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Vere recensioni da chi sa...la seconda... [messaggio #161651] dom, 22 gennaio 2012 17:59
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Messaggi: 1574
Registrato: novembre 2010
Senior Member
CORAM LETHE - The Gates Of Oblivion

Etichetta: Rising Realm/Crash Music
Anno: 2005
Durata: 54
Genere: Death/Thrash tecnico, con influenze melodico-svedesi

Disco disponibile finalmente nel corso del 2005 (almeno in Italia, non so se
in USA o altrove fosse uscito a tempo debito come riportato in teoria sul
retro del cd, cioè 2004) ma già inciso entro fine 2003, poi "slittato" di
oltre un anno per ritardi di vario tipo ad opera di una band già abbastanza
conosciuta nell'ambiente underground nazionale (ma non abbastanza, pensando
al suo valore) sia per esibizioni live varie che per l'ottimo primo cd
autoprodotto del 2000 ("Reminiscence").
I Coram Lethe, tanto per cambiare, vengono anch'essi dalla provincia di
Siena o comunque zone limitrofe, come varie altre validissime band toscane,
e sono in attività da fine anni '90. Già nel 2000, dicevamo, rilasciarono il
loro primo demo/mini-album, che ottenne ottimi responsi sia da critica che
pubblico e che presentava 6 pezzi più intro davvero validissimi e orientati
su un death tecnico che, pur avendo spesso e volentieri le classiche
influenze del campo (Death, un po' di Atheist e ultimi Pestilence per
esempio), non cadeva mai -o quasi- in sensazioni di deja-vù verso pezzi dei
maestri del genere, oltre a inglobare qua e là delle sfuriate di batteria
molto "martellante" e veramente serrata che non si trovano spesso nei pezzi
dei suddetti gruppi (ormai purtroppo questo lavoro è esaurito nella sua
forma originale, a meno di novità dell'ultim'ora di cui non sono a
conoscenza al momento.certo, magari lo ristampassero un giorno!!).
Nel 2003 arriva un promo autoprodotto con 4 pezzi che poi ritroveremo anche
nel disco completo (se non erro non era in vendita al pubblico ma solo a
scopo promozionale appunto, da inviare alle case discografiche
potenzialmente interessate alla loro proposta) e viene inciso anche il
debutto sulla lunga distanza in oggetto, avvalendosi di uno degli studi che
negli ultimi anni si stanno davvero imponendo per professionalità e resa
finale in campo metal (e non solo tendente all'estremo come in questo caso),
ovvero i Fear Studio di Alfonsine (Ravenna) (eccetto le vocals incise allo
Studio 73, sempre Ravenna, e le parti orchestrali dell'intro, allo studio Le
Carrozze di Siena) e di Paso dietro il banco regia. Ottima anche la
masterizzazione finale opera di Stefano Cappelli al Creative Studio
Mastering di Forlì, che ha dato un volume di uscita, una nitidezza e allo
stesso tempo compattezza di suono davvero ai massimi livelli. Il disco è
uscito sotto Rising Realm/Crash Music (entrambe etichette/distributori
americani se non ricordo male, e tra l'altro ricordo nella scuderia Crash
Music anche il debutto di un'altra band italiana, i techno-death metallers
Illogicist, da Aosta, validissimi anche loro, anche se nel frattempo questi
ultimi hanno cambiato "casa").
L'album si apre con un intro ("The Angels Fell") che nei primi secondi è
formata solo da interventi di tastiere, archi e percussioni e un'atmosfera
un po' cupa e misteriosa (non so se è un'impressione mia ma mi ha ricordato
la musica che si sente all'inizio del capolavoro di Kubrick "Shining",
quando viene ripresa l'auto dall'elicottero mentre attraversa le desolate
strade in mezzo alle montagne), ma poi entrano con decisione anche gli
strumenti tradizionali della band e sembra quasi già un pezzo "normale"
(tranne per l'assenza delle vocals), con ritmiche che preparano alla vera e
propria partenza del disco con "Shouts Of Cowards", un bel pezzo dinamico,
di sicuro impatto fin dai primi riff d'attacco e con uno stile che coniuga
benissimo death/thrash un po' influenzato da certa scena svedese di qualche
anno fa a parti tendendi più al death "tecnicheggiante" e ricercato tipico
di band come quelle citate all'inizio o come appunto il loro primo
mini-album. Alla fine questo, pur già ottimo pezzo, con un bel groove
ritmico e riff e fraseggi orecchiabili sin dal primo ascolto pur non essendo
per nulla banali o stantii, si rivelerà tra i 2-3 più "ordinari" del disco
(quindi lascio immaginare il livello degli altri.).
Infatti già con la seguente "Dying Water Walk With Us" buona parte della
"concorrenza" (e non solo toscana ripeto) viene secondo me lasciata
velocemente alle spalle in una nuvola di polvere, perché siamo di fronte ad
uno di quei pezzi che davvero pochi possono permettersi di scrivere; qui c'è
di tutto e tutto fatto alla perfezione, da parti più "martellanti" che
possono richiamare certo death/brutal americano, a riff molto più tecnici e
studiati, da parti di voce ultra-gutturale e bassa a quelle più tipicamente
scream, da stacchi da brivido soprattutto per gusto e arrangiamenti (penso a
quello stupendo verso metà brano per esempio) a parti in cui si mette in
evidenza il basso un po' slappato e ancora a momenti un po' atmosferici
sempre segnati da assoli di assoluto gusto, che preparano, rendendo ancor
più efficaci, le "ri-esplosioni" delle parti più "forti" e tipicamente
death, dove il batterista viaggia davvero come un treno
inarrestabile.stupendo.
Segue "Episode", e qui si torna più specificatamente sul techno-death, con
un pezzo ricco di stacchi e controstacchi, dove una certa influenza dei
Death della seconda parte di carriera o qualcosa degli Atheist torna a farsi
sentire un po', ma il tutto è in ogni caso personalizzato col loro tocco e
talento, quindi altro ottimo pezzo anche se non tra i più sconvolgenti del
disco, e discorso analogo possiamo fare anche per la seguente "Instinct",
che pare il suo naturale seguito, anche se presenta delle parti più spedite,
"groovy" e lineari che si ricollegano per certi versi all'opener "Shouts Of
Cowards". Quindi questi sono 3 ottimi pezzi ma diciamo che li metteri tra i
meno "sconvolgenti" o esaltanti.ma i livelli assoluti di eccellenza non
tardano a farsi vivi di nuovo.
Arriviamo infatti "I, Oblivion" e si torna ad amalgamare, e sempre alla
perfezione, un po' tutto il meglio del metal in campo death/thrash, death
svedese più o meno melodico e death tecnico degli anni d'oro dei rispettivi
generi: inizio un po' sognante con vocals ugualmente "oniriche" (che possono
ricordare leggermente la famosa "voce robotica" di "Focus" dei Cynic), che
faranno capolino ogni tanto anche dopo, qualche stacco più peso e poi la
partenza vera e propria con la solita magistrale alternanza tra riff
"melodici" e tempi spediti ma non velocissimi e partenze col turbo
assolutamente esaltanti, stacchi pieni di groove con assoli vari (questa
volta un po' più "storti" e acidi direi, comunque azzeccatissimi) e ripresa
del tutto per poi finire con una bellissima parte "soft" con arpeggio,
assolo di basso in evidenza ma non "sborone", e poi fade out a
concludere.altro capolavoro o quasi.
Si torna ad una maggiore immediatezza e un'attitudine più "thrash" del
solito (nei riff soprattutto) con un altro buonissimo pezzo come "Hands Of
Lies", che non rinuncia in ogni caso ai soliti riff, stacchi etc. più
tecnici o "sospesi" e al solito lavoro allo stesso tempo eclettico e
d'impatto
del batterista, né a qualche accelerazione "killer".

Ed eccoci arrivare ad un altro picco assoluto del disco, ovvero "Pain
Therapy For A Praying Mantis", che parte quasi in maniera "strana" e
spiazzante (ad un ascolto un po' frettoloso o superficiale potrebbe apparire
quasi come la ripresa del pezzo precedente dopo uno stacco), forse per il
fatto che inizia con un riff non troppo dissimile da quello portante che
c'era
sotto le prime strofe del pezzo prima, e per la voce che, a differenza di
quello che avviene spesso, non entra qualche decina di secondi o più dopo
l'inizio
del pezzo ma praticamente subito in contemporanea con l'attacco strumentale.
Comunque è solo un'impressione iniziale, poi il pezzo parte (con un riff
bellissimo tra l'altro), inizia ad articolarsi alla grande ed espandersi in
varie direzioni come ormai questa talentuosa band ci ha abituato e la
mascella dell'ascoltatore non può far altro che iniziare di nuovo a scendere
verso il pavimento come già era successo per un altro paio di pezzi almeno
prima di questo. Non mi dilungo di nuovo in descrizioni più o meno
dettagliate (che sarebbero comunque ancora più ardue del solito), dico solo
che siamo di fronte ad un altro pezzo a dir poco eccelso.
L'ultimo brano vero e proprio (prima di una specie di coda
acustica/strumentale di sole chitarre a titolo "Sleet") è "Ruling
Emptiness",
sempre un buon pezzo (questa band non riesce proprio a scrivere qualcosa che
sia anche solo nella media.), con la nota varietà tipica del resto, tra
parti spedite e d'impatto, altre più sincopate e nervose e altre ancora più
tranquille ma senza per questo far calare mai l'attenzione dell'ascoltatore
o la maestria tecnico/compositiva di questo gioiello di band.

Citazione d'obbligo per questi notevoli ragazzi:

- Mirco Borghini: Vocals
- Leonardo Fusi: Guitar
- Francesco Miatto: Drums
- Giacomo Occhipinti: Bass (session anche per i Dysthymia sul loro demo
"mind.will.action")

Stupenda anche la copertina e ottimo il nuovo logo inaugurato proprio con
questo disco, elegante/sofisticato e metal allo stesso tempo, così come
molto curato e piuttosto personale è tutto l'artwork del booklet, le foto
ecc.

Negli ultimi tempi la formazione ha subito dei cambiamenti importanti, primo
fra tutti l'abbandono del cantante storico e il reclutamento di una
cantante, Erica Puddu (già con gli Harmonic Distortion, di cui però non vi
so dire nulla), che ho già potuto sentire mesi fa dal vivo e devo dire che
ha una gran voce, grinta e anche un certo carisma, quindi davvero il miglior
rimpiazzo potessero trovare in giro.
Al basso è subentrato in pianta stabile, dopo un breve periodo nel quale era
indicato come "session", l'ottimo Federico Stiaccini, già con gli Over Faith
(altra validissima band della zona), con cui ovviamente suona ancora. Infine
alla seconda chitarra, dopo che per varie date dal vivo successive
all'uscita
del disco si erano avvalsi di Francesco "Deimos" Bargagni
(chitarrista/compositore assai noto nella scena, soprattutto estrema,
fiorentina), è stato assunto definitivamente Filippo Occhipinti, già nei
Dysthymia.

Ps- Un consiglio: il disco cresce con gli ascolti, si notano sempre più
finezze nei pezzi e si apprezza sempre più ogni arrangiamento, riff,
passaggio, parte ritmica e tutto, infatti la mia rece è stata fatta (come
dovrebbe essere sempre comunque) dopo molti ascolti - ce l'ho praticamente
dall'uscita, richiesto direttamente alla band dal sito - , quindi se certi
toni, giudizi e descrizioni vi sembrassero troppo esagerati rispetto alle
vostre impressioni dopo un ascolto o 2, beh, date tempo al tempo ripeto e
vedrete che alla fine non potrete che concordare con me (soprattutto
ovviamente se amate certe sonorità metal piuttosto che altre nettamente
diverse, che siano più classiche o ancor più estreme o quello che volete
voi) e sorridere della prima impressione secondo la quale, soprattutto se
non siete degli appassionati di "primo pelo", vi sembrava quasi si trattasse
di un disco quasi "normale" di death un po' thrashy, un po' "contaminato" e
un po' tecnico/melodico, perché avrei fatto lo stesso errore anch'io se non
fossi andato oltre i primi due-tre ascolti.

Voto: 9
*****

--
*****
# bomba [nomen omen - ndr] 2010-12-01 15:35
Falso, è stata avanzata una richiesta al newsgroup, per un tipo di
moderazione che prevede il divieto assoluto di postare a the sentinel, che
sarà messo ina una blacklist, mentre tutti gli altri sarebbero in white
list. Non vedo l'ora che venga approvato, ciao.
*****
http://boycottdadex.blogspot.com (Il nome dice tutto, no?)

http://bullshitpulverizer.blogspot.com (Idem)

www.nobody.it (Il processo-farsa sul caso "Bestie di Satana")

http://tinyurl.com/yg6favr (Sostenitore dell'Art.21 con le idee "un po'"
confuse)
http://tinyurl.com/2evhnsb (Idem, piu' o meno)
http://tinyurl.com/ybuynog (I soliti "cavalli di battaglia" del suddetto
"fan dell'art.21", smontati come sempre uno per uno dal sottoscritto)
http://tinyurl.com/2eps6t2 (Nuovo patetico editoriale del solito "fan
dell'Art.21 a senso unico"...e le giuste e altrettanto solite mie smerdate
totali all'inqualificabile soggetto)
Argomento precedente:Questo
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