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Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31725 è una risposta a message #31721] mer, 01 giugno 2011 14:56 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
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rober1 (U-N-O) titiros1@libero.it ha scritto:


:: Il finale di Hereafter, dell'aldila', non gliene puo' fregar di meno.
::
:: Il ragazzino e' contento di aver sentito le balle di Damon; a Damon
:: garba aver detto un po' di balle al ragazzino; quindi Damon, per la
:: prima volta, vede il *suo* futuro (una specie di flash forward) e
:: non piu' l'aldila', addirittura, congiungendosi con la donna amata
:: nell'aldiqua'.
:
: Guarda che Damon non dice balle, le sue percezioni sono esattisisme, e
: infatti viene messo a confronto con gli spiritisti farlocchi.


Nel finale dice balle al ragazzino, se osservi bene la scena.
Verso il termine della seduta non resiste alla disperazione del ragazzo e
comincia ad inventare. Gli dice qualcosa tipo che il fratello e' lui e sono
la stessa cosa, e che quindi non si separeranno mai.
La cosa e' abbastanza evidente dagli sguardi di Damon e dall'inquadratura.

Questa, assieme ad altre, e' la dimostrazione che ad Eastwood non frega
niente dell'aldila'; cio' che gli interessa e' raccontare storie di profonde
solitudini, della pieta' del conforto e della speranza nel futuro.

Damon, che e' nell'aldila' per tutto il film, si realizza quando "inventa" e
finalmente guarda il futuro, nelle scene finali.
Il ragazzino ritorna alla vita quando la sua solitudine viene confortata e
puo' rientrare nella realta' (cioe' il suo futuro, la madre).
La donna, come Damon, risolve i suoi conflitti nell'aldiqua', proiettandosi
in un futuro d'amore e di comprensione.




: Al massimo eastwood vuole insinuare dubbi sul come faccia a sapere
: certe cose poteri sovrannatuali indotti dall'incidente subito che lo
: rendono telepatico? tipo il b.willis di unbreakable?), ma ci sono
: dettagli che non può sapere senza ci sia qualcosa di innaturale (ad
: es. nella vicenda con la ragazza).

Del tutto irrilevante.
La dote di Damon e' un 'nichelino'.



: Ma niente di speciale, mi sembrano due film che vogliono soprattutto
: raccontare personaggi che sentono l'esigenza di raportarsi col
: trascendente, che sentono cioè il bisogno di considerare e
: riconoscere come importante e "umana" questa esigenza, *ma* senza
: offrire escatologie (e mi dispiace ma nel finale di TOl non ce la
: vedo, visto il carattere soggettivo del racconto)
: Se vuoi sono due film che provano a farti sentire in rapporto con
: l'eterno per magnificare il fatto di stare al mondo, il miracolo di
: esserci.
: Un pò come Damon, S.Penn prima di procedere con la sua vita deve
: conciliarsi in qualche modo col passato, la madre, il fratello morto,
: etc.

No, mi spiace, in Hereafter non c'e' nulla di questo, nulla di
soprannaturale, nemmeno l'aldila' e' soprannaturale, scusa l'antinomia.
L'aldila' di Eastwood e' una cosa cosi' terrena che serve *sol* a rinsaldare
rapporti completamente terreni e a raddrizzare condizioni del tutto terrene,
la condizione specifica della solitudine.
Solo come una bestia e' Damon; diventa sola come una bestia la francesina;
solo per disgrazia il ragazzino. E l'aldila' serve a tutti e tre per
risolvere la propria solitudine. Una volta risolta, a nessuno dei tre
freghera' piu' nulla dell'aldila'.
Lo dice il film, mica io.


: Sul corriere di giorni fa c'era un articolo di Severino che in
: apertura cita queste parole di leopardi, imo decisamente applicabili
: al caso TOL: "nelle opere d genio l'"anima" riceve vita, se non altro
: passegggera, dalla stessa forza con cui sente la morte perpetua delle
: cose e sua propria".


In effetti TTOL e' abbastanza leopardiano.



susanna
Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31727 è una risposta a message #31712] mer, 01 giugno 2011 15:02 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
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Nathan scottexpakula@gmail.com ha scritto:

: Il Wed, 1 Jun 2011 02:08:58 +0200, susanna ha scritto:
:
:: Benche' tu sia un superinterpretante malikiano, ho come la
:: sensazione che tu abbia ragione, su questo Sunshine.
:: I superinterpretanti malikiani (ne ricordo uno grosso, Klein),
:: normalmente hanno un buon fiuto di cinema.
:
: Non so se ho capito bene: un *superinterpretante malickiano* sarebbe
: una persona che dinanzi ad un film di Malick tende a sopravvalutarlo
: al punto di ritenere qualsiasi suo film un capolavoro per definizione?

No.
Un sovrainterpretante malikiano e', prima di tutto, una bella bestia di
cinema, cioe' sa cosa guarda. Quindi, di fronte a opere sufficientemente
complesse come questa (Malick o meno), tende a declinare il racconto sulla
propria sensibilita', cercando (piu' o meno consapevolmente) di far
collidere le scene al proprio sentire.
Operazione del tutto lecita, ma che pecca di obiettivita'. E pericolosa,
perche' in vari casi puo' trasformae fetecchie in capolavori.



:: Lo vedro', ma mi puzza fin da ora.
:
: Nonostante questo, non vedo parallelismi tra il film di Malick (per
: quanto possibile) e quello di Boyle. Semmai tra "Sunshine" di Boyle e
: "Solaris" di Tarkovskij sarebbe possibile raffarzonare un qualche
: azzardato parallelismo (se non altro, sono due film di fantascienza
: per quanto non poco dissimili). Altre analogie francamente mi
: sfuggono. Che comunque sia un film che valga la pena di essere visto,
: credo che non vi siano dubbi in proposito.

Nat, hai quindi visto The tree of life?
Perche' se si', qui si esige un tuo commento.
Se no, mi imbarazzi.



susanna
Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31728 è una risposta a message #31720] mer, 01 giugno 2011 15:10 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
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dross dross83TOGLIMI@gmail.com ha scritto:



::: l'ho visto l'altro ieri, e insomma, tutto 'sto capolavoro non mi è
::: parso, specie per la sceneggiatura un po' zoppicante qua e là.
::
:: Tipo?
:
: - matt damon è "povero", non ha gestito i soldi dalla sua precedente
: attività e teme di perdere il lavoro


Ok. Ma dove zoppica, questo?


: - il modo in cui lei insiste a farsi sgamare il passato misterioso e
: doloroso, sapendo che chi lo scopre si allontana da lei

Questa parte ha dei problemi, ma non questo.
Una persona che ha la curiosita' di fare una seduta paranormale pensa a
tutto *tranne* a che il paradotato gli sgami le esperienze recondite
dell'infanzia. Questo e' normale.
Quindi le parole di Damon sono uno vero e proprio shock, perche' la tizia
non ha davanti un cretino qualsiasi, ma uno che parla veramente con i morti.
Ti assicuro che e' shoccante, dato che e' impossibile.
Credimi.




: - lo stupore della giornalista quando le rifiutano il cambio di
: argomento

Embe', e dove zoppica?
Lei e' convinta di avere in mano un grosso scoop.
Ma anche se fosse (che la scena non ci sta), e' troppo poco per renderla un
problema.
Piuttosto, come diceva Michele, la caratterizzazione della francese e'
insufficiente, monoplanare, troppo distante dalla profondita' degli altri
due (il ragazzino e Damon). Si avverte un forte squilibrio nel trattamento.




susanna
Re: Hereafter [messaggio #31729 è una risposta a message #31709] mer, 01 giugno 2011 15:16 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
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Registrato: novembre 2010
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Once Upon a Time in IACine <michele_libero@libero.it> ha scritto:


:: Ma i personaggi
:: stessi sono scritti benissimo e altrettanto bene interpretati. A me è
:: piaciuta molto la parte con la figlia di Ricky Cunningham, ad
:: esempio).
:
: Uhm... pensa che a me invece è quella che è piaciuta meno. Anche
: l'episodio stesso è tra i meno riusciti.

Vero.
Troppo script per ottenere il risultato (accentuare la solitudine di lui).
Un personaggio costruito diligentemente (tutta la parte al corso di cucina)
per essere gettato troppo velocemente (nel momento della funzione
narrativa).




: E qualche problema c'è anche con Cecile de France... è un po'
: statica... lo stravolgimento interiore non è reso del tutto... non so,
: alla fine resta sempre una donna in carriera, ci sarebbe stato da
: lavorarci un po' di più sul suo personaggio, secondo me, magari
: proprio dal punto di vista esteriore.

Vero.
Qui si nota la disparita' di trattamento tra questo personaggio e gli altri
due.
La francese e' monodimensionale, circondata solo da rapporti formali e poco
spontanei. Il carattere e' 'povero', e si ha una netta sensazione di
disequilibrio.



: La parte londinese, invece, mi ha fatto veramente impazzire, grigia,
: di un realismo disperato, non c'è un solo fotogramma inutile e il
: bambino, dio santo, il bambino... non trovo le parole adatte per
: descriverlo. Eccezionale!

Vero, e doveva forse valorizzarlo ancora di piu'.
E' un grande, inutile.
Questa parte e' costruita solo con luoghi comuni cinematografici, nota: i
gemelli, la madre tossica, l'incidente. Quando si maneggia questa roba
*pericolosissima* in questo modo, si e' capito cosa e' il cinema.



susanna
Re: Hereafter [messaggio #31730 è una risposta a message #31725] mer, 01 giugno 2011 15:24 Messaggio precedenteMessaggio successivo
popinga  è attualmente disconnesso popinga
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On 1 Giu, 14:56, "susanna" wrote:

> : Guarda che Damon non dice balle, le sue percezioni sono esattisisme, e
> : infatti viene messo a confronto con gli spiritisti farlocchi.
>
> Nel finale dice balle al ragazzino, se osservi bene la scena.
> Verso il termine della seduta non resiste alla disperazione del ragazzo e
> comincia ad inventare. Gli dice qualcosa tipo che il fratello e' lui e sono
> la stessa cosa, e che quindi non si separeranno mai.
> La cosa e' abbastanza evidente dagli sguardi di Damon e dall'inquadratura..

Sì la scena dice questo (o almeno, anche a me sembrato decisamente
così) ma il racconto del berretto non puo' essere una balla. Se
ricordo bene, la seduta avviene in due riprese, e il racconto del
berretto è nella seconda ripresa (cioè quella che sa di balla, in cui
il ragazzo dell'aldilà, dopo aver interrotto le comunicazioni,
misteriosamente torna); ricordo bene?
Re: Hereafter [messaggio #31731 è una risposta a message #31730] mer, 01 giugno 2011 15:27 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
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popinga <p4w@libero.it> ha scritto:


:: Nel finale dice balle al ragazzino, se osservi bene la scena.
:: Verso il termine della seduta non resiste alla disperazione del
:: ragazzo e comincia ad inventare. Gli dice qualcosa tipo che il
:: fratello e' lui e sono la stessa cosa, e che quindi non si
:: separeranno mai.
:: La cosa e' abbastanza evidente dagli sguardi di Damon e
:: dall'inquadratura.
:
: Sì la scena dice questo (o almeno, anche a me sembrato decisamente
: così) ma il racconto del berretto non puo' essere una balla. Se
: ricordo bene, la seduta avviene in due riprese, e il racconto del
: berretto è nella seconda ripresa (cioè quella che sa di balla, in cui
: il ragazzo dell'aldilà, dopo aver interrotto le comunicazioni,
: misteriosamente torna); ricordo bene?


No, ricordi male.
Il resoconto del berretto e' nella prima parte di seduta. Quando comincia a
raccontar balle (cioe' a consolare), si limita a dire cose di buon senso.



susanna
Re: Hereafter [messaggio #31732 è una risposta a message #31710] mer, 01 giugno 2011 15:29 Messaggio precedenteMessaggio successivo
popinga  è attualmente disconnesso popinga
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On 1 Giu, 10:11, Px wrote:

> > Ti do' ragione: la torre Eiffel dalla
> > finestra basta e avanza.
>
> Siete dei grezzi :)

In effetti poteva anche essere la torre Eiffel di Las Vegas.
Re: Hereafter [messaggio #31733 è una risposta a message #31719] mer, 01 giugno 2011 15:46 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Giacomo \&quot;Gwilbo  è attualmente disconnesso Giacomo \&quot;Gwilbo
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In data Wed, 1 Jun 2011 04:16:10 -0700 (PDT), popinga ha scritto:

> Il "messaggio forte" lo vedi solo perché, a un quarto d'ora dal finale
> del film, <spoiler> salta fuori sto Freddy Krueger in crisi mistica
> che si mette a farneticare le solite scemenze sul ruolo dell'uomo nel
> creato etc. etc. così giusto per per dare un senso all'epilogo
> (inevitabile) del film.

No, è preparato da prima. C'è lo psicologo ed il suo rapporto col sole.
C'è Capa che descrive alla ragazza la bellezza dell'esplosione atomica.
Ovvio che il conflitto esplode quando arriva Pinbacker. Ma le sue
scemenze non sono infilate a forza.

> A mio avviso questa è la parte più debole (se
> non imbarazzante) di tutto il lavoro.

Beh, certo, abbiamo un'astronave che funziona fregandosene di ogni legge
fisica (forza di gravità, anyone?), e si arriccia il naso se
l'antagonista ha una forza sovrumana. Dato il contesto, il supercattivo
è più che giustificato. Siamo al limite estremo della realtà, è ovvio
che gli eventi si facciano irreali.

> Peccato perché il registro iniziale è fatto pure bene, anche grazie ad
> alcune soluzioni che secondo me sono davvero apprezzabili: i
> fotogrammi "subliminali", le inquadrature distorte, i flash luminosi,
> le immagini suggestive della corona solare (bello il passaggio di
> Mercurio) e in generale tutte le varie sequenze "all'esterno".

Vero.

> Insomma: buone le parti contemplative e psicologiche, pessima la
> svolta "horror". Ma cosa avrebbe in comune con hereafter?

La svolta horror direi piuttosto che è fine a sé stessa, o meglio serve
a creare un film appetibile per il grosso pubblico. Chiaro che altri
spettatori più raffinati ne farebbero volentieri a meno.

--
Giacomo "Gwilbor" Boschi
http://gwilbor.wordpress.com/
"Strano gioco. L'unica mossa vincente è non giocare" - Wargames (John
Badham)
Re: Hereafter [messaggio #31734 è una risposta a message #31719] mer, 01 giugno 2011 15:48 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Giacomo \&quot;Gwilbo  è attualmente disconnesso Giacomo \&quot;Gwilbo
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In data Wed, 1 Jun 2011 04:16:10 -0700 (PDT), popinga ha scritto:

> Ma cosa avrebbe in comune con hereafter?

Non proprio con Hereafter in particolare, forse più con i film di
Malick. Direi che sono tutti film molto spirituali, ognuno a modo suo.

--
Giacomo "Gwilbor" Boschi
http://gwilbor.wordpress.com/
"Strano gioco. L'unica mossa vincente è non giocare" - Wargames (John
Badham)
Re: Hereafter [messaggio #31737 è una risposta a message #31734] mer, 01 giugno 2011 16:26 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Roberto  è attualmente disconnesso Roberto
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Scriveva Giacomo "Gwilbor" Boschi mercoledì, 01/06/2011:

>> Ma cosa avrebbe in comune con hereafter?
>
> Non proprio con Hereafter in particolare, forse più con i film di
> Malick. Direi che sono tutti film molto spirituali, ognuno a modo suo.

tutti molto new age, certo gonuno a modo suo.
:')

R.
Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31738 è una risposta a message #31722] mer, 01 giugno 2011 16:37 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Roberto  è attualmente disconnesso Roberto
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Il 01/06/2011, dross ha detto :

> tuttavia c'è il dramma e l'inquietudine di chi *ha visto*
> cosa c'è dopo la morte

ombre di figure umane in controluce, di chiara proveninenza
spielberghiana (Spielberg qui produce). Su questa cosa quelli di
Sentieri Selvaggi, sovrainterpretatori per vocazione*, ci sono andati a
nozze, con un delirante articolo in cui si fa tutt'uno di "Hereafter" e
"Incontri ravvicinati".
Che c'entra Eastwood con questa roba? Niente.
E ammesso che si voglia minimizzare parlando di un piccolissimo pegno
da pagare per fare cinema, questo "pegno" è cmq una novità per
Eastwood, che stride troppo con il suo cinema precedente.
8-o

* eppure a loro "Tree of life" non è piaciuto!
Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31742 è una risposta a message #31738] mer, 01 giugno 2011 19:12 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 01/06/2011 16:37, Roberto ha scritto:
> Il 01/06/2011, dross ha detto :
>
>> tuttavia c'è il dramma e l'inquietudine di chi *ha visto*
>> cosa c'è dopo la morte
>
> ombre di figure umane in controluce, di chiara proveninenza
> spielberghiana (Spielberg qui produce). Su questa cosa quelli di
> Sentieri Selvaggi, sovrainterpretatori per vocazione*, ci sono andati a
> nozze, con un delirante articolo in cui si fa tutt'uno di "Hereafter" e
> "Incontri ravvicinati".
> Che c'entra Eastwood con questa roba? Niente.
> E ammesso che si voglia minimizzare parlando di un piccolissimo pegno da
> pagare per fare cinema, questo "pegno" è cmq una novità per Eastwood,
> che stride troppo con il suo cinema precedente.
> 8-o
>
> * eppure a loro "Tree of life" non è piaciuto!
>
>

infatti, svolta metafisica-spirituale: eastwood è uno che si salva con
un coperchio di caldaia sotto il poncho, per la morte c'è un altro
momento ;-)
Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31743 è una risposta a message #31728] mer, 01 giugno 2011 19:21 Messaggio precedenteMessaggio successivo
dross  è attualmente disconnesso dross
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Il 01/06/2011 15:10, susanna ha scritto:
> dross dross83TOGLIMI@gmail.com ha scritto:
>
>
>
> ::: l'ho visto l'altro ieri, e insomma, tutto 'sto capolavoro non mi è
> ::: parso, specie per la sceneggiatura un po' zoppicante qua e là.
> ::
> :: Tipo?
> :
> : - matt damon è "povero", non ha gestito i soldi dalla sua precedente
> : attività e teme di perdere il lavoro
>
>
> Ok. Ma dove zoppica, questo?
>

suo fratello è una specie di squalo avido, vuoi che non gli abbia fatto
considerare di mantenere i soldi guadagnati?

>
> : - il modo in cui lei insiste a farsi sgamare il passato misterioso e
> : doloroso, sapendo che chi lo scopre si allontana da lei
>
> Questa parte ha dei problemi, ma non questo.
> Una persona che ha la curiosita' di fare una seduta paranormale pensa a
> tutto *tranne* a che il paradotato gli sgami le esperienze recondite
> dell'infanzia. Questo e' normale.
> Quindi le parole di Damon sono uno vero e proprio shock, perche' la tizia
> non ha davanti un cretino qualsiasi, ma uno che parla veramente con i morti.
> Ti assicuro che e' shoccante, dato che e' impossibile.
> Credimi.

mi fido, ma se ho un segreto di questo tipo e qualcuno sostiene di
riuscire a scoprirlo me ne starei buono. ok, può essere un'ottima
strategia di rimorchio e lei ci sarà abituata, ma insomma, se questo ti
piace davvero, dopo tutta la tensione accumulata al corso col cuoco
paisà, fidati quando ti racconta che 'ste cose le scopre. e magari fatti
aiutare, è un bravo ragazzo, può rimettere insieme i cocci della tua
psiche con l'amore che non riesce a dare per colpa del suo superpotere
che lo isola da tutti (solo che sookie di true blood è una storia vecchia)

> : - lo stupore della giornalista quando le rifiutano il cambio di
> : argomento
>
> Embe', e dove zoppica?
> Lei e' convinta di avere in mano un grosso scoop.

ma sa anche come funziona il mondo dell'editoria: vedi cosa è successo a
paolo brosio quando si è convertito, ora non lo filano più, e non era
'sto pezzo grosso...

> Ma anche se fosse (che la scena non ci sta), e' troppo poco per renderla un
> problema.
> Piuttosto, come diceva Michele, la caratterizzazione della francese e'
> insufficiente, monoplanare, troppo distante dalla profondita' degli altri
> due (il ragazzino e Damon). Si avverte un forte squilibrio nel trattamento.
>

lei è un personaggio che (come capita spesso nella
narrativa/cinematografia americana) individua la sua "umanità", la sua
realizzazione, nella sua borghesia e nell'approvazione dei suoi pari.
violentarla in un vicolo e mandarla in vacanza forzata dove non può
mettere in imbarazzo il suo amante sono due trattamenti ugualmente
sconvolgenti. e la sostituzione con la nuova star (anche nel letto del
produttore) ne è la prova. poi per fortuna eastwood con la soddisfazione
finale ci dice che lei ha vissuto fino a quel momento un'esistenza
vuota, ma che scoprendo le cose davvero importanti si merita matt damon.
mentre il ragazzino disgraziato se va bene diventerà una guardia giurata
ma non subirà abusi
Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31744 è una risposta a message #31725] mer, 01 giugno 2011 19:27 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"susanna" <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
news:4de636dc$0$18241$4fafbaef@reader2.news.tin.it...
> rober1 (U-N-O) titiros1@libero.it ha scritto:
>
>
> :: Il finale di Hereafter, dell'aldila', non gliene puo' fregar di meno.
> ::
> :: Il ragazzino e' contento di aver sentito le balle di Damon; a Damon
> :: garba aver detto un po' di balle al ragazzino; quindi Damon, per la
> :: prima volta, vede il *suo* futuro (una specie di flash forward) e
> :: non piu' l'aldila', addirittura, congiungendosi con la donna amata
> :: nell'aldiqua'.
> :
> : Guarda che Damon non dice balle, le sue percezioni sono esattisisme, e
> : infatti viene messo a confronto con gli spiritisti farlocchi.
>
>
> Nel finale dice balle al ragazzino, se osservi bene la scena.
> Verso il termine della seduta non resiste alla disperazione del ragazzo e
> comincia ad inventare. Gli dice qualcosa tipo che il fratello e' lui e
> sono
> la stessa cosa, e che quindi non si separeranno mai.

Vero, lì sì.

> Damon, che e' nell'aldila' per tutto il film, si realizza quando "inventa"
> e
> finalmente guarda il futuro, nelle scene finali.
> Il ragazzino ritorna alla vita quando la sua solitudine viene confortata e
> puo' rientrare nella realta' (cioe' il suo futuro, la madre).
> La donna, come Damon, risolve i suoi conflitti nell'aldiqua',
> proiettandosi
> in un futuro d'amore e di comprensione

Embè?
Sono d'accordo, ma per tutto il film i personaggi non fanno che cercare
l'aldilà (per ovvi motivi), perciò il film nel suo complesso esprime questo
bisogno umano e bla bla bla.

Alla "fine" di TOL S.Penn (m.damon con lui non c'entra niente, è più vicino
agli altri personaggi) si presume possa andare avanti con la sua vita,
avendo recuperato, dopo il tuffo in un passato collettivo/personale, un
rapporto con i cari perduti, e magari con le armonie universali.
E nè che la sua rinnovata esigenza di trascendente nasca a vuoto, dal nulla,
ma da quello che sembra il ripresentarsi alla memoria di vecchie ferite.

L'unica generalizzazione malickiana che vedo io è più o meno: davanti ai
lutti/alla separazione dai cari l'uomo tende a concepire/desiderare
l'aldilà; e non mi pare granchè diversa da quella di eastwood.

Tra l'altro non è certo un caso che sia TOL che Hereafter parlino di morti
causali, generiche, e dunque della faccenda in generale.

E poi che ne sai che i personaggi di hereafter non ci penseranno più?
Magari il ragazzino sentirà ogni tanto l'esigenza di tornare da m.damon per
fare due chiacchere col fratello, io lo farei.

Anzi, ora che mi ci fai pensare si può pure presumere che c. de france,
avendo tra le mani la prova provata dell'esistenza dell'aldilà (m.damon),
moltiplicherà gli sforzi per consolare chi necessita.
Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31745 è una risposta a message #31725] mer, 01 giugno 2011 20:16 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Joe Silver  è attualmente disconnesso Joe Silver
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Il 01/06/2011 14:56, susanna ha scritto:

> In effetti TTOL e' abbastanza leopardiano.

mmmh, solo come impostazione del "problema", poco leopardiano come
svolgimento e conclusione.

--
Vado a risolvere il teorema del grande Fermat. Mi ci vorranno dagli
8 ai 17 minuti
Joe
Re: Hereafter [messaggio #31746 è una risposta a message #31728] mer, 01 giugno 2011 21:17 Messaggio precedenteMessaggio successivo
popinga  è attualmente disconnesso popinga
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On 1 Giu, 15:10, "susanna" wrote:

> : - il modo in cui lei insiste a farsi sgamare il passato misterioso e
> : doloroso, sapendo che chi lo scopre si allontana da lei
>
> Questa parte ha dei problemi, ma non questo.

La facilità con cui lui accetta di sottoporla a seduta
extrasensoriale. Eppure dovrebbe averla capita la lezione: *prima*
trombare, *poi* fare la seduta.
E più seriamente, non ho capito a che serve la spiegazione
sull'origine del suo dono, cioè la storia malattia cerebrale e
dll''operazione non riuscita.
Re: Hereafter [messaggio #31747 è una risposta a message #31746] mer, 01 giugno 2011 21:32 Messaggio precedenteMessaggio successivo
dross  è attualmente disconnesso dross
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Il 01/06/2011 21:17, popinga ha scritto:
> On 1 Giu, 15:10, "susanna" wrote:
>
>> : - il modo in cui lei insiste a farsi sgamare il passato misterioso e
>> : doloroso, sapendo che chi lo scopre si allontana da lei
>>
>> Questa parte ha dei problemi, ma non questo.
>
> La facilità con cui lui accetta di sottoporla a seduta
> extrasensoriale. Eppure dovrebbe averla capita la lezione: *prima*
> trombare, *poi* fare la seduta.

quoto. si fa per sicurezza...

> E più seriamente, non ho capito a che serve la spiegazione
> sull'origine del suo dono, cioè la storia malattia cerebrale e
> dll''operazione non riuscita.
>

vabè, abbiamo visto prima che la francese vede i suoi morti mentre sta
per tirare le cuoia (botta in testa + annegamento), lui ha avuto un
problema dal collo in su, insomma, vuol dire che è colpa del nostro
cervello limitato dalla salute se siamo così cinici ;-)
Re: Hereafter [messaggio #31750 è una risposta a message #31709] mer, 01 giugno 2011 23:05 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Boris  è attualmente disconnesso Boris
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Il Wed, 1 Jun 2011 01:02:12 -0700 (PDT), Once Upon a Time in IACine ha
scritto:

> On 31 Mag, 22:49, Boris <bo...@iaciners.org> wrote:
>>
>> Era ora che lo vedessi. Anche io, leggendo recensioni evidentemente poco
>> azzeccate, temevo
>>
>> Il film è molto bello.
>
> PdA
>
>
>> Ma i personaggi
>> stessi sono scritti benissimo e altrettanto bene interpretati. A me è
>> piaciuta molto la parte con la figlia di Ricky Cunningham, ad esempio).
>
> Uhm... pensa che a me invece è quella che è piaciuta meno. Anche
> l'episodio stesso è tra i meno riusciti.

Diciamo che non segue gli schemi. C'è tutta una costruzione del rapporto
tra lei e Damon che rimane dentro i canoni del melodramma classico e che è
bruscamente demolita con una scena abbastanza breve che provoca irritazione
e fastidio nello spettatore. E' quindi una parte o coraggiosa o sbagliata;
e io non credo che chi l'ha pensata così abbia sbagliato, ma volesse
sottolineare un concetto: molti che dicono di credere nell'aldilà ci
credono solo a costo zero. Se l'aldilà esistesse veramente, allora
sarebbero cazzi e non vorremmo saperne nulla, magari.

> E qualche problema c'è anche con Cecile de France... è un po'
> statica... lo stravolgimento interiore non è reso del tutto... non so,
> alla fine resta sempre una donna in carriera, ci sarebbe stato da
> lavorarci un po' di più sul suo personaggio, secondo me, magari
> proprio dal punto di vista esteriore.
>
Ci sta anche che la stessa esperienza provochi gradi di stravolgimento
diversi in persone diverse. Bisognerebbe sapere se il regista la voleva
meno statica ma non è riuscito a renderla tale, oppure se pensava il
personaggio proprio così.

> La parte londinese, invece, mi ha fatto veramente impazzire, grigia,
> di un realismo disperato, non c'è un solo fotogramma inutile e il
> bambino, dio santo, il bambino... non trovo le parole adatte per
> descriverlo. Eccezionale!
>
Sono d'accordo. Però lo tsunami...

Boris
Re: Hereafter [messaggio #31751 è una risposta a message #31733] gio, 02 giugno 2011 01:32 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 1 Giu, 15:46, "Giacomo \"Gwilbor\" Boschi" wrote:

> > Il "messaggio forte" lo vedi solo perché, a un quarto d'ora dal finale
> > del film, <spoiler> salta fuori sto Freddy Krueger in crisi mistica
> > che si mette a farneticare le solite scemenze sul ruolo dell'uomo nel
> > creato etc. etc. così giusto per per dare un senso all'epilogo
> > (inevitabile) del film.

> No, è preparato da prima. C'è lo psicologo ed il suo rapporto col sole.
> C'è Capa che descrive alla ragazza la bellezza dell'esplosione atomica.
> Ovvio che il conflitto esplode quando arriva Pinbacker. Ma le sue
> scemenze non sono infilate a forza.

Ok, ma fino a freddy krueger si resta sul new age andante. Peccato
perché, e qui sarai d'accordo, di materiare ce n'era a sufficienza per
farne a meno (di freddy). Le problematiche spicologiche o sensoriali
sono elementi reali nelle missioni spaziali a lunga durata; e lo
psicologo prometteva bene nel senso che era bello propenso allo
sbroccamento. Invece sembra che Boyle, piuttosto che fare sbroccare
lui, abbia scelto la scorciatoia di sostituirlo con il "mostro".
Cioè con uno già sbroccato e pronto per l'uso, "operational and ready
for the action".

> > A mio avviso questa è la parte più debole (se
> > non imbarazzante) di tutto il lavoro.
>
> Beh, certo, abbiamo un'astronave che funziona fregandosene di ogni legge
> fisica (forza di gravità, anyone?), e si arriccia il naso se
> l'antagonista ha una forza sovrumana. Dato il contesto, il supercattivo
> è più che giustificato. Siamo al limite estremo della realtà, è ovvio
> che gli eventi si facciano irreali.

Non è un problema di realismo scientifico, a me sta bene tutto, anche
la forza sovrumana dato che parliamo di un astronauta veterano che ha
passato 7 anni di delirio. Semmai è la nostra selezionatissima "crew"
a sembrare una comunità di hippies, la biologa per dire va in giro per
l'astronave con i sandali in sughero, ma a me sta bene pure questo. Mi
riferivo al cambio di registro: si passa 2/3 di film a costruire
l'atmosfera metafisica, visionaria, psicologica etc.etc. per poi
buttare tutto in vacca con un grottesco duello contro il "mostro".
Re: Hereafter [messaggio #31757 è una risposta a message #31751] gio, 02 giugno 2011 09:36 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Giacomo \&quot;Gwilbo  è attualmente disconnesso Giacomo \&quot;Gwilbo
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In data Wed, 1 Jun 2011 16:32:25 -0700 (PDT), popinga ha scritto:

> Ok, ma fino a freddy krueger si resta sul new age andante.

Non sono d'accordo. La magnificazione della bellezza dell'esplosione
atomica fatta da Capa non è new age, anzi ne è una negazione. L'unica
cosa che potrebbe far pensare al new age è appunto l'atteggiamento di
Searle, lo psicologo, che sembra voler vedere qualcosa di più degli
altri nel sole. Ma non si lancia alle conclusioni, è dubbioso, vuole
comunque capire. È affascinato, ma non dimentica mai di essere uno
scienziato. E questo sarà provvidenziale in futuro.

New age è una cosa, la ricerca di un senso spirituale non coincide col
new age (anche se in film come questo la parola "spirituale" mostra
tutti i suoi limiti, ma è l'unica parola che abbiamo a disposizione per
indicare un certo concetto)

> Peccato
> perché, e qui sarai d'accordo, di materiare ce n'era a sufficienza per
> farne a meno (di freddy).

Si poteva fare a meno della caccia tra gatto e topo da film horror, ok.
Non si poteva fare a meno di un antagonista. Non si poteva fare a meno
di un'antagonista sovrumano che rischia seriamente di mandare a ramengo
tutta la missione. Secondo me il cattivo è più che giustificato, se lo
pensiamo come simbolo di un'ideologia: la religione è una ideologia
potente, quasi inscalfibile, ergo il fanatico religioso deve essere
indistruttibile e dotato di muscoli d'acciaio, anche se non c'è niente
di realistico in questo.

> Le problematiche spicologiche o sensoriali
> sono elementi reali nelle missioni spaziali a lunga durata; e lo
> psicologo prometteva bene nel senso che era bello propenso allo
> sbroccamento. Invece sembra che Boyle, piuttosto che fare sbroccare
> lui, abbia scelto la scorciatoia di sostituirlo con il "mostro".
> Cioè con uno già sbroccato e pronto per l'uso, "operational and ready
> for the action".

No, secondo me non è una scorciatoia, anzi. Se Searle avesse sbroccato,
il film avrebbe dovuto fare a meno di una parte importante del
messaggio. È chiaro che Searle sta ripercorrendo le prime tappe
dell'esperienza che ha portato Pinbacker alla follia (anche la sua pelle
cominciava a screpolarsi). Il film ci mostra come ci siano due modi di
reagire alla stessa situazione: l'uomo, di fronte alla infinita
grandiosità e potenza dell'universo, ha due scelte: lasciarsene
sopraffare ed adorarlo come dio, oppure tenere i piedi per terra e
continuare ad agire razionalmente. Pinbacker sceglie la prima strada,
Searle invece ha ancora un contatto con la realtà, e sceglie la seconda.

Per far vedere le due strade ci devono essere i due personaggi, togli
Pinbacker, e perdi la possibilità di illustrare il paragone.

> Mi
> riferivo al cambio di registro: si passa 2/3 di film a costruire
> l'atmosfera metafisica, visionaria, psicologica etc.etc. per poi
> buttare tutto in vacca con un grottesco duello contro il "mostro".

Secondo me il duello col mostro non distrugge quello che è stato
costruito in precedenza. Tutto il messaggio metafisico si ritrova
intatto alla fine, quando (devo dirlo che è spoiler?) Capa viene
premiato per i suoi sforzi, "ottiene la grazia" (per così dire) di
vedere la vera superficie del sole.

--
Giacomo "Gwilbor" Boschi
http://gwilbor.wordpress.com/
"Strano gioco. L'unica mossa vincente è non giocare" - Wargames (John
Badham)
Re: Hereafter [messaggio #31758 è una risposta a message #31751] gio, 02 giugno 2011 09:37 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il Wed, 1 Jun 2011 16:32:25 -0700 (PDT), popinga ha scritto:

> Mi
> riferivo al cambio di registro: si passa 2/3 di film a costruire
> l'atmosfera metafisica, visionaria, psicologica etc.etc. per poi
> buttare tutto in vacca con un grottesco duello contro il "mostro".

E' vero, come se "Solaris" di Tarkovskij fosse finito con la
materializzazione "metafisica" di Freddy Krueger.


--
Massimo < Nathan > Salvioni
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Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31767 è una risposta a message #31706] gio, 02 giugno 2011 20:22 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Joe Silver  è attualmente disconnesso Joe Silver
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Il 01/06/2011 09:18, Roberto ha scritto:

>> (e Apocalypto e' un capolavoro anche perche' Gibson l'ha lasciato
>> nella lingua indigena, Rob).

> YES!
> Quanto ci manca, Mel (regista)!

ma anche no.


--
Vado a risolvere il teorema del grande Fermat. Mi ci vorranno dagli
8 ai 17 minuti
Joe
Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31771 è una risposta a message #31705] gio, 02 giugno 2011 21:15 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Joe Silver  è attualmente disconnesso Joe Silver
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Il 01/06/2011 08:27, Olaffio ha scritto:

> Per me un superpacco, peggio di Gran Torino e anni luce da 1M $ Baby o
> Mystic River


Oh, insomma decidetemi: cosa devo vedere stasera, Sunshine o Hereafter?

--
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Joe
Re: Hereafter [messaggio #31772 è una risposta a message #31771] gio, 02 giugno 2011 21:22 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 2 Giu, 21:15, Joe Silver wrote:

> > Per me un superpacco, peggio di Gran Torino e anni luce da 1M $ Baby o
> > Mystic River
>
> Oh, insomma decidetemi: cosa devo vedere stasera, Sunshine o Hereafter?

Lol, Hereafter.
Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31773 è una risposta a message #31771] gio, 02 giugno 2011 23:03 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Joe Silver ha usato la sua tastiera per scrivere :


> Oh, insomma decidetemi: cosa devo vedere stasera, Sunshine o Hereafter?

"Hereafter", da vedere a prescindere, per fartene un'idea.
"Sunshine" per vedere un film di fantascienza discreto, non privo di
difetti ma sicuramente piacevole e ben fatto (produzione europea). E
poi parla di stelle, e proprio tu non puoi non vederlo, anzi mi
meraviglio che ancora ti manchi. Certo rinfocolare il Sole con
un'esplosione nucleare è un pretesto assai debole, così come
l'equipaggio di ragazzetti e altre cose, ma ci sono ottimi momenti
spaziali e alcune buone trovate. Ottima la scena della chiusura delle
"mattonelle".

R.
Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31775 è una risposta a message #31773] gio, 02 giugno 2011 23:35 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il 02/06/2011 23:03, Roberto ha scritto:
> Joe Silver ha usato la sua tastiera per scrivere :
>
>
>> Oh, insomma decidetemi: cosa devo vedere stasera, Sunshine o Hereafter?
>
> "Hereafter", da vedere a prescindere, per fartene un'idea.
> "Sunshine" per vedere un film di fantascienza discreto, non privo di
> difetti ma sicuramente piacevole e ben fatto (produzione europea). E poi
> parla di stelle, e proprio tu non puoi non vederlo, anzi mi meraviglio
> che ancora ti manchi. Certo rinfocolare il Sole con un'esplosione
> nucleare è un pretesto assai debole, così come l'equipaggio di
> ragazzetti e altre cose, ma ci sono ottimi momenti spaziali e alcune
> buone trovate. Ottima la scena della chiusura delle "mattonelle".


Alla fine ho optato per il Nosferatu di Herzog, non c'entra un cazzo, lo
so, ma avevo voglia di rivederlo. :)

Comunque li vedrò entrambi.




P.S.:
ah, non mi occupo più di stelle ;)



--
Vado a risolvere il teorema del grande Fermat. Mi ci vorranno dagli
8 ai 17 minuti
Joe
Re: Hereafter [messaggio #31776 è una risposta a message #31775] ven, 03 giugno 2011 00:04 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 2 Giu, 23:35, Joe Silver wrote:

> Alla fine ho optato per il Nosferatu di Herzog, non c'entra un cazzo, lo
> so, ma avevo voglia di rivederlo. :)
>
> Comunque li vedr entrambi.
>
> P.S.:
> ah, non mi occupo pi di stelle ;)

Parla -anzi farnetica- anche di religione, quindi magari ti piace
pure.
Hereafter (rispondo anche a SAP) è uscito in DVD da pochi giorni (ma
molto probabilmente avrete anche l'opportunità di rivederlo al cinema,
nelle varie programmazioni estive).
Re: Hereafter [messaggio #31787 è una risposta a message #31775] ven, 03 giugno 2011 09:11 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Roberto  è attualmente disconnesso Roberto
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On 2 Giu, 23:35, Joe Silver <joe.sil...@gmail.com> wrote:

> P.S.:
> ah, non mi occupo pi di stelle ;)

ma le stelle ti restano dentro, si sa. Non si può "guarire" da questo.

R.
Re: Hereafter [messaggio #31788 è una risposta a message #31750] ven, 03 giugno 2011 10:02 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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On 1 Giu, 23:05, Boris <bo...@iaciners.org> wrote:
> Il Wed, 1 Jun 2011 01:02:12 -0700 (PDT), Once Upon a Time in IACine ha
> scritto:
>
>
>
>
>
> > On 31 Mag, 22:49, Boris <bo...@iaciners.org> wrote:
>

(Episodio con figlia di Cunningham)
>
> Diciamo che non segue gli schemi. C'è tutta una costruzione del rapporto
> tra lei e Damon che rimane dentro i canoni del melodramma classico e che è
> bruscamente demolita con una scena abbastanza breve che provoca irritazione
> e fastidio nello spettatore. E' quindi una parte o coraggiosa o sbagliata;

Così è poco utile. Sarebbe servito più tempo per svilupparla bene,
però a danno dell'economia del film, allora tanto valeva toglierla.


> e io non credo che chi l'ha pensata così abbia sbagliato, ma volesse
> sottolineare un concetto: molti che dicono di credere nell'aldilà ci
> credono solo a costo zero. Se l'aldilà esistesse veramente, allora
> sarebbero cazzi e non vorremmo saperne nulla, magari.

Io credo che la scena sia stata pensata, come dice Susanna, solo per
dimostrare la solitudine in cui è costretto a vivere damon. Ci sta
anche il tuo ragionamento, ma lo si fa solo a posteriori, riflettendo
sulla scena, che è comunque chiusa frettolosamente e male.


(Cecile de France)
>
> Ci sta anche che la stessa esperienza provochi gradi di stravolgimento
> diversi in persone diverse. Bisognerebbe sapere se il regista la voleva
> meno statica ma non è riuscito a renderla tale, oppure se pensava il
> personaggio proprio così.

Certo. Però lei è l'unica che vive l'esperienza stravolgente. Perdere
un fratello gemello è un'esperienza dolorosissima, ma che rientra
comunque nella "normalità" delle cose. La sua esperienza invece è
qualcosa che non si spiega razionalmente, talmente sconvolgente che
dovrebbe mettere almeno in secondo piano rossetto, fard e tacco a
spillo...

Per certi aspetti mi viene in mente quel film di ozpetek dove la
bobulova (o come cavolo si chiama) cambiava completamente vita, non
ricordo più per quale motivo, ma aveva una trasformazione quasi
francescana (probabilmente anche esagerata, il film non mi aveva
convinto più di tanto). Ecco, non dico che si dovesse arrivare a tanto
(motivazioni e contesto sono diversi), ma con qualche segnale in più
su quella strada, Clint forse avrebbe costruito un personaggio più
vero e completo.


> > La parte londinese, invece, mi ha fatto veramente impazzire, grigia,
> > di un realismo disperato, non c'è un solo fotogramma inutile e il
> > bambino, dio santo, il bambino... non trovo le parole adatte per
> > descriverlo. Eccezionale!
>
> Sono d'accordo. Però lo tsunami...
>

Ebbè... capolavoro allo stato puro. Quando gli effetti speciali sono
al servizio del film e non viceversa. Questo è il cinema...

Michele
Re: Hereafter [messaggio #31790 è una risposta a message #31788] ven, 03 giugno 2011 12:19 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Nathan  è attualmente disconnesso Nathan
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Il Fri, 3 Jun 2011 01:02:41 -0700 (PDT), Once Upon a Time in IACine ha
scritto:

> Per certi aspetti mi viene in mente quel film di ozpetek dove la
> bobulova (o come cavolo si chiama) cambiava completamente vita, non
> ricordo più per quale motivo, ma aveva una trasformazione quasi
> francescana (probabilmente anche esagerata, il film non mi aveva
> convinto più di tanto).

"Cuore Sacro" (2005), di Ferzan Ozpetek
vedi http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=35487

Ciao.



--
Massimo < Nathan > Salvioni
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Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31794 è una risposta a message #31743] ven, 03 giugno 2011 14:51 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
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dross dross83TOGLIMI@gmail.com ha scritto:


:::: Tipo?
:::
::: - matt damon è "povero", non ha gestito i soldi dalla sua precedente
::: attività e teme di perdere il lavoro
::
:: Ok. Ma dove zoppica, questo?
::
: suo fratello è una specie di squalo avido, vuoi che non gli abbia
: fatto considerare di mantenere i soldi guadagnati?


Vuoi che a lui non gliene fregasse nulla, come esattamente non gliene frega
nulla dopo?
Le ipotesi di sceneggiatura non sono cose zoppicanti.



: mi fido, ma se ho un segreto di questo tipo e qualcuno sostiene di
: riuscire a scoprirlo me ne starei buono. ok, può essere un'ottima
: strategia di rimorchio e lei ci sarà abituata, ma insomma, se questo
: ti piace davvero, dopo tutta la tensione accumulata al corso col cuoco
: paisà, fidati quando ti racconta che 'ste cose le scopre. e magari
: fatti aiutare, è un bravo ragazzo, può rimettere insieme i cocci
: della tua psiche con l'amore che non riesce a dare per colpa del suo
: superpotere che lo isola da tutti (solo che sookie di true blood è
: una storia vecchia)

Anche questa e' una ipotesi di sceneggiatura. Eastwood ha scelto per altro,
le scelte non zoppicano. E' *come* metti in scena quelle scelte, che puo'
zoppicare.



:: Embe', e dove zoppica?
:: Lei e' convinta di avere in mano un grosso scoop.
:
: ma sa anche come funziona il mondo dell'editoria: vedi cosa è
: successo a paolo brosio quando si è convertito, ora non lo filano
: più, e non era 'sto pezzo grosso...


Proprio perche' sa come funziona l'editoria e' convinta di farcela: ha uno
scoop grosso come una casa. Cosa poi dimostrata dal proseguio (lo stesso
editore ritorna sui suoi passi).
Se Brosio avesse avuto uno scoop paragonabile sulla madonna di Medjugorje,
avrebbe avuto un super successo.



:: Ma anche se fosse (che la scena non ci sta), e' troppo poco per
:: renderla un problema.
:: Piuttosto, come diceva Michele, la caratterizzazione della francese
:: e' insufficiente, monoplanare, troppo distante dalla profondita'
:: degli altri due (il ragazzino e Damon). Si avverte un forte
:: squilibrio nel trattamento.
::
:
: lei è un personaggio che (come capita spesso nella
: narrativa/cinematografia americana) individua la sua "umanità", la sua
: realizzazione, nella sua borghesia e nell'approvazione dei suoi pari.
: violentarla in un vicolo e mandarla in vacanza forzata dove non può
: mettere in imbarazzo il suo amante sono due trattamenti ugualmente
: sconvolgenti. e la sostituzione con la nuova star (anche nel letto del
: produttore) ne è la prova. poi per fortuna eastwood con la
: soddisfazione finale ci dice che lei ha vissuto fino a quel momento
: un'esistenza vuota, ma che scoprendo le cose davvero importanti si
: merita matt damon. mentre il ragazzino disgraziato se va bene diventerà
: una guardia giurata ma non subirà abusi

E' abbastanza interessante quello che hai scritto.
Rimane che il personaggio della francese lamenta una carenza di pathos, pur
esordendo con la tragedia sul collo.
Gli altri due personaggi hanno un motore drammatico molto ben oliato, mentre
lei non ha la stessa carica melodrammatica.
Io noto un disequilibrio nel trattamento.



susanna
Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31797 è una risposta a message #31744] ven, 03 giugno 2011 15:37 Messaggio precedenteMessaggio successivo
susanna  è attualmente disconnesso susanna
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:: Damon, che e' nell'aldila' per tutto il film, si realizza quando
:: "inventa" e finalmente guarda il futuro, nelle scene finali.
:: Il ragazzino ritorna alla vita quando la sua solitudine viene
:: confortata e puo' rientrare nella realta' (cioe' il suo futuro, la
:: madre).
:: La donna, come Damon, risolve i suoi conflitti nell'aldiqua',
:: proiettandosi in un futuro d'amore e di comprensione
:
: Embè?
: Sono d'accordo, ma per tutto il film i personaggi non fanno che
: cercare l'aldilà (per ovvi motivi), perciò il film nel suo complesso
: esprime questo bisogno umano e bla bla bla.

Il protagonista l'aldila' lo rifugge, altroche'.
E' la sua dannazione, e' la ragione del suo conflitto, cioe' la ragione
della sua solitudine.

Pero' dici bene quando ti esprimi con "il film nel suo complesso esprime
questo bisogno umano". Qual e'?
Non e' l'aldila', mi spiace.
Il bisogno umano e' il conforto, oppure la risoluzione del conflitto
interiore (in questo caso, la solitudine).
L'aldila' e' un espediente narrativo con il quale Eastwood risponde a quel
bisogno.
I tre protagonisti *usano* l'aldila' per vincere la solitudine.
E il finale dice proprio questo.



: Alla "fine" di TOL S.Penn (m.damon con lui non c'entra niente, è più
: vicino agli altri personaggi) si presume possa andare avanti con la
: sua vita, avendo recuperato, dopo il tuffo in un passato
: collettivo/personale, un rapporto con i cari perduti, e magari con le
: armonie universali.

Vero che risolve i conflitti.
Superinterpretato che avra' un futuro conciliato nella vita reale.
Nel film questa cosa non c'e'.



: E nè che la sua rinnovata esigenza di trascendente nasca a vuoto, dal
: nulla, ma da quello che sembra il ripresentarsi alla memoria di
: vecchie ferite.

Non nasce a vuoto, Malick la dipinge come una esigenza insopprimibile,
benche' misteriosa, e NON risolvibile sul campo della realta'.



: L'unica generalizzazione malickiana che vedo io è più o meno: davanti
: ai lutti/alla separazione dai cari l'uomo tende a concepire/desiderare
: l'aldilà; e non mi pare granchè diversa da quella di eastwood.

Superinterpretazione.
L'uomo anche malickiano tende *solamente* a risolvere i suoi guai, interiori
o esteriori che siano.
La tensione verso l'aldila' (o il divino) e' la soluzione al conflitto
dell'esistenza che viene *giustapposto* da Malick (ecco il didascalismo) con
la scena finale.
I personaggi di malick si arrovellano (tranne la madre, che ha la fammella
della fede a sua insaputa) senza sapere come risolvere fino al deus ex
machina.

Eastwood invece dice chiaramente che la risoluzione del conflitto interiore
arriva dal reale (la consolazione e/o la condivisione che ti offrono i tuoi
simili), seppur tramite l'espediente della seduta paranormale.
Non c'e' alcun desiderio di aldila' ne' in The tree of life, ne' in
Hereafter.



: Tra l'altro non è certo un caso che sia TOL che Hereafter parlino di
: morti causali, generiche, e dunque della faccenda in generale.

E questo e' un limite per entrambi, benche' per Eastwood lo sia meno.
Entrambi, da bravi ideologi borghesi, se ne fottono della societa' intesa
come luogo di umanita'; entrambi si soffermano su problematiche puramente
individuali (la solitudine Eastwood; il senso dell'esistenza Malick) e
quindi devono descrivere fenomeni assoluti, generali e scorrelati dal loro
piano sociale.

E infatti la parte migliore di entrambi i film e' la parte londinese di
Hereafter ove il dramma ha, seppur in modo abbastanza stereotipato, un forte
aggancio con il vivere sociale. Il dramma del ragazzino tocca le corde del
melodramma autentico proprio perche' affonda le sue ragioni su un piano di
realta' piu' completo, credibile e comprensibile.


: E poi che ne sai che i personaggi di hereafter non ci penseranno più?
: Magari il ragazzino sentirà ogni tanto l'esigenza di tornare da
: m.damon per fare due chiacchere col fratello, io lo farei.

Superinterpreti, il film non dice questo.
Il ragazzino, ad esempio, trova la felicita', si riunisce con la madre e
chiude i conflitti con la famiglia adottante. La sua vita e', oramai,
pacificata. La sua solitudine, curata.

Poi puoi immaginare qualsiasi altra cosa; ma sei tu che stai piegando
l'opera.



: Anzi, ora che mi ci fai pensare si può pure presumere che c. de
: france, avendo tra le mani la prova provata dell'esistenza
: dell'aldilà (m.damon), moltiplicherà gli sforzi per consolare chi
: necessita.

Superinterpreti.
Eastwood ti fa vedere che sia Damon che la francese hanno raggiunto la
felicita', qui, ora e in quel modo.

Poi puoi immaginare qualsiasi altra cosa; ma sei tu che stai piegando
l'opera.
(-;




susanna
Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31817 è una risposta a message #31775] sab, 04 giugno 2011 10:00 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il Thu, 02 Jun 2011 23:35:05 +0200, Joe Silver ha scritto:

> Alla fine ho optato per il Nosferatu di Herzog, non c'entra un cazzo, lo
> so, ma avevo voglia di rivederlo. :)

<cit>
Film capolavoro. Nella prima parte, il viaggio e il soggiorno di Jonathan
Harker nel castello del conte Dracula,Herzog utilizza il classico
repertorio del cinema d'orrore reinventandolo al servizio
dell'interpretazione di Klaus Kinski e degli stupendi paesaggi accompagnati
dalla musica di Wagner, grazie alla quale entriamo assieme ad Harker in una
dimensione altra,in un mondo senza tempo e senza spazio, all'interno del
castello (che potrebbe anche non esistere nella realtà) di un Dracula
vampiro triste,uomo condannato a vivere per l'eternità. Il terrore in
questa prima parte non è dovuto al vampiro, ma alla natura, alla sua
perennità e insondabilità, alla sua lontananza e cecità nei confronti delle
vicende umane. La natura non è malvagia,ma incute timore, il Dio di Herzog
è un Dio triste e indifferente, proprio come Nosferatu. Nella seconda parte
invece, con la discesa di Nosferatu dal monte alla città, si passa dalla
dimensione metafisica a quella morale, il film si carica di una serie di
significati simbolici,diventando tutta una metafora. Non è difficile, come
dice la recensione, vedere nell'avanzata dei topi nella città l'espansione
della seconda guerra mondiale in Europa. La città nella quale si aggira
sgomenta Lucy è sicuramente una città in rovina, devastata dalla guerra e
dai bombardamenti. E il finale, bellissimo, ci mostra come solo l'amore,
oltre l'indifferenza, possa vincere il male. Un male che desidera anch'esso
annullarsi e morire nell'amore: questo è il desiderio che traspare dalla
stupenda interpretazione di Kinski. Ma il pessimismo (realismo?) del
regista, ritorna nell'epilogo. Il sacrificio d'amore (Lucy come Cristo) non
è servito, subito si insabbiano le prove e si cade nell'indifferenza e
nell'apatia (il banchetto nella piazza, e l'immagine della polvere che si è
creata attorno alla sedia di Herker, ormai folle), cadono le responsabilità
(le autorità sono tutte morte), e questo è il nichilismo contemporaneo,
questo è Herker infettato dal morso del vampiro, dal male,effetto che lo ha
reso folle, (al contrario di Lucy che ha vinto con l'amore morendo assieme
al conte Dracula), ma questo è anche l'uomo,che cavalca verso il suo
destino di morte,contro l'orizzonte del cielo, nel memorabile e
sorprendente finale.
</cit>
La recensione non è mia, naturalmente.
Io non avrei altro consiglio da dare che rivederlo, per quanto possibile,
per lasciarsi trascinare dalla lenta ed ipnotica di questo irripetibile,
capolavoro.
vedi http://www.mymovies.it/pubblico/articolo/?id=153839


--
Massimo < Nathan > Salvioni
scottexpakula@gmail.com
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Nosferatu di Herzog [era: [RECE] Hereafter] [messaggio #31820 è una risposta a message #31817] sab, 04 giugno 2011 11:27 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Joe Silver  è attualmente disconnesso Joe Silver
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Il 04/06/2011 10:00, Nathan ha scritto:
> Il Thu, 02 Jun 2011 23:35:05 +0200, Joe Silver ha scritto:
>
>> Alla fine ho optato per il Nosferatu di Herzog, non c'entra un cazzo, lo
>> so, ma avevo voglia di rivederlo. :)
>
> <cit>
> Film capolavoro. Nella prima parte, il viaggio e il soggiorno di Jonathan
> Harker nel castello del conte Dracula,Herzog utilizza il classico
> repertorio del cinema d'orrore reinventandolo al servizio
> dell'interpretazione di Klaus Kinski e degli stupendi paesaggi accompagnati
> dalla musica di Wagner, grazie alla quale entriamo assieme ad Harker in una
> dimensione altra,in un mondo senza tempo e senza spazio, all'interno del
> castello (che potrebbe anche non esistere nella realtà) di un Dracula
> vampiro triste,uomo condannato a vivere per l'eternità. Il terrore in
> questa prima parte non è dovuto al vampiro, ma alla natura, alla sua
> perennità e insondabilità, alla sua lontananza e cecità nei confronti delle
> vicende umane. La natura non è malvagia,ma incute timore, il Dio di Herzog
> è un Dio triste e indifferente, proprio come Nosferatu. Nella seconda parte
> invece, con la discesa di Nosferatu dal monte alla città, si passa dalla
> dimensione metafisica a quella morale, il film si carica di una serie di
> significati simbolici,diventando tutta una metafora. Non è difficile, come
> dice la recensione, vedere nell'avanzata dei topi nella città l'espansione
> della seconda guerra mondiale in Europa. La città nella quale si aggira
> sgomenta Lucy è sicuramente una città in rovina, devastata dalla guerra e
> dai bombardamenti. E il finale, bellissimo, ci mostra come solo l'amore,
> oltre l'indifferenza, possa vincere il male. Un male che desidera anch'esso
> annullarsi e morire nell'amore: questo è il desiderio che traspare dalla
> stupenda interpretazione di Kinski. Ma il pessimismo (realismo?) del
> regista, ritorna nell'epilogo. Il sacrificio d'amore (Lucy come Cristo) non
> è servito, subito si insabbiano le prove e si cade nell'indifferenza e
> nell'apatia (il banchetto nella piazza, e l'immagine della polvere che si è
> creata attorno alla sedia di Herker, ormai folle), cadono le responsabilità
> (le autorità sono tutte morte), e questo è il nichilismo contemporaneo,
> questo è Herker infettato dal morso del vampiro, dal male,effetto che lo ha
> reso folle, (al contrario di Lucy che ha vinto con l'amore morendo assieme
> al conte Dracula), ma questo è anche l'uomo,che cavalca verso il suo
> destino di morte,contro l'orizzonte del cielo, nel memorabile e
> sorprendente finale.
> </cit>
> La recensione non è mia, naturalmente.
> Io non avrei altro consiglio da dare che rivederlo, per quanto possibile,
> per lasciarsi trascinare dalla lenta ed ipnotica di questo irripetibile,
> capolavoro.
> vedi http://www.mymovies.it/pubblico/articolo/?id=153839
>
>

Non condivido soprattutto la seconda parte, l'interpretazione in chiave
morale, tra l'altro viziata da una scarsa aderenza al testo: il
sacrificio di Lucy precede di poco la fine del film, non c'è nessun
"insabbiamento di prove" e l'indifferenza e l'apatia (ammesso che si
possa considerare tale la rassegnazione di chi è stato colpito dalla
peste, e aspetta sereno la morte banchettando in mezzo ai topi, o
addirittura danza e canta nelle piazze) vengono prima della morte di
Lucy, e non dopo. Diciamo che se voleva rappresentare il nichilismo come
il male contemporaneo non ci è riuscito, perché il male qui è solo
metafora (il vampiro, appunto, e la peste che porta con sé), in nessun
modo si evince questo degrado morale nella società (forse la cupidigia
di Redfield, ma è una singola persona). Le autorità cadono... sì, ma non
si vede anarchia; in realtà Herzog sembra abbastanza disinteressato al
degrado sociale, anche in chiave metaforica: il film è prevalentemente
intimista.

Boh, io darei poca importanza alle letture morali, che probabilmente se
ci sono vengono mutuate dal soggetto originale, e più alla rivisitazione
artistica, o calligrafica, del film di Murnau.


--
Vado a risolvere il teorema del grande Fermat. Mi ci vorranno dagli
8 ai 17 minuti
Joe
Re: Nosferatu di Herzog [era: [RECE] Hereafter] [messaggio #31821 è una risposta a message #31820] sab, 04 giugno 2011 11:40 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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Il Sat, 04 Jun 2011 11:27:20 +0200, Joe Silver ha scritto:

> Boh, io darei poca importanza alle letture morali, che probabilmente se
> ci sono vengono mutuate dal soggetto originale, e più alla rivisitazione
> artistica, o calligrafica, del film di Murnau.

Ok nulla da eccepire, di solito le letture morali delle opere
cinematografiche mi lasciano abbastanza indifferente, anche se devo
approfondire la seconda parte del film di Herzog, dall'approdo della nave
nel porto in poi. Personalmente preferisci la rilettura intimista,
decadente di Herzog o quella vitale, barocca, vorticosa ed immaginifica di
Coppola?


--
Massimo < Nathan > Salvioni
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Re: Nosferatu di Herzog [era: [RECE] Hereafter] [messaggio #31822 è una risposta a message #31821] sab, 04 giugno 2011 11:58 Messaggio precedenteMessaggio successivo
Joe Silver  è attualmente disconnesso Joe Silver
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Il 04/06/2011 11:40, Nathan ha scritto:

>> Boh, io darei poca importanza alle letture morali, che probabilmente se
>> ci sono vengono mutuate dal soggetto originale, e più alla rivisitazione
>> artistica, o calligrafica, del film di Murnau.

Vorrei aggiungere che «l'immagine della polvere che si è
creata attorno alla sedia di Harker, ormai folle)» altro non è che
l'ostia in precedenza sminuzzata da Lucy, per proteggerlo da Nosferatu.
Il che darebbe semmai lo spunto per altre interpretazioni metaforiche -
sebbene anche questo faccia parte semplicemente della mitologia sui
vampiri, assieme alla repulsione per i crocifissi - ma occorre dapprima
che il recensore non si distragga...


> Ok nulla da eccepire, di solito le letture morali delle opere
> cinematografiche mi lasciano abbastanza indifferente, anche se devo
> approfondire la seconda parte del film di Herzog, dall'approdo della nave
> nel porto in poi. Personalmente preferisci la rilettura intimista,
> decadente di Herzog o quella vitale, barocca, vorticosa ed immaginifica di
> Coppola?


Mah, diciamo che proprio perché sono così differenti sono anche
abbastanza difficili da confrontarsi e da preferirsi. Quello di Herzog è
più suggestivo, più insinuante, deprimente, ma anche più calligrafico e
meno inventivo. Quello di Coppola è postmoderno e barocco, e anche un
po' kitsch, ma rappresenta meglio l'aspetto famelico del conte, di amore
e di sesso.

Entrambi sono poco sinceri nell'adesione al sottotesto morale[*] e
sembrano più interessati alla rielaborazione dell'iconografia più
classica, devo dire.


[*]quale che sia, perché in verità non ho letto il romanzo ma ho il
sospetto che sia un buon romanzo dell'orrore che rielabora a sua volta
leggende, miti e superstizioni, senza ambizioni moraleggianti.

--
Vado a risolvere il teorema del grande Fermat. Mi ci vorranno dagli
8 ai 17 minuti
Joe
Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31832 è una risposta a message #31797] sab, 04 giugno 2011 17:04 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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"susanna" <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> ha scritto nel messaggio
news:4de8e381$0$38647$4fafbaef@reader1.news.tin.it...

> Pero' dici bene quando ti esprimi con "il film nel suo complesso esprime
> questo bisogno umano". Qual e'?
> Non e' l'aldila', mi spiace.
> Il bisogno umano e' il conforto, oppure la risoluzione del conflitto
> interiore (in questo caso, la solitudine).

Cecile De France si ritrova da sola proprio perchè ha visto (o crede di aver
visto) l'aldilà, perciò è il pensiero dell'aldilà che le induce la
solitudine e il bisogno di conforto, non il contrario.
Senza l'incidente sarebbe andata avanti con la sua vita.

Non mi rispondere che era già sola prima, perchè evidentemente non lo era
abbastanza da pensare all'aldilà, serve lo tsunami.

E il conforto lo troverà in m.damon perchè è l'unico che possa condividere
pienamente la sua angoscia (nella lettera lui le avrà spiegato chi è,
evidentemente).

> : Alla "fine" di TOL S.Penn (m.damon con lui non c'entra niente, è più
> : vicino agli altri personaggi) si presume possa andare avanti con la
> : sua vita, avendo recuperato, dopo il tuffo in un passato
> : collettivo/personale, un rapporto con i cari perduti, e magari con le
> : armonie universali.
>
> Vero che risolve i conflitti.
> Superinterpretato che avra' un futuro conciliato nella vita reale.
> Nel film questa cosa non c'e'.

E' del tutto lecito chiedersi cosa faranno i personaggi dopo il film.
Penn scende dal grattacielo e si guarda intonro pensoso (il suo volto sembra
dire ancora: "combatterete sempre dentro di me"), la sua è una conciliazione
relativa, visto il problema, ma si può raginevolmente supporre che sarà più
volitivo di prima, e senza troppa fantasia.

Tieni poi conto che il film finisce sulla terra, e che malick chiude con un
ponte, cioè con una costruzione umana che unisce due lembi di terra (non
terra e cielo).
E che il protagonista è un architetto.
Casuale? Non credo.

> : E nè che la sua rinnovata esigenza di trascendente nasca a vuoto, dal
> : nulla, ma da quello che sembra il ripresentarsi alla memoria di
> : vecchie ferite.
>
> Non nasce a vuoto, Malick la dipinge come una esigenza insopprimibile,
> benche' misteriosa, e NON risolvibile sul campo della realta'.

Non è "misteriosa" per niente: l'esigenza di supercosi, nel film, nasce dal
ricordo del lutto fraterno, dal ripresentarsi alla memoria della ferita
subita dalla madre, da una morte *già avvenuta*, dalla mortalità in sè
insomma.
Il film si apre con s.penn che invoca: "madre, fratello...", le persone di
cui, evidentemente, sente la mancanza.
O almeno era così nella versione che ho visto io.

Insomma, il problema di Penn non è un generico e gratuito "senso della vita"
da cercare (e trovare) a freddo perchè così vuole malick l'ideologo della
supercosità,
ma la mortalità sua e degli altri (e per estensione di ogni creatura vivente
in un cosmo indifferente, da cui il melodramma cosmico), un problema reale
insomma.

La faccenda (la mortalità, intendo) non è risolvibile nel campo della realtà
perchè di fatto non è risolvibile nel campo della realtà, o almeno così
risulta a me, se hai notizie diverse fammi sapere.

> L'uomo anche malickiano tende *solamente* a risolvere i suoi guai,
> interiori
> o esteriori che siano.

Non l'ho capita questa.

> La tensione verso l'aldila' (o il divino) e' la soluzione al conflitto
> dell'esistenza che viene *giustapposto* da Malick (ecco il didascalismo)
> con
> la scena finale.

La scena finale - stringi, stringi - significa soltanto che Penn ha
elaborato il lutto a modo suo (glielo vorrai concedere, spero). E' una
soluzione personale a un lutto personale, generale è solo la tensione a
trascendere, per malick.
Il limbo è intriso di simboli cristiani - imo - perchè lui, vista la sua
formazione (ampiamente descrittaci), non può che immaginarselo così e deve
accettare il punto di vista materno per "staccarsi" dalla madre, è un
immaginario condiviso (anche dai non credenti) e convenzionale.

> I personaggi di malick si arrovellano (tranne la madre, che ha la fammella
> della fede a sua insaputa) senza sapere come risolvere fino al deus ex
> machina.

La madre a dire il vero non si arrovella, perchè la madre non esiste nel
film.
Il film ha un solo personaggio, S.Penn, ed è la storia
(filogenetica e ontogenetica) della sua coscienza, è solo di S.Penn
l'arrovellarsi.
La madre è solo un riflesso/una voce nei suoi ricordi (prima un paradiso
d'affetto, poi un paradiso perduto, in genere un esempio di grazia).

A dirla tutta non sappiamo nemmeno se lei, nella realtà, ha accettato
pienamente il lutto, "offrendo il figlio a dio", oppure no.
E' S.Penn che se lo "immagina", essenzialmente per confortare sè stesso.
I personaggi non hanno altro mezzo di "risolvere", essendo il problema
mondanamente irrisolvibile, sempre a quanto mi risulta.
Il deus-ex-machina non è gratuito, anzi, è l'uica soluzione possibile infin
dei conti.
E nota che questo "bisogno" di trascendenza, per la coscienza (cioè il punto
di vista di malick in questo film) è il contrario della rassegnazione.

> Eastwood invece dice chiaramente che la risoluzione del conflitto
> interiore
> arriva dal reale (la consolazione e/o la condivisione che ti offrono i
> tuoi
> simili), seppur tramite l'espediente della seduta paranormale.
> Non c'e' alcun desiderio di aldila' ne' in The tree of life, ne' in
> Hereafter.

Non è una questione di "desiderare" l'aldilà, c. de france ne farebbe
volentieri a meno immagino, ma lo tsunami la "sveglia".
Il punto è che non è possibile non pensarci mai, conflitti risolti o
irrisolti che siano.
O così almeno la vedo io, è una concezione dell'uomo, se me lo contesti a
priori ciao.

> : Tra l'altro non è certo un caso che sia TOL che Hereafter parlino di
> : morti causali, generiche, e dunque della faccenda in generale.
>
> E questo e' un limite per entrambi, benche' per Eastwood lo sia meno.
> Entrambi, da bravi ideologi borghesi, se ne fottono della societa' intesa
> come luogo di umanita'; entrambi si soffermano su problematiche puramente
> individuali (la solitudine Eastwood; il senso dell'esistenza Malick) e
> quindi devono descrivere fenomeni assoluti, generali e scorrelati dal loro
> piano sociale.

Ma va là, la fai troppo complicata per infilarci il tuo pistolotto sul
disinteresse-per-la-società-degli-ideologi borghesi

La mortalità non dipende dal sociale o dall'assenza di sociale, c'è e basta,
quantomeno storicamente, cioè finchè qualcuno non inventerà la pillola
dell'immortalità.
In questo caso i due registi isolano e semplificano per parlare della
questione in sè, fine.
Non a caso è l'unico film di malick così purificato da altre faccende.

> E infatti la parte migliore di entrambi i film e' la parte londinese di
> Hereafter ove il dramma ha, seppur in modo abbastanza stereotipato, un
> forte
> aggancio con il vivere sociale. Il dramma del ragazzino tocca le corde del
> melodramma autentico proprio perche' affonda le sue ragioni su un piano di
> realta' piu' completo, credibile e comprensibile.

La parte migliore invece è quella con c.de france, il cuore del film è lì (e
infatti il film comincia con la sua storia, con il suo shock)
E' quello il nodo che a eastwood preme (anche, non solo).

Gli sguardi perduti di s.penn e della de france sono simili.

E lei riesce a ripartire proprio perchè "trova" l'aldilà, guarda un pò.

> Il ragazzino, ad esempio, trova la felicita', si riunisce con la madre e
> chiude i conflitti con la famiglia adottante. La sua vita e', oramai,
> pacificata. La sua solitudine, curata.

Un bimbo senza cuore, insomma.
Il fratellino gemello, cui era legatissimo, andato e dimenticato per sempre.

Mi stai riducendo tutto a un filmetto in cui alla fine "vissero tutti felici
& contenti", in pratica.

> : Anzi, ora che mi ci fai pensare si può pure presumere che c. de
> : france, avendo tra le mani la prova provata dell'esistenza
> : dell'aldilà (m.damon), moltiplicherà gli sforzi per consolare chi
> : necessita.
>
> Superinterpreti.
> Eastwood ti fa vedere che sia Damon che la francese hanno raggiunto la
> felicita', qui, ora e in quel modo.

Non hanno raggiunto un bel niente, innanzitutto, visto che l'eventuale
relazione è solo agli inizi.
In secondo luogo, se m.damon è davvero un provetto consolatore degli
afflitti, fregarsene completamente degli altri mi parrebbe orrido. A me, eh.

Ovviamente si parla di un film in cui succedono cose impossibili.

> Poi puoi immaginare qualsiasi altra cosa; ma sei tu che stai piegando
> l'opera.

Le opere pieghevoli sono le migliori, no?
E poi siamo tutti piegatori.
Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31836 è una risposta a message #31832] sab, 04 giugno 2011 19:13 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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rober1 (U-N-O) <titiros1@libero.it> ha scritto:


: Cecile De France si ritrova da sola proprio perchè ha visto (o crede
: di aver visto) l'aldilà, perciò è il pensiero dell'aldilà che le
: induce la solitudine e il bisogno di conforto, non il contrario.
: Senza l'incidente sarebbe andata avanti con la sua vita.

Beh, anche Damon, senza l'incidente al cervello sarebbe andato avanti con la
sua vita; e anche il ragazzino.
Senza incidenti, quindi, nessun senso per l'aldila'.
Ti convince?



: Non mi rispondere che era già sola prima, perchè evidentemente non lo
: era abbastanza da pensare all'aldilà, serve lo tsunami.

Ti rispondo cosi' perche' *e'* cosi'.
Infatti anche tu lo dici, senza accorgertene.
La causa della sua solitudine, allora, e' lo tsunami o il pensiero
dell'aldila'?
O il fatto che tra le tante mete per la vacanza ha scelto quella dove
avverra' lo tsunami?
O il fatto che non era in albergo con l'amante in quel momento?
Tutte cause incidentali equivalenti, per scatenare il suo senso di
solitudine: se ne manca anche solo una (luogo, momento, tsunami) addio senso
di solitudine.
Ti convince?



: E il conforto lo troverà in m.damon perchè è l'unico che possa
: condividere pienamente la sua angoscia (nella lettera lui le avrà
: spiegato chi è, evidentemente).

Certo. Cio' che interessa Eastwood, infatti, e' il conforto, non il senso
per l'aldila'. L'aldila' e' il nichelino, la scusa, lo stratagemma, il
meccanismo causale della narrazione.




:: Vero che risolve i conflitti.
:: Superinterpretato che avra' un futuro conciliato nella vita reale.
:: Nel film questa cosa non c'e'.
:
: E' del tutto lecito chiedersi cosa faranno i personaggi dopo il film.


Lecito, ma senza alcun valore per quanto concerne l'analisi del film.
Come tu puoi ipotizzare qualcosa, io posso ipotizzarne la negazione.
E quindi?




: Penn scende dal grattacielo e si guarda intonro pensoso (il suo volto
: sembra dire ancora: "combatterete sempre dentro di me"), la sua è una
: conciliazione relativa, visto il problema, ma si può raginevolmente
: supporre che sarà più volitivo di prima, e senza troppa fantasia.

Certo, se solo nel film si ipotizzasse un futuro per il personaggio. Ma il
film questo non lo indica. Lui e' conciliato. Stop. Quello e' il 'paradiso'.
Un individuo conciliato in paradiso non ha una vita nella realta', ma solo
nell'iperuranio.




: Tieni poi conto che il film finisce sulla terra, e che malick chiude
: con un ponte, cioè con una costruzione umana che unisce due lembi di
: terra (non terra e cielo).
: E che il protagonista è un architetto.
: Casuale? Non credo.


No, certo. Quasi niente e' casuale, in questa pellicola. E' abbastanza
flebile, invece, che il ponte abbia una relazione con la professione di un
personaggio.
Perche' quel finale non riguarda UN personaggio, proprio perche' non e' una
scelta casuale.
Quel finale riguarda la generalita' degli uomini.





:: Non nasce a vuoto, Malick la dipinge come una esigenza
:: insopprimibile, benche' misteriosa, e NON risolvibile sul campo
:: della realta'.
:
: Non è "misteriosa" per niente: l'esigenza di supercosi, nel film,
: nasce dal ricordo del lutto fraterno, dal ripresentarsi alla memoria
: della ferita subita dalla madre, da una morte *già avvenuta*, dalla
: mortalità in sè insomma.
: Il film si apre con s.penn che invoca: "madre, fratello...", le
: persone di cui, evidentemente, sente la mancanza.
: O almeno era così nella versione che ho visto io.
:
: Insomma, il problema di Penn non è un generico e gratuito "senso
: della vita" da cercare (e trovare) a freddo perchè così vuole malick
: l'ideologo della supercosità,
: ma la mortalità sua e degli altri (e per estensione di ogni creatura
: vivente in un cosmo indifferente, da cui il melodramma cosmico), un
: problema reale insomma.
:
: La faccenda (la mortalità, intendo) non è risolvibile nel campo della
: realtà perchè di fatto non è risolvibile nel campo della realtà, o
: almeno così risulta a me, se hai notizie diverse fammi sapere.


Ti faccio sapere: quando un individuo muore termina la sua esistenza.
Se hai notizie diverse fammi sapere (-;




:: L'uomo anche malickiano tende *solamente* a risolvere i suoi guai,
:: interiori o esteriori che siano.
:
: Non l'ho capita questa.



Che l'uomo ha questa curiosa esigenza: evitare sofferenza (guai) e, se non
possibile, cercare di limitarla nel tempo (risolvere guai).




:: La tensione verso l'aldila' (o il divino) e' la soluzione al
:: conflitto dell'esistenza che viene *giustapposto* da Malick (ecco il
:: didascalismo) con la scena finale.
:
: La scena finale - stringi, stringi - significa soltanto che Penn ha
: elaborato il lutto a modo suo (glielo vorrai concedere, spero).



Non ha risolto un bel niente. Glielo risolve il regista, il lutto.
La vedi la differenza con Hereafter?
Eastwood fa risolvere i lutti tramite UN rapporto REALE con altri simili.
Malick fa risolvere lutti calando la macchina dal cielo con la carrucola.




: E' una soluzione personale a un lutto personale, generale è solo la
: tensione a trascendere, per malick.

Ma non c'e' alcuna soluzione, perdio.
Dove la vedi?
Quale frammento del discorso cinematografico ti dice *questa* e' la
soluzione?
La soluzione e' misteriosa quanto il problema; e il regista, che e'
fascistone, non accetta che la consolazione al conflitto possa giungere dai
propri pari.
Indi introduce un superqualcosa che scende a portare la pace.
Un superqualcosa di inconoscibile, a cui affidarsi senza ragione (fede),
fuori dal mondo e dalla storia.
Perche' mi scazza quella scena?
Perche' deve rappresentare l'irrappresentabile.
Come dicevo, la rappresentazione dell'irrappresentabile e' un esercizio
estremamente complesso, possibile solo a chi maneggia la materia
(dell'irrappresentazione) a menadito. Ecco perche' Tarkovskij (e i suoi
angeli nell'Andrej Roubliov, es.)




: Il limbo è intriso di simboli cristiani - imo - perchè lui, vista la
: sua formazione (ampiamente descrittaci), non può che immaginarselo
: così e deve accettare il punto di vista materno per "staccarsi" dalla
: madre, è un immaginario condiviso (anche dai non credenti) e
: convenzionale.


Male, infatti.
Ritorniamo all'Andrej Roubliov, ove si rappresenta il divino in maniera
sublime.
L'angelo e' convenzionale, e' uno stereotipo per l'aldila' e il paradiso.
Tarkovskij lo sa, quindi lo mimetizza cosi' bene che nemmeno gli esegeti
piu' attenti della sua opera l'hanno mai individuato. E ne mette sette o
otto, in una scena.
In questo modo raggiunge un risultato espressivo fenomenale, forse il piu'
grande della storia del cinema: esprime l'irrappresentabile esattamente
com'e': irrappresentabile.





:: I personaggi di malick si arrovellano (tranne la madre, che ha la
:: fammella della fede a sua insaputa) senza sapere come risolvere fino
:: al deus ex machina.
:
: La madre a dire il vero non si arrovella, perchè la madre non esiste
: nel film.


La madre esiste nel film.
Questi sono i risultati della superinterpretazione, lo scazzare progressivo.



: Il film ha un solo personaggio, S.Penn, ed è la storia
: (filogenetica e ontogenetica) della sua coscienza, è solo di S.Penn
: l'arrovellarsi.


Il film ha diversi personaggi, rappresentati all'interno del flusso di
coscienza di uno di essi.



: La madre è solo un riflesso/una voce nei suoi ricordi (prima un
: paradiso d'affetto, poi un paradiso perduto, in genere un esempio di
: grazia).


Anche Penn e' solo il risultato di una particolare riflessione della luce su
uno schermo bianco in una sala buia, in effetti.



: A dirla tutta non sappiamo nemmeno se lei, nella realtà, ha accettato
: pienamente il lutto, "offrendo il figlio a dio", oppure no.


Cosi' come non sappiamo se i ricordi di Penn siano genuini o solo una serie
di palle per far entrare al cinema delle persone che, pagando, pagano la
pensione a Malick (tra gli altri).




: E' S.Penn che se lo "immagina", essenzialmente per confortare sè
: stesso.

O per convincere vari spettatori potenziali a entrare in sala 10 piuttosto
che in sala 2?




: I personaggi non hanno altro mezzo di "risolvere", essendo il problema
: mondanamente irrisolvibile, sempre a quanto mi risulta.


Perche' e' un problema mal posto.
Es. risolviamo il problema di raggiungere la luna a piedi.
Siccome il problema e' mondanamente irrisolvibile invento dio cosi' lo
risolve.

Piuttosto, una certa fattispecie (la morte) induce dolore negli uomini.
Come 'risolvere' quel dolore (NON LA MORTE, DIO SANTO, CHE NON E' UN
PROBLEMA, MA UN FATTO)?
Con dio, dicono alcuni.
Occhio: la morte NON viene risolta nemmeno con dio, dato che la morte e' un
FATTO, non un problema.
Dio risove solo il DOLORE indotto dalla morte negli uomini, con le sue belle
cosine inventate OLTRE il fatto (oltre la morte).



: Il deus-ex-machina non è gratuito, anzi, è l'uica soluzione possibile
: infin dei conti.

'Sti cazzi.
La morte NON ha soluzione, essa accade a prescindere da qualsiasi cazzo di
dio che tu possa inventare.



: E nota che questo "bisogno" di trascendenza, per la coscienza (cioè
: il punto di vista di malick in questo film) è il contrario della
: rassegnazione.


E', invece, una rassegnazione a piu' livelli.
a) La rassegnazione a non cercare la soluzione al dolore della morte tramite
i tuoi simili; rassegnarsi, quindi, ad una vita dolorosa, cieca, insensata,
gretta.

b) La rassegnazione a una elite di cretini che, inventando di sana pianta la
soluzione al dolore della morte, esercita tramite questa invenzione un
potere reale sulle persone che si affidano ad essi;

c) Pensa al terzo.



:: Eastwood invece dice chiaramente che la risoluzione del conflitto
:: interiore arriva dal reale (la consolazione e/o la condivisione che ti
:: offrono i tuoi simili), seppur tramite l'espediente della seduta
:: paranormale. Non c'e' alcun desiderio di aldila' ne' in The tree of life,
:: ne' in Hereafter.
:
: Non è una questione di "desiderare" l'aldilà, c. de france ne farebbe
: volentieri a meno immagino, ma lo tsunami la "sveglia".


Ecco la soluzione: evitare tsunami.



: Il punto è che non è possibile non pensarci mai, conflitti risolti o
: irrisolti che siano.
: O così almeno la vedo io, è una concezione dell'uomo, se me lo
: contesti a priori ciao.



Certo che non lo contesto. L'idea della morte, l'idea del dover morire (o
del veder morire) e' fonte di conflitto per ogni uomo. Per molti, anche di
profondissimo dolore, ci mancherebbe pure, Rob1.

Ma qui non si mette in dubbio una delle caratteristiche essenziali della
natura umana (la paura e il dolore della morte); qui si mette in dubbio
QUALE sia la risposta a questo dolore/paura.

Il Malick de La sottile linea rossa indicava UN tipo di soluzione culturale,
estremamente ben rappresentata in quel capolavoro (la via heideggeriana del
soldato Witt, tanto per ricordare lo schema)
Qui, invece, si appropria di una 'soluzione' culturale molto piu' complessa
e frequentata (la via del divino), che necessita di uno sforzo espressivo di
ben altra qualita'.





:: E questo e' un limite per entrambi, benche' per Eastwood lo sia meno.
:: Entrambi, da bravi ideologi borghesi, se ne fottono della societa'
:: intesa come luogo di umanita'; entrambi si soffermano su
:: problematiche puramente individuali (la solitudine Eastwood; il
:: senso dell'esistenza Malick) e quindi devono descrivere fenomeni
:: assoluti, generali e scorrelati dal loro piano sociale.
:
: Ma va là, la fai troppo complicata per infilarci il tuo pistolotto
: sul disinteresse-per-la-società-degli-ideologi borghesi.


E' invece di una semplicita' cosi' disarmante che l'assuefazione la rende di
fatto invisibile, Rob1.
Questa e' ideologia al lavoro: rendere il complicato come semplice e
naturale (la morte come fatto del divino); rendere il semplice e naturale
(la morte come fatto sociale) come complicato.




: La mortalità non dipende dal sociale o dall'assenza di sociale, c'è e
: basta, quantomeno storicamente, cioè finchè qualcuno non inventerà la
: pillola dell'immortalità.

Come sopra: non si discute della mortalita' (che solo tu ritieni un
problema, mentre io lo ritengo un fatto).
Si discute sul *modo* in cui rispondere alla mortalita'. E l'unico modo
semplice e naturale e' rispondervi in modo sociale; mentre il modo piu'
complicato e artificioso e' rispondergli inventandosi cazzate come
l'aldila'.

La vedi l'ideologia, come lavora?
Rendere il semplice e naturale come complicato; rendere il complicato come
semplice e naturale.

Ora, Malick ti dice: cazzo vuoi fare, con la morte?
Non serve a niente rapportarti con i tuoi simili, condividere un destino
collettivo, prendersi la responsabilita' di morire attraverso il conforto
delle tue relazioni e della qualita' di esse.
Fai quello che vuoi, non risolvi nulla.
DEVI affidarti a una supercosa, cazzo.
Ecco: a prescindere dal tuo vivere sociale, e' sufficiente che tu abbia fede
nella supercosa. Il tuo vivere sociale e' del tutto ininfluente, anzi, pare
dire.



: In questo caso i due registi isolano e semplificano per parlare della
: questione in sè, fine.
: Non a caso è l'unico film di malick così purificato da altre faccende.

Certo, e' il piu' totalitario, assoluto. E, quindi, anche il piu' sbagliato.



: La parte migliore invece è quella con c.de france, il cuore del film
: è lì (e infatti il film comincia con la sua storia, con il suo shock)
: E' quello il nodo che a eastwood preme (anche, non solo).


Mi spiace. La De France e' il personaggio piu' debole di tutto il racconto,
e' nei fatti. Non ha ne' l'umanita' del personaggio di Damon, ne' il pathos
del ragazzino. E' poco piu' di una macchinina narrativa, non riesce mai a
parlare allo spettatore.




: Gli sguardi perduti di s.penn e della de france sono simili.

Perlopiu' retorici.


: E lei riesce a ripartire proprio perchè "trova" l'aldilà, guarda un
: pò.

Eddai.



:: Il ragazzino, ad esempio, trova la felicita', si riunisce con la
:: madre e chiude i conflitti con la famiglia adottante. La sua vita
:: e', oramai, pacificata. La sua solitudine, curata.
:
: Un bimbo senza cuore, insomma.
: Il fratellino gemello, cui era legatissimo, andato e dimenticato per
: sempre.


No. Risolto. E' diverso.
Rimesso nella sua dimensione reale, quella della morte.
Cio' che consola il ragazzino e' il nuovo pensiero che ha del fratello. Non
piu' come semplice mancanza fisica, ma come somma dei rapporti che ha avuto
con lui e che sono il risultato della sua esistenza. E che, seppur morto,
fanno ancora parte di lui e della sua storia.
Che e' la balla che gli racconta Damon, tra l'altro.
La vedi la differenza?
La morte come fatto.
Ma la sostanza dei rapporti che hai avuto come consolazione autentica.
Perche' con la morte di una persona NON MUORE la storia che quella persona
ha INSERITO nella vita di chi gli sopravvive.
E tanto quella storia e' VERA, feconda, onesta, ricca, tanto quella
consolazione e' vera, feconda, ricca.

Perche' l'uomo e' una bestia sociale e costruisce la sua vita in modo
sociale.
E la qualita' dei suoi rapporti sociali e' la qualita' della sua vita.
E quella qualita', proprio perche' ha NECESSARIAMENTE (e' un fatto)
intersecato la qualita' della vita di altri, incide sulla vita di altri
ANCHE dopo la sua morte fisica.




: Mi stai riducendo tutto a un filmetto in cui alla fine "vissero tutti
: felici & contenti", in pratica.

Lo e'.
Ma non e' un filmetto, come non e' una cazzatina vivere felici e contenti.
E' il *come* si vive felici e contenti, che conta.




:: Superinterpreti.
:: Eastwood ti fa vedere che sia Damon che la francese hanno raggiunto
:: la felicita', qui, ora e in quel modo.
:
: Non hanno raggiunto un bel niente, innanzitutto, visto che l'eventuale
: relazione è solo agli inizi.


La relazione e' iniziata come SOLUZIONE a tutto cio' che era stato narrato,
per dio!
In quel luogo si uniscono due grandi solitudini con la proiezione in un
futuro di felicita'. Gurada la scena, cazzo, il bacio, le mani, la macchina
da presa.
O vuoi il sequel, per convincerti?




: In secondo luogo, se m.damon è davvero un provetto consolatore degli
: afflitti, fregarsene completamente degli altri mi parrebbe orrido. A
: me, eh.

Certo, perche' hai una visione squilibrata della faccenda.
Perche' sei ancora convinto che sia l'aldila' a consolare.
NON E' L'ALDILA' che consola il ragazzino, urca!
Sono le balle consolatorie di Damon, cioe' la vicinanza REALE di Damon con
il ragazzino che lo consolano. Sono quelle poche parole di buon senso che
riportano il ragazzino a riconsiderare il rapporto con il fratello morto.
Eddai, e' il film.



: Le opere pieghevoli sono le migliori, no?
: E poi siamo tutti piegatori.

Si piega, certo.
Ma bisogna saper piegare cosi' bene cosi' come l'autore ha piegato.
Perche' altrimenti da' piu' soddisfazione un videogioco.



susanna
Re: [RECE] Hereafter [messaggio #31854 è una risposta a message #31836] dom, 05 giugno 2011 00:13 Messaggio precedenteMessaggio successivo
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susanna <sus4@eliminami.libero.anchequesto.it> wrote:

> Tarkovskij lo sa, quindi lo mimetizza cosi' bene che nemmeno gli esegeti
> piu' attenti della sua opera l'hanno mai individuato. E ne mette sette o
> otto, in una scena.

Eh no, ero rimasto dal famoso threaddone che ne avevi individuati sette,
da dove esce l'ottavo?!?

--
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Bambini che il sole, ha ridotto gia'... vecchi.
Re: Hereafter [messaggio #31855 è una risposta a message #31776] dom, 05 giugno 2011 00:30 Messaggio precedenteMessaggio precedente
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popinga <p4w@libero.it> wrote:

> Hereafter (rispondo anche a SAP) è uscito in DVD da pochi giorni (ma
> molto probabilmente avrete anche l'opportunità di rivederlo al cinema,
> nelle varie programmazioni estive).

Grazie.

--
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