"Babel" di Inarritu, 2006 [messaggio #159251] |
dom, 15 gennaio 2012 16:09  |
sunbather Messaggi: 332 Registrato: novembre 2010 |
Senior Member |
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Un film piuttosto agghiacciante che, nelle sue pur molteplici
interpretazioni possibili, induce ad una lettura fondamentalmente
reazionaria. Le quattro storie, allo stesso tempo parallele e centrifughe,
che ci vengono raccontate dai quattro angoli del mondo (Marocco, USA,
Messico e Giappone) pongono in scena situazioni in ognuna delle quali i
protagonisti si trovano ad oltrepassare i propri limiti: chi vuole superare
i confini della sua età , chi quelli geografrici, chi quelli della propria
condizione fisica, etc. La lezione che il film ci vuole impartire è che
questi limiti è meglio non varcarli, pena la punizione e il fallimento. Come
aggravante, a una menata moralistica come questa viene affiancato il tema
della responsabilità , delle proprie azioni, e delle stesse nei confronti
degli altri di cui ci facciamo prossimi: non c'è nessuno dei molti
protagonisti di questo film che con le sue scelte ne imbrocchi una giusta. A
tutto ciò si aggiunga una sceneggiatura ad orologeria, ma in ritardo, e
autocompiaciuta, e la boiata (anche se non pazzesca) è servita.
2006, regia di Alejandro González Iñárritu, scritto da Guillermo Arriaga e
Iñárritu, con Brad Pitt, Cate Blanchett, Gael Garcia Bernal.
http://qohelet.blog.tiscali.it/2012/01/15/babele/
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Re: "Babel" di Inarritu, 2006 [messaggio #159851 è una risposta a message #159251] |
mar, 17 gennaio 2012 10:30   |
Jake Lamotta Messaggi: 102 Registrato: giugno 2011 |
Senior Member |
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"sunbather" <sunbather@virgilio.it> ha scritto nel messaggio
news:4f12ec44$0$1389$4fafbaef@reader2.news.tin.it...
> Un film piuttosto agghiacciante che, nelle sue pur molteplici
> interpretazioni possibili, induce ad una lettura fondamentalmente
> reazionaria. Le quattro storie, allo stesso tempo parallele e centrifughe,
> che ci vengono raccontate dai quattro angoli del mondo (Marocco, USA,
> Messico e Giappone) pongono in scena situazioni in ognuna delle quali i
> protagonisti si trovano ad oltrepassare i propri limiti: chi vuole
> superare i confini della sua età , chi quelli geografrici, chi quelli della
> propria condizione fisica, etc. La lezione che il film ci vuole impartire
> è che questi limiti è meglio non varcarli, pena la punizione e il
> fallimento.
Reazionario al midollo. Va notato anche che coloro che patiscono *in
assoluto* pena e fallimento sono specificamente i poracci (la messicana, i
marocchini). I giappo-americani vivono il dolore con consapevolezza e ne
escono arricchiti.
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Re: "Babel" di Inarritu, 2006 [messaggio #160035 è una risposta a message #159852] |
mar, 17 gennaio 2012 21:41   |
Lucio Munazio Planco Messaggi: 5 Registrato: gennaio 2012 |
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On day Tue, 17 Jan 2012 11:26:06 +0100, "Claudio Bianchini" <fgvbi@tin.it>
wrote:
> siamo tutti connessi in un modo o in un altro.
La gnosi e' fortemente gerarchica, non e' reticolare.
Prendiamo il noto film di Bunuel che sembra una definizione delle parole
crociate (*); quello si' che e' reticolare.
Il personaggio A inizia la storia e fa un certo numero di azioni, e va
nell'ufficio del personaggi B. A quel punto la macchina da presa smette
di seguire il personaggio A e si ferma nell'ufficio B, inizia a seguire
il personaggio B, e va avanti un'altra decina di minuti. Poi la camera
lascia B e si mette a seguire il personaggio C, e cosi' via, percorrendo
ogni volta una biforcazione casuale fra i possibili dell'intreccio.
Questo tipo di intreccio tipo B-trieve e' un simbolo di qualche
particolare filosofia bunueliana, o e' un semplice espediente narrativo?
* quell'oscuro oggetto di desiderio, 4 lettere.
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