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Felix & Glenn [messaggio #149163] ven, 16 dicembre 2011 23:23 Messaggio successivo
etwas langsamer  è attualmente disconnesso etwas langsamer
Messaggi: 113
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Sempre nell'intervista su Mozart che ho citato nell'altro thread
ho trovato la (per me) sorprendente dichiarazione di Gould di
apprezzamento verso la musica di Mendelssohn. A un sempre più
agghiacciato Monsaingeon, GG ammette di essere l'unica persona a sua
conoscenza a preferire il Paulus alla Missa solemnis... E va bè. :-)

Ho provato a capire le ragioni per cui l'antiromantico
Glenn potesse amare un campione del romanticismo come Felix.
Alla fine ho pensato che la ragione sta nel fatto
che Mendelssohn, tra i romantici, è quello che nella sua musica
crea più "linguaggio" e meno "opera", intesa questa come un processo
che servendosi del linguaggio peculiare del compositore,
(ma anche degli stilemi condivisi dal suo tempo)
lo sfrutta, ma anche lo deforma, lo porta al limite, per esprimere
qualcosa di eccezionale, che fa mondo e linguaggio a sé.

Dici questo e pensi a Beethoven, a Brahms, a Mahler ecc.
Non appunto a Mendelssohn.

Successivamente, ho trovato in un altro saggio della medesima
raccolta ("Strauss e il futuro elettronico") un passo in cui,
confrontandolo con Franck, Gould scrive che al contrario di
quest'ultimo, Mendelssohn
"tende a scartare i fattori positivi d'identificazione, puntando
invece su quelli che potremmo definire negativi: nella sua opera
è più evidente l'esclusione di certe situazioni che non la scelta
di determinate sottolineature stilistiche, e da questo deriva
la suggestiva colorazione puritana della sua musica".

In altri termini M. non è e non vuol essere "caratteristico",
il che Gould non poteva non apprezzare. E che è un po' quello
che almanaccavo all'inizio.

Ora a me Mendelssohn piace parecchio, lo ascolto ragionevolmente
di più di altri, ma... bestia se riesco a ricordarmi qualche sua opera!
(neppure la marcia nuziale non avendo avuto ancora il piacere :-))
Non riuscirei o quasi a distinguere un concerto per pf da un altro,
per non parlare dei quartetti, delle romanze senza parole ecc.
Per cui, indubbiamente per colpa mia, mi trovo a condividere la
sensazione gouldiana, di un musicista grande, ma che si nasconde
dietro (o si risolve nella) propria lingua musicale.

Al di là delle mie tare, che ne pensate?
Ci sono secondo voi compositori per così dire riconoscibili all'istante
e nonostante questo non memorabili (il che non vuol dire ovviamente
meno grandi).
Io ne ho un paio oltre a Felix: Haendel e Shostakovich.

ciao
E
Re: Felix & Glenn [messaggio #149164 è una risposta a message #149163] ven, 16 dicembre 2011 23:32 Messaggio precedenteMessaggio successivo
etwas langsamer  è attualmente disconnesso etwas langsamer
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Registrato: novembre 2011
Senior Member
> Per cui, indubbiamente per colpa mia, mi trovo a condividere la
> sensazione gouldiana, di un musicista grande, ma che si nasconde
> dietro (o si risolve nella) propria lingua musicale.

specifico per evitare fraintendimenti: un musicista grande forse
*proprio* perché si nasconde dietro (o si risolve nella) propria lingua
musicale.
Re: Felix & Glenn [messaggio #149395 è una risposta a message #149163] sab, 17 dicembre 2011 15:03 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Herr von Faninal  è attualmente disconnesso Herr von Faninal
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Senior Member
"etwas langsamer" <etwlang@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:4eebc4e0$0$1381$4fafbaef@reader1.news.tin.it...
> Sempre nell'intervista su Mozart che ho citato nell'altro thread
> ho trovato la (per me) sorprendente dichiarazione di Gould di
> apprezzamento verso la musica di Mendelssohn. A un sempre più
> agghiacciato Monsaingeon, GG ammette di essere l'unica persona a sua
> conoscenza a preferire il Paulus alla Missa solemnis... E va bè. :-)

sì beh, anch'io. CAmbia qualcosa?

>
> Ho provato a capire le ragioni per cui l'antiromantico
> Glenn potesse amare un campione del romanticismo come Felix.
> Alla fine ho pensato che la ragione sta nel fatto
> che Mendelssohn, tra i romantici, è quello che nella sua musica
> crea più "linguaggio" e meno "opera", intesa questa come un processo
> che servendosi del linguaggio peculiare del compositore,
> (ma anche degli stilemi condivisi dal suo tempo)
> lo sfrutta, ma anche lo deforma, lo porta al limite, per esprimere
> qualcosa di eccezionale, che fa mondo e linguaggio a sé.

se c'è un compositore che deforma poco, è proprio Mendelssohn. Casomai
Schumann, ma certo non M.
mah

>
> Dici questo e pensi a Beethoven, a Brahms, a Mahler ecc.
> Non appunto a Mendelssohn.
>
> Successivamente, ho trovato in un altro saggio della medesima
> raccolta ("Strauss e il futuro elettronico") un passo in cui,
> confrontandolo con Franck, Gould scrive che al contrario di quest'ultimo,
> Mendelssohn
> "tende a scartare i fattori positivi d'identificazione, puntando
> invece su quelli che potremmo definire negativi: nella sua opera
> è più evidente l'esclusione di certe situazioni che non la scelta
> di determinate sottolineature stilistiche, e da questo deriva
> la suggestiva colorazione puritana della sua musica".

scusa, ecco l'esempio imho di una frase che non significa assolutamente
nulla.
Saresti così gentile da spiegarmela? Non ho capito una mazza, per dirla
poeticamente.
Cioè?
Re: Felix &amp; Glenn [messaggio #149600 è una risposta a message #149395] dom, 18 dicembre 2011 10:02 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Shapiro used clothes  è attualmente disconnesso Shapiro used clothes
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"Herr von Faninal" <wargh@mail.nz> ha scritto nel messaggio
news:jci8jn$s7d$1@nnrp-beta.newsland.it...

> sì beh, anch'io. CAmbia qualcosa?

....e siamo in tre. :-)


> Saresti così gentile da spiegarmela? Non ho capito una mazza, per dirla
> poeticamente.

Altro che Transtromer, altro che Nobbel. :-)
Una chicca: una delle raccolte di Transtromer si intitola "La lugubre
gondola". Il riferimento a Liszt è assolutamente esplicito, anche perché
nella raccolta sono contenute due poesie (abbastanza tiepide e incolori) che
parlano di Liszt e Wagner. La Rizzoli, che ha edito la raccolta con tanto di
saggio finale (il testo in sé saranno cinquanta pagine, a farla lunga)
interpretativo, traduce correttamente, a mio avviso. Cioé, si salva il
riferimento a Liszt; quel pezzo (anzi, quei due pezzi, perché se non erro
sono due barcarole tristanzuole e quaresimali, a dir poco) in italiano è
conosciuto così.
L'antologia di Crocetti, che pure non è un cattivo editore, anzi (Lui in
persona è il maggior conoscitore di poesia neogreca in Italia, credo) reca
alcune poesie tratte dalla raccolta..."La gondola in lutto". Il riferimento
a Liszt è perso. E il titolo così è pure brutto, imho. Tutte le gondole sono
in lutto, a modo loro. Che certa allegria sguaiata da gondolieri dipenda da
questo, l'esorcismo della vicinanza quotidiana con tale memento mori?
Tornando a Gould, quella frase ha stupito pure me. Lui inseguiva questo
fantasma di puritanesimo (assolutamente laico; si sa da fonte certa -Maureen
Forrester, gran donna e amica sua- che gli piacevano le donnine allegre, per
es) e credo intendesse dire che in Mendelssohn non scorgeva uno stile
"individuale" pronunciato. Cioè la sottolineatura di caratteri linguistici
che l'ascoltatore sia portato a riferire alla personalità creatrice
dell'autore. Pur essendo un romantico parteciperebbe della cultura
(artistica) dominante fino al Settecento, quella in cui la scrittura del
genere, per dirla un po' semplicisticamente, è più importante
dell'individualità creatrice, che si afferma invece in modo più sottile, non
in superficie. Almeno così l'ho capita io.
Il controesempio sarebbe ovviamente il Beethoven "centrale". Ma in fondo
anche questa è una generalizzazione, perché Beethoven non sta affatto, se
non in minima parte, nella gestualità plateale che gli si attribuisce sulla
base di una lettura superficiale di alcune opere. Torniamo da capo: riusciva
a distinguere fra il luogo comune e l'opera che ne era l'innocente,
inconsapevole supporto? Riusciva a farlo sempre? O il borghesuccio che che
voleva scandalizzare, come suggerisce Rattalino (pardon se lo cito) in fondo
se lo portava dentro? Voto per la seconda. Non amo il Sacre sopra ogni cosa
(Petrouchka, Petrouchka!) ma liquidarlo come insieme di "sarcastiche
eiaculazioni", oltre che banale, è pure ingiusto. Per dire, un'altra cosa
del caro Glenn che mi ha fatto male.

dR
Re: Felix &amp; Glenn [messaggio #149603 è una risposta a message #149395] dom, 18 dicembre 2011 11:30 Messaggio precedenteMessaggio successivo
etwas langsamer  è attualmente disconnesso etwas langsamer
Messaggi: 113
Registrato: novembre 2011
Senior Member
>> Ho provato a capire le ragioni per cui l'antiromantico
>> Glenn potesse amare un campione del romanticismo come Felix.
>> Alla fine ho pensato che la ragione sta nel fatto
>> che Mendelssohn, tra i romantici, è quello che nella sua musica
>> crea più "linguaggio" e meno "opera", intesa questa come un processo
>> che servendosi del linguaggio peculiare del compositore,
>> (ma anche degli stilemi condivisi dal suo tempo)
>> lo sfrutta, ma anche lo deforma, lo porta al limite, per esprimere
>> qualcosa di eccezionale, che fa mondo e linguaggio a sé.
>
> se c'è un compositore che deforma poco, è proprio Mendelssohn. Casomai
> Schumann, ma certo non M.
> mah

proprio quello che dico.

>>
>> Dici questo e pensi a Beethoven, a Brahms, a Mahler ecc.
>> Non appunto a Mendelssohn.
>>
>> Successivamente, ho trovato in un altro saggio della medesima
>> raccolta ("Strauss e il futuro elettronico") un passo in cui,
>> confrontandolo con Franck, Gould scrive che al contrario di quest'ultimo,
>> Mendelssohn
>> "tende a scartare i fattori positivi d'identificazione, puntando
>> invece su quelli che potremmo definire negativi: nella sua opera
>> è più evidente l'esclusione di certe situazioni che non la scelta
>> di determinate sottolineature stilistiche, e da questo deriva
>> la suggestiva colorazione puritana della sua musica".
>
> scusa, ecco l'esempio imho di una frase che non significa assolutamente
> nulla.
> Saresti così gentile da spiegarmela? Non ho capito una mazza, per dirla
> poeticamente.
> Cioè?
>

Shapiro sotto la spiega che meglio non si può.

Può aiutare anche il contesto, che è una riflessione che Gould fa in
apertura di quel saggio intorno al giudizio di "originalità" (e dunque
eo ipso di valore o disvalore) che la nostra epoca dà di questo o quel
compositore. Mendelssohn, nota Gould appena prima del passo che ho
citato, è un compositore che mette in crisi questo
criterio, basato su quello che chiama il "quoziente di estro",
cioè "la possibilità di scoprire con ragionevole frequenza
un certo numero di soluzioni strutturali caratteristiche
che contraddistinguono un compositore".
Un Franck (parafraso il passaggio citato nel primo post)
è diventato famoso per le sue "trasposizioni
letterali di sequenze", un Mendelssohn non ha di questi
numeri, ed è piuttosto riconoscibile per quello che
non fa (in termini di soluzioni caratteristiche)
piuttosto che "quello che fa".
In fondo quello che dici anche tu, "non deforma".

In effetti, è difficile indicare nella musica di Felix
un qualche marchio di fabbrica stilistico che
anche a un ascolto random, ti faccia immediatamente esclamare:
"Eccolo qua!". Senz'altro più difficile
rispetto a certi stilemi (armonici, melodici, ritmici e altro)
presenti in - per citare i contemporanei - Schubert, Schumann, Chopin.

Questo in fondo corrisponde anche al personaggio storico
di Mendelssohn, al suo pianismo di elevatissima caratura
tecnica, ma mai sopra le righe, al suo carattere tutt'altro
che fumantino, alla sua esistenza normale che più normale non si può...

Sembra la ricetta perfetta per la mediocrità - la mediocrità
per esempio del suo maestro Moscheles - ma così non è,
perché poi, appunto, la "lingua" creata da Mendelssohn
è di una qualità straordinaria e rimane inconfondibile,
non per la presenza di numeri caratteristici, ma nella
sua totalità.

Un po' come, dicevo, per me, Haendel e Shostakovich.

ciao
E
Re: Felix &amp; Glenn [messaggio #149652 è una risposta a message #149600] dom, 18 dicembre 2011 12:03 Messaggio precedenteMessaggio successivo
etwas langsamer  è attualmente disconnesso etwas langsamer
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Il 18/12/2011 10:02, Shapiro used clothes ha scritto:
>
> "Herr von Faninal" <wargh@mail.nz> ha scritto nel messaggio
> news:jci8jn$s7d$1@nnrp-beta.newsland.it...
>
>> sì beh, anch'io. CAmbia qualcosa?
>
> ...e siamo in tre. :-)

Ok, dite allora che non vi piace la Missa solemnis :-)

> Tornando a Gould, quella frase ha stupito pure me. Lui inseguiva questo
> fantasma di puritanesimo (assolutamente laico; si sa da fonte certa
> -Maureen Forrester, gran donna e amica sua- che gli piacevano le donnine
> allegre, per es) e credo intendesse dire che in Mendelssohn non scorgeva
> uno stile "individuale" pronunciato. Cioè la sottolineatura di caratteri
> linguistici che l'ascoltatore sia portato a riferire alla personalità
> creatrice dell'autore. Pur essendo un romantico parteciperebbe della
> cultura (artistica) dominante fino al Settecento, quella in cui la
> scrittura del genere, per dirla un po' semplicisticamente, è più
> importante dell'individualità creatrice, che si afferma invece in modo
> più sottile, non in superficie. Almeno così l'ho capita io.

Perfetto.

> Il controesempio sarebbe ovviamente il Beethoven "centrale". Ma in fondo
> anche questa è una generalizzazione, perché Beethoven non sta affatto,
> se non in minima parte, nella gestualità plateale che gli si attribuisce
> sulla base di una lettura superficiale di alcune opere. Torniamo da
> capo: riusciva a distinguere fra il luogo comune e l'opera che ne era
> l'innocente, inconsapevole supporto? Riusciva a farlo sempre?
O il
> borghesuccio che che voleva scandalizzare, come suggerisce Rattalino
> (pardon se lo cito) in fondo se lo portava dentro? Voto per la seconda.


Non so, non riesco a ragionare con questi criteri socio-musicali.
Certo, considerare l'epoca d'oro del pianoforte, dei salons, dei
virtuosi, dei recital, come un gigantesco buco nero nella storia della
musica, e pensare che dalla Kunst der Fugue al Tristan non ci si
sia perso poi granché, suona talmente paradossalmente antiborghese,
da far sorgere il sospetto che un simile giudizio abbia un'origine
diametralmente opposta.
Ma continua a sembrarmi ancora terribilmente riduttivo, e non
troppo rispettoso delle scelte poi realmente compiute
da GG nella sua parabola artistica.
Pensiamo al suo distacco dal genere del concerto per pf e orchestra,
da lui aboriito perché a suo dire nascondeva il germe nefasto
della competizione. Sempre nell'intervista su Mozart (non è
colpa mia se si trova tutto lì :-) dice a proposito:
"Secondo me la radice di ogni male non è tanto il denaro, quanto
lo spirito competitivo, e nel concerto si può vedere una perfetta
analogia musicale di questo spirito."

Nulla di più antiborghese di questo, o no?
Può essere stato scritto (e poi applicato) solo per épater le bourgeois?

> Non amo il Sacre sopra ogni cosa (Petrouchka, Petrouchka!) ma >
liquidarlo
> come insieme di "sarcastiche eiaculazioni", oltre che banale, è pure
> ingiusto. Per dire, un'altra cosa del caro Glenn che mi ha fatto male.

Non sai a me con Mozart :-)

Ciao
E.
Re: Felix &amp; Glenn [messaggio #149657 è una risposta a message #149652] dom, 18 dicembre 2011 14:03 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"etwas langsamer" <etwlang@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:4eedc867$0$1389$4fafbaef@reader2.news.tin.it...

> Pensiamo al suo distacco dal genere del concerto per pf e orchestra,
> da lui aboriito perché a suo dire nascondeva il germe nefasto
> della competizione.

ti prego, smetti di citarlo. Ancora due post e mi convincerò che era un
imbecille...


Sempre nell'intervista su Mozart (non è
> colpa mia se si trova tutto lì :-) dice a proposito:
> "Secondo me la radice di ogni male non è tanto il denaro, quanto
> lo spirito competitivo, e nel concerto si può vedere una perfetta
> analogia musicale di questo spirito."
>
> Nulla di più antiborghese di questo, o no?

ah perchè la competizione è borghese? ti stai luziferizzando :-)

> Può essere stato scritto (e poi applicato) solo per épater le bourgeois?

direi proprio di sì
Re: Felix &amp; Glenn [messaggio #149707 è una risposta a message #149657] dom, 18 dicembre 2011 16:24 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 18/12/2011 14:03, Herr von Faninal ha scritto:
> "etwas langsamer"<etwlang@gmail.com> ha scritto nel messaggio
> news:4eedc867$0$1389$4fafbaef@reader2.news.tin.it...
>
>> Pensiamo al suo distacco dal genere del concerto per pf e orchestra,
>> da lui aboriito perché a suo dire nascondeva il germe nefasto
>> della competizione.
>
> ti prego, smetti di citarlo. Ancora due post e mi convincerò che era un
> imbecille...

Va bene va bene, in effetti, l'ho citato più in due giorni che in tutta
la vita :-)


> Sempre nell'intervista su Mozart (non è
>> colpa mia se si trova tutto lì :-) dice a proposito:
>> "Secondo me la radice di ogni male non è tanto il denaro, quanto
>> lo spirito competitivo, e nel concerto si può vedere una perfetta
>> analogia musicale di questo spirito."
>>
>> Nulla di più antiborghese di questo, o no?
>
> ah perchè la competizione è borghese?

Eh, qui bisognerebbe intendersi su termini e concetti,
ma non è mia intenzione e capacità. Mi interessava
Mendelssohn.
Certo che negare alla borghesia rivoluzionaria (che è poi il mileu
sociale in cui esplode il concerto per pf e orchestra) il suo carattere
competitivo (all'interno e all'esterno) mi pare dura, ma STOP. :-)

> ti stai luziferizzando :-)

LOL, quasi quasi ora mollo Felix e e mi faccio un'ora di
Atlas Eclipticalis :-

ciao
E
Re: Felix &amp; Glenn [messaggio #149774 è una risposta a message #149707] dom, 18 dicembre 2011 18:02 Messaggio precedenteMessaggio successivo
luziferszorn  è attualmente disconnesso luziferszorn
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Registrato: novembre 2010
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On 18 Dic, 16:24, etwas langsamer <etwl...@gmail.com> wrote:

>
>  > ti stai luziferizzando :-)
>
> LOL, quasi quasi ora mollo Felix e e mi faccio un'ora di
> Atlas Eclipticalis :-
>


Circoncisamente consiglio questo disco (per non iniziati):
http://www.amazon.it/Oeuvres-Pour-Percussions-Edizione-Franc ia/dp/B000025RWV/ref=sr_1_9?s=music&ie=UTF8&qid=1324 227402&sr=1-9

e questo (mattonisssimo, per iniziati)
http://www.amazon.it/Music-Changes-Edizione-John-Cage/dp/B00 0025R07/ref=sr_1_7?s=music&ie=UTF8&qid=1324227443&am p;sr=1-7

e questo
http://www.amazon.it/Etudes-Australes-Integrale-Edizione-Fra ncia/dp/B000025RQQ/ref=sr_1_19?s=music&ie=UTF8&qid=1 324227485&sr=1-19

e, ovviamente, questo
http://www.moderecords.com/catalog/032cage.html

e etc..........

lz
Re: Felix &amp; Glenn [messaggio #149776 è una risposta a message #149774] dom, 18 dicembre 2011 18:42 Messaggio precedente
etwas langsamer  è attualmente disconnesso etwas langsamer
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Il 18/12/2011 18:02, luziferszorn ha scritto:
> On 18 Dic, 16:24, etwas langsamer<etwl...@gmail.com> wrote:
>
>>
>> > ti stai luziferizzando :-)
>>
>> LOL, quasi quasi ora mollo Felix e e mi faccio un'ora di
>> Atlas Eclipticalis :-
>>
>
>
> Circoncisamente consiglio questo disco (per non iniziati):
> http://www.amazon.it/Oeuvres-Pour-Percussions-Edizione-Franc ia/dp/B000025RWV/ref=sr_1_9?s=music&ie=UTF8&qid=1324 227402&sr=1-9
>

sto ascoltando qualche pezzo da questo su YT.
Oltre a essere fantastici hanno il pregio di avere
trasformato all'istante i ragazzini nel giardino
sotto casa che già rompono gli zebedei con dieci giorni
d'anticipo con raudi e miccettoni in un evento cosmico.
Con Mendelssohn non ci sarei riuscito, grazie.

E
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