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Test Firma Test Firma [messaggio #185402] lun, 09 aprile 2012 13:28
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Citazioni di Umberto Bossi [modifica]

La Lombardia è una nazione, l'Italia è solo uno stato. [...] Tutti
i milanesi sono stufi grazie al potere romano che ci ha imposto sistemi
di vita che noi non vogliamo. [...] I lombardi sono trattati da
schiavi, la Lombardia è una vacca da mungere. [...] I partiti sono lo
strumento attraverso cui i meridionali gestiscono lo stato. [...]
Milano è una città con forte immigrazione, che ha poca identità e
perciò la gente parla poco, è poco coraggiosa... (citato in Da Milano
la Lega Lombarda punta al parlamento di Roma, la Repubblica, 2 luglio
1985)
Niente parolai che dopo, al momento opportuno, si tirano indietro;
qui per fare marciare le cose ci vogliono ragazzi con gambe forti come
a Varese. (ibidem)
[Sui pericoli dell'immigrazione di colore] No, quello è un falso
problema. A me i negri stanno simpatici. Loro non possono
egemonizzarci. I meridionali sì, perché hanno in mano lo Stato.
(ibidem)
Dietro l'immigrazione di colore non c'è solo l'interesse di una
sinistra allo sbando che cerca i voti di un nuovo sottoproletariato,
non c'è solo la Chiesa rinchiusa nei palazzi dell'avere che ha perso
ogni credibilità e cerca di riempire i suoi seminari vuoti con
religiosi che ormai trova solo nel terzo mondo: c'è anche e soprattutto
l'interesse del grande capitale.... (citato in Bossi promette alla Lega
"Trionferemo alle elezioni", la Repubblica, 9 dicembre 1989)
Il Risorgimento è un fatto che ha visto protagonisti tanti,
tantissimi lombardi. Noi siamo loro figli e non dobbiamo chiedere scusa
a nessuno, semmai è Craxi che lo deve fare: è lui che blatera,
blatera... (citato in Rocchetta avrà esagerato ma Craxi stia al suo
posto, la Repubblica, 21 aprile 1990)
[Facendo il gesto dell'ombrello] Ehi Boniver, bonazza, la Lega è
sempre armata, ma di manico! (durante un comizio a Curno (BG), 26
settembre 1993; citato in Marco Travaglio, Carta Canta – La Sacra
Famiglia, la Repubblica, 13 febbraio 2007)
Il vero potere Gelli diceva che lo deteneva chi ha i mezzi di
informazione e Berlusconi era la tessera 1816 della P2 di cui Gelli era
a capo. E prima di Gelli, se ricordo bene, era un principio espresso
dal nazista Goebbels. (dall'intervento alla Camera dei Deputati del 24
gennaio 1995; citato in Gianna Fregonara, "Bossi traditore". Berlusconi
Goebbels", Corriere della sera, 25 gennaio 1995, p. 2)
La Fininvest è espressione di una esasperazione dittatoriale che
trova le sue matrici in Craxi e nella P2. (ibidem)
[Riferendosi a Silvio Berlusconi] Dovrai scappare dal Nord di notte
con tua moglie e i tuoi figli e le valigie. Hanno capito che tu sei
mafioso. (citato in Gianna Fregonara, Bossi: Silvio sarà costretto a
scappare di notte, Corriere della sera, 15 settembre 1995, p. 9)
Quell'uomo [Silvio Berlusconi] ha fatto tanti imbrogli nella sua
vita. Oggi è solo il servo di quel fascista di Fini. Parlare di
costituente era un modo per "toccare" la Lega. Noi siamo come Gesù
Cristo, guariamo i malati e gli storpi. Berlusconi sa che chi tocca la
Lega guarisce e spera di dare di sé l'immagine del guaritore.
Berlusconi e Fini sono i figli del dio degenere della restaurazione,
questo dio si chiama maggioritario e oggi puntano sul maggioritario e
sul presidenzialismo per mettere una pietra tombale sul cambiamento.
(citato in Bossi attacca "Il Cavaliere servo di AN", La Repubblica, 15
febbraio 1996)
[Riferendosi a Massimo D'Alema] È un imbroglione che non vuole dare
al popolo la costituente. La sinistra è bugiarda: vuole godere i frutti
del maggioritario mettendosi la maschera delle riforme. (ibidem)
Per abbassare le tasse bisognerebbe che non aumentasse il debito
pubblico o che non ci fosse, il 45% di quanto incassa lo stato va a
pagare l'interesse sul debito. [...] Trattare il debito vuol dire
silurare la gente: parliamoci chiaro sennò qui pare che parliamo arabo.
(discorso dell'8 marzo 1996 a Biella
http://www.youtube.com/watch?v=7S1rXa4JytM&feature=relat ed)
Il razzismo non è quello che dicono gli altri per farci passare da
razzisti. Razzismo è un'altra cosa, è il controllo dell'economia dei
popoli da parte di una etnia, è il controllo dell'economia degli altri
(12 aprile 1996; citato da Vittorio Locatelli, La Lega contro l'Italia.
La storia del Carroccio nelle parole di Umberto Bossi, p. 88)
Io non parlo di valore etnico, chiunque, da qualunque parte venga,
può partecipare alla nascita della nazione padana. Tutti quelli che
vivono in Padania, siano essi bianchi o neri o gialli, da qualsiasi
parte vengano, nel '97 devono trovare la forza per fare la Padania (23
dicembre 1996; citato da Vittorio Locatelli, La Lega contro l'Italia.
La storia del Carroccio nelle parole di Umberto Bossi, p. 96)
[L'Italia] tratta i popoli della Padania come colonie interne da
sfruttare economicamente e da assoggettare etnicamente, magari
spingendovi le masse di immigrati extracomunitari che dovrebbero
secondo le analisi degli illuminati di Santa Romana Chiesa raggiungere
i 13 milioni di individui in pochi decenni. Evidentemente per Roma e
per gli Italiani il più grave problema della Padania è che ci sono
troppi Padani. La razza pura ed eletta dei romanofili pensa di poter
dirigere dall'alto le terre incognite padane ridotte a colonie penali
celtiche-congolesi nel nome sacro ed eterno "de Roma". (dal III
Congresso federale della Lega Nord, 15 febbraio 1997; citato in
radioradicale.it)
Il Papa polacco ha investito nel potere temporale, nello Ior e nei
Marcinkus. Ha investito nella politica dimenticando il suo magistero di
spiritualità e di evangelizzazione. [...] I vescovoni sono stati
arruolati nell'esercito di Franceschiello, l'esercito del
partito-Stato. Il caporale in testa è Massimo D'Alema, lo seguono in
seconda fila i vescovoni sulla giumenta, dietro ci sono gli stipendiati
del sindacato e a debita distanza el conductor Berluscons, a testa
bassa con gli occhiali scuri, agganciato alla mangiatoia del
nazionalsocialismo. [...] Altrimenti, come già accade nel bergamasco, i
fedeli andranno in parrocchia con il fazzoletto verde e si alzeranno se
solo sentiranno pronunciare certi sermoni. Urleranno: va' a da' via el
cu'. Si faranno seppellire avvolti nelle bandiere della Lega e se
rinasceranno, se mai rinasceranno, saranno padani. Non possiamo
continuare ad accettare una Chiesa romanocentrica. Il nazional
clericalismo è diventato una delle bretelle che reggono il sistema
centralista. (citato in Bossi: questo Papa fa politica per Roma,
Corriere della sera, 17 agosto 1997, p. 5)
[Rivolgendosi a una signora che aveva esposto il tricolore alla
finestra] Il tricolore lo metta nel cesso, signora. Ho ordinato un
camion a rimorchio di carta igienica tricolore, personalmente, visto
che è un magistrato che dice che non posso avere la carta igienica
tricolore (durante il comizio a Venezia del 14 settembre 1997; citato
in Vilipendio alla bandiera la Camera salva Bossi, la Repubblica, 23
gennaio 2002)
[sulle nozze celtiche di Roberto Calderoli] Finalmente una grande
occasione storica per ricordare che non siamo latini, ma che fummo
sconfitti dai latini. Domani mattina accompagnerò i miei figli alla
prima scuola padana (Corriere della Sera, 21 settembre 1998)
Il progetto mondialista americano è chiaro: vogliono importare in
Europa 20 milioni di extracomunitari, vogliono distruggere l'idea
stessa di Europa garantendo i propri interessi attraverso l'economia
mondialista dei banchieri ebrei e attraverso la società multirazziale.
Ma noi non lo consentiremo. [...] Il disegno dei 20 potenti americani
non passerà, anche se usano armi potenti come droga e
televisione(discorso del 20 gennaio 1999 a Crema; citato in Bossi: "In
pochi giorni si chiude il conto", la Repubblica)
Quando vedo il tricolore mi incazzo. Il tricolore lo uso per
pulirmi il culo (dal discorso al comizio del 26 luglio 1997 a Cabiate
(Como) per la festa della Padania; citato in Vilipendio alla bandiera
la Camera salva Bossi, la Repubblica, 23 gennaio 2002)
La Lega non è razzista e non è xenofoba. Noi siamo democratici.
[...] Io sono tranquillo, queste accuse le respingo al mittente.
Razzista e xenofoba è la sinistra. Noi siamo in regola, non siamo Le
Pen. [...] Noi siamo il contrario di Le Pen e chi ci accosta è un
farabutto. Altro che razzisti e xenofobi («Troppa gente di sinistra,
alla Farnesina è ora di cambiare», la Repubblica, 24 aprile 2002)
Negli anni settanta ci fu una concentrazione statalista totalitaria
della finanza pubblica e l'azzeramento della finanza locale, con una
conseguente scissione tra il potere di imporre, riservato allo Stato, e
il potere di spesa, riservato agli Enti Locali, alle ASL... Tutti
sappiamo come è finita: con un debito pubblico disastroso. Quella
dell'azzeramento della finanza locale per sviluppare nuove politiche
sociali al fine di controllare meglio i flussi di spesa fu un'idea di
Aldo Moro e di Enrico Berlinguer. I due sostenevano che i tributi
locali erano arbitrari e da sopprimere perché la vecchia imposta di
famiglia aveva come presupposto il "tenore di vita" che effettivamente
è un'entità non facilmente definibile. (dall'intervista a La Padania
del 10 ottobre 2002)
La Lega parte dal presupposto che considerare l'Occidente quattro
regolette non va bene, che non è che uno diventa occidentale studiando
quattro regolette. Questa è una illusione dei cosiddetti illuministi.
Il nostro Paese è fatto da uomini in carne e ossa, di uomini e donne
con le loro tradizioni, la loro storia e la loro terra. (dal Quotidiano
Nazionale, 23 settembre 2003, p. 11)
L'import e l'immigrazione sono due facce dello stesso problema,
così bisogna quotare sia gli immigrati in entrata sia le merci,
altrimenti è il caos sociale. (da Porta a Porta, 29 ottobre 2003;
citato in Bossi: "Per gli immigrati quote come per le merci", la
Repubblica, 29 ottobre 2003)
C'è una maggioranza etnica, quella del Centro-Sud, messa insieme
dal centralismo romano, che ha occupato tutti i posti chiave dello
Stato, anche da noi al Nord. Siamo colonizzati (27 novembre 2003;
citato da Vittorio Locatelli, La Lega contro l'Italia. La storia del
Carroccio nelle parole di Umberto Bossi, p. 175)
A Milano le case si danno prima ai 42 mila lombardi che aspettano
un alloggio e non al primo bingo bongo che arriva. (dall'intervista a
Radio Padania del 4 dicembre 2003; citato in Milano, Bossi contro il
prefetto "Niente case ai bingo bongo", la Repubblica, 4 dicembre 2003)
Se non passa il federalismo il nord torna alla secessione ma quella
dura, senza mezze misure, senza alcuna mediazione con lo Stato
italiano. (citato ne la Repubblica del 4 dicembre 2003)
So bene che senza una terza rete, Berlusconi non sta in piedi. (da
La Padania, 3 gennaio 2004, p. 6)
I popoli non sono come l'acqua che si può mescolare a piacere. I
popoli si mescolano con difficoltà. Gli uomini ritornano sempre alle
loro radici. (dal discorso a Cà San Marco del 27 agosto 2006)
Silvio, te l'avevo detto che ce l'abbiamo duro, ed è per questo che
qui oggi è pieno di donne! (durante il comizio della Cdl a Vicenza
contro la finanziaria, 21 ottobre 2006; citato in Marco Travaglio,
Carta Canta – La Sacra Famiglia, la Repubblica, 13 febbraio 2007)
[A Silvio Berlusconi] Te lo dico in lombardo che è una lingua a cui
sono molto affezionato. Dobbiamo farti un grande applauso, tegn' dür,
mai molar [tieni duro non mollare mai]. (nella manifestazione di Roma
del 2 dicembre 2006; citato in larena.it del 3 dicembre 2006).
Gheddafi è importante perché si propone come rappresentante di
tutti i paesi africani. E dalla Libia che passano tutti gli immigrati
per venire in Italia, ed è per questo che abbiamo trovato un accordo
con lui. (11 giugno 2009; citato in Alessandro Capriccioli' Dittatore
ti amerò, L'espresso, 21 febbraio 2011)
Marina e Finanza si dovranno schierare a difesa delle coste e usare
il cannone. O con le buone o con le cattive i clandestini vanno
cacciati. (dal Corriere della sera del 16 giugno 2003)
Sulle tangenti auguriamo al giudice Di Pietro di andare avanti a
tutta manetta; senza la Lega ora Di Pietro sarebbe in un pilastro di
cemento armato. (dalla dichiarazione in sostegno del pool di mani
pulite, 7 Matrix, 29 gennaio 2007)
[Sul Partito Democratico] A volte in politica due più due non fa
quattro, ma fa zero. (dall'intervento al Parlamento della Padania,
aprile 2007)
La Lega non è l'antipolitica. Noi siamo un movimento che vuole la
liberazione del Nord e il federalismo. (dal Corriere della sera, 24
maggio 2007)
[Serie di apprezzamenti ed epiteti espressi nei confronti di
Gianfranco Miglio nel 1994, in risposta alle critiche di quest'ultimo
dopo la formazione del governo] "poveraccio", "vecchio fuori di testa
che fa un putiferio perché non gli han dato la poltrona", "me ne fotto
delle minchiate di Miglio", "arteriosclerotico, traditore", "Ideologo?
No, panchinaro", "una scoreggia nello spazio" (citato in Marco
Travaglio, Miglio col bene che ti voglio, l'Espresso 24 aprile 2009)
Bisogna che si mettano in testa tutti, anche il
Berlusconi-Berluskàz, che con i bergamaschi ho fatto un patto di
sangue: gli ho giurato che avrei fatto di tutto, che sarei arrivato
fino in fondo, per avere il cambiamento. E non c'è villa, non c'è
regalo, non c'è ammiccamento che mi possa cambiare strada... Berlusconi
deve sapere che c'è gente che ne ha piene le tasche e che è pronta a
far il culo anche a lui. (1° novembre 1994; citato in Marco Travaglio,
Carta Canta – Proto-Vaffa Day, la Repubblica, 21 settembre 2007)
[A proposito della nascita del Partito della Libertà annunciata da
Berlusconi a Milano in piazza San Babila il 18 novembre 2007]
Berlusconi in piazza davanti alla gente la faccia un po' l'ha persa.
[...] Troppa demagogia. Del resto l'ho detto anche a lui. No, non mi è
piaciuto proprio, io sono un'altra cosa. (dall'intervista di Guido
Passalacqua, "Berlusconi in piazza non mi è piaciuto, senza Fini
rischia di perdere le tv", la Repubblica, 24 novembre 2007, p. 7)
Abbiamo il dovere morale di liberare il nostro popolo da questa
Italia schiavista. Il potere colonialista imbecille non capisce che il
popolo aspetta solo il momento per attaccare, e quel momento verrà.
(dall'intervento durante la manifestazione leghista davanti alla
prefettura di Bergamo, 8 dicembre 2007; citato in «Il nostro popolo
pronto ad attaccare», Corriere della sera, 8 dicembre 2007)
Il nostro popolo è pronto ad attaccare. Si dice che il Paese stia
andando a fondo, ma io conosco un solo Paese, che è la Padania.
Dell'Italia non me ne frega niente. (dall'intervento durante la
manifestazione leghista davanti alla prefettura di Bergamo, 8 dicembre
2007; citato in Libero, 9 dicembre 2007)
Non posso dire cosa ho in mente di fare. Però dico che Berlusconi
parla troppo. Doveva dare la spallata al governo Prodi, invece ha dato
la spallata ai suoi alleati. [...] Chi ha le nostre idee è pronto alla
lotta di liberazione. Chi la fa la lotta di liberazione? Noi. Siamo
nati per quello. [...] La democrazia è seguire quello che vuole il
popolo. E il popolo non vuole l'immigrazione. Punto (da un'intervista
con Libero, 9 dicembre 2007)
Si va al voto, oppure facciamo la rivoluzione. Facciamo la lotta di
liberazione. Ci mancano un po' di armi ma le troviamo. (citato in
Bossi: subito al voto o rivoluzione armata, RaiNews24, 23 gennaio 2008]
Penso che vinceremo le elezioni e cambieremo la Costituzione in
senso federalista. Ma, se sarà come l'ultima volta, con i partiti che
racconteranno un sacco di bugie sulla devolution, per non cambiare
nulla, sarà l'ultima volta che il Parlamento del Nord e la Lega
tenteranno la via democratica. (dal discorso alla seduta del
"Parlamento del Nord" del 2 marzo 2008 a Vicenza; citato in Bossi:
vogliamo la Padania libera. Vinceremo e cambieremo la Costituzione,
RaiNews24, 2 marzo 2008)
Se necessario, per fermare i romani che hanno stampato queste
schede elettorali che sono una vera porcata, e non permettono di votare
in semplicità e chiarezza, potremmo anche imbracciare i fucili. (citato
ne Il Corriere della sera, 6 aprile 2008)
Noi i fascisti li teniamo sotto tiro con il Winchester. (da Il
Mattino,8 aprile 2008)
L'esercito albanese ha lasciato caserme e armi incustodite: se
accadesse da noi in Italia sapremmo noi cosa farcene. (da Il Mattino,8
aprile 2008)
Ho fermato trecentomila bergamaschi pronti a imbracciare il fucile.
(da Il Mattino,8 aprile 2008)
Se Berlusconi mi telefona gli faccio sentire il rumore del mio
revolver. (citato ne Il Mattino, 8 aprile 2008)
Avremo tutti il mitragliatore in mano e sarà un piacere portarmene
un po' all'altro mondo. (citato ne Il Mattino, 8 aprile 2008)
Questa è l'ultima occasione: o si fanno le riforme o scoppia un
casino. Se la sinistra vuole scendere in piazza abbiamo trecentomila
martiri pronti a battersi. E non scherziamo... mica siam quattro gatti,
verrebbero giù anche dalle montagne con i fucili, che son sempre caldi.
(citato in «Se la sinistra vuole scontri, io ho 300mila uomini. I
fucili sono sempre caldi», Corriere della sera, 29 aprile 2008)
[Berlusconi] Ha voluto sposare la Lega e ora deve eseguire gli
ordini. (ibidem)
Ciao Casini. Beh, te l'hanno messa in quel posto, eh? (citato in
Bossi show, battute «pepate» a Casini e invito a cena per D'Alema,
Corriere della sera, 30 aprile 2008)
Il popolo della Padania condivide con quello del Tibet
l'aspirazione ad essere ciascuno padrone a casa propria. (citato in
Tibet-Padania, sfida per la «Libertà», Corriere della sera, 5 maggio
2008)
Veltroni ha ragione, c'è troppo bordello. Come si fanno a fare le
cose? (citato in Bossi: «Veltroni ha ragione», Corriere della sera, 6
luglio 2008)
Dall'opposizione mi aspetto un atteggiamento propositivo sul
federalismo fiscale. Io sono un uomo che tratta. Se però non ci fosse
un accordo ricordo che c'è un milione di persone disposte a combattere
per il federalismo, persone che non hanno paura di niente. La libertà
se non viene data dal Parlamento si conquista. (ibidem)
Andrò con Roberto Calderoli in Vaticano per avere un chiarimento
con la Chiesa per ricordare che le nostre radici sono cristiane. La
matrice della Lega è cristiana e cattolica e siamo gli unici che
veramente hanno radici cristiane. (a proposito delle ultime tensioni
nate tra la Chiesa e la Lega, AGI, Milano, 29 agosto 2009)
Ho capito che il Vaticano non ce l'ha con noi. [di ritorno dalla
visita al cardinale Bagnasco con Roberto Calderoli] (citato in Corriere
della sera, 5 settembre 2009)
La Costituzione non fa distinzione fra elettori alle elezioni
politiche e amministrative. Non vorrei mai tra cinque anni e un mese
trovarmi un presidente [di regione] abbronzato. [a proposito
dell'apertura di Gianfranco Fini al voto agli immigrati regolari alle
elezioni amministrative](citato in Corriere della sera, 5 settembre
2009)
Gli immigrati hanno dei diritti, però solo a casa loro. (ANSA, 12
settembre 2009)
È chiaro che le banche più grosse del Nord avranno uomini nostri a
ogni livello. La gente ci dice prendetevi le banche e noi lo faremo.
(Repubblica, 14 aprile 2010)
Cavour era federalista, la promessa e l'impronta federalista sono
state fondamentali nel percorso di unificazione del Paese. Senza questa
premessa e senza questa impronta i Lombardi non ci sarebbero mai stati
a finire sotto il Piemonte. Poi il re in qualche modo ha tradito perché
ha imposto il centralismo. Oggi è arrivato il momento di riprendere
quella promessa e mantenerla compiendo davvero la storia. (citato in la
Repubblica, 4 maggio 2010)
Le celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia mi sembrano le
solite cose inutili, un po' retoriche. Non so se ci andrò, devo ancora
decidere. Ma se dovesse chiamarmi Napolitano... (citato in la
Repubblica, 4 maggio 2010)
[Estendere l'applicazione del Lodo Alfano è] una piccola cosa: il
presidente del Consiglio deve badare a un Paese e qualcosa gli devi
dare. [...] La gente non ci tiene ad essere intercettata, mentre in
alcuni casi è chiaro che la magistratura deve poter intercettare, ma
non su tutto e su tutti. Si deve trovare la via, la mediazione, e la
troveremo. (citato in Sì di Bossi al Lodo Alfano allargato, Avvenire, 1
luglio 2010)
Casini è uno stronzo. Casini è come quelli che non potendo avere
meriti e qualità insultano gli altri. Casini è quel che rimane dei
democristiani, di quei furfanti e farabutti che tradivano il nord.
(citato in Bossi: «Berlusconi tentenna troppo», Poi gli insulti a
Casini: «È uno str...», Corriera della sera, 23 agosto 2010)
[Il significato di SPQR] Sono porci questi romani. (26 settembre
2010; citato in Governo, frase Bossi "sono porci questi romani" crea
imbarazzo, Reuters Italia, 27 settembre 2010)
Il mondo è pieno di famosi democratici, che sono abilissimi a fare
i loro interessi, mentre noi siamo abilissimi a prenderla in quel
posto: il maggior coraggio a volte è la cautela. (in riferimento
all'operazione Odissea all'alba contro la Libia di Gheddafi; citato in
La dissociazione di Bossi: ci voleva cautela «Noi abilissimi a
prenderla in quel posto» «I democratici, da Napoleone in poi, li
conosciamo bene», Corriere della sera, 19 marzo 2011)
Meno male, non è passata l'aggravante dell'omofobia. Tutti sperano
di avere figli che stanno dalla parte giusta, questo è un augurio che
facciamo a tutti, non era giusto aumentare le pene per quelli che si
sentono anche un po' disturbati da certe manifestazioni, persone
normali che a volte si lasciano scappare qualche parola in senso anche
bonario. (citato in Ministeri, Bossi insiste ancora "Napolitano deve
capire" da la Repubblica, del 30 luglio 2011)
[Rivolto a Brunetta] Nano di Venezia non rompere i coglioni.
(ansa.it)
Se la portata dei cambiamenti etnici e culturali supera la velocità
di integrazione della società allora essa interrompe la consapevolezza
della identità collettiva che si fonda sul sentire dei cittadini che
c'è una componente di continuità nella società che con voglia
attraverso i tempi un patrimonio di valori culturali: dagli
atteggiamenti spirituali alle forme della cultura materiale. In
quest'ultimo caso la società va incontro alla disgregazione, sviluppa
comportamenti patologici dell'omosessualità, della devianza giovanile,
della droga, crea condizioni psicologiche che favoriscono ad esempio la
sterilità per cui non nascono più figli. Si realizza in altre parole la
"Società deviata", asociale, egoista in cui accanto alle cose che
muoiono si generano reazioni di salvezza, come i movimenti
etnonazionalisti che proprio in un simile contesto riconoscono il
"Timing", il primo impulso alla loro nascita.[1]
[Nell'agosto del 2000, Bossi aveva scoperto che era in atto un
piano per creare] "lo Stato unico mondiale, un' unica razza, un' unica
religione, un unico utero, una sola lingua e magari una sola taglia per
i vestiti"[2]
Il 30 giugno scorso [2000] i comunisti e i massoni che hanno in
mano l' Europa, insieme alla lobby dei gay, hanno teso una trappola
[...] Hanno cercato di far passare in Europa l'assegnazione dei bambini
alle coppie omosessuali.[2]
Se passano le famiglie omosessuali che non fanno figli, è
necessaria l' immigrazione e con essa l' ideologia che riesce a
scardinare l' identità dei popoli. [...] Se invece ritorna la famiglia
eterosessuale, e con essa i figli, vincono i popoli e la democrazia[2]
Io vedo una relazione tra il paese che aveva il più forte partito
comunista dell'Occidente e il basso coefficiente di fertilità che oggi
ci relega nell' abisso. Dai oggi e dai domani, un' ideologia come
quella comunista che aveva come obiettivo primario quello di scardinare
la società occidentale, ha cominciato a sferrare colpi contro la
famiglia[2]
Gli uomini abbandonano la famiglia, le coppie divorziano per motivi
egoistici e superficiali, gli interessi dei figli diventano
incompatibili con quelli dei genitori.[2]
Quando gli dissi che forse l' uomo non era ancora morto, mi rispose
ironicamente che in fondo ero un simpatico romantico. Ormai, mi disse
il nobile, l' uomo è praticamente ridotto a uno schiavo. Anzi, disse di
più: che l' uomo, con licenza parlando, era una merda.[2]
Lui [Un nobile citato da Bossi] è stato pensato come un'arma
moderna contro quei re a cui Craxi aveva dovuto sottomettersi per
governare. E quindi se Berlusconi è contro i nobili, può seriamente
schierarsi con noi, con i produttori. La Lega come Garibaldi, creatrice
del regno del cambiamento, Berlusconi re di questo regno.[2]

Non datate [modifica]

Ma è mia impressione che il sistema cerchi di congelare anche
l'aspirazione federalista, perché il federalismo è uguale all'autonomia
e l'autonomia è uguale alla cultura locale e la cultura locale produce
indisponibilità all'omologazione dei popoli. (dal sito ufficiale della
Lega Nord)
La Lega non si interessa al potere come tale. Non pensa solo a
conservarlo, ma se ne serve per mettere in pratica certe idee. Noi non
cerchiamo gli applausi del pubblico. Mai la superficialità ha prevalso
sui progetti di lungo impegno, capaci di trasformare la società. Questo
è il nostro stile, ruvido magari, ma onesto. Questa è la nostra fede.
(dal sito ufficiale della Lega Nord)
Figli di Padania, senza libertà non c'è né giustizia né futuro.
(dal sito ufficiale della Lega Nord)
La mia voce si alza volutamente senza diplomazia, perché noi padani
rifiutiamo di essere coinvolti nell'astuzia della palude romana che non
si accorge che così tutto muore. Noi vogliamo il cambiamento. (dal sito
ufficiale della Lega Nord)
Si tratterà di una battaglia durissima. Ma noi della Lega non siamo
soldati di ventura. Non siamo mercenari. Siamo degli idealisti pronti a
qualunque scontro, a batterci all'arma bianca, a d uscire all'assalto
in ogni momento attorno alle nostre bandiere. Il nuovo periodo storico
deve arrivare presto e deve essere illuminato dalla grande luce del
federalismo! (dal sito ufficiale della Lega Nord)
Il coraggio nessuno lo può regalare, bisogna che ogni uomo lo trovi
nella propria anima. (dal sito ufficiale della Lega Nord)
Se vogliamo le riforme dobbiamo farcele, perché nessuno le farebbe
al nostro posto. Numerose saranno le riforme della Costituzione che io
intendo far partire dalla devoluzione. Non è difficile sognare. È
difficile, invece, sognare confrontandosi con la realtà per cambiarla.
(dal sito ufficiale della Lega Nord)
Un principio fondamentale che sta alla base di tutte le
Costituzioni, è quello della resistenza che i cittadini e i popoli
hanno diritto di fare nei confronti di uno Stato quando commette
ingiustizie, e nei confronti della Padania di ingiustizie, a mio
parere, ne sono state fatte un'infinità. (dal sito ufficiale della Lega
Nord)
Non è difficile sognare. È difficile, invece, sognare
confrontandosi con la realtà per cambiarla. (citato nel sito ufficiale
della Lega Nord)

Silvio Berlusconi era il portaborse di Bettino Craxi. È una costola
del vecchio regime. È il più efficace riciclatore dei calcinacci del
pentapartito. Mentre la lega faceva cadere il regime, lui stava per il
Mulino Bianco, col parrucchino e la plastica facciale. Lui è il tubo
vuoto qualunquista. Ma non l'avete visto oggi, tutto impomatato fra le
nuvole azzurre? Berlusconi è bollito. È un povero pirla, un traditore
del Nord, un poveraccio asservito all'Ulivo, segue anche lui l'esercito
di Franceshiello dietro il caporale D'Alema con la sua trombetta. Io ho
la memoria lunga. Ma chi è Berlusconi? (citato in Marco Travaglio,
Peter Gomez, Berlusconi)
La trattativa Lega-Forza Italia se l'è inventata lui, poveraccio.
Il partito di Berlusconi neo-Caf non potrà mai fare accordi con la
Lega. Lui è la bistecca e la Lega il pestacarne. (citato in Marco
Travaglio, Peter Gomez, Berlusconi)
Berlusconi è l'uomo della mafia. È un palermitano che parla
meneghino, un palermitano nato nella terra sbagliata e mandato su
apposta per fregare il Nord. La Fininvest è nata da Cosa Nostra.
(citato in Marco Travaglio, Peter Gomez, Berlusconi)
Berlusconi mostra le stesse caratteristiche dei dittatori. È un
Kaiser in doppiopetto. Un piccolo tiranno, anzi è il capocomico del
teatrino della politica. Un Perón della mutua. È molto peggio di
Pinochet. Ha qualcosa di nazistoide, di mafioso. Il piduista è una
volpe infida pronta a fare razzia nel mio pollaio. (citato in Marco
Travaglio, Peter Gomez, Berlusconi)
La "Padania" chiede a Berlusconi se è mafioso? Ma è andata fin
troppo leggera. Doveva andare più a fondo, con quelle carogne legate a
Craxi. Io con Berlusconi sarò il guardiano del baro. Siamo in una
situazione pericolosa per la democrazia: se quello va a Palazzo Chigi,
vince un partito che non esiste, vince un uomo solo, il Tecnocrate,
l'Autocrate. Io dico quel che penso, lui fa quel che incassa. Tratta lo
Stato come una società per azioni. (citato in Marco Travaglio, Peter
Gomez, Berlusconi)
Valigia di cartone fa rima con terrone. (YouTube)

[Sull'espulsione di un ragazzo dal partito] un ragazzo per bene ma era
omosessuale. Quanti partiti democratici hanno omosessuali dichiarati,
cioè donnicciole, nei loro posti chiave? Un omosessuale è persona di
tolleranza fragile, instabile (L'Europeo, 14 settembre 1990, cit. in
Razzismi. Un vocabolario, p. 44)

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