono come te") non significa nulla, solo la
frase che lui rivolge al padre in un momento di tentata, imbarazzata,
faticosa conciliazione, tipici momenti (molto alla Elia Kazan, mi vien da
dire) in cui ci si sforza di venire incontro agl altri.
Non coincide col pensiero del regista, la sintesi viene dopo.
Malick ci mostra il medesimo fanciullo che gi allora mostrava comportamenti
di altro tipo, il coraggio di chedere perdono (al fratello bistrattato), i
barlumi di una generosit verso gli altri (il ragazzino sfigurato), cose che
il padre non gli aveva certo insegnato.
Era gi diverso allora da come forse si ricordava di essere.
Insomma, nel rappresentare la crescita di una personalit tol ha la
complessit dei grandi film.

Quel che volevo sottolineare pi sopra, per, era un'altra cosa: e cio che
il movimento narrativo del film, sin dall'inizio, consiste proprio nella
riscoperta della figura materna, con tutto quel che si porta dierro (che imo
non certo riducibile alla fede cristiana, a meno di non voler ridurre
tutto a caricatura).

E' lei la figura centrale, forte, quella che apre il film, regge il dolore
del mondo e "interroga gli spazi".

>> Lo fa a livello figurativo, narrativo, musicale
>
> IMVHO la musica, cio un uso troppo estensivo
> della musica classica, appiattisce un po' il tutto
> e non aiuta a caratterizzare il tempo e il luogo.

Se ci infilava canzoni d'epoca finivamo dritti dritti dentro American
Graffiti, per.

Mi ripeto, meno male che malick non vi ha assunto come consulenti! :-)

E comunque l'uso della musica magnifico.
Un esempio che ricordo come dei pi belli e toccanti il modo in cui
riprende alla fine della sezione familiare il motivo usato nella scena della
nascita, ma col solo pianoforte, rendendolo incerto, dolente; faticoso come
una rinascita.

> http://www.youtube.com/watch?v=YjNVhoWqSWY&feature=
> :-)

the horror...!
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